Tumgik
#occhi bianchi
blanksoullesseyes · 1 year
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dumpster2001 · 5 months
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"Quando alla fine la folla si spostò, permettendo a Kemp di alzarsi, si vide ai suoi piedi, nudo e miserevole, il corpo ferito e lacerato di un giovane sui trent'anni. Aveva i capelli e le sopracciglia bianchi; non canuti, ma di quel candore tipico degli albini. I suoi occhi erano rossi come rubini." -H.G. Wells
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iocaotic · 2 months
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Gli occhi sono capaci di guardare, ma non bastano per vedere: Guardare è facile, vedere è un arte!
E. Bianchi.
#Caotic.
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canesenzafissadimora · 4 months
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Quanto ti spogli, i miei occhi ti vestono di una meraviglia che si rinnova di volta in volta, perché nuda sei sempre totale e mai già vista. La tua pelle conserva il riflesso lunare delle notti estive, e le tue caviglie hanno memoria del mare che per te inventai, e i tuoi piedi bianchi trovano asilo nelle mie mani, e ti bacio le spalle e il cuore, entro nella tua anima e bevo il tuo piacere, il tuo dolore.
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Luigi Mancini
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La mia mente ha preso il volo
Un pensiero uno solo
Io cammino mentre dorme la città
I suoi occhi nella notte
Fanali bianchi nella notte
Una voce che mi parla chi sarà?
Dimmi ragazzo solo dove vai
Perché tanto dolore?
Hai perduto senza dubbio un grande amore
Ma di amori è tutta piena la città
No ragazza sola, no no no
Stavolta sei in errore
Non ho perso solamente un grande amore
Ieri sera ho perso tutto con lei
Ma lei
I colori della vita
Dei cieli blu
Una come lei non la troverò mai più
Ora ragazzo solo dove andrai
La notte è un grande mare
Se ti serve la mia mano per nuotare
Grazie ma stasera io vorrei morire
Perché sai negli occhi miei
C'è un angelo, un angelo
Che ormai non vola più
Che ormai non vola più
Che ormai non vola più
C'è lei
I colori della vita
Dei cieli blu
Una come lei non la troverà mai più
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arcobalengo · 4 months
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«Questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi. Non avendo alcuna possibilità di cambiare le cose, con colpevole ritardo mi chiamo fuori»
Raffaele Oriani interrompe la collaborazione con Repubblica dopo 12 anni per questioni di etica per ciò che sta avvenendo a Gaza e la relativa copertura dei mezzi "d'informazione"
https://www.professionereporter.eu/2024/01/raffaele-oriani-lascia-il-venerdi-per-la-vergogna-di-tutti-su-gaza/
Giorgio Bianchi
Meglio tardi che mai!
Rendiamogli merito per aver sollevato leggermente una palpebra, sperando che un giorno riesca ad aprire entrambi gli occhi e sperando che tanti suoi colleghi seguano la sua strada.
Sempre che non vogliano essere sostituiti dalla famigerata AI
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la-scigghiu · 1 month
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La vita non è un insieme di fogli bianchi da calpestare. La vita è una drammatica prosa. Quando ci consideriamo persi, come se niente potesse portare un cambiamento, c’è sempre la linea del viso di qualcuno da proteggere. È questa la nostra identità, che fa rifiorire agli occhi la speranza. Non si perde l’umanità con la scusa che è stata percepita da una sola persona.
.🦋.
🔸La fata ignorante ~ ph. Steven Shames
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situazionespinoza · 8 months
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Carne
"Sto riflettendo molto sul rapporto uomo-donna" mi dice il mio ragazzo mentre S., ubriaco, mi domanda se voglio giocare a Tinder con lui: "Aiutami a scegliere una sborrata decente, dai".
Sono due conversazioni che avvengono in parallelo. Alla mia destra C., profondamente scosso da ciò che è avvenuto a Palermo, e alla mia sinistra S., che considera le femmine buone solo per scopare. Tranne le sue amiche e sua mamma, ovviamente.
In questo fuoco incrociato di Maschi Bianchi Occhi Blu, io penso al mio corpo.
Il mio corpo che viene fissato, squadrato, dissezionato, analizzato, soppesato, valutato, venduto un tanto al chilo e il prezzo varia a seconda del taglio. Il culo vale di più delle tette, è paragonabile al controfiletto. Le gambe sono prelibate, ma se hanno la cellulite il prezzo scende un po'.
"Sopra ai 25 siete carne frolla" diceva il mio ex titolare a noi cameriere.
Penso al mio corpo palpato e commentato ad alta voce, come se in mezzo a tutta questa carne non ci fossero anche un cervello e delle orecchie.
"Copriti, ti si vede mezza tetta" mi ha detto un mio amico una sera, perché indossavo un vestito scollato. Mi ha sistemato la camicia sulle spalle e gettato un'occhiata di rimprovero: "Capisci che non posso fare a meno di guardare, vero?"
La carne è carne, hanno detto i ragazzi che stavano come cento cani su una gatta.
"Hai un bel corpo", mi disse un uomo prima di darmi uno schiaffo sul sedere.
La carne di alcuni è desiderio, potere, autorità. La mia carne è peccato, oggetto, accettazione, sottomissione.
"Noi uomini abbiamo paura perfino di farvi un complimento, adesso" leggo tra i commenti sotto uno, cinque, dieci, cento video.
"Noi donne abbiamo paura di camminare da sole per strada" è la risposta. Schietta, oggettiva, sempre uguale.
Penso alla strada, al luogo di lavoro, alle aule dell'università e ai corridoi della scuola e immagino solo una macelleria. Divento un pezzo di carne che cammina, un banco salumi illuminato e con la mercanzia ben disposta.
Mi si dice di avere fiducia nelle nuove generazioni, di avere fiducia nella lotta e nel femminismo. Dovrei prendere a esempio Donne Libere che hanno sfidato le regole del sistema e hanno vinto prestigio e notorietà. Queste Donne sono lì proprio per dimostrarmi che non è vero che sono solo un pezzo di carne appeso al gancio, in attesa di essere comprato.
Ma le nuove generazioni non mi sembrano diverse dalla mia. E quelle Donne Libere avranno anche molto da dire, ma parlano solo alle altre Donne Libere come loro.
I cento cani in fregola raramente possono circondare quelle Donne Libere, perché loro si muovono unicamente tra Maschi Altrettanto Liberi.
I cento cani in fregola scalpitano e ringhiano davanti a me, davanti a te, davanti a noi persone semplici e ordinarie che ci muoviamo dentro un corpo da donna.
Un corpo che vuole tornare semplice corpo, quando fuori in strada è solo carne.
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ama-god · 2 months
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12 MARZO
Sabato. E già buio.
Piazza Verdi e via Zamboni sono coperte da macerie, dai bossoli bruciati dei lacrimogeni, dai cubetti di porfido. La polizia è andata via.
Stanchezza. Rabbia. Gioia.
Profumo di ribellione dopo anni di sottomissione. I volti dei compagni sorridono; hanno tutti gli occhi rossi per i lacrimogeni. Girano le bottiglie di buon vino tirate fuori dai bar. Champagne. Spinelli. Molotov...
Un pianoforte suona Chopin. È nel mezzo della strada, portato fuori da un bar. Subito a ridosso di una barricata.
Ubriachi. Oggi nessuno comanda.
Domani? Domani arriveranno con i carri armati. Ci schiacceranno di nuovo. Ma oggi, per qualche ora, questa terra è libera.
Chopin. Vino. Rabbia e Gioia.
da Settantasette, Bianchi e Caminiti
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blanksoullesseyes · 1 year
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Variazioni su bambola legata
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ilfascinodelvago · 2 months
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Forse per questo i sogni sono cosi pallidi e bianchi E rimbalzano stanchi tra le antenne lesse delle varie tv E ci ritornano in casa portati da signori eleganti Cessi che parlano, tutti quanti che applaudono, non ne vogliamo più Ma se questo mondo è un mondo di cartone Allora per essere felici basterebbe un niente Magari una canzone, o chi lo sa Se no sarebbe il caso di provare a chiudere gli occhi Ma poi quando hai chiuso gli occhi, chissà cosa sarà
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melanchonica · 10 months
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oggi pomeriggio ho fatto un incidente devastante
airbag tutti esplosi, auto distrutta, stato di shock, ancora in ospedale, acciacchi dappertutto
il dolore lancinante al petto
la sensazione di morte di aprire gli occhi in una nuvola di fumo e teli bianchi dell’airbag
sentirsi colare il sangue sul viso
sono sempre più convinta di avere un angelo custode
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pataguja61 · 1 year
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I miei occhi che oscillano fra le parole di M. e quelle dei medici.
Non ho parlato, ho solo ascoltato e accarezzato con lo sguardo il capo chino della mia amica, i suoi capelli radi e bianchi, il collo magro, il volto scavato dietro la mascherina. Eppure nel regredire lento del suo corpo, la gioia la fa tremare, sta migliorando e quasi non ci crede. Sorrido anche io sotto la mascherina e mentre la riaccompagno a casa, lontano da quel gigante bianco, prometto di vederci da Alfonso, Alfonso e le sue pizzette, Alfonso e l' aperitivo. Ci saranno ancòra momenti che ci regaleranno un po' di serenità.
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missfreija · 7 months
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title: /// (mi rifiuto di dare un titolo lol)
fandom: vampire chronicles
pairing: armand/marius
romance, fluff, venice era
Il pennello intinto di nero scorreva veloce nello spazio della tela, stretto tra le dita sottili di Marius che, in piedi tra le pieghe del suo abito ampio, dipingeva la fine dell'umanità per mano del Dio cristiano. Le sue labbra si increspavano in un guizzo di nervosismo, mentre gli occhi, ombreggiati dai capelli biondi, gli conferivano un’ espressione assorta. Tra le mura del palazzo echeggiò un lontano rimbombo di passi. “Maestro, non dovrebbe affaticarsi troppo, è da più di una settimana che non stacca le mani da quel lavoro.” Gli occhi pensosi erano mutati in pozze colme di beatitudine non appena il giovane umano dai capelli ambrati ebbe varcato la soglia. ��Dovresti sapere che non ti è permesso entrare in questa stanza senza il mio consenso, Amedeo" mormoró il vampiro, accennando un lieve sorriso indulgente. Amedeo si avvicinò alla composizione con curiosità, mentre Marius si accingeva a riprendere la sua meravigliosa opera, dopo aver ripulito frettolosamente le macchie di pittura disseminate sul pallido braccio. “Che concetto si cela alla base della vostra nuova creazione?” domandò il giovane. “È scaturito da un mio sogno.” Precisò. “Devi sapere, Amedeo, che ciò che per gli umani pare molto tempo, dal calar del sole al sorger della luna, per una qualsiasi divinità equivale a meno di un secondo. Così, il sole si abbassa sulla terra sfumando di rosa aranciato il cielo e le nuvole per poi scomparire, lasciando il palcoscenico alla luna ed accendendo le costellazioni davanti agli occhi di Dio. Rifulgono i bianchi marmi dei templi nella notte, colonne scanalate dai capitelli fioriti d'acanto sostengono fregi rappresentanti imprese eroiche e miti del passato. Bassorilievi muti fissano le tenebre della terra sovrastate dalle splendenti stelle accompagnate dal chiaro volto di Proserpina. E un soffio da oriente, vento ormai debole, adagia una corona intrecciata di fiori, in via di appassire, sulla gradinata di fronte all'alta ed imponente statua del Cristo. Io mi trovavo in questo scenario e piangevo, come morte, persone ancora in vita, guardando l'oro delle nuove città bagnarsi del sangue causato dalle guerre e i cadaveri dei morti venir risucchiati nel regno degli inferi, ove si nasconde il più profondo male dell'uomo, nutrimento demoniaco o forma del demonio stesso. Mi trovavo, in questa illusoria macchinazione febbrile, proprio nel cuore della strage, dove gli arcangeli sterminavano le creazioni dell’umanità. Desideravo scomparire, chiudere gli occhi e tornare a dipingere: illuminare il cielo nella raffigurazione per cancellare la notte che tentava invano di rammentarmi tele e dipinti passati, mai dimenticati nel mio cuore.” Il signore del palazzo veneziano sorrise amaramente, posò il pennello e premette una mano sulla schiena di Amedeo, attonito, in un invito a precederlo. Si avviarono lungo un buio porticato che si affacciava sul cortile. Gocce di pittura nera rigavano i volti di cento angeli nel cielo al tramonto.
Marius entrò nella stanza e i suoi occhi non ebbero bisogno di attendere qualche istante per abituarsi alla nuova atmosfera dalla scarsa luminosità. Il tenue bagliore sprigionato dalle poche candele sul tavolo era più che sufficiente per illuminare il suo mondo circostante. Pian piano andò notando la radiosa ed armoniosa figura che rimaneva semi sdraiata sull'ampio letto dai cuscini di prezioso velluto. Era abbastanza longilinea e sorrideva verso il vampiro, il ritratto della paziente attesa. La pelle chiara rifletteva la luce soffusa delle candele che sprigionavano profumi delicati di spezie e di sandalo, le gambe distese sui soffici cuscini erano leggermente piegate per dare una postura eretta al bacino. Marius mosse un passo verso l'oggetto del suo desiderio. Un sottile velo di seta, che copriva le spalle del giovane ucraino, era scivolato lentamente di lato nascondendo in parte i capezzoli che risaltavano più scuri nella sua trasparenza. Un braccio in tensione, il sinistro, reggeva il busto affondando la mano tra i cuscini mentre l'altro si scaricava rilassato su di un fianco mostrando l'avambraccio. Il giovane portava al dito un onice di piccole dimensioni. Lo sguardo limpido di Amedeo pareva ebbro di gioia, le sue palpebre inondate di una misteriosa polvere dorata che scuriva il contorno dell' occhio dando un' apparenza di intensa profondità. Le mani statuarie sul suo bacino fecero perdere l'equilibrio a quella postura precaria; il suo corpo si distese sui cuscini e la pelle fremette a quel contatto, bramando una connessione più penetrante e appagante. Il capo era reclinato sulla spalla sinistra, gli occhi ora semichiusi e ombreggiati dalle ciglia scure. ''Siete finalmente tornato, Maestro'' mormorò il cherubino. Quell'amore rendeva completa e significativa tutta la sua esistenza di giovane ragazzo umano, e Marius in qualche modo lo sapeva. Posó baci morbidi come petali sulle gote e sui capelli di Amedeo, con immensa gentilezza mentre il giovane si metteva a sedere e reclinava il capo in avanti per accogliere quel gesto, lottando contro le lacrime che minacciavano di rigargli le guance e contro l'emozione che gli serrava la gola. Le sue mani cercarono il petto ricoperto dalla tunica di Marius. Era troppo forte il desiderio di far scorrere le labbra sulla pelle marmorea del suo signore, in una scia di baci adoranti. Le labbra rosee si socchiusero in un respiro più profondo degli altri; il giovane alzò la testa con un movimento quasi felino, trascinante, e incontrò lo sguardo di Marius. Le iridi brune simili a granato parevano celare arcani antichi ed impenetrabili. Il potere insito in quello sguardo lo sopraffece. Armand serrò gli occhi al socchiudersi delle labbra fredde sulle proprie, baciando con trasporto il suo signore. Sotto il peso del corpo del vampiro, l'umano alzò involontariamente una gamba e la seta strusciò contro il suo fianco. La mano destra di Amedeo corse a sistemare una ciocca dei capelli chiari del maestro dietro l'orecchio; erano setosi e parevano vivi, sciogliendosi fino alle spalle in una morbida cascata color miele. Le sue labbra lasciarono intravedere visibili per un attimo i bianchi denti in un sorriso, la lingua rossa per un istante passò ad inumidire il labbro superiore, ma fu fermata, come animale intrappolato, tra canini aguzzi. Marius scoprì le parti nascoste di quel corpo che aveva imparato a conoscere; con adorazione, passò le dita tra i capelli profumati che giacevano sparsi sulla superficie morbida delle lenzuola. ''Esprimi i tuoi desideri, Amedeo''
Marius parlò con inflessione melodiosa, quasi vibrante, e con una punta di decisione nel tono, ma parve infinitamente dolce alle orecchie rapite di Amedeo. Gli attimi di felicità che aveva condiviso con lo scomparso Andrei gli restarono nei ricordi.
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susieporta · 1 year
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Pensavo all’invidia
Tutti noi, più o meno, siamo portatori di un dubbio su noi stessi:
di non valere
di non essere adeguati
di non essere un granché
Attenzione!
Non facciamoci trarre in inganno da chi ci sembra sfavillante: magari si sente ancora più insicuro di noi.
Sapete una cosa?
I social sono una coperta molto spesso patinata dietro alla quale copriamo la polvere che ci sentiamo addosso.
Ci misuriamo con la vita degli altri e calcoliamo i centimetri che ci separano dall’avere la loro bellezza. Valutiamo quanti grammi di felicità ci mancano per sorridere come loro. Verifichiamo di continuo l’esistenza altrui, trascurando la nostra.
Di frequente sbirciamo e paragoniamo. Abbiamo negli occhi e in testa un calcolatore emotivo che alla fine ci vede come “meno”, come perdenti.
Fuori dalla festa.
La persona con cui facciamo i conti dentro al nostro bilancio continuo ha una relazione, forse ha figli. È invitata a feste, siede tra quelli che contano. Ha copertine, denti bianchi e perfetti. Un corpo da urlo, tonico e alla moda. Ha amici, recensioni con aggettivi al superlativo.
Ha tutto.
Supponiamo, anzi siamo pronti a giurarlo, che (presunte) ricchezza e successo siano sinonimo di contentezza.
E invece no, fidatevi.
Ho ascoltato decine e decine di vite, piene di lustrini tristi in verità.
Quando facevo l’insegnante, molti anni fa, ero solita sorprendere qualche alunno intento a copiare.
Guarda sul tuo foglio, dicevo.
Ecco, l’invito che faccio oggi a me e a te che mi stai leggendo qui ora:
guarda sul tuo foglio.
E scrivi la tua ricetta. Con gli ingredienti che hai, senza sprecare tempo e pensieri.
Fanne il miglior piatto che puoi, oggi, e goditi te. Mentre sei
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ameyacanovi su Instagram
Anche di questo parlo nei miei libri
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#invidia #dipendenzaaffettiva #relazioni #Ditroppoamore
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monologhidiunamarea · 5 months
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Giornata impegnativa, ci sono attimi dove mi costringo a guardare in alto, mandare giù fino alla pancia quel magone. Un compleanno di un 80 enne con tutta una famiglia riunita ,le nipoti, i figli , la moglie accanto. Al momento della torta ho scattato una foto a quella famiglia... 3 ci ho rivisti tutti li , il sorriso di mia mamma con quegli occhi azzurri , tale è quali agli occhi di mia figlia. Il nonno con quell'aria dell'uomo tutto d'un pezzo ma che alla sera faceva la voce dell'orso cattivo per farmi ridere . Una piccola me , un maschiaccio con i capelli mossi che d'estate si tingevano di rosso ramato con le ciocche in fondo sempre più bionde. Quella polo a maniche corte rosse e i pantaloncini di cotone a scacchi rossi e bianchi e le superga rosse. La pelle bianca con le lentiggini di nonna. E poi tu papà...
Non vedrò gli 80 anni di nonno mai..nemmeno quelli di mamma o di papà ...la nonna non era mentalmente presente ai suoi. Rimane quella bambina con i sogni urlati al mare e quei pensieri lasciati a fare la stella a largo in mare....a sentire il rumore dell'acqua che ti riempie le orecchie. E il cielo....quel chiedersi che ora sono e guardare dov'era posizionato il sole
Una marea di ricordi.
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