lamargi · 3 months ago
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Estate. Caldo. Tutti in vacanza. Tranne io, che sto ancora aspettando che mio marito si decida a interrompere il lavoro e a mettersi in ferie. Mi lascia a casa, in questo periodo in cui non c’è nessuna delle mie amiche in città, nessuno dei vicini, le case vuote, tutti in villeggiatura, anche i negozi chiusi per ferie.
Nessuno nessuno, no. Il figlio dei vicini è rimasto a casa. I suoi sono andati in vacanza, ma lo hanno lasciato solo a casa, per punizione, perché è stato rimandato in alcune materie. Così, niente vacanze, a casa, a studiare, da solo.
Lo vedo sul balcone. Sulla sdraio, un libro svogliatamente in mano, senza maglietta per prendere il sole. È giovane, ma bei pettorali, niente da dire. Non un superfusto ma un bel corpo…..niente male, scopabile direi, certo è così giovane…..
Gli dò chiacchera attraverso il balcone, quando mi affaccio anche io. Risponde timido, a monosillabi, ma come mi guarda il seno attraverso la canotta o le gambe scoperte!
L’eccitazione cresce, la voglia, la noia, mio marito sempre fuori, l’occasione fa la donna….troia!
L’idea che possa essere addirittura vergine mi fa bagnare. Un verginello non me lo sono mai fatta!
Capisco che si cucina da solo e non fa nemmeno la spesa. Lo attiro in casa con l’offerta di una limonata fresca.
Seduta accanto a lui sul divano gli premo il seno sulla spalla. Sfioro la pelle nuda delle sue gambe con le mie. Scopro e gli mostro le autoreggenti.
Quando gli dico che mi sento sola, vedo il pomo d’Adamo che gli fa su e giù ma non reagisce. Con la mano gli accarezzo la gamba. Non sa cosa deve fare e resta fermo. Gli prendo la mano e la porto sulla mia coscia. Le mie dita si infilano nella gamba dei pantaloncini, risalgono, gli toccano il pene.
Non ho voglia di troppe smancerie, ho solo voglia di scoparlo. Gli metto la lingua in bocca mentre gli stringo forte il cazzo con la mano. Non sa baciare! Che cucciolo!
Gli ho tirato giù pantaloncini e slip, un bel cazzo duro svetta davanti ai miei occhi. Mi chino, glielo prendo in bocca e glielo succhio golosa. Geme, urla e poi si lascia andare.
“Chissà quanto ti masturbi, tutto solo a casa” gli sussurro all’orecchio mentre gli salgo a cavalcioni. “Tanto, per lei” risponde a voce bassa.
“Allora, è ora di finirla con le seghe, tesoro” gli dico con tono severo, mentre mi tolgo la canotta. Gli do un capezzolo da succhiare spingendoglielo fra le labbra. Poi arrotolo la minigonna alla vita, scosto le mutandine e gli afferro il cazzo con la mano. Lo guido dentro di me, cominciandolo a cavalcare.
Proprio un bel cazzo questo ragazzo, proprio quel che mi ci voleva per interrompere la noia.
“Quanto stanno via i tuoi genitori?”
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ossimoro7 · 9 months ago
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Sono uscito con una, giorni fa.
Come è andata?
Molto bene.
La rivedrai?
Non lo so. Non l'ho chiamata.
Sei un dilettante.
So quello che faccio.
Ah, sì?
Sì. Non si preoccupi per me, so quello che faccio. Questa ragazza, insomma, è bellissima, intelligente, divertente. È diversa dalle altre con cui sono stato.
E allora chiamala, Romeo.
Così mi rendo conto che non è poi tanto intelligente? Che mi rompe i coglioni? Questa ragazza è perfetta ora; non voglio rovinare questo.
Forse tu sei perfetto ora. Forse è questo che non vuoi rovinare. Questa la chiamerei una "super filosofia", Will, così puoi in effetti passare tutta la vita senza dover conoscere veramente qualcuno… Mia moglie scoreggiava quando era nervosa. Aveva una serie di meravigliose debolezze. Aveva l'abitudine di scoreggiare nel sonno! [ridono] Scusa se ti racconto questa cosa. Una volta fu talmente forte che svegliò il cane! [ridono] Si svegliò anche lei e mi disse: "sei stato tu?"; e io: "sì"… Non ho avuto il coraggio.
Si è svegliata da sola?
Eh, sì! Oh, È morta da 2 anni e questo è quanto mi ricordo. [Will smette di ridere] Momenti stupendi, sai, piccole cose così. Però sono queste le cose che più mi mancano. Le piccole debolezze che conoscevo soltanto io. Questo la rendeva mia moglie. Anche lei ne sapeva delle belle sul mio conto, conosceva tutti i miei peccatucci! Queste cose la gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale. Poi dobbiamo scegliere chi fare entrare nel nostro piccolo strano mondo. Tu non sei perfetto, campione. E ti tolgo dall'incertezza: la ragazza che hai conosciuto, non è perfetta neanche lei. Ma la domanda è se siete o no perfetti l'uno per l'altra. È questo che conta. È questo che significa intimità. Puoi sapere tutte le cose del mondo, ma il solo modo di scoprire questa qui è darle una possibilità. Certo, non lo imparerai da un rincoglionito come me. E anche se lo sapessi non lo direi a un piscione come te.
(Film Genio ribelle)
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Ossimoro
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yomersapiens · 1 year ago
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fa caldo, che banalità in estate, uno quasi si dimentica come ci si addormenta, però il lenzuolo non lo tolgo, nonostante stia sudando, non vorrei mai lasciare il mio corpo scoperto, metti che poi le zanzare decidano di attaccare, devo proteggermi, da loro e dai mostri che escono quando finalmente fa buio, meno male che ho il lenzuolo a proteggermi dai pensieri, dai ricordi, di quella volta che in terza superiore ho sbagliato la risposta mentre stavo alla lavagna e la prof mi prese in giro davanti alla classe, il lenzuolo è uno scudo che ripara da tutto, dal fatto che non sei qui stesa al mio fianco, a evaporare assieme, i baci un intercalare, il mattino che spunta svogliato, il mal di testa che non mi abbandona e timbra il cartellino, devo ricordarmi di bere più acqua altrimenti come la affogo questa malinconia.
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solocanzoninelleorecchie · 4 months ago
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se metti un post nosense con scritto le rose sono rosa le viole sono blu io non solo ti metto like ma te lo tolgo pure per poi rimetterlo perché mi devi notare tra le notifiche ok ti prego notami
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thecatcherinthemind · 6 months ago
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Per il suo compleanno gli ho fatto un braccialetto stupido con le perline perché sono tornata a casa troppo tardi da lavoro, ma volevo comunque fargli scartare qualcosa di simbolico. Ho usato perline verdi chiare e qualcuna azzurra sparsa. Poi ho messo una tortina sul tavolo e ho preparato uno stuzzicadenti da usare come candelina, perché non ne avevo.
Quando è arrivato, ha teso il braccio con una bottiglia di vino rosso che fa la sua famiglia. "Non ricordavo se preferissi il bianco, ma i caprioli hanno deciso che preferiamo il rosso. Si sono sbranati tutta l'uva bianca".
Io ho teso il braccio con il pacchettino: "Io non sapevo se preferissi un regalo convenzionale o meno, ma i caprioli hanno deciso che oggi dovevo uscire dall'ufficio tardi e si sono sbranati tutto il tempo per prenderti qualcosa di decente".
Quando l'ha aperto aveva gli occhi lucidi "forse per te non ha senso ma ci ho messo una punta di azzurro" gli ho detto
"E secondo te non l'avevo capito?"
Da quando ci conosciamo sostiene che l'azzurro nei suoi occhi lo abbia visto solo io. Siamo rimasti ore a parlare di qualsiasi cosa e quando è tornato a casa si è addormentato secco. Stamattina ricevo un messaggio "Solitamente prima di dormire tolgo tutto, compreso l'orologio quando ce l'ho, perché dopo nemmeno mezz'ora mi sento fastidio ai polsi e mi leverei anche la pelle. Non mi ero nemmeno accorto di avere il tuo braccialetto, ma ho dormito secco dodici ore e nemmeno l'ho sentito".
Perfetto, allora ancora auguri.
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be-appy-71 · 7 months ago
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Ora le scrivo
anzi no che poi la disturbo
anzi sì che c'è di male
le dico solo che la penso,
ehi ciao passavo per il tuo numero
e niente mi sei venuta in mente per sempre
no no, macchè per sempre oh
cancella subito
cancella tutto
le scrivo solo ti penso
ciao, ti penso,
no no, non funziona così
troppo vago
e poi che è ti penso? cioè che vuol dire?
ti penso come? la pensi bella? la pensi bene?
Oppure la pensi a fare la spesa mentre impreca perché è finita la carta forno
e lei stasera magari
voleva fare i peperoni gratinati?
No niente, cancella
così è troppo dolce e poco poetico
ciao scusa ti penso tolgo il disturbo ciao,
non va bene, ma che è?
cioè idee zero, ma come ragiono
patetico
sono uno stupido
ho trovato
le scrivo che la penso più del dovuto,
eh vabbeh mica posso scriverle già ste cose,
però mi manca,
le scrivo: mi manchi cento
ok, ma su che scala?
e se lei è una che parte a conteggiare
dal cento al mille?
cioè sarebbe come se le dicessi che non la penso quasi mai
meglio non rischiare
magari le scrivo
una cosa simpatica,
e ma la conosco poco
che ne so io che cosa è simpatico per lei
cioè il mio umorismo potrebbe essere diverso dal suo
magari il balck humor la offende
e magari ride a crepapelle con zelig
meglio non rischiare
ecco, le linko una canzone
e le dico, ciao è passata in radio e mi sei venuta in mente tu
però poi magari dice ma dai anche io stavo ascoltando la radio, che radio è che la metto?
o magari i suoi gusti musicali son diversi
ecco potrei dirle questo
ciao sei più verso i violini o verso i bassi?
più chitarra classica o più tuz tuz e cose nel bicchiere?
no, macché cose nel bicchiere ma che dico
idiota sono un idiota
dai non le scrivo niente
anzi le scrivo una cosa a caso tipo
"le sirene sono esistite davvero"
e poi le dico che ho sbagliato numero
scusa se ti ho disturbato
ho un amico che si chiama come te in rubrica
mi sono confuso, perdonami, come stai?
ti va di sposarci una di queste ore?
ma che dico ma smettila ma che è?
imbecille
ecco, sono queste
tutte le parole che ho cancellato
prima di scriverti semplicemente
ti ho pensato... ♠️🔥
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G.Evan
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ipotesi-controversa · 29 days ago
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il peggio dell'attacco di panico è lo stomaco piccolo come una noce che sale e scende come se da un momento all'altro dovessi sboccare tutto il nervoso accumulato.
l'iperventilazione che mi fa schizzare il cuore alle stelle e le gambe leggere come una foglia secca.
le mani che mi tremano di cui mi vergogno tremendamente al punto di tentare di nascondere dentro la felpa.
il pianto che non riesco a controllare e il respiro che mi si spezza in gola.
è uno schifo stare così.
per recuperare la calma penso all'ultima volta che mi sono sentita completamente felice senza condizioni.
a tratti mi pare di non ricordarlo.
poi respiro con calma, faccio placare la tachicardia prima che mi esploda il cuore, muovo le mani per farle smettere di tremare e asciugo le lacrime.
le persone deluse non fanno rumore, fanno silenzio, e io ho perso il senso del tempo stando in silenzio.
non sono mai abbastanza per nessuno.
lo scrivo perché almeno mi tolgo questo macigno che mi pesa nel cervello da non so più nemmeno quanto tempo.
a volte è proprio stancante vedere che non hai lo stesso grado di importanza che dai tu a certe persone.
quanto ti rendi conto che esattamente un anno dopo sei di nuovo nella stessa situazione, e che forse l’universo continua a metterti qui perché devi imparare a guarire davvero e a stare bene con te stessa.
"salute mentale significa anche lasciare dove non sanno prendersi cura di noi, non tornare dove ci hanno già ferito, porre dei limiti e se non li rispettano, significa anche non insistere dove non possono amarci, dove non sono pronti o disponibili decidi tu se restare o andare" -piango piango e piango.
piango come stamattina.
piango come oggi pomeriggio.
piango e non lo dico a nessuno quanto piango realmente.
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goldenman2 · 1 month ago
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Ellen
Chiamai Ellen per uno dei nostri soliti  appuntamenti:
«Ciao, ti vengo a prendere verso le 20».
Non se lo fece ripetere due volte e rispose: «Ok, ti aspetto». Cenammo in un locale fronte mare. Due enormi scogli primeggiavano al largo, mentre la spiaggia era illuminata da candele di vario spessore. La serata era un invito a passeggiare al chiaro di luna, che splende più del solito, alta nel cielo, facendo brillare gli occhi di Ellen come fossero stelle. Poco più in là vidi un hotel. Guardai Ellen, splendida nel suo abito leggero a fiori che svolazzava sospinto dalla brezza. Lei aveva capito la mia intenzione e senza esitare annuì. «Una camera per due, grazie». Alla reception, una ragazza molto gentile  porse la chiave, dimostrandosi discreta: «Camera 21, secondo piano».
Dallo specchio della hall notai che la ragazza finalmente ci guardava, incuriosita dalla differenza di età tra me ed Ellen, ma poco m’importava!La stanza era molto accogliente, decorata con un vaso e delle rose fresche dal gambo spinoso. Sui cuscini del letto vi erano posate due caramelline a forma di cuore, mentre la stanza da bagno conteneva una vasca idromassaggio. Tutto era perfetto! Ellen, senza parlare, si siede ai bordi del letto, mentre io accendo le candele profumate poste sopra un mobile, arricchito con un grande specchio, spegnendo  le luci per creare un’atmosfera accogliente e romantica, dando vita a un contrasto tra buio e luce. Con quel fascio di luce in penombra, Ellen è  stupenda, le labbra accentuate dal rossetto, lo sguardo magnetico, la rende attraente più del solito.
Nel osservarla ho un erezione improvvisa.
Sento il pene duro, gonfio, caldo, intrappolato ancora nei boxer, ma pronto a uscire.
Con un gesto di sfida Ellen divarica le gambe e lentamente alza il vestito scoprendo le sue gambe coperte dalle calze a rete autoreggenti, fermandosi poi fino alla  sua intimità già nuda.
Quella visione celestiale mi provoca un gran desiderio di possederla.
Con passo deciso mi piazzo di fronte al suo viso e sfioro le sue labbra prima con la punta della lingua come a voler assaporare il rosso fuoco del rossetto.  Mi occupo del labbro superiore, poi di quello inferiore, ancora qualche assaggio, poi passo   il pollice per contornare quelle labbra carnose, fino a quando mi decido a infilare la lingua.
Iniziamo una guerra di lingue e morsi, di assaggio e desiderio, oramai privo di controllo, appoggio la mano sul suo capo spingendola verso di me il più possibile. 
Volevo non finisse mai, quei travolgenti baci passionali, mi provocano una eccitazione irresistibile. 
Mi allontano e in silenzio mi tolgo la cintura dei pantaloni, le sfilo le calze e con le stesse  la bendo.
Ellen è in balia di ciò che desidero, così mi ritrovo nudo con il cazzo che scoppia dal desiderio.
«Ti prego, scopami  la bocca».
 La sua voce è un sussurro di piacere, le afferro i capelli, l’avvicino e lei di rimando spalanca le labbra accogliendomi. 
“Fammi godere, troia”
Le infilo il membro senza pudore, quasi fino a soffocarla, a lei piace tanto, fino a che mi stringe i fianchi assecondando le spinte.
La sua bocca piena comincia a sbavare, e con decisione aiutandosi con la mano, aumenta il ritmo, lasciando esplodere schizzi caldi che ingoia con devozione. 
Sfinito da quel gioco mi sposto e la sbatto sul letto, le spalanco le cosce senza esitare per ammirare la sua figa bagnata, pronta per accogliermi. 
Le ordino di stare ferma non sa cosa l’aspetta! La faccio mettere a pancia in giù e comincio a sculacciare  il culo dicendole:
 "sei stata monella, non indossavi le mutandine "
E ancora giù uno schiaffo più forte:
"Sei una puttanella, lo sai che voglio che indossi le mutandine."
Giù un altro schiaffo. 
I suoi gemiti, tra dolore e piacere, spezzavano il rumore degli i schiaffi sul culo arrossato, ma Ellen non si lamenta anzi mi prega di continuare:
"Siiii fammi male, ti prego! Sbattimi, sono la tua puttana”.
A quel punto, con la mano sotto il bacino le alzo il culetto, così da avere la sua fica all’ altezza del mio cazzo . La penetro lentamente, voglio sentire ogni minima contrazione , entro  ed esco quasi al rallentatore, movimenti che fanno sentire gli spasmi della sua fica eccitata.
Ellen sibila gemiti a bocca chiusa, ma non mi fermo, anzi! 
Affondo tutto dentro di lei, mi soffermo pochissimi attimi per sentire i battiti del cazzo   nella sua carne.
 Riprendo il ritmo  aumentando sempre più veloce, affondo come un animale senza sosta, i suoi gemiti si fanno sempre più intensi, sentire quel suono  alimenta sempre più il desiderio.
Il cazzo  sembra impazzito, le mie gambe sbattono contro le sue cosce e le sue natiche arrossate, ho voglia di godere dentro ma resisto.
Esco, la lascio lì immobile sul letto in attesa.
Ellen  cerca di immaginare la mia prossima mossa, l’incertezza la eccita tantissima.
Mi accingo a prendere una rosa dal vaso.
Il gambo ha tre spine, ma non le tolgo, anzi la faccio voltare con le gambe ben aperte.
Le verso dell’acqua fredda sul seno, i suoi capezzoli si irrigidiscono mentre lei ansima un lungo « mmmmmmm».
La scia dell’acqua scivola giù verso il ventre fino ad attraversare  la sua fica già di per sé bagnata.
Ancora un respiro soffocato, 
"mmmmmm siiiiiiiii " 
A quel punto prendo la rosa e  comincio a strusciare i petali sull’inguine mentre lecco i suoi irti capezzoli, fino a morderli. 
Arrivo con la rosa  fino al monte di venere, per poi scendere lungo le grandi labbra, su e giù con i petali.
Ellen non c'è la fa più, il piacere che si fonde con l’agonia di quel gioco la fa impazzire, con voce eccitata mi ordina, 
"slegami e togli la benda, ti prego. Voglio vedere!"
l’accontento,
"Sei perverso!"
La guardo un attimo negli occhi, mentre con il gambo di spine attraverso la fessura delle labbra fino a strofinare sul clitoride che sporge evidente.
Ellen inarca la schiena, il culetto alzato è un invito per la spina verso quel buchetto.
Così attraverso la fica fino allo sfintere e la graffio leggermente, inevitabile  il suo  «hai»,  ma subito la ripago da quel piccolo dolorino, portando la bocca sul graffietto  ricoprendola di baci  soffici e peccaminosi.
Dal culetto alla fica il passo è breve.
D’improvviso le afferro le gambe, senza darle tregua, le posiziono sul  mio collo, l’odore del suo sesso è  inebriante, la mia lingua si posizione al centro delle sue labbra e comincio a leccare come se non ci fosse un domani. 
Ellen ansima, è in estasi, le sue gambe tremano, mentre con le mani, mi accarezza i capelli e affonda il mio viso sulla sua figa strusciandosi il più possibile,  In quell’attimo ebbe un orgasmo, scatenando la mia reazione: «non dovevi godere, sarai punita! Girati a pecora».
1,2,3,4,5,6,7,8,9,10... Cinghiate sul culo:
«sei proprio una puttanella monella».
Ellen è oramai priva di orgoglio e inibizioni tanto che urla:
«sìì, puniscimi! scopami!»
La sua schiena è molto sexy,  i fianchi stretti  e tra le chiappette sporge quel bocciolo luccicante di umori che mi invitava a scoparla.
Dio che spettacolo non resisto 
Comincio  a passare la cappella sulle labbra, su e giù, su e giù, poi continuo con tutta l’asta a strofinare, sono in delirio.
La sento pulsare, vogliosa di essere penetrata. Non voglio la fica, così senza lubrificare, le penetro il culo dicendo: «sono dentro, urla per me», lei in risposta afferra le lenzuola e miagola un; «haiiiiiiiii»
Il suo buco è stretto ma non desisto a continuare con colpi decisi, aumentando così il suo  dolore che si fonde con il piacere. 
A quel punto ero talmente eccitato da volerle venire dentro, ma la troia doveva essere umiliata come piace a lei…
La faccio mettere seduta sul divano e d’improvviso le metto il cazzo davanti alla bocca. 
Lei comprende subito quello che le sto ordinando!
 Inizia a succhiarlo, con una mano mi strizza i testicoli e continua a farlo scivolare tra le sue labbra:" Sto per venire mia piccola puttanella, continua!” veloce lei si scosta e si inginocchia sotto il cazzo in attesa della schizzata che arriva subito! 
La guardo bere il mio sperma con avidità! Non rinuncia neanche a una goccia!
Con una mano sul suo mento le alzo il viso dicendo, «Sarò sempre dentro di te mia REGINA». Lei risponde sorridendo: «Anche tu  sei dentro di me, in ogni pensiero, soprattutto quelli più proibiti mio Re»
Fine...
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yourdirtiestdreams · 10 months ago
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Eravamo in una di quelle case vacanze che si affittano temporaneamente per trascorrere qualche giorno con gli amici e il sole mattutino di metà luglio illuminava tutti gli ambienti rendendoli quasi eterei.
Gli altri erano già a sguazzare nella piscina della casa mentre io stavo sul letto ad ascoltare un po' di musica e a leggere. “Hai altra roba da lavare?” mi chiedi da qualche porta di distanza, oggi il turno del bucato spetta a noi. Indossavo un paio di calze sopra il ginocchio bianche con due righe nere, dell’intimo bianco e una mini canotta nera. Ero abbastanza sicura di aver già portato in lavanderia tutto ciò che volevo lavare ma per una maggiore sicurezza decisi comunque di raggiungerti. “Cosa lavi? Scuri o chiari?” chiesi sporgendomi dalla porta. “Scuri”. Entrai del tutto nella stanza, la porta finestra aperta lasciava entrare un po' di arietta fresca facendo muovere la tenda avanti e indietro. “Scuri? Beh, a pensarci bene questa notte ho sudato parecchio, sarebbe meglio rinfrescassi anche questa maglia” dissi togliendomi la canotta. Non portavo il reggiseno, lo trovavo scomodo in casa, soprattutto viste le temperature estive. Con un lancio perfetto lanciai il capo in questione dentro la lavatrice dicendo “Grazie” e uscii dalla stanza dirigendomi verso quella che, per due settimane, è stata effettivamente la nostra camera da letto. Camminai lungo il corridoio incurante dei finestroni che si affacciavano sul giardino, erano tutti presi da altro. Una volta raggiunta la camera rimasi ad aspettarti vicino alla porta.
Aspettai poco.
Appena entrato feci scorrere la porta alle tue spalle chiudendola, finendo del tutto di fronte a te.
“Hey Gnocco” sussurro con le braccia sulle tue spalle, mani tra i tuoi capelli, le mie labbra sul tuo collo. “Ciao Fregna” mi rispondi con le tue braccia attorno alla mia vita e le mani che mi stringono il culo. Ti spingo lentamente verso il letto, continuando a tenere le mie mani e le mie labbra su di te, vestito solo dai pantaloncini da basket. Ti sdrai e mi porti con te, le mie cosce a lato delle tue ginocchia. Mi avvicino delicatamente, il mio petto contro il tuo, pelle a pelle, e riprendo da dove ho lasciato. Baci, leggeri morsi e percorsi con la lingua su quel tuo tatuaggio che tanto mi piace, per poi passare dall'altro lato. Le tue mani vagano su tutto il mio corpo e ti sento spingere contro il mio stomaco. “Vieni qui, sali su” mi dici con voce rauca prendendomi da dietro le cosce e posizionando la tua erezione contro le mie mutandine sempre più umide. Iniziamo a strusciarci l'una sull'altro mentre ricambi le mie attenzioni con succhiotti e baci decisi. Le tue mani sui miei fianchi mi guidano al ritmo che preferisci mentre una delle mie è finita sotto i tuoi pantaloncini a toccarti e a tenerti saldo contro di me. Continuiamo così per un tempo indefinito, finché la situazione non diventa insostenibile. Il mio petto si stacca dal tuo e mi siedo poco sotto la mano che continua a muoversi su e giù attorno a te. Non perdi tempo a copiarmi e a sederti portando la tua bocca sul mio seno, giocandoci.
Poco tempo e il tuo tocco diventa frenetico, il tuo respiro si spezza a causa degli ansimi sempre più forti e inizi a scoparmi la mano senza un senso preciso, con i tuoi fianchi che si alzano da sotto di me, finché non vieni sulle mie dita. Tolgo la mano tra di noi e la pulisco minuziosamente con la lingua, mentre tu mi guardi sorridente e soddisfatto. Guardo in basso, i tuoi pantaloncini neri sono leggermente sporchi. Ridiamo.
“Fortuna che non hai ancora avviato la lavatrice.”
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Sei stata la mia seconda pelle per tutto il tempo in cui ci siamo scelti,
che poi, quando sei andata via, il freddo mi è piovuto dentro.
E non mi ammalo più di solitudine mentre cerco di dimenticarti,
senza mai riuscire a farlo fino in fondo.
Resta sempre un seme di te da qualche parte,
a cui tolgo linfa, terreno,
ma lui lo stesso rinasce.
Ti ho lasciata entrare perché solo così sono capace di amare, abbassando ogni difesa.
La vita scivola via,
a volte senza lasciare segni,
ma l’amore macchia.
L’amore ti resta addosso.
Sei stata la persona che ho preso per mano e ho portato laggiù,
dove spesso finisco quando la vita mi cerca, e adesso sai dove tengo nascosti i miei sogni.
La tua assenza mi è chiara ad ogni istante,
non ti confondo per rabbia o per capriccio, so che non ci sei.
Eppure manchi...
quando vedo un posto nuovo e ancora penso che vorrei tornarci
insieme a te.
Quando vorrei raccontarti come mai ho paura di essere felice,
e poi mi accorgo che non riesco più a raggiungerti,
né con le mani, né con i ricordi.
Mi accorgo che sei finita più in là dei miei pensieri.
So bene perché non sei qui.
Dico soltanto che non dovrebbero esistere due persone che si pensano
e che non possono abbracciarsi quando il desiderio diventa bisogno.
Non dovrebbero esistere due persone che si vogliono
e che non possono aversi.
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Andrew Faber
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precisazioni · 10 months ago
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a casa mia vige l'abitudine di non dare un nome alle cose; si parla poco dei fatti propri; l'unica eccezione è nostra madre: ho tre fratelli e li sento poco, mentre ogni giorno telefoniamo ai miei. il problema sulla 'fratellanza' sorge per il gap d'età: con la maggiore mi tolgo tredici anni, con la minore nove; sono cresciuti insieme: ho maturato l'idea di avere non due sorelle e un fratello, ma due zie e uno zio; non avendo, da adolescenti, gli strumenti per fare i genitori, si limitavano a manifestare un'indole inizialmente affettuosa (ero tipo la mascotte di casa) ma poi bacchettona e priva di condivisione, che invece avevo in parte con mia madre e poi mio padre, che di carattere mai ostile ma schivo mi ha abbracciato per la prima volta nei miei ventiquattro anni
qualche settimana fa, mio fratello mi ha fatto cenno che suo figlio ha la maestra di sostegno; al momento più opportuno gli ho chiesto le ragioni: ha fatto cenno ad alcuni piccoli ritardi nell'apprendimento e, parolina magica, a un certo disturbo dell'attenzione. adhd ma, come scrivevo, a casa mia non è abitudine dare un nome alle cose: come se, a farlo, queste diventassero pesanti e stressanti. la depressione e i pensieri suicidi mi hanno accompagnato per anni; di questo, i miei fratelli, quando ricalcano il periodo, non ne fanno voce: accennano il fatto con approssimazione, senza mai dare un nome alla cosa
ad ogni modo mio fratello, che tra i famigliari è quello con l'approccio più scientifico, mi ha confessato che, secondo lui, suo figlio non è l'unico 'ad essere così' (cito lui: io avrei detto "a rientrare nello spettro") ma forse anche i figli delle nostre sorelle. non ha tutti i torti: è una cosa che penso da diverso tempo e che avevo anche accennato a mia madre. le neurodivergenze sono erditarie: forse esagerando, lui sostiene che forse mia sorella maggiore possa rientrare nell'adhd - per poi precisare: "tu no, sappiamo che non hai terminato gli studi perché stavi in quel modo", dove 'in quel modo' si intende ovviamente la depressione, e come se un eventuale disturbo dell'apprendimento sia riconducibile alla mancata laurea che non ha preso nostra sorella
sono più di dieci anni che, all'occasione, faccio test per l'autismo; l'esito è sempre stato: 'molto probabile che rientro nello spettro'; vorrei fare il test medico ma è un costo che ad oggi non potrei sostenere. non che sia qualcosa a cui penso giornalmente: se nei primi test che svolgevo ero senza dubbio suggestionato, è capitato negli ultimi cinque anni che lo abbia affrontato con risposte che dentro di me erano equilibrate e 'normali'; anche in quei casi il risultato è stato: 'molto probabilmente rientro nello spettro'. e se le neurodivergenze sono il più delle volte ereditarie, è probabile che qualcun altro in famiglia lo sia, e che io riconduca questa possibilità a mio padre
ha qualcosa che sfugge alla 'normalità' e lo scrivo con ogni affetto possibile; ma il modo in cui vive, l'incapacità di svolgere compiti non didascalicamente descritti e mille altre cose, l'esser una calcolatrice vivente nonostante la terza media ripetuta con tre bocciature, l'amore per l'abitudine, irrigidirsi di fronte a un imprevisto, comunicare i sentimenti abbracciando e chiedendo bacini a mia madre, che se da un lato sono manifestazioni senza dubbio tenere (e che ho del tutto ereditato) dall'altro esplicano un comunicare privo di retroscena. mio fratello ha avuto per suo figlio una diagnosi di adhd ed è possibile che non sia l'unico in famiglia. che a rientrare nello spettro possa essere anche mio padre non ne farò cenno: non ha senso quando, nei suoi settantatrè anni, sta continuando ad avere una vita felice
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pensierialmare · 2 months ago
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43, 26, 19, 18, 4
43. La cosa che odio di più sono le persone che insultano e poi si comportano come se non avessero fatto nulla e quelle che non sono sincere.
26.fiori di latte , vaniglia, pistacchio..
19.
Qualcosa di cui ho bisogno da persone che non siano testarde, ad esempio, se le tolgo dalla mia vita, dimenticheranno che esisto.
18. Tutto il mondo........
4. Della vita.😁😊
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chi-va-piano-arriva-dopo · 2 years ago
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Pinguini Tattici Nucleari - Forse 
“Forse è vero che di notte Tutto viene un po' più facile Che il buio mette insieme Chi c'ha l'anima più fragile Ed è vero che la sedia Quando si ferma la canzone È di chi corre più veloce Non di chi balla con passione Forse è vero che ho sbagliato Sì, ma ci siamo divertiti Siamo freddi come grotte E lanciamo stalattiti Quando piove, spero mi ricorderai Come un piccolo "forse" perso dentro ad i tuoi "mai" Non c'è nessun posto Per quelli come noi che vivon sui rasoi Ma mi son nascosto nei tuoi "Non c'è niente che non va" E cerchi le mie colpe nella mia musica Fragile come golpe in Sudamerica La nostra buona stella parla in codice Morse Le ho chiesto di stasera E mi ha risposto: "Forse va bene" Forse è vero che ti ho stretto Troppo forte, troppo stretto Volevo essere indelebile Invece era solo gesso E rigo dritto, come un aereo atterro in pista Tolgo la testa dalle nuvole E la regalo a una terapista E ci vuole un po' di fegato Pure ad essere un coniglio Perché non è mica facile Vivere al buio in un cilindro E poi t'arrabbi, dici che non te ne importa E sei bella come il sole Quando c'hai la luna storta Non c'è nessun posto Per quelli come noi che vivon sui rasoi Ma mi son nascosto nei tuoi "Non c'è niente che non va" E cerchi le mie colpe nella mia musica Fragile come golpe in Sudamerica La nostra buona stella parla in codice Morse Le ho chiesto di stasera E mi ha risposto: "Forse va bene" Non c'è nessun posto Per quelli come noi che vivon sui rasoi Ma mi son nascosto nei tuoi "Non c'è niente che non va" E cerchi le mie colpe nella mia musica Fragile come golpe in Sudamerica La nostra buona stella parla in codice Morse Le ho chiesto di stasera E mi ha risposto: "Forse va bene" La nostra buona stella è la peggiore Tra le luci E se ci credi troppo va a finire che ti bruci, ahia”
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roxan-world · 6 months ago
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Ora le scrivo,
anzi no, che poi la disturbo.
Anzi sì, che c'è di male,
le dico solo che la penso:
"ehi ciao, passavo per il tuo numero
e niente, mi sei venuta in mente.... per sempre!"
No no, macchè per sempre.
Oh cancella subito, cancella tutto.
Le scrivo solo ti penso:
"ciao, ti penso!"
No no, non funziona così....troppo vago
e poi cos'è ti penso? cioè, che vuol dire?
ti penso come? la pensi bella? la pensi bene?
Oppure la pensi a fare la spesa mentre impreca perché è finita la carta, forse lei stasera magari voleva fare i peperoni gratinati?
No niente, cancella.
Così è troppo dolce e poco poetico:
"Ciao scusa, ti penso, tolgo il disturbo ciao!"
Non va bene, ma che è?
Cioè idee zero,
ma come ragiono?
patetico, sono uno stupido!
Ho trovato, le scrivo che la penso più del dovuto,
eh, vabbé, mica posso scriverle già 'ste cose,
però mi manca.
Le scrivo: "mi manchi cento!"
Ok, ma su che scala?
E se lei è una che parte a conteggiare dal cento al mille?
Cioè sarebbe come se le dicessi che non la penso quasi mai,
meglio non rischiare.
Magari le scrivo una cosa simpatica
e....ma la conosco poco,
che ne so io, che cosa è simpatico per lei,
cioè il mio umorismo potrebbe essere diverso dal suo,
magari il black humor la offende
e magari ride a crepapelle con Zelig,
meglio non rischiare.
Ecco, le linko una canzone
e le dico: "Ciao, è passata in radio e mi sei venuta in mente tu!"
Però poi magari dice: "Ma dai, anche io stavo ascoltando la radio, che radio è, che la metto?"
O magari i suoi gusti musicali son diversi.
Idiota, sono un idiota,
dai non le scrivo niente.
Anzi le scrivo una cosa a caso tipo:
"le sirene sono esistite davvero"
e poi le dico che ho sbagliato numero,
"scusa se ti ho disturbato,
ho un amico che si chiama come te in rubrica,
mi sono confuso, perdonami, come stai?
Ti va di sposarci una di queste ore?"
Ma che dico, ma smettila, ma che è?
Imbecille.
Ecco, sono queste tutte le parole che ho cancellato prima di scriverti semplicemente:
"ti ho pensato"
~ Gio Evan ~
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unfilodaria · 6 months ago
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Qualche problema di incomprensione col mio letto ormai ce l’ho. Disfatto perché sempre pronto all’uso (dormire… non fantasticate usi ormai impropri). Ma quando è tempo di cambiare le lenzuola (una volta a settimana), tolgo tutto per il lavaggio, poi lo guardo e mi dico “si, lo rifaccio dopo”. Solo che il dopo diventa sempre mezzanotte, prima di andare a dormire, maledicendo il “si, lo faccio dopo” e domandandosi il perché non si faccia da sé.
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der-papero · 2 years ago
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E' ARRIVATO BABBO NATALEEEEE 😍😍😍😍
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Oddio, me lo ricordavo vagamente diverso, ma non importa ...
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E' un regalo nientepopodimenoche da parte di @vesna-vulovic!!!! MARIIIII MA COSA HAI FATTO, IO MO' VOLO A TRE METRI DA TERRA PER I PROSSIMIIIII NON LO SO, e in fatto di volare so che sai di cosa si parla!
Uagliù, vi giuro, questi sono i momenti dove, boh, io non so più cosa scrivere, sto dando fiato ai neuroni, perché sono troppo emozionato e felice, vabbè, penso che Maria ha capito tutto, voi immaginatevi il resto della felicità, perché non ve la so descrivere.
Sì, ok, ho capito, volete vedere di che si tratta, E 'NU MUMENT!
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Ok, non credo sia un paio di calzature che i tedeschi sono soliti indossare ai ricevimenti di gala, ovvero
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bensiiiiiiii .... 😯😯😯
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UNA SCIARPA FATTA A MANO! 😍😍😍
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Non so davvero cosa dire, io ti seguo dai tempi di lalumacavevatrecorna, e non lo so, per me è come quando Katy Perry vinse il primo MTV Music Award e urlò "io fino ad un anno fa passavo le giornate sdraiata sul divano a mangiare schifezze e a vedere tutti questi miei idoli in TV, e adesso sono qua a stringere loro la mano!", e boh, non so se si è capito, ma insomma, quello che voglio dire è che io questa sciarpa NON ME LA TOLGO PIÙ, MANCO CON 30 GRADI, no, oddio, e se poi si rovina, no, no, ok, la indosso con estrema cura, NOOOO, MA LA DEVONO VEDERE TUTTI, E CHE FACCIAMO, ok, ma poi vogliono sapere, chiedono, dico, E IO METTO I MANIFESTI, CI MANCHEREBBE PURE, ok, respiro, lo giuro.
Mi hai scritto parole bellissime, io non so se merito tutto questo ... PERO' ORMAI E' TUTTO MIO 😍😍😍😍😍😍 quindi è andata 😌
Questo post potrebbe diventare di 6 km, ma credo che le uniche parole che veramente contano siano queste
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Ah, dimenticavo ... UN GRAZIE DI CUORE A TUTTA LA SQUADRA!
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