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S C I O P E R O
Salvini usa la precettazione, dice lui, per tutelare 20mln di italiani che non aderiscono; noi invece scioperiamo per tutelare quei 20 mln di italiani che andranno a scuola o al lavoro da Salvini, che sta togliendo loro sanità istruzione pensioni e un futuro.
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Revocato a Milano lo sciopero Atm dell’11 aprile, la prefettura: “Garantita mobilità per il G7 e la partita Milan-Roma”
articolo: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/revocato-sciopero-atm-aprile-jhqbmtmkù Milano, 08 aprile 2024 Lo sciopero doveva durare 4 ore La decisione del prefetto Claudio Sgargalia arriva dopo un fallimentare tentativo di mediazione. Solo a San Siro previste più di 75mila presenze Il prefetto di Milano Claudio Sgargaglia ha disposto la precettazione dei lavoratori dell’Azienda trasporti…
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ILLEGITTIMA LA PRECETTAZIONE DI SALVINI PER LO SCIOPERO DEL 15 DICEMBRE
di Redazione Il TAR del Lazio ha dato ragione ai Sindacati di base USB, Cobas e Cub che avevano presentato ricorso contro la precettazione imposta dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, riducendo da 24 ore a 4 lo sciopero indetto il 15 dicembre scorso. Non potranno esserci sanzioni per i lavoratori che si sono astenuti per tutto il giorno e il ministero dei Trasporti dovrà pagare le spese…
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Sciopero dei trasporti terminato alle 13
AGI – Nuovo sciopero nel settore dei trasporti, indetto da varie sigle sindacali. Lo stop sarà di 4 ore rispetto alle iniziali 24 dopo la precettazione decisa dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Lo sciopero, cominciato alle 9, è stato proclamato per chiedere aumenti salariali, la riduzione dell’orario di lavoro settimanale da 39 ore a 35 e per innalzare e adeguare…
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Sciopero generale, Meloni: "Precettazione atto dovuto". Salvini: "Italiani hanno potuto viaggiare e lavorare"
(Adnkronos) - "Sono d'accordo sul tema della precettazione, perché, come ho già detto, era dovuto da parte nostra" dopo il pronunciamento del Garante. A esprimersi così, sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sottolineando: "Ho sempre grande rispetto per i diritti dei lavoratori e per gli scioperi. Nel merito posso dire poco perché, come sapete, lo sciopero generale è stato lanciato contro la manovra praticamente in estate, quando io neanche avevo cominciato a pensarla. Quindi non posso dire che nel merito" lo sciopero "sia oggetto di nostri errori. Era stato lanciato molto prima che noi scrivessimo la legge di bilancio". Sciopero generale, Meloni: "Precettazione atto dovuto" I sindacati accusano il governo di bullismo istituzionale? "Non so cosa si intenda per bullismo istituzionale. Come sapete c'è stato il pronunciamento di una autorità indipendente, che semplicemente segnalava al sindacato che non c'erano i requisiti per uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io" e "il governo sulla vicenda ha un ruolo marginale", ha poi aggiunto la premier. Con un post su Instagram �� intervenuto anche il il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: “Mentre una parte di sindacati (di sinistra) trova utile scioperare insultando, opponendosi pregiudizialmente al governo anziché discutere le questioni nel merito, i numeri (con poche adesioni, soprattutto nel settore dei trasporti) ci dicono che, grazie al nostro intervento, milioni di italiani hanno potuto viaggiare, lavorare, prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cari senza disagi. Il pragmatismo che gli italiani si aspettano da istituzioni serie''. Salvini: "Italiani hanno potuto viaggiare e lavorare" “Poche adesioni allo sciopero, e in particolare nel settore trasporti: si tratta di uno schiaffo per Maurizio Landini. È un successo del vicepremier e Ministro Matteo Salvini che ha tutelato il diritto alla mobilitazione di una esigua minoranza senza danneggiare milioni di italiani”, ha affermato in una nota la Lega. "Il protagonismo politico di Salvini nel voler mettere il bavaglio alle lavoratrici e ai lavoratori nasconde la volontà di non parlare delle malefatte di una manovra che taglia le pensioni, i servizi, il fondo del trasporto pubblico locale. Questo è un problema serio per il Paese", ha detto dal canto suo Angelo Bonelli a margine della manifestazione dei sindacati a piazza del Popolo. "Salvini ha voluto nascondere le malefatte della manovra con questa operazione, ha voluto mettere il bavaglio ai lavoratori preoccupati per il loro futuro", ha affermato il deputato di Avs. [email protected] (Web Info) Read the full article
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Landini: “Insieme a Uil presenteremo ricorso contro la precettazione” #tfnews #16novembre
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Sciopero nazionale dei trasporti di venerdì 17 novembre: Matteo Salvini interviene e lo limita a quattro ore
Sciopero nazionale dei trasporti di venerdì 17 novembre: Matteo Salvini interviene e lo limita a quattro ore Venerdì 17 novembre è stato indetto da Cgil e Uil, uno sciopero nazionale dei trasporti. Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato martedì sera la lettera di precettazione che limita a quattro ore, fra le 9 e le 13. "Il diritto allo sciopero è sacrosanto” “esiste anche un diritto al lavoro e alla mobilità”, ha dichiarato il ministro dei trasporti giustificando la precettazione. Dopo aver firmato la lettera di precettazione che limita lo sciopero a 4 ore, il ministro Matteo Salvini spiega che, in caso di violazione del precetto, “scatteranno le sanzioni previste dalla legge”. "Mi dispiace che i leader sindacali per scelta politica mettano a rischio i loro stessi iscritti. Come ministro consentirò lo sciopero dalle 9 alle 13 di venerdì 17 per tutto il settore trasporti ad eccezione di quello aereo su cui i sindacati avevano già confermato un ripensamento", ha proseguito il Ministro dei Trasporti. Per Landini la precettazione è "una forzatura che mette in discussione il diritto delle persone di scioperare” e da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, "come si suol dire, c'è un silenzio assordante e vorrei capire se la posizione di Salvini è la posizione del ministro o quella del governo". "Il diritto allo sciopero è sacrosanto e le rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori non si toccano. Detto questo, come tanti ex sindacalisti di sinistra stanno ricordando in queste ore, esiste anche un diritto al lavoro e alla mobilità della maggioranza degli italiani che deve essere tutelato e garantito", ha detto Matteo Salvini, esprimendo la sua posizione in merito al diritto dello sciopero. Secondo Maurizio Landini, la precettazione dello sciopero, firmata da Matteo Salvini "è un atto grave, di assoluta gravità. Una limitazione del diritto di sciopero. Non è mai successo prima". "Venerdì ci sarà una grande giornata di sciopero e mobilitazione. Io e Pierpaolo Bombardieri saremo in piazza del Popolo a Roma, poi gli scioperi proseguiranno: il 20 novembre in Sicilia, il 24 per le regioni del Nord, il 27 in Sardegna, il primo dicembre per le regioni del Sud. Penso ci sarà una partecipazione molto importante. Possono precettare finché gli pare, noi non ci fermiamo fino a quando non abbiamo ottenuto dei risultati", con queste parole il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha confermato lo sciopero di venerdì 17 novembre. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il governo a nome di Salvini vuole la precettazione per lo sciopero previsto per venerdì 17 da UIL e CGIL ... Precettazione come negli anni neri del fascismo
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Lo sciopero del 17 Novembre a rischio precettazione
De Ficchy Giovanni Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il 17 novembre 2023 contro la legge di bilancio del governo Meloni è a rischio precettazione. Il Ministro Salvini lo ha reso noto già da giorni, ed anche il garante dello sciopero, ha protestato. Per il garante la delibera rileva come nei settori interessati dalla protesta siano già stati proclamati altri scioperi in date…
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L’attacco allo sciopero e la guerra tra poveri
È probabile che la maggioranza degli italiani abbia apprezzato la scelta del ministro Salvini di dimezzare lo sciopero dei ferrovieri con la precettazione. E avrebbe salutato con favore un analogo atto d’imperio […] (DI GAD LERNER – ilfattoquotidiano.it) – È probabile che la maggioranza degli italiani abbia apprezzato la scelta del ministro Salvini di dimezzare lo sciopero dei ferrovieri con la…
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“Anche l’odio contro la bassezza stravolge il viso. Anche l’ira per l’ingiustizia fa roca la voce. Oh, noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza, non si poté essere gentili”. (Bertolt Brecht). La notte tra il 2 e il 3 giugno 1944 a San Vito di Leguzzano (VI) giunse la Squadra d’azione del Fascio repubblicano di Schio, composta da: Bruno Marchesini, Domenico Marchioro, Paolo Sturmo, Natale Pozzati, Renato Prati, Umberto Bettini, Oreste Ceccon e Augusto Costeniero. Il loro intervento era stato richiesto da Giulio Ultimo Ziliotto, Commissario prefettizio del paese, che in una lettera al Comando provinciale della GNR aveva lamentato come, a causa della mancanza di un presidio, San Vito fosse frequentata dopo il coprifuoco da sbandati e renitenti alla leva e alla precettazione al lavoro. Giunti in via Cesare Battisti, gli squadristi incrociarono un giovane, Lino Zordan, che, datosi alla fuga, fu soppresso con una raffica di mitra alla schiena. Svegliato dagli spari un civile, Natale Benetti, si affacciò alla finestra della camera e fu a sua volta ucciso da una raffica sparata al suo indirizzo. Seguì un breve scontro a fuoco con un gruppo di partigiani, durante il quale due squadristi, Bruno Marchesini e Paolo Sturmo, furono feriti e condotti poco dopo in ospedale. Il mattino successivo giunse in paese un’altra squadra comandata da Innocenzo Passuello, segretario del Fascio di Schio e futuro “boia del Grappa”, che appiccò il fuoco all’abitazione dei fratelli Micheletto, partigiani sanvitesi da tempo ricercati. Le fiamme si estesero alle abitazioni vicine e nel tentativo di domarle un civile, Armando Campagnolo, padre di 6 figli, cadde in mezzo alle fiamme, rimanendo ustionato in quasi tutto il corpo. Morì dopo due giorni di terribile agonia. Su ordine del Questore, Lino Zordan e Natale Benetti furono caricati su un carretto e fatti sfilare per le vie di Schio, a monito della popolazione, dopo di che furono sepolti alle 5 del mattino, senza alcuna cerimonia e con il divieto di portare fiori. Era l'inizio del terribile "mese di fuoco" che a San Vito si concluse con la deportazione in Austria di 20 giovani, due dei quali non tornarono. Tre giorni più tardi giunse la rappresaglia partigiana. Bruno Marchesini e Paolo Sturmo furono freddati con 140 colpi sul loro letto all’Ospedale di Schio. Ma non finì così. Il 3 maggio 1945 Domenico Marchioro, assieme ad altri quattro fascisti, fu condotto a Pedescala e affidato alle cure delle donne sopravvissute alla strage compiuta dai nazifascisti in ritirata tre giorni prima, che li soppressero brutalmente. Si narra che furono fatti a pezzi con le roncole. Due mesi più tardi, nel cosiddetto “eccidio di Schio”, Giulio Ultimo Ziliotto e Umberto Bettini furono uccisi dalle raffiche partigiane. Gli altri squadristi, malgrado le numerose denunce presentate per quello e altri crimini commessi, riuscirono a sfangarla e, dopo una breve detenzione, a morire nel proprio letto. No. Come diceva Bertolt Brecht, non si poté essere gentili. E chi lo fu, se ne pentì amaramente. Ugo De Grandis
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“ Un tempo ogni classe aveva il suo banco degli asini, un limbo dove fin dai primi giorni di scuola venivano respinti gli irredimibili, stralunati ragazzi dalla testa a pera, restavano per tutto l’anno in quell’ultimo banco, come non ci fossero. Di tanto in tanto il maestro, per ironico scrupolo, li chiamava a ripetere una lezione, a svolgere sulla lavagna un esercizio; non si alzavano nemmeno, reprimendo uno sbadiglio dicevano – non mi fido – cioè non mi fido a farlo, credo di non spuntarcela. C’erano ancora quando io frequentavo le elementari, e ancora ci sono nelle classi dei maestri più anziani. Ma i regolamenti li proibiscono, e qualche direttore ha pensato fosse pedagogicamente più ortodosso istituire le classi degli asini, una classe di ragazzi tutti allo stesso livello mentale e nozionale. È facile formarle: basta, per ogni gruppo di classi, formarne una di ripetenti. Coloro che vengono respinti a ripetere una classe sono di solito irrecuperabili, assolutamente irriducibili alla sia pure vaga disciplina dello studio, se no davvero i maestri non li boccerebbero. A me, non so se perché il direttore confida nelle mie positive qualità o, al contrario, perché mi ritiene affatto sprovveduto, tocca di solito una classe di ripetenti. Se mi ritiene capace di risollevare le condizioni della classe, il direttore si illude di certo, come si illuderebbe su chiunque altro, nessuno essendo capace di un miracolo simile; se invece intende dare un calcio alla classe, mandarla al diavolo, e me con la classe, bisogna riconoscere che concretamente capisce le cose della scuola. Io svolgo il programma come si trattasse di una classe normale, ce ne sono due tre quattro al massimo, che mi seguono. Da sei anni, da quando ho incominciato a insegnare, mi pare di avere sempre la stessa classe, gli stessi ragazzi. Il fatto più vero, di là dalle scolastiche valutazioni, è che non una classe di asini o di ripetenti mi tocca ogni anno, ma una classe di poveri, la parte più povera della popolazione scolastica, di una povertà stagnante e disperata. I più poveri di un paese povero. Quelli dei paesi vicini lo chiamano il paese del sale, la campagna intorno è tarlata di gallerie che inseguono il sale, il sale si ammucchia candido e splendente alla stazione; sale, nebbia e miseria; il sale sulla piaga, rossa ulcera di miseria. E io me ne sto tra questi ragazzi poveri, in questa classe degli asini che sono sempre i poveri, da secoli al banco degli asini, stralunati di fatica e di fame. Vengono a scuola, i ragazzi, dopo che la famiglia riceve la cartolina di precettazione con citati gli articoli di legge e ricordata la multa: la posta non porta loro che di queste cartoline, per andare a scuola per il servizio di leva per il richiamo per la tassa. Spesso la cartolina non basta, il direttore trasmette gli elenchi degli inadempienti all’obbligo scolastico al maresciallo dei carabinieri; il maresciallo manda in giro l’appuntato, a minacciare galera e – io vi porto dentro – i padri si rassegnano a mandare a scuola i ragazzi. C’era un maresciallo che questo servizio lo aveva a cuore, mandava a chiamare i padri e sbatteva in camera di sicurezza, per una notte che avrebbe portato consiglio, quelli che più resistevano. E allora a me maestro, pagato dallo Stato che paga anche il maresciallo dei carabinieri, veniva voglia di mettermi dalla parte di quelli che non volevano mandare a scuola i figli, di consigliarli a resistere, a sfuggire all’obbligo. La pubblica istruzione! Obbligatoria e gratuita, fino ai quattordici anni; come se i ragazzi cominciassero a mangiare soltanto dopo, e mangerebbero le pietre dalla fame che hanno, e d’inverno hanno le ossa piene di freddo, i piedi nell’acqua. Io parlo loro di quel che produce l’America, e loro hanno freddo, hanno fame; e io dico del Risorgimento e loro hanno fame, aspettano l’ora della refezione, giocano per ingannare il tempo, e magari pizzicando le lamette dimenticano la fatica del servizio, le scale da salire con le brocche dell’acqua, i piatti da lavare. “
Leonardo Sciascia, Le parrocchie di Regalpetra, Laterza (collana Universale Laterza n° 62), 1967 [1ª ed.ne 1956]; pp.103-04.
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Francia: è muro contro muro fra sindacati e governo e le pompe restano a secco
Il governo francese minaccia la precettazione e misure a chi si rifiuterà di lavorare
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Verso un venerdì nero per i trasporti pubblici. Salvini: "No alla paralisi del Paese"
“Il diritto a chiedere salari più adeguati è sacrosanto, ma questo non può paralizzare l’Italia per un giorno intero, a ridosso del Natale. Da ministro dei Trasporti devo garantire la mobilità ai 20 milioni di italiani che quotidianamente prendono un mezzo pubblico: è mio diritto ma anche mio dovere”. Con queste parole Matteo Salvini ha motivato la firma alla precettazione da 24 a 4 ore – dalle…
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Sciopero generale al via, ecco chi si ferma oggi: orari e info
(Adnkronos) - Sciopero generale oggi 17 novembre per contestare la Manovra economica 2024. Ad indire la protesta Cgil e Uil che hanno organizzato anche manifestazioni in diverse città. Chi si ferma? Quali servizi sono a rischio? Quali sono le fasce orarie? Dopo la precettazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, i treni passeggeri e merci, il trasporto pubblico locale e il trasporto marittimo si fermeranno per 4 ore: dalle 9 alle 13. In sciopero dalle 9 alle 13 anche i Vigili del Fuoco. Il personale di strade e autostrade invece si fermeranno le ultime 4 ore per ogni turno di lavoro ricompreso tra le 00.01 e le 00.00 di venerdì 17 novembre. Incroceranno invece le braccia per 8 ore i lavoratori della scuola, di ogni ordine e grado, e quelli del pubblico impiego così come i taxi che si asterranno dal lavoro in maniera totale o parziale dalle 00.01 alle 24. Stop di 8 ore anche per i lavoratori dell'igiene ambientale e per gli addetti di Poste Italiane. Per i trasporti comunque non sarà uno sciopero uniforme. In molte città italiane infatti lo sciopero si concluderà un'ora o mezz'ora prima. Questo perché, spiegano fonti sindacali, l'ordinanza ha optato per un taglio lineare, 9-13, senza tenere conto degli orari locali di attivazione delle fasce di garanzia. Così solo a Roma e a Palermo lo stop dei lavoratori del trasporti inizierà alle 9 e terminerà alle 13 mentre a Torino lo sciopero seguirà l'orario 9-12. Stop 'ridotto' anche a Firenze, a Bari e a Cagliari dove lo sciopero si svolgerà invece dalle 9 alle 12.30. Sono escluse dallo sciopero inoltre alcune aziende in alcuni territori per la concomitanza con scioperi già proclamati come nel trasporto ferroviario Trenord in Lombardia e Trenitalia in Piemonte e tutte le attività in appalto delle ferrovie e nel trasporto pubblico locale le aziende Atm della provincia di Milano, Tper di Bologna e Anm di Napoli. Gli scioperi di domani saranno scanditi da una serie di manifestazioni locali: Cgil e Uil saranno in piazza infatti a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma. Lo slogan che unirà tutte le 58 piazze coinvolte nel pacchetto di mobilitazioni che si svolgeranno fino al 1 dicembre con oltre 100 presidi, sarà "Ora Basta ". A chiudere la manifestazione di Roma, a Piazza del Popolo, sarà il leader Cgil, Maurizio Landini. Ma a scioperare domani anche i lavoratori del pubblico impiego aderenti all'Usb, il sindacato di base che da appuntamento davanti a Palazzo Vidoni che annuncia di voler bruciare in piazza le tessere elettorali. "Voi bruciate pensioni e salari, noi le tessere elettorali", dicono per protestare contro "la mancetta natalizia" predisposta dal governo per i dipendenti pubblici "che non comprerà i voti dei lavoratori", si legge in una nota. [email protected] (Web Info) Read the full article
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