Tumgik
#ottenuta
thenyxwriter · 2 years
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unwinthehart · 1 month
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Comunque molto bene il cambio sulle votazioni. Non solo il televoto finisce con avere più influenza (visto che, anche alla fine, i voti si sommano), ma nell'ultima serata avendo il voto congiunto di tutte le Giurie, Sala Stampa & Co. non hanno modo di sapere chi è primo al televoto e coalizzarsi per fare i furti con scassi degli ultimi anni (o meglio, ultimo anno palese). Speriamo bene.
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yoposter · 2 years
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crazy-so-na-sega · 24 days
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I paradossi nacquero nel momento in cui qualcuno si accorse che c'era qualcosa di "anomalo" nel linguaggio a partire dalla nozione di "essere" (to on). Eraclito e Parmenide che avevano "scoperto" (o inventato?) questa nozione, si erano subito accorti che entrava in collisione con altre nozioni, e in particolare con quelle di "movimento" e "pluralità". Come sappiamo Eraclito accettò semplicemente la contraddizione che ne derivava, mentre Parmenide volle sbarazzarsene.
Il discepolo di Parmenide, Zenone escogitò a sostegno della sua tesi i noti "argomenti dialettici" di Achille e la tartaruga, dello stadio, della freccia, i quali servivano sostanzialmente a mostrare che, se si mantiene che l'essere è unico, ed è identico a sé stesso, ogni concessione fatta al movimento e alla pluralità diventa contraddittoria. Per esempio:
"Un segmento di retta si può dividere all'infinito: lo si dimezza, poi si dimezza la metà che si è ottenuta, e così via, senza fine. Dunque il segmento deve essere formato da un numero infinito di parti. Ma quale è la lunghezza di queste parti? Se è zero, allora il segmento non ha lunghezza, dunque non esiste; se la lunghezza è superiore a zero, per quanto piccola sia, il segmento avrà una lunghezza infinita, dunque non sarà un segmento. Di conseguenza: il segmento sarà inesistente, o non sarà un segmento".
La C (contraddizione) per Zenone si eliminava, molto semplicemente, eliminando una premessa (RAA)* cioè suggerendo che il segmento non ha parti, poiché l'essere è unico e indivisibile.
Sembra che Eubulide, l'inventore dei più classici paradossi della nostra tradizione, avesse gli stessi obiettivi: il suo scopo però non era mostrare che solo certi concetti, come il movimento o la pluralità erano difettosi; si trattava invece di far vedere che tutto il linguaggio comune, espressione della doxa, doveva essere ridotto all'assurdo.
Certo, se non si vuole stabilire che nozioni così utili come il movimento e la pluralità o in generale tutto il nostro modo normale di lavorare con il linguaggio debbano essere eliminati, la contraddizione rimane, e richiede interventi di tipo diverso.
* reductio ad absurdum
-F.D'Agostini (Paradossi)
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susieporta · 4 months
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LA SOLITUDINE
“Esistono tre modi con cui l’uomo tenta di superare il senso di solitudine: la sessualità, il conformismo e l’attività creativa. Nel primo caso il risultato è un sempre crescente senso d’isolamento, poiché l’atto sessuale, senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature umane, se non in modo assolutamente momentaneo.
La soluzione più frequente scelta dall’uomo è l’unione col gruppo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo: salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine.
Un terzo modo per raggiungere l’unione è l’attività creativa: sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione. Questo, tuttavia, vale solo per il lavoro produttivo, per il lavoro nel quale io progetto, produco, vedo il risultato della mia fatica. Ma nel moderno processo di lavoro, il dipendente, anello di una catena senza fine, è un’appendice della macchina o dell’organizzazione burocratica”.
Erich Fromm, “L’arte di amare”
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mtonino · 3 months
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Days of Heaven (1978) Terrence Malick
La scena delle locuste è stata ottenuta facendo cadere dall'elicottero una grande quantità di semi d'acero e filmando la scena al contrario.
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parolerandagie · 5 months
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(...) il seirasso è quella cosa
che assomiglia un po' ai tomini,
c'è chi ci fa senso, chi ne va passo
e chi lo mangia coi crostini (...)
Versi tratti da "Al tulé ad Civass" di Gipo Farassino
Nella foto (mia) proprio qualche cucchiaiata di seirass, una sorta di ricotta piemontese grassa, ottenuta anche con aggiunta di panna.
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spettriedemoni · 8 months
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Il rumore di un tuono
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Mio padre sosteneva che la più forte nazionale italiana di calcio mai avuta dall’Italia fosse quella del 1970 che si arrese in finale al Brasile di Pelé che secondo molti fu il Brasile più forte di tutti i tempi.
Probabilmente mio padre, come tutti, era influenzato dalla passione per certi giocatori su tutti Rivera che “magari fosse sceso in campo prima contro il Brasile” e poi per l’attaccante più forte di quella squadra quel Gigi Riva che ad oggi è ancora l’attaccante più prolifico di tutti i tempi della Nazionale italiana.
Taluni dicono che quando colpiva il pallone il suono si sentisse un tutto lo stadio è chissà che quel rumore sia il motivo del suo soprannome: “Rombo di Tuono”.
Mio padre aveva una foto in bianco e nero, ottenuta non so come, di Riva con la maglia della Nazionale durante una partita contro l’Austria, quella dove si ruppe la gamba.
Era in mezzo a due giocatori austriaci e se li portava dietro come bambolotti di pezza. Credo esistano poche immagini come questa che descrivono bene Riva. Un giocatore straordinario per grinta, coraggio e forza fisica.
Più di tutto era però un “hombre vertical” come lo definì Gianni Mura, una persona che non negoziava i suoi principi a cui rimase sempre fedele come quando decise di non tradire Cagliari e la Sardegna rimanendo lì in quella terra che lo aveva adottato.
Forse è possibile trovare un calciatore dalle caratteristiche simili oggi ma per tutto il resto lui è e resterà unico.
Che la terra ti sia lieve.
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megabif · 5 months
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Ettore Sottsass
Carlton, 1981
Garage Bentivoglio
La luce artificiale con la sua pervasiva diffusione nelle abitazioni rappresenta forse uno dei cambiamenti sociali più dirompenti. Se la suddivisone spaziale degli ambienti domestici non ha subito considerevoli variazioni dall’epoca romana, basti confrontare la pianta di una domus repubblicana con un qualsiasi appartamento moderno, la comparsa della luce artificiale, fissa e costante, ha sicuramente cambiato la percezione che abbiamo degli spazi e degli oggetti che quotidianamente ci circondano. L’arte è poi il campo in cui le sperimentazioni tecnologiche hanno influito maggiormente sul nostro sguardo, consegnandoci statue e quadri illuminati in modo perfetto e omogeneo. Opere che per secoli avevano conosciuto l’ombra, finiscono così per trovarsi all’interno delle bianche sale museali, senza più la possibilità di mutare insieme al percorso del sole.Le stanze di Palazzo Bentivoglio, spesso illuminate durante la giornata dalla sola luce che entra dalle finestre sul giardino, permettono ancora di guardare opere e arredi immersi nella penombra, di far disegnare sui muri il vago contorno delle sagome proiettate. Sembra quasi che qui Prometeo debba ancora rubare il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.L’ombra è all’origine della pittura, come racconta Plinio il Vecchio: Calliroe traccia sul muro il profilo del suo amato in procinto di partire, grazie all’ombra ottenuta da una lampada. A questa storia si può poi affiancare uno dei testi cardine della filosofia occidentale, ovvero il mito della caverna, con tutte le implicazioni ontologiche che da quel momento l’ombra si porta dietro.La Carlton di Ettore Sottsass è uno degli oggetti di design più rappresentativi del XX secolo e, come tutti i mobili di Memphis, ha la caratteristica di essere egoica, di convogliare verso di sé tutti gli sguardi e non volere altro accanto, “come i monumenti nelle piazze”.Poggiante su una base in Bacterio, l’inconfondibile pattern disegnato dallo stesso Sottsass, la libreria si staglia sul muro con la sua silhouette totemica e attesta la prevalenza della forma sulla funzione, aprendo la strada ad innumerevoli librerie che hanno fatto del dato estetico la componente fondamentale, come la Bookworm (1994) di Ron Arad per Kartell.Così, grazie a un semplice gioco di luci, una miniatura da collezione della Carlton si proietta sul muro a dimensione umana, portandoci a fissare l’ombra, a farcela sembrare per un attimo reale, come succedeva ai prigionieri nella mitica caverna di Platone.
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falcemartello · 8 months
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Avete comprato un’auto elettrica nuova fiammante perché, oltra ai generosi incentivi statali, vi hanno raccontato che emette 0 gCO2/km?
Devo darvi una cattiva notizia: non potevate fare scelta più sbagliata e vi dimostrerò perché.
Innanzitutto, perché non esiste alcuna prova scientifica che un aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera determini un aumento della temperatura media globale o, in generale, un qualsivoglia cambiamento climatico.
Ma, se proprio ci tenete a fare un paragone, compariamo due auto segmento C in percorrenza mista, una “full electric” e un turbodiesel.
La prima differenza macroscopica tra le due è la presenza della batteria agli ioni di litio nella prima che è invece del tutto assente nella seconda.
Come abbiamo visto tempo fa, la full electric si porta dietro un handicap energetico di 65,4 MWh di energia meccanica necessaria per l’intero processo di estrazione del litio che, essendo sviluppata dalle pesanti macchine minerarie, è ottenuta tutta per mezzo di 15.900 litri di gasolio. Un litro di gasolio emette 2,61 kgCO2; sicché, la costruzione di una batteria da 50 kWh comporta l’emissione di 2,61x15.900 = 41,5 tonCO2.
La costruzione del resto dell’auto comporta un’emissione di circa 5 tonCO2 per un totale di 46,5 tonCO2.
Per la costruzione di un turbodiesel vengono emesse invece circa 15 tonCO2, di cui 5 per scocca e telaio come per l'elettrica e 10 per i componenti meccanici non presenti nell'elettrica.
Vediamo adesso le emissioni su strada.
Da un sito specializzato, desumiamo che l'elettrica consuma dai 13 ai 25 kWh ogni 100 km.
Mettendoci nel punto medio, consideriamo che il consumo sia 19 kWh/100km, cioè 0,19 kWh/km. Il 53,93% di quell’elettricità è prodotto da fonti fossili il cui “residual mix” è 0,457 kgCO2/kWh.
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(Vincent Vega on Twitter)
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licisca-73 · 18 days
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Erano giorni che si parlava del nostro tanto atteso primo incontro dopo la pausa estiva, tante idee su cosa fare, nessun divieto come sempre. Stamattina, però, avevo "le farfalle nello stomaco"e un' irrequietezza insolita: mentre la Dirigente elencava le attività previste per l'avvio del nuovo anno scolastico, io non riuscivo a stare ferma sulla sedia dicendomi che avevo fatto bene a non uscire senza slip perché, in caso contrario, avrei lasciato una sostanziosa pozza sul sedile. Poco ascoltavo i vari interventi e proposte presa già dagli interventi e dalle proposte, rigorosamente osceni, che da lì a poco ci saremmo scambiati col mio amato D e intanto contavo i minuti che mancavano all' arrivo del taxi... Scattata l' ora x, mi sono precipitata in macchina e ho raggiunto in breve l'albergo. Una stanza più piccola delle solite ma, come sempre, molto carina. Ho iniziato a curiosare un po' in giro e, entrata in bagno, mi ha subito colpita una grande doccia. I miei pensieri sul suo utilizzo sono stati interrotti da alcuni colpi leggeri alla porta: era finalmente lì a pochi centimetri da me. Aperta la porta, non ci siamo concessi spazio alcuno ai convenevoli: baci lunghissimi, mani dappertutto e tanto cazzo hanno aperto le danze. Mentre mi soffoca pesantemente penso a quanto mi era mancata la sensazione provata in questo momento: dovete sapere che col suo grosso cazzo in bocca divento ingorda, più spinge e più mi aggrappo al suo culo per riceverlo fino ai coglioni. Lui gode e inizia a sospirare, musica per le mie orecchie, io emetto gorgoglii, sbavo come una cagna e mi infracidisco. Se ne accorge presto il mio Porco: infilato il cazzo in fica, questa troia che ho in mezzo alle gambe inizia a rumoreggiare mentre lui, soddisfatto, affonda colpi sempre più forti. Mi sfonda la fica ammirando la mia abbronzatura e la mia schiena perfettamente inarcata, schiena sulla quale vuole aggiungere segni più evidenti di quelli lasciati dal sole. Mi bacia mentre mi sfonda, mi stringe le mani, mi afferra dai capelli e mi ficca le dita in bocca: sono nuovamente la sua Troia e posso comportarmi come tale. La sua Troia deve anche essere piena, non l'è consentito di avere buchi vuoti, quindi mi riempie con il grande plug rosa. Sono irrefrenabile e inizio a provocarlo con inequivocabili richieste. "Voglio ancora cazzo in bocca" gli dico e vengo subito accontentata: mi siedo sul letto e lui inizia a trapanare la mia bocca . Conati rumorosi e tanta saliva lo eccitano e lo incitano: devo essere "meravigliosamente irriconoscibile" in viso e quindi si prodiga per rendermi un clown, restituendomi la saliva e aggiungendo la sua con sputi. Il cazzo è durissimo e vuole possedere ogni buco: dopo essersi sfamato con i miei umori, torna a martellare la fica. Incalzo e gli chiedo di fistarmi. La sua mano dentro mi riempie, godo e urlo mentre lui la spinge sempre di più, mentre nei suoi occhi le fiamme divampano. Sorrido soddisfatta: il mio Porco è con me. Andiamo avanti per un po' fino a quando, tutta piena, inizio a spompinarlo per bene e, in mancanza di respiro, l' aria decide di uscire dal culo che espelle il Toy rosa come se fosse una nocciolina: sono consapevole di essermi meritata una bella punizione che si unisce a quella ottenuta quest' estate. Gancio anale, collare e in posizione: sconto così la pena che, dato il piacere che provo ogni volta che lui mi segna, non è poi così dura...Dodici colpi di paddle colorano il mio culo: la pelle brucia e brucia ancor di più quando il suo cazzo si aggiunge al gancio: sono in estasi, nelle sue mani, incastrati perfettamente. Continua ad incularmi a lungo, quasi fino alla fine del tempo a nostra disposizione...Io torno col pensiero alla doccia e gli chiedo quindi di continuare a.godere lì. Seduta, ingoio il suo cazzo, vomito saliva e lo guardo in segno di sfida...Lui accoglie ogni silenziosa richiesta, non ha bisogno di chiedere nulla, sa bene come farmi godere.
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eleonorasimoncini · 2 months
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I dieci comandamenti di un libero pensatore:
Non sentirti assolutamente certo di nulla.
Non avere alcuna venerazione per l’altrui autorità
Non utilizzare il potere per sopprimere opinioni che ritieni dannose, perché così facendo saranno le opinioni a sopprimere te.
Non aver paura di essere eccentrico nelle tue idee, perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica.
Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo.
Sii scrupolosamente sincero, anche se la verità è scomoda, perché è ancora più scomodo il tentare di nasconderla.
Non pensare che valga la pena nascondere la realtà, perché è sicuro che essa verrà alla luce.
Non provare invidia per la felicità di coloro che vivono di illusioni, perché solo uno sciocco può pensare che in ciò consista la felicità.
Quando sei confrontato da una opposizione, anche se dovesse trattarsi di tuo marito o dei tuoi figli, cerca di superarla con la discussione e non con l'imposizione, perché una vittoria ottenuta con la forza è fittizia e illusoria.
Non cercare di scoraggiare la riflessione perché è sicuro che non ci riuscirai.
Bertrand Russell, Un decalogo liberale
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LA SOLITUDINE
Esistono tre modi con cui l’uomo tenta di superare il senso di solitudine: la sessualità, il conformismo e l’attività creativa. Nel primo caso il risultato è un sempre crescente senso d’isolamento, poiché l’atto sessuale, senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature umane, se non in modo assolutamente momentaneo.
La soluzione più frequente scelta dall’uomo è l’unione col gruppo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo: salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine.
Un terzo modo per raggiungere l’unione è l’attività creativa: sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione. Questo, tuttavia, vale solo per il lavoro produttivo, per il lavoro nel quale io progetto, produco, vedo il risultato della mia fatica. Ma nel moderno processo di lavoro, il dipendente, anello di una catena senza fine, è un’appendice della macchina o dell’organizzazione burocratica.
Erich Fromm, “L’arte di amare”
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lunamagicablu · 6 months
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“L'insegnamento che ottieni tramite la tua stessa osservazione ed esperienza, è di gran lunga superiore a quella ottenuta cogli esempi, dato che la conoscenza di un viaggiatore supera quella che si ottiene leggendo.” TOMMASO DA KEMPIS ****************** “The teaching you gain through your own observation and experience is far superior to that gained by examples, as a traveler's knowledge surpasses that gained by reading.” THOMAS DA KEMPIS
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Cosa pensi a riguardo del Gen. Vannaci?
Caro anonimo,
provo ad evitare le ovvietà ed anche ad arginare la voglia di ricorrere ad un abuso di turpiloquio, corredato dalla cretiva fantasia che mi piace pensare mi caratterizzi, e cerco di fare una analisi distaccata ed oggettiva.
Al di là del giudizio sulla persona (per certo un militare di successo e di grande preparazione, ottenuta tramite ferrea disciplina ed indubbio impegno, ma altrettanto per certo un essere umano dotato di un ego grande come la provincia di Como, una presunzione gigantesca ed una capacità di mettersi in discussione che a confronto Kim Jong-un è un timido) credo che Vannacci sia una risposta drammaticamente sbagliata ad una domanda tutto sommato lecita e la domanda è ''che ne sarà di me?''.
Mi spiego meglio: un grumo (più o meno grosso) di conservatorismo alberga ahimé in ognuno di noi, soprattutto se la situazione, il contesto, in cui viviamo ci è sostanzialmente affine (o tale lo percepiamo) e quindi, i forti cambiamenti ci destabilizzano, anche e soprattutto a livello personale, e questo è ancora più vero quando, con lucidità, ci si rende conto d'essere entrati nell'ultimo terzo della vita, cioè un po' in ritardo per attuare e poi godersi rivoluzioni e cambiamenti. Socialmente parlando, al momento, potrebbe destare preoccupazione il forte mutamento (al momento più ancora in divenire che nel presente) che l'immigrazione, l'internazionalizzazione dei gusti, delle abitudini e la diversa scala su cui, sul piano sessuale e di autodefinizione di genere, sembra declinarsi il mondo. Il problema, però, è che dai tempi del homo neanderthaliensis preoccupato dell'arrivo nelle pianure europee del homo sapiens, chi ai cambiamenti sa rispondere solo con la resistenza e l'opposizione, finisce per estinguersi...io sono piemontese e da bambino mi ricordo bene i cretini Vannacci ante-litteram che si opponevano all'immigrazione dal sud Italia, minacciando di ''mandare tutti i taroni a casa loro'', disperati dal vedere sparire il dialetto sabaudo come modo di comunicare o giocare nella squadra locale di calcio dei ragazzi calabresi o pugliesi, o i nostalgici dell'uomo a lavorare e la donna a casa a cucinare, o quelli che non concepivano la follia di mettersi i jeans per andare a lavorare, cioè i Vannacci sono sempre esistiti, hanno sempre avuto un momentaneo successo ed hanno finito sempre per sparire, spesso sostituiti da un altra forma di conservatorismo. A me fa molto ridere (per quanto lo faccia amaramente) vedere i figli degli immigrati dal sud Italia lamentarsi dell'arrivo dei rumeni ed i rumeni lamentarsi dei maghrebini ed i maghrebini prendere le distanze dai senegalesi e non mi stupirei se, fra qualche anno, i senegalesi prenderanno posizione contro l'arrivo di chi sa chi...senza contare che, per parafrasare De Crescenzo, siamo tutti i malsopportati di qualcuno.
Intendo che al cambiamento è impossibile opporsi, inutile resistere e stupido pensare di poterlo addirittura invertire e che conviene fare buon viso a cattivo (ma per davvero, poi?) gioco, esercitare il diritto a mantenere le abitudini che più a noi si confanno e sviluppare la capacità di convivere con il nuovo.
I Vannacci vincono le battaglie, come i sindaci liguri che vietarono i bikini sulle loro spiagge a metà anni sessanta, come coloro che segregarono le popolazioni di colore in Sud Africa e negli USA, come coloro che si opposero all'estensione del voto alle donne, o al divorzio, o alla battaglia per la parità retributiva, o all'ingresso delle donne nelle forze dell'ordine, per citare giusto due cose, ma perdono sempre le guerre.
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somehow---here · 8 months
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... una felicità ottenuta facilmente prima non è la stessa di una felicità ottenuta difficoltosamente dopo; non si può nemmeno dire felicità quella di cui si gode inconsapevolmente, senza essere passati attraverso la sofferenza.
Leonardo Sciascia, "Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia", pag 96
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