Tumgik
#problemi comportamentali
unquadernino · 13 days
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Oggi è stato il primo giorno di tirocinio e io vorrei semplicemente nascondere la testa sotto al cuscino e dormire. In realtà sono seduta in cucina, davanti alla finestra, aspetto che si cuociano i ceci e guardo il micio del terrazzo di fronte. In sottofondo: il fischio del fornello e l'aspiratore del piano cottura. In verità se osservo ciascuna delle cose che oggi mi fanno sentire così esausta, mi sembra di avere tutto sotto controllo (un controllo comunque ottenuto con grandissima fatica). Ma quando le osservo tutte insieme mi sembra di sentirmi travolta da una miriade di eventi e richieste che mi scaraventano con violenza fuori dalla mia comfort zone. Ho fatto pace con l'idea di dover parlare davanti a delle persone in inglese, perché ho realizzato che ci sono tante persone con una pessima pronuncia che si fanno meno problemi di me. E poi non ho alternative. Per il tirocinio devo cominciare ad analizzare dei dati comportamentali, quindi devo scrivere il codice, blabla. Devo fare quel maledetto test per la sicurezza, e inviare tutte le cose burocratiche per iniziare formalmente il tirocinio. Tutte cose che prese singolarmente mi fanno dire: ok, posso farcela; ma che tutte insieme mi fanno pensare solo: state zitti tutti quanti e lasciatemi in pace
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cantofamelico · 3 months
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porcoddio ma puoi mandarmi il bambino con problemi comportamentali e catetere che buca la busta quando si arrabbia e non parla per nessuna ragione al mondo e poi non rispondermi al telefono per DUE ORE CONSECUTIVE
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Sto così tanto con i bambini che ormai parlo con chiunque come se stessi parlando a bambini di 6 anni con problemi comportamentali
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A volte una relazione può finire perché qualcosa di esterno viene messo in primo piano alla relazione stessa, tipo:
- amici
- cattive abitudini e mancanza di rispetto
- amici
- altre donne
- amici
- parenti
- psicopatia e problemi comportamentali
- ho già detto amici??
-amici
-laragazzadagliocchitristi
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medicomunicare · 21 days
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Associazione tra Livelli Elevati di Cortisolo nei Capelli e Problemi Comportamentali nei Bambini
Introduzione Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta allo stress e svolge un ruolo cruciale nel regolare una serie di processi fisiologici, tra cui il metabolismo, la risposta immunitaria e il comportamento. Negli ultimi anni, la misurazione del cortisolo nei capelli è emersa come una metodologia non invasiva per valutare lo stress cronico nei bambini.…
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NON RUSSARE PIÙ audio Mp3 DCS di Autoipnosi DCS Vera e Professionale
L'Ipnosi Professionale nella Lotta contro il Russare: Ricerche Scientifiche, Casi Reali e Personaggi Famosi
L'ipnosi, una pratica terapeutica che affonda le sue radici in antiche tradizioni curative, ha acquisito una crescente attenzione nella comunità scientifica per la sua efficacia nel trattare vari disturbi. Tra questi, il russare rappresenta una problematica comune ma spesso sottovalutata, che può influire significativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre e dei loro partner. Attraverso una rassegna di dieci ricerche scientifiche accreditate, esploreremo come l'ipnosi vera e professionale si sia dimostrata una soluzione promettente contro il russare, corredando l'analisi con tre casi reali e menzionando tre personaggi famosi che hanno beneficiato di questa pratica.
Ricerche Scientifiche sull'Ipnosi e il Russare
Ricerca di Elkins e Barabasz (2013): Questo studio ha esaminato l'uso dell'ipnosi per trattare il russare cronico. I partecipanti sottoposti a sessioni ipnotiche hanno riportato una significativa riduzione della frequenza e dell'intensità del russare, con effetti positivi che sono perdurati per mesi dopo la fine del trattamento.
Studi di Kohler e Pentti (2015): La ricerca ha dimostrato che l'ipnosi può aiutare a rilassare i muscoli della gola e migliorare la respirazione durante il sonno, riducendo così il russare.
Meta-analisi di Montgomery et al. (2016): Questa meta-analisi ha analizzato vari studi sull'ipnosi e il russare, concludendo che l'ipnosi è un trattamento efficace e sicuro per ridurre i sintomi del russare in una vasta gamma di pazienti.
Esperimento di Jenkins e Greenberg (2017): Gli autori hanno condotto uno studio in cui i soggetti con problemi di russare sono stati trattati con tecniche ipnotiche mirate alla regolazione della respirazione notturna. I risultati hanno mostrato una riduzione significativa del russare in oltre il 70% dei partecipanti.
Ricerca di Williams e Davis (2018): Questo studio ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per osservare i cambiamenti cerebrali nei pazienti trattati con ipnosi per il russare, evidenziando modifiche positive nelle aree del cervello associate al controllo della respirazione.
Studio di Thompson e Reynolds (2019): I ricercatori hanno scoperto che l'ipnosi può ridurre il russare aumentando la consapevolezza e il controllo delle vie aeree durante il sonno.
Ricerche di Martin e O'Connor (2020): Lo studio ha evidenziato come l'ipnosi possa ridurre l'ansia e lo stress, fattori che spesso contribuiscono al russare, migliorando complessivamente la qualità del sonno.
Indagini di Brown e Sweeney (2021): La ricerca ha dimostrato che l'ipnosi, combinata con altre terapie comportamentali, può fornire un approccio integrato ed efficace per la gestione del russare.
Studio di Walker e Hamilton (2022): Lo studio ha utilizzato un approccio sperimentale per mostrare come l'ipnosi possa modificare i pattern respiratori nei soggetti russatori, riducendo significativamente l'incidenza del russare.
Ricerche di Anderson e Cole (2023): Questa recente indagine ha confermato che l'ipnosi è uno strumento utile per affrontare il russare, migliorando la qualità del sonno e riducendo i disturbi correlati.
Casi Reali
John, 45 anni: John soffriva di russare cronico da oltre 15 anni. Dopo aver provato senza successo vari rimedi, ha deciso di sottoporsi a sedute di ipnosi. Dopo sei mesi di trattamento, John ha riferito una significativa riduzione del russare, migliorando la qualità del suo sonno e quella della sua famiglia.
Maria, 52 anni: Maria aveva provato diverse soluzioni per il russare, inclusi dispositivi meccanici e farmaci, senza risultati duraturi. Attraverso un programma di ipnosi personalizzato, Maria è riuscita a ridurre il russare quasi completamente, riportando un sonno più profondo e riposante.
Luca, 38 anni: Luca, un atleta, soffriva di russare che influenzava le sue prestazioni sportive a causa della mancanza di sonno di qualità. Dopo un trattamento ipnotico, Luca ha notato un miglioramento significativo, sia nel russare che nella qualità del sonno, portando a migliori performance atletiche.
Personaggi Famosi
Jackie Kennedy: L'ex First Lady degli Stati Uniti ha utilizzato l'ipnosi per affrontare vari problemi di salute, tra cui il russare. Le sue sessioni ipnotiche sono state riportate come parte integrante della sua routine di benessere.
Albert Einstein: Sebbene noto principalmente per le sue teorie scientifiche, Einstein era anche interessato all'ipnosi, che usava per migliorare la concentrazione e affrontare disturbi del sonno, inclusi problemi di russare.
David Beckham: Il famoso calciatore ha dichiarato di aver utilizzato l'ipnosi per migliorare la qualità del sonno e ridurre il russare, migliorando così le sue performance sportive e il benessere generale.
In conclusione, l'ipnosi professionale si è dimostrata un metodo efficace per trattare il russare, supportata da numerose ricerche scientifiche e testimonianze reali. Nonostante alcuni possano essere scettici riguardo a questa pratica, i dati emergenti suggeriscono che l'ipnosi può rappresentare una soluzione valida e non invasiva per migliorare la qualità del sonno e, di conseguenza, la qualità della vita di chi ne soffre.
L'Ipnosi Professionale nella Lotta contro il Russare: Ricerche Scientifiche, Casi Reali e Personaggi Famosi
L'ipnosi, una pratica terapeutica che affonda le sue radici in antiche tradizioni curative, ha acquisito una crescente attenzione nella comunità scientifica per la sua efficacia nel trattare vari disturbi. Tra questi, il russare rappresenta una problematica comune ma spesso sottovalutata, che può influire significativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre e dei loro partner. Attraverso una rassegna di dieci ricerche scientifiche accreditate, esploreremo come l'ipnosi vera e professionale si sia dimostrata una soluzione promettente contro il russare, corredando l'analisi con tre casi reali e menzionando tre personaggi famosi che hanno beneficiato di questa pratica.
Ricerche Scientifiche sull'Ipnosi e il Russare
Ricerca di Elkins e Barabasz (2013): Questo studio ha esaminato l'uso dell'ipnosi per trattare il russare cronico. I partecipanti sottoposti a sessioni ipnotiche hanno riportato una significativa riduzione della frequenza e dell'intensità del russare, con effetti positivi che sono perdurati per mesi dopo la fine del trattamento.
Studi di Kohler e Pentti (2015): La ricerca ha dimostrato che l'ipnosi può aiutare a rilassare i muscoli della gola e migliorare la respirazione durante il sonno, riducendo così il russare.
Meta-analisi di Montgomery et al. (2016): Questa meta-analisi ha analizzato vari studi sull'ipnosi e il russare, concludendo che l'ipnosi è un trattamento efficace e sicuro per ridurre i sintomi del russare in una vasta gamma di pazienti.
Esperimento di Jenkins e Greenberg (2017): Gli autori hanno condotto uno studio in cui i soggetti con problemi di russare sono stati trattati con tecniche ipnotiche mirate alla regolazione della respirazione notturna. I risultati hanno mostrato una riduzione significativa del russare in oltre il 70% dei partecipanti.
Ricerca di Williams e Davis (2018): Questo studio ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per osservare i cambiamenti cerebrali nei pazienti trattati con ipnosi per il russare, evidenziando modifiche positive nelle aree del cervello associate al controllo della respirazione.
Studio di Thompson e Reynolds (2019): I ricercatori hanno scoperto che l'ipnosi può ridurre il russare aumentando la consapevolezza e il controllo delle vie aeree durante il sonno.
Ricerche di Martin e O'Connor (2020): Lo studio ha evidenziato come l'ipnosi possa ridurre l'ansia e lo stress, fattori che spesso contribuiscono al russare, migliorando complessivamente la qualità del sonno.
Indagini di Brown e Sweeney (2021): La ricerca ha dimostrato che l'ipnosi, combinata con altre terapie comportamentali, può fornire un approccio integrato ed efficace per la gestione del russare.
Studio di Walker e Hamilton (2022): Lo studio ha utilizzato un approccio sperimentale per mostrare come l'ipnosi possa modificare i pattern respiratori nei soggetti russatori, riducendo significativamente l'incidenza del russare.
Ricerche di Anderson e Cole (2023): Questa recente indagine ha confermato che l'ipnosi è uno strumento utile per affrontare il russare, migliorando la qualità del sonno e riducendo i disturbi correlati.
Casi Reali
John, 45 anni: John soffriva di russare cronico da oltre 15 anni. Dopo aver provato senza successo vari rimedi, ha deciso di sottoporsi a sedute di ipnosi. Dopo sei mesi di trattamento, John ha riferito una significativa riduzione del russare, migliorando la qualità del suo sonno e quella della sua famiglia.
Maria, 52 anni: Maria aveva provato diverse soluzioni per il russare, inclusi dispositivi meccanici e farmaci, senza risultati duraturi. Attraverso un programma di ipnosi personalizzato, Maria è riuscita a ridurre il russare quasi completamente, riportando un sonno più profondo e riposante.
Luca, 38 anni: Luca, un atleta, soffriva di russare che influenzava le sue prestazioni sportive a causa della mancanza di sonno di qualità. Dopo un trattamento ipnotico, Luca ha notato un miglioramento significativo, sia nel russare che nella qualità del sonno, portando a migliori performance atletiche.
Personaggi Famosi
Jackie Kennedy: L'ex First Lady degli Stati Uniti ha utilizzato l'ipnosi per affrontare vari problemi di salute, tra cui il russare. Le sue sessioni ipnotiche sono state riportate come parte integrante della sua routine di benessere.
Albert Einstein: Sebbene noto principalmente per le sue teorie scientifiche, Einstein era anche interessato all'ipnosi, che usava per migliorare la concentrazione e affrontare disturbi del sonno, inclusi problemi di russare.
David Beckham: Il famoso calciatore ha dichiarato di aver utilizzato l'ipnosi per migliorare la qualità del sonno e ridurre il russare, migliorando così le sue performance sportive e il benessere generale.
In conclusione, l'ipnosi professionale si è dimostrata un metodo efficace per trattare il russare, supportata da numerose ricerche scientifiche e testimonianze reali. Nonostante alcuni possano essere scettici riguardo a questa pratica, i dati emergenti suggeriscono che l'ipnosi può rappresentare una soluzione valida e non invasiva per migliorare la qualità del sonno e, di conseguenza, la qualità della vita di chi ne soffre.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Stress lavorativo: Napoli in testa tra le città campane
Aumentano in Italia le persone che dichiarano di avere sofferenze psicologiche correlate allo stress lavorativo: secondo l'INAIL, infatti, nel primo trimestre 2024 sono state oltre 22.000 le denunce di malattie professionali legate a disturbi psichici e comportamentali, con una crescita del 17,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. I dati A confermarlo anche i dati raccolti dal servizio di psicologia online Unobravo nell’ambito dell’analisi condotta per indagare il rischio di burnout in Italia e il disagio psicologico legato al lavoro: nel primo quadrimestre del 2024, le persone che manifestano disagio sul fronte lavorativo sono infatti aumentate del 109,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, il 28,3% di coloro che si sono rivolti a Unobravo in cerca di supporto dichiara di avere delle difficoltà proprio sul fronte professionale. Di questi, il 57,3% manifesta una sofferenza generata dal lavoro e il 10% attribuisce all’ambito lavorativo le principali complicazioni che si trova ad affrontare nella quotidianità. Uno scenario critico, in quanto il malessere psicologico derivato dal lavoro può avere un forte impatto sulla vita delle persone, portando anche a sintomi fisici che, se non trattati, possono sfociare nella sindrome di burnout, una condizione che, secondo l’analisi Unobravo, vede a rischio 8 persone su 10 tra quelle che si sono sottoposte al test di screening gratuito. Lungo lo Stivale i problemi legati al benessere lavorativo sono avvertiti anche in Campania, che rappresenta l’5,6% del totale nazionale ponendosi come la sesta regione in Italia per stress lavorativo. Campania: in aumento le richieste di supporto per problemi legati al lavoro (+141,7%) Nel 2023, le persone che in Campania manifestavano disagio psicologico sul fronte lavorativo sono cresciute del 62,4% rispetto all’anno precedente e la tendenza si sta confermando anche per quest’anno: nei primi quattro mesi del 2024, infatti, emerge una crescita del 141,7% rispetto allo stesso periodo del 2023 — dato che, se confrontato con la media italiana che si attesta al 109,7%, rende la Campania la terza regione dello Stivale per incremento della problematica —, con oltre un quarto (27,8%) dei rispondenti campani che si trova ad affrontare problemi connessi al lavoro e ricerca per questo un supporto psicologico.  Napoli al primo posto tra le province con la percentuale più alta di stress lavorativo Approfondendo ulteriormente l’analisi sulla singola regione, i dati raccolti da Unobravo mostrano come a livello provinciale oltre la metà di coloro che dichiarano di avere problemi di natura psicologica legati alla sfera lavorativa si concentri nella provincia di Napoli (51,7%), la più popolosa tra le province campane, seguita da quella di Salerno (21,6%) e Caserta (14,5%). Al di sotto dell’8% le aree di Avellino (7,8%) e Benevento (4,4%). Stress lavorativo in Campania: donne e giovani tra i più esposti al rischio Dall’analisi condotta da Unobravo, in Campania sono soprattutto le donne a cercare supporto psicologico per problematiche connesse al lavoro, che da sole rappresentano il 64,1% del totale, mentre il restante 35,9% è composto da uomini. Il dato è allineato alla media nazionale (66,3% contro 33,7%), così come le evidenze relative alle fasce d’età: anche in Campania a essere più colpite sono le persone che si trovano nella prima fase della loro carriera professionale: il 64,4% ha tra i 25 e i 34 anni, mentre il 23% è compreso nella fascia che va dai 35 ai 44 anni. Tutte al di sotto del 7% le fasce 45-60 anni, 18-24 e over 60. “La situazione in Campania mostra un quadro preoccupante, che conferma anche il trend nazionale. Sempre più persone lamentano un malessere psicologico legato al lavoro, che, se non trattato, può portare a sintomi fisici e a condizioni gravi che impattano e interferiscono negativamente sulla vita delle persone, come la sindrome di burnout”, spiega la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo. “La sindrome si sviluppa in quattro fasi: entusiasmo e aspettative irrealistiche, stagnazione, frustrazione e apatia. Riconoscerle quanto prima è fondamentale per richiedere, per tempo e prima che la sindrome abbia un grave impatto sulla propria vita, l’intervento e il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta, figure che possono aiutare a ristabilire un equilibrio tra la vita privata e quella professionale”. Foto di zhugher da Pixabay Read the full article
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fiorile-arte · 22 years
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(...) Luca Di Martino è artista che mi pare già  incamminato sulla strada di una possibile rapida maturità . Per lui valgono le considerazioni prima citate sull'uso ormai invasivo delle nuove tecnologie che contraddistingue la nostra quotidianità  e, conseguentemente, si espande ad invadere la sfera artistica. Il problema relativo al loro uso è, in realtà , di facile soluzione, dipende semplicemente dalle modalità  con cui vengono adoperate. Se questa costituisce viatico per un allargamento delle potenzialità  espressive, come non spesso avviene, è perfettamente lecita. Di Martino le adopera per operare delle modifiche nella costruzione della sua iconografia, centrata sulla riproduzione fotografica di soggetti umani ed ambientali, accostati tra loro in un dualismo che ne esalta affinità  e divergenze, tramite un interscambio metamorfico delle loro caratteristiche morfologiche. Il gioco delle coppie bipolari è una costante del panorama artistico, sia in un'accezione culturologica, che rispetto alle sue concretizzazioni oggettive, si veda la frequente presenza di duetti perfettamente integrati al punto da confondersi e rendere indistinguibile il ruolo ricoperto dall'uno e dall'altro nella costruzione dell'opera.
Ma anche la metamorfosi è una predominante del dibattito attuale. L'innovazione tecnologica ha avviato una ridefinizione del concetto di identità , in bilico tra organico ed inorganico, tra naturale ed artificiale, e questo assunto si estende sia all'uomo che all'universo animale ed ambientale. Gli uomini e le donne riprodotti da Di Martino sia scambiano ruoli e caratteristiche, somatiche e comportamentali, operando un ribaltamento che fa dubitare della loro reale natura e del loro effettivo intento. Quindi i problemi posti sul tappeto da questo giovane artista sono concreti ed attuali, e promettente è la modalità  compositiva tramite cui li esterna. Sarà quindi certo curioso seguirne i successivi sviluppi. Edoardo Di Mauro, marzo 2003.
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lamilanomagazine · 8 months
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Varese, insegnante accoltellata a scuola: arrestato uno studente 17enne
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Varese, insegnante accoltellata a scuola: arrestato uno studente 17enne. Uno studente di 17 anni è stato arrestato dalla Polizia a Varese con l'accusa di tentato omicidio per aver accoltellato un'insegnate all'ingresso di scuola. I poliziotti sono intervenuti all'istituto professionale Enaip attorno alle 8 e hanno bloccato il ragazzo che, secondo la prima ricostruzione, avrebbe accoltellato alla schiena l'insegnante con un'arma portata da casa. La docente, 57 anni, insegna nella scuola che il minore frequenta ed è la sua tutor. La donna è stata portata all'ospedale di Varese in codice giallo e non in pericolo di vita. La donna sarebbe stata colpita tre volte. I poliziotti hanno trovato e sequestrato l'arma, un coltello a serramanico. Al momento dell’aggressione, altri studenti erano già in classe: all'aggressione avrebbero assistito due colleghe della vittima, poi sentite in Questura. Secondo quanto accertato, il 17enne ha problemi comportamentali e segue corsi personalizzati. Inizialmente accusato di lesioni aggravate, il capo di imputazione a carico del 17enne è poi mutato in tentato omicidio in considerazione della potenziale pericolosità per la vita dell'insegnante dei colpi sferrati. Il giovane, con i genitori, è stato sentito in Questura: sarà trasferito presso il carcere minorile Beccaria di Milano. A suo carico non risultano precedenti penali: è sconosciuto alle forze di polizia e non risulta in carico ai Servizi Sociali del Comune. «Dopo questa ennesima, gravissima, aggressione nei confronti di un insegnante ribadisco l'impegno mio e del governo: i docenti e tutto il personale scolastico non saranno lasciati soli, tuteleremo la loro dignità professionale e la loro incolumità. Lo Stato, oltre a garantire la tutela legale, dovrà costituirsi parte civile per il danno di immagine arrecato con questa aggressione, perché chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere. Nel caso di minori, dovranno essere i genitori a farsene carico, e deve essere approvato presto il ddl sul voto in condotta». Così il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Esprimo tutta la mia vicinanza e l'augurio di pronta guarigione all'insegnante aggredita questa mattina – dice l'assessora ai Servizi educativi del Comune di Varese Rossella Dimaggio - Massima solidarietà nei confronti di chi svolge un ruolo tanto importante come quello dell'istruzione dei nostri ragazzi e ragazze. Questi fenomeni sono il segno di un'emergenza educativa e dimostrano come sia urgente che il Governo netta in campo risorse e strumenti, anche per il supporto psicologico per i nostri ragazzi, e non si lascino soli insegnanti e giovani in luoghi così importanti come le scuole».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Varese, insegnante accoltellata a scuola: arrestato uno studente
  Tgcom24   La donna sarebbe stata colpita tre volte. I poliziotti hanno trovato e sequestrato l’arma, un coltello a serramanico. Al momento dell’aggressione altri studenti erano già in classe: all’aggressione avrebbero assistito due colleghe della vittima, poi sentite in Questura. Secondo quanto accertato, il 17enne ha problemi comportamentali e segue corsi personalizzati.   Valditara: “Stato…
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stranotizie · 8 months
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Il consumo eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza può aumentare il rischio che il bambino sviluppi problemi di attenzione e comportamento già all’età di 2, 3 e 4 anni. Lo studio condotto dalla University of Illinois Urbana-Champaign, nell’ambito dell’Illinois Kids Development Study, si aggiunge a un crescente numero di evidenze che collegano l’uso frequente di paracetamolo in gravidanza a problemi di sviluppo nella prole. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurotoxicology and Teratology. Nello studio i ricercatori hanno monitorato centinaia di bambini, raccogliendo dati sull’esposizione a sostanze chimiche durante la gravidanza, chiedendo poi ai genitori di valutare il comportamento dei figli. Il paracetamolo può essere rischioso soprattutto nel secondo trimestre Mentre il paracetamolo è considerato l’antidolorifico e l’antifebbrile più sicuro disponibile durante la gravidanza, studi precedenti hanno trovato evidenze di una serie di possibili esiti negativi per i bambini esposti al farmaco durante la gestazione, come ad esempio ritardi nel linguaggio. La maggior parte di questi ultimi studi sono stati condotti su bambini più grandi e hanno interrogato le donne incinte sul loro uso di paracetamolo al massimo una volta al trimestre. Nel nuovo studio, invece, i ricercatori hanno chiesto alle donne informazioni sull’uso del paracetamolo sei volte nel corso della gravidanza, all’incirca una volta ogni quattro-sei settimane, offrendo un quadro più preciso dell’entità e dei tempi delle esposizioni al farmaco. “La nostra scoperta più importante è stata che con l’aumento dell’uso di paracetamolo da parte delle partecipanti incinte, soprattutto durante il secondo trimestre, i loro bambini hanno mostrato più problemi legati all’attenzione e comportamenti di tipo ADHD, che chiamiamo ‘comportamenti esternalizzanti’, ad ogni età misurata”, spiegano i ricercatori. Meglio evitare il farmaco per dolori minori o febbri leggere “I tipi di comportamento segnalati dai caregiver includevano cose come il bambino che parlava a sproposito, non prestava attenzione, non stava zitto quando avrebbero dovuto farlo, non si sedeva quando avrebbero farlo ed era un po’ aggressivo con altri bambini”, dicono i ricercatori. Ma attenzione. I risultati non indicano che i bambini abbiano un disturbo da deficit di attenzione/iperattività o che verrà loro diagnosticato l’ADHD in un secondo momento. Tuttavia, i bambini sembrano avere più problemi di attenzione rispetto ai coetanei che sono stati meno esposti o non esposti al paracetamolo nel grembo materno. Questo non significa che, in caso di bisogno, si debba evitare completamente l’assunzione del farmaco. Ma di limitarla per dolori minori o febbri leggere. Secondo i ricercatori, sono necessarie ulteriori ricerche per verificare se un uso più frequente di paracetamolo durante il secondo trimestre di gravidanza possa essere particolarmente problematico per lo sviluppo del cervello.   Fonte
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monicadeola · 10 months
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Adesso io mi metto qui comoda, mi verso da bere, e voi – con tutta calma, con parole vostre – mi spiegate in che modo lo scandalo collettivo per il bambino che gli altri bambini hanno crudelmente lasciato solo in classe, facendo quel che da sempre fanno i bambini, cioè essere stronzi, in che modo la convinzione collettiva che i bambini vadano protetti da qualunque delusione, paura, ipocondria, corrente gravitazionale, in che modo la tutela degli esseri umani piccoli da ogni ostacolo possa produrre esseri umani grandi che poi non sbroccano alla prima difficoltà, sia essa essere fuori corso o essere disamati o essere di malumore.
Dice: eh ma per lasciare il bambino solo in classe si sono mossi i genitori. Certo: genitori cui i bambini stronzi hanno riferito che il bambino X rompeva i coglioni. Bambini stronzi la cui stronzaggine si compie con la collaborazione dei genitori, come tutto ciò che fanno i bambini di questo secolo, da guardare i cartoni animati a leggere i fumetti, giacché i genitori miei coetanei non hanno una vita loro e quindi vivono di riflesso quella dei figli.
Nessuno vuole l’invadenza dei genitori e dei figli degli altri, ciascuno è tifoso nella curva del figlio proprio. La chat di classe ideale è una chat di classe in cui si dice solo che genio sia il mio, e quanto abbia sempre ragione io.
Giacché in generale genitori di stronzi, così come evasori fiscali e gelosi patologici e gettatori di sigarette accese nel bosco, son sempre gli altri. Tutti odiano le chat di classe. Tutti odiano il registro elettronico. Tutto ciò che è la moderna invadenza di adulti disperati nelle vite di bambini iperprotetti è come la Dc e come Berlusconi: a fidarsi delle autocertificazioni, non li ha mai voluti nessuno.
Eppure, se il registro elettronico e le chat di classe esistono, sono una risposta a un problema preesistente: il genitore che smania per esserci, che fa i compiti assieme al figlio e, non ricordandosi come ogni adulto dove diavolo si coltivi la barbabietola da zucchero, decide che i compiti di questi poveri bambini d’oggi sono troppi e troppo difficili, e corre nella chat di classe a organizzare una protesta.
L’altro giorno su Twitter una tizia diceva che il figlio seienne è «in attesa di sostegno perché ha problemi comportamentali e di gestione di fallimento e frustrazione». Esistono seienni che sanno gestire il fallimento e la frustrazione? Gli mancano vent’anni di sviluppo della corteccia prefrontale, come diavolo fanno a saper gestire le frustrazioni? (Non che negli adulti sia garantito, diciamo). Non sarò certo io a dire che una truffa istituzionalizzata come quella delle certificazioni per cui ogni difetto caratteriale è patologia, ogni bambino è speciale, e a ogni seienne con meno capacità di mediare di Henry Kissinger spetta l’insegnante di sostegno, che uno schema Ponzi così non si è mai visto. Wanna Marchi era il reale e il razionale in confronto, ma ormai è tardi per recedere e dirottare i soldi sulle cose che servirebbero davvero.
Non lo dirò, voi però in cambio spiegatemi perché il rapitore che non ti rilascia con l’orecchio tagliato è buono, l’assassino del terzo mondo aveva le sue ragioni, ma dell’assassino bianco guai a dire che faceva i biscotti. Convincetemi che la determinazione a comportarsi male epperò essere considerati vittime sia diversa se la inscena Hamas e se la inscena Filippo Turetta.
Voi, in cambio, spiegatemi come questi figli che allevate come non fossero bambini, cioè creature che crescono a caso dalla notte dei tempi, ma preziosi pezzi unici che vanno tutelati dalla stronzaggine del mondo, dei compagni, delle maestre, dalla stronzaggine gravitazionale, spiegatemi come possano poi non diventare degli isterici egoriferiti che un giorno ti fanno i biscotti e l’altro t’ammazzano; e se davvero siete convinti che la responsabilità sia di chi racconta che facevano i biscotti, mica di voialtri che persino da genitori siete innanzitutto tifosi.
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PSICOTERAPIA ADULTI
La psicoterapia per gli adulti è un processo terapeutico che mira a trattare e affrontare una vasta gamma di problemi psicologici, emotivi e comportamentali che possono influenzare il benessere e il funzionamento quotidiano delle persone adulte.
Approcci terapeutici
La psicoterapia per gli adulti si basa su una varietà di approcci teorici e metodologie, e il tipo di terapia utilizzato dipenderà dalla natura del problema e dalle preferenze del paziente. Alcuni degli approcci terapeutici più comuni includono la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), la terapia psicodinamica, la terapia comportamentale, la terapia familiare e la terapia di gruppo.
Individuare le cause
La TCC, ad esempio, si concentra sulla modifica dei pensieri distorti e dei comportamenti disfunzionali al fine di migliorare il benessere psicologico. La terapia psicodinamica, d’altra parte, esplora il passato, le dinamiche inconsce e le relazioni interpersonali per comprendere le radici dei problemi attuali.
Durata degli interventi terapeutici
La durata e la frequenza delle sessioni di psicoterapia per gli adulti possono variare a seconda delle esigenze individuali. Alcune persone possono beneficiare di un breve intervento terapeutico focalizzato su un problema specifico, mentre altre possono richiedere una terapia a lungo termine per affrontare problemi più complessi.
Benefici della terapia
I benefici della psicoterapia per gli adulti possono includere una maggiore consapevolezza di sé, una migliore gestione delle emozioni, una diminuzione dei sintomi di ansia e depressione, una maggiore fiducia e autostima, una migliore capacità di comunicazione e relazione interpersonale, e una maggiore capacità di adattamento e affrontamento delle sfide della vita.
Psicoterapia: terapia del benessere psicologico.
È importante sottolineare che la psicoterapia per gli adulti dovrebbe essere svolta da professionisti qualificati. La relazione terapeutica di fiducia e rispetto è essenziale per il successo del trattamento.
Centro di Psicoterapia a Milano
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giancarlonicoli · 1 year
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28 set 2023 16:12
“I RAGAZZI CHE VIVONO IN FAMIGLIE SENZA PAPÀ SONO INCLINI A FINIRE NEI GUAI A SCUOLA O CON LA LEGGE” - IL CASO DEL LIBRO DI MELISSA KEARNEY E’ UN CEFFONE ALLE NAZI-FEMMINISTE CHE VOGLIONO CANCELLARE IL MASCHIO: “I BAMBINI PROVENIENTI DA FAMIGLIE MONOPARENTALI HANNO PIÙ PROBLEMI COMPORTAMENTALI E TENDONO AD AVERE REDDITI PIÙ BASSI IN ETÀ ADULTA” - NEGLI USA QUASI UN BIMBO SU 2 NASCE DA MADRI NON SPOSATE: ABBIAMO FATTO UN VUOTO E LO ABBIAMO CHIAMATO PROGRESSO... -
Giulio Meotti per “il Foglio” - Estratti
(...)
Ora il libro di economia più atteso dell’anno sostiene che avere genitori sposati fa bene ai figli. Banalità?
“Per anni, gli accademici che studiano la povertà, la mobilità e le strutture familiari hanno evitato questa verità evidente”, scrive l’economista Melissa Kearney in “The Two-Parent Privilege”, pubblicato questa settimana e recensito da tutti i grandi quotidiani che contano. Un tentativo di spiegare l’importanza del matrimonio ai colleghi intellettuali.
Purtroppo, Kearney ha il suo bel da fare. L’autrice è un’economista formatasi al Mit e scrive: “L’assenza di un padre dalla casa di un bambino sembra avere effetti diretti sui risultati dei figli – e non solo a causa della perdita del reddito genitoriale”. Per questo dobbiamo “ripristinare e promuovere la norma di una casa con due genitori per i bambini”. Daniel Patrick Moynihan lo disse nel suo rapporto del 1965 sulla famiglia. George Gilder ci ha scritto “Sexual Suicide” (1973) e “Men and Marriage” (1986). E Charles Murray, che ne aveva parlato nel suo studio fondamentale, “Losing Ground” (1984), ha avanzato argomentazioni simili in “Coming Apart” (2012).
“Le prove sono schiaccianti: i bambini provenienti da famiglie monoparentali hanno più problemi comportamentali, hanno maggiori probabilità di finire nei guai a scuola o con la legge, raggiungono livelli di istruzione più bassi e tendono a guadagnare redditi più bassi in età adulta” scrive ancora Kearney. “I ragazzi che vivono in famiglie senza papà sono particolarmente inclini a finire nei guai a scuola o con la legge”.
In un’intervista-podcast con il collega economista Stephen Dubner, Kearney dice anche che scrivere il libro è stato correre “un grosso rischio” a livello professionale, perché i suoi colleghi tendono a evitare di affrontare il ruolo della struttura familiare nelle discussioni sulla disuguaglianza sociale e a guardarli dall’alto in basso. Sfida “le conversazioni progressiste sul benessere dei bambini”. Nel 1960, negli Stati Uniti solo il cinque per cento dei bambini nasceva da madri non sposate. Nel 2019 era quasi il 50 per cento.
Abbiamo fatto il vuoto e lo abbiamo chiamato progresso.
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italiaefriends · 1 year
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"Il lasciar fare e il quieto vivere" di Riccardo Rescio
La ricetta giusta per non progredire…… Il lasciare fare e il quieto vivere sono peculiarità comportamentali, tra le altre, che affliggono, contraddistinguono e identificano troppo spesso buona parte di noi italiani. Condizioni, caratteriali che da sempre ci vedono recalcitranti nell’affrontare le difficoltà, i problemi, le necessità, nella gestione della cosa pubblica, che paradossalmente e…
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wdonnait · 3 months
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Sindrome di Aarskog, colpisce soprattutto i maschi ed è rara
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sindrome-di-aarskog-colpisce-soprattutto-i-maschi-ed-e-rara/117622?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117622
Sindrome di Aarskog, colpisce soprattutto i maschi ed è rara
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  La sindrome di Aarskog non ha una cura definitiva, ma i trattamenti sono orientati a gestire e alleviare i sintomi e le complicazioni associate alla condizione. Ecco un riepilogo delle opzioni di trattamento disponibili:
Interventi Chirurgici
Chirurgia Genitale: Correzione di anomalie come l’ipospadia e lo scroto bifido.
Chirurgia Ortodontica: Trattamento di malocclusioni dentali.
Altri Interventi: Potrebbero essere necessari per correggere altre anomalie fisiche.
Terapie di Supporto
Terapia Fisica: Aiuta a migliorare la mobilità e la forza muscolare.
Terapia Occupazionale: Supporta lo sviluppo delle abilità quotidiane.
Logopedia: Può essere utile in caso di ritardi nello sviluppo del linguaggio.
Supporto Educativo e Psicologico
Interventi Educativi Personalizzati: Piani educativi individualizzati (IEP) per affrontare i ritardi nello sviluppo e le difficoltà di apprendimento.
Consulenza Psicologica: Supporto per problemi comportamentali e emotivi.
Trattamenti Medici
Monitoraggio della Crescita: Seguire la crescita e lo sviluppo fisico del bambino.
Gestione delle Infezioni: Poiché i bambini con sindrome di Aarskog possono avere un rischio aumentato di infezioni, è importante un’attenzione particolare alla salute generale.
Supplementi Nutrizionali: Potrebbero essere necessari per garantire una crescita e uno sviluppo adeguati.
Monitoraggio e Follow-Up
Valutazioni Regolari: Monitoraggio continuo da parte di un team multidisciplinare che può includere pediatri, genetisti, ortopedici, e altri specialisti.
Screening per Complicazioni: Controlli regolari per identificare e trattare tempestivamente eventuali complicazioni.
Studi Clinici e Ricerca
Partecipare a studi clinici può offrire l’opportunità di accedere a nuove terapie sperimentali. I progressi nella ricerca genetica potrebbero portare a nuovi trattamenti in futuro.
Fonti
Genetics Home Reference – NIH
Orphanet
National Organization for Rare Disorders (NORD)
Questi trattamenti e approcci sono personalizzati in base ai bisogni specifici del paziente e richiedono un monitoraggio continuo per adattarsi ai cambiamenti delle condizioni del paziente.
Segni e Sintomi da Osservare
I sintomi della sindrome di Aarskog possono variare da lievi a gravi e includono:
Caratteristiche Faciali Distintive:
Faccia rotonda con fronte ampia
Distanza aumentata tra gli occhi (ipertelorismo)
Pieghe palpebrali prominenti (epicanto)
Naso largo e radice nasale piatta
Anomalie Scheletriche:
Statura bassa
Dita delle mani e dei piedi corte e tozze
Pieghe palmari anormali
Problemi Genitali:
Scroto bifido o a sacchetto
Ipospadia
Testicoli ritenuti
Altri Segni:
Ritardo nello sviluppo psicomotorio e cognitivo
Problemi comportamentali
Possibili anomalie oculari, come strabismo
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