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#rapporto con i soldi
eccellentedonna · 1 year
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Test sul TUO rapporto con il DENARO
Test sul TUO rapporto con il DENARO
Sei brava a gestire il denaro? Fai il test e scopri qual è il tuo VERO rapporto con il denaro, perché guadagni ciò che guadagni e come ricevere di più. Molte persone hanno un rapporto con i soldi del tutto INCONSAPEVOLE. È quando non capisci perché ci sono solo questi, guadagnati in questo modo, in questo ambiente. Quando non capisci come puoi realizzarti, come puoi ottenere di più, cosa ti…
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omarfor-orchestra · 2 years
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arreton · 1 month
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Un'altra cosa che ho conosciuto da quando mi sono spostata qua in provincia di Bergamo è la generosità vera e propria. Ne avevo parlato brevemente in un vecchio post, ma credo che meriti un post a parte.
I padroni di casa dove sono in affitto sono credo le persone più gentili e discrete che io abbia mai conosciuto: persone modeste sebbene benestanti, comprensive, gentili, di una educazione impressionante; generosamente mi regalano le uova delle loro galline (ed io le mangerei ad ogni pasto perché sono credo le uova più buone che io abbia mai assaggiato), mi dicono sempre che se ho bisogno di qualcosa posso scendere e venire a bussare, fino a ieri "se hai bisogno di qualcosa, non comprare, dimmi a me ché io ho molte cose qua". E che siano delle persone generose lo ha dimostrato anche il fatto che qualche anno fa hanno ospitato una famiglia ucraina in fuga dalla guerra. Sono i primi estranei che piuttosto che mettermi davanti problemi irrisolvibili da risolvere mi danno invece delle soluzioni. Tutta la mia vita, fino ad ora, è stata costellata da problemi irrisolvibili: ogni chiacchiera pure la più innocua era formata da dei problemi, da delle polemiche inutili a problemi irrisolvibili, di qualsiasi tipo; stessa identica cosa nella mia famiglia ed io che cercavo di risolverli e alla fine riuscivo solo a piangere la notte e ad ingozzarmi di giorno e spesso di nascosto per alleviare l'angoscia. Questi signori, invece, ci parli un attimo ed è tutto semplice, facile e soprattutto già risolto: il problema non si è posto proprio. La loro discrezione poi è disarmante: mai conosciute delle persone così discrete nei miei confronti e così rispettose dei miei spazi pure se questo è un loro spazio. Da due mesi che sono qua non si sono mai sognati di venirmi a bussare, nemmeno per dirmi delle cose belle: se io scendo loro qualche fetta di dolce la signora mi ridà il piatto lasciandomelo sulle scale; mi fanno trovare il pellet sulle scale, pellet tra l'altro acquistato da loro per noi sebbene non abbiano la stufa a pellet ma quella a legna; non solo mi regalano le piantine di peperoncino, ma anche queste me le lasciano fuori dalla porta per non disturbarmi; hanno la copia del contratto da farmi firmare e non mi chiamano ma aspettano di vedermi uscire. Nella mia famiglia invece è sempre stato il contrario: mai avuto la mia privacy, le mie cose erano anche contro la mia volontà, le cose di tutti a meno che non me le nascondevo; chi mi apriva armadi e cassetti, non potevo nemmeno chiudermi in camera perché si lamentavano e non mi riferisco ai miei, ma agli altri parenti coi quali i miei avevano instaurato un rapporto morboso; non potevo scappare da loro, dovevo starci per forza e soprattutto fare finta di starci bene. Per non parlare della presunta generosità di parenti lontani e vicine di casa: ogni gesto "generoso" significava l'aver contratto un debito con degli strozzini: la volta successiva tu per loro dovevi esserci per forza pena il rinfacciarti quello che avevano fatto per te, maledirti e probabilmente pure toglierti il saluto. Poi il parlare è sempre stato denigratorio: credo che una cosa che accomuna tutti i poveracci che campano di merda perché non tengono soldi ma spendono più di quello che potrebbero permettersi, è l'essere arroganti. Ecco, in sicilia e poi in campania erano tutti arroganti e fondamentalmente gente di merda; in sicilia peggio che in campania dove invece ho conosciuto qualche essere umano ancora leggermente piacevole. Per non parlare poi della tranquillità della gente che lavora in questa zona: nei supermercati, nei negozi, oltre ad essere gentili, sono pure tranquilli (tranne qualche rara eccezione): cassiere sedute che se ne sbattono se la gente si accumula (d'altronde loro che ci possono fare), chiacchierano e non si scompongo e hanno sempre da regalarti un sorriso gentile. Un sacco di estranei, da quando sono in questa zona, mi hanno regalato un sorriso gratuito ed un saluto, entrambi fatti con una bella espressione calorosa e gentile sul volto, come se fossero veramente contenti di salutarti e di vederti.
Se continua così credo che potrebbe pure passarmi la repulsione per il genere umano, ricordarmi che almeno a grandi linee stiamo messi male, ma poi qualche rara eccezione la si incontra.
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sofysta · 7 months
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Professor Paolo Crepet sul caso di Giulia
Non posso dire niente del caso specifico, spero solo che non si cominci con la solita storia di periti e controperiti, sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza».
Chi lo conosceva dice che Filippo era ancora innamorato di Giulia.
«In questo contesto la parola innamorato proprio non la userei. Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale».
Però succede.
«Appunto, ed è successo in Veneto, in una zone più produttive e ricche del paese, in quella che è stata definita la locomotiva d’Italia. Non è successo in una periferia del Meridione catalogata con il solito bla-bla».
E questo cosa significa?
«È la prova provata che la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi.
Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?».
In genere, in cosa sbagliano i genitori?
«Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no».
Le famiglie, dunque.
«È da trent’anni che lo dico. Così come ho detto che la scuola è il luogo dei ragazzi e dei loro insegnanti e che i genitori neanche dovrebbero entrarci. Già questa sarebbe una rivoluzione».
Quanto hanno influito i social?
«Tantissimo. Ho coordinato una ricerca sul rapporto tra social e generazione Zeta, è emerso che quello che i giovani temono di più è il “ghosting”. Chatti con il Lorenzo di turno e a un certo punto Lorenzo sparisce. Non lo reggono. Capitava anche alle generazioni precedenti quando non c’erano i social, ma non erano drammi».
Cosa dice ai genitori italiani?
«Anche ai genitori europei, perché non è che negli altri paesi la situazione sia tanto diversa: smetterla di tutelare i loro figli. Sa che cosa rispondo a quei padri e a quelle madri che mi chiedono un consiglio? Di fare l’esatto contrario di quello che stanno facendo».
Perché i genitori hanno questa ansia di tutelare i figli?
«Perché hanno sensi di colpa. Su tutto. Pensano di non avere difeso abbastanza le loro creature. E invece dovrebbero dire: arrangiatevi».
Tornando a Filippo e Giulia, pensa ci sia stata premeditazione?
«Non faccio il mago, ma credo che non sia nato tutto quella sera, i raptus sono solo nei fumetti. Non si diventa lupo in una notte».
Ci sono segnali che si possono cogliere?
«Certo. Ma bisogna farsi aiutare. Il che non significa andare dallo psicanalista. Basta un’amica, ma serve tempo. E non ci si aiuta in chat, ci si aiuta andando a fare un passeggiata, stando assieme, parlando. Vale anche per l’ultimo appuntamento: non si va mai da sole, si va con qualcun altro, ma questo comporta essere complici. La complicità nelle relazioni - gli amici, i familiari, l’allenatore, l’insegnante - è la salvezza»
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tiaspettoaltrove · 17 days
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Non per tutte le ragazze un pisellone è fondamentale.
Gli uomini con il suv hanno il pene piccolo. È così. Non è una diceria, un luogo comune, una leggenda, no. Solo un uomo con il pene piccolo potrebbe desiderare di acquistare un macchinone, un pulmino, un carro armato. La famosa gara a chi ce l’ha più grosso, letteralmente. Bisogna riconoscere oggettivamente che non ha senso, competere in questo modo. Spiccare sugli altri per cosa, per l’autovettura più grande? Ma perché? Troverai sempre qualcuno che ce l’ha più grosso, vale per tutti gli ambiti della vita. La macchina più grossa, il conto in banca più alto, l’orologio più costoso, la donna più bella al proprio fianco. Potrei continuare a lungo. Vale anche per me. Pur avendo per esempio io un pene molto bello, e non piccolo, mi capita su Tumblr di scorgerne di più meritevoli. E mica mi nascondo dietro un dito, lo ammetto. Ci sarà sempre un qualcosa di migliore e di peggiore, è normale. Ma quei membri non mi abbassano l’autostima, semplicemente li guardo con ammirazione conscio del fatto che c’è qualcuno nel mondo che è stato ancora più fortunato di me. Tutto lì. Invece no, molti uomini devono spendere soldi per comprarsi quei mezzi di locomozione giganteschi, che peraltro non trovo di grande gusto estetico. Io ho sempre avuto autovetture piccole o al massimo medie, mai grandi. Non mi servono, non mi piacciono. La macchina di solito più è piccola, più mi piace. E non è una questione di prezzo, ma probabilmente proprio di comodità. Uomini, non potete restare schiavi dell’importanza che riveste il pene nel rapporto tra uomo e donna. Se siete stati sfortunati in tal senso, puntate su altro. Non avrete mai la ragazza più bella del mondo al vostro fianco? E pazienza, che ve ne importa? È solo una ragazza, un corpo, in fondo. C’è molto di più a spiccare, in una persona. Elementi molto più importanti del viso, del fondoschiena, del seno. Poi è ovvio, a tutti piacciono certe cose. A me per primo. Ma bisogna accettare i propri limiti, le proprie lacune, e andare oltre. Non si può avere tutto, e non si può puntare sempre all’eccellenza. Non è un male, e non è un qualcosa di cui vergognarsi, non è la fine del mondo. Lasciate stare la massa, la media, gli standard. A parti inverse possono farsi gli stessi discorsi: esistono sempre le eccezioni, anche tra le ragazze. Sì ok, bello il pisello, ma non esiste solo quello. Ci sono straordinarie creature che vengono catturate da ragionamenti forbiti, più che dalla perfezione stilistica di un glande. Sono ragazze da valorizzare, da elogiare, anche da ringraziare. Ragazze che riaccendono la fiducia nel genere umano, che cercano unicamente te, e non venti uomini diversi. Non dimentichiamoci mai di chi ha un valore, anche quando la massa cerca di soffocarlo. Esiste una sensibilità, un’empatia, esistono tante piccole sfaccettature in grado di emozionare. Ma no, per favore uomini, se ce l’avete piccolo non compratevi un suv. Imparate a rispettarvi, ad amarvi. Senza farvi condizionare dal mercato, e dalla pochezza generale.
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deathshallbenomore · 9 months
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Io non credo proprio che avere o meno una laurea sia esattamente il criterio con cui giudicare la preparazione di una persona in una materia. Abbastanza classista come posizione. Una persona può formarsi fuori dal sistema d'istruzione istituzionale. Facendo un esempio concreto e vissuto in prima persona, sono stata recentemente ad un incontro sulla violenza di genere dove una giornalista laureata che ha seguito diversi casi di femminicidio nella mia zona non credeva nell'esistenza del patriarcato...
guarda mi fa piacere che tu abbia deciso di impiegare del tempo della tua vita per commentare un post di tre righe come se esso potesse rappresentare il punto definitivo sul rapporto istruzione-effettiva competenza, non senza buttare lì anche un "ma hai detto una cosa classista", ché evidentemente in questi tempi si deve per forza vivere di emozioni forti.
a dire la verità, andando oltre la superficie (la butto lì: forse perché tre righe di post non sono sufficienti per esprimere un giudizio completo [né questa è mai stata la mia intenzione], né per esprimere gratuitamente un giudizio necessariamente incompleto sul summenzionato?), va a finire che sono più d'accordo con te che altro. il titolo di istruzione può voler dire ben poco. ce n'é finché vuoi di gente iper-titolata a cui non potresti lasciare in mano manco i soldi del caffè da reggere finché ti allacci le scarpe, da quanto è inetta. e, di contro, ci sono sia esempi eccellenti, sia più "ordinari" (che magari conosciamo nella vita quotidiana senza che diventino mai casi noti) di persone con cultura e competenze sconfinate, che non hanno "il pezzo di carta". non stiamo dicendo niente di nuovo, l'acqua è bagnata e il fuoco brucia, tanto per chiudere il cerchio.
in ogni caso, fermo restando quanto detto sopra, non è che proprio tutti possano dire proprio tutto, sempre e in ogni caso. non vai a farti curare dalla persona che si è formata individualmente, non ti fai costruire la casa da una persona che non ha studiato entro il sistema "canonico" ma ha davvero una grande grandissima passione per l'edilizia. e via dicendo. per fare determinate cose servono determinate competenze, le quali, spesso, si acquisiscono mediante uno o più percorsi di studi (o di formazione più empirica, a seconda, ma pur sempre di formazione si tratta - che non rientra nel campo dell'hobby). è una garanzia infallibile? assolutamente no. è però sensato esigere persone competenti, la cui competenza possa essere misurata (anche) secondo un metro di paragone convenzionale, seppur alle volte fallibile? secondo me sì. e il classismo magari lo lasciamo da un'altra parte, ché tanto ne è già pieno il mondo
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libero-de-mente · 6 months
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Ho sempre avuto un rapporto particolare con i miei capelli.
Quando ero giovane mi obbligavano a tagli in stile gioventù hitleriana con tanto di riga.
Una forzatura per chi ha i capelli mossi e ricci come me.
Nell'età post adolescenza volevo i capelli lisci.
Assolutamente lisci. Così a forza di phon, spazzola e lacche con cui potevi verniciare le carrozzerie delle auto, andavo in discoteca.
Arrivò il servizio di leva, destinazione i paracadutisti della Folgore.
In pratica ero una palla da biliardo.
Per circa un anno non rividi più manco l'ombra dei miei capelli.
Quando ripresero a crescere li lascia andare, crebbero. Fino a metà della mia schiena in lunghezza.
Nell'anno 2000 iniziò un nuovo millennio, così decisi di dare un taglio non solo al passato. Da quel momento non me ne curo più.
Vado dal parrucchiere e quando sono troppo lunghi vado a farmeli ritagliare. Come si posizionano io me li porto sulla testa, non impartisco più direzioni o pieghe.
Facciano come caspita vogliono.
Così come la barba da qualche anno a questa parte.
Ma si, libera di crescere anche lei.
Credo che in questi giorni barba e capelli siano diventati lunghi.
Me ne sono accorto da alcune "osservazioni" evangeliche dei miei figli.
Ieri stavo preparando la cena, avevo il pane sul tagliere e il coltello in mano. Passa figlio 2 e recita:
"Prese il pane, lo affettò lo diede a suoi figli e disse: prendete e mangiatene tutti, questo è pane cafone per fare la scarpetta".
A tavola, durante la cena, ho proposto un brindisi a Rebecca, ospite da noi, appena alzato il bicchiere, sempre figlio 2 per fare il brillante davanti a lei, recita: "Prese il calice e disse prendete e brindate tutti".
Questa mattina con figlio 1 sono andato presto a fare la spesa, oggi ho voglia anche di un buon vino. Mentre osservavo le etichette lui comincia a predicare: "Egli tramutò i soldi in vino. Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesùrino".
Ora. Sono davanti al lavandino in bagno. Mi guardo allo specchio, guardo i capelli e la barba. Sono indeciso se tagliarli o no.
Ripenso alla storia di Sansone, che magari perdo la mia forza.
Ho un dubbio. Vorrei aprire il rubinetto e vedere se riesco a separare le acque.
Ma non vorrei illudermi, forse e meglio aspettare che piova, per vedere come me la cavo a camminare sulle pozzanghere.
Chissà.
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ninna--nanna · 3 months
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Pensieri inutili ed a caso.
Mi rendo conto di metterci l'anima in quello che faccio. Mi faccio in quattro per i miei ragazzi, ma perché ci tengo talmente tanto a loro che sono disposta anche a fare chissà che per aiutarli.
Seguo questo ragazzo online ormai da mesi. Ultimamente è parecchio giù ed è in gran conflitto con i genitori, però si fida di me. A tratti non capisco se si sia preso una mezza cotta e quindi quando va male a scuola di vergogna di dirmi le cose. Dopo ore e ore di lezioni di diritto dove sapeva tutto, l'altro giorno ha preso 4, perché l'insegnante gli ha fatto domande su cose che non erano da studiare. La mamma mi ha contattata e mi ha detto che lui si è affossato e che ha paura di essere bocciato e che non ha fatto altro che proteggermi dicendo che non è colpa mia, che io gli faccio capire tutto, che non aveva dubbi. Non mi ha ancora scritto e la mamma dice che non mi contatta, perché si vergogna e che sta aspettando che gli scriva io.
Nonostante lo segua online, mi sono offerta di incontrarci, perché la mamma dice che è come se con me avesse avuto da subito un rapporto, che lo sprono a fare le cose, lo incoraggio. Tutto ciò nonostante lui abiti davvero lontano da me, ma fa niente dato che tende a confidarsi ed aprirsi di più con me, perché con la mamma litiga solo.
Vorrei fargli capire con tutto il cuore che non è un 4 che lo deve abbattere o che lo descrive come persone, perché ha tutte le capacità di fare ogni cosa desideri. Tutti siamo stati più in difficoltà su alcune cose piuttosto che altre, a scuola, sul lavoro, nella vita in generale. Mi dispiace tantissimo che si butti così giù e che si senta un fallimento. Spero di potergli dare una mano e di fargli capire che è un ragazzo d'oro con delle potenzialità allucinanti.
P.s. la mamma ad un certo punto in audio mi ha detto: "lui si fida di te, nel tuo essere, per come sei nella tua semplicità. Ti devo pagare anche come psicologa ahah".
Non sapete quanto mi renda felice sapere che, nonostante non ci siamo mai visti faccia a faccia, ma solo tramite un telefono o un tablet, lui si senta così legato a me. Per me non è solo una questione di aiutarli con i compiti o mettermi 3 soldi in tasca, ma questo. Fargli sapere che hanno una persona su cui sanno di poter contare, anche solo per due chiacchiere.
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bicheco · 3 months
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Lammor
In questi giorni stanno andando due ennesimi biopic di personalità (definiamole così) italiane: Margherita Hack e Rocco Siffredi. Ora, a parte la prima considerazione che viene spontanea e cioè che abbiamo finito le personalità (a questo punto pretendo una miniserie su Bombolo), sarebbe divertente immaginare e costruire una scena che unisca le due opere. Mi spiego.
Rimini. Inverno. Albergo sul lungomare. Margherita Hack, già sessantenne, rientra dopo una conferenza sugli Anelli di Saturno. È esausta.
Nello stesso albergo alloggia Rocco Siffredi. Scommetto che avete già capito dove voglio andare a parare.
La sostanza sarebbe questa e cioè che Rocco entra per sbaglio nella camera di Margherita, equivoci, convenevoli, chiacchiere: i due finiscono per scopare. L'idea bella e poetica sarebbe che Rocco, di nascosto, aveva registrato tutto l'atto, ovviamente con lo scopo (nessun doppio senso) di venderlo e farci i soldi, ma poi stupito dall'intensità e dalla bellezza del rapporto, decide di cancellare tutto.
Toccante il momento post coito in cui Margherita, poggiata sul petto ancora ansimante di Rocco, con aria sognante gli sussurra: "Lo sai, stanotte ho visto davvero come sono fatte le stelle. Grazie". Bacio.
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diceriadelluntore · 1 year
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Grandinate
Ieri 27 Marzo 2023, l’entrata di una corrente di aria fredda sull’Italia centro meridionale, ha scatenato una serie di violente e spettacolari grandinate: Roma, molte zone della Campania, il Foggiano. Va detto subito che non è affatto raro che ciò capiti, e non è certo questo fenomeno sentinella del cambiamento climatico (si dovrà fare una volta un bel discorso su questo tema, siamo vittima di un rapporto con la meteorologia al limite del fanatico). C’è un video, drammaticamente commovente, di un floricoltore foggiano, Giuseppe Savino, che a Manfredonia ha un’azienda florovivaistica specializzata in tulipani: le spettacolari fioriture di inizio primavera erano una attrazione per migliaia di persone, e nel video un desolato Giuseppe piange, sotto la grandine, la totale distruzione dei preziosi fiori. Va detto che per quanto emozionante, e commovente, è uno dei rischi del lavoro agricolo, dove comanda sempre chi o cosa sta in cielo (qualsiasi cosa voglia significare per ognuno).
Nel mio post sulla gita a Ravenna, ho accennato ad un evento molto doloroso per me, e molti e molte delle persone che seguono il mio Tumblr mi hanno chiesto, con la gentilezza e l’educazione delle persone per bene. Anche io sono stato vittima di una grandinata metaforica, le parole di un messaggio mi hanno colpito con la stessa violenza dei chicchi di ghiaccio sui delicati petali dei tulipani di Giuseppe. E ogni parola che colpiva un petalo, era un ricordo di affetto, dedizione, disponibilità di anni caduto a terra, e reso in un attimo inutile. Mi sono sentito come Giuseppe con i suoi tulipani, disperato e angosciato.
Dopo la pubblicazione del video, centinaia di messaggi sono arrivati a Giuseppe: tutti chiedevano all’agricoltore di non rimborsare i biglietti già venduti, e di usare i soldi per ricominciare una nuova avventura. C’è addirittura chi vuole comperare un biglietto senza vedere nemmeno un fiore, solo per aiutarlo. Spero Giuseppe riesca a rialzarsi.
A differenza della sua grandinata, la mia ha un nome e cognome, un volto, una voce, che ho sentito per anni in ogni momento, soprattutto di conforto, di riso, di emozioni condivise. La mia grandinata era del tutto inaspettata, proprio per questo fa più male. Tra l’altro, per sottile beffa dei pensieri, i tulipani furono uno dei motivi del nostro volerci bene.
I tulipani anche se perdono i fiori, continuano a vivere: i bulbi se curati possono fiorire per decine di anni, e si moltiplicano ad ogni fioritura. Non cambierò il mio essere gentile, premuroso e affettuoso con gli altri per questa grandinata, nè cambierò mai idea sul voler bene comunque, che a rigor di logica è meno peggio che prendere a maleparole un’altra persona. Un abbraccio a Giuseppe, e se so qualche modo su come aiutarlo ve lo farò sapere.
Sii gentile quando possibile. È sempre possibile Dalai Lama
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c3ss4 · 6 months
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se penso alla gentaglia con cui sono uscita x due anni mi bacio i gomiti…………..e smettiamola di dire “trovare qualcuno che ti tratti bene è il requisito minimo” PERCHÉ CREDETEMI NON LO È
nell’ultimo periodo ho davvero dei grossi problemi a vivermi in pace e serenità la mia vita sessuale. la cura non funziona, ciò significa soldi buttati e speranze totalmente infrante. mi chiedo se riuscirò mai ad avere un rapporto completo, e quanti altri soldi e altro tempo dovrò investire. insomma, sono parecchio giù. a dire il vero mi pesa assai. con pietro forse, per la prima volta, mi pesa un po’ meno. oggi ha provato ad avvicinarsi. il mio cuore diceva “si” e il mio corpo urlava “no”. mi giro su un lato e tento di buttare indietro le lacrime. “stringi il mignolo” mi dice. “no” gli rispondo secca. “e perché?” “perché non puoi promettermi nulla, sarebbe una bugia” “non posso prometterti che guarirai. ma ti prometto che ti starò sempre accanto e non me ne andrò”. esito per un istante, non sapendo se fidarmi o meno. gli stringo il mignolo.
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yomersapiens · 1 year
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I gusti sono gusti e per fortuna i tuoi sono pessimi.
Altrimenti col cacchio che saresti venuta a letto con me. Forse perché ti piacciono i cani e in un canile sceglieresti quello più malconcio e che sta lontano da tutti, messo in una gabbia a parte, con un cartello "non avvicinarsi", la spiegazione "morde", ma tu ti avvicini lo stesso e noti che non ha i denti, che sta steso gonfio sulla propria pancia, che ha un carattere di merda, si lava poco, non ha un lavoro ed è martoriato da non si capisce quante malattie e tu dici "voglio lui!". Quindi la colpa non è mia, o del metaforico cane. Io ho ottimi gusti. Scelgo bene a chi fare pena. Sei tu che devi farti vedere da qualcuno di bravo, per capire perché ti piacciono i casi umani canidi (caninidi? cinfolili?).
Mi piace mantenere un buon rapporto con le mie ex. L'altro giorno mi ha scritto una delle più recenti che evidentemente ancora mi rispetta per dirmi "Matteo, non sto bene, tu che sei esperto, cosa è meglio fare quando hai una potentissima diarrea?". Ho lasciato un ottimo ricordo non c'è che dire! Io e i miei mal di pancia costanti e le ore in bagno e le tappe obbligatorie in ogni wc pubblico. Sono diventato quello a cui pensi quando devi andare a cagare di continuo e in effetti non è che mi impegni molto a lasciare un ricordo diverso di me. Almeno un'altra mia ex mi scrive per farsi consigliare su dove andare a mangiare bene. La mia pancia (quella rotondità che litiga con la cintura) la coltivo con cura, scegliendo appositamente dove andare a riempirla e pensando sempre alle conseguenze. Dato che in ogni caso starò male allora deve valerne la pena. Non vado a mangiare in un localetto da quattro soldi per stare male allo stesso modo di un locale cinque stelle. Eh no. Quando sarò sulla tazza a pentirmi voglio ricordare la cura nell'impiattare le pietanze, la bellezza delle porzioni, i complimenti allo chef.
Questo approccio è lo stesso che ho adoperato per avvicinarmi a te. So che starò male e in qualche modo finirò per ore al cesso rannicchiato su me stesso ripercorrendo ogni istante degli errori commessi commiserandomi per aver abbandonato la tanta agognata solitudine che mi sono guadagnato in anni di allenamento risultando insopportabile ai più ma non a te che hai gusti pessimi e ti vuoi del male ma ecco, mentre starò sviscerando tutto questo dolore, penserò al tuo sapore e quel ricordo mi cullerà e sospirando mi ripeterò che ne è valsa la pena. Nonostante tu sappia di cane. Un pungente sapore di cane bagnato nascosto negli anfratti del tuo collo.
Ci sono un sacco di negozi vintage qua a Vienna. Uno dopo l'altro, hanno aperto senza alcun ritegno nelle zone più ricche della città. Si fanno chiamare vintage ma alla fine è tutta roba di seconda mano proposta con un nome diverso, più accattivante. Li vendono a prezzi esorbitanti perché così uno si convince che è roba di valore, eh certo, se costa un botto e la pro-zia Adelina ha smesso di indossarlo negli anni 90 dato che la stoffa le creava orticaria e adesso lo ritrovo a poche centinaia di euro sicuro è perché sono stato prescelto per portare avanti questa maledizione! Allora sto pensando di aprire negozi di terza, quarta e addirittura quinta mano. Dove si vendono vestiti lerci e luridi e messi malissimo, tenuti assieme per miracolo ma che almeno costano il prezzo giusto. Una sciocchezza. Sempre a causa dei tuoi gusti pessimi però, so che entreresti e compreresti tutto. Ma proprio tutto anche la merce più scandalosamente rovinata dal tempo, tipo me. Davvero guarda io fossi in te mi darei alla religione perché solo Gesù può salvarti a questo punto.
Ho messo a dieta Ernesto e per proprietà transitiva mi sono messo a dieta anche io. Che poi non è che sia più tondeggiante del solito, sono solo flaccido. Come quando prendi l'impasto per la pizza che ha lievitato per un sacco di ore e lo sbatti sul tavolo per stenderlo. Sotto l'impasto il tavolo c'è ed è bello duro a manifestare la sua esistenza. Sotto la mia panza ci sono gli addominali, o quello che resta di loro, vorrei dire che sono pure belli duri come il tavolo nominato in precedenza ma no, esistono e mi aiutano molto con i mal di pancia, nel renderli più intensi ed esplosivi. Ernesto è a dieta ma mica mi sono assunto la responsabilità di questa decisione, eh no, col cazzo. L'ho portato nella casa vacanze e al momento della consegna ho detto "Se notate che è di cattivo umore è perché da qualche settimana l'ho messo a dieta (mentivo), gli do solo una scatoletta al giorno (bugia) e siccome riceve pochissimo da mangiare (falsità) ora è più aggressivo del solito (menzogna, è sempre aggressivo) ma se guardate bene si vedono già i primi risultati (palla suprema)!!!". La seconda famiglia di Ernesto, ragazzi buoni come il pane tra cui pure la mia ex che si fida dei miei consigli su i ristoranti, hanno assecondato questa richiesta ed Ernesto è stato messo a dieta da loro, perché io col cazzo che voglio stare vicino a lui quando non mangia abbastanza. Già quando ha lo stomaco pieno non fa altro che picchiarmi e bullizzarmi, figurati con lo stomaco vuoto. Sicuro inizia a offendermi e a dirmi cose vere quanto cattive tipo "Stai diventando calvo. Si vede, inutile che ti fai biondo" e io gli dovrei rispondere che lo so ma tanto finché esistono persone come te, che hanno gusti pessimi, a me che me ne frega di restare bello? È uno sbattimento assurdo e io voglio decadere in santa pace come mi merito, come un palazzo antico che non vale la pena ristrutturare e tanto sarà abbattuto per fare posto a un centro commerciale pieno di negozi vintage.
Ogni volta che vado al locale siciliano passo davanti a un punto specifico dei musei d'arte viennesi. Vicino a un semaforo, in uno spiazzo largo a sufficienza, c'è sempre un ragazzo su pattini a rotelle che indossa una mascherina e una felpa con cappuccio nera e che non fa altro che pattinare, tutti i giorni. La prima volta che l'ho notato ho pensato "Che strano, non è nemmeno bravo eppure sta in mezzo alla gente a pattinare e tutti lo possono guardare". La seconda volta ho detto "Ancora qua! Scarso come ieri ma bravo che prosegue!" e così fino alla terza, alla quarta e pure all'ottava volta. Ora quando lo incontro per me non è più un ragazzo a caso che si copre di ridicolo mettendosi in pubblico a fare evoluzioni discutibili su i pattini, no, lui per me è il ragazzo che pattina. Un vero pattinatore. Un assiduo utilizzatore di uno specifico marciapiede con le sue rotelle. Lui per me è il pattinaggio. Io sono diventato scrittore allo stesso modo. Nessuno mi ha mai chiesto di farlo e anzi, il più delle volte avrei fatto meglio a lasciare perdere e invece non ho mai smesso e ora devo andare avanti perché ho convinto pure della gente a darmi retta e a credere in me. Venerdì ho il primo incontro per discutere del libro con cui ho vinto il concorso. Sono emozionato tanto quanto spero sia emozionato il ragazzo che pattina ogni volta che ci incrociamo e gli faccio un segno di approvazione con la mano.
Guardo molto le mani delle persone. Quando tremano mi domando perché lo stiano facendo, se se ne rendono conto o è qualcosa che non riescono a controllare. Se dietro ci sono anni di alcolismo o problemi neurologici. Freddo, nervosismo. Averti guardato negli occhi per più di cinque secondi.
Dicono che il tempo curi ogni cosa ma non è vero. Con il tempo semplicemente dimentichi. Le cellule del tuo corpo che contenevano determinati ricordi muoiono e vengono sostituite da cellule vuote da sovrascrivere come meglio credi. Bisogna aspettare. Ci si può allenare e incidere le cellule nuove con ricordi vecchi, è un processo simile a quel gioco che si faceva da bambini, dove sussurravi nell'orecchio di un altro bambino una frase e lui a sua volta ripeteva quello che aveva capito a qualcun altro e così via finché non si arrivava alla fine del telefono senza fili e il risultato era qualcosa di simile alla parola iniziale ma completamente diverso. Ecco, puoi fare lo stesso con i ricordi, quando vedi che stanno morendo perché il tempo è passato e le cellule non ce la fanno più. Puoi ricalcarli a mano sulle nuove cellule e modificare alcuni elementi per modernizzarli o renderli meno spigolosi, le linee forse saranno più definite e i dialoghi meno vaghi, più essenziali. Potrai anche rivedere che dolori travasare in questa stesura, se vuoi tenere gli stessi o alcuni lasciarli indietro e idealizzare maggiormente il passato. La formula del diario, questa formula che uso spesso quassù, fa proprio questo. Non sono post o episodi del podcast, sono cellule contenenti ricordi che lascio come insetti cristallizzati nella giada. Se lo faccio è perché non voglio che il tempo ammazzi qualcosa di importante.
Ma tanto sappiamo che alla fine vincerà lui: l'onnipotente tempo. Capace di trasformare uno scarso pattinatore in un professionista olimpionico. Un ossessivo paranoico in un mezzo scrittore. Dei vestiti inguardabili in una nuova fonte di introiti. E che vinca pure il tempo, io ho altro da fare, tipo continuare a peggiorare per vedere fino a dove sei disposta ad arrivare con i tuoi pessimi gusti che tanto devo ricordarmi di ringraziare nelle prossime cellule che mi troverò a incidere.
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dilebe06 · 1 month
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Age Of Legends
Pensavo fosse amore...invece era un calesse
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Avevo questo drama nella mia lista da secoli, in virtù dei suoi tag: Forte protagonista femminile , Forte protagonista maschile , Contrabbando di droga , Amnesia , Droga , Amico- nemico , Fratelli giurati , Morte , Amici degli amanti , Vendetta.
Grazie ei suoi poster belli aggressivi:
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e al trailer super adrenalinico ed ad alta tensione. Con il voto su Mydramalist di 8.5 a certificare che potesse davvero essere un mezzo capolavoro.
Ed infine la trama come ciliegina sulla torta:
Liu Zi Guang (William Chan) è un giovane ragazzo educato e buono come il pane, che un giorno vede suo padre morire per mano di uno spacciatore, lasciandolo solo al mondo. Devastato dalla perdita e senza più nulla che lo legasse alla città, parte alla volta della Città M alla ricerca di un nuovo lavoro. Lì incontra Nie Wan Feng, ne diventa amico e più tardi fratello giurato.
Con questo nuovo rapporto, Nie Wan rivela al suo nuovo fratellino il suo sogno più grande, che lo ha spinto a venire alla Città M: diventare il Pablo Escobar della Cina. Soldi, potere, donne... con la droga si può diventare ricchi sfondati.
Liu Zi ovviamente non partecipa alla gioia di questa rivelazione, poiché in lizza per la Santità fan della giustizia e della verità e poiché mira a diventare ed essere, una brava persona. sai no, il cittadino modello.
Tuttavia Nie Wan fa orecchie da mercante e riesce a farsi assumere nel gruppo di un narcotrafficante che governa la città, trascinandosi appresso pure Liu Zi. Nei successivi 4 anni, Liu Zi, completamente contrario alla droga e al narcotraffico, proverà a scappare in tutti i modi, venendo catturato, malmenato, sparato ed infine chiuso in una gabbia di 2 metri per 3 con solo un buco altezza occhi per far passare l'aria.
Ma Liu Zi è così fenomeno che anche rinchiuso, guardando dal buco della serratura sopracitata, riesce ad imparare le mosse di combattimento, a smontare, rimontare e usare una pistola e mettendo al contempo su 12 Kg di muscoli.
Il tormento finisce dopo 4 anni, ossia quando Nie Wan uccide il capo dei narcotrafficanti e ne prende il posto, diventando il capoccia di tutti e liberando così suo fratello.
Liu Zi , salutato Nie Wan, torna nella città M e finisce a lavorare in un pub gestito da un poliziotto sotto copertura, mandato lì, proprio per arrestare i narcotrafficanti. Scoperto che il suo nuovo lavoratore conosce Nie Wan, il poliziotto compie uno dei casi di manipolazione mentale più hardcore che io abbia mai visto:
facendo leva sul desiderio di Liu Zi per una società giusta e buona, sulla disgrazia della droga, sulla sua santità, su quanto è brutta la Cina con questi criminali che rovinano la gente, rispedisce Liu Zi da Nie Wan come informatore.
In pratica manda a morire Liu Zi aggratis per un lavoro che doveva fare lui. Perché spoiler ( nessuno sapeva che Liu Zi era l'informatore del poliziotto. Manco la polizia. Così se Liu Zi crepava, nessuno lo sarebbe andato a cercare.)
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Per essere ancor più vantaggioso, gli mostra anche la figlia lasciata a casa, ipotizzando magari anche una loro relazione futura... signore, il sensale doveva fare, non il poliziotto!
Figlia che lui ha dato al suo migliore amico e poliziotto anch'esso, chiedendogli di crescerla al suo posto poiché troppo pericoloso il lavoro di poliziotto sotto copertura. Così, la donzella, all'alba dei suoi 27 anni, ancora non sa che i suoi genitori non sono veramente quelli biologici.
Liu Zi intanto, novello informatore, torna dal fratello che lo accoglie a braccia aperte e gli dona metà del suo impero della droga. Nei 4 anni successivi, il lead darà informazioni su Nie Wan al poliziotto, giocando sul filo sottilissimo del tradimento e della spia, sempre con il terrore di venire beccato.
E beccato, viene beccato! Nie Wan scopre che il tipo del pub è un poliziotto e poichè sa che lui e Liu Zi sono amici e sospetta il tradimento, manda Liu Zi ad ucciderlo. Omicidio che il Nostro compie spoiler: cosa che ho sempre negato vista la palese love story con la figlia di sto tipo e che riporta il sereno nella relazione tra i due fratelli. Ma che brucia però, l'unica persona che sapeva che Liu Zi era un infiltrato. Lo dicevo io che era una cazzata!
Serenità che viene però interrotta quando, in una operazione assieme a tutti i signori della droga (tranne Nie Wan) arriva la polizia per arrestarli. Liu Zi si salva buttandosi a mare e andando alla deriva per giorni...
Ripescato sulla spiaggia privo di sensi, si scopre che è privo anche di un altra cosa: di memoria.
Il suo ultimo ricordo risale a 8 anni prima, quando morì il padre e andò alla città M per cercare lavoro. E adesso? Liu Zi scoprirà cosa ha combinato in quegli otto anni? e soprattutto, ne sarà felice? ne dubito
Alzi la mano chi come me ha pensato che la memoria gli sarebbe tornata ad una certa... ma solo quella di lui come narcotrafficante, come una cattiva persona, dimenticandosi invece del suo ruolo come informatore.
Vagando per la città disorientato, salva un bambino da dei rapitori - ovviamente la Santità deve esser praticata quotidianamente - ed è qui che incontra la protagonista femminile, Hu Rong, poliziotta che giustamente lo arresta perché crede che sia uno dei rapitori del bambino pure lui.
Portato in centrale e messo sotto interrogatorio, Liu Zi rivelerà quello che gli ha detto anche il dottore alla spiaggia: non ha memoria degli ultimi 8 anni e non è un rapitore. Ha salvato il bambino come atto di bontà quotidiana e fine.
Ma la lead non gli crede - nonostante lo porti a fare una TAC completa che certifica scientificamente questa perdita di memoria - e giura che scoprirà " tutti i segreti" che Liu Zi nasconde.
Hu Rong scoprirà che Liu Zi era un narcotrafficante? che gli ha ucciso il padre? che in realtà era un informatore?
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Dai, non è figo?!
Intrighi, tranelli, quella tensione e paura di essere scoperti...e poi ancora doppiogioco e segreti. Io ci vado a nozze con questa roba.
Certo, c'è una pecca che sin dall'inizio mi ha frenato dall'iniziare la serie: le 47 puntate. Sapete quante sono 47 puntate e di quanto si può allungare il brodo con 47 puntate?! Ed infatti, come avevo ipotizzato il drama è super annacquato. Ma andiamo con ordine:
Se dovessi concentrare la mia opinione di questa serie in una frase direi: è come andare a vedere al cinema un film che aspettavi da mesi e mesi e poi in sala ti mettono 40 minuti di pubblicità ed il film tanto atteso in realtà si rivela un corto di 3 minuti.
Perché effettivamente dal 3 al 40 episodio la trama sopracitata quasi sparisce. Quaranta e passa episodi di Liu Zi che ricostruisce la sua vita, ritrova i suoi amici e li rimette sulla buona strada, cambia 5 volte lavoro, apre ditte, risolve i casini degli amici, si dedica al servizio civile, conosce gente, cattura cattivi insieme alla polizia, si fidanza...ma della trama orizzontale non vi è quasi traccia. Per circa 40 episodi.
Che poi, non è male quello che accade. E' anche carino vedere le relazioni tra i personaggi, la bromance e il restauro dell'esistenza del protagonista. Vengono presentati personaggi interessanti e simpatici - ho amato la second lead ed il capitano Han - e vengono portate in campo tematiche anche piacevoli.
Ma non è questo, quello "per cui ho pagato." Dei tag detti sopra non vi è traccia in questi 40 episodi e per quanto sia bellino questa specie di "slice of life", dove è finita la tensione e l'eccitazione prevista? Il "nemici- amici"?
Non potevano mischiare le cose? farci vedere la vita di Liu Zi e al contempo portare avanti la trama orizzontale?!
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Inoltre, per arrivare ai 47 episodi, ci hanno messo di mezzo pure i flashback. Una marea di flashback che mi hanno costretta ad usare il tasto "avanti veloce" più e più volte. Tra le scene già viste e straviste e le scenette delle problematiche degli amici di Li Ziu, mi sono skippata metà serie.
E che le mie parole non siano una completa cazzata, viene certificato da due elementi: il primo riguarda il trailer. TUTTE le scene del trailer provengono dai primi 2 episodi e dagli ultimi 8. Guarda un po'! Sono maligna io o persino la serie sapeva bene quali carte giocare?! Chissà perché nel trailer non ci sono i personaggi secondari o nemmeno una scena dalla parte centrale della serie...
Il secondo elemento ce lo dice Nie Wan che dopo aver passato 40 episodi - e non scherzo - seduto al buio a commentare le azioni di Liu Zi decide, per gli ultimi 8 episodi, di fare qualcosa e movimentare almeno lui un po' le cose, facendoci tornare alla trama orizzontale e concludendo il drama. Grazie Nie Wan.
Gli ultimi 8 episodi poi sono strani:
prima di tutto, sono super frettolosi. Giustamente, tutto quello di cui non hanno parlato fino a mo' deve cicciare fuori adesso. Una informazione dietro l'altra senza dare alla polizia manco il tempo di razionalizzare tutto.
Noi spettatori invece non abbiamo bisogno di assorbire queste scoperte sulla vita del lead negli 8 anni precedenti poiché già le sappiamo. Togliendoci così ogni possibilità di sentirci parte dell'investigazione. Quanto sarebbe stato bello se la serie fosse iniziata con il lead senza memoria e noi e lui avessimo scoperto le cose assieme? Ed invece no. Semplici spettatori di una storia che sappiamo già.
Questa frettolosità si riflette appunto sulla reazione dei personaggi che non fanno manco in tempo a mostrare in volto la loro sorpresa o sconvolgimento: la notizia che il narcotrafficante sia Nie Wan e non Liu Zi, la scoperta che il primo abbia incastrato il secondo e che abbia una fedina penale da serial killer, viene buttata sul tavolo e dopo 2 secondi siamo già all'argomento successivo.
Niente pathos, niente tensione. Questa serie infatti ha il record mio personale di essere l'unico drama con genere "thriller, azione, romantico" visto fino a mo' a non avermi mai fatto sentire in ansia o nervosa.
In pratica, semmai volessi rivedermi questa serie, vedrei le prime due puntate e poi volerei direttamente al 40 episodio.
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Andando ai personaggi, salvo solo i secondari ed un po' Liu Zi. Quest'ultimo grazie alla recitazione superba di Willam Chan capace di passare da ragazzotto ingenuo e spensierato a pazzo fuori di testa fino a uomo cazzuto e deciso nell'arco di poche scene. Gli episodi dove crede di essere davvero un narcotrafficante sono un capolavoro recitativo. E' stato bravissimo.
Liu Zi viene poi caratterizzato come un Santo. Seriamente, credo che partecipi a una specie di gara a chi fa più azioni positive per vincere un posto in Paradiso. Non solo è buono e gentile con chiunque ma si farebbe ammazzare per le altre persone. Aiuta le vecchie ad attraversare la strada, dona il sangue, rischia la vita per proteggere la fidanzata poliziotta, salva bambini, aiuta la polizia... un martire praticamente.
Ed infatti è super noioso. Ho amato la parte come infiltrato tra i narcotrafficanti poiché mostrava un Li Ziu che sì faceva la cosa giusta aiutando la polizia ma al contempo lavorava con la droga ed i narcotrafficanti. Era un contrasto interessante. Soprattutto in relazione al suo rapporto con Nie Wan: erano amici e fratelli ma al contempo Liu Zi tradiva la sua fiducia vendendo informazioni alla polizia.
Poi, senza memoria, diviene il Santo Protettore degli Innocenti, Amici e Fidanzata e perde tutto il mio interesse, mostrando un lead buono, dolce e sacrificale fino alla morte.
Quando la recupera invece va fuori di testa - sono gli episodi migliori quelli - combattuto tra la memoria che gli dice che è una cattiva persona e il sapere invece di essere una persona buona. Questo è il contrasto che volevo vedere e che ho amato.
I personaggi secondari sono stati carini anche, soprattutto i second lead. La second parte come ragazzina viziata e appiccicosa ma evolve durante la serie, dimostrando di esser diventata una persona matura. Il Capitano Han invece, mi è piaciuto per la sua calma e compostezza. Compiva dei ragionamenti intelligenti dimostrando di essere anche una persona con una certa sagacia. Peccato che la serie abbia deciso di ucciderlo in un modo atroce, solo per il gusto di alzare la quota dei morti. E farmi odiare ancora di più la lead.
Ohhhhh la lead.
Grazie a Hu Rong ho la mia vincitrice nella categoria della lead peggiore per il quiz di fine anno.
Cosa dire di lei? è dappertutto. Non c'è situazione che la polizia debba risolvere che non sia realizzabile solo e unicamente da lei. Nonostante sia parte di una squadra, i suoi compagni hanno la rilevanza di un fermaporte, perché tanto qualsiasi cosa, c'è Hu Rong.
La serie si è così impegnata a renderla super importante e cazzuta che persino i delinquenti la chiamano " la poliziotta coraggiosa". mado' il cringe Ci sono queste scene dove il drama la spamma in ogni modo che hanno contribuito a farmela odiare ad un livello da galera.
Essendo poi la figlia biologica del poliziotto infiltrato e al contempo figlia del Capo della Polizia e del Vicesindaco della città, la stazione di polizia è il suo regno: tutti la conoscono e la venerano, lasciando da parte protocolli, ordini e gerarchie appena lei è presente.
Irrompe nelle riunioni, non rispetta gli ordini del suo capitano, se ne sbatte delle gerarchie. Mai nessuno che la metta in punizione quando sbaglia o le dia note di demerito. Sia mai!! La principessa potrebbe soffrirne.
Ad un certo punto, le permettono pure di stare nella squadra d'investigazione che sta indagando sul suo futuro marito. Perché d'altronde, i sentimenti personali cosa vuoi che siano di fronte ad un indagine?! E la cosa assurda è che manco indaga. Sta lì con loro, con la faccia depressa e piangente ma in realtà fa solo numero.
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A questa scrittura per me terribile di una protagonista, si aggiunge la sua relazione con Li Ziu;
L'intento delle serie era mostrare come per un poliziotto, non importa quanto amore ci sia verso l'altra persona, la giustizia deve sempre venire prima di tutto.
Per tutto il drama assistiamo a Hu Rong che inciucia con Li Ziu, si innamora di lui ma è sempre pronta a portarlo in centrale al minimo sospetto di sgarro. Ed è qui il problema.
Come dice chiaramente il Capitano Han, Li Zu lo conoscono tutti come un bravo ragazzo e si fidano di lui. Ma al contempo, se ci sono dei sospetti, devono investigare. Anche per mitigare qualsiasi dubbio.
Ed invece la lead di dubbi non ne ha.
Quando arresta il suo fidanzato per la morte di quel narcotrafficante da quattro soldi, lo fa piangendo disperata. Piange anche durante l'interrogatorio e di fronte a Li Ziu che nega il suo coinvolgimento e le chiede se almeno lei si fida di lui, lei rimane in silenzio. Piangendo. Tanto che Liu Zi se ne va arrabbiatissimo.
E' giusto che lei faccia il suo lavoro. Ma non è giusto che non abbia nemmeno il minimo dubbio che la situazione non sia come appare. Conoscendo poi il suo ragazzo. E futuro marito.
Idem con il finale. Dove Hu Rong rimane accanto a Liu Zi mentre lui sclera malissimo per il sospetto che sia una persona cattiva e lei NON GLI DICE NULLA. Non gli dice che indagheranno ma si fida di lui perché lo conosce e sa che non farebbe una cosa così, ad esempio.
Anzi, lei inizialmente scappa. E' il padre che le ricorda che l'uomo che presumibilmente ama e che deve sposare, sta vivendo una crisi mentale dolorosa e che lei dovrebbe stargli accanto. Ma sembra che gli stia vicina perché deve e non perché crede in lui e nella sua innocenza.
Qualcuno obietterà: eh ma lei è una poliziotta e se le prove portano tutte a credere che Liu Zi sia cattivo allora lei deve attenersi a quelle.
E allora perché il resto della stazione di polizia non ha creduto alle prove ed infatti poi scoprono che erano tutte una montatura? Perché degli " estranei" si sono fidati di Liu Zi, sul fatto che fosse un bravo ragazzo e non lo ha fatto invece la sua ragazza?
Come posso fare il tifo e innamorarmi di una relazione così??!!!
Hu Rong poi, è per me, una poliziotta terribile. Oltre quanto detto sopra, è impulsiva, testarda, piena di preconcetti e non ha mai dimostrato grandi doti investigative. Certo, è bravissima nell'infiltrarsi e nel menare le mani. Ma oltre a questo poco c'è.
Concludendo: Mi aspettavo una serie totalmente diversa da quanto poi effettivamente visto. Il drama per me è interessante e valido negli episodi iniziali e negli ultimi finali, in relazione a quanto mi era stato promesso. Con il fatto di sapere già tutta la storia, non c'è manco la suspance se non quella di scoprire come i personaggi prenderanno le rivelazioni una volta che verranno fuori. La recitazione è buona, soprattutto quella di William Chan ma la scrittura sia dei personaggi sia della storia potrebbe essere fatta molto meglio.
Voto: 6
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awadalmawlirp · 1 year
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
Descrizione di Omar Soudani:
Said William Legue nel ruolo del generale Omar Soudani
Trama libera:
Il 18 dicembre, Omar sostituisce Musa Abdullah Ghani come emiro dell'ISKP afghano essendo stato ucciso di recente dalle forze speciali talebane afghane di Jalal Haqqani e si rifugia a Stockholm in Svezia facendo attenzione a non farsi catturare dalla polizia o estratto al governo talebano afghano dove inizia a lavorare segretamente come pizza chef presso la pizzeria svedese Giro per prendere denaro e facendo attenzione a non farsi scoprire dalla polizia svedese sulla sua vera identità.
Il 7 gennaio 2023, Omar arriva a Genoa city in Wisconsin dove ha ricevuto una nuova missione dai fratelli Ibrahim al-Badri e Juma al-Badri uccidendo il fratellastro di Charles Foster, Carl Foster sparandolo a colpi di pistola e fece ritorno poi a Stoccolma in Svezia.
Il 24 gennaio, Omar accetta gli ordini del suo collega Ibrahim al-Badri e pianifica il rapimento e come torturare Felix Foster che assomiglia fisicamente al dittatore e criminale fascista Benito Mussolini sebbene non si tratta della stessa persona ma simile.
Il 26 gennaio, Omar rinuncia a continuare il piano pianificato con Ibrahim sia perché Felix Foster è molto protetto e sostenuto dal leader tunisino Marwan Ibn Youssef, sia perché soffre di demotivazione sia perché Felix sta avendo molto successo nella popolazione tunisina di origini italiane.
Il 7 febbraio, Omar dopo aver ricevuto ordini dal suo collega e amico Ibrahim al-Badri invia uomini per fare rapire e uccidere i mafiosi Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i loro figli Grace,Luddy e Chad.
Il 6 marzo, Omar riceve ordini dal califfo dello Stato Islamico,Juma al-Badri di rubare i dati della polizia di Miami e di inviare un attentatore contro Felix Foster come tentativo di istigare il governo libico di Muhammad al-Husseini di cadere in una società fondata soltanto sulla paura.
Il 9 marzo, Omar si trasferisce a Waymart in Libia insieme al suo collega Amir al-Mawli e inizia a lavorare come pizza chef presso una pizzeria di Waymart per guadagnare i soldi.
Il 13 marzo, Omar si trasferisce a Berlino in Germania raggiungendo i suoi colleghi Amir al-Mawli e Adel Sayyid.
Crimini commessi:
-Tentato di convincere il suo collega Husam El-Khaddouri di compiere un attentato
-Sparato e ucciso Pervin El-Khaddouri
-Tentato di uccidere Husam perché non si fidava più di lui
-Sparato e ucciso Carl Foster
-Tentato di pianificare di rapire e ferire fisicamente gravemente Felix Foster
-Rapito Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i bambini Grace,Luddy e Chad tramite gli uomini che aveva inviato
-Secondo tentativo fallito di uccidere Felix Foster sempre a causa del fatto che lo Stato Islamico ha perso le città libiche Sirte e Benghazi
Descrizione fisica:
-Rasato in testa
-Occhi marroni scuri
-Barba corta nera
-Armato e pericoloso
Grado nello Stato Islamico:
-Generale militare
Data di nascita:
4 maggio 1982
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canesenzafissadimora · 6 months
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Che dire... della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d'accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
Una cosa è certa: Ferragni è un'azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l'attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l'etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure... Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
Ma c'è da dire un'ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l'attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E' rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.
Giancarlo Selmi
condivido parola per parola...
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ricorditempestosi · 1 year
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50 domande brutte che potresti farmi
01: ti manca il tuo/la tua ex?
02: vorresti cambiare il tuo nome?
03: dove ti vedi fra 10 anni?
04: pensi di essere una brutta persona?
05: cosa ti rende felice?
06: come vorresti morire?
07: ci credi nel destino?
08: hai mai tradito qualcuno?
09: vorresti avere dei figli?
10: hai un buon rapporto con i tuoi?
11: preferisci i cani o i gatti?
12: cosa desideri più di ogni altra cosa ora?
13: come ti senti in questo momento?
14: l'ultima volta che ti sei masturbata/o?
15: di cosa ti vergogni di più?
16: sei mai stato/a innamorato/a del tuo/a migliore amico/a?
17: vorresti tornare indietro nel tempo?
18: chi è stata l'ultima persona con cui hai avuto una conversazione profonda?
19: chi vorresti come testimone di nozze?
20: concederesti una seconda chance?
21: in chi/cosa ti vorresti reincarnare?
22: credi in dio?
23: qual è il tuo meme preferito?
24: ti mangi le unghie?
25: quando hai avuto la tua ultima crisi di nervi?
26: credi nel vero amore?
27: qual è la tua canzone preferita?
28: ti sta sul cazzo qualcuno al momento?
29: ti penti di qualcosa?
30: sarebbe difficile dover baciare l'ultima persona che hai baciato?
31: ti manca qualcuno adesso?
32: qual è stato l'anno più bello della tua vita?
33: sei mai stato/a tradito/a?
34: vorresti sposarti?
35: quanti anni avevi durante la tua prima volta?
36: hai mai spezzato il cuore di qualcuno?
37: quanti soldi hai al momento?
38: dove vorresti andare in viaggio?
39: ti senti più un foglio a righe o a quadretti?
40: se potessi scegliere, con chi andresti a cena?
41: hai mai fatto a botte?
42: thè alla pesca o thè al limone?
43: hai mai mangiato le tue caccole?
44: pensi di piacere a qualcuno in questo momento?
45: ti vergogni di qualche tua relazione passata?
46: qual è la tua fobia più grande?
47: qual è la tua serie tv preferita?
48: quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
49: ti piace il tuo corpo?
50: c'è qualcuno per cui moriresti?
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