Tumgik
#ottimista nata
hate6me6so6much · 2 years
Text
Torna Gangs of london, Sean è vivo e io non sono altro che felicia, salvo che non ho nessuno con cui condividere questa cosa e non è detto che la seconda stagione sia bella come la prima
1 note · View note
sounds-right · 8 months
Text
Tumblr media
Parla Agnese Sikora: il successo di "Maniac" e tanta house
Abbiamo incontrato Agnese Sikora, dj molto attiva nella scena dei club di riferimento in Italia e non solo. Ha da poco pubblicato un brano dance di grande successo, ovvero "Maniac", prodotto con Saintpaul, che soltanto su Spotify ha superato i 650.000 ascolti. "'Maniac' è nata proprio dalla passione, passione che condivido con Saintpaul, per le melodie iconiche degli anni 80. In questo caso stiamo parlando di un brano vincitore di prestigiosi riconoscimenti quali un Oscar ed un Grammy nel 1984. Tutto questo, unito alla nostra voglia di presentare un prodotto con sonorità moderne e accattivanti, ha avuto risultati davvero importanti", racconta Agnese Sikora. 
 Come racconteresti la tua musica? Quali riferimenti musicali hai? 
Sono nata artisticamente con la musica degli anni 70, 80 e 90. Ho avuto una importante esperienza professionale in tal senso. Poi, per ovvi motivi anagrafici e per la volontà di proporre qualcosa di nuovo, mi sono dedicata a sonorità più moderne ed alle nuove tendenze musicali. 
Ti aspettavi questi risultati, decisamente importanti per "Maniac"? 
Se devo essere sincera, sì, ero molto ottimista. Avevo già prodotto brani di successo e 'Maniac', in particolare, il risultato è stato amplificato grazie al prezioso contributo di Saintpaul, un artista di riferimento che ha dato anche il suo contributo in fase di produzione. Sono tuttavia piacevolmente sorpresa dal successo che sta riscuotendo all'estero, soprattutto in Spagna. 
In che direzione sta andando la tua scena musicale di riferimento? Sentiremo ancora produzioni che mescolano elementi nuovi a classici anni '80 '90 o ci saranno sorprese? 
Tendenzialmente mi piace proporre sonorità house, in particolare prediligo i brani che abbiano contaminazioni di tribale, soul, funk e gospel. E' un genere che pone una forte enfasi sul groove e sui ritmi sincopati, caratterizzato da bassi molto marcati e un sound energico. 
E come stanno cambiando le tue produzioni? 
A livello di produzione, sicuramente non mancheranno altre occasioni di dare nuova vita musicale a pezzi iconici che hanno fatto la storia della musica, ma allo stesso tempo mi sto già dedicando ad altri progetti, sempre insieme a Saintpaul. Secondo alcune ricerche esistono circa 700 generi musicali diversi, stiamo cercando il lato migliore di ciascuno di questi e di fonderlo con la nostra creatività. 
Com'è la scena house / dance. A che punto è nel mondo? 
Si sentono spesso stereotipi e idee contrastanti sulle ragazze in console… come se fare il dj fosse ancora uno dei pochi lavori "da uomini". Credo che il lavoro del dj derivi da una vera e propria vocazione, almeno per me è stato così. Il dj deve essere un professionista in possesso di competenze musicali, tecnica e talento, indipendentemente dal sesso. Nel mio caso, essere donna non mi ha finora creato problemi. Per me è sempre contato ciò che so fare in console, non certo l'aspetto fisico. 
Quanto contano, per chi è in console, la capacità di fare show e la qualità musicale? Sono due facce della stessa medaglia oppure no? 
Per me contano molto, sono due elementi imprescindibili. Non basta essere tecnicamente impeccabili e proporre i brani più ballabili, se non si è in grado di trasmettere emozioni alle persone che abbiamo di fronte. I miei dj set infatti sono un concentrato di tecnica e qualità, ma anche di spettacolo, energia, fascino ed emozioni positive.
Instagram.com/djagnesesikora
0 notes
jacopocioni · 2 years
Text
Stenterello, la maschera carnevalesca fiorentina.
Tumblr media Tumblr media
Giovanni Nannini in Stenterello Oggi è 28 Febbraio (data di pubblicazione) è martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, e ci sembra giusto un omaggio. Miste alle risate erano le esclamazioni del pubblico e sono quelle esclamazioni che hanno dato vita a Stenterello. Forse il soprannome dato dal pubblico ad un signore che calcava le scene, un signore fiorentino, nato a Rifredi,  di nome Luigi Del Buono (1751-1832); un attore magro, gracile, stentato appunto, tanto da meritarsi il soprannome Stenterello. Un attore arguto però che sulla scia del soprannome creò il personaggio teatrale e lo rappresentò. Stenterello è la maschera fiorentina nata dalle maschere della commedia dell'arte antica di cui Del Buono era magistrale interprete. In origine orologiaio con bottega in Piazza del Duomo all'angolo con Via de' Pecori smaniava per la recitazione tanto da vendersi la bottega e dedicarsi solo al teatro. Prima nella compagnia di Giorgio Frilli poi direttore degli Accademici Fiorentini al teatro Ognissanti per poi passare nella compagnia di Pietro Andolfati fino a fondare una propria compagnie nel 1791. Sono molte le commedie create da Luigi Del buono, famose come "Ginevra degli Almieri sepolta viva in Firenze" o "Sempronio spaventato dagli spiriti" o ancora "I Malaccorti". Poi le commedie dedicate a Stenterello come "Fiorinda e Ferrante, principi di Gaeta, con Stenterello buffone di corte" o  "Il diavolo maltrattato a Parigi" o ancora "Stenterello al Gran Cairo". Non era solo il suo aspetto fisico stentato a farlo apprezzare dai fiorenti quanto la fiorentinità intrinseca al personaggio Stenterello, le stesse caratteristiche che si ritrovavano nel fiorentino medio. Una maschera chiaccherona, paurosa, polemica, rapida nella decisione ma allo stesso tempo disordinato nell'applicarla, malmesso nel vestire, scanzonato, sempre senza soldi ma contemporaneamente un inguaribile ottimista, saggio nel pensiero e sempre schierato con il più debole. La straordinaria somiglianza fiorentina gli viene però dalla battuta sempre pronta, dalla chiaccherata colorita e pungente, ma che non scade nel volgare, intercalata da modi di dire popolari e divertenti, una risposta sempre pronta in un classico vernacolo fiorentino. Lo stesso Pellegrino Artusi diceva: « ...dal palcoscenico Stenterello lanciava frizzi e motti scevri però di volgarità, tanto che famiglie intere assistevano al suo spettacolo.» In queste caratteristiche il personaggio diventa divertente e si pone perfettamente come maschera carnevalesca. Certo non tutti possono interpretarlo, chi ha pancia e gote rubiconde è difficile che si cali nella maschera, chi è alto e dinoccolato ha più speranza di una buona interpretazione. Bisogna essere un poco brindelloni.
Tumblr media
Stenterello Magro con la faccia bianca e malnutrita, un bel nasone pronunciato, vestito con una giacca o un giubbetto di colore azzurro chiaro con le falde a scacchi rossi e bianchi  il tutto sopra un panciotto giallo e dei calzoni neri e corti che mettono in evidenza le calze scombinate nei colori e nei disegni. Una calza rossa e una a righe multicolore oppure una a strisce bianche e blu e una arancione. A completare l'immagine un cappello a tricorno nero con sotto una parrucca bianca con codino all'insù e delle scarpe con fibbia. Ecco questa l'immagine di Stenterello. Dopo la morte di Del Buono altri hanno dato vita a Stenterello in teatro. Attori come Amato Ricci prima della guerra o Vasco Salvini a cavallo delle due guerre o ancora dopo la II guerra attori come Mario Fanfulla. Molto più recente, ai giorni nostri, Sauro Artini e soprattutto Giovanni Nannini che resta nella memoria di tutti per la sua interpretazione di Stenterello e del vernacolo fiorentino. Giovanni Nannini è stato fra l'altro interprete in molti film dopo il suo esordio in Totò cerca pace. Tutti grandi interpreti anche se il vero Stenterello resta Del Buono e tutti i ragazzini che nel periodo di carnevale ne hanno vestiti i panni. Purtroppo al passato dato che oggi i giovani si vestono da uomo ragno sempre che festeggino ancora il carnevale e non halloween.
Tumblr media
Jacopo Cioni Read the full article
0 notes
seoul-italybts · 2 years
Text
[✎ ITA] Intervista J-Hope , Hoseok BTS : PROOF – Collector's Edition ⠸ eng : © BOMHARU1230 ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ 28.09.2022 💜⟭ 4 / 7 ⟬💜
Tumblr media
Quale credi sia più importante: il passato, il presente o il futuro?
J-hope: Cambio idea molto spesso. A volte anche da un giorno all'altro. Poco tempo fa, sono tornato a concentrarmi sul passato perché c'era qualcosa che volevo cambiare. Dopodiché mi sono messo a pensare al futuro: “Che cosa potrei fare, in futuro? Quale sarà il futuro della nostra squadra?”. Ma, in fin dei conti, ritorno sempre al presente. Quindi sto cercando di seguire la corrente, come va va, adeguandomi ai ritmi del “qui ed ora”. Sento anche di aver bisogno di “fiducia incondizionata”, “speranza” e “coraggio”, ciò di cui abbiamo sempre parlato nei nostri testi.
Che cosa significa "passato" per te?
J-hope: È parte della mia natura. Sono le tante cose, accumulate nel tempo, ormai inscritte in me. È tutto ciò che non posso dimenticare e anche quelle cose che sicuramente avrò scordato.
Ti manca qualcosa della tua infanzia?
J-hope: Credo mi manchino quelle esperienze che non ho avuto l'opportunità di provare. Non sono mai potuto andare a gite scolastiche o escursioni. Non ho potuto partecipare né al diploma delle medie né a quello delle superiori. Mi mancano tutte quelle cose cui ho rinunciato per seguire il mio sogno e la cosa mi rattrista un po'. Sono cose cui solitamente tieni, quando sei studente. Allora ero felice di non dovere andare a scuola, ma ora mi piacerebbe provare come ci si sente.
Qual è stato il tuo primo luogo o spazio del cuore?
J-hope: Quando vivevamo nei dormitori (da trainee), non ho mai avuto una stanza tutta per me. Ho sempre diviso la camera con gli altri amici, specialmente con Jimin. Il luogo più prezioso per me è il nostro primo dormitorio. Era un po' come un covo di rapper. Le emozioni di allora, l'entusiasmo e tutte le esperienze interessanti provate quando vivevo insieme agli altri si condensano in quel luogo chiamato dormitorio. Quando sono arrivato a Seoul, e fino a poco prima del debutto, sono passate moltissime persone da quella casa. Ripensandoci ora, mi chiedo se io sia mai effettivamente riuscito ad intrattenere vere e proprie conversazioni con tutti quei ragazzi. In quel periodo ballavo e chiacchieravo tutti i giorni con tanti giovani più o meno della mia età. Ho dovuto dire addio a molti di loro e, anche io, me ne sono andato, ad un certo punto, per poi tornare.
Quanti anni ti senti?
J-hope: Nel mio cuore, sento di avere la stessa età di quella effettiva. Non credo di sentirmi meno o più anni di quanti io ne abbia. Quando invecchio di un anno, mi sento più maturo anche mentalmente.
Quando è stato il tuo momento della verità (moment of Proof / il momento in cui hai potuto dimostrare quanto vali effettivamente)?
J-hope: Direi, forse, l'esibizione di debutto? In quell'occasione, sentii davvero di aver dimostrato quanto valevo grazie a quella prima performance, nata da tanta preparazione ed impegno.
A parte al mondo, c'è qualcosa che vorresti dimostrare a te stesso?
J-hope: Ciò che vorrei dimostrare a me stesso è che posso far fede e vivere secondo ciò che dico e "predico". Intendo i messaggi positivi ed ottimistici che cerco di trasmettere al prossimo. Vorrei proprio vedere se, anche dovessi affrontare difficoltà, prove ed imprevisti, sarei in grado di mettere in pratica ciò che ho sempre predicato. È una cosa che mi spaventa. "Sarei davvero in grado di prestare fede a ciò di cui canto? Non è che, forse, mi sto contraddicendo?". Quindi vorrei cercare di spezzare quel timore, affrontare i momenti di difficoltà in cui potrei imbattermi in futuro e dimostrare questa cosa a me stesso.
Nel corso della tua esistenza come membro dei BTS, c'è stato forse un qualche cambiamento che ha reso la tua identità (Jung Hoseok) più vivida o sbiadita?
J-hope: Inizialmente non esisteva alcuna distinzione tra Jung Hoseok e j-hope, perché di base sono una persona piuttosto ottimista, credo. Quindi ho sempre pensato non ci fosse poi chissà quale differenza tra Jung Hoseok e j-hope. Ultimamente, invece, sto cercando di far emergere maggiormente l'individuo Jung Hoseok. Credo così sia più facile ritagliarmi spazi personali in cui poter riposare come si deve, quando torno a casa da lavoro. Immagino di poterlo considerare un altro dei miei piccoli spazi del cuore? Con questo approccio, riesco ad essere maggiormente energico e motivato, posso disfarmi di molte ansie e sono più sereno. Quindi, sì, sto cercando di rendere Jung Hoseok sempre più vivido. Mi sono reso conto di non essere poi così a mio agio nel conoscere gente. In passato, dovevo essere una persona molto più estroversa. Forse era merito di tutte le attività nei panni di j-hope, sia in quanto artista che persona.
Quanto sono simili il te stesso di tutti i giorni e quello che mostri al mondo, in quanto membro dei BTS?
J-hope: Mentalmente, cerco di separare le due cose, ma sono la stessa persona, in fin dei conti. Quindi non credo ci siano poi tante differenze. Credo siano simili al 70-80%. Ciò in cui credo il mio "io" privato e quello pubblico siano praticamente identici e l'attenzione e la cura che dedico al mio aspetto e a come mi presento. Sia quando esco, quando vedo gente e persino quando sono da solo, quello è qualcosa che non cambia mai.
Il tuo "io" del presente è diverso da quello del passato?
J-hope: Dal punto di vista umano, sono cambiate moltissime cose. Il me stesso del passato non aveva tempo nemmeno per fermarsi a riflettere. Ci sono cose che ho appreso e capito solo col passare del tempo, ho imparato come si vive e si sta al mondo grazie alle altre persone ed è così che sono maturato. Una cosa che non è mai cambiata è la passione per il mio lavoro. Credo quella non cambierà mai. La musica mi piace sempre e sono al settimo cielo quando posso mostrare qualcosa di figo, quella è una costante. Il momento in cui provo maggiore entusiasmo e felicità è quando sono sul palco. Credo sia evidente quanto mi piaccia e io mi diverta nell'esibirmi.
Col senno di poi, qual è stato il tuo momento più buio?
J-hope: Mi lascio sempre molto influenzare da chi mi sta attorno quindi, più che trovarmi personalmente in difficoltà, sono più frequenti le occasioni in cui attraverso periodi difficili perché le persone a me vicine stanno affrontando momenti di difficoltà. Quando gli altri membri si trovano a fronteggiare varie avversità, ne soffro anche io ma, al contempo, i ragazzi riescono a darmi forza. Ovviamente, quando sono io ad affrontare momenti difficili, quelli cui penso di più e ho più cari nel mio cuore sono i fan. Quando mi sento avvolgere dall'oscurità e dalla negatività, penso a tutto l'amore che sto ricevendo e mi tiro su.
Se dovessi scrivere una lettera al te stesso del passato, cosa gli diresti?
J-hope: Non voglio dire troppo al me stesso del passato. Ho paura qualcosa potrebbe cambiare. Se proprio dovessi scrivergli, mi limiterei a dirgli di essere se stesso. È solo grazie al Jung Hoseok e al j-hope del passato se esisto e se ci sarà un me stesso futuro. Gli scriverei qualcosa tipo, "Hey, vivi semplicemente la tua vita. Prova e vedrai."
Quale momento della giornata senti maggiormente come tuo?
J-hope: Dalle 10 di sera alle 3 di notte, quello è veramente del tempo che dedico a me. Sono il tipo da tenere rigorosamente separati il lavoro dalla vita privata. A casa non ho neppure l'attrezzatura per fare musica. Casa è un luogo dove riposare. Avendo tracciato questa linea, solitamente torno a casa da lavoro e sono già le 10 di sera. Mi lavo e poi faccio altro. Dopo essermi messo a letto, aver usato un po' il telefono, fatto qualche acquisto online e qualche ricerca, si fanno le 3 di notte. Tutto il resto della giornata cerco semplicemente di vivere la mia vita appieno.
In quale situazione e luogo ti senti più te stesso e a tuo agio?
J-hope: Mi sento veramente me stesso quando lavoro sodo. Quando non lavoro, mi viene l'ansia. Quindi, sì, credo di sentirmi più me stesso quando faccio qualcosa di produttivo, do il massimo e mi tengo impegnato. Così facendo quel tempo libero che ho menzionato prima è ancora più speciale.
Chi credi ti conosca e saprebbe descriverti meglio?
J-hope: Credo solo io ne sarei in grado. Ma, ad essere onesto, ci sono ancora parti di me che pure io fatico a capire. Quindi vorrei conoscermi meglio. Ci sono aspetti di me cui sto ancora cercando una risposta.
Come preferisci essere chiamato?
J-hope: La maggior parte delle volte mi chiamano con il nomignolo "Hobi", che deriva dal mio nome d'arte, e mi piace, è carino. Sì, molto spesso sia i fan che le persone che mi sono più vicine mi chiamano "Hobi" e mi piace perché mi dà un senso di maggiore famigliarità.
Che cosa consideri indispensabile nella tua vita quotidiana?
J-hope: La gente che mi sta accanto, compresi i fan, ovviamente è indispensabile. Poi, se penso a Mickey (il suo cagnolino), mi verrebbe ovviamente da dire gli animali. Nonostante gli animali siano diversi dagli esseri umani e non sia possibile comunicare, credo ci sia comunque una qualche forma di connessione a livello mentale? O qualcosa di simile. Sì, credo davvero uomini e animali possano capirsi. Traggo conforto ed energia da diverse forme viventi, in realtà. Quindi credo gli animali siano indispensabili. Capisco appieno perché agli umani piaccia prendersi cura di animali domestici come cani e gatti.
Qualcosa che ti ripeti spesso, ultimamente?
J-hope: "Hey, ragazzo, sei sempre felice e grato ogni istante della tua vita, spero?". Mi pongo spesso questa domanda ad alta voce, perché la mia è davvero una vita speciale. Se ogni tanto non mi fermassi a chiedermelo, ho paura finirei per dare questa esistenza per scontato. È importante io preservi questo mio cuore grato e felice, senza dar nulla per dovuto. E sento di dover vivere seguendo la mia vocazione.
A che velocità stai vivendo, al momento?
J-hope: Solo 2 o 3 anni, fa credo andassi ai 180 all'ora. In quel periodo avevo messo la quarta e continuavo ad accelerare dicendomi, "Ma sì, corriamo!". Ora mi tengo sui 120 km orari, credo, e ho anche modo di gettare uno sguardo in giro, pur tenendo d'occhio la strada. Se ce ne fosse bisogno, sarei pronto a rallentare. Col senno di poi, credo di aver sfiorato situazioni piuttosto pericolose, quando andavo ai 180 all'ora.
Qualcosa cui ti stai dedicando, ultimamente?
J-hope: Credo ci sia solo la musica. Sì, penso di essere completamente concentrato sulla musica, ora come ora. Messa così forse sembrerà io voglia fare il grandioso e probabilmente passerò per artista navigato, ma in realtà mi sento un po' a disagio perché ho ancora molte carenze e mi sto dedicando alla musica per ottenere risultati migliori.
Quale colore credi ti rappresenti meglio?
J-hope: Il color menta. È figo e vivace. Credo mi assomigli, quindi, sì, penso sia il colore che mi rappresenta meglio.
Ci sono forse sforzi e gesti concreti che fai per rendere amcor più vivido il tuo colore?
J-hope: Affinché il mio menta sia ancor più brillante, aggiungo sempre nuovi strati. Ad esempio, cerco di prendermi cura di me stesso e di fare esercizio. E poi ho sempre della musica accesa e cerco di crearmi un ambiente in cui poter riflettere in pace su ciò che voglio fare. Dato che sono anche appassionato di moda, mi piace provare cose nuove per apparire più vivido.
Hai un qualche pensiero ricorrente su cui ti concentri prima di dormire?
J-hope: Penso a ciò che devo fare il giorno seguente, tipo alle cose che devo finire. Non so se sia perché mi addormento pensando a cose simili, ma quando poi mi sveglio sono sempre stanco. Non ricordo di essermi svegliato veramente riposato, negli ultimi tempi.
Hai fatto qualche sogno che ti è rimasto impresso, ultimamente?
J-hope: Oggi. Ho sognato che litigavo con Jin hyung. Io e Jin hyung ci vediamo spesso, quindi è stato curioso incontrarlo anche nei sogni. Ho sognato che stavamo cucinando insieme, ma ciò che abbiamo preparato non è venuto bene. Eravamo entrambi sconcertati e poi mi sono svegliato. Solitamente, dopo un po', mi dimentico ciò che ho sognato, ma questo mi è proprio rimasto impresso.
Un sogno da cui non vorresti svegliarti?
J-hope: Ogni tanto sogno di riposare come si deve. In quelle occasioni non vorrei davvero svegliarmi. Ultimamente sogno parecchio e la sensazione di riposo che mi trasmettono quel tipo di sogni è davvero fantastica.
Se tu potessi viaggiare in un'altra dimensione, dove ti piacerebbe andare?
J-hope: Ovunque, sarebbe bello. Credo sarebbe fantastico partire senza una meta precisa e tornare quando si è stanchi. La pandemia è durata davvero un sacco. Ormai sta cambiando tutto, ma sarebbe bello, una volta conclusa definitivamente e tornati alla normalità, poter andare da qualche parte. Ma non voglio scegliere una destinazione specifica.
Poniamo che la vita sia una strada, quanto pensi di averne percorsa?
J-hope: Dal punto di vista dell'artista j-hope, credo di essere esattamente a metà strada. Sono ancora piuttosto lontano dalla fine. Ora dovrò imboccare la seconda metà del percorso.
Credi che quello cui ti trovi ora sia un crocevia che potrebbe portare ad un cambiamento?
J-hope: Sì, credo questo sia un momento davvero cruciale. Credo in futuro ci saranno molti cambiamenti, a seconda delle mie scelte. Devo assolutamente prendere le decisioni migliori e seguirle fino in fondo.
Credi nel destino?
J-hope: Sì, credo ci sia qualcosa, ma immagino ognuno dei membri darà una risposta piuttosto diversa. Qualcuno vi dirà che non esiste. Io non penso non ci sia assolutamente nulla, ma neppure che il destino esista sicuramente.
Tra tutti gli album della discografia dei BTS, qual è quello più prezioso, per te?
J-hope: Ce ne sono un sacco, ma se devo sceglierne solo uno, direi <WINGS> che inizia con "Intro : Boy Meets Evil", di cui mi sono occupato io. Quest'album significa molto, per me. In generale, ho provato molte cose diverse e nuove ed è un progetto per cui ho cercato di spingermi oltre i miei limiti.
In che modo l'album <WINGS> ti ha aiutato a crescere?
J-hope: Sono cresciuto musicalmente. Le intro, negli album dei BTS, sono sempre state molto importanti perché servono anche come fondamenta narrative per il progetto. Quindi, consapevole di non poter fare danni, ho lavorato davvero duramente alla mia intro. Inoltre, non è poi così semplice sostenere un brano con una sola voce per circa tre minuti, e in quel caso era la mia voce a dover tenere insieme la traccia. Ho fatto tutto il possibile per superare quelle ed altre difficoltà. In <WINGS>, poi, c'è anche la mia canzone solista "Mama"; ecco perché credo di essere maturato grazie a quest'album. Non solo dal punto di vista musicale, ma anche per quanto riguarda la coreografia ho provato un genere che non avevo ancora mai esplorato, facendo davvero tantissima pratica. Per la prima volta ho veramente capito il valore dei risultati ottenuti grazie a grandi sforzi ed impegno. Quando ero più giovane, provavamo sempre di mattina prestissimo ma con l'andare del tempo abbiamo smesso. Grazie a quest'album ho riscoperto cosa significhi e mi sono allenato duramente ogni mattina. Ero fortemente consapevole dell'impegno e degli sforzi che stavo facendo. È stata una bella esperienza ed opportunità.
Outro: Ego
Che significato ha questa canzone, per te?
J-hope: Credo esprima molto bene chi sia j-hope. Anzi, più in generale, credo sia una canzone che racconti sia la storia di Jung Hoseok che dell'artista j-hope.
Verso l'inizio del testo, dici: "Torno ogni giorno al me stesso di ieri". A che periodo fai riferimento con quel "ieri"?
J-hope: Quel "ieri" fa riferimento al momento in cui mi sono trovato ad un crocevia. Nella canzone mi chiedo che tipo di vita avrei vissuto se avessi fatto delle scelte diverse. "Se avessi rinunciato a certe cose, se semplicemente mi fossi tirato indietro, cosa sarebbe successo?", intendevo qualcosa del genere. Ogni volta che ci penso, sono davvero grato per le scelte compiute.
Segui un qualche standard o criterio specifico quando devi prendere delle decisioni?
J-hope: In passatom, ho sempre fatto scelte molto “da me”, ma ora cerco di andare un po' contro-corrente così da imparare cose nuove. Se ogni volta dovessi scegliere ciò che più mi rappresenta, sicuramente mi ci troverei a mio agio, ma non cambierei o crescerei mai. Ora come ora voglio provare e vivere cose ed esperienze nuove.
Her
Che significato ha questa canzone, per te?
J-hope: È un brano della rap line. È una canzone molto importante, per me, perché grazie ad essa ho potuto mostrare un altro lato della mia natura di rapper. Mi piacerebbe davvero fosse più conosciuta tra i fan. Le tracce della rap line, in passato, erano sempre super toste e caciarone (ride). Invece, con "Her", sono felice di aver potuto mostrare un altro lato della rap line.
La rap line è composta da RM, SUGA e j-hope. Che tipo di sinergia credi ci sia tra voi?
J-hope: L'energia della rap line è sicuramente speciale. Soprattutto durante i concerti, credo i fan vadano matti per quel tipo di sinergia. Sì, credo che tra tutte le unit dei BTS, la rap line abbia un certo impatto. Questa unit ha un ruolo fondamentale. Ciò non vuol necessariamente dire la rap line abbia una parte così enorme, ma è pur sempre un'energia di cui il gruppo ha bisogno e noi della rap line cerchiamo di esprime quest'energia attraverso la nostra sintonia. Parliamo sempre molto di musica, tra noi, e credo il nostro sia un legame davvero bellissimo.
Quali sono i pensieri e le riflessioni che hanno ispirato questa canzone?
J-hope: Mentre la scrivevo, il mio pensiero non faceva che tornare ai fan. Mi sono chiesto più volte "Che cosa stai facendo tu per i fan?", quindi poi mi sono limitato a menzionare gli sforzi compiuti ed impegni presi nella canzone. Ho imparato molto nel scriverla: ho capito a cosa dedicare maggiore attenzione e realizzato cosa volevo mostrare (di me ai fan). È quella la "risposta / answer" al mio "dubbio/wonder" menzionati nella canzone.
Ci sono forse cose cui stai rinunciando per proteggere l'amore che ricevi nella tua vita?
J-hope: Ovviamente ci sono cose cui devo rinunciare e che quindi mi lascio concretamente alle spalle. È difficile, ma credo sia necessario per preservare tutto l'amore che ricevo sempre e quello che restituisco. Credo sia importante esserne ben consapevole e difenderlo. Ma non credo di poter rispondere con maggior precisione.
Ma se volessimo trarre concretamente una risposta, credi sia possibile utilizzare i BTS e gli ARMY come elementi di un'equazione matematica?
J-hope: Trovo la matematica molto difficile (ride). È veramente la materia più difficile, per me, quindi non so bene come funzionino le equazioni, ma conosco il segno uguale (=). 'BTS = ARMY', 'ARMY = BTS'. È la formula più comune, semplice ed ovvia, ma credo sia davvero la più importante.
Che cosa rappresenta l'album &lt;;Proof> per i BTS?
J-hope: È importante perché vi abbiamo ripercorso i tempi andati e rivisitato le canzoni scritte. Grazie a quest'album, ho scoperto cose nuove riguardo a brani ed elementi che già conoscevo. È un album corposo e d'impatto, ma non pesante. Credo sia uscito nel momento più adatto. Mentre ci lavoravamo, mi ha proprio fatto riflettere: "La vita è veramente così, allora. Per noi, (in passato) era veramente così".
Trad eng: © BOMHARU1230 | Trad ita: © Seoul_ItalyBTS Twitter
1 note · View note
Text
⚠️ Un po’ uno sfogo, un po’ un coming out 🏳️‍⚧️⚠️ possibile TW ⚠️
Riassunto: “sai perché quel giorno mi avevi detto di non avermi mai visto così felice? Perché quel giorno per la prima volta riconoscevo in me la persona a cui la nonna si stava riferendo.”
Non mi sono mai fatto domande sulla mia identità di genere perché era già troppo complicato così. Ci ho messo una vita solo per capire e iniziare ad accettare la mia identità sessuale quindi figuriamoci. Sono nato donna, ho sempre voluto credere che questo andasse bene. Ricordo nettamente una conversazione in macchina con mio papà dove gli dicevo che se già era stato difficile fare coming out come bi, chissà come avrebbe dovuto esserlo come trans e continuavo dicendo “non ci pensare, sono una donna, sono nata così e mi sento così.” Sono quelle cose che mentre le dici pensi “ma che cazzo stai dicendo?” però te le ripeti come un mantra. Sono sempre stato trattato come una femmina. Ho sempre cercato di imitare mio fratello utilizzando le sue felpe, cercando di coprire le mie forme in particolare il seno che ho sempre odiato, ma ho sempre attribuito queste mie scelte al fatto che mi vedessi brutto e che non mi piacesse il mio corpo ma nel senso che mi vedevo grasso. Il che è tutto vero per carità ma non ho mai voluto approfondire, capire se c’era qualcosa in più. Perché lo sapevo ma, faceva troppa paura e dopotutto sono sempre stato trattato come una femmina quindi era facile fare finta di niente (sono piuttosto bravo in questo.) Nessuno si è mai rivolto a me, in una conversazione (vorrei sottolineare questo punto perché per me quando sei in fila per il bagno e ti dicono “guarda che il tuo è quello in parte” non lo è) usando il maschile. Tutto ciò fino a poche settimane fa, quando sono andato a trovare mia nonna e lei mi ha scambiato per un ragazzo e ha iniziato a parlare con me e con le persone intorno come se lo fossi. Tipo “come sta il mio ragazzo?” “Sei proprio bello” “è da un po’ che non ti vedo ma sei cresciuto” “è uno studente all’università sai? Ed è proprio bravo!” ecc. Dopo essere andati via mia mamma mi ha detto una cosa come “non ti ho mai vista così, eri proprio felice di vedere di nuovo la nonna, anche se non ha ben capito chi eri, eh?” Ecco, mia nonna è riuscita ad aprire un cassetto dell’armadio che facevo finta non esistesse, che avevo sigillato. Sentire le parole di mia mamma, tornare alla realtà del “non ti ho mai VISTA” è stato spiazzante. Sarò sempre grato alla nonna per avermi costretto ad aprire ed esplorare quel cazzo di cassetto. Lei l’ha fatto senza accorgersi, inconsapevolmente ma, se non fosse successo così, non so se sarei mai riuscito ad aprirlo. Fa comunque tutto schifo perché ho troppa paura per dirlo ai miei genitori o a a chiunque infatti è la prima volta che ne “parlo”. Fa schifo continuare a sentirsi chiamare con i pronomi femminili dai tuoi genitori e dover rispondere con quelli quando ti riferisci a te stesso con loro. Fa schifo quando esci, fai di tutto per non sembrare una donna ma poi parli, la tua voce ti tradisce e ti senti dire “prego, signora, venga avanti”. Fa schifo aver paura di comprare un binder perché se arrivasse a casa e lo vedessero? Mentre dove vivo adesso non so se posso farmi spedire le cose. Fa schifo avere dei mental breakdown per tutto questo, insieme ai problemi con il cibo che a volte ammetto di avere e altre volte no quindi mi sembra di far finta. Fa comunque tutto schifo. La differenza è che quando la parte più ottimista di me prende il comando, io mi sento bene. Devo evitare di guardarmi allo specchio e ascoltare la mia voce ma quando ci riesco sto bene. Devo evitare di pensare che forse non avrò mai il coraggio fare coming out con la mia famiglia ma quando ci riesco sto bene. Devo evitare di pensare a tutto ciò che bisogna passare prima di poter essere effettivamente riconosciuto come uomo ma quando ci riesco sto bene. Ok, ironia a parte, è vero che almeno un po’, almeno a volte, mi sento bene. Anche solo il fatto di riferirmi a me stesso come “me stesso” mi fa spuntare un genuino sorriso e mi tornano in mente le parole di mamma e vorrei tanto risponderle un giorno dicendole: “sai perché quel giorno mi avevi detto di non avermi mai visto così felice? Perché quel giorno per la prima volta riconoscevo in me la persona a cui la nonna si stava riferendo.”
Grazie per aver ascoltato la mia voce. 💗
Tu che stai leggendo, sappi che ti voglio bene, ti auguro tante cose belle e non sei solx ❤️
31 notes · View notes
carezzeblu · 3 years
Text
La trasformazione ha inizio quando non c'è speranza. La disperazione produce quel grido di salvezza che la speranza sarebbe troppo ottimista, troppo sicura di sè per pronunciare. Non fu con voce di speranza che Gesù gridò "Elì, Eli, lamà sabactani?" Il grido sulla croce è l'archetipo di ogni grido di aiuto. Vi risuona l'angoscia del tradimento, del sacrificio, della solitudine. Non è rimasto più nulla, nemmeno Dio. La mia unica certezza è la sofferenza.
Una consapevolezza animale della sofferenza, e la piena identificazione con essa, diventano l'umiliante terreno della trasformazione. La disperazione fa entrare l'esperienza della morte ed è al tempo stesso il requisito per la resurrezione. La vita quale era prima, lo status quo ante, è morta quando è nata la disperazione.
Tumblr media
James Hillman
1 note · View note
cherylroberts · 4 years
Text
Allora... Benvenuta nelle Cheers!
Tumblr media
[C] «Sabato sera hai detto che non ti dispiacerebbe far parte delle Cheerleader, o sbaglio? Se veramente ti interessa… Sarebbe carino lavorarci insieme! Che dici?»
[M] In realtà della questione Cheers se ne era dimenticata, perché non pensava fosse una proposta così seria. E infatti spalanca un po’ gli occhi e si mordicchia leggermente il labbro inferiore «uhm, sì. Ho detto così. Comunque sì, ci sto» e fa spallucce prendendo un altro biscotto senza grandi cerimonie «hai già delle idee?» 
[C]  «Allora benvenuta nelle Cheers!» Esclama con un piccolo applauso, entusiasta di aver incontrato qualcun altro da torment- da coinvolgere nelle sue pazze idee. «Sophia mi ha detto che avrei potuto parlare con O’Connor e fare qualcosa per la squadra. Ma da sola non è che potessi fare molto, per questo… Ben, per questo mi sto allenando con i Tassorosso.» Si schiarisce la voce, prima di scostarsi dal viso una ciocca bionda. «Ma adesso siamo in due!» Wow, miss entusiasmo sa far apparire il due come un numero esorbitante. «Siamo sempre poche, è vero, ma… se mettessimo un annuncio in bacheca? Insomma, l’anno scorso nessuno si è filato le cheers, neanche per sbaglio, ma quest’anno ci sono un sacco di primini! E visto che tu sei una di loro… Potresti farci un po’ di pubblicità!» Esclama, annuendo sicura delle sue parole. «Insomma, se sei interessata mettiamo questo annuncio e reclutiamo gente. Poi parliamo col prof e vediamo se l’anno prossimo possiamo riaprire il club. Che poi sarebbe perfetto, perché a quanto mi ricordo si può partecipare dal secondo anno in su.» e reclutando primini, con l’età sarebbe perfetto. «Come ti pare? Ci stai?»
[M] Gli occhi blu sono tutti per Cheryl e il suo discorsetto pieno di entusiasmo. Non dice niente fino a che non le chiede che ne pensa «per me va bene» dice con molta semplicità «ma metto subito in chiaro alcune cose» aia «io sono antipatica la mattina, cioè che tipo non parlo molto e se parlo dico cose cattive» e qua lo sguardo è abbastanza serio «e so che ci sono degli allenamenti mattutini… quindi penso sia giusto che tu lo sappia» e che venga a svegliarla visto che dorme come un sasso fino all’ultimo, ma questo ancora non glielo dice, tanto si parla del prossimo anno.
Tumblr media
[C] «Vabbè, per ora non è un problema la cosa della mattina, potrei venirti a svegliarti io!» Con tanto di biscotti per addolcirla. «Per la cosa delle cattiverie…» E che ne sa lei «Boh penso basti stare zitta.» O no? Lei poi è quasi sempre allegra e gentile, quindi questi problemi non se li pone proprio.
[M] «Ma quindi iniziamo già da quest’anno io e te anche la mattina?» l’incubo della mattina. Scusala Cheryl è che è un pensiero fisso. Poi prende di nuovo la tazza in mano e fa un lungo sorso senza abbassare lo sguardo da quello della secondina. 
[C] Ed è proprio quell’okay a spingere la secondina a tendere la mano verso la concasata, come a sigillare quell’accordo. Perché si, ormai ci sono dentro in due, e Cheryl mica l’avrebbe lasciata lì, senza andare a tempestarla di domande e proposte. Ma non sarebbe stato terribile, alla fine mica l’aveva costretta a partecipare. «Allora possiamo più o meno dire che il club c’è!» Le dice, esaltata. «Spero che la nostra collaborazione vada avanti fino… Fino al mio settimo anno.» Che ottimista, oh. «E poi se riusciamo a battere la squadra dovremmo essere i migliori, assolutamente. A loro piace chiamarci Corvosecchia? E gli dimostreremo che i Corvonero riescono perfettamente in tutto.» Lancia uno sguardo d’intesa alla ragazza, ma dura solo qualche istante, prima che torni a prendere la sua aria innocente. «La mattina? Ma credo non sia il caso. Visto che a te non piace svegliarti presto, ci alleneremo di pomeriggio.» Le dice, risoluta. Alla fine, mica è quello il problema.
[M] Maegan afferra la mano dell’altro senza pensarci tanto e dice «okay» con un sorriso furbetto sul volto. Ridacchia davanti all’entusiasmo di Cheryl, si vede che è nata per fare la Cheer. «ti pentirai di aver scelto me da portarti avanti fino al settimo anno!» e lo dice ironica ovviamente, perché la bimba egocentrica com’è pensa di essere la migliore scelta che si possa fare. Storce un po’ il naso quando sente il termine Corvosecchia, perché lei NON è una corvosecchia e sta anche pensando di tatuarsela in fronte questa frase. «beh ovvio che poi si vince» insomma scontato «non possiamo farci battere poi da Emile» e lo dice convinta ma divertita. Lo sguardo d’intesa che le lancia Cheryl la fa sorridere e la fa sentire a suo agio. «MENOMALE!» e qui usa un tono di voce decisamente più alto ed è visibilmente soddisfatta del non allenamento al mattino. Sarà un problema della Maegan del futuro. Ottimo. Finisce il tè rimanente nella tazza, si alza e guarda Cheryl «Allora ci aggiorniamo per il cartello» prende la scatola con i biscotti «e grazie!» per i biscotti? Per le cheers? Per tutti e due? Non è dato sapersi.
11 notes · View notes
migissa · 3 years
Photo
Tumblr media
NAME: Dafne SURNAME: W.D RACE: skeleton AGE: 196 years HEIGHT: 1.70m GENDER: Female BIRTHDAY: 01/01 STAT: HP: 4500 AT: 80 DF: 40 SP: 10 MAGIC: Gaster bluster Long sword Bones attacks The teal attacks decrease the attack and defense and slow it down. The sword is imbued with water-green energy. CHARACTER Protective, Empathic, Optimistic, Serious, Affectionate, He is committed. Repressed emotions, Stress, Anxious, Rigid about some things. She is the head of the royal guard, he patrols the village every day to check if everything is okay, she is very strict to follow the rules and that everything is in order without misunderstandings in the village, he always checks in case a human arrives and see who he wants. adopt first however they bring it to the royals. She always trains and teaches children in the school self-defense and how to behave correctly with others. She is very protective of everyone, she is very careful that no one gets hurt. There are occasions that she helps her husband in the laboratory with research, she knows how much like her husband in science, in anatomy she knows a little more because of the workouts she does and she has to be very careful that everyone is fine and not. they make wrong movements so as not to get hurt or strains. You will always see her optimistic in any situation, even the most serious, she will never give up, she is a born warrior and has a lot of experience being a survivor of the war. She is an excellent shoulder and companion to comfort and reassure you, she will never curse you, and never will always be by your side if you do not break his code of honor and morals. She loves hot chocolate, Cinnamon rolls, the flowers that are in the ponds. Never let yourself be seen if you hurt someone because they knock you out. immediately does not hurt you it puts you unconscious in a flash. In her spare time she rests while looking at nature. NOME: Dafne COGNOME: W.D. RAZZA: scheletro ETA’: 196 anni ALTEZZA: 1,70m GENERE: Femmina COMPLEANNO: 01/01 STAT: HP: 4500 AT: 80 DF: 40 SP: 10 MAGIA: Gaster bluster Spada lunga Attacchi ossa Gli attacchi verde d’acqua diminuiscono l’attacco e difesa e lo rallenta. La spada è impregnata di energia di colore verde d’acqua. CARATTERE Protettiva, Empatica, Ottimista, Seria, Affettuosa, Si impegna. Emozioni represse, Stress, Ansiosa, Rigida su alcune cose. È al capo della guardia reale, fa la ronda ogni giorno nel villaggio per controllare se tutto quanto è apposto è molto rigida ad seguire le regole e che tutto sia in ordine senza disguidi nel villaggio, controlla sempre in caso arriva un umano e vedere chi vuole adottare prima però lo portano ai reali. Si allena sempre e insegna ai ragazzi nella scuola l’auto difesa ai bambini e in più come comportarsi correttamente con gli altri. È molto protettiva con tutti quanti, sta molto attenta che nessuno si fa male. Ci sono occasioni che aiuta suo marito nel laboratorio con le ricerche, ne sa quanto come suo marito nella scienza, nell’anatomia ne sa un po' di più lei per via dei allenamenti che fa e deve stare molto attenta che tutti stanno bene e non fanno movimenti sbagliati per non farsi male o stiramenti. La vedrete sempre ottimista in qualsiasi situazione anche gravissima non si arrenderà mai è una guerriera nata e ha moltissima esperienza essendo una sopravvissuta della guerra. È un ottima spalla e compagna da confortarti e rassicurarti non ti maledirà mai e poi mai starà al tuo fianco sempre se non rompi il suo codice d’onore e morale. Adora molto la cioccolata calda, Cinnamon rolls, i fiori che ci sono nei laghetti. Non fatevi mai vedere se ferite qualcuno perché vi mette KO. subito non vi ferisce vi mette in stato incoscienza in un lampo. Nel suo tempo libero si mette a riposarsi guardando la natura.
2 notes · View notes
gigidagostinodisco · 4 years
Text
Non c’è un cacchio da festeggiare 😄    eppure... dicono che bisogna essere positivi........... ma se sei positivo rischi di contagiare gli altri.....   non si sa cosa bisogna fare. Bisogna fare finta che sia tutto ok?Troppa positività rende le menti imbecilli irreversibili 😅 Io non sono mai stato pessimista..... sono un ottimista ben informato. Non mi piace far finta di niente solo per tentare di mettere in scena il mondo del “come dovrebbe essere”.Ok ora non è il momento più adatto per approfondire riflessioni ed esplicare contestazioni 😁 magari mi esprimerò nel 2021... Auguri belli a tutti voi 🥰Spero possiate trascorrere questo periodo di “Feste” in salute, serenità... con le persone che amate ❤ Sono qui, in studio, con la musica 😍vi mando tutto l’amore che provo, i brividi che sento, le sensazioni che riesco a toccare... Vi racconta tutto questa bambina nata 22 anni fa....... era il 1998.E’ stato tutto così forte sin dai primi attimi, mi ricordo di aver sentito la voglia di ridere e di piangere... voglia di abbracciare forte i miei cari, di dirgli Grazie... di urlare e ballare insieme ❤❤❤Erano moltissime sensazioni...Così tanto Amore non poteva essere racchiuso in alcuni istanti, o in un giorno, un mese, un anno..... ed è per questo motivo che l’ho chiamata “L’Amour Toujours”.... ❤️💙🧡💚💛💜🤍🖤 Buon Natale... come più vi piace ❤ Vostro... Gigi https://www.youtube.com/watch?v=w15oWDh02K4
3 notes · View notes
Photo
Tumblr media
Valeria Rossi, Tre Parole
«Dammi tre parole Sole, cuore, amore Dammi un bacio che non fa parlare È l'amore che ti vuole Prendere o lasciare Stavolta non farlo scappare Solo le istruzioni Per muovere le mani Non siamo mai così vicini, ah»
Nata a Tripoli ma cresciuta a Mentana, provincia di Roma, ha esordito discograficamente nell'estate del 2001 con il singolo Tre parole, canzone scritta da Liliana Richter, Francesco Cabras e la stessa Valeria Rossi. Il brano, scartato  ça va sans dire dalla partecipazione al Festival di Sanremo 2001 nella categoria "Giovani", è stato pubblicato a metà giugno riscuotendo un successo clamoroso.
Fu il tormentone dell’estate, vendette 10mila copie in tre settimane, vinse il Festivalbar, un triplo Disco d’Oro (200mila copie vendute), un Italian Music Award, rimase in vetta alla classifica per sette settimane, diventando il secondo disco più venduto dell’anno. Una canzone leggera e ottimista facilmente cantabile anche da qualunque “signora” Rossi d’Italia.
«In realtà avevo scritto un testo più intimista, più crudo e crepuscolare, che nel ritornello faceva: “Sono il traditore, sono il tuo dolore, sono la notte che deve passare. Era l’iperbole della speranza che persiste e porta alla rinascita. Il mio discografico ebbe l’intuizione di rendere più gioiosa la frase su quella melodia. Così la frase diventò “dammi tre parole, sole, cuore, amore”» 
[…] Io sono nata a Tripoli, ma da quando avevo un anno ho vissuto in Italia. Ho visto il trauma della mia famiglia attraverso i loro occhi, una famiglia libica da generazioni, costretta a fuggire perdendo tutto. Mio padre aveva un’azienda di import-export. Da parte di mia madre la nostra famiglia era lì dalla prima metà del- l’Ottocento, dai tempi delle Reggenza di Tripoli del Granducato di Toscana. Vivevamo un’anomalia italiana storicamente controversa. Ho studiato Antropologia e, come dovere morale, ho fatto una tesi sulle espressioni artistiche degli italiani d’Africa.
 - Ma non le sembra riduttivo essere ricordata solo per un brano leggero come “Tre parole”?
«A quella canzone devo comunque molto. Perché ho potuto acquistare casa ai miei genitori che erano in affitto, perché ho trasmesso dei sentimenti ed emozioni positive in tante persone». [L’Avvenire]
 Opere Recenti:
Nel 2014 Valeria Rossi ritorna (sotto lo pseudonimo Mammastar) con "La canzone di Peppa" ispirata a Peppa Pig, eroina di un cartone animato amato dai bambini.
Nell'ottobre del 2014 Valeria Rossi pubblica il libro di ricette per bambini intitolato Bimbincucina, con allegato un cd contenente 21 brani-ricetta, Bimbincucina con Valeria Rossi e Carotino.
Nel maggio del 2015 pubblica il libro Tre parole dopo. Riflessioni intorno al successo.
Nel 2018 è tra i concorrenti del talent show di Rai 1, condotto da Amadeus, Ora o mai più, sotto la guida della Maestra Orietta Berti.
31 notes · View notes
weirdesplinder · 5 years
Text
Libri Natalizi
Lo so, è un po’ presto per pensare al Natale, ma perchè non iniziare ad entrare nell’atmosfera giusta con qualche lettura natalizia? Ci sono alcuni libri che secondo me sono in grado di catapultarci immediatamente nel magico mondo del Natale  e che magari rileggiamo ogni anno. O almeno io lo faccio, da tipica lettrice compuldiva... Un po’ come il film Una poltrona per due...che Ntale sarebbe se non lo replicassero per l’ennesima volta in tv?
Perciò ho pensato di farvi un piccolo elenco dei miei libri natalizi per antonomasia, non si tratta di ultime uscite, ma dei romanzi che io amo leggere in questo periodo dell’anno, ormai da anni.
Se anche voi avete i vostri libri natalizi, ditemeli giù nei commenti, sono sempre felice di aggiungere nuovi libri alla mia lista, come ben sapete.
Ecco i miei romanzi di Natale:
Il primo libro che metto in elenco è molto leggero, ma ha quell’atmosfera di fiaba che a me ispira molto Natale:
Tumblr media
Giorni di zucchero e fragole
Sarah Addison Allen 
L'inverno è la sua stagione preferita; lei non è il classico esempio di bellezza del Sud; i dolci è meglio mangiarli di nascosto. Queste sono le tre certezze di Josey, che vive a Bald Slope - il paesino di montagna dov'è nata - rinchiusa nell'antica casa di famiglia ad accudire la vecchia madre. Ma di notte Josey ha una vita segreta. Si rifugia in camera a divorare scorte di dolcetti e pile di romanzi rosa. Finché un giorno, misteriosamente, nello stanzino nascosto dal guardaroba, dove l'aria profuma di zucchero, spunta un'esuberante signora che dice di essere venuta per aiutarla. E per Josey sarà l'inizio di una nuova vita.        
Il secondo libro invece unisce il Natale a un romanzo con protagonista una libraria che adora i libri, perciò non potevo non metterlo in elenco, inoltre non è per nulla scontato come potrebbe sembrare dalla trama. Semplice, ma non banale:
Tumblr media
Al’improvviso a New York
Melissa Hill
Darcy Archer lavora in una piccola libreria indipendente di Manhattan. È una sognatrice: non è disposta ad accontentarsi e a trentatré anni aspetta l'arrivo del Vero Amore, quello che abita nei suoi adorati romanzi. Un giorno di dicembre, sfrecciando in bicicletta per le strade innevate della città, travolge un uomo che le sbuca davanti all'improvviso. Quando Aidan Harris viene portato via dai paramedici, sul marciapiede rimangono il suo cane e un pacco misterioso. In preda ai sensi di colpa, Darcy fa di tutto per ricongiungere il cane, un adorabile husky di nome Bailey, al suo padrone e quando scopre che nell'incidente Aidan ha perso la memoria, le cose si complicano. Inizia così l'indagine di Darcy che, decisa ad aiutarlo a ritrovare la sua identità, si lascia trascinare da Bailey attraverso una New York natalizia, vibrante di luci e colori, fino a un lussuoso appartamento nell'Upper West Side. Qui raccoglie indizi preziosi sulla vita dello sconosciuto, che sembra fatta di viaggi esotici, sport estremi e bellissime donne, e trova la stanza dei suoi sogni: una biblioteca privata colma di preziosissime prime edizioni. Mettendo insieme le tessere del puzzle, la sua vivida immaginazione costruisce un ritratto di Aidan incredibilmente somigliante al suo uomo ideale. Ma le sue fantasie corrispondono alla realtà? E cosa succede quando la realtà è ben diversa da quanto sembra?
Il terzo libro mi ricorda le atmosfere del film La vita è meravigliosa con James Stuart un must natalizio. Anche qui abbiamo un angelo custode che però finisce per innamorarsi della sua protetta. Anche questo è un libro lieve ma fiabesco:
Tumblr media
Domeniche da Tiffany
James Patterson
Jane è una bambina solitaria e sensibile. Sua madre, potente manager di una compagnia teatrale di Broadway, non ha tempo per lei, presa com'è dal suo lavoro. Per fortuna c'è Michael, un giovane gentile, comprensivo e divertente che tutte le mattine l'accompagna a scuola e trascorre tante ore con lei. Ma solo la piccola, può vederlo, perché Michael è il suo amico immaginario. E come ogni amico immaginario, il suo compito è quello di accudire i bambini sino ai nove anni di età. Dopodiché i piccoli dovranno cavarsela da soli. Eppure molti anni dopo accade l'impossibile: Jane e Michael si incontrano casualmente a New York. Sono passati più di vent'anni, ma lui è identico, inconfondibile. Jane pensa di essere impazzita: Michael esiste davvero? È un uomo? Un angelo? Ma in fondo che importanza ha? Quel che conta è che Jane è innamorata e che Michael è l'uomo perfetto per lei...     
Il quarto libro è un romance storico, genere che già da solo fa molto Natale, questo poi è ambientato all’inizio durante una bufera di neve....e parla di due sconosciuti costretti dal maltempo a condividere l’alloggio con conseguenze inaspettate...un libro molto dolce e passionale, per nulla banale. Il protagonista msachile è molto coraggioso, e sfida le regole della società quasi fin da subito per seguire il suo cuore ma dovrà penare per convincere la sua lei a fare lo stesso. Mi piace legger libri dove almeno uno dei protagonisti è veramente sicuro dei suoi sentimenti in modo logico e duraturo e parla chiaro...inoltre nel libro è prsente anche l’amore per la musica insomma, un gran bel libro che per me fa subito Natale:
Tumblr media
Risveglio di passioni
Mary Balogh
Due estranei si incontrano durante una bufera di neve. Costretti a passare una notte assieme, si rendono conto che per quelle poche ore dal momento che non sanno nulla l’uno dell’altro e nessuno sa o saprà mai cosa succederà tra loro, sono liberi dalle regole della società e dai loro stessi scrupoli. Liberi di comportarsi semplicemente come un uomo e una donna attratti l’uno dall’altra. Sono poche ore magiche che però durano troppo poco. Al risveglio ognuno dei due dovrà riprendere il proprio ruolo. Lui quello di visconte, lei quello di maestra di canto in una scuola per ragazze. Si dicono addio senza rivelare nulla del loro passato o presente all’altro, ancora estranei in un senso, molto più che amici in un altro, e con un ricordo indelebile nell’animo. Credono che tra loro sia finita, ma il destino li farà incontrare ancora e stavolta sarà compito loro avere il coraggio di andare contro le convenzioni pur di riappropriarsi della magia che possono creare insieme.
Non poteva mancare un giallo per Natale e cosa c’è di meglio che leggere di Poirot ad un pranzo Natalizio? Adoro questo romanzo anche se l’ho letto un sacco di volte:
Tumblr media
Il Natale di Poirot
Agatha Christie
Tre giorni prima di Natale un anziano e ricco signore inglese, Simeon Lee, decide di riunire la famiglia presso di lui per comunicare di voler cambiare il testamento. Ma poco dopo questa riunione, l'uomo viene trovato assassinato. L'investigatore Poirot dovrà mettere a frutto tutto il suo acume per vagliare gli indizi, scartare un numero sconcertante di false piste e giungere alla soluzione del caso.
Non potevano mancare nell’elenco anche due romanzi non pubblicati purtroppo in italiano.
Il primo è un romance storico ambientato a Natale, in stile fiaba, veramente dolce, ottimista, ma anche realistico in certi punti, fa molto Canto di Natale:
Tumblr media
Marian’s Christmas wish Carla Kelly Trama: Marian ha quasi diciassette anni, un carattere deciso, ma dolce e una famiglia perennemente bisognosa della sua guida. O così lei crede. Tra un cagnolino da salvare e curare, un partita a scacchi da vincere ad ogni costo, e classici greci e latini da leggere, deve perciò trovare il tempo per mangiare (ehi dopotutto sta crescendo) e risolvere i problemi dei suoi famigliari in modo da poter passare un Natale perfetto. Punto primo: aiutare sua sorella maggiore Ariadne a convincere il suo innamorato, il vicario del paese, a dichiararsi. Punto secondo: evitare che la loro madre spenda gli ultimi spccoli rimasti in famiglia e affligga tutti con malanni immaginari. Punto terzo: aiutare suo fratello minore, espulso stavolta per sempre da Eton a tenerlo nascosto ancora un pò al loro fratello maggiore. Punto quarto: cercare di non voler male a suo fratello maggiore per il fatto di aver portato a casa per Natale un grasso, pomposo e antipatico collega diplomatico con l'idea di farlo sposare alla loro sorellina Ariadne. Punto cinque: non strozzare suddetto pomposo pretendente. Con così tante cose da fare Marian è felice che l'altro ospite invitato da suo fartello sia almeno simpatico e deciso ad aiutarla. Ora se solo il suo stomaco non sobbalzasse ogni volta che lo vede…probabilmente i troppi dolci le stanno facendo male.
Il secondo anch’esso ha quell’atmosfera fiabesca che associo al Natale, so di ripetermi, ma questo mi piace leggere in quel periodo, e abbiamo di nuovo un angelo custode, anche se di tipo equino in questo caso:
Tumblr media
The nothing girl
Jodi Taylor
Jenny Dove non è nessuno, glielo ripetono i parenti che la considerano solo un peso o una schiava al loro servizio, lo pensano i suoi compaesani che non la sentono mai parlare perchè si vergogna troppo della sua balbuzie e lo crede anche lei. Quindi perchè vivere se non si è nessuno, non ha senso, e ha quasi deciso di farla finita ancora solo ragazzina quando ecco che  Thomas le appare per la prima volta. Oh, Jenny non sa se si tratta solo di un amico immaginario o se è il suo angelo custode e non le importa sa solo che è un bellissimo cavallo dorato parlante (e un poco vanesio) che solo lei può vedere e che è deciso ad aiutarla anche contro la sua volontà. Thomas la segue e la guida fino all'età adulta, ma non troppo, perchè è lei che deve avere coraggio di superare i suoi limiti, anche se con qualche spinta. Sarà in parte grazie a Thomas se Jenny finalmente sfuggirà i suoi parenti e si sposerà e Thomas l’aiuterà anche a far funzionare un matrimonio parecchio eccentrico.... finchè Jenny si renderà conto di essere più forte di quello che crede e di aver costruito qualcosa di molto importante grazie a se stessa, a Thomas, ma soprattutto grazie a molte persone, amici e anche di più che non solo non pensano che lei non sia nessuno, ma anzi credono che lei sia molto importante, anzi necessaria alla loro vita.
Spero il mio breve elenco vi sia piaciuto, e ora ditemi i vostri libri natalizi del cuore
1 note · View note
musicletter · 2 years
Text
Il ritorno dei Gorillaz con «Cracker Island»
«Cracker Island» è il nuovo singolo dei Gorillaz, band nata da un'idea del musicista e cantante Damon Albarn e il fumettista Jamie Hewlett.
Cracker Island è il nuovo brano forte e ottimista dei Gorillaz, formazione inglese nata nel 1998 da un’idea del musicista e cantante Damon Albarn e il fumettista Jamie Hewlett, che vede protagonisti quattro personaggi animati: Murdoc, Noodle, Russel e 2D. Il nuovo brano, prodotto da Greg Kurstin, vede la partecipazione del poliedrico bassista Thundercat. Gli album Con sette album all’attivo,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
giancarlonicoli · 5 years
Link
24 DIC 2019 18:00
VIENI AVANTI, GAVINO (SANNA) -  “IL CASCHETTO? HO LE ORECCHIE A SVENTOLA COME DUMBO, PERCIÒ LE COPRO CON I CAPELLI. BERLUSCONI MI DISSE: SE LI TAGLIA, CI DAREMO DEL TU - WARHOL? UN RIVOLUZIONARIO. ATTACCATISSIMO ALLA MADRE. DICEVA: GLI ITALIANI MI SONO SIMPATICI, HANNO SEMPRE LA PATTA SDRUCITA PERCHÉ CONTINUANO A TOCCARSI LÌ - ERO UN SOMARO, ALLE MEDIE FUI BOCCIATO DUE VOLTE - MONTANELLI AMÒ IL MIO SPOT E FECE CAMBIARE IDEA A BARILLA" – VIDEO
-
Paolo Baldini per il “Corriere della Sera”
Gavino, sarà la bellezza a salvarci? «Le rispondo così: e chi salverà la bellezza? Il regno della cultura e del buon vivere esiste ancora? Spesso sono gli stranieri a spiegarci che il nostro è un Paese stupendo. Noi fatichiamo ad accorgercene. Roma non sarebbe ridotta in questo modo. E anche la mia Sardegna. Sa una cosa? Siamo in mano ai pasticcioni, ai profittatori, agli odiatori di professione».
Gavino Sanna, 79 anni, il creativo italiano «più stimato, copiato e premiato», con 7 Oscar della pubblicità e oltre trenta libri, l' autore di campagne «che fecero epoca», collezionista di caffettiere da western in ferro-smalto, non usa computer e gira al largo «dall' inferno di Internet». Una vita da romanzo. Da Porto Torres dov' è nato, a New York. Dall' Italia di Carosello alla cavalcata americana. Oggi si dice «ottimista e in pace con se stesso». Si tiene in disparte nella casa-museo di Milano e confessa di amare la solitudine, «che può essere una magnifica compagna».
Per tutta la vita, sostiene, ha inseguito una passione e si è rotto la schiena «per andare al massimo, per essere il migliore». Ha fatto campagne elettorali per quattro governatori della Sardegna e se n' è «pentito amaramente». In una riunione pubblica, ricorda, «mi sono anche scusato». S' accalora: «La protesta ci affascina. Rispondiamo ai richiami ideali. Le foreste minacciate coinvolgono tutti. Ma se vuoi pulire le strade di Roma chi ti viene dietro?».
Racconti come tutto cominciò.
«Male. A scuola ero un somaro, bocciato due volte alle medie. I miei genitori non sapevano cosa fare di me. Poi uno zio ebbe un' intuizione. Gavino, suggerì, è il nipote di uno dei pittori più importanti della Sardegna tra 800 e 900, Mario Paglietti: mandatelo all' istituto d' arte Filippo Figari di Sassari. È stata la mia fortuna. Sono stato l' unico allievo dell' istituto promosso con 10 in disegno dal vero».
La pubblicità era lontana.
«Finita la scuola, andai da un altro zio: Giovanni Manca, pittore, giornalista e caricaturista, collaboratore del Corriere dei Piccoli , inventore dell' arcivernice che rendeva reali i quadri e del sor Cipolla. Quando entrai nel suo studio, a Bergamo, mi sembrava di sognare. Tornai a casa felice, ma a mani vuote».
Allora?
«Seguii l' indicazione di un amico che lavorava nella più importante agenzia dell' epoca, lo Studio Sigla del commendator Mario Bellavista. Fui assunto con lo stipendio di 45 mila lire al mese, una miseria. Trovai alloggio a Ospitaletto, Brescia. All' alba prendevo il treno dei pendolari per Milano. Mi infilavo sul tram 33 e arrivavo in piazzale Biancamano, sede della Sigla.
La città mi appariva enorme, con la neve, il traffico e le latterie dove mi sfamavo a furia di pane e caffellatte. Allo Studio Sigla, che lavorava per Bic e Spic e Span, dovevo indossare un camice cremisi, come tutti i creativi. Stavo in un salone con le penne ben disposte e la carta fine. Non sapendo che fare, disegnavo. E tutti mi si facevano intorno. Il disegno è sempre stato il mio asso nella manica».
Il primo cliente importante?
«Baci Perugina. Chiamammo un famoso regista-fotografo. Fece uno splendido servizio.
Lo slogan era: Ovunque c' è amore c' è un Bacio Perugina . Preparammo i bozzetti e andammo a Perugia, ma inaspettatamente fummo presi a male parole. Bocciati. In una settimana dovevamo rivedere tutto, senza più soldi. Trovammo uno stagno e una barchetta sul Lambro, un fotografo di matrimoni e due modelli improvvisati: io stesso e una segretaria, molto carina, appena assunta. Fu il successo che sappiamo».
Poi?
«Passai alla Ata Univas e ottenni il primo stipendio accettabile, 240 mila lire, ma rimasi solo un anno. Trovai alloggio da una sartina sposata con un investigatore privato che riceveva nello Studio Lince. Lessi sul giornale che un' agenzia di marketing cercava collaboratori e passai alla Lintas.
Creammo l' uomo in ammollo di Franco Cerri. Il copy nel frattempo se n' era andato alla Mc Cann Erickson e poco dopo mi chiamò con sé. Lui era Massimo Magrì e divenne un bravo regista. Avevamo commesse di Gillette, Esso, Motta. Ci arrivavano le "pizze" americane: ero affascinato. Non ci misi molto a decidere: mollai il posto e volai a New York».
Come andò?
«Prima di tutto mi iscrissi a un corso di inglese. Dormivo nel ricovero dei ragazzi cattolici. Intanto un grafico romano che aveva lavorato a Cuba ed era diventato il pittore della Rivoluzione mi fece incontrare il titolare di una piccola agenzia: John Paul Itta, origini greche.
Gli portai i miei disegni. Mi assunse e cominciò un periodo magnifico. Conobbi Patricia, una bellissima hostess della Pan-Am nata a Memphis: divenne mia moglie. Grazie a lei ottenni un colloquio con il direttore della Mc Cann. Mi assegnò la campagna per Tampax e subito dopo quella per la famosa birra Miller.
Tra i nostri clienti c' erano la Coca Cola e il governo Usa. Strinsi la mano a Richard Nixon: non mi fece una grande impressione».
Il passo successivo?
«Entrai nel tempio della creatività internazionale, Scali McCabe & Sloves. Avanti paisà , mi disse Sam Scali, il capo. Mi consegnarono il budget per Revlon. Lavorai con Richard Avedon, il grande fotografo, e Lauren Hutton, l' attrice di American Gigolò . Facemmo insieme un' indimenticabile campagna per i prodotti di bellezza. Lei nuda, e la crema: incantevole».
Come nasce la pettinatura a caschetto?
«Da bambino avevo un taglio alla tedesca. Ma, per eredità di famiglia, ho le orecchie come Dumbo, perciò le copro con i capelli. In Usa li tenevo fino a mezza schiena. Mi scambiavano per un apache: di che tribù sei, Gavino?».
I suoi incontri: Frank Sinatra, Elvis Presley, Paul Newman, Catherine Deneuve, Luciano Pavarotti, Sophia Loren, Alain Delon, Christian Barnard. E poi lui, Andy Warhol.
«Appena arrivato seguivo le sue lezioni sul cinema. Raccontava di sé, spiegava come aveva girato Sleep , un anti-film in cui John Giorno dorme per 5 ore e 20 minuti . Il suo studio era un covo di gente bizzarra. Girava sporco di vernice, con la Polaroid in mano. Aveva una collezione di parrucche: la preferita era rosa. Un rivoluzionario. Attaccatissimo alla madre. Diceva: gli italiani mi sono simpatici, hanno sempre la patta sdrucita perché continuano a toccarsi lì. Lo incontravo spesso al Club 54, seduto in un angolo con Truman Capote».
Perché, al culmine del successo, è tornato in Italia?
«Un' agenzia internazionale, Benton and Bowles, voleva aprire una sede in Italia e mi fece un' offerta irrinunciabile. Davanti a me si stendeva la Milano da bere. Avevo appena divorziato. Il mio matrimonio era stato seppellito dalla crisi del settimo anno. Decisi che avrei rivoluzionato il linguaggio della pubblicità e per questo mi feci molti nemici. Una mano me la diede anche Berlusconi, che con le sue tv stava cambiando le regole della comunicazione pubblicitaria. Arrivarono clienti come Barilla, Giovanni Rana, Fiat, Simmenthal».
Già: il cliente Barilla.
«Andai a Parma a conoscere Pietro e i figli. Lui mi portò in un piccolo ufficio. Mi disse: vede, questo non è solo il marchio della pasta, ma il nome della mia famiglia, ne tenga conto. È stato il brief più bello della mia carriera. Proposi un film di 90 secondi. Un distinto signore dalla stazione centrale di Milano viaggia per tornare in famiglia. In tavola trova pacchi di pasta. Dove c' è Barilla c' è casa , lo slogan. Tutto sbagliato, mi sgridò Pietro. Una settimana dopo si scusò: Gavino, è un capolavoro».
Motivo?
«Barilla faceva le vacanze a Cortina e il suo migliore amico era Indro Montanelli. Che un giorno lo incontrò: ho visto il tuo spot, caro Pietro, è davvero bellissimo. Arrivò la bambina che torna a casa con il gattino e mette il fusillo in tasca a papà. Fioccarono i premi».
Con Berlusconi ha lavorato a lungo.
«L' ho conosciuto al rientro in Italia. Mi invitò al Gallia per una tavola rotonda. Vedevo che mi fissava da lontano. Mi raccontò: quando ero giovane portavo i capelli come i suoi, poi li ho tagliati e la mia vita è cambiata. Mi dia retta: li tagli anche lei. Se lo fa, ci daremo del tu. È diventato il titolo di uno dei miei libri».
Com' è arrivato a essere viticoltore?
«Un bel giorno, qualche anno fa, mi stavo facendo la barba. Chiamo Lella, mia moglie, e le dico: oggi sento i miei partner americani e vendo tutto. Detto, fatto. Il vino è la mia attività dal 2004. Pensi che nella mia famiglia nessuno beveva. E io sono astemio. Tutto da solo, ho disegnato la bottiglia, il logo e ideato gli slogan per il lancio, un vero atto d' amore per la Sardegna. Così, nel Sulcis, è nata Cantina Mesa».
Come si definirebbe?
«Gavino, che si diverte come un bambino a fare le caricature».
1 note · View note
missmelancholya · 7 years
Text
Mi sento così sola... ...circondata da persone che non mi sentono, e non mi vedono... La musica mi fa più compagnia di tutti... i miei pensieri anche, le mie emozioni per fino.... Vorrei qualcuno che mi abbracciasse e non mi lasciasse più. In questo momento mi sento così a terra che se avessi un pulsante per farla finita non esiterei a schiacciarlo, stop, game over... fine di tutto.  Ma ho il problema di essere un ottimista nata, troppa speranza dove non deve esserci, vedo il buono anche quando non c’è, forse ho bisogno di vederlo... forse lotto per le cause perse in partenza, forse dovrei solo smetterla di darmi da fare per qualcosa che non è mai andato bene.  Forse questo mondo non è mai andato bene per me e io per lui. 
1 note · View note
Note
parla di una persona importante che hai conosciuto qui
Una sola persona. È entrato nella mia vita quando non ne volevo sapere niente di nessuno, non credevo nell'amore ed ero fredda, spenta. Ho risposto al suo primo messaggio un giorno di settembre e da lì ho iniziato a vedere il mondo in modo diverso, dopo una settimana tipo ero ad una festa e l'ho chiamato, perché lessi che aveva bisogno di me. O almeno io speravo avesse bisogno di me. Io l'ho chiamato. Io che non davo considerazione a nessuno, io che non ho mai cercato nessuno. Erano sempre gli altri a venire da me, era la prima volta che io andavo da qualcuno. Quella sera alla fine mi deve rimanere male, un ragazzo mi aveva fatto rimanere male. Di solito ero io a far rimare male loro. Da lì iniziai ad avere paura perché questo ragazzo aveva potere su di me. Voleva vedermi, io cercavo sempre di rimandare. Avevo troppa paura di restarci male, anzi di starci male. Alla fine mi ha rubato il cuore. Si è preso ogni singolo pezzettino di esso. Dopo un mese e mezzo tipo gli dissi che lo amavo. È passato tanto tempo e lo amo ancora. Mi chiedevo cosa avesse questo ragazzo in più agli altri. Mi rendeva felice. Era sempre felice, mi mandava registrazioni in cui cantava per farmi ridere quando ero triste. Mi chiamava trottola, perché parlavo più di dieci ragazze messe insieme. Era come il sole, è come il sole. Vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno, ottimista come nessuno mai mentre io sono una pessimista nata. È l'unica persona al mondo che mi capisce, che capisce quando ho qualcosa da dire solo sentendo il mio respiro. Ha un profumo che adoro, tanto che al polso porto un elastico su cui l'ho spruzzato. È intelligente, una sera di febbraio eravamo seduti su una panchina, io gli dicevo dei calcoli che lui doveva fare a mente, e tutte le volte che rispondeva in modo giusto scoppiavo a ridere. Ho cercato di convincerlo ad iscriversi ad economia ma è testardo. Ah quanto è testardo, persino più testardo di me. Ogni volta che litigavamo era una sfida a chi aveva ragione e con lui perdevo sempre perché ha la capacità di convincermi. Potevo dirgli che il sole è giallo, dopo aver parlato con lui mi faceva venire i dubbi che in realtà fosse rosso. È dolce, quando dormivo in braccio a lui ed ero nel dormiveglia lo sentivo parlare, ripeteva tra se e se quanto fossi bella e io mi sforzavo di non sorridere perché volevo ascoltarlo ancora. Gli piaceva il profumo dei miei capelli e della mia pelle. Lo sentivo respirare nel mio collo quando mi abbracciava. È l'unica persona mi conosce davvero, che conosce tutte le mie paure, i miei problemi. L'unico di cui mi fido a raccontare le mie cose. Sa ascoltare. Ascolta anche tutte le mie paranoie, le stronzate della mia famiglia. Mio padre lo adora, anche se è geloso di lui. È geloso, tantissimo, per lui sono la persona più bella del pianeta per quanto è geloso. Si preoccupa per me. È protettivo, quando usciamo non mi perde un attimo di vista, eravamo al centro commerciale e mi fermai un secondo a vedere una vetrina, e lui nel panico si girò a vedere dov'ero. Ha un sorriso, che non puoi neanche immaginare. Adoro vedere film comici con lui perché mi giro sempre a vederlo ridere, fa persino le fossette. Ha delle braccia e delle spalle… quando faccio la stronza in modo scherzoso fa finta di essere un bimbo offeso e mi fa sciogliere. È sicuro di sè, a tratti anche un po’ egocentrico ma in realtà ha delle insicurezze, come tutti direi. Conosce tanta gente, è estroverso anche se lui continua a dire che in realtà è timido, insomma il contrario di me. È simpatico, mi fa sempre morire dal ridere. Insieme siamo due tornado. Le persone quando ci vedono dicono che siamo fatti l'uno per l'altro e anche io la penso così. Perché riesce a superare tutti i miei limiti, ci completiamo. E alla fine mi fa arrabbiare come nessuno mai, mi delude anche. Molto spesso quasi mi viene da odiarlo per quanto mi fa arrabbiare. Quando si arrabbia è stronzo come non mai, penso che nessuno riesca ad essere stronzo come lui. Ma alla fine ne sono innamorata, perché è l'unico a cui ho permesso appunto di deludermi, di farmi incazzare e di farmi innamorare. Grazie a lui ho capito che dovevo essere me stessa, che dovevo essere forte da chiudere la porta in faccia alle persone che non erano mie vere amiche, ho imparato che sono speciale e se gli altri non lo capiscono è un problema loro. Ho sempre pensato che per lui ne valesse la pena, di soffrire ecc. Ed è ancora così, perché quando lui è vicino a me, con la sua sola presenza mi fa sentire la persona più felice sul pianeta. E adesso ho paura che lui sia più felice senza di me invece.
1 note · View note
italianaradio · 5 years
Text
Luisa Ranieri: 10 cose da sapere sull’attrice
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/luisa-ranieri-10-cose-da-sapere-sullattrice/
Luisa Ranieri: 10 cose da sapere sull’attrice
Luisa Ranieri: 10 cose da sapere sull’attrice
Luisa Ranieri: 10 cose da sapere sull’attrice
Luisa Ranieri è una delle attrici migliori del panorama cinematografico italiano e capace di contrubuire allo sviluppo del cinema nostrano negli ultimi anni.
L’attrice ha dimostrato sin da subito di essere molto in gamba con la recitazione, districandosi tra cinema e tv, senza rinunciare alla conduzione e ai videoclip, conquistando il pubblico anche per la sua bellezza e femminilità, ribaltando il concetto di bellezza uguale a poca intelligenza.
Ecco, allora, dieci cose da sapere su Luisa Ranieri.
Luisa Ranieri film
1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è iniziata nel 2001, quando debutta sul grande schermo con il film Il principe e il pirata, per poi proseguire con Il fuggiasco (2003), Guardiani delle nuvole (2004), Eros – episodio Il filo pericoloso delle cose (2004), SMS – Sotto mentite spoglie (2007), Gli amici del bar Margherita (2009) e L’amore buio (2010). In seguito, recita in La vita è una cosa meravigliosa (2010), Letters to Juliet (2010), Le maquis (2011), Benvenuto a bordo (2011), Mozzarella Stories (2011), Immaturi (2011) e Immaturi – Il viaggio (2012). Tra i suoi ultimi film, vi sono Colpi di fulmine (2012), Maldamore (2013), Allacciate le cinture (2014), Forever Young (2016), La musica del silenzio (2017), Veleno (2017), Napoli velata (2017) e Vita segreta di Maria Capasso (2019).
2. Ha lavorato spesso per il piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha prestato la sua attività solo per il grande schermo, ma ha partecipato anche a diversi progetti televisivi. Infatti, ha debuttato sul piccolo schermo con La squadra (2000), per poi lavorare nelle serie tv La omicidi (2004), Cefalonia (2005), Callas e Onassis (2005), Boris (2007), ‘O professore (2008), Amiche mie (2008), Gli anni spezzati – Il commissario (2014), Luisa Spagnoli (2016) e La vita promessa (2018). Inoltre, ha recitato anche nei film tv Maria Goretti (2002), Il giudice meschino (2014) e Una buona stagione (2014).
3. È apparsa in altri progetti. Oltre al cinema e alle serie tv, l’attrice ha dimostrato di saperci fare anche con la conduzione, come è avvenuto per Rockpolitik (2005) e Amore criminale (2012-2013). Inoltre, ha partecipato anche tra i protagonisti del videoclip Sognami di Biagio Antonacci nel 2007.
Luisa Ranieri Instagram
4. Ha un profilo ufficiale. L’attrice possiede un proprio account ufficiale su Instagram che è seguito da 224 mila persone. La sua bacheca è un tripudio di foto che trasmettono solarità e gioia, tra momenti di lavoro e i molti momenti legati alla quotidianità e a quelli trascorsi con la famiglia.
Luisa Ranieri sposata
5. È sposata da alcuni. L’attrice è insieme da molti anni con il collega Luca Zingaretti, ma i due si sono sposati solo il 23 giugno del 2012. Infatti, i due attori si sono conosciuti tra il 2004 e il 2005 sul set della serie Cefalonia e lei, sebbene restia dal frequentare dei colleghi, ha ceduto alla corte dolce, ma serrata, di lui. Così, i due hanno iniziato una relazione nel 2005, per poi non lasciarsi mai.
6. È madre di due bambine. Dall’unione con il marito Luca Zingaretti, l’attrice è diventata madre di due figlie: Emma (nata il 9 luglio del 2011) e Bianca (nata il 27 luglio del 2015).
Luisa Ranieri Immaturi
7. Ha recitato poco dopo aver partorito. Dopo il parto della prima figlia, quasi dopo poco più di un mese, l’attrice si è presentata in Grecia sul set di Immaturi, dimostrando di avere un’energia quasi fuori dal normale.
Luisa Ranieri Luisa Spagnoli
8. Non conosceva la storia della protagonista. Prima di iniziare ad interpretare Luisa Spagnoli, l’attrice non conosceva il personaggio ed è stato quando ha letto il soggetto propostole per avviare una serie che si è resa conto di chi fosse.
9. Ha amato interpretare Luisa. L’attrice ha amato interpretare il personaggio di Luisa, così forte e determinata, così lungimirante ed ottimista, creatrice di un impero dolciario che ha conquistato il mondo.
Luisa Ranieri: età e altezza
10. Luisa Ranieri è nata il 16 dicembre del 1973 a Napoli e la sua altezza complessiva corrisponde a 173 centimetri.
Fonte: IMDb
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Luisa Ranieri: 10 cose da sapere sull’attrice
Luisa Ranieri è una delle attrici migliori del panorama cinematografico italiano e capace di contrubuire allo sviluppo del cinema nostrano negli ultimi anni. L’attrice ha dimostrato sin da subito di essere molto in gamba con la recitazione, districandosi tra cinema e tv, senza rinunciare alla conduzione e ai videoclip, conquistando il pubblico anche per la […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Mara Siviero
0 notes