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#racconto scemo
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Vi racconto questa scemenza:
Sto rincasando quando vedo un ombra scura muoversi velocissima dal muretto dei vicini alla zona garage di casa: un gatto nero!
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Io sto lì per girare l'angolo verso appunto la zona dei garage dicendo: «Micio micio mic dove sei bel gattino?» E una volta svoltato invece di trovarmi un gatto di fronte c'è un cagnolino bianco con qualche macchia nera. Io mi guardo intorno perplessa e poi ti dico: «Ca-ca-cane?!? Mammaaa il gatto è diventato un caneee»
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luluemarlene · 8 months
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Sta sera incontro l'uomo del deserto, chiamato così perché l'ho conosciuto quando era in missione in Afghanistan, bloccato là un anno, a causa del covid
È un soldato infatti , e sì ho un debole per le divise 😅 e non solo perché sono eccitanti ma perché volevo fare il soldato e per una serie di ragioni..
niente, sono un civile.
Comunque, torniamo a noi
Ci siamo scritti per anni e divenuti amanti per qualche mese, poi finita per mio volere
Nessuna mira godereccia mi ha pervasa per questa serata perché siamo rimasti buoni amici, o almeno così me la racconto
Il soldato ha fatto tutto il normale percorso per l'elaborazione del lutto/rottura/separazione :
negazione, rabbia, elaborazione , depressione e accettazione
Da manuale proprio!
Ricordo ogni singolo passaggio e se non fosse che capisco e conosco a memoria sto merdoso travaglio, credo che avrei organizzato una spedizione punitiva con tutti i peggiori ceffi che conosco, per fracassare ogni suo singolo ossicino.
E io qualcuno lo conosco eh!
Mi ha fatto paura in un paio di occasioni e infinita tenerezza in altre, ma ho avuto ragione ad attendere pazientemente : era solo chiacchiere e distintivo e adesso è nella fase in cui dice "... come ero scemo eh, mi redo conto di aver esagerato, ma sai la mente umana..." E attacca con dei soliloqui che ascolta solo lui, appunto, dove cita nomi di pensatori sepolti da anni.
Da Eraclito a Kant fino ad arrivare a Galimberti, che si starà toccando le palle visto che è vivo 😅
Ha una laurea in filosofia che mi fa venire il mal di testa..
Bla bla bla..
Comunque, nonostante tutto io voglio bene all'uomo del deserto, si era innamorato e mi aveva fatto sentire speciale o ricordato come ci si sente quando lo si è per qualcuno
Vabbè, provo a non divagare eh!!
E quindi, tutta sta manfrina?
Perché sta notte, tanto per cambiare non dormivo, e ho pensato, non al soldatino e a come sarà rivederlo dopo 2 anni,
ma a Lui
Lui, chi?
Lui Lui
l'Oreste, dal nome inventato più brutto del mondo, se pur nome mitologico, figlio di Clitennestra e Agamennone ( ma andrò a controllare, potrebbe essere una gran cazzata )
Ok, ok, adesso le divagazioni sono davvero insopportabili
Cazzo c'entra Lui? Eeeh c'entra! perché ho pensato/sognato che sarebbe stato fico scrivergli e chiedergli di vederci nel parcheggio sotto il suo ufficio, dove una delle tante volte gli ho succhiato il cazzo così poeticamente che quando ho alzato la testa dalle sue gambe ero Beatrice e lui Dante ❤️
Lo so, cazzata pure questa , infatti mai succhiato un cazzo poeticamente, anzi, i versi che gli piaceva farmi fare sembravano piu quelli dell'Idraulico Liquido dentro allo scarico intasato
Presente?
Altro che poesia!
Comunque! L'idea era quella di vederlo un po' prima dell'incontro , ma solo per fagli strofinare il cazzo in mezzo alle mie cosce, frugando tra il pelo, senza nemmeno entrare, solo sfregarlo, sul pube, sul clitoride, con il rischio di incendiare tutto e guardargli mettere la bocca a forma di piccola "o", come fa ogni volta che sta godendo ( magari è uno dei falsi ricordi che ho, ma chiessenefrega, è il mio sogno lucido, ci faccio un po' che cazzo mi pare )
Il membro turgido infilato lì al calduccio, con le mutandine leggermente abbassate e poi guardarlo godere ed esplodere sulla stoffa interna, e lasciare una bella macchia biancastra e appiccicaticcia
Madonna, mi bagno come una puttanella
Poi risistemo le mutande e dall'esterno schiaccio bene il tutto sul pelo nero
Piccoli movimento circolari per fare in modo che la sua essenza arrivi alla mia pelle e gli odori si mischino a creare la fragranza che mi accompagnerá tutta la sera.
Lui sarà con me, sentirò le mutandine bagnate, l'umido ad ogni movimento, e penserò
"perché nn mi sono fatta sborrare in culo che così mi colava tutto giù per le cosce ad ogni passo... " e cristodio, adesso vado a prendere vibrox e me lo pianto anche nelle orecchie perché con sti pensieri, all'uomo del deserto, gli tocca buttarmelo e non si può, che poi mi devo sorbire altri 2 anni di colpe e angoscia con Heidegger e compagnia bella!
Dai, vado.. Sarà una giornata faticosa
Cià.
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logorroicomentale · 11 months
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Momento racconto.
Ora che ho realizzato di essere a casa mi sono prefigurato come reagiremo noi nel gruppo quando li rivedrò, e mi sono messo ad immaginare le loro reazioni.
La prima che ho pensato è stata Giulia, lei sicuramente ci sarà un abbraccio bello forte e duraturo, anche magari con qualche urlo e scherzo, molto probabilmente io o la insulterò, o le dirò qualcosa di schifoso, o qualcosa di dolce e lei o ti risponde a tono o ti riempie in un abbraccio di tanto di quell'amore che cioè che cazzo le dici? Niente, ringrazi e stai lì, perché tanto, io se le volessi parlare di qualche paranoia dell'essere ritornato lei ti farà comunque sentire il bentornato. E ne sono sicuro perché l'ho sperimentato io stesso su tantissime cose che abbiamo passato, siamo letteralmente stati coinquilini per due mesi da agosto a settembre, non pensavo che l'avrei accusata così tanto la botta emotiva. Comunque sia, questo, ti da' quell'amore che ti fa sentire accettato ma senza pietà, l'amore giusto. Però c'è da vedere, non si sa mai.
Poi c'è Dori, io e lei ne abbiamo passate tante assieme e sarà quel misto: battute antisemite contornate da sesso ed esagerazione in un contesto fisico d'abbraccio strettissimo che provoca quel bruciore superficiale dell'occhio dalle lacrime, ma stra-colmo anche d'amore. (N.B.: non so nemmeno io quel cazzo che ho scritto, però lo mantengo perché ho bisogno che rispondiate con me alla domanda: sono stupido?
Poi c'è Mati: con lei molto più stalla, battute politiche, o che la faccio scandalizzare ma tanto alla fine ride con me dicendomi quanto sono scemo.
Benni: Mediamente con lei, salvo momenti ignoranti, battute un po' più seriose, però divertenti dai, qualche chicca però accade.
Mirko: un misto di amore e coglionaggine da fratello o zio, anche un cugino se serve, a seconda di quanto lo pagano.
Marianna: per lei devo prendermi più tempo per analizzare il tutto che mi serviranno almeno altri 5 post di questa lunghezza per descrivere tutto ciò che ho in testa.
Meta scrittura: Sto post mi è partito a caso, inizialmente avevo pensato principalmente a Giulia per una serie di motivazioni passate, anche relativi ai due mesi da coinquilini, poi però mi ci sono messo e mi piace. Ultima cosa: Una persona non l'ho messa per privacy.
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autolesionistra · 2 years
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(nota: la prima foto ritrae il “sostegno del Torreggiani” in quanto esteticamente più godibile e non il “sostegno del Landi” anche noto come “sostegnazzo” che è oggetto di questo sproloquio e delle tre foto successive)
Tanti anni fa ad un evento dell’ANPI sentii parlare un ex partigiano della sua parabola dall'indottrinatura scolastica alla sua adesione alla Resistenza. Ne fece un racconto asciutto e poco incensatorio insistendo (come poi altri ex partigiani che ho avuto la fortuna di ascoltare) sul fatto che certe scelte più che con l'ideologia avevano a che fare con la carenza di alternative. Fece alcuni riferimenti ad un libro che aveva scritto, che negli anni a tempo perso ho cercato nei meandri della balcanizzazione delle pubblicazioni ANPI e ho poi trovato, come da tradizione, quando avevo smesso di cercarlo, nel banchetto di una sezione locale.
Il libro decisamente non era quello che mi aspettavo: inizia scusandosi perché è ignorante e non è uno scrittore; speravo fosse un preludio alla parlata prosaica che mi ricordavo da quella sera, invece è scritto con uno stile aulico forzatissimo, costrutti sintattici opinabili e un'abbondanza di termini desueti che forse volevano avvicinarsi all'idea che aveva lui degli scrittori "veri". Che è anche un'immagine commovente ma ha reso la lettura leggera come le libagioni di un matrimonio celebrato a natale.
L'altro aspetto che mi ha spiazzato è che racconta con infinito dettaglio la sua infanzia, le scuole che ha fatto, la sua emancipazione fatta di bicicletta e officina e finisce proprio all'inizio del periodo che uno si aspetterebbe raccontato da un ex partigiano, quando prende la via dei monti.
Dopo un attimo di smarrimento dovuto al finale stile L’impero-colpisce-ancora ho realizzato che la dovizia di particolari con cui aveva descritto la sua infanzia nella borgata Sostegnazzo (unità alla passione malsana che nutro per i canali di Bologna) mi aveva conquistato e lasciato una certa sensazione di nostalgia mista curiosità; così mi sono addentrato nei meandri del canale Navile come una versione del Lidl di Alberto Angela.
Il canale Navile ha lungo il suo corso i ruderi delle chiuse (chiamate “sostegni”) che permettevano la risalita di chiatte e barche trainate controcorrente da animali da soma verso Bologna. Il "sostegnazzo" che dava il nome alla borgata dove è cresciuto l'ex partigiano tecnicamente risponde al nome di "sostegno del Landi" ed è nei pressi del passaggio del canale sotto alla tangenziale di Bologna. Visto che da queste parti è prassi denigrare le amministrazioni comunali bolognesi, per una volta ne parleremo bene dicendo che verso la fine degli anni ‘90 partì un lungo processo di riqualificazione dei percorsi pedonali lungo il navile che hanno reso la zona godibilissima per farci due passi (a prescindere dai libri che leggete). Ma sto divagando. La borgata gravitava intorno ad una cartiera di dimensioni importanti ora trasformata in residenza per anziani e a parte i ruderi della casa di manovra e il nome di "via del sostegnazzo" di quei tempi resta pochino.
Fra i vari aneddoti, nel libro racconta di come sia volato giù nel canale con la bicicletta da una passerella e il custode del sostegno l'avesse poi ripescato con la pertica. Mi son messo sulla passerella del sostegnazzo guardando il canale e chiedendomi se fosse volato giù da lì. Poi mi son sentito scemo e son tornato indietro.
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dilebe06 · 2 years
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Extraordinary You
"Dipenderà dalla prospettiva da cui lo vedi. Guarda il mondo dalla tua prospettiva, allora sarai il personaggio principale."
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Come maratonarsi una serie in 3 giorni.
Mado' Extraordinary You mi ha letteralmente rapita. Sequestrata. Merito di una trama originale, un ottima fotografia, buon cast, eccellenti personaggi quasi tutti, ma soprattutto grazie all'idea di base e come è stata portata su schermo. Un applauso davvero.
La serie parte benissimo, in modo originale, divertente e interessante con gli episodi che scorrono via uno dietro l'altro. Andando avanti con la storia però, per me è leggermente calato: si perde la leggerezza ed il divertimento per lasciare spazio al dramma e alle situazioni serie.
I due protagonisti della storia, che inizialmente mi piacevano molto, mano a mano sono sempre più scesi nel mio personale indice di gradimento trovandomi dunque a fare il tifo e sentirmi emotivamente investita con i personaggi secondari piuttosto che quelli principali.
La storia d'amore parte in modo carino, costruito e romantico. Le loro scene sono super sentimentali, fatte benissimo e senti l'amore a 10 kilometri di distanza. Tuttavia andando avanti con la storia, la loro relazione mi ha un po' annoiata, trovandola ripetitiva, troppo perfetta e smielosa per i miei gusti. Tanto che mi sono concentrata su tutt'altro.
Ma oh, se me la sono maratonata in pochi giorni un motivo c'è: poiché scrivere commenti sensati e lineari non è da me, andrò per punti:
L'idea dell'essere dentro ad un fumetto non è una novità nel panorama televisivo. Ma ho trovato super interessante sia come hanno trattato il concetto di "palcoscenico " e "ombra" sia come i personaggi prendessero coscienza di se stessi, portando poi su schermo, battaglie emotive sulla loro esistenza e identità. E' stato molto piacevole vedere i personaggi, uno ad uno, capire di essere personaggi di un fumetto e vederli relazionarsi con questo. Tutta la parte circa il fumetto, le regole che lo disciplinano, i clichè dei storie romantiche, le bizze dello scrittore... questa è stata forse la parte che mi ha coinvolto di più.
Mi chiedevo per quale motivo lo scrittore avesse fatto un manga così banale. Cioè, la trama è Hana Yori Dango, più o meno. XD Persino i personaggi potevano capire quale scena sarebbe andata sul palcoscenico! Forse la storia del fumetto era così scontata proprio perché non era la parte importante della storia. In tal modo la serie si è concentrata sulla storia degli altri personaggi permettendo di non perdere minutaggio su una trama così ovvia, che era scritta nelle stelle.
Ho amato anche il concetto sull'essere protagonisti della propria storia. Quando si scopre di essere degli extra si può decidere di diventare i primi attori del proprio racconto personale. Gli extra non possono essere i main lead del fumetto...ma possono esserlo della loro storia. E' un bel significato.
Ho rivalutato tantissimo la protagonista del fumetto. La Cenerella che impersonava la classica protagonista femminile da shojo ma che alla fine si rivela una piccola mafiosa badass quanto basta per farsi valere e amare da me. Carinissima anche la sua relazione con Do Hwa, molto naturale e romantica.
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Interessante anche il concetto dello stare sul palcoscenico ed essere costretti a recitare una parte che non si vuole. Finché i personaggi non hanno coscienza non c'è problema nello stare sul palco. Ma una volta capito di essere dentro ad un fumetto è frustrante fare e dire cose che non pensi e non vuoi solo perché qualcuno ha deciso così. Credo che la serie abbia reso in modo ottimale questo tema visto che ho percepito davvero tanta frustrazione da parte dei characters consapevoli nelle loro scene sul palcoscenico.
Tornando a Lee Do Hwa è stato uno dei miei personaggi preferiti. Lo scrittore voleva caratterizzarlo come un clichè del second lead bello, gentile, serio, pacato ecc ecc.. ma nella realtà era adorabilmente scemo. Ho amato i suoi dialoghi e la sua personalità divertente e brillante nonché il suo rapporto con la Dan Oh: insieme erano spassosi!
La serie mischia momenti intensi e tristi con scene più divertenti e comiche - soprattutto all'inizio - che spezzano la tensione e alleggeriscono la storia. Ritengo che su questo frangente abbiano fatto un bel lavoro anche se sul finale si perde la spensieratezza e divertimento per affogare in un mare di serietà.
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Per quanto riguarda Dan Oh dunque, mi è piaciuta molto inizialmente. Ho adorato la sua personalità vivace e certi suoi commenti irriverenti. Vederla impazzire per la scoperta di essere in un fumetto mi ha fatto morire dalle risate più e più volte. Ho ammirato la sua determinazione e testardaggine nel voler cambiare il proprio destino anche quando le dicevano di non farlo. Ma...ma...ma poi s'innamora. Da quando inizia la sua storia con Haru il suo personaggio mi è lentamente scivolato nella noia poiché sembrava girasse unicamente intorno ad protagonista maschile. Voleva cambiare la sua impostazione per se stessa, per la sua identità, per autodeterminarsi. Ed invece mi è sembrato che alla fine volesse cambiarla solo per stare con Haru. D'altra parte però non mi sento di essere troppo cattiva con lei: è la sua prima cotta, il suo primo amore. E' normale che tutto ad un certo punto. giri attorno a questo.
Chi invece ho avuto difficoltà a mandare giù è stato proprio Haru. Chiariamoci, Haru è perfetto: bello, intelligente, gentile, premuroso, comprensivo, presente, simpatico, romantico...è perfetto. Troppo perfetto per i miei gusti. Il protagonista maschile di questa storia non pare abbia difetti, zone grigie o d'ombra. E per questo, mentre inizialmente mi incuriosiva il suo personaggio, piano piano mi ha stancato.
E questo si è poi riflettuto sulla storia d'amore. Ho provato davvero tanto a farmela piacere ma... nada. Non ho mai sentito il click, l'investimento emotivo. Poiché erano perfetti assieme e grondavano miele fuso non c'è mai stato conflitto, tensione, pepe nella loro storia d'amore. Tanto che i classici impedimenti sono stati tutti esterni alla coppia: perdita di memoria, cancellazione del personaggio ecc ecc.. Io ovviamente sono contenta per Haru e Dan Oh: buon per loro che hanno trovato l'amore! Ma ahimè non credo che vinceranno mai nella mia personale classifica delle coppie preferite.
Chi invece vincerà tutto è probabilmente Baek Kyung. Già l'anno scorso Lee Jae Wook era arrivato ad un passo dal vincere il premio " attore migliore dell'anno". Questa volta punta decisamente alla vittoria grazie ad una recitazione fantastica. Non mentirò: Baek è stato uno dei motivi che mi ha dato la forza di finire la serie. Ad una certa mi sono resa conto che sì, volevo sapere come sarebbe finita la serie...ma ancor di più ero curiosa di vedere quale piega avrebbe preso la sua storia.
La sua caratterizzazione e storia le ho trovate le più interessanti di tutte, così come il suo splendido arco di redenzione nel finale. Ho sofferto parecchio nel rendermi conto che alla fine Baek Kyung sarebbe rimasto da solo - ok ho pianto nelle sue scene finali - più che altro perché come da sottotitolo di questo commento, era diventato il mio personaggio principale. E vedere il "tuo lead" che capisce di aver sbagliato, chiedere scusa, comprendere di essere stato uno stronzo bastardo ed essere arrivato tardi alla realizzazione e affrontare un arco di redenzione ma alla fine non ottenere il lieto fine, ti fa un po' male. Se Baek fosse stato il protagonista di un altra serie probabilmente avrebbe ottenuto di più. Ma non lo è e va bene così. Sono già contenta che abbia avuto il suo riscatto...anche perché ne ha parecchie da farsi perdonare. Non scordo quanto a trattato a merda la sua fidanzata sia sul palcoscenico che nell'ombra! Un vero stronzo! E spero davvero, come gli dice Dan Oh, che alla fine trovi il vero se stesso e sia felice. <3 Tra l'altro adoravo le scene di Dan Oh e Beak Kyung da bambini: erano tenerissimi!
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Conclusione: drama da vedere assolutamente anche solo per l'idea dell'essere parte di un manga e contemplare come si muovono i personaggi dentro a esso. A me la storia d'amore non è piaciuta ma magari farà innamorare altre persone che la adoreranno. Quindi consigliato per chi cerca storie d'amore. E poi c'è Lee Jae Wook in tutta la sua gloria...cioè che vuoi di più?!
Voto: 8
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edo1948 · 7 months
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Dopo oltre 42 anni di servizio finalmente è arrivato il giorno della pensione e mi presento all'ufficio per fare tutte le pratiche e ritirare i miei primi soldi.
Dopo 2 ore di coda allo sportello l'impiegata mi chiede i documenti ma, forse per l'emozione, stupidamente li ho dimenticati a casa.
"Devo tornare a casa a prenderli" dico all'impiegata.
Ma lei non si scompone e mi dice:
"Si sbottoni la camicia!"
Mi sono sbottonato la camicia scoprendo i miei peluzzi bianchi e lei:
"Questi peli bianchi per me sono sufficienti a dimostrazione della sua età e degli anni lavorati" e mi consegna i soldi.
Arrivo a casa e racconto a mia moglie l'avventura e come me la sono cavata.
E lei:
"Scemo! Potevi sbottonarti anche i pantaloni così ti avrebbero dato anche la pensione di invalidità con l'accompagnamento!
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libero-de-mente · 3 years
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Il sondaggio
Oggi nel primo pomeriggio mi trovavo in centro città, la gente come me si muoveva velocemente per le varie commissioni e affari, nuvole nere e minacciose dall'alta valle minacciavano il cielo azzurro sopra di noi.
In tutto questo, mentre cercavo di raggiungere il parcheggio dove avevo lasciato la mia auto, sento giungere alle mie spalle una voce femminile e giovane "Signore! Signore!".
Mi giro e vedo due ragazze giovani avvicinarsi indicandomi, io mi volto per capire se erano rivolte a me, non vedendo nessun altro mi rigiro e loro annuendo con la testa mi dicono: "Si signore, proprio lei".
Mi fermo, noto che in mano hanno delle cartellette porta fogli e nell'altra mano una penna. Sento che mi sta per capitare un sondaggio. Lo sento forte. Accidenti, le nuvole nere si avvicinano.
- Mi scusi - esordisce quella che sembra essere la meno timida delle due - le devo chiedere un favore.
- Dimmi - per me dare del tu a ragazzi giovani è naturale, sono GGiovane anche io neh?
- Guardi le rubo un secondo, per una ricerca scolastica le devo fare solo una domanda.
- Prego, se posso rispondere bene.
- Crediamo che lei sia un papà vero?
- Da cosa l'hai capito? Dalla mia sicurezza nei modi? Dalla mia evidente presa di coscienza di visione della vita? Del mio sorriso rassicurante e accogliente che la paternità mi ha sviluppato?
Le due ragazze si guardano stranite, la leader mi guarda e aggrottando la fronte mi dice - No, l'età. Potrebbe essere mio padre, quindi... - sorrisino per addolcire il calcio metaforico nelle parti basse che mi ha appena sferrato.
- Ah, ok - balbetto io - si comunque sono un padre.
- Guardi signore, la domanda è semplice. Il 12 giugno del 2005, durante un discorso all'Università di Stanford, Steve Jobs pronunciò la famosa frase "Stay hungry stay foolish", che penso lei sappia cosa vuol dire.
- Si certo, "siate affamati, siate folli".
- Esatto, si ritiene che questa frase sia stata una sorta di testamento che Jobs ha lasciato alle nuove generazioni. La domanda è: se lei dovesse lasciare una frase testamento per i propri figli, per i ragazzi d'oggi, quale sarebbe?
- Mmmh dunque, potrei dire sicuramente " Stay hungry, Estycazz".
- Cioè?! - le pupille delle ragazze si dilatano come quelle del mio gatto quando ha poca luce diretta negli occhi.
- Nel senso che nella vita è giusto essere affamati ma che bisogna stare attenti, perché la vita non è facile e bisogna anche mantenere il giusto equilibrio di disinteresse su molte cose.
Attimo di silenzio. Le due ragazze si guardano e cominciano a discutere tra loro.
- Per me lui ha vinto, tu che dici?
- Si per me va bene, scriviamola. La Prof. potrebbe apprezzarla.
- Si, è divertente. Però è anche forte, può essere la migliore risposta.
A quel punto intervengo io - Scusate ma poi le dovete condividere in classe con i vostri compagni?
- Si! - rispondono in coro le ragazze.
- Ascoltatemi, con una risposta del genere avete due chances: 1) Prima ipotesi: alla lettura della risposta partono 92 minuti di applausi con standing ovation dei vostri compagni, professoressa inclusa. Riceverete una menzione speciale, così da avere diritto all'Università senza finire le superiori e probabilmente, ma non ne sono sicuro, Alberto Angela potrebbe materializzarsi davanti a voi per un'intervista. 2) Seconda ipotesi: la professoressa vi urlerà se vi siete bevute il cervello nella generale ilarità della vostra classe. Probabilmente beccherete un richiamo e i vostri genitori saranno chiamati dal Preside. Vi vergognerete come due ladre di galline. Sta a voi decidere.
Guardandosi tra loro mi dicono - Ci pensiamo, comunque grazie della risposta. Buona giornata.
Si girano e se ne vanno.
Io alzando un po' il tono della voce - Fatemi sapere come andrà a finire!
La ragazza che non aveva quasi mai parlato mi risponde - Come facciamo a farglielo sapere?
Io - Semplice: taggatemi - chiudo con un sorriso da perfetto idiota.
Mi giro le nuvole nere sono vicine e il brontolio dei tuoni si sente più forte, quasi a coprire il vocio della gente che affretta il passo, ma non così forte da coprire le risate delle due ragazze. Che con le mani sul volto le sento pronunciare un chiaro - Ma quello è fuori come un balcone.
Chissà che frase lascerei ai miei figli, sapendo di non avere molte possibilità di vivere a lungo. Questa notte ci penserò.
Magari gliela scriverò e li taggherò qui sul social.
Vedrai se non mi rimuoveranno dalle loro amicizie, questa volta è la volta buona.
Stay hungry, eat la pizz that ti calm.
Può essere, mo ci penso.
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la-fabbrica · 2 years
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La sigla è Beta 3. Mariacchione. Detto "Fiato di Avellino", incrociando la provenienza Irpina e l'alito viperino, AKA "Al Zien" (Lo Zio) in quanto nella Cooperativa è presente "Il Niputein", il suo amato nipote cosiddetto.
Uno dei migliori nel fottere il prossimo, che in una cooperativa significa fottere il tuo socio, il tuo collega, praticamente il prossimo, secondo gli insegnamenti del miglior catechismo.
Sposato con una brava donna armata di pazienza infinita, due figli sicuramente bravi, studiosi o lavoratori o tutto e due, a dispetto delle attitudini paterne.
Che c'entra Fiato di Avellino con la foto? Ce lo spiega un altro collega: "Calice". Non sto nemmeno a spiegare il perché del soprannome ma se qualcuno non l'avesse capito, può contattarmi in privato.
Calice e Fiato Di Avellino anni e anni fa lavoravano insieme da un corriere. Vita grama, tanto lavoro e poco incasso. E siccome l'incasso era sempre quello, a prescindere dal lavoro svolto, Mariacchione aveva escogitato un ottimo sistema per auto ridursi la fatica e finire prima degli altri.
Caricava il furgone lasciando vuota la parte anteriore del cassone e riempendolo solo in quella posteriore da terra a cielo, in modo che aprendo le porte, sembrasse di aver caricato al massimo della capienza.
Esattamente come nella foto che ho trovato stamattina e che ha risvegliato questi ricordi ancestrali che sono degni della pubblicazione in questo spazio. A eterno memento.
Peccato, a eterno memento mi pareva la giusta conclusione di un racconto del cazzo come questo. E invece la conclusione è diversa: siccome Calice non era totalmente scemo, si accorse della furbata.
Un giorno, davanti al titolare della ditta e agli altri colleghi, Calice chiese a Mariacchione di aprire i portelli posteriori. Gli bastò dare un colpetto ai pacchi per farli cadere nello spazio vuoto in avanti e sbugiardare il fedifrago.
In ogni caso, a eterno memento.
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quali sono i tuoi cinque peggior difetti ?
Buongiorno difettoso (o difettante) anonimo.
Questa domanda sarebbe splendido spunto per colorarmi come una persona d'animo nobile e puro: basterebbe elencare una lista di caratteristiche meravigliose, spacciandole per difetti, e poi mettersi tranquilli sulla sponda del fiume, aspettando l'onda di piena di rassicurazioni e complimenti.
Invece no, questa volta non cado in quella lusinga, in quella tentazione, e ti racconto cinque miei difetti veri, che non so se sono i peggiori in assoluto tra i 500.000 che ho, ma per certo qualità non sono.
Non ho alcun senso di solidarietà e di pietà per le persone che non mi piacciono, con cui non concordo, che hanno opinioni molto diverse dalle mie, anzi gioisco proprio dei loro guai, degli inciampi della loro vita, magari segretamente, ma gioisco.
Sono un orribile snob intellettuale e guardo dall'alto, con canzonatoria presupponenza, chi mi pare ignorante, chi è (o si comporta da) minus habens, chi non coglie una citazione, o fa una domanda elementare, lì a rivelare il suo non avere capito nulla di un discorso, a causa della sua insipienza, della sua impreparazione.
Ho un senso dell'umorismo crudele e caustico che non so trattenere, perché il piacere di una bella battuta affilata e urticante supera di gran lunga il mio senso di compassione e non nego che, quando indulgo in questo perverso piacere, più m’accorgo d’aver colpito nel segno, più la mia vittima soffre e più sono contento.
Ho pregiudizi importanti a riguardo di certe categorie di persone, o meglio delle loro categorie di valori e di convinzioni (e di dogmi). No, non ti/vi dico quali, che l'oggetto della domanda era un altro, ma se (chiunque tu sia) non sei scemo, almeno una di quelle categorie la hai intuita.
So essere un vero stronzo e questa capacità, a volte, la metto in pratica, e lo sono proprio. Ed a volte, sebbene rare per fortuna, ne sono felice di esserlo, o, ricordandomene, di esserlo stato.
Ne aggiungo un sesto, a mo’ di bonus, che mi è stato attribuito ed esplicitato più volte e che io considero quasi un super-potere: ho la capacità (dialettica) di far sentire un coglione un individuo (anche più individui) nel giro di pochissimi secondi; sono un grande distruttore di autostima e di certezze, insomma.
Non so cosa ti cambi, adesso, saperli, questi miei 6 difetti, ma almeno sta volta eviterai/eviterete di riscrivermi lamentandoti/vi del fatto che in realtà non rispondo mai davvero a ciò che mi si domanda.
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ossimoro7 · 3 years
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BUONGIORNO 🌞
Dopo oltre 42 anni di lavoro
finalmente è arrivato il giorno della pensione e mi presento all'ufficio per fare tutte le pratiche e ritirare i miei primi soldi.
Dopo 2 ore di coda allo sportello l'impiegata mi chiede i documenti, ma forse per l'emozione, stupidamente li ho dimenticati a casa.
"Devo tornare a casa a prenderli" dico all'impiegata.
Ma lei non si scompone e mi dice:
"Si sbottoni la camicia!"
Mi sono sbottonato la camicia scoprendo i miei peluzzi bianchi e lei:
"Questi peli bianchi per me sono sufficienti a dimostrazione della sua età e degli anni lavorati" e mi consegna i soldi.
Arrivo a casa e racconto a mia moglie l'avventura e come me la sono cavata.
E lei:
"Scemo! Potevi sbottonarti anche i pantaloni così ti avrebbero dato anche la pensione di invalidità con l'accompagnamento!
😂 😂 😂
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Fb
Ossimoro
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ilmerlomaschio · 3 years
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Racconti di Aliantis/WordPress
La giovane mamma mia vicina di casa
Ogni giorno ormai non ho altro pensiero in testa che rivederti. Vivi con tuo marito da quando vi siete sposati, un anno e mezzo circa, nell’appartamento vicino al mio. La notte vi ascolto sempre, mentre vi amate. Dall’altra parte del sottilissimo muro che divide la vostra camera da letto dalla mia mi arrivano dei mugugni indistinti ma inequivocabili. Immagino le vostre frasi sommesse e adoro in modo assoluto sentire quando venite, visto che le nostre teste sono comunque a forse meno di un metro di distanza. Meglio di qualsiasi film o racconto. Ho sempre sospettato che malgrado la tua aria educata, composta e molto discreta, tu fossi un vero vulcano di femminilità e sensualità. Infatti un giorno qualsiasi di due mesi fa, in tarda mattinata hai suonato a casa mia e hai chiesto aiuto in lacrime. Io lavoro a turni e alle sette e un quarto avevo smontato dalla notte. Era circa l’una e sebbene fossi ancora rincoglionito dalle sole quattro ore di sonno fatte, t’ho chiesto immediatamente e preoccupato cosa ti fosse successo.
M’hai detto, un po’ rossa in viso e imbarazzata, che il tuo seno generava una enorme quantità di latte ma che il tuo piccolo, all’epoca nato da sole due settimane, ne beveva solo una parte e poi s’addormentava. Poi che secondo il pediatra e le sue stime, il nutrimento era comunque momentaneamente sufficiente per lui, ma non avresti mai voluto che il latte smettesse di scendere, per questo suo scarso stimolare le tue ghiandole mammarie. Avevate quindi comperato un tiralatte per prendere tutto il latte rimanente nel tuo seno dopo la magra poppata, ma non riuscivi a usarlo in modo appropriato: ti scappava sempre, non riuscivi a farlo funzionare correttamente perché è un aggeggio di difficile gestione. E che il tiraggio va effettuato meglio se entro un’ora dalla poppata. Quindi era proprio necessario farlo in quel momento. A tuo marito avevi detto che conoscevi l’aggeggio, “che ci vuole, è una passeggiata” e poi non volevi fargli vedere che non eri riuscita a farcela. Ti seccava molto.
“Mi aiuti, per favore? Scusami se ti disturbo a quest’ora, Marco: forse stavi pranzando…”
”Guarda, non stavo pranzando: tranquilla. E comunque Federica: per te e il tuo bambino lo sai, qualsiasi cosa… se riusciremo, mi basterà uno dei tuoi dolcissimi sorrisi…”
Sei diventata ancor più rossa, hai abbassato gli occhi e hai sorriso. Dio quant’eri sexy, con le spalle completamente nude. Stupenda ninfa, dea dell’amore.
Siamo quindi entrati in casa tua. Ci sarebbe mancato che non avessi voluto aiutarti! Tu, bellissima come solo una ragazza di ventitré anni può essere, avevi indosso solo un comodo e casalingo prendisole di cotone leggero arancione a fiorellini, che lasciava scoperta tutta la parte superiore del corpo al disopra delle areole. Visione meravigliosa per me che ero un maschio a digiuno di una femmina da tempo. Eri stupenda soprattutto se vista in controluce. Si delineava la silhouette perfetta e sensuale del tuo corpo sottile, malgrado il parto recente. Un vero sogno erotico. Cercavo di non pensarci. Ritrovati un minimo di dignità e un comportamento appena serio, da buon vicino e presa la necessaria confidenza con l’attrezzo, t’ho chiesto il permesso e t’ho sceso un po’ il bordo dell’abitino sul lato sinistro. Ho applicato il tiralatte al capezzolo del tuo seno sinistro. Con un po’ di buona volontà e qualche tentativo ripetuto, infine l’abbiamo fatto lavorare a dovere e abbiamo iniziato finalmente a riempire delle bottigliette da mettere in frigo.
Finito col seno sinistro, siamo passati a quello destro. Allora tu, visto che la cosa funzionava bene, ti sei finalmente rilassata e abbiamo preso anche a chiacchierare in relax. Ci conosciamo, oramai: io sono un quarantacinquenne ben tenuto. Separato da qualche anno. Mia moglie è andata via portando con sé nostra figlia adolescente. Tuo marito invece ha una trentina d’anni, fa il rappresentante di commercio e spesso resta fuori per lavoro anche due o tre giorni. Intanto, verso la fine del tiraggio effettuato sul seno destro, mentre stavo finendo di riempire la bottiglietta, ho visto che dal seno sinistro, lasciato ancora scoperto a esclusivo beneficio dei miei occhi, ne ero certo e anche per una comprensibile tua civettuola voglia di donna di farti ammirare, scendeva ancora del latte. Infatti senza le coppe di protezione, colando t’aveva macchiato un po’ la stoffa del prendisole.
Visto che avevo il viso vicinissimo al tuo petto, m’è venuto spontaneo scherzare con te e dirti sorridendo che mi sarebbe piaciuto assaggiare quel ben di Dio, per non farlo andare sprecato e anche per pulirti. Tu m’hai detto ridendo: “ma che dici, scemo…” però mi guardavi fisso negli occhi e ormai mi carezzavi già teneramente la testa. Ho azzardato – o la va o la spacca – e sono sceso rapidamente sul seno sinistro. Ho dapprima dato una leccata rapida, guardandoti e aspettando magari un ceffone. Tu invece eri in estasi, a occhi chiusi. M’hai solo detto con un fil di voce ma stringendomi a te: “ma che fai, no… non farlo, smetti…” allora deciso, per l’evidente desiderio che provavi, ho incollato le mie labbra a quel capezzolo gocciolante e gonfio. Quindi con trasporto ho iniziato a succhiare, tirando forte. Era un nostro momento di assoluta comunione e il latte era buonissimo!
Ma la cosa sorprendente è stata la tua reazione. Con voce dal tono basso, calda, piena d’amore e passione, mentre ti succhiavo mi hai detto solo: “no… caro, caro…confesso che mi attrai, ma non dobbiamo… non possiamo fare questo, io e te… a mio marito, poi… nooo…” intanto mi tenevi la testa ben premuta contro di te. Ti sentivo mentre gemevi a occhi socchiusi. Piangevi calde lacrime, forse per un pizzico di rimorso, ma intanto godevi: mi era evidentissimo. E mi stringevi forte al tuo petto: mi allattavi letteralmente e io a momenti soffocavo! Mentre succhiavo ingoiavo e leccavo tutta quella grazia di Dio, t’ho infilato pian piano una mano sotto il prendisole: non me l’hai bloccata. Ho proseguito fino ad arrivare alla tua fica di giovane sposa e ho sentito chiaramente che era già completamente bagnata. Un paradiso di moglie.
Sotto il prendisole infatti non avevi nulla: neppure gli slip! Una macchina per il puro piacere, questo eri. Una giovane mamma desiderosa solo del godimento sessuale, pretendendolo in quel momento da me in qualsiasi modo. Questa cosa m’ha fatto ingrifare come un toro. Senza più alcun ritegno ormai, hai allargato le gambe e scendendo un po’ più sulla poltrona hai fatto entrare nella tua passera ben dilatata tutta la mia mano con le dita chiuse senza alcun problema o dolore. Pazzo di te, ti baciavo il collo, le spalle e il petto, leccandoti i capezzoli e ovunque potessi arrivare con la bocca per assaporarti, per gustare egoisticamente e appieno una femmina giovane, di gran classe. Un inaspettato dono del cielo solo per me. Leccavo e godevo della tua pelle profumata. Mordicchiavo i lobi delle tue belle orecchie e infine, massima conquista tra noi, ti baciavo la bocca, infilandovi la mia lingua e giocando con te nel modo più intimo possibile, tra un uomo e una donna.
Ti stimolavo, muovendo la mano totalmente immersa nella tua fica, facendole fare continuamente e rapidamente avanti e indietro. Ti dicevo parole oscene, ti chiamavo “troia, grande puttana, femmina vogliosa solo di cazzo”. Tu, solo un po’ arrossita e accaldata, mi sorridevi irresistibile. Gemevi roca, sussurrandomi all’orecchio dei tenerissimi: “si dai, siiii… ancora, fallo ancora… entra di più dentro di me… dimmelo ancora… e poi dammi il tuo cazzo… ora lo voglio proprio. Ne ho bisogno!“ Così, mentre il pupo dormiva sereno dopo aver bevuto, in un solo colpo ho sfilato la mia mano, t’ho tolto l’abitino tirandotelo su dalle spalle. Tu eri ancora seduta, ma ti sei sollevata quel tanto che bastava per farlo scivolar via e m’hai detto: “oh, caro, caro… succhia ancora un po’ dal seno e poi bevi dalla mia fica. Adesso sto producendo il mio liquore di donna. Lo sto facendo solo per te. Leccamela, lo voglio tanto.”
Ho eseguito alla lettera. Dapprima onorando il seno sinistro, poi il destro. Leccandoti al centro del tuo corpo nudo senza fermarmi sono sceso piano a baciarti a lungo la fica: la tua pelle sapeva di buono, di pulito. Ho leccato a lungo e per la prima volta anche il tuo ano. Fino a qualche ora prima, mai avrei immaginato che la mia lingua avrebbe potuto godere di tanto privilegio. Oh, il tuo ano: meraviglioso protagonista dei nostri giochi, ormai. A un certo punto proprio non ho resistito più. T’ho tirata a me sul bordo poltrona e ho infilato il mio cazzo già durissimo dentro di te con veemenza: erano molti mesi che non scopavo. E poi poter fottere una sposina, una mamma giovanissima, non capita tutti i giorni. T’ho detto che stavo per venire e tu m’hai dato il via libera, perché da dopo il parto avevi rimesso la spirale. Volevi moltissimo che sborrassi dentro di te. E a lungo. Me l’hai chiesto esplicitamente: “sborra a lungo quanto ti pare dentro di me.” Quella prima volta t’ho fatta venire ben tre volte prima di riempirti col mio seme mentre ti baciavo le labbra teneramente. Mi ero completamente innamorato, ero ormai cotto di te; non c’è da scherzare con queste cose. Le tue labbra sapevano di miele puro. Mi hai confessato che da quando hai partorito, il tuo desiderio sessuale è inspiegabilmente aumentato a dismisura. Che obblighi tuo marito a scoparti a lungo al mattino presto prima di andare al lavoro, poi appena torna a casa la sera e infine di notte, se ti svegli con una grande voglia di essere amata, posseduta.
E poi mi hai detto piangendo e mordendoti le deliziose labbra, che quando lui sta via due o tre giorni, per te la mancanza del sesso con lui è un problema anche serio. Mi hai chiesto se sarei stato disposto ad aiutarti, con la massima discrezione, ovviamente. Cara: sei un tesoro di mammina e la vicina più dolce che abbia mai avuto! Ormai scopiamo con regolarità, Almeno una volta nel mezzo della settimana, quando lui è di sicuro lontano da casa almeno cento chilometri o per i soliti due-tre giorni di seguito. Mi allatti sempre ed è una cosa che mi piace da morire, un tuo vezzo dolcissimo per me. Poi mi accogli in culo senza lamentarti o in bocca con gran gioia. Quando vengo mi ingoi che è un vero piacere. Ti chiedo: “la vuoi la mia sborra?” E tu, staccandoti un attimo rispondi: “si… fammene bere tanta!” Non penso di aver mai prodotto tanto seme come da quando ti conosco. In queste poche settimane penso di aver sborrato più di quanto abbia mai fatto in undici anni di matrimonio. Ci si aiuta a vicenda, quindi. Se posso, quando sono libero dal lavoro ti reggo il bambino mentre esci per la spesa o magari per distrarti un attimo. In compenso, tu a volte mi prepari deliziosi manicaretti. Con tuo marito siamo sempre grandi amici, ovviamente. Adoro vedervi la domenica mattina andare in chiesa: tu rilassata, soddisfatta e vestita in modo molto castigato. Lui felice, col bimbo in carrozzina e la donna più onesta, pura e fedele del mondo al suo braccio. Farebbe di tutto per te, difenderebbe il tuo onore da chiunque osasse mancarti di rispetto o solo pensare a toccarti. Vi adoro! Quando si dice avere rapporti di buon vicinato!
RDA
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corallorosso · 4 years
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Ma voi lo immaginate se lo ha fatto veramente? Se davvero ha rivolto a Draghi questa domanda? Ve la immaginate la faccia di Draghi che lo guarda perplesso, le ciglia aggrottate come a chiedersi: “Ma è scemo lui o pensa che sia scemo io?”. Io sì, me lo immagino. E mi immagino Giorgetti che prende Draghi sottobraccio e insieme si allontanano un po’ da Salvini che li guarda masticando il suo panino con gli occhi grandi di cucciolo ingenuo. Immagino Giorgetti e Draghi confabulare sottovoce in un angolo della stanza. Giorgetti che bisbiglia a Draghi qualcosa all’orecchio, mentre allarga sconsolato le braccia e scuote la testa. E immagino il volto rattristato di Draghi che annuisce. Ora lo sguardo di Draghi non è più dubbioso, ma dolce e pieno di compassione. Sorride a Salvini e gli dice: “Vieni Matteo, siediti sulle gambe di zio Mario che ti racconto una storia”. E immagino Matteo che si siede sulle gambe di zio Mario, ungendogli con le mani sporche di olio di porchetta la giacca e la cravatta. Ma zio Mario è pieno di dolcezza e non si arrabbia. “Allora vedi Matteo - inizia zio Draghi con voce dolce - non è che qui siamo tutti rincoglioniti che pensiamo che la gente a pranzo non si infetti e a cena sì. E’ proprio perché sappiamo che la gente nei ristoranti si infetta che dobbiamo scegliere quante nuove infezioni vogliamo considerare accettabili, pur di far respirare un po’ l’economia. Vedi Matteo, mentre tu giochi su internet, io, gli scienziati, Conte prima di me, il governo e così via, dobbiamo trovare delle soluzioni che mettano insieme sicurezza ed economia. Se tieni tutto chiuso, a pranzo e a cena, azzeri i contagi ma ammazzi l’economia. Se tieni tutto aperto, a pranzo e a cena, salvi l’economia per un po’, ma ammazzi un sacco di gente e fai collassare gli ospedali. Se invece tieni aperto, o solo a pranzo o solo a cena, riesci a far respirare un po’ l’economia e ad avere un numero di contagi tutto sommato gestibili. Ecco, la logica e il buonsenso ritengono che questa sia la scelta più saggia. E abbiamo scelto il pranzo rispetto alla cena perché a pranzo c’è meno gente, ci sono meno giovani, non ci sono rischi di movida e assembramenti e quindi è meglio così. Capisci ora Matteo?”. “No zio Mario. Prima gli italiani zio. Buongiornissimo caffè. Arcuri cacca. Banchi con le rotelle. Monopattini. Sì euro. No euro. Conte cacca”. “Dai, vai da zio Giorgetti, Matteo, vai. Che mi sa che con te non è cosa. Mi spiace Giancarlo. Mi spiace davvero”. “Tranquillo Mario, è comunque utile. Non sai quanta gente lo scambi per politico”. “Banchi con le rotelle zio. Monopattini. Buongionissimo amici…”. Emilio Mola (+ tenor)
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upsidedownsea · 4 years
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E vabbè, vi racconto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Anni fa, mi sono imbattuto, su Instagram, nel profilo di una ragazza. Lei non è della mia zona, ed inizialmente non sapevo nemmeno il suo vero nome. Capelli rossi, carnagione chiara, occhi verdi e malinconici come i miei, un incredibile gusto per la buona musica, i buoni libri, la natura e la poesia.
Di mestiere - lei - lavora con la sua immagine. Fotografie, pubblicità, video, questo tipo di cose.
Comunque, la seguo, e dopo qualche tempo, le scrivo, ed iniziamo a scambiare, di tanto in tanto, qualche parola.
Più che altro io facevo lo scemo, con qualche battuta, qualche commento, cercavo di strapparle un sorriso, cosa che mi è sempre riuscita molto bene.
Nonostante questo, il rapporto non decolla mai definitivamente come vorrei, ed un giorno, dopo l'ennesima volta che lei dice di apprezzarmi, che le fa piacere leggere i miei messaggi, io, le dico che vorrei di più. Le dico ciò che provo ovvero che, senza nascondere il fatto che esteticamente la trovo incantevole, sono completamente rapito ed ammaliato dal suo lato caratteriale.
Ce le avete presente quelle persone con l'anima in bella vista? Ti basta guardarle negli occhi, ed è tutto lì: la loro stanchezza, la loro insoddisfazione, le loro paure, le speranze, i loro pensieri. Le riconosci quelle persone, o almeno, io le ho sempre riconosciute, e come a me simili.
Le dico che io questo, non me lo voglio perdere, perchè sarebbe un peccato, le dico che io non voglio essere semplicemente un like o un messaggio, le dico che io, vorrei che lei mi concedesse la possibilità di ascoltarla, di condividere pensieri e parole, e di volerle bene.
Lei, dal canto suo, mi dice che, non crede in questo tipo di rapporti a distanza, indipendentemente dalla persona, fa fatica a rapportarsi in questo modo, mi dice che ho fatto bene a dirle cosa sentivo, perchè è giusto così.
Forse, avrei dovuto prendere tutte le mie convinzioni ed i miei pensieri per lei, metterli in un cassetto, e non pensarci più. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito.
Non ci sono riuscito perchè qualsiasi cosa lei facesse, io non riuscivo a non vederla per come pensavo che fosse dietro il social network, e non riuscivo a lasciarla andare, sentendola così simile a me. Lei compariva nei miei sogni, stazionava nei miei pensieri. È stata dentro ad ogni canzone, ad ogni lettura, ad ogni film, ad ogni volta che mi sono sentito solo, inadatto, stupido, stanco. Mi sono sempre chiesto se ed in che dose io l'abbia idealizzata, ma ogni volta che parlavamo, lei mi dava segni di essere esattamente come io pensavo fosse.
Le nostre conversazioni, nel frattempo continuano sempre allo stesso modo, fino a quando un giorno, le scrivo una canzone, gliela registro e gliela faccio avere, e lei si commuove, dicendomi "forse un giorno ci incontreremo".
Le cose cambiano un po', iniziamo a parlare con piu' frequenza, e lei mi dice che starebbe ore ad ascoltare la mia voce, e che la faccio stare bene, credo che a questo punto il nostro essere affini non fosse più un segreto, neanche per lei.
A volte diceva delle cose che, mi facevano pensare che in qualche modo, lei tenesse a me, altre volte era così gentile e così formale, da risultare quasi impersonale e fredda nei miei confronti.
Ad un certo punto però, iniziamo sul serio a parlare di noi, di come ci sentiamo, delle nostre vite, di sensibilità, di sfortune e di malinconie, e cazzo, ho sempre avuto ragione: era veramente come me.
Difficile dirvi quanto ne fossi felice. Avrei fatto di tutto pur di non far scappare questa persona, pur di starle vicino.
Sapete, è una di quelle cose che non puoi ignorare, lasciare perdere, sei tu, te stesso, le tue speranze, la tua cazzo di vita. Non importa come, non importa quando, importa lei.
Le chiedo di poterle scrivere una lettara a mano, e per non rompere la sua privacy, le propongo di fargliela avere via mail. Così, per dimostrarle con un gesto, quanto ci tengo ad essere parte della sua vita. Le parlo di quanto lei sia diventata importante per me, dei miei dubbi, le mie paure, e l'impossibilità di fare finta che lei sia una qualunque.
Suppongo che non l'abbia ancora letta, credo sia passato più di un mese ormai.
L'altro ieri, mi ha detto, con la violenza di un pugno in faccia, che ha un ragazzo, ed io le ho scritto "beh, sono contento per te" ed al mio aggiungere "ovviamente sono sarcastico", lei non ha detto più nulla.
È tutto, mi sento uno schifo.
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abatelunare · 3 years
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Giardinieri virtuali
Sarò breve assai. Uno scienziato idealista si serve della realtà virtuale per rendere intelligente un giardiniere mezzo scemo. L'esperimento riesce bene. Fin troppo, oserei dire. Perché il giardiniere non diventa solo molto intelligente, ma anche molto pericoloso... Ho esposto con estrema sintesi la trama del film Il tagliaerbe. A proposito del quale ho due sole osservazioni da muovere. La prima è che questo film si dice sia tratto dall'omonimo racconto di Stephen King (lo si può leggere nella raccolta A volte ritornano, se siete tanto curiosi da volerlo fare). Solo che le due cose non c'entrano quasi un cazzo l'una con l'altra. La seconda è che all'epoca del film - siamo nel 1992 - la realtà virtuale andava fortissimo. Adesso, invece, sembra sia stata un po' abbandonata. Gli effetti speciali digitali ora appaiono un po' datati e grezzi. Ma a quel tempo - come dice la Bibbia - ai miei occhi apparivano a dir poco prodigiosi. Quasi dimenticavo i due interpreti: lo scienziato e il giardiniere mezzo scemo. Sono rispettivamente Pierce Brosnam e Jeff Fahey. Fra gli altri attori segnalerei Geoffrey Lewis, che ha lavorato con Clint Eastwood (Filo da torcere e Fai come ti pare) e con Giuliano Gemma (Sella d'argento). Non è un capolavoro, eh. Però è una robetta simpatica. Se avete un'ora e quaranta da buttare via...
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storia di una folgorazione
non ce la faccio vorrei dirle da un pezzo quanto la amo ma tutto e iniziato con me fermo e tutto e finito con lei ferma li. ascolta noa non ti vedo da un pezzo come stai bene e tu io bene me ne sono andato da taranto non tornero mai piu sarai felice credo
perche non mi cambia niente
be so che ti ho creato tanti problemi mi spiace averlo fatto non volevo disturbarti in nessun modo, tutt’altro volevo solo conoscerti tutto qui ma credo che tu non volessi mi dispiace ancora averti infastidito ti saluto ora devo andare almeno spero che le mie scuse siano servite a qualcosa ciao ciao
. Salgo piango in silenzio nascondo i singhiozzi non importa sono riuscito a parlare .
la incontro per strada vicino casa lei ,mi guarda strana, io le ricambio lo sguardo finisce. li passano 6 mesi finisce il mio percorso, torno a taranto diverso arrivo e lei sta fuori dal negozio con il suo ragazzo mi riconosce io scarico la roba e le accenno un saluto  fine . salgo a casa giornate tranquille mi alleno nello spiazzo tutto il pugilato che ho fatto mi ha fatto un fisico d’acciao corda palletta flessioni addominali sollevamento corpo
lei esce con una cliente io mi interrompo ,lei mi osserva sono abbronzato fisico d’acciaio rimane un po ferma fa caldo io sudato prendo le cose e inizio ad andarmene, lei mi chiede fai pugilato
io si e me ne vado
interrompo la conversazione di spalle sembra che si stia interessando
perche perche perche tutto questo tempo adesso e solo mia immaginazione frutto della mia illusione di quegli occhi che non voglio guardare
. altro giorno mi alleno di nuovo esce lei si fuma la sigaretta io continuo lei ogni tanto sbircia io prendo tutto me ne vado
terzo giorno di nuovo mi alleno lei esce con la cliente ora mi guarda fisso vorrebbe chiedermi qualcosa ma io sono diverso prendo tutto e sto per andarmene le
i ma ti disturbiamo io
è diverso non mi riesco a concentrare lei
mi chiede hai combattuto questi mesi io
si diverse volte lei
si vede io
ora devo andare ti lascio stare lei
guarda che puoi continuare non ti diamo fastidio sono tre volte che te ne vai, non e che ti infastidiamo io
non riesco piu a trattenermi
il fatto e che non riesco ad allenarmi mentre tu mi guardi lei
allora non ti guardo io
mi dispiace ma non basta lei
che vuol dire me ne devo andare che stronzo io
guarda che non sono stronzo e solo che i tuoi occhi.....
mi fermo lascio tutto cosi e me ne vado lei ci rimane praticamente io salgo lei continua a cercarmi con lo sguardo io me ne vado…..
non mi alleno piu giu mi alleno in terrazza lei esce e lo nota ritorno ad allenarmi giu ma stavolta lei esce con il suo ragazzo io stavolta finisco di allenarmi anzi ci do dentro come un pazzo lei ogni tanto mi guarda poi io con tutta calma mi alzo prendo tutto e me ne vado indifferente tranquillo non mi tange il giorno seguente mi sto allenando lei esce da sola mi guarda
ma il tatuaggio che ti volevi fare non te lo fai piu io
guarda se hai tempo me lo faccio adesso lei
devi prendere appuntamento io
dico aspetta qua
salgo e scendo le faccio vedere un piccolo tatuaggio che mi voglio fare e le dico lo voglio fare adesso seno niente c’hai tempo lei
 domani io
non voglio gente intorno voglio stare tranquillo se domani mi prometti che me lo fai tu senza nessuno attorno me lo faccio senno addio tatuaggio me lo faccio da un altro lei
vabbe fattelo da un altro io mi fermo un secondo sei permalosa io domani vengo a che ora lei
non lo so io
ci vediamo domani.
Domani
scendo mi alleno lei esce
ma non ti dovevi fare il tatuaggio ti stavo aspettando io
sono pronto esco i soldi dammi la mano bastano
io entro dalla porta di servizio dove mi metto qui ok
io la guardo non riesco a reggere lo sguardo mi volto lei inizia il tatuaggio sul braccio io in silenzio lei mi chiede
be che hai fatto tutto questo tempo io
ho lavorato fuori e finito agosto me ne andro per sempre lei alza un secondo lo sguardo fa finta di niente io la guardo di nuovo mi giro lei lo nota inizia a farmi domande dove sei stato io
a barcellona che lavoro hai fatto bartender e poi mi sono laureato e devo fare un corso a roma e poi metto i soldi da parte per un master lei silenziosa mi risponde bene ti sei dato da fare e io le chiedo
e tu che mi racconti senza guardarla negli occhi
lei lo nota ha un sorrisetto ha capito
non riesco a reggere lo sguardo
lei ha il coltello dalla parte del manico
entra il suo ragazzo io
fermati continiamo un’altra volta
lei aspetta mo sbaglio io
dico grazie quando vengo lei
domani ti va bene si ok ciao ciao
lei ha capito
saluta il ragazzo e lo bacia io me ne vado buonagiornata lei ciao lui niente . domani mi alleno lei esce
so dove trovarti cavolo ti alleni tutti i giorni e io
fumi sempre eh
lei sorride iniziamo lei
io va bene ritorniamo in quel moemnto non ce nessuno lei si è fatta bella io lo noto io
le chiedo da ora ti prepari per uscire stasera lei
perche
non fare la finta tonta lei
non capisco vabbe dai pensiamo al tatuaggio
 lei ok cmq ogni tanto farsi belli è carino
io non hai bisogno di farti carina lei
era tutta indaffarata ad armeggiare si ferma di spalle non vedo la sua faccia poi riprende iniziamo col tatuaggio lei e silenziosa stavolta quello che le ho detto l’ha resa pensierosa io non parlo anzi mi rilasso lei finisce io bello grazie quanto ti devo lei hai gia pagato tutto io mi fermo la guardo negli occhi lei si aspetta qualcosa
io sospiro
faccio un giro con la testa
grazie ancora lei
vuoi dirmi qualcosa io
vorrei ma non posso vorrei tanto e da tanto grazie per il tatuaggio esco lei si muove in avanti fa aspetta
io si?!
lei sei strano
io gioia lo sai che 3 nni fa ti guardai negli occhi mi sono innamorato di te lei
ci rimane glielo avevo finalmente detto le faccio
be ciao
.passa una settimana ci becchiamo diverse volte ma lei mi evita io la evito è imbarazzante .
mi stavo allenando lei esce mi guarda si blocca vuole tornare indietro io la guardo lei esce si fuma una sigaretta di spalle
io mi fermo
ora sei tu quella strana lei
niente proprio mi sto fumando una sigaretta e non ti sto pensando io
la guardo incazzato lascio perdere cè il sacco lo distruggo lei si gira e vede
lei mi chiede quando te ne andrai io
non mi stavi pensando lei
non si puo fare conversazione io
se continuo cosi non me ne vado piu
lei ci rimane
di lato mi guarda un secondo
dai quando te ne vai io
presto lei quando si puo sapere io
mi giro un attimo e le dico perche tutto questo interesse lei mi guarda getta la sigaretta e mi manda affanculo .io ci rimango busso un attimo perfavore possiamo parlare lei no dai perfavore vorrei parlarti lei apre io entro siamo io e lei io stavolta le dico
a te non te n’è mai fregato niente di me perche ti interessa sapere quando me ne vado lei
sono fatti miei
va bene partiro a inizi di settembre lei
si gira un attimo lei
ok volevo sapere solo questo ora te ne puoi andare io la guardo e faccio assurdo lei viene avanti verso di me io rimango fermo a guardarla lei abbassa la voce scusami perfavore puoi andare via io si certo me ne vado lei braccia conserte . il giorno dopo lei con il suo ragazzo proprio a fumarsi una sigaretta del cazzo pero lei e diversa stavolta seria quando mi vede io vado avanti lei mi segue con lo sguardo seria non incazzata ne triste . ill giorno dopo io mi alleno lei esce con la collega ride scherza poi si avvicina
senti scemo ma tu ti alleni e basta io
be ogni tanto vado a mare ma visto che c’ho tutti gli amici a barcellona sono un po soletto scherzo
lei se ti va domani è domenica ti vuoi aggiungere io si perche no .
domani
ecco con lo scooter li seguo lei il suo ragazzo il fratello ecc arriviamo sulla spaiaggia sta la famiglia io mi presento gentile e educato prendiamo spazio mi viene offerta una birra la rifiuto loro eddai io se bevo con sto sole mi ammazzo no grazie esco acqua ghiacciata con l’igluu dentro  questa me la bevo di gran voglia il padre mi osserva io perche mi guarda losco hofatto qualcosa di male lui sorride no assolutamente io mi giro faccio vedre il tatuaggio e dico sono uno dei vostri l’ha fatto sua figlia e brava c’ha talento lui e lo so io anche me piace il disegno dipingo un po lei sente e dice quelli che mi hai fatto vedere quella volta io ne ho fatti altri lei fammeli vedre prendo il cell sfoglio bravo ma hai strada da fare io lo faccio per diletto non ce confronto sono sconfitto a prescindere
be dopo questo io sto morendo chi c’ha la palla partita da beach volley si inizia io praticamente volo da tutte le parti inizio a scherzare con tutti soprattutto col fratello è simpatico facciamo gruppo torniamo praticamente il mio fisico e la mia abbronzatura colpisce tutte lui mi chiede ma che allenamento hai fatto e sapessi ho buttato sangue gli racconto un po di stronzate scopre che sto scrivendo un libro vuole leggere qualcosa ci rimane dice cazzo sei bravissimo assisto a un piccolo litigio tra lei e il ragazzo prendo il fratello e ci allontoniamo ci facciamo uno scambio di palleggi loro discutono lei si alza e viene da noi ci facciamo una nuotata io certo.torniamo faccio congrigula con gli amici del padre so come comportarmi faccio risposte intelligenti con disinvoltura alla fine mi sdraio sul bagnoasciuga due ragazze si fermano loro mi chiedono di dove sei io inizio con lo spagnolo il fratello rimane estereffatto poi inizio con l’inglese le ragazze non ci capiscono un cazzo sono italiano vi sto prendendo per il culo si avvicina noa che sta succedendo
loro a scusa sei fidanzato io
no lei e una amica
a lei da fastidio ma non lo fa vedere
io scherzo con le rgazze lei inizia un po a infastidirsi io faccio spalla al fratello loro alla fine mi chiedeno il numero mi dispiace sono felicemente sposato a quella risposta nessuno ci ha capito un cazzo
loro dai me io
dai su
il fratello e prenditi il numero io scusate ma sono gia innamorato
noa non se l’aspettava mi chiede ma c’hai una ragazza io
si a barcellona è marocchina lei mi guarda io con il sorriso lei gelida impietrita non sapeva se ridere o essere seria le ragazze peccato dai ciao
io ciao
il fratello allora c’hai la ragazza io
no semplicemnte l’ho avuta bella storia ma poi sono tornato e visto che devo fare un po di cose in italia ci siamo lasciati. Lui araba
si
me la fai vedere
gliela faccio vedere guarda anche noa
ines bellissima
noa carina
il fratello minchia
io eh lo so be ora e finita
. ritorniamo a prendere il sole lei e il ragazzo non si parlano io decido di andarmene saluto il padre la madre e gli amici il fratello il ragazzo e noa per ultima lei non si alza perche sta lui io la saluto con la mano lei pure qualcosa era successo . lunedi mi alleno lei esce e mi chiede possiamo parlare io si mi fermo lei ieri sono stata bene  io ma che è successo tra te e il tuo ragazzo lei gli dava fastidio la tua presenza  e io
a te invece lei
mi guarda sorride e non risponde io rido lei ti va di uscire stasera con noi
io va bene .
la sera
il fratello mi saluta come se fossimo vecchi amici passo tutto il tempo con lui ridendo e scherzando entriamo in un bar
lei è con il suo ragazzo vorrebbe divertirsi ma non puo lui e un po freddo io ci provo con una ragazza al bancone
iniziamo a parlare
il fratello mi lascia da solo stiamo parecchio a parlare
lei si avvicina io mi giro e noto che noa mi sta guardando io mi giro
cazzo mi ha baciato
io mi sposto scusami faccio sono gay
lei come
io si un richionazzo da paura
lei che cavolo
torno al tavolo lei mi guarda glaciale. il ragazzo e il fratello io spiego la storia il fratello dice ma sei matto io
cazzeggio ma sono interessato a un’altra lui mi chiede chi è
noa fa be sentiamo io
non si puo dire
mi giro cameriere offro un giro di cicchetti parte tequila sale e limone ci divertiamo da pazzi noa mi fa battute stronze il bacio non l’aveva mandato giu il fratello ride come un pazzo la serta finisce bene.
Il giorno dopo non vedo noa nemmeno il giorno dopo il terzo giorno
la vedo che entra nel negozio e da sola io mi avvicino e la saluto come stai lei bene grazie ora devo andare io ma è tutto ok lei si ora devo andare ….. passano un po di giorni lei esce con la cliente io mi stavo allenando mi fermo e vado a salutarla lei è triste io tutto bene lei si perche mi sembri triste io
nooooooo per niente la cliente ride io le faccio
ti va un caffe quando smonti e mi racconti lei meglio di no per ora io
ma è successo qualcosa lei
be si ma meglio che non ce lo prendiamo il caffe allora le faccio quando finisci hai cinque minuti almeno per farmi capire lei va bene .
entro
lei da sola mi spiega che ha rotto con il ragazzo perche era geloso di me e lei
per non so quale motivo io
silenzio
lei e meglio che non ci facciamo vedere insieme io
perche
perche non cerco rogne e io
nemmeno io è un paese libero non avere paura almeno confidati spiegami non capivo perche eri schiva lei
e poi a te che te ne frega
be io faccio mi hai invitato a uscire con voi
sto cercando di essere gentile e lei
quello scemo geloso cazzo l’hai detto pure tu sei innamorato te ne vai poi hai baciato quella di fronte a me se eri interessato a me  non l’avresti fatto io faccio
veramente mi ha baciato lei e io ho detto che sono gay
lei mi guarda si vabbe
io non sto scherzando e poi lei e di chi sei innamorato almeno si puo sapere io mi giro questo e un segreto
lei di me per caso e poi ti baci le altre  
ei faccio ti ho spiegato come è andata lei
e io ti devo credere
noa le faccio
ti ricordi quando ti ho portato la camomilla e abbiamo parlato per la prima volta mi fermo la guarda alzo il braccio le sposto icapelli non ci crede tu avevi i capelli alla cleopatra tinti di viola su un lato occhi marroni verdi non mi scordero mai quel momento da quel momemnto sei sempre stata nei miei pensieri sempre e poi mi sono ammalato e sono stato malissimo ho vissuto il periodo piu prutto della mia vita e il piu bello perche mi sono innamorato di te lei non ha parole risponde ma tu ti sei fidanzato e ora hai detto che sei innamorato di lei ines credo si c’è stato amore ma non come lo provo per te tu quando ti guardo mi fai vacillare tu non puoi capire quanto ho desiderato questo momemnto per anni e anni . lei mi guarda tu ora te ne andrai io posso rimanere per te io questo lo farei ma solo per te lei rimane ancora di piu
silvio io io ora non posso guarda non so perche ma ora sei diverso  pero tu te ne andrai poi mi sono appena lasciata guarda ora non è momento e meglio se te ne vai, io
va bene tranquilla
.è l’utima settimana di agosto stranamente non è piu uscita a fumarsi la sigaretta. Una mattina esco dal portone incontro lei e il fratello lui mi saluta saluto anche lei lei entra e non risponde. Io gli chiedo e tutto ok lui
si sta un po male mi parla anche di te chiedigli di uscire su entra e chiediglielo avanti dai forse l’aiuta
prendo coraggio ed entro lei
silvio non è il momento
io ti va di uscire  stai tranquilla svaghi un po cerchi di stare meglio
silvio no lasciami stare io va bene ci ho provato lei si ferma come se volesse che io insista io la guardo
dai
lei mi guarda mi guarda ancora
fa segno no con la testa indecisa io esco il fratello mi chiede comè andata io male lui dammi il numero glielo do la convinco io ok. Passano due giorni una chiamata sconosciuta io pronto sono noa ei come stai senti usciamo stasera io va bene dove ci vediamo sotto casa tua alle 8 .
si fa sera
esco traquillo casual solo un profumo d’incenso mi metto lei mi vede è un po felice sente il profumo cosa è io
cosa questo profumo
io un profumo
cretino
camminiamo io inizio la conversazione per rompere il ghiaccio siceramente non sapevo dove cazzo iniziare allora hai mangiato
lei no
ti va una pizza
lei si perche no ti porto alla livornese
va bene ci sediamo due birre fredde diavola e capricciosa  mentre beviamo io la guardo stai bene stasera lei grazie
un po distante
che birra preferisci
basta che sia una birra io
be ce ne sono di birre se le provi tutte troverai le differenze lei be ora mi piacerebbe un po provarle tutte io be so dove portarti io scherzavo dai ti spiego un di birre lei va bene
è e passiva si fa trascinare deve prendere un po la serata e indecisa non è convinta piano piano lei mi continua a guardare come se mi volesse dire qualcosa ma si tiene tutto dentro poi a un certo punto mi fa come era qualla marocchina raccontami di lei e le dico tutto lei era tutto l’opposto di te finisco lei l’hai amata io si e lei tu in me cosa ci trovi allora io prendo una canzone che avevo inciso e gliela faccio sentire era in inglese lei non capisce io le faccio la traduzione lei ci rimane e mi chiede quando l’hai fatta a barcellona lei mi pensavi io si e sono stato molto male quando credevo di non poterti vedere mai piu lei lascia la birra e mi afferra la mano ……….non credevo fossi cosi tu entravi eri strano mettevi paura eri diverso e allora le ho spiegato il mio disturbo e del fatto che un gruppo di hacker mi avevano fatto terrorismo psicologico per 5 mesi è che successo subito dopo  che mi sono innamorato di lei. Lei non ha detto una parola mi guardava tra il triste per me e il tenero e poi mi ha detto mi dispiace lei non lo sapevo io come potevi sapere io cercavo di dirti solo cio che provavo lei scusami mi sono comportato da stronza io non lo sapevi lei si avvicina mi abbraccia si allontana un secondo  e mi guarda negli occhi a me esce una lacrima lei perche e me l’asciuga con la mano io non sai da quanto ti ho desiderato affianco a me lei mi bacia intesamente con le sue labra carnose si lascia andare gira con la lingua con dolcezza e passione si stacca mi guarda continua a baciarmi le labbra la prendo dal mento le bacio il naso e poi i suoi occhi verdoni mi avvicino al suo orecchio i tuoi occhi mi hanno fatto innamorare lei si avvicina al mio orecchio e mi dice non avrei mai pensato che una persona mi avesse cosi tanto amato e desiderato per tanto tempo
non parliamo piu arriva la pizza
e ci teniamo la mano ci guardiamo facciamo le smorfie mentre mangiamo usciamo lei e felice contenta soddisfatta calma io la sollevo dai fianchi lei fa un passo di danza la giro a mezz’aria verso di me lei io la tengo in alto la cingo sulla vita lei mi prende il volto con entrambe le mani e mi bacia schiocca lei non voglio andare a bere voglio camminare con te parlammo per ore gli raccontai di barcellona e di quello che avevo fatto a lei sarebbe piaciuto venirci la portai a casa lei mi diede un bacio e mi disse tusei diverso e tu mi fai sentire diversa .l’andai a trovare il giorno dopo al negozio di tatuaggi lei mi venne vicino e mi bacio io le chiesi se potevo vedere mentre lavorava lei disse va benissimo. Sono stato li in silenzio a osservarla tutto il tempo lei mi guardava e sorrideva cazzo guardi io niente cosi le giornate passavano mi allenavo  e continuavo a trovarla al negozio decisi di trovarmi un lavoro a taranto trovai lavoro in un bar come bartender la mia esperienza mi permise di avere subito una grande considerazione la gente accoreva per i miei cocktail e le mie acrobazie sapevo anche gestire contabilita e il pub si affollo presi un aumento nel giro di un mese come bartendermanager e alla fine pubblicai il mio primo libro ebbe un notevole successo guadagnai un po di soldi riusci a comprai una casa e una macchina lei lesse il mio libbro e pianse alla fine e mi disse tu hai passato tutto questo
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montag28 · 5 years
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smartless
com’è strano. non guardo lo smartphone per ore, eppure ne percepisco lo stesso una vaga dipendenza. mi dice tutto lui. mi trova tutto lui... “lui”. mi guida ovunque debba andare, anche nelle strade che conosco a memoria, metti che ci sono deviazioni o situazioni di traffico particolare. se qualcuno mi cerca, lui lo sa prima di me. sono arrivato a perdere il portafogli (il quale meriterebbe un racconto che non ho ancora scritto, nda) e non lui. è pazzesco. è una schiavitù col sorriso, è un abbraccio mortale. ogni tanto lo vorrei buttare, ma... poi? poi mi servirebbe uno smartphone per cercare su internet una buona offerta per uno smartphone nuovo col quale avvisare chi di dovere che sono ancora vivo, anche se sempre più scemo.
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