Tumgik
#perdere la pazienza
romyy999 · 5 months
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Sono anni che sopporto,
butto giù il boccone amaro per quieto vivere,
se poi un giorno perdo la pazienza e vi butto addosso tutta la merda con la quale ho dovuto convivere a causa vostra,
non chiamatemi stronza,
ma fatevi un esame di coscienza.
- romyy999
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binniesoob · 2 years
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me, everyday: if i had polls I would-
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kon-igi · 1 year
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CARI AMICI UOMINI
Dopo avere letto una pletora di articoli di giornale polemichetti e frignosetti sull'argomento, mi permetto, in quanto tesserato da 50 anni presso il Patriarcato, di raccontarvi come andrà a finire.
Intanto due o tre considerazioni sulle donne.
Le donne non devono essere 'conquistate'... Le donne hanno voglia di trombare tanto quanto voi, quindi se non le state trombando significa che non vi vogliono trombare. Punto.
Non dovete convincerle, non le dovete ammansire o ammaliare, non stanno facendo 'le difficili'... non vi vogliono trombare per una serie di motivi che voi non capite o che magari non hanno voglia di spiegarvi, anche perché magari ci sono donne stronze (o stanche o a cui girano i coglioni per fatti loro) che non hanno voglia di dare spiegazioni.
Non vi hanno fatto perdere tempo facendovela annusare.
Magari è successo l'esatto contrario, perché loro si aspettavano un uomo più interessante, perdendo così tempo prezioso nel credervi migliori di quanto non siate poi risultati.
Nessuno deve niente a nessuna. E viceversa.
Impacchettate le vostre palle blu e segatevi a casa. Ri-punto.
Ho incontrato parecchi omuncoli tambleri con le palle e l'orgoglio feriti che, frignanti per le aspettative tradite, sentivano di dover in qualche modo pareggiare i conti...
Mi piacerebbe insultarvi in modo colorito e fantasioso ma credo che il vostro specchio ogni mattina stia facendo un lavoro migliore del mio.
E vi svelo un segreto, a voi che vi sentite demascolinizzati da tutte queste donne disinibite, rompicoglioni e pretestuose con le loro lotte femministe.
Le donne sono disinibite?
Scopatevi una bambola gonfiabile ascoltando in loop l'mp3 di vostra mamma che vi dice che voi valete.
Le donne sono pretestuose e rompicoglioni con le loro lotte?
Credo che 10.000 anni di patriarcato abbia conferito loro questo diritto e se a volte alcune polemiche possono sembrare davvero pretestuosamente costruite, pazienza... ci sta che per i primi tempi qualcha uomo possa pagare le colpe dei propri padri, dei propri nonni, dei propri bisnonni, di tutti i parenti defunti dal principio alla fine sino ad arrivare a quel coglione di Agamennone. Si difenderà e sarà riabilitato, lusso poco concesso all'altro 50% dell'umanità.
Se la vostra virilità è così fragile da sentirsi minacciata dalla normalità, allora si merita di essere distrutta senza rimorso alcuno.
Prima ci fate pace con questa consapevolezza, prima smetterete di lagnarvi e accetterete questa nuova normalità, più giusta perché restituisce allle donne il diritto negato da sempre di sentirsi intere.
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falcemartello · 4 months
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“Per l’uomo moderno è difficile praticare la pazienza quanto lo è praticare la disciplina e la concentrazione. Tutto il nostro sistema industriale incoraggia esattamente il contrario: la velocità. [...] L'uomo moderno crede di perdere tempo quando non agisce rapidamente; tuttavia, "Non sa cosa fare con il tempo che guadagna se non ucciderlo." (Cit.)
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lunamarish · 1 month
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Dicono che quando una persona ha compiuto la sua missione su questa terra, se ne va. Come se non avesse più nulla da fare qui. Siamo noi, che siamo ancora vivi, che dobbiamo trovare un senso al dolore, affinché non ci imprigioni e non ci faccia perdere di vista il nostro compito. Ma per ora dobbiamo avere pazienza. Prima di tutto, con noi stessi. Non esiste un manuale su come attraversare il nostro lutto. È personale e unico. E cercare di incasellarlo per la comodità degli altri non farà altro che prolungare indefinitamente la sofferenza e bloccarci in un pantano dal quale sarà difficile uscire. È necessario appoggiarsi alle persone che ci vogliono bene, come se fossimo bambini di nuovo. Abbiamo bisogno di loro per attraversare con fiducia questo sentiero sconosciuto, questo cammino misterioso che prima o poi tutti dovremo percorrere. Senza dimenticare, come disse C.S. Lewis dopo la perdita di Joy, che il dolore che ora sentiamo è parte della felicità di allora. Attraversare un lutto profondo è come rinascere. Ci sembra di attraversare un canale di parto oscuro, scivoloso, in cui ci sentiamo compressi, spaventati. In cui a volte non possiamo vedere la luce alla fine del tunnel. Ma un giorno sporgiamo la testa, vediamo il sole, altre facce ci sorridono. Ci rendiamo conto che non siamo soli. Che non siamo gli unici nell'universo ad aver sofferto una perdita. E, soprattutto, che i nostri cari che sono morti continuano a vivere nel nostro cuore. Il miglior omaggio che possiamo fare loro è vivere la nostra vita pienamente. Grati per il tempo che li abbiamo avuti accanto a noi e fiduciosi che un giorno saremo di nuovo insieme. Mi sarebbe piaciuto dirti addio.
(dal web)
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scogito · 2 months
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Chi si è fatto il mazzo per uscire da situazioni schifose e ha dovuto lottare contro la sua pigrizia, affrontare tutte le sue giustificazioni, vedere le sue mancanze, i suoi disequilibri, la sua melma interiore, rendersi conto delle sue maschere, dei suoi schemi, del suo putridume, di quanto se la raccontava e di cosa ci fosse realmente sotto, non ha più pazienza di ascoltare le stronzate degli altri, nè la vuole trovare, perché è ben consapevole che il 90% delle volte sono soltanto discolpe, deboli volontà e scarsa pazienza.
Una persona simile non si autorizza più a perdere tempo con chi non vuole davvero uscire dal suo torpore, non può più farlo, proprio perché ha attraversato l'inferno e conosce molto bene i suoi trucchi.
Ti aiuta al meglio delle sue possibilità a capire in che razza di fogna ti trovi, ma non starà più a sopportare, né ad ascoltare scusanti. Ti lascerà al destino che ti sei scelto, nonostante il più delle volte dirai che non avevi scelta.
La società è piena di spiritualoidi che ti nutrono di bugie e di belle favolette, non vi servono a evolvere perché costoro servono l'illusione.
Se proprio vuoi avere una mano smettila di considerare l'evoluzione come una disciplina da studiare e rivolgiti a chi ti prende generosamente a schiaffi, a chi ti scuote, a chi ti dice quello che non ti piace. Alle persone non serve essere coccolate, anche se soltanto quello cercano, serve la capacità di ri-conoscere se stesse.
E questo non accade se aggiungi cavolate sopra quella su cui sei praticamente nato.
La Verità vuole coraggiosi, non è uno stecco di zucchero filato, è un Superiore che con tutta la bontà del mondo, ti prende anche a calci in culo.
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Linktr.ee
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odioilvento · 8 months
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Ecco spiegato perché da quando ho cambiato lavoro dico che mi sono spenta.
Non è il lavoro e non è neanche il farsi il mazzo senza a volte fermarsi o mangiare, ma si può lavorare con gente così!?
Io ormai mi ci sono abituata, ho imparato a conoscere i limiti e ci passo sopra senza perdere tempo e pazienza. Il vero problema è che, se state male, questa gente dovrebbe salvarvi la vita.
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your-l0nely-star · 1 month
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—— 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐧𝐚 & 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐬𝐨.
—— levi ackermann x reader.
# uso della lingua italiana perché .. why not?
fem!reader, fluff, a little bit of smut. reader is younger than levi.
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levi ha trent'anni, un'ossessione per il pulito e la pazienza infinita per tollerare hange zoe, i piani strampalati di erwin e, dulcis in fundo, i - non più — mocciosi della squadra, ora più alti e barbuti rispetto a qualche anno fa.
è una giornata semplice, di quelle dove è piacevole uscire, mangiare un boccone e fingere che la città non possa essere presa d'assalto. è uno di quei giorni dove levi si lascia sprofondare goffamente sulla sedia in legno, il capo piegato all'indietro e la cravatta allentata, gli occhi socchiusi: i ragazzi devono essere usciti, oggi c'è riposo per tutti, persino per eren, martire di hange. forse sono tutti fuori, nessuno è ai dormitori, eppure .. un profumo delizioso invade le narici di ackerman, il quale corruccia la fronte li dove si vanno a formare poche rughe; chi è il matto che sta cucinando? e che cos'è questo fastidioso odore d'incenso che si fonde alla fragranza di vaniglia e dolciumi?
si tira su, le gambe snelle lo trascinano fino la stanza opposta, le finestre sono spalancate ed il sole picchia sul legno antico del pavimento, se solo non fosse così cosciente della sua essenza, levi potrebbe pensare di star sognando. passo dopo passo, silenzioso come solo un sicario saprebbe essere, s'introduce nella cucina e si poggia contro lo stipite della porta. avrebbe dovuto immaginarlo, avrebbe dovuto sospettarlo, che proprio Lei fosse rimasta nei paraggi dei dormitori. Lei, lei che non ha un nome, perché levi detesta pronunciarlo, detesta il modo in cui le vocali danno aria alla bocca e le consonanti invece s'arrotolano dalla lingua al palato, pruriginosa, tremendamente bella, spigolosa e morbida tutto assieme e soprattutto giovane, pura. è stato erwin ad accorgersene per primo, durante una spedizione, quando colti di sorpresa dal corazzato il cavallo di Lei è stato maciullato da un gigante di livello speciale e si è ritrovata a colpire con la testa un masso; levi ackerman è un uomo con la testa sulle spalle, lo sa di dover sacrificare i suoi compagni e persino sé stesso, ma Lei, Lei no, un fiore ancora in procinto di sbocciare, troppo giovane per avere le ginocchia sbucciate in quel terriccio. era corso indietro a riprenderla, rischiando di mandare a puttane l'intera spedizione sotto lo sguardo incredulo dei cadetti. levi si era giustificato appena, strafottente: "non possiamo perdere altri cadetti capaci" ed aveva chiuso il discorso, consapevole che erwin non c'avesse creduto neanche un attimo.
"cosa stai facendo?" la voce dura risuona nella cucina e Lei sobbalza, si tiene al bancone malandato ma perfettamente pulito, ha i capelli legati ai lati da un nastro bianco, i fianchi appena più larghi dello standard delle giovani donne del paese ed occhi grandi, pallida come se fosse malata ma sorridente.
“non l’avevo vista, capitano levi. sto preparando una torta, i rifornimenti in città questa volta sono stati appena più generosi ed ho pensato di cucinare il dessert per tutti noi. ”
e levi schiocca la lingua, non sorride ma fa un accenno e piuttosto si avvicina, passo dopo passo pare di varcare qualcosa di insormontabile, un confine che non dovrebbe essere neanche guardato da lontano, perché se eren yeager ha in mente di guardare cosa c’è oltre le mura, levi invece si tortura affinché non guardi oltre sé stesso ed il suo autocontrollo.
e c’è Lei, ancora, che fissa il capitano con un’espressione imbarazzata, le gambe di gelatina nel pensarsi stupida di fronte ad un uomo così affascinante e di pugno.
“ sei fin troppo generosa coi tuoi compagni, sei sempre così? “ non dovrebbero essere neanche affari suoi, ma come si può non farle domande?
“ uh — ” e Lei arrossisce, l’incenso pizzica il naso di entrambi e la giovane è fin troppo svelta nel correre a spegnerlo con un soffio, poi prosegue: “ sono felice qui, ci sono tutte le persone a cui voglio bene.. e mi piace renderle felici. ”
dolcezza di ragazza, ha le guance rosse ed il capitano Levi vorrebbe affondare i denti dove non è concesso, lambirne la pelle e stringerla ossessivamente, custodire quella grazia di donnina in una campana di vetro. il solo pensiero gli fa stringere i pantaloni.
“ vorresti rendere felice anche me? ” levi non ci pensa neanche, pronuncia quella frase così, con tono beffardo, le mani in tasca e la schiena dritta, una provocazione che forse Lei non coglie, perché sbatte le palpebre alcuni secondi prima di comprendere.
“ ..sì, certo che vorrei, lei è il capitano Levi e — ”
“ taci. ”
si avventa su di lei con il cuore in procinto di esplodere, l’irruente foga di chi per anni ha trattenuto quel fastidioso sentimento, qualcosa di paragonabile ad un pizzicotto che viene dato sempre sullo stesso punto e che poi diventa insopportabile come la punta del coltello che sfrega sulla ferita ricoperta di sale. levi è più alto di lei, le stringe i fianchi, affonda le dita tra le scapole ed il fondoschiena, una mano si chiude attorno la nuca di Lei.
tutto così sbagliato, tutto così inconcepibile, inammissibile, per il Capitano.
ma per Lei, per gli occhi immensi e quella bocca al sapore di panna e vaniglia, il capitano andrebbe persino all’inferno.
e Lei non se ne lamenta, anzi, ansima, si stringe al corpo del maggiore e pronuncia frasi sconnesse: non lasciarmi, ti ho aspettato tanto, ma allora mi vuoi anche tu? anche tu?
sì, sì che anche levi la vuole, l’ha sempre voluta, la ragazzina dai capelli lunghi che non sapeva usare il movimento tridimensionale, la stessa che cucina torte alla panna e sbatte con la tempia contro un masso durante la spedizione, la stessa che risponde a tono ma non comprende subito un doppio senso.
Lei, che ora giace a gambe aperte sul tavolo e le iridi si riempiono di lacrime, gli dona quell’involucro prezioso che per anni ha preservato per donarlo a qualcuno che avrebbe amato davvero, Lei che ora ficca le unghie tra le clavicole di quell’uomo che da sempre le tormenta i sogni, i giorni, contamina i suoi respiri, ed ora che Levi è sul suo corpo può osservarlo dal basso, può scoprire la meraviglia del suo respiro affannoso, il profumo della sua pelle e gli addominali scolpiti e lisci, le braccia forti ma mai violente con lei, la mascella contratta e dentro di sé c’è il mondo.
sotto di loro, il tavolo si sporca di liquidi, gocce di sperma e sangue, sono ingordi e si aggrovigliano, si divorano a vicenda e Levi ammette di star amando. la ama, la ama terribilmente, potrebbe morire per amore di quella ragazzina dai capelli lunghi, gli stessi che s’appiccicano sul suo seno e contro il petto di Levi.
il loro apice arriva come una lingua di fuoco, levi gode, Lei piange un po’, perché fa male, ed allora lui le bacia la bocca soffice con la tenerezza di chi ha ricevuto troppe frustate dalla vita.
levi si accascia sui suoi seni tondi, li bacia, bacia le clavicole, il collo, il mento, la bocca, prende aria ma è insaziabile di quel viso di caramella salata, le lacrime vengono rigettate dalle ciglia.
“ ti ho fatto male, non è vero? ” la sua voce è calda, il mondo pare essersi fermato e non è più mattina, sarà forse pomeriggio, dove il soffice sole diventa arancio ed illumina i loro corpi bagnati.
Lei tira su col naso, una vita di pugni e lavoro non l’hanno mai resa arida, solo diffidente, e oggi invece si sente di aver trovato casa, di essere piena d’amore.
“ fa sempre tanto male? così? ” chiede Lei, il pugno chiuso asciuga le lacrime da uno zigomo e ritorna a guardare il capitano, intento ora ad accarezzarle quelle guance irritate con occhi buoni, con la preoccupazione di averle fatto male. vorrebbe insegnarle tutto.
“ no, bambina, ti insegno io. ti piacerà di più, lo prometto. ”
Lei annuisce, lo stringe forte, la panna montata nel vassoio pare divenire liquida e l’incenso è del tutto consumato sul bancone grande.
levi non indossa più una maschera, il bambino fragile dentro di sé è inondato d’amore, è pieno di quella donnina e forse soffrire ne è valsa la pena, perché adesso è in paradiso.
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diluvioaluglio · 5 months
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il genere umano mi fa perdere la pazienza
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lunamagicablu · 4 months
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Trova un posto per sederti. Siediti. Resta in silenzio. Dovrai fare affidamento su affetti, letture, conoscenze, abilità – più di quante tu ne abbia – ispirazione, impegno, maturità, pazienza, perché la pazienza congiunge il tempo all’eternità. Dubita del giudizio di chi elogia i tuoi versi. Respira con respiro incondizionato l’aria non condizionata. Lascia perdere i fili elettrici. Comunica con lentezza. Vivi una vita a tre dimensioni; stai lontano dagli schermi. Stai lontano da tutto ciò che offusca il luogo in cui si trova. Non esistono luoghi che non siano sacri; soltanto luoghi sacri e luoghi profanati. Accogli quanto viene dal silenzio. Fanne il meglio che puoi. Con le minute parole che a poco a poco nascono dal silenzio, come preghiere riverberate verso chi prega, componi una poesia che non turbi il silenzio da cui è nata. Wendell Berry **************************** Find a place to sit. Sit down. Remain silent. You will have to rely on affections, readings, knowledge, skills – more than how many you have - inspiration, commitment, maturity, patience, because patience joins time to eternity. Doubt of judgment of those who praise your verses. Breathe with unconditional breath no air conditioning. Forget the electrical wires. Communicate slowly. You live a three-dimensional life; stay away from screens. Stay away from all that that obscures the place where it is located. There are no places that are not sacred; only sacred places and desecrated places. Welcome what comes from silence. Do the best you can. With the minute words that little by little are born from silence, like prayers reverberate towards those who pray, compose a poem that doesn't disturb the silence from which it was born. Wendell Berry 
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riflussi · 3 months
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Ho scritto una poesia per te, ma non credo basti.
Continuo a rimuginare, a cercare una soluzione per questioni che al momento non hanno risposta.
Ho la forza di mettermi in gioco per poi perdere? Forse è proprio questo che mi spaventa, ciò da cui vorrei proteggermi.
Spero tu abbia la pazienza di sopportare tutti i miei pensieri negativi; spero tu possa apprezzarmi per ciò che sono davvero, perché ho paura tu non riesca.
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antod0 · 4 months
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Come tutti gli anni, mi ritrovo su questi canali, il giorno dopo il mio compleanno, a ringraziare pubblicamente tutte le persone per gli auguri ricevuti.
Come tutti gli anni mi sono sforzato di rispondervi singolarmente, perché non esiste risorsa più preziosa del tempo, e averne sprecato un po’ per me mi rende orgoglioso e felice, ma anche debitore nei vostri confronti (minchia quanto sono pesante).
Come tutti gli anni, mi lascio andare ad un flusso di coscienza, per esorcizzare il tempo che scorre, e quest’anno la carta d’identità dice 39, zio pera!
Ho in mente da giorni una canzone, che grazie a san remo, è tornata prepotentemente nelle mie playlist.
La canzone è “sogna ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni; il primo verso di questa canzone recita
“E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte”
Questo verso mi ha fatto riflettere su come non debba essere possibile soccombere a chi sbraita di più, a chi fa più rumore (e come mai sto parlando proprio di Giorgia Meloni?), a chi si deve per forza dimostrare virile in ogni situazione.
Questa verso mi ha fatto riflettere su quanto oggi ci sia bisogno di non esasperare sempre più l’io, di non dover raggiungere la vetta a tutti i costi, di non poter accettare un fallimento.
Questo verso mi ha fatto riflettere su quanto, oggi più che mai, ci sia bisogno di gentilezza, di ascolto, di darsi agli altri.
Credo sia una cosa fondamentale guardare a chi ci è davanti, anche per una semplice questione migliorativa verso sé stessi, ma questo non deve mai prescindere dal guardare chi è dietro di noi, chi sta peggio, chi ha bisogno di aiuto.
Singolarmente valiamo poco, come comunità abbiamo possibilità di sopravvivenza.
L’augurio che personalmente mi faccio è di non perdere mai la capacità di ascoltare gli altri, di avere pazienza sempre di più verso mio figlio, di essere sempre più unito con mia moglie.
Vorrei non perdere mai la capacità di ridere e di vedere il sorriso negli altri.
State vicino a questo ragazzino che sta invecchiando
Vi voglio bene
Antonio
Ps nella foto non sto dormendo, stavo solo elaborando tutto questo che ho appena scritto
Peace.
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ambrenoir · 4 months
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Non ho pazienza per alcune cose,
non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita,
in cui non mi piace più perdere tempo
con ciò che mi dispiace o ferisce.
Non ho pazienza per il cinismo,
critiche eccessive
e richieste di qualsiasi natura.
Ho perso la voglia di compiacere
chi non mi aggrada,
di amare chi non mi ama
E di sorridere a chi non mi sorride.
Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare. Ho deciso di non con-vivere più con la presunzione, l'ipocrisia,
la disonestà e le lodi a buon mercato.
Non tollero l'erudizione selettiva e l'arroganza accademica. Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi.
Non sopporto conflitti e confronti.
Credo in un mondo di opposti.
Per questo evito le persone rigide e inflessibili.
Non mi accompagno con chi non sappia incoraggiare o elogiare.
I sensazionalismi mi annoiano.
Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza.
Meryl Streep
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poisonedbybeauty · 1 year
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora. 
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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der-papero · 11 months
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Questo è uno di quei post dove per raccontare un episodio devo fare tutto un giro assurdo, quindi adesso mi armo di santa pazienza, ma siete dispensati dal fare altrettanto e passare oltre. Non è un post politico, anche se può sembrare tale, non faccio più politica sui social da anni ormai, sono in una fase della vita dove mi interessa parlare con le persone, non schierarmi in una curva, pur non togliendo nessun valore al dibattito (e anche allo scontro, purché civile) politico.
L'episodio in sé è una festa di compleanno del 28 ottobre, davanti a me c'è un mio amico russo, Yuriy. Siamo a tavola, si parla di tante cose, sta per arrivare Halloween, e si scherza su usi e costumi tra Italia e Russia, e io tiro fuori quella gag stranota di Vincenzo De Luca che, sul suo canale, al grido di ALLAUIN in pieno Covid, minaccia chiusure, segregazioni, pattugliamenti armati e coprifuoco mai visti.
Congelate un attimo questo istante, perché devo parlarvi di due cose, della mia gente, i campani, e della storia della presidenza della Regione Campania.
Premetto che ho viaggiato e lavorato in talmente di quei posti da poter dire che Gennaro Savastano aveva ragione quando diceva 'a merd sta a tutt part, ten sul culor divers, quindi non cado più nei tranelli dipinti da quegli imbecilli che liquidano malamente realtà lontane nascondendo la propria sotto al tappeto, dato che il dito è sempre stato più facile da guardare rispetto alla luna, ma è un fatto che il tessuto sociale della mia terra è costruito nel quotidiano di espedienti e micromeccanismi sul bordo della legalità che fanno "sistema", nella maggioranza dei casi a danno della collettività, a volte gestibile, a volte distruttivo. Avevo già scritto tanto tempo fa qui una famosa battuta di Riccardo Pazzaglia,
Eeeehh galera ... galera ... Professo’, voi mi state trattando come se avessi commesso chissà quale delitto. E invece, in questa casa, non ci sono delitti da scoprire o, se ci sono, sono delitti di ordinaria amministrazione, piccoli sotterfugi, piccole invenzioni per sopravvivere. Quanto a voi, Dott. Cazzaniga, voi siete milanese: certe cose non le potete capire. Voi dovete sapere che, a Napoli, siamo tutti assassini ... nous sommes tous des assassins,  come diceva Jean Gabin. Però con questa differenza: che da noi ci sono delinquenti colpevoli e delinquenti innocenti. Se voi, in questo palazzo, entrate in tutte le case, voi troverete almeno un delinquente innocente.
e questo pensiero, che trovo stupendo e che rispecchia fedelmente la quotidianità della mia terra, ha un grandissimo limite, ovvero che funziona con persone come la figura impersonata da Pazzaglia (un artista che, squattrinato e in un perenne stato di necessità, vendeva dei falsi d'autore, spacciandoli per originali, tuttavia con delle storie di vita familiare inventate al momento e con tanto di rappresentazione teatrale), persone che hanno una coscienza sociale solida e un rispetto profondo per la propria comunità (i delinquenti innocenti), ma quando questo pensiero lo trasferite nella testa di coloro ai quali queste cose mancano (i delinquenti colpevoli), allora quel pensiero sarà la giustificazione perfetta dei propri atti per, nella migliore delle ipotesi, un balordo coglione, o nella peggiore, ovvero il disperato che non ha nulla da perdere, per un potenziale soldato della camorra. E questo è uno dei grandi punti dolenti della mia terra, non è, e lo ribadisco, l'origine dei mali, ma ne è uno dei vettori.
Passiamo adesso ai Presidenti di Regione. Non posso tornare indietro fino a Garibaldi, ma posso parlarvi di coloro dei quali ho una memoria politica più o meno valida, ovvero da Rastrelli in poi.
Rastrelli, 1995, beh, che dire, il classico governo FI/MSI (pardon, AN) degli amici che quando non c'era più da magnare rovesciarono il tavolo, dando l'opportunità ad un mastelliano (Losco, 1999) per un anno di mantenere lo status quo. 5 anni dove non è successo praticamente un cazzo.
Nel 2000 arriva Bassolino, DS (ex-ex-PD, per i più giovani). Sulla carta, l'uomo giusto. E' stato un ottimo sindaco di Napoli, nulla da dire, e sarebbe andato alla grande anche come Presidente della Regione, però aveva un grosso limite, ovvero che la regione non era arte sua, e il problema stava nel fattore di scala. L'ordine di grandezza dei problemi, da Napoli ad un intera regione, non è ovviamente lo stesso, e questo salto non l'ha retto, soprattutto nel suo secondo mandato, è vero, afflitto da vicende giudiziarie dalle quali ne è uscito pulito, ma ad ogni modo vittima di un immobilismo politico che, a mio parere, si sarebbe verificato anche in una carriera tutta rose e fiori. La Maionchi direbbe: bene, bene, bravo, ma per me è no.
Dopo 10 anni, arriviamo a Caldoro, 2010, FI (diciamo piuttosto un prodotto delle ceneri del PSI, ma la zuppa è quella). Nonostante il mio tono vagamente supponente, non avrei delle critiche da fare alla persona, anzi, Caldoro per me è quel classico bravo ragazzo figlio di papà del liceo tutti 10 in pagella che viene rovinato dagli amici, fosse per lui farebbe tutto a modino e non torcerebbe una ala ad una mosca, ma poi arriva l'amico di banco con la mano sul pacco e il rutto in canna, gli piscia sul compito di matematica e lui muto. Tradotto: ci provò anche a sistemare qui e là, talvolta con successo, ma poi una volta caduto Cosentino e tutto il sistema camorristico che ci girava intorno, anche la storia di Caldoro finì. Chi vuole capire capisce.
E arriviamo al nostro eroe, Vicienz pall 'e fierr De Luca, imperat ... ehm, governatore dal 2015. Ecco, diciamo che De Luca è la versione brutta di Bassolino. Uno dalle idee chiare, purché siano le sue, le cose le fa, e anche molto di più dei suoi predecessori, ma con questa condizione: se ti stanno bene, ok, altrimenti attaccati al cazzo, perché se non capisci il bene che sto facendo a questa terra sei un coglione. Uno frenato dalle leggi e dalla costituzione, altrimenti 'na chianett a mana smerz (= ceffone dato di dorso) te la darebbe volentieri, e non tanto come forma educativa, ma perché lui ha ragione e tu hai torto, e non ci sono altri argomenti. Un fascistone, quindi? Mmmm, sì e no, ciò che lo salva da essere un vero fascista alla Storace o La Russa è che è una persona studiata, a Napoli si direbbe nun è l'ult'm strunz, però purtroppo sì, la botta gliela dà. Ora, il punto del mio ragionamento non è fare un post pro o contro De Luca, quanto sottolineare il fatto che, al di là della persona dai modi discutibili, sono abbastanza convinto che lui sappia benissimo che, per governare una regione come la Campania, dato il ragionamento che ho fatto sopra sul "campano medio", l'unico modo è, sì, legiferare, e si spera legiferare bene, ma quando serve la pedata nel culo è necessaria, perché altrimenti si ricade sempre in quel substrato anarchico che è stampato nel nostro DNA, e che, se lasciato libero, purtroppo danni ne fa, e Bassolino questa cosa l'ha provata sulla pelle, arrivando al punto tale da non poter combinare più nulla. Lo so, è populista come ragionamento, e tanto è. Anzi, adesso ci arriviamo al populismo quello vero, tenetevi forte.
Io non so se avete avuto il coraggio di seguirmi fin qui, ma se ci siete riusciti, mettiamo finalmente insieme i pezzi. Ritorniamo alla festa di compleanno e la mia chiacchierata con Yuriy.
Nel mio racconto della storia della mia terra, tutti i vari cazzi (per quello che può essere stato possibile fare in un paio d'ore), in particolare il discorso di ALLAUIN del 2020, dove Vicienz temeva che, senza una posizione da calci nel culo, il campano medio se ne sarebbe bellamente fottuto dei distanziamenti e delle regole, mi è uscita, vi giuro, ma tipo un istinto riflesso, io manco ci ho pensato, una roba così
visti tutti quelli che han governato prima di De Luca, alla fine vince e vincerà lui perché non c'è un'alternativa, chi ci metti, quelli che non hanno mai prodotto nulla?
e lui, da cittadino di San Pietroburgo, mi ha freddato con
questa è la stessa identica frase che dice la mia gente quando supporta Putin
Ora, premesso che provai disperatamente ad arrampicarmi sugli specchi, fallendo, l'ultima cosa che voleva fare Yuriy è fare un paragone sulla persona tra Putin e De Luca, anche perché lui non sapeva manco chi cazz è Vincenzo, e infatti qui il punto non è tanto sul personaggio, quanto sul fatto che una persona forte al potere, può essere pure Gesù Cristo, crea di fatto un sistema subdolo di condizionamento nella scelta, ed è un processo purtroppo fisiologico, iniziamo a barattare spirito critico con la fiducia parzialmente poggiata sulla pigrizia, magari di più sulla paura di tornare indietro. Non ho più potere di voto in Campania, ma se potessi, io non avrei problemi a votare di nuovo lo sceriffo, però, dopo la mia chiacchierata con Yuriy, penso che nella cabina elettorale ci passerei stavolta molto più tempo, mi tremerebbe quasi la mano, perché sentirei che dietro quella X non c'è più quel pensiero naïve di credere ciecamente che Vincenzo sistemerà tutto, e lo ripeto, non perché De Luca non ne sia capace, magari ci riesce, ma lo stramaledetto punto qui è un altro, è che dietro quel voto, quella conferma, io ho aiutato a mettere l'ennesimo mattoncino su un qualcosa che, prima o poi, potrebbe diventare più grande di me, e, Dio non voglia, un qualcosa contro la quale un giorno potrei non riuscire a farci più nulla.
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libero-de-mente · 27 days
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In quest'epoca di falsi profeti e verità alternative, in cui tutto viene messo in discussione dal Santo Diritto d'Opinione (che è molto simile alla Santa Inquisizione medievale), il quale tra poco metterà in dubbio anche la rotazione terrestre attorno al Sole, persone come Alberto Angela diventano per me fari nella nebbia.
Prendiamo per esempio proprio Alberto Angela, come lo fu suo padre Piero, la sua razionalità diventa come un balsamo lenitivo, che mi avvolge in un'aura di calma. Quando il cielo si tinge di rosso non penso che: "rosso di sera bel tempo si spera". Ma, come lui, consulto le previsioni meteo, scacciando superstizioni millenarie. Meglio Giuliacci di un proverbio.
Quando mi trovo di fronte a un bivio, non mi affido all'istinto, ma studio attentamente le mappe, proprio come farebbe un archeologo alle prese con un sito da scavare e da riportare alla luce. In realtà uso un navigatore, molto meglio, perché credetemi riesco a perdere la Stella Polare anche con una bussola in mano.
E quando mi trovo a combattere con l'erba infestante del mio giardino, non la vedo più come un nemico, ma come un organismo vivente, degno di studio e rispetto. L'erba, non quella del vicino sempre verde e neanche quella di Bob Marley, mi riporta alla mia gioventù. Mi manca l'odore dell'erba appena tagliata, le partite a pallone, le ginocchia sbucciate, le corse sotto il sole, il cielo stellato, la gnagna.
Se fossi Alberto Angela avrei scritto, alla fine della frase precedente, "un sito archeologico" e non "la gnagna". Ma io non sono lui, disdetta.
Ieri, ho deciso di sfidare la mia pigrizia e ho indossato le scarpe da running. Dopo appena un chilometro, ero già stremato. Il fiato mi mancava, le gambe tremavano e mi sentivo come un gladiatore morente nel Colosseo. In quel momento di sconforto, ho avuto una visione: Alberto Angela, in tutta la sua pacatezza, mi puntava il dito e, con un sorriso comprensivo, mi diceva: "Il tuo corpo è come le rovine che risalgono all'epoca di un velleitario tentativo di attività fisica. Ricorda, caro amico, che anche i più grandi imperatori avevano i loro limiti". Non c'ho capito nulla, tranne che era meglio rientrare a casa e buttarmi sul divano.
Un'altra volta, mentre stavo per inviare un'email di lavoro particolarmente importante, il mio computer si è bloccato. La rabbia mi ha assalito per un attimo, ma poi ho respirato profondamente e ho cercato di mantenere la calma. Ho riavviato il sistema e ho ricominciato da capo, con la stessa pazienza di un archeologo che ricostruisce un vaso frantumato. In quel caso ho ricostruito, riattaccando tutti i cocci, i miei testicolo frantumati. Alla fine mi è apparso l'ologramma di Alberto Angela che mi faceva l'occhiolino e mi sussurrava "acido desossiribonucleico".
In un mondo sempre più frenetico e caotico, avere un punto di riferimento come Alberto Angela è un vero e proprio privilegio. La sua capacità di spiegare anche i concetti più complessi in modo semplice e chiaro mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a porre domande e a cercare sempre delle risposte razionali. E anche se a volte mi sento sopraffatto dagli eventi, so che posso contare su i suoi programmi per ritrovare la serenità e la curiosità che mi contraddistinguono.
In alternativa gli psicofarmaci, o l'alcol, fanno lo stesso effetto.
p.s. nell'immagine l'espressione di Alberto Angela dopo aver letto questo mio post
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