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#processo di Norimberga
francescosatanassi · 9 months
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"GLI ANNI PIÙ BELLI"
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Pochi giorni fa la Camera dei Comuni del parlamento Canadese, con la presenza del presidente ucraino Zelens'kyj, ha riservato un lungo applauso al 98enne Yaroslav Hunka, ucraino naturalizzato canadese, per ringraziarlo di aver combattuto i russi durante la II Guerra Mondiale. Strano che nessuno (almeno inizialmente) abbia pensato all’ovvio: se negli anni ’40 combattevi i russi, la tua posizione era abbastanza ovvia. Al vecchio Hunka non è parso vero di essere accolto come un eroe di guerra, soprattutto ripensando alle operazioni militari del suo reparto. Hunka faceva parte della famosa Divisione Galizia, una formazione composta da volontari ucraini che si erano uniti al Terzo Reich. Non semplici soldati, ma uomini appartenenti alle SS che al processo di Norimberga furono accusati di aver ucciso centinaia di ebrei e civili polacchi. Le SS della Galizia furono infatti protagoniste nel reprimere la rivolta di Varsavia mettendo in atto gli ordini di Himmler: incendiare gli edifici senza curarsi di chi li occupava e sparare ai bambini, alle donne e al personale medico. Al termine dell’operazione, i civili superstiti lasciarono la città e furono pochissimi quelli che si nascosero tra le macerie. Tra questi c'era Władysław Szpilman, il musicista polacco di cui si racconta la storia nel film “Il pianista.” Dopo il conflitto, Hunka e altri 8000 appartenenti alla Divisione Galizia furono prima rinchiusi in un campo di prigionia britannico vicino a Rimini, poi con l’aiuto del Vaticano furono fatti transitare verso Spagna, Francia e Inghilterra. Da qui, il nostro “eroe” raggiunse il Canada negli anni '50, restando attivo nei circoli frequentati da ex SS. Su un blog di veterani ucraini, Hunka descrisse gli anni della guerra come il periodo più bello della sua vita. Chissà cos’hanno pensato gli ex abitanti di Huta Pieniacka, villaggio polacco raso al suolo dalle SS galiziane nel febbraio del ’44, ricordando i bambini gettati contro i muri e le donne incinte squartate. Una volta in Inghilterra, gli autori del massacro non furono interrogati e il governo inglese respinse sempre ogni richiesta di indagare sul loro passato. Nonostante i crimini di guerra dei quali si sono macchiati, una Commissione d'inchiesta canadese ha decretato che, da quando giunsero in Canada, gli uomini della Galizia "hanno tenuto una condotta soddisfacente e niente ha indicato che fossero infetti dall'ideologia nazista.” Oggi l’ex Divisione viene onorata dai nazionalisti ucraini e ogni 28 aprile si tiene una marcia per celebrarne la fondazione. Lo scorso anno la Corte suprema dell'Ucraina ha stabilito che i suoi simboli non sono riconducibili al nazismo, perciò possono essere esposti e messi in mostra. In fondo, come disse il mai pentito Hunka, si tratta solo di ricordare gli “anni più belli", non è vero?
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schizografia · 10 months
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Durante un esame medico nei mesi precedenti al processo di Norimberga, i dottori notarono che le unghie delle mani e dei piedi di Hermann Göring erano macchiate di un rosso sgargiante. Pensarono, erroneamente, che il colore fosse dovuto alla dipendenza da diidrocodeina, un analgesico di cui prendeva più di cento pillole al giorno. Il suo effetto, secondo William Burroughs, era paragonabile all’eroina e almeno due volte più forte della codeina, ma con una scossa elettrica simile alla coca; per questo, prima che Göring comparisse davanti al tribunale, i medici americani dovettero curarlo dalla tossicodipendenza. Non fu facile. Quando venne catturato dagli Alleati, oltre allo smalto che si metteva sulle unghie quando si travestiva da Nerone, il gerarca nazista aveva in valigia più di ventimila dosi della sua droga preferita – quasi tutto ciò che rimaneva della produzione del farmaco in Germania alla fine della seconda guerra mondiale.
Benjamin Labatut, Quando abbiamo smesso di capire il mondo
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gcorvetti · 2 months
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25 il 22.
Ogni anno polemiche per il 25 Aprile, mi sembra giusto e la mia personale opinione è : Cosa cazzo c'è da festeggiare se i fascisti sono stati sempre la? A differenza della Germania in Italia non è stato fatto un processo stile Norimberga, perché i nostri cari alleati statunitensi avevano e hanno bisogno di manodopera a basso costo, meno neuroni più facili da controllare, sempre per potersi accaparrare territori senza dover combattere, semplicemente glieli diamo noi, vi ricordo che le basi americane che si trovano in tutta Europa sono suolo USA a tutti gli effetti però sono in territorio nostro, un pò come le ambasciate ma con l'aggravante che hanno armi e soldati.
Basta parlare di sta cosa mi stufa perché vi amminchiate così tanto per cose che in realtà sono semplici, bisognerebbe mandarli a casa.
Oggi però è il giorno anche per celebrare due persone speciali che stimo, nonostante siano morte. Rita Levi Montalcini e Efstràtios Dimitrìou vero nome di Demetrio Stratos, personaggi che non hanno bisogno di presentazioni. Rita oltre alla ricerca che ha aperto porte e scenari nuovi all'umanità ha detto una frase che per me è fantastica "Il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente". Non c'è altro da aggiungere.
Per Demetrio il discorso mi colpisce più da vicino, per via del campo in cui lui ha ricercato e sperimentato, la musica, anche se il suo caso è unico visto che ha estremizzato la voce, non solo via corde vocali ma in una maniera che solo lui sapeva, è restato un mistero per tutti anche per via della sua morte rapida (anemia aplastica) diagnosticatagli il 2 Aprile 79 dopo un ricovero, purtroppo morì il 3 Giugno dello stesso anno. Quindi
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donaruz · 1 year
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"Ha fatto lei questo orrore?" Chiese un ufficiale nazista a Picasso.
"No, è opera vostra" Rispose.
Il dipinto a cui si riferiva il nazista era il "Guernica", il famoso quadro raffigurante il bombardamento sulla città, appunto, di Guernica. I morti tra donne e bambini furono 1500.
il generale dell’aeronautica italiana Pietro Pinna, nel 1937 rapporta l’episodio con queste parole: “La distruzione di Guernica, compiuta dagli apparecchi tedeschi ed italiani, ha dato la misura di quanto può fare l’aviazione contro un centro abitato da civili.”
Molti pensano che furono solo i tedeschi a massacrare i civili quel giorno, non è così, c'erano anche aerei da guerra Italiani (I Savoia Marchetti S.M. 79).
Il giorno dopo il bombardamento le truppe di Franco entrano a Guernica e bruciano tutti i documenti anagrafici conservati nella chiesa di Santa Maria, rendendo di fatto impossibile il conteggio delle vittime. Ecco perché molti pensano sia stato ben superiore alle 1500 vittime.
Solo durante il processo di Norimberga, il creatore della Luftwaffe Hermann Göring, alla fine ammette: “Guernica è stato un terreno di prova per la Luftwaffe. È stata una vicenda spiacevole, d’accordo! Ma non potevamo fare altrimenti perché non avevamo un altro posto per sperimentare i nostri aeroplani”.
Prima di dipingere "Guernica", Picasso aveva visto a Palermo un affresco di un anonimo catalano "Trionfo della Morte" del 1446. L'affresco proveniva dal cortile di Palazzo Sclàfani. Picasso non aveva inventato niente, aveva semplicemente adattato un'opera sulla morte per ricordare la città martoriata di Guernica. Era stato lo stesso Picasso ad ammetterlo, rispondendo a una precisa domanda di Renato Guttuso, del quale era amico sin dagli anni Cinquanta. Oggi l'affresco è conservato presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo.
Ogni giorno gli "aerei" europei, compresi ovviamente quelli Italiani, bombardano i migranti in mare. E i morti sono in numero superiore a Guernica. Eppure tutti vanno a vedere quel quadro e rimangono sconvolti (oggi conservato a Madrid). In realtà lo si può vedere in ogni barcone obbligato ad affondare nel mediterraneo.
Guernica è ogni giorno.
Olmo Losca
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curiositasmundi · 5 months
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Le foibe sono un crimine di guerra, su questo non ci possono essere dubbi. Uccidere nemici inermi, dopo la cattura, al di fuori del combattimento e senza un giusto processo (come è spesso avvenuto in quelle circostanze) è sempre un crimine. Specie se ciò avviene alla fine di una guerra, quando si suppone che ci sia il tempo per giudicare i responsabili di reati commessi in precedenza, come avvenuto infatti a Norimberga, ma non (vale la pena ricordarlo) per i criminali di guerra italiani. Tuttavia, come sanno tutti gli storici, le vittime delle foibe non state uccise «solo perché italiane», a differenza di ciò che viene ossessivamente ripetuto nella vulgata politico-mediatica. Decine di migliaia di italiani combattevano nelle file dell’esercito partigiano jugoslavo, ovvero dalla parte di chi ha commesso quei crimini, e non hanno subito, ovviamente, alcuna violenza. Inoltre fra le vittime della resa dei conti condotta dalle forze jugoslave a fine guerra, gli italiani rappresentano tra il 3 e il 5%; gli altri sono jugoslavi (serbi, croati, sloveni, ecc.): tutti uccisi perché ritenuti fascisti, nazisti, spie, collaborazionisti o contrari alla conquista del potere da parte delle forze partigiane. I liberatori jugoslavi dunque se la prendono contro specifici nemici identificati in base all’appartenenza politica e militare, non nazionale.
[...]
Da circa vent’anni sono state istituite due giornate commemorative, quella della Memoria dei crimini nazisti e quella del Ricordo delle foibe. Tali celebrazioni sono simili nella denominazione, vicine nel tempo (27 gennaio e 10 febbraio) e hanno lo stesso identico peso formale. Ripeto per essere più chiaro: i crimini contro l’umanità commessi dai nazisti nelle logiche che sono state ricordate, e che hanno ucciso 10 milioni di persone, sono commemorati alla stessa stregua delle violenze condotte dai partigiani jugoslavi contro 5.000 persone, molti dei quali condividevano il campo nazista. 
Nei discorsi istituzionali e nella propaganda mediatica sulle foibe si parla di «pulizia etnica», si afferma che le vittime sarebbero state uccise «solo perché italiane» e si ribadisce il paragone con la Shoah, ignorando al tempo stesso i crimini fascisti e nazisti commessi in precedenza in quello stesso territorio.  Come credo sia ormai chiaro, tutto ciò è assurdo, offensivo, umiliante, di fatto «negazionista» o almeno enormemente «riduzionista» nei confronti della Shoah e dei crimini nazisti e fascisti. Per di più negli ultimi anni il giorno del Ricordo ha acquisito un’importanza politica addirittura maggiore rispetto a quello della Memoria. La Rai ha prodotto due film sul tema, se ne interessano programmi televisivi di ogni genere, se ne parla addirittura a Sanremo durante il festival dei fiori; politici di tutti gli schieramenti ne strumentalizzano la vicenda, enti pubblici di ogni livello intitolano strade, piazze, parchi, monumenti a Norma Cossetto o ai «martiri delle foibe»; il Ministero dell’Istruzione dirama circolari-fiume sul tema («Linee guida» di ben 90 pagine), i prefetti di tutta Italia chiedono alle scuole di insegnare la falsa «pulizia etnica» ai loro studenti e il Parlamento ha da poco approvato lo stanziamento di milioni di euro per incentivare la propaganda antistorica delle associazioni nostalgiche, finanziando «viaggi del ricordo» scolastici al confine orientale. 
Non ci possono essere dubbi: nella nostra memoria pubblica le violenze dei partigiani a fine guerra hanno acquisito un peso molto maggiore dei crimini nazisti, e sono probabilmente oggi più conosciute e ritenute più rilevanti dall’opinione pubblica. Può sembrare assurdo e paradossale, ma è così. Eppure manca ancora un tassello, la beffa oltre al danno. 
Che fine hanno fatto i crimini fascisti? Su questo semplicemente non esiste una memoria pubblica. Chi davvero uccideva intere popolazioni solo per la propria appartenenza, chi ha davvero ucciso «etiopi solo perché etiopi» e «jugoslavi solo perché jugoslavi», non viene nemmeno menzionato sui libri di scuola, non merita film, vie, parchi, lapidi né uno straccio di dichiarazione pubblica di condanna. 
E dunque, in definitiva: si mente sulle reali motivazioni del crimine delle foibe per cercare di farlo passare come un crimine fascista; e intanto si ignorano i veri e propri crimini del fascismo, finendo per far passare i fascisti come innocenti e anzi vittime dei partigiani. Si dedicano energie politiche e risorse economiche straordinarie per diffondere tali falsità e si cerca in questo modo di fare percepire all’opinione pubblica le foibe come addirittura più gravi dei crimini nazisti e della Shoah. 
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sofysta · 2 years
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Memoria. Memoria Sempre.
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In memoria di Ernst Lissa, il bambino ucciso a soli 14 anni durante la seconda fase dell'eutanasia tedesca.
Ernst Lossa nacque ad Augusta da genitori Jenisch, un ceppo nomade. Quando Hitler salì al potere la famiglia Lossa non fu risparmiata. Il padre fu deportato prima nel campo di Dachau e quindi nel Campo di Flossenbürg, dove trovò la morte, mentre la madre moriva di tubercolosi. Ormai orfano, il piccolo Ernst visse un’infanzia difficile, considerato dai medici e dagli educatori, un bambino ineducabile ed irrecuperabile. Fu così che dopo un'infanzia di maltrattamenti e discriminazioni, il giovane Ernst venne mandato nel 1942 all'ospedale psichiatrico di Kaufbeuren. Si calcola che in queste due cliniche furono soppressi da 1200 a 1600 pazienti, tra cui circa 210 bambini. Qui però grazie alla simpatia e alla compassione degli infermieri, Ernst che doveva essere eliminato nel giro di pochi giorni, resistette addirittura un anno e mezzo. Dinnanzi al procrastinare degli infermieri, i responsabili del comprensorio incaricarono del compito all'infermiera Pauline Kneissler, che somministrò al bambino un cocktail micidiale di morfina e scopolamina.I dipendenti della clinica, che testimoniarono al processo di Norimberga, asserirono che il bambino sapeva delle uccisioni che venivano fatte nell'istituto, sapeva anche che quella stessa sorte sarebbe presto toccata anche a lui.
«Il giorno prima di morire, mi regalò una foto con dedica. C’era scritto: "In memoria".
Gli chiesi: Perché "in memoria"?
E lui rispose: "Tanto io non vivo a lungo. Così ti ricorderai di me. Voglio morire quando sei di turno tu, così mi metti bene nella bara".
Però non ero di turno io: quando arrivai, Lossa non era nel suo letto. Era seduto a terra nella stanza dei bambini. Aveva il viso blu, la bava alla bocca e la pelle sembravano borotalco, tanto era squamata. La diagnosi fu broncopolmonite.»
Deposizione di un infermiere al 'processo ai dottori' del processo di Norimberga, 1946.
G.Middei
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b0ringasfuck · 1 year
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Corte penle internazionale vs. Corte internazionale di giustizia
Per quanto possa stare sul culo Putin vorrei ricordare che la ICC NON è un organo delle Nazioni Unite e non va confusa con la Corte internazionale di giustizia e ha solo una vaga parentela con il processo di Norimberga.
Per dire... gli Stati Uniti non hanno ratificato la firma dello Statuto di Roma che in qualche modo dovrebbe esserne la base.
La Corte internazionale di giustizia ha anche lei le sue limitazioni come il consiglio di sicurezza, ma per lo meno non si faccia l'errore di pensare che la ICC è un organo imparziale.
Banalmente basterebbe pensare a tutte le volte che la ICC se ne è sbattuta altamente il cazzo.
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Madonna santa i social basati sulle domande in anonimo sono la feccia delle invenzioni umane,andrebbe fatto un nuovo processo di Norimberga solo per chi ha iniziato tutto con ask.fm
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bicheco · 2 years
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Fare finta di tutto
Pensate se Hitler non si fosse suicidato e al processo di Norimberga si fosse difeso dicendo: "Scusate, sono stato poco attento".
Magari oggi sarebbe ancora vivo e.... (completate voi la frase).
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realnews20 · 21 hours
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L’Italia di Spalletti perde in campo ma vince in tv. L’autogol di Calafiori condanna gli azzurri alla sconfitta contro le Furie Rosse, ci pensa uno straordinario Donnarumma a frenare il risultato. Spagna-Italia, seconda gara del girone di Euro2024, finisce 1 a 0 incollando allo schermo 13.5 milioni di telespettatori con un totale in share del 63%. Gara disponibile su Rai1 con la telecronaca della coppia Rimedio-Di Gennaro, solo sulla prima rete del servizio pubblico ha conquistato 12.300.000 spettatori con il 58% di share, segnando una forte crescita rispetto alla gara precedente. Nel dettaglio il primo tempo è stato visto da 12.420.000 spettatori con il 57,5%, il secondo tempo da 12.190.0000 con il 58,3%. A cui si aggiungono gli spettatori di Sky 1.113.000 medi in total audience con circa il 5% di share. Al debutto, sabato 15 giugno, Italia-Albania aveva ottenuto 10.386.000 spettatori con il 55,7% di share, nel dettaglio il primo tempo aveva conquistato 10.454.000 e il 56,1% mentre il secondo tempo aveva incollato allo schermo 10.322.000 con il 55,3%. La gara vinta dagli azzurri su Sky aveva raggiungo 1.194.000 medi in total audience e il 6% di share. Per le altre reti, ieri sera in contemporanea al big match, restano le briciole. Su Canale5 il film “Ghost: Fantasma” deve accontentarsi del 7,8% di share con 1.477.000 spettatori. Rai2 con il film “Il vigneto dell’amore” si ferma al 3,5%, non va meglio a Rai3 ferma al 2,2% con “Ribelli” e Italia 1 con “Tutti pazzi per l’oro” con il 3%. Numeri molto bassi per concludere anche per Rete 4 (“Terminal” al 2,3%) e La7 (“Il processo di Norimberga” al 2,4%). Resiste a sorpresa Nove con lo spettacolo teatrale di Valentina Persia che conquista 462.000 spettatori e il 2,3% di share. Lunedì sera alle 21 nella terza e ultima partita del girone affronteranno la Croazia. … L'articolo L’Italia di Spalletti perde in campo ma vince in tv: incollati allo schermo un totale di 13.5 milioni di telespettatori con share del 63% proviene da Il Fatto Quotidiano. [ad_2] Sorgente ↣ :
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alephsblog · 1 month
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afnews7 · 2 months
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"Quante Storie" e il colonialismo imperialista italiano
E i crimini di guerra italiani… Ma, mi vien da pensare… se nella seconda guerra mondiale non ci fosse stata la Resistenza Partigiana in Italia, i fascisti italiani sarebbero anche loro finiti tutti a Norimberga sotto processo? http://www.afnews.info segnala: Riflessioni sull’espansionismo in Africa durante il fascismo… Leggi il resto su Ufficio Stampa Rai – Tutte le news…
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unita2org · 5 months
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LA FESTA DELLE SS NELLA BUDAPEST DI ORBAN
Norimberga 1945 questi nazisti sono stati nella maggior parte giustiziati per aver commesso crimini contro l’umanità di Redazione Ringraziamo il blog REMOCONTRO per questa notizia. In Ungheria dove si mettono in galera gli antifascisti è concesso ai nazisti, che non sono un partito politico, ma secondo il processo di Norimberga, un’organizzazione criminale come la mafia di radunarsi e storpiare…
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gcorvetti · 6 months
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Percorsi.
In questi giorni ho visto svariati post un pò qua e su FB sulla commemorazione fascista, partendo dal fatto che a quanto pare non sia una cosa del tutto nuova visto che la fanno da anni e che a quanto pare è una di quelle notizie spalmate online per distrarre e che è ovviamente da denuncia visto che in Italia come in Germania esistono delle leggi contro l'apologia del fascismo e del nazismo, ultimamente l'Australia ha legiferato contro i simboli nazisti, finisci nel marsupio col pigiama a strisce direttamente e senza passare dal via. Ma vorrei fare una polemica a chi si indigna online, questo è il massimo che si fa oramai, avete mai pensate al perché noi abbiamo ancora quei trogloditi col braccio teso e la Germania no? Anche se il neo nazismo in questi ultimi anni si è proliferato nel vecchio continente come un cancro, le madri dei deficienti sono sempre in cinta. Le camicette nere nello stivale non furono processati come avvenne a Norimberga, almeno non duramente come in quel caso, si ok, qualcuno è stato giustiziato in pubblica piazza stile rivoluzione francese, ma mi pare il minimo che si meritavano. Il processo non venne fatto semplicemente perché gli yankee hanno bisogno di manovalanza di basso rango per i lavori sporchi e per destabilizzare, un classico senza tempo, infatti alcuni di quelli che erano fascisti poi finirono, sempre per mano dello zio sam, nelle forze dell'ordine, nei servizi segreti e molti anche in politica. Non è un accanimento contro gli americani il mio, almeno non tutti gli americani statunitensi, solo con quelli che governano e che come burattini vengono manovrati dalle lobby e dalla massoneria. La storia è chiara, avete presente gladio e l'operazione stay behind? Andate a documentarvi se non sapete di cosa sto parlando. L'Italia per nostra sfortuna ha una posizione geografica così favorevole che è stata colonizzata per prima, perché non sono venuti a liberarci ma a conquistarci semplicemente perché l'Europa è un boccone ghiotto e non può, NON PUO', essere una potenza mondiale, semplicemente perché è la matrice di questa parte di mondo oramai marcio denominato occidente. Quindi per chiudere sto discorso che ho altro da fare, non amminchiatevi sempre col dito quando la luna è chiaramente visibile e ringraziate sempre gli yankee per come ci hanno messo sull'incudine e martellati per benino, la melona e l'andazzo odierno è solo una conseguenza che passa nelle decadi ed è erede diretta del nano di arcore.
Cambiando discorso, Lunedì sono andato a prendere il midi controller e ieri mi sono messo a smanettare un pò, tra installazione e scaricamento dei vari programmi, alcuni in realtà inutili perché sono solo dei demo di software a pagamento (con prezzi onestamente assurdi, 500€ per uno strumento virtuale mi compro na chitarra nuova), quindi mi sono cimentato un pò, un bel pò fino a sera e dopo cena fino all'una :D. E' un giocattolino interessante con delle potenzialità enormi, oggi però ho il noioso compito della pulizia della casa, ma ho in programma la lettura del manuale (vi ho già detto che sono uno di quelli che adora i manuali, se non servivano non li creavano). Quindi bando alle ciance, eccola lo so la foto non è delle migliori ma non sono un fotografo.
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raffaeleitlodeo · 5 months
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Molt* trovano la situazione paradossale. Ma il Sudafrica non può che accusare lo Stato (di Isr@ele) se vuole riferirsi alla "Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio" del 1948.
La quale infatti, oltre a qualificare il crimine di genocidio come atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, chiama in causa non solo le responsabilità individuali, ma anche la responsabilità dello Stato (per la commissione del reato o per omessa prevenzione e punizione del crimine). Non poteva fare altrimenti il Sudafrica, insomma, se voleva richiamarsi alla "Convenzione" (e se voleva farlo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU). Né si possono usare, nel dibattito attuale, altre parole che quelle della "Convenzione", se il quadro di riferimento del diritto internazionale è questo.
Cosa diversa dal capo di imputazione sono le accuse, da provare come in un qualsiasi dibattimento (in questo caso non un processo ma una disputa tra Stati). Lo Stato di Isr@ele può essere giudicato responsabile di "genocidio"?
I termini sono importanti, sempre. E ancor più nel diritto, dove sono - dovrebbero essere - chiari, precisi, monosemici. "Genocidio" non equivale a "crimini di guerra" né a "crimini contro l'umanità". Sembrano distinzioni di lana caprina, di fronte alla brutale escalation degli ultimi mesi, e alla morte di decine di migliaia di persone, ma sono distinzioni importanti, che è bene ricordare anche a chi fa informazione in questi giorni, e discutendo qui come altrove.
Della definizione di "genocidio" si è già detto. Fu, come noto, l'avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin a coniare il termine durante il processo di Norimberga per descrivere lo sterminio nazista di sei milioni di ebrei. Il reato di genocidio venne poi formalmente creato proprio attraverso la “Convenzione sul genocidio del 1948” come crimine internazionale: molto specifico ed anche molto difficile da provare, poiché - secondo la giurisprudenza - richiederebbe la prova della cosiddetta "motivazione mentale".
I "crimini di guerra" sono invece gravi violazioni del diritto internazionale commesse contro civili e combattenti durante i conflitti armati (art. 8 dello Statuto di Roma del 1998, col quale si è istituita la Corte Penale Internazionale dell'Aia). Lo statuto li definisce come "gravi violazioni" delle Convenzioni di Ginevra del 1949, che coprono più di cinquanta scenari, tra cui uccisioni, torture, stupri e presa di ostaggi, nonché attacchi a missioni umanitarie. Il suddetto articolo 8 riguarda anche gli attacchi deliberati contro civili o "città, villaggi, abitazioni o edifici che sono indifesi e che non sono obiettivi militari" nonché "la deportazione o il trasferimento di tutta o parte della popolazione" di un territorio occupato.
“Crimine contro l'umanità” è infine un concetto formulato per la prima volta l'8 agosto 1945, e codificato nell'articolo 7 dello stesso Statuto di Roma. Implica "un attacco diffuso o sistematico diretto contro qualsiasi popolazione civile", inclusi "omicidio" e "sterminio", nonché "riduzione in schiavitù" e "deportazione o trasferimento forzato" della popolazione. I crimini contro l'umanità possono verificarsi in tempo di pace (qui sta la principale differenza con i crimini di guerra) e includono torture, stupri e discriminazioni, siano esse razziali, etniche, culturali, religiose o di genere.
Non so – anzi, mi chiedo – se il Sudafrica abbia fatto 'tecnicamente' bene a chiedere la condanna dello Stato di Isr@ele in base alla “Convenzione” del 1948 di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia (soggetta, suo malgrado, all'influenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU), o se invece non occorresse potenziare l'azione della Corte Penale Internazionale (il cui mandato è però fortemente ostacolato da molti, e di difficile attuazione), reiterando le accuse nei confronti dei rappresentanti di quello Stato per “crimini di guerra” o “crimini contro l’umanità”.
Mi chiedo se una causa contro Net@nyahu e i membri del suo governo non sarebbe forse più diretta e penalmente dimostrabile e chissà – last but not least - capace anche di ridare fiato a quell'opposizione interna israeliana che le stragi del 7 ottobre hanno ridotto alla rassegnazione e alla paura (di finire in galera, ad esempio, se manifestano contro il primo ministro). E mi chiedo se così, forse, non si potrebbero anche separare le responsabilità e le scelte di un governo dalla storia di un popolo (che si identifica in quello Stato), togliendo dal quadro i paragoni impropri (vedi: processo di Norimberga), l'antisemitismo, l'Olocausto, e tutte le loro drammatiche implicazioni.
Lo dico altrimenti: bisognerebbe finalmente sgomberare il campo sia dalla minimizzazione dell’antisemitismo e della Shoah – che non dovrebbero essere paragonati a niente, per la loro specificità storica e per la loro tragica unicità – sia dalle accuse di antisemitismo verso chi esprime dolore e rabbia per le sorti del popolo palestinese e muove critiche verso le politiche del governo di Isr@ele e le azioni del suo esercito.
Temo (ma spero di sbagliarmi) che il dibattito intorno al processo in corso alla Corte di Giustizia Internazionale rischi invece sia di rendere ancora più compatta la (auto)difesa di Net@nyahu, sia di alimentare l'antisemitismo (come dimostra, appunto, il largo uso di paragoni impropri).
Personalmente, ho sempre cercato di contrastare - coi miei interventi pubblici e i miei lavori, a partire da "Parole contro" (2004) - l'antisemitismo, svelandone gli aspetti più insidiosi nella 'cultura popolare' e nel senso comune, e di usare con la massima cautela e sensibilità le parole “Shoah” e “Olocausto”, e trovo offensivo e diffamante essere accusato di antisemitismo se mi esprimo per il "cessate il fuoco" o per il rispetto dei diritti umani in P@lestina e Isr@ele, avendo tra l'altro detto parole chiare e univoche - vedi un post di qualche tempo fa - di condanna alle atrocità di Ham@s del 7 ottobre.
E spero oggi che il dibattimento in corso all’Aia – indipendentemente dai suoi esiti niente affatto scontati in termini penali, e da certe approssimazioni mediatiche - possa finalmente smuovere la comunità internazionale e mettere al centro gli orrori, le ingiustizie, i diritti umani negati, e le vite spezzate nella Striscia di Gaz@, in Palestin@, e in Isr@ele. A questa mattanza - e a chi la alimenta: il terrorismo nichilista di Ham@s e dei suoi sostenitori e l'ultra ortodossia colonialista israeli@na - occorre rispondere con il diritto internazionale (anzi, con il diritto alla vita, una vita dignitosa, per tutte le persone coinvolte) e con un piano di pace, di lungo periodo, che deve trovare consenso e forza, oltre i timidi equilibrismi e i vergognosi silenzi-assensi (della UE, ad esempio).
Soprattutto, non credo si possa più assistere a ciò che sta avvenendo pensando che l’unica opzione sia quella di un conflitto che duri indefinitamente, e che continuerà a fare migliaia di morti, per la stragrande maggioranza civili. Né posso credere che chi vive prigioniero nella Striscia di Gaz@ - da generazioni, e non ha mai avuto alcuna possibilità di essere liber* cittadin* del mondo - non possa avere un destino diverso. O che chi vive in Isr@ele debba sentirsi continuamente minacciato da atti terroristici e in guerra permanente, così come chi vive in P@lestina debba avere il terrore che da un giorno all'altro arrivi qualcuno a espropriarti della tua terra, della tua casa, del tuo futuro.
Ecco: spero che, paradossalmente, il dibattimento in corso all’Aia - spingendo innanzitutto per un cessate il fuoco - possa far(ci) ricominciare a parlare di futuro. Un futuro per due popoli, e per il diritto ad esistere di entrambi.
Federico Faloppa, Facebook
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marino222 · 10 months
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<<Nei primi anni del dopoguerra>>, scriveva Moravia probabilmente nel 1987, <<la situazione era questa: la Germania nazista aveva elaborato una teoria (quella della cosiddetta soluzione finale ossia del genocidio totale) che giustificava la bomba come la sola arma che permettesse la strage di massa ma non aveva saputo creare la bomba. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica dal canto loro non avevano alcuna teoria che giustificasse la bomba ma avevano la bomba. Anzi, gli Stati Uniti, nel 1945, avevano costruito e lanciato la bomba (…). Oggi vediamo che genocidio è sinonimo di guerra e violenza. Infatti la bomba, proprio per il suo carattere specifico di arma di strage di massa, si tira dietro la teoria nazista della soluzione finale, anche se chi ce l’ha si proclama in buona fede nemico del nazismo. Al processo di Norimberga>>, continuava lucidamente Moravia, <<la teoria della bomba (cioè della soluzione finale) fu solennemente condannata come una teoria contraria alle leggi della guerra. Ma non ci si accorse che non bastava condannare la teoria ma si doveva mettere fuori legge l’arma nucleare che di quella teoria era l’indispensabile corollario. Questa mancata consapevolezza del segreto e strettissimo rapporto tra bomba e teoria della soluzione finale impedì di rendersi conto che Hitler, lungi dall’essere stato sconfitto, era il vero vincitore della seconda guerra mondiale>>. https://pasqualepugliese.wordpress.com/2023/08/27/sono-diventato-morte-distruttore-di-mondi-oppheneimer-moravia-e-il-disarmo-nucleare/
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