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#niente lore
nientedenada · 8 months
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Five Skyrim Lore Facts You May Not Know!
And unlike some of the clickbait videos on Youtube, these ones are absolutely true. Let me address some of the most common lore confusions I regularly see. As a Listicle, because why not? (It's easier than writing out long lore posts.)
The Blades never served the Mede Empire. Martin was the last Emperor they served. They then devoted themselves to looking for a new Dragonborn and working against the Thalmor. Titus Mede I created a new organization called the Penitus Oculatus, which handled all intelligence and security for the Mede Dynasty. The Penitus Oculatus has been the official Imperial organization for more than 175 years, while the Blades have been an independent force. It makes the Mede decision to outlaw the Blades a lot easier to understand if you know they weren't their employees at all. The Blades were loose cannons they couldn't control.
Ysgramor didn't destroy the snow elves. The stories about Ysgramor say he and his 500 Companions showed up in Skyrim, killed or sent the snow elves into exile, took all of Skyrim, and then wandered over to pick fights with the neighbours. In reality, the Falmer weren't completely driven from Skyrim till the reign of King Harald, thirteen generations after Ysgramor. In the interim, there was a whole Dragon cult and war, culminating with Alduin being flung through the time wound. It's a long period. The real Ysgramor definitely clashed with his snow-elf neighbours but he's accumulated the stories of hundreds of years around his mythic name.
The Companions haven't been a Nord-only organization for a very long time. You might think that a bunch of warriors venerating the legacy of Ysgramor and his Companion would be Nord only, and that was probably true way back in the First Era. But by the end of the First Era, the Companions had boasted both a Redguard and Elf (Altmer or Bosmer) Harbinger. Cirroc and Henantier are some of the most famous Harbingers in the history of the Companions. We're in the Fourth Era now, so if you're playing a non-Nord, you're following in a long tradition by joining the companions. (As is Athis.)
The Imperial Legion didn't win back most of Cyrodiil in the Great War. People often ask why Titus Mede II agreed to the harsh peace of the White-Gold Concordat after his army had destroyed the Dominion army in Cyrodiil and taken back the Imperial City. But that's not what really happened. The Legion destroyed "the main army". Other Aldmeri armies are mentioned in Cyrodiil. After Red Ring, the Dominion still occupied Anvil, Skingrad, Bravil, and Leyawiin. "The Great War" doesn't say that any of these cities were liberated. Put those territories together and you'll realize the Empire never got back its coastline or the Niben river. Titus Mede made his deal while the Dominion still occupied half of Cyrodiil. Maybe he could have won if he'd pushed on, but his decision is a lot easier to understand with this context.
The Bretons Don't Worship Talos. This is one of my favourite lore bits to explain. Talos is not a god in TES II, Daggerfall, though he is a historical figure, Tiber Septim. He's only introduced as a god in Morrowind. So, a lot of people assume that he's been retconned into the Breton religion, like he was into the Nord/Imperial religions. This is not true. In both Morrowind and Skyrim, the book Varieties of Faith in the Empire does not list Talos/Ysmir as part of the Breton pantheon. They worship the Eight (and sometimes Y'ffre, Magnus, and Phynaster), as they always have. Tiber Septim is an important historical figure whom some Bretons regard as one of their own, but he isn't an official god. I love this tidbit because it makes the White-Gold Concordat absolutely brilliant. One remaining province, Skyrim, gets all upset while High Rock wouldn't care. Cyrodiil is presumably somewhere in the middle. It's a perfect way to drive a wedge among the provinces. (Hammerfell's left the Empire, but for the record, they don't worship Talos either.)
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demonecelestiale · 1 month
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parla dei tuoi ocs ●_●
(it's gonna be long and in italian. sorry)
allora anon voglio solo dirti che ne ho tipo una cinquantina e qui la cosa diventerebbe troppo lunga e cringe QUINDI ti farò un riassunto per universo narrativo che è più facile. non verranno inclusi tuttə e metterò un cut per evitare di intasare le dash
universo di Lucifer
che tipo. è il primo che ho fatto e risale al 2018 ormai. gira intorno a Lucifer, pop star e erede al trono sia del Paradiso che dell'Inferno in quanto figlio del Re dell'Inferno e della Regina del Paradiso (sì). la quest principale è incentrata su Lucifer e quattro suoi amici (Arael, Leo, Kaito e Elliott) che partono per un viaggio per fermare una minaccia livello apocalisse. funzionerebbe molto bene come videogioco jrpg ngl.
poi dovremmo anche parlare che Lucifer ha obbligato gli altri quattro a formare una boyband ma non c'è tempo.
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da sinistra a destra: Leo (demone), Kaito (kitsune), Lucifer (il protagonista, mezzo angelo e mezzo demone), Arael (angelo) e Elliott (guardiano. è una divinità diciamo). qui indossano outfit neri e rosa abbastanza kpop style
universo dei Magical Heroes
che in realtà siamo sempre nello stesso universo di prima, ma raramente i diversi personaggi si incontrano eccetto rare eccezioni. anyway qui abbiamo (quasi) tutto il mio roaster di magical girls e magical boys formato da ben cinque team + extras con l'unico problema che tipo... non ho mai disegnato metà del cast. oops
vabbé questo universo qua è ovviamente ispirato alle pretty cure con annessi cross over e trope vari. qui ogni team ha una suo storia a parte e raramente si incontrano, PERÒ si incontrano. ed è questo ciò che conta.
qui dentro troviamo le Sparkling Elegance Precure e le Forever Ad Astra Precure (che vorrei rendere delle magical girls autonome e non più dei fandom oc, ma sto fallendo), il team di Alys (ho disegnato Alys, mancano gli altri due membri), i Phantom Heroes (mai disegnati) e i Prism Knights (nome pending e anche loro mai disegnati)
(ok questo universo l'ho descritto proprio male, provo a fare meglio col prossimo)
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pic 1 abbiamo le Sparkling Elegance (Cure Dahlia la rosa, Cure Cherry la rossa, Cure Stellar la gialla e Cure Calypso la Ciano) nella pic 2 le Forever Ad Astra (Cure Solar l'arancione, Cure Lunar la viola, Cure Nebula la rosa e Cure Meteor quello blu)
universo delle mie nuove fancure
sì le nuove fancure a cui sto lavorando (i lavori procedono bene. if you care) sono in universo a parte. o per lo meno non interagiscono con gli altri personaggi. per ora
niente da dire su di loro è your average precure story e le ho create per vedere se riesco a creare delle magical girl classiche invece di modelle di Versace con uno scettro magico. per ora direi che ci sto riuscendo. farò un post su di loro appena ho finito i disegni e avrò definito meglio la lore
universo dei Pentacles
now we speak perché di loro ho tipo ZERO ARTE (up to date almeno), ma solo un mucchio di picrew e nessuno che mi soddisfa al 100%. COMUNQUE
la base della storia è che i Pentacles sono sei ragazzi di tipo 16 anni che si trovano nello stesso dormitorio a scuola e tutti e sei hanno vari poteri magici. in teoria questa nella mia testa esiste come serie di libri (o un enorme libro di 400 pagine) young adult. la parte peggiore (o migliore) è che... non ho idea di dove va la loro storia. ho solo varie tidbit di lore e scene fighe che accadono, ma non una storia seria e mi fa impazzire tbh. so chi sono i Pentacles, che poteri ha ognuno di loro, le loro famiglie, le loro passioni, le loro abilità, MA NON SO LA STORIA anche perché vengo ispirato da ogni film e serie che vedo quindi è un po' un casino qua
considero i Pentacles come la mia versione delle Winx (sono sei, tuttə con i poteri, tuttə nella stessa camera, tuttə in un mondo fantasy e sono anche entrambi gruppi multietnici)
ok anon ho finito. e ora un po' di fan fact
shippo Lucifer e Aurora perché posso
ho alcuni fandom oc, ma in genere finiscono nell'universo di Lucifer
sì ho un solo bodytipe mi spiace :(
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caliblorn · 11 months
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Domanda importantissima per te che di lore ne sai sicuramente più di me: se gli altmer parlassero davvero italiano, bestemmierebbero o sarebbe un sacrilegio gravissimo?! (a Mannimarco un "Arkay bastardo" deve essere partito più di una volta...)
BELLISSIMA DOMANDA TI AMO TANTISSIMO PER AVERMELA FATTA
Guarda sono sicura che sarebbe ASSOLUTAMENTE contro etichetta Altmera (?) bestemmiare, ma sinceramente con tutti quegli dei che si ritrovano sarebbe un po' uno spreco non farglielo fare, no? Poi loro sono anche fortunati a credere più negli Aedra che se ne stanno buoni buoni nel loro Aetherius senza dire niente, metti che sei un Dunmer e bestemmi contro un Daedra di tua scelta e questo ti appare davanti e ti condanna a vivere a Bravil per tutta la vita con uno schiocco di dita... terrificante. Quindi, per concludere; si, facciamoli bestemmiare. Così per funsies and shit. Anche noi siamo uno stato "cristiano e credente", dopotutto.
Ora. Mannimarco. L'elfo che riesce a essere il più blasfemo di tutta Tamriel pur incarnando l'ideale Altmero supremo di ritornare a essere divinità. 100% HA TIRATO QUALCHE BESTEMMIONE CONTRO ARKAY (magari anche davanti a qualche Altmer che gliel'ha perdonato perché è un dio-uomo...). Ma la vera domanda è.... una volta diventato dio (o anche prima, per egomania), gli sarà mai scappato un "Porco Me?"
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inconsutile · 2 years
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Allooora ho iniziato hotd perché la curiosità ha avuto la meglio su di me (l'aveva avuta settimane fa ma non ho avuto il tempo di seguire in contemporanea) e per ora ho visto solo il primo episodio, dato che voglio guardarla lentamente.
Personaggio preferito, finora, è Daemon, neppure il tempo di inquadrarlo per bene che mi ha dato l'impressione di personaggio chaotic neutral scoppiato totale (i miei prefe) e infatti dopo una decina di minuti ha fatto una strage.
Anche, la scena con il re è molto bella perché amo quando la narrativa bastona i personaggi che mi piacciono e vuole che li odi.
Dopo questa apologia, vorrei dire che mi piace Rhaenyra pure se è il personaggio principale e la narrativa vuole che io simpatizzi per lei, di solito non succede. Vedo come si evolve la cosa, perché qua sembra una cucciola però non lo è sec me (io sto scrivendo che non so assolutamente niente di quello che succede, vado ad impressioni).
Alicent, cuore, va bene seguire il padre nelle mire per il potere però con più personalità.
Apprezzata la lore della canzone del ghiaccio e del fuoco perché mi ha fatto pensare "aaah ma allora rhaegar era un coglione sì, ma con delle ragioni!"
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sainztander · 2 years
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Per quanto riguarda la famosa distanza tra i Charlos: beh, il loro rapporto è oggettivamente COMPLICATO. Loro sono l'eccezione in un mondo dove la regola non dico sia lo psicodramma gay tra Hamilton e Rosberg (distruggevano le stanze d'albergo e si mettevano le mani addosso), ma diciamo i rapporti non sono solitamente sereni in un top team. Di conseguenza, vedere una relazione così vera, tenera tra loro e leggere Carlos che desidera mantenere Charles nella sua vita dopo la Ferrari è TANTA ROBA.
BEH lo psicodramma gay brocedes è na roba irraggiungibile e irripetibile purtroppo. quest'anno tutti hanno provato a paragonarli ai charlos (credo perché i brocedes siano quelli con la lore più famosa) ma??? sinceramente boh. non c'entrano niente, né per rapporto, passato, contesto e, soprattutto, carattere dei singoli. vedere charles e carlos quest'anno lavorare insieme paradossalmente molto più in armonia rispetto all'anno scorso (quando la posta era molto più bassa, i riflettori molto lontani da loro)... mi ha fatto ricordare gli anti-brocedes, cioè kimi e seb. ed è strano, perché kimi e seb erano buoni amici da molto tempo prima di diventare compagni di squadra (cosa che anche loro, come i brocedes, avevano sognato). ma ricordo un'intervista a seb in piena era brocedes in cui disse che se tra lui e kimi non c'era la stessa tensione era perché loro due sono quelli con "meno problemi di ego" che è un po' la chiave, no? sincero rispetto reciproco e la stessa disponibilità a mettersi a disposizione della squadra, e quindi anche del compagno. però appunto seb e kimi erano già molto amici ed erano anche molto più maturi... vedere charles e carlos comportarsi un po' come loro, fare fronte unito, cercarsi alla fine di ogni sessione in pista per chiacchierare, darsi consigli, proporre giochi di scia per aiutarsi, farsi complimenti continui, rimanere in garage dopo il proprio dnf per guardare la gara del compagno?!?!?!?!? come dici tu è una cosa molto forte per dei compagni di squadra come loro! sono due piloti giovani e talentuosi con ancora molto da dimostrare e la voglia di farlo che gareggiano per la squadra dei loro sogni!!!! SENZA SENSO che siano così dolcini e patatini. ah no aspe hanno detto che c'è della diStAnzA tra loro. ok allora (??????????????)
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underleveledreviews · 7 months
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Recensione di: Planet of Lana
Planet of lana è un gioco platform-adventure prodotto dal team Wishfully Studios. A prima vista il gioco colpisce subito con la sua grafica che lo fanno sembrare un quadro in movimento, i personaggi e soprattutto i paesaggi che il gioco propone sono spettacolari e molto immersivi. Insieme a tali aspetti anche i nemici del gioco, delle macchine senzienti, sono ben ispirate e sconvolgono tutto l'equilibrio tra i paesaggi naturali che vengono presentati al giocatore.
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L'incipit del gioco si basa sull'atterraggio sul pianeta di queste macchine che rapiscono tutti gli esseri umani presenti, tranne il protagonista, e una persona a lui cara. L'intero viaggio si basa sulla ricerca e il salvataggio di questi. La trama come si può dedurre è quasi inesistente, allo stesso livello di un Super Mario in cui, ci viene presentato l'ambiente, il nostro obiettivo, giochiamo tutto e poi si conclude l'avventura, niente di più e niente di meno. Nonostante questo però Planet of Lana non cerca di basarsi su una trama avvincente bensì come già detto sulla grafica e la qualità di realizzazione di questa. D'altronde il gioco è completamente privo di doppiaggio, se non pochi mugolii, e questo non permette di approfondire i personaggi o la lore di questi.
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Anche il gameplay non è niente di superlativo o nuovo, si tratta di un semplice platform con una serie di enigmi per superare gli ostacoli che troveremo sul nostro cammino al fine di proseguire. Il movimento è molto simile a altri giochi come Limbo e Inside, ossia si procede sempre verso destra superando gli ostacoli saltando, spostando scatole e usando appigli per continuare. In seguito si verrà affiancati anche da un piccolo esserino, simile a un gatto, con cui potremo interagire e risolvere enigmi con cui sono necessarie due figure, simile ad Unravel 2.
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Le musiche sono molto piacevoli, tutte a livello più ambientale piuttosto che una vera e propria musica di sottofondo, però queste sono ben piazzate e azzeccate con l'ambiente circostante, immergendo il giocatore nell'azione.
La durata del gioco non è molta, questo si aggira intorno alle 4/5 ore giocato tranquillamente senza cercare collezionabili o altro che aumenteranno il tutto a una manciata di ore se proprio si cercano a fondo senza guide. Non ho riscontrato particolari problemi durante la mia run se non i movimenti un po' legnosi per il salto del protagonista però questo non intacca il gameplay che rimane molto pulito.
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In sintesi, Planet of Lana è un buon gioco semplice e molto classico che non cerca di innovare nel campo dei platform ma che si unifica in maniera ottimale a questi. Tutto gameplay ben costruito, puzzle ottimi, poca trama e ottima grafica però senza innovazioni. Un buon gioco, senza infamia e senza lode. Consigliato tra un gioco e l'altro in attesa o da provare nel Game Pass di Microsoft.
Voto Critico: 6 su 10
Voto Emotivo: 6 su 10
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anybodybutlebron · 8 months
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IL GOVERNO DEI POCHI OD IL NUOVO CHE AVANZA?
Benvenuti alla dodicesima edizione della nostra gloriosa lega, contrariamente al colore eccentrico della carrozzeria di una macchina che non si ha il coraggio di ordinare per il timore che sia stanchevole, nessuno di noi ha abbandonato la propria franchigia approfittando del fiorente mercato secondario della fanta-squadre. Vi ringrazio per l’impegno costante e la dedizione che avete mostrato in tutti questi anni. E questa non sarebbe una nuova ed eccitante stagione senza il power ranking di inizio anno!
CREMONA BIG CREAMERS: Lore ha la squadra giusta per sconfiggere l’oligopolio che ha dominato in tutti questi anni ed iscrivere un nome nuovo alla lista dei vincitori, i Big Creamers hanno molte parti intercambiabili che una volta sarebbero stati chiamati doppioni ma che incarnano alla perfezione l’NBA dei giorni nostri dove tutti devono sapere fare tutto e contribuire in ogni categoria.
CREMONA 3 TITANS: Mario invece rappresenta la vecchia guardia che non vuole cedere e si iscrive alla caccia del quarto titolo. Oltre alla consueta conoscenza sconfinata dei giocatori, da settimane studia la nuova piattaforma e la conosce meglio degli stessi programmatori. E come se non bastasse, interrogato al termine del draft, ha dichiarato con tracotante fiducia: “ho preso quelli che volevo!”
DARK SIDE: potrei dire che Stefano si merita il podio per aver finalmente contribuito alla nostra gloriosa lega scrivendo un gustoso articolo di analisi delle tipologie delle scelte, ma la realtà è che dopo la finale persa l’anno scorso i Dark Side sono finalmente usciti dall’oscurità e si ripresentano ai nastri di partenza con una formazione infarcita di sapienti produttori di statistiche.
DEPORTIVO LA CORUNA: per anni Ciccio ha lottato contro l’astinenza dei playoff, poi quando siamo arrivati nella doppia cifra dei nostri campionati anche lui ha infranto la barriera della doppia cifra delle vittorie. Libero dal peso di dover raggiungere la post season ha deciso di puntare grosso su alcune scommesse che se si dovessero avverare potrebbero regalargli il bottino pieno.
TEAM GUARNERI: la squadra di Giuseppe è stata costruita come una vera e propria franchigia NBA di una volta, con ogni giocatore nel proprio ruolo, presi con certosina puntualità al momento giusto, anche i Lakers di Winning Time non avrebbero una sola chance, e questa è l’ennesima dichiarazione d’amore nei confronti del gioco della palla a spicchi, non ci resta che vedere se l’ortodossia possa ancora pagare ai giorni nostri.
READY FOR GO HOME: “l’ennesima brillante stagione regolare, l’ennesimo imbarazzante collasso nei playoff”: no, questa non è la brillante disanima del Commissioner ma quello che tocca sentire a Ferro durante ogni singolo draft, con cipiglio infastidito quest’anno però Francesco rispondeva allo sfortunato interlocutore: “la pietra rimane pietra e tu non vinci nemmeno nella regular season”. Sarà questo nuovo atteggiamento che lo porterà lontano quando le partite pesano di più?
BEOGRAD JUGOSLAVIA: Anche Roberto ogni anno deve sopportare sempre le stesse battute: chi di noi non gli ha chiesto almeno una volta se sceglierà Bird o Magic? Roberto con classe risponde sempre a tutti, anzi si presta allo scherzo e non si lascia scappare Thompson e Paul, ma l’esperienza è insostituibile per costruire una solida regular season, e mentre tutti noi scappavamo dalle ginocchia di Kawhi, lui al terzo giro se l’è sornionamente accalappiato.
G FORCE: ok l’oligopolio, ok l’approccio analitico alla stagione, ok Scoot il playmaker più forte della prossima decade ma niente finora ha spezzato la maledizione del repeat: nessuno è mai riuscito a vincere back to back, sarà forse per la quattordicesima posizione al draft o per un connaturato senso di appagamento; Dario ci prova riunendo l’indimenticata stella di Utah con il Finnisher che ha preso il suo posto, sarà sufficiente il voodoo Jazz?
MILAN HOOKERS: Maffo si è ritrovato tra le mani il Greek Freak clamorosamente precipitato fino alla quinta posizione e lo ha sapientemente affiancato da alcuni dei giovani più promettenti come Anfernee, Walker e Jabari, sono però Zach e James che ci preoccupano: le giunture del primo e il carattere del secondo non lasciano presumere nulla di buono.
NEW YORK KNICKERBOCKER: “ma mi vuoi dire che vuoi ergerti ad imparziale censore della nostra gloriosa lega per pretendere di scrivere con obiettività dei roster e poi penalizzi una squadra solo per colpa di Lebron?” “Si!” Purtroppo quest’anno tocca ad Andrea subire l’annuale tracollo nel ranking che la presenza di Curry e dell’unicorno biancoverde non giustificherebbero in alcun modo.
RASTA SUPERSONICS: Giacomo da un lato è membro della triade che forma l’oligopolio e meriterebbe un posizionamento molto più favorevole, d’altra parte o domina o ramazza nel torbido dei bassifondi della classifica e leggendo i nomi di questa infornata protendo per la seconda ipotesi, o forse arrivati a questo punto del ranking mi faccio solo guidare dal mio rinomato carattere ripiccatorio e non gli perdono lo scippo del mio giocatore preferito dall’emisfero down under.
LAGUNARO MARISCOS: Ale sostiene che non fosse in autopick, non possiamo che apprezzare l’impegno a non mancare il draft nonostante gli impegni, però non potrà non aver percepito gli improperi che venivano vocalizzati ogni volta che sfruttava l’intero tempo a sua disposizione prima di proclamare la propria scelta, però anche basta con questi giudizi dispettosi e allora mi permetto di far notare che i Mariscos arriveranno dove andranno i Suns e quello che hanno fatto vedere l’anno scorso non era particolarmente incoraggiante.
FRANCOFORTE LINCI: non vieni al draft sfruttando la solita trita e ritrita scusa, parti in autopick perché come comunichi fin troppo candidamente dichiari che ti eri dimenticato, parli di non ben precisati inconvenienti tecnici cercando di incolpare la nuova piattaforma quando nessun altro ha palesato il minimo problema, l’unico modo per riscattarti sarebbe un giuramento inscindibile di partecipazione al draft 2024, nel breve invece hai bisogno di una iniezione di chili e centimetri per riequilibrare il roster più leggerino che ci sia.
PIG AND SUSHI: mettersi la maglia di un giocatore e riuscire a prenderlo: Check! Credere che il Chet sia in qualche modo destinato a durare più di una settimana: pura ingiustificata faciloneria! Semplicemente come in questo power ranking, hanno avuto la meglio le emozioni e le simpatie più che la fredda logica dei numeri ed il fantasy basket non è un sonetto infiorettato dai sentimenti ma un trattato di teoria di scienza applicata.
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Questa tier list l’ho fatta un po’ di tempo fa, e mi pare di averla montata io, non di averla trovata su TierMaker. 
Dato che le light novel, in Italia, scarseggiano, è bellissimo vivere in un periodo dove puoi comprarle dall’estero in qualche lingua intellegibile. ☆
Purtroppo, per ristrettezze economiche, non ho ancora preso 55 Minutes - Quando ho avuto un po’ di denaro spendibile, ho dato la priorità a Fifteen e Storm Bringer. CONTO DI AVERLA, PRIMA O POI! 
The Untold Origins of the Detective Agency, Fifteen e Storm Bringer le ho lette e apprezzate, e devo farci il commento da ormai un po’, ma la procrastinazione è il mio pappagallo da spalla. 
Per le altre:
[Commento a Osamu Dazai’s Entrance Exam]
[Commento a Osamu Dazai and the Dark Era]
[Commento a Beast]
Una precisazione sulla Dark Era: pur essendo bellissima e levissima, è purtroppo un po’ scesa non per sua colpa ma per tutta la lore che si è aggiunta in seguito e che, salvo approfondimenti, fa un po’ a botte con alcune parti. Tipo, un conto è che Dazai fosse solo, perseguitato dal concetto di esistenza e dal fatto che tutti lo temessero e nessuno lo vedesse come un ragazzino umano tranne Oda; un conto è che Dazai è tutto questo ma ha passato tot anni insieme ad un suo coetaneo, con cui ha condiviso tormenti esistenziali sull’umanità e battibecchi (?) adolescenziali (?), coetaneo che di certo non lo temeva e non lo lasciava “solo”. Allo stesso modo, un conto è sentire sulla pelle la disperazione di Dazai che, pur avendo il Port Mafia in mano, non può nulla contro Mori ed è impotente di fronte all’ovvia morte imminente di Oda; un conto è tutto questo sapendo che si è passati in mezzo a Rimbaud, VERLAINE e il Dragon Head, e che Dazai pianifica l’universo mettendoci in mezzo il coetaneo di cui sopra che è letteralmente una divinità, e viene da chiedersi perché diamine Dazai non vi ricorra e il Port Mafia tutto si faccia spaventare dai Mimic. Non è, appunto, “colpa” della novel, è solo che, dopo la sua pubblicazione, la lore di BSD si è espansa - E Kafka e Sango si sono incasinati da soli, ma vabbè, magari poi spiegheranno tutto-
Dead Apple non sento il bisogno spasmodico di averla, né di leggerla. Magari recupero il manga, ma giusto se capita. (Tra l’altro, perché non ha come copertina un’illustrazione di Sango? In mezzo alle altre è un pugno nell’occhio.)
Storm Bringer non credo abbia bisogno di spiegazioni. Se chi l’ha letta poi inizia a correre in giro a spammarla al prossimo c’è un motivo. L’unicissima cosa, ho capito la brutale ispirazione a A Certain Scientific Railgun (C’è persino una scena in cui Paolino fa letteralmente una railgun con un bottone, la prendo come un’esplicita dichiarazione d'ispirazione), ma forse in alcuni punti ci scivola un po’ troppo. E il fatto che nella battagliona finale Paolino si scordi convenientemente di poter ammazzare tutti in un colpo in modo che il piano di Dazai possa andare avanti è abbastanza scemo. Lo perdono solo perché il resto della novel è bellissimo e levissimo. 
Infine, The Day I Picked Up Dazai. Se segue le orme di Beast e Fifteen, dovrebbe avere prima o poi una versione rimpolpata e ufficiale, ed è per questo che non l’ho pianificata per un commento effettivo... Anche se è passato un bel po’ da quando è uscita e non se n’è saputo niente, quindi boh. (!)
The Day I Picked Up Dazai è un’unica vicenda in due versioni: Side A, ambientata nel canon, e Side B, ambientata nell’universo narrativo di Beast. 
Side A è adorabile. Voglio vederla animata. 
Side B è una delle cose più aberranti che abbia mai letto. Mi dispiace molto per le persone a cui è piaciuta, ma questo è uno dei quei casi in cui uso l’espressione “mi ha fatto schifo”. È stupida. Semplicemente. La trama non esiste: Dazai si fa raccattare da Oda e passa tutto il tempo in uno stato di serrato mutismo. Oda alza le spalle e, giustamente, lo lascia stare. Entusiasmante. Il resto è angst self-indulgent, che è una cosa che odio. Ma non è l’angst self-indulgent solito, è proprio sguazzarci per il puro gusto di farlo, è lo scrivere seriamente frasi del tenore di “Era oscuro come l’oscurità più oscura”, è creare problemi dove non ce ne sono solo per fare angst. E questo porta ad intaccare Beast stessa: ma il dramma di Beast!Dazai non era proprio il non potersi avvicinare ad Oda? La stretta al cuore della scena in cui, finalmente, riesce a farlo e se lo ritrova invece contro, non è caricata proprio da questo punto fermo? Se Beast!Dazai ha già incontrato Oda, dove va tutta questa tensione, questo dramma? “Ma serve per far vedere che è stato Dazai ad indirizzare Oda!”, indovinate un po’? Si poteva fare in qualsiasi altro modo, compreso il fatto che Dazai ce lo facesse andare indirettamente, rimanendo dietro le quinte (Ben più IC e, in tutta onestà, molto più malinconico). L’unica parte che si salva di questa roba è il flashback sul quadro, che tuttavia è stato palesemente ritagliato da Side A (Dove per nessun motivo non viene mostrato) e ficcato qui giusto per far succedere qualcosa di nuovo e dare un senso all’esistenza di Side B. Comunque vi ricordo che c’è Oda che saluta Dazai davanti ad un edificio, torna a casa con i mezzi di trasporto e, davanti casa sua, ci trova Dazai che si è preparato una scena molto angst. Le cose sono tre: o Oda ha preso Trenitalia, o Dazai si teletrasporta, o Dazai ha i razzi sotto la giacca. L’ultima mi diverte di più, ma anche la prima merita, quindi ho deciso che sono successe entrambe. 
Vediamo se un’eventuale versione intera possa rendermela più gradevole, ma per me Side B è il secondo punto più basso mai toccato da BSD (Il primo è, naturalmente, la persecuzione di Fuckyouchi). Ringrazio sia uscita insieme a Side A. 
Non faccio una wishlist delle novel che vorrei perché non so quali storie potrebbero andare nel manga (Tipo, Yosano poteva anche avere una novel, ma ha avuto spazio nel manga). Ovviamente mi incuriosisce sapere di più su quel confetto malefico di Q, sul passato da oiran tormentata di Koyou, sul da dove sia uscita Higuchi, su cosa ha reso così “bizzarri” i fratelli Tanizaki, ma in primo luogo vorrei approfondimenti sul trio della DOA - Che, però, credo sia più una cosa da mostrare nel manga, soprattutto Sigma. E poi, ovviamente, ad un sequel di Storm Bringer sulle magiche avventure di Chuuya e Adam non si direbbe di no. 
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alexegan · 1 year
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Interview / Video / Audio: http://offtherecord.net/phonica-friends-family-mix-series-13alex-egan/ Tracklist: 01. The FLK – We Know Where The Time Goes (Part 1) (Excerpt) [Utter] 02. Cheb Runner – 3097.7 km / 3097.7كم [Oddball Fantasies] 03. Cass. & Niklas Wandt – Schicht um Schicht [Candomblé] 04. DJ Plead – RT3 [Boomkat Editions] 05. Golden Axe – Yaatra [Arma] 06. Zazou / Bikaye / CY 1 – Ey! Yaye [Crammed Discs] 07. Carcass Identity – Things To Forget [Phase Group] 08. Black Merlin – Scape One [Artificial Dance] 09. Waak Waak Djungi – Mother I’m Going [Efficient Space] 10. Luis – Timmy Chalamet [AD 93] 11. Boards Of Canada – In A Beautiful Place Out In The Country [Warp] 12. CiM – Cable Car [Delsin] 13. DMX Krew – Archimedes [Expanding Vision] 14. Internal/External – Trespass [Kode] 15. Single Gun Theory – Open The Skies (Extended Remix) [Nettwerk] 16. Uni Son – Untitled For Now [We Play House] 17. Le Petit – Niente [Maga Circe Musica] 18. Frank Rodas – Ritual (Forthcoming on Utter) 19. J.S.Zeiter – B2 [Expanding Vision] 20. Delia Gonzalez & Gavin Russom – Relevee (Carl Craig Remix) [DFA] 21. Anatolian Weapons – Acid Research 63 [Byrd Out] 22. Rolando Simmons – Yes It’s That Pluzz [Analogical Force] 23. Submersible Machines – When  Whales Fall [Lunar Disko] 24. Tin Man – Jack It Acid [Acid Test] 25. Akasa – One Night In My Life (Nectar Mix) [WEA] 26. Skatebård – The Bells Of Mist [Balsa Wood] 27. Experimental Products – Glowing In The Dark [Vinyl-On-Demand] 28. Amor Fati – Stanton Carlisle [Forthcoming on Deep Cover #7]* 29. Sepehr – Servants Taunt [Squirrels On Film] 30. Mr. Fingers – Inner Acid (Aleksi Perälä Remix) [Alleviated Records] 31. Biochip – Bremerton [WéMè Records] 32. Alden Tyrell – Shift Cycle [Dub Recordings] 33. Mike Ash – Robotik [Ozone Recordings] 34. Mathew Jonson – Ultraviolet Dream [M_nus] 35. Paradise 3001 – Sunspots (Solenoid Version) [Sound Metaphors] 36. Nathan Fake – Outhouse (Fluffy Mix) [Border Community] 37. Bochum Welt – Radiopropulsive [Rephlex] 38. MNLTH – Meadow [Organic Analogue Records] 39. Misha Sultan – Kaleidoscope [DIG] 40. Hans Berg – A Floor Of Stars [Klasse Wrecks] 41. Böhm – Single Scene [Dolly] 42. Quad – Spires ‘n’ Towers [Casting Shadows] 43. DMX Krew – Orange Cat Milk [Under The Radar] 44. Furyon – Trance Exploder (Trance Out Mix) [Stroom] 45. Vein Melter – When You Feel It (Remix) [La Bella Di Notte] 46. Priori Presents RED – The Hammer [Garmo] 47. A∞x – Ceramic City [Nduja] 48. Modern Art – Hello/Goodbye [Domestica] 49. Steffi Grafs Innere Ruhe – Gute Freizeit [The News Cycle] 50. Krampfhaft – Meanwhile At The Old Warehouse [030303] 51. Black Point – Forest Lore [Out To Lunch] 52. Poly Chain – Cobalt [Die Orakel] 53. Vangelis – Tears In Rain [Audio Fidelity] 54. DJ Lostboi – Little Prince [Self-Released] 55. Piero Piccioni – It Means Love [Dirty] 56. Chris & Cosey – Melancholia [Conspiracy International] 57. Brian Eno – Final Sunset [E.G. Records] 58. Acoustic High-End Research – Nature Ensemble [Running Back] 59. Coil – Strange Birds [Dais] 60. Sandra Cross – The MMs Bar Recordings [Trunk]
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motolesechloe · 1 year
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La gente tiene in mano i catalo- ghi, li sfoglia, legge i nomi passando da una tela all'altra. Poi se ne va, povera o ricca com'era venuta, ed è subito riassorbita dai suoi interessi che non hanno niente a che fare con l'arte. Perché è venuta? In ogni quadro è miste- riosamente racchiusa un'intera vita, una vita piena di do- lore e di dubbi, di ore d'entusiasmo e di luce.
- lo spirituale nell' arte
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nientedenada · 11 months
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Skink-In-Tree's-Shade
Can I talk to you for a moment about my lord and saviour Skink-in-Tree's-Shade?
Morrowind has these NPCs who stick in my mind, despite not having much dialogue. No one in Morrowind has much individual dialogue to be honest, except for Dagoth Ur who is nice and chatty and sends you letters and erotic dreams.
Skink-in-Tree's-Shade has more dialogue than most. He's the head of the Mages guild in Sadrith Mora. Let that sink in! He's an Argonian heading the Mages' guild tiny outpost (they have a big room to themselves!) in the middle of Telvanni territory. This guy has balls. He's made the Telvanni respect him.
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Locals of Sadrith Mora will offer reluctant praise.
"Of course, most Mages Guild wizards are pathetic clowns. But I must admit, that lizard that goes by the barbarous title of 'Skink-in-Tree's-Shade' is a very astute practitioner, almost as sage and learned as Telvanni aspirants five times his age. But I have heard he carries his anti-slavery politics a little too far, and much farther than Imperial law allows."
The implication is he is using his position in Sadrith Mora to help slaves escape and the Mages guild must know this.
Neloth's Mouth says of him:
Skinks-in-Trees's-Shade seems like a decent sort... for an Argonian. But he has an unhealthy interest in vampires."
The unhealthy interest? He's actually searching for a cure! He sends you to find the testimony the Temple suppressed from a guy cured of vampirism. I would call this a healthy interest myself. Again, this guy has balls.
Last but not least, Skink-in-Tree's-Shade enables my favourite resolution of the Mages' guild quest. Arch-Mage Trebonius is more and more erratic towards the end of the Mages questline and ends up ordering the assassination of the entire Telvanni council and telling you to find out what happened to the Dwemer. You can fight him or decide to live with him as Arch-Mage, but If you bring him up to Skink-in-Tree's Shade, he says
"[if you are Argonian] Ah, the current Guildmaster. It is rumored that he was promoted to his current position to get him out of Cyrodiil. It is one of the weaknesses of the soft-skins. They can have power without wisdom." [Else.] "Ah, the current Guildmaster. It is rumored that he was promoted to his current position to get him out of Cyrodiil. It is a shame that men can have power without wisdom. It is different for us lizards."
Then hands you a letter to deliver to Trebonius. It's a letter from Chancellor Ocato firing Trebonius as Arch-Mage and replacing him with you. Skink-in-Tree's-Shade saw how badly Trebonius was fucking everything up, and quietly wrote Chancellor Ocato to get him fired. Skink-in-Tree's-Shade, head of this very small, powerless chapter of the Mages guild, has the ear of the Chancellor of the Empire, and when he has had enough, he gets what he wants.
This guy is obviously a powerful and influential wizard who has come to Sadrith Mora because his work there is important and abstained from climbing the career ladder back in the Imperial City. He won't even try for head of the Morrowind guild. But in this finale, you finally get a sense of his full reputation and influence.
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bitchfitch · 2 years
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wait shit, is trans* cannibal* a specific subgenre of character on this blog
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fic bastonella interamente basata su questa foto, enjoy!
Lorenzo si stava guardando intorno alla ricerca di un compagno con cui allenarsi, ma senza Ciro e Marco la scelta era difficile. Quando c'erano loro il problema non si poneva nemmeno, gravitavano naturalmente l'uno intorno all'altro senza doverselo chiedere, ma a quel ritiro mancavano entrambi, l'avevano lasciato solo.
Si voltò verso Jorginho, ma lui era già accoppiato con Emerson. Niente da fare neppure lì. Sembrava che tutti avessero già trovato un partner per l'allenamento. Quasi stava per rinunciarci e andare dal mister per chiedere a qualcuno dello staff di fargli da compagno, quando finalmente lo notò: in fondo al campo, lontano da tutti, c'era Bastoni nelle sue stesse condizioni, solo e con lo sguardo fisso davanti a sé. Lorenzo aveva parlato con lui ben poche volte, ma non sarebbe stato certo un problema. In una squadra tutti dovevano essere amici di tutti, e se c'era una cosa che a Lorenzo non mancava di certo quella era la capacità di far amicizia con un po' tutti.
Si avvicinò verso Bastoni, ma quello pareva non averlo nemmeno notato. Continuava a guardare qualcosa davanti a sé, senza muovere un muscolo. E ok che era basso, ma lì si stava esagerando.
Gli schioccò le dita davanti agli occhi. "Uè, Bastò, ci sei?"
L'altro trasalì e abbassò lo sguardo. "Lore, scusa, non ti avevo visto". Me n'ero accorto, pensò Lorenzo, voltandosi verso il campo per capire cosa aveva rubato così tanto la sua attenzione, ma tutto ciò che vide erano gli altri loro compagni che si stavano già allenando. Notò che il mister li stava guardando e che si stava picchiettando l'orologio. Lorenzo gli fece il segno del pollice in su per fargli capire di aver afferrato e tornò a rivolgersi a Bastoni. "Siamo gli unici rimasti soli, alleniamoci assieme".
L'altro lanciò un ultimo sguardo al di là della sua testa, e per un attimo sembrò essere deluso, ma poi subito tornò a rivolgersi a lui sorridente. "Ok, va bene".
Iniziarono a passarsi la palla a vicenda. Erano solo semplici esercizi di riscaldamento prima dell'allenamento vero e proprio, quindi l'atmosfera era rilassata. Ogni tanto Lorenzo interrompeva i passaggi per far saltellare la palla tra un piede e l'altro o per vedere per quanto tempo riusciva a tenerla in equilibrio sulla punta; gli piaceva fare giochetti del genere, gli ricordava di quando aiutava il padre al mercato e si metteva a giocare con le pesche per strada.
In quei momenti morti, però, notava che Bastoni si distraeva e iniziava a seguire con lo sguardo qualcosa alla sua destra, ma Lorenzo continuava a non notare nulla di insolito. Fermò la palla sotto la scarpetta. "Bastò, ma se po' sapè che staj guardann da mezz'ora?"
Bastoni si voltò all'istante come se l'avesse appena colto a fare qualcosa di imbarazzante. "Io? No, niente!" balbettò. Le sue orecchie si stavano facendo rosse.
Oh.
Lorenzo tornò a voltarsi verso i suoi compagno con più attenzione, e questa volta notò chi c'era sempre nella direzione dello sguardo di Bastoni: Barella, che in quel momento si stava allenando poco più avanti insieme a Cristante.
No, vabbè. "Ma che stavi guardando Barella?"
Se possibile Bastoni si fece ancora più rosso in faccia. "No! Cosa cazzo dici! Perché dovrei?"
Lorenzo non riuscì a resistere e iniziò a ridere. "Hai capito a Bastoncino, qua! Te piace Barell��, eh?"
L'altro sgranò gli occhi manco avesse visto un fantasma e iniziò a fissarsi le scarpe. Oddio, era pure timido. Troppo divertente.
Si avvicinò a Bastoni e gli pizzicò una guancia per fargli alzare la testa. "E bravo a Bastoni, mo ce penz ij".
L'espressione di puro orrore che gli si dipinse in faccia era impagabile. "In che senso? No Lorenzo, non fare stronz..."
"UÈ, BARELLÌ!"
Barella, sentitosi chiamare in causa, fermò il suo riscaldamento e si voltò verso di loro, indicandosi per essere sicuro che ce l'avessero proprio con lui. Lorenzo gli fece segno di avvicinarsi. "Vieni n'attimo cca!" gli urlò. Bastoni lo stava fulminando con lo sguardo. Lui continuò a sorridere. Quello sì che era intrattenimento.
Barella si avvicinò confuso. "È successo qualcosa?" chiese.
"Barellì, senti, chist è nu stangone, non mi trovo proprio ad allenarmi con lui, facciamo a cambio?"
Solo immaginare la faccia di Bastoni in quel momento lo fece ridere ancor di più.
Barella sembrava ancora confuso, ma accettò senza fare domande. Mentre Lorenzo si dirigeva verso Cristante, si voltò verso Bastoni, che lo stava guardando incredulo, ed alzò due pollici in su.
Troppo divertente.
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themhac · 2 years
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@fhoetball @itscomingrome per i nostri cuoricini infranti😔
Non parla, non vuole proprio aprire bocca, piuttosto smetterebbe di prendere fiato. Gli piazzano il ghiaccio sulla coscia e fanno tutti un passo indietro, lo sa, temono che esploda da un momento all'altro contro uno qualsiasi di loro.
Guarda il resto della partita cercando malamente di trattenere la smorfia di dolore che vuole occupargli il viso, non ha intenzione di ricevere la pietà degli altri, non gli interessa la compassione, quello che gli manca è la comprensione: qualcuno che si sieda vicino a lui e gli offra una carezza silenziosa, qualcuno che poi, una volta che si è calmato abbastanza per ascoltare, gli dica che non va così male come crede, che recupererà in fretta e che il riposo gli potrebbe essere utile per ritrovare un po' di serenità e anche che, una volta che si è calmato abbastanza per parlare, con una risata gli faccia scivolare via il fastidio per un po’. Qualcuno ha un nome preciso, Nicolò ce l'ha inciso sulla punta del cuore, ma, per quanto adesso vorrebbe solo le sue mani a sfiorarlo e i suoi occhi a guardarlo, preferirebbe anche che di questo casino non sapesse nulla, ché già se lo immagina mentre sta a casa a mangiarsi le mani dal senso di colpa per non essere lì - non sei qui ma ci sei, pensa, rimproverandosi un attimo dopo, come può pensarci mentre la sua vita sta di nuovo per andare in pezzi?
Che Qualcuno manca se ne accorge nel momento in cui nessuno gli dice che non sta andando a pezzi proprio niente e che comunque, dovesse essere, non sarà da solo a raccogliere i cocci, se ne accorge quando si avvicina al centro del campo per festeggiare con gli altri e c'è solo Bryan a mettergli un braccio intorno alle spalle, quando entra in spogliatoio e le sue gambe stanno pressate tra quelle di Tammy e di Gianluca, o ancora più tardi quando quest'ultimo, entrato in camera sua senza bussare, anticipa il suo “Non mi va di parlare” portandosi l'indice alla bocca, si limita a prendergli il telefono dalle mani e tirare su col dito e poi si richiude la porta alle spalle, che Qualcuno manca lo sente soprattutto quando lo può vedere sullo schermo e tutte le impalcature che ha costruito in queste due ore crollano con un solo sguardo.
"Scusa se non ti ho risposto prima, non – "
"Non avevi voglia di parlare, lo so. È solo che se fossi stato lì non mi sarei allontanato nemmeno per un secondo, mi fa così rabbia non poterlo fare" e Nico si ricorda di come lo abbraccia Lorenzo, quando lo stringe come se volesse farlo scomparire dentro il suo petto, dove nessuno può fargli ancora del male.
Per la prima volta nella vita non ha paura di dire ad alta voce quello che ha pensato prima, "Non sei qui ma ci sei, credimi", così riescono solo a guardarsi negli occhi per un tempo interminabile, questa sensazione dolce è così delicata che hanno l'impressione di dover fare gli equilibristi su un filo, e infatti basta un sospiro più forte per spezzarlo. Atterrano sul morbido, però.
"Non andrà così male come stai pensando tu, potrebbero bastare un paio di settimane fuori, magari serviranno anche ad allentare un po' la pressione" Nico annuisce e basta, è tutto ciò di cui ha bisogno, se poi la verità sarà diversa non è un problema che devono affrontare in questo momento. Adesso vuole solo ridere con lui e poi addormentarsi sentendo il suo respiro dall’altro lato, proprio come quando sono nello stesso letto.
"E poi finalmente possiamo stare un po’ a casa insieme, no?” gli fa l’occhiolino per compensare la luce negli occhi che sa che non si accenderà come al solito, almeno non finché non sente la risata leggera di Lore.
“Sì amore, possiamo”
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dystopia2imblr · 3 years
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Chi è pronto qui per sapere la lore di The Sims 2? Sono stanca di sentire cavolate sui personaggi e teorie campate all’aria, sono stanca di sentire “ho risolto il mistero di Daniela!!” da qualcuno che ha giocato mezz’ora e ha visto solo cosa c’è in superficie dell’iceberg (e spoiler: non ha scoperto comunque niente) voglio informarvi per bene!
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levysoft · 3 years
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Battlestar Galactica fu un piccolo fenomeno della sua epoca: tra il 2004 e il 2009, nel periodo in cui la forma delle serie tv stava assumendo un peso sempre maggiore nel settore dell’intrattenimento, era un prodotto che si presentava ambizioso ma coi piedi per terra, senza la pretesa di rivoluzionare niente. Eppure, ancora oggi si può affermare che Battlestar Galactica (in breve: BSG) abbia lasciato un segno e continui a essere una delle migliori serie tv di fantascienza che siano mai state realizzate. Quindi mentre Sam Esmail (il creatore di Mr Robot) sta lavorando alla produzione di una nuova serie basata su BSG, è l’occasione giusta per ripercorrerne in prospettiva la storia e l’impatto sul pubblico.
La storia di Battlestar Galactica
Correntemente quando si parla di Battlestar Galactica ci si riferisce alla serie iniziata nel 2004 e proseguita per quattro stagioni fino al 2009, ideata e scritta da Ronald D. Moore. In realtà però questa serie era già il remake di una serie omonima del 1978 creata da Glen Larson. La premessa di fondo è la stessa: l’umanità occupa dodici pianeti, ma a causa dell’attacco improvviso dei cylon (in pratica robot ribelli) la popolazione viene sterminata e gli unici superstiti sono a bordo dell’astronave da guerra Galactica. Per assicurare un futuro alla specie, la Galactica si mette in cerca del leggendario pianeta Terra, ma i cyloni sono ancora sulle loro tracce per sterminarli del tutto.
La serie del 78-79 (arrivata in Italia nel 1982) ebbe inizialmente un discreto successo, ma l’interesse non durò molto anche per le accuse di plagio ad altri franchise (Star Wars su tutti) e in seguito a diverse irregolarità nella programmazione fu cancellata dopo 24 episodi. La serie venne ripresa per un sequel, Galactica 1980, che invece di concludere la storia principale sposta l’azione trent’anni nel futuro sulla Terra, con risultati piuttosto scarsi che infatti ne provocarono una cancellazione ancora più rapida, dopo solo 10 episodi.
Sembrava quindi che Battlestar Galactica fosse destinata a rimanere un progetto incompiuto, ma negli anni seguenti grazie soprattutto alla determinazione di Richard Hatch (uno degli attori protagonisti della serie originale, che compare anche come personaggio secondario nella serie del 2004), che aveva fatto diversi tentativi di riportare in produzione la serie, nel 2002 la Universal commissionò una miniserie di due episodi a Ronald D. Moore. La miniserie andata in onda a fine del 2003 costituiva una sorta di pilot dell’intero progetto, in cui si racconta appunto dell’attacco dei cylon che eradica l’umanità dalle dodici colonie, dalle quali rimangono in vita circa cinquantamila persone, una piccola flotta civile riunita intorno alla Galactica, guidata dal comandante che stava per ritirarsi dal servizio.
L’ottima riuscita della miniserie convinse a mettere in produzione la prima stagione, che iniziò su Sky nell’autunno del 2004 e passò successivamente su SyFy channel, mentre in Italia arrivò nel 2006 sempre su SyFy. BSG ebbe da subito un successo notevole, con un pubblico piuttosto costante, tanto da giustificare il proseguimento della serie, che venne rinnovata di anno in anno fino a quando Moore non dichiarò che la quarta stagione sarebbe stata l’ultima. Parallelamente però vennero portati avanti altri progetti collaterali, come alcuni brevi webisodes e spinoff: il film Razor che racconta dell’astronave gemella Pegasus, il prequel Caprica che racconta dell’invenzione e diffusione dei cylon (che però venne sospesa dopo la prima stagione) e Blood and Chrome, una web serie anch’essa ambientata prima dell’inizio della prima stagione di BSG. Nonostante questi spin-off non abbiano mai incontrato grossa fortuna, l’interesse del pubblico per l’universo della Galactica si è sempre dimostrato elevato.
La lore di Battlestar Galactica
Ma di cosa parla Battlestar Galactica? Di base lo potremmo classificare come una space opera abbastanza tipica, o scivolare anche nella military sci-fi: abbiamo le colonie sui pianeti, astronavi, robot cattivi e battaglie spaziali… quasi la checklist completa dei cliché della fantascienza. Ma BSG (almeno la versione del 2004) non si ferma a questo livello più superficiale e scontato, e anzi si addentra in tematiche molto più profonde e universali, capaci di risuonare anche il pubblico non particolarmente interessato alle avventure spaziali. Per capire di cosa stiamo parlando facciamo allora un veloce riassunto della lore dell’universo narrativo di BSG.
L’umanità vive su dodici pianeti, che hanno nomi che ricordano quelli dei segni zodiacali, e sono chiamati dodici colonie di Kobol. Kobol è il pianeta originario dal quale l’umanità si è diffusa a colonizzare lo Spazio, ormai abbandonato da millenni. Vivono in una società tecnologica ma non avveniristica, e seguono in buona parte una religione politeista che riprende le divinità della mitologia greca. Molti anni prima dell’inizio della serie, l’umanità ha creato i cylon, servitori robotici senzienti, che si sono però ribellati ai loro padroni e hanno scatenato una guerra contro di loro. L’umanità ha siglato un armistizio con i cylon, che si sono allontanati dalle colonie e interrotto ogni contatto. Fino a quando (come viene mostrato nella miniserie pilot), i cylon non tornano in massa con un attacco nucleare coordinato su tutte le dodici colonie, che riesce ad annichilire quasi completamente la popolazione.
Gli unici sopravvissuti sono quelli che si trovavano in orbita o sono riustici a fuggire su un’astronave prima della distruzione totale dei loro pianeta. La nave da guerra, o appunto “Battlestar” Galactica del comandante Adama (Edward James Olmos) è l’unico mezzo militare a sopravvivere, perché è il più vecchio della flotta e si basa su una tecnologia obsoleta che i cylon non riescono a penetrare. Adama si trova quindi a essere il capitano dell’unica astronave capace di difendere i meno di cinquantamila esseri umani superstiti, con i cylon pronti a seguirli per annientarli del tutto. Ma uno degli aspetti più inquietanti di questa nuova guerra è che i cylon non sono più soltanto robot umanoidi metallici (i “centurioni”), ma si sono evoluti in forme indistinguibili dagli umani, vere e proprie creature di carne e sangue capaci di infiltrarsi tra i nemici, e infatti è proprio grazie a questa loro capacità di mimetizzazione che sono riusciti a condurre il loro attacco su tutte le colonie.
Mentre da una parte quindi la flotta superstite deve fuggire dalle navi da guerra cylon, dall’altra deve anche vigilare sul suo stesso equipaggio, tra i quali si potrebbe nascondere qualche spia cylon in forma umana… come inevitabilmente si scoprirà. Tra i superstiti a bordo della Galactica troviamo Lee Adama (Jamie Bamber), figlio del comandante e ufficiale a sua volta; Laura Roslin (Mary McDonnell), ministra dell’istruzione che in quanto unico membro del governo in vita viene nominata Presidente; Kara Thrace (Katee Sackhoff) pilota eccellente ma imprevedibile; Gaius Baltar (James Callis), scienziato che nasconde un terribile segreto ed è perseguitato dalle apparizioni di Numero Sei(Tricia Helfer), una cylon umana che ha conosciuto su Caprica. Il cast ampio e la verità di personaggi permette di seguire la storia da più punti di vista, non soltanto narrativi ma anche tematici, e di sviluppare i conflitti si più livelli, dall’epica lotta con le macchine alle pressioni familiari.
Tutta la serie è girata con un taglio documentaristico, come se si trattasse di un reportage dal fronte, aumentando la sensazione di trovarsi davvero a bordo della Galactica e di seguire da vicino gli sforzi estremi e le decisioni pesanti ai quali i personaggi sono costretti. Ben presto ci si accorge che l’unica prospettiva di sopravvivenza per l’umanità è raggiungere un pianeta sicuro, e ci si affida così alle storie sulla Terra, la leggendaria tredicesima colonia perduta, di cui nessuno conosce l’ubicazione. La ricerca della Terra occupa la parte principale delle quattro stagioni, ma su questo obiettivo a lungo termine si instaurano una serie di subquest e plot twist, con alcune tappe intermedie ed efficaci cliffhanger a ogni fine di stagione. Ma non è solo la storia di BSG ad aver cementato il suo valore presso il pubblico, semmai i temi sotto la superficie.
L’impatto di Battlestar Galactica
Per una serie che parte dalle battaglie nello spazio, Battlestar Galactica si è sempre distinta come un prodotto tutt’altro che leggero. Se naturalmente non mancano le scene d’azione e combattimento, sia aereo/spaziale che terrestre, la storia si preoccupa di toccare però anche argomenti diversi che arricchiscono quella che avrebbe potuto facilmente scivolare in una semplice apologia militarista della forza dell’umanità. Come si capisce, la sopravvivenza è uno dei valori principali su cui si fonda tuta la premessa della storia, ma anche questo è un concetto che trova declinazioni diverse nel corso della serie, perché se è vero che è necessario garantire un futuro all’umanità viene però da chiedersi cosa siamo disposti a fare (e perdere) per ottenerla. Quando infatti tutte le speranze sono riposte nella forza militare capace di proteggere i civili, il pericolo di una dittatura marziale si fa molto rilevante, e anzi emergerà in diverse occasioni nel corso di BSG, con la Presidente Roslin a fare da controparte democratica alla possibilità di un controllo militare.
Un altro tema centrale è quello dell’identità, la cui porta viene spalancata nel momento in cui si introduce non solo l’idea di cylon umani, ma di cylon umani inconsapevoli di esserlo. Ci sono infatti alcuni agenti dormienti che vivono tra gli umani e non sanno di essere robotici… per quanto in realtà anche la “roboticità” di questi cylon avanzati è molto relativa, in quanto sono entità biologiche a tutti gli effetti. Ma nel momento in cui uno di questi cylon apprende la sua vera natura, quale sarà la sua scelta? Obbedirà alla sua programmazione primaria oppure, ormai cresciuto come umano, si schiererà dalla parte opposta? Il problema si pone anche per gli umani che devono decidere come rapportarsi a questi cylon inconsapevoli: sono tutti traditori da eliminare, oppure ci si può fidare di loro? In questo senso Battlestar Galactica anticipa molte delle tematiche che sono state poi affrontate anche da Westworld, e si possono notare numerosi parallelismi tra i cylon e gli host del parco.
Una di queste affinità è il concetto di morte per i cylon: a differenza degli umani, i cylon possono reincarnarsi in nuovi corpi nel caso vengano eliminati, ed esistono infatti alcune grandi “navi resurrezionali” che conservano i corpi e le memorie dei cylon. Per loro quindi la morte non è definitiva… oppure sì? Sono davvero sicuri di rinascere come gli stessi individui che erano prima? E com’è possibile allora che diversi cylon basati sullo stesso modello si comportino in modo diverso? Tutte queste domande aggiungono un livello di ambiguità nello scontro tra umani e non-umani, perché la definizione stessa di “umano” inizia a vacillare, e lo spettatore non è più così sicuro da quale parte stare.
Infine, la tematica religiosa è un’altra ampiamente affrontata dalla serie, e anzi secondo alcuni lo spunto originale per l’ambientazione deriva dal Libro di Mormon. Lo scontro tra umani e cylon ha anche radici religiose, perché se da una parte l’umanità venera un pantheon politeista, i cylon seguono invece un culto monoteista e considerano gli umani arretrati e blasfemi. Inoltre entrambe le fazioni hanno varie profezie e figure messianiche che sperano potranno condurle alla salvezza. Molti personaggi nel corso della serie attraversano un percorso spirituale che li porta dall’agnosticismo alla fede e viceversa, e man mano che ci si avvicina alla fine questa componente mistica si fa sempre più rilevante, al punto che il finale sembra virare decisamente dagli aspetti fantascientifici a quelli più sovrannaturali.
In effetti una delle critiche mosse più di frequente a Battlestar Galactica, e in particolare all’ultima stagione, è il modo in cui alcune situazioni sembrano risolversi quasi per volere divino, con interventi al limite del miracolo, senza la preoccupazione di spiegare in modo “scientifico” quello che è successo. Eppure, se da una parte questo può essere un limite, si tratta al tempo stesso di uno dei maggiori punti di forza della serie, che vista in retrospettiva si mantiene comunque coerente e ha dimostrato l’ambizione di portare avanti un percorso difficile e potenzialmente controverso. Avercene, di serie fantascientifiche capaci di smuovere così in profondità le nostre convinzioni sui confini stessi del genere…
Ancora si sa molto poco sul nuovo progetto di Sam Esmail che andrà in onda sulla nuova piattaforma Peacock, ma è stato già dichiarato che non si tratterà di un reboot quanto invece di un approccio parallelo alla serie già conclusa, che integrerà piuttosto che riscrivere quello che abbiamo già visto. E forse questo ha in effetti un suo senso poetico, perché sappiamo bene che tutto questo è già successo, e succederà ancora. So say we all.
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