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#rialzo
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PRIMA PAGINA La Verita di Oggi sabato, 24 agosto 2024
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Sono una che da mille possibilità, che ci prova, che ci crede. Ma sono stata ferita molte volte, mi sono fidata di chi poi mi ha fatto del male, ho dato amore a chi non lo meritava. E piano piano ho imparato ad allontanarmi, in silenzio, senza troppo rumore, senza tornare più indietro. Ci vuole tanta forza per tenersi tutto dentro e indossare un sorriso, per fingere di stare bene mentre dentro di te tutto crolla e il cuore si spezza. Ho imparato a dire non fa niente, ho imparato a rialzarmi da sola. E a rimettere insieme i pezzi di me. Tutti dicono che sono forte ma non lo sanno che ogni volta mi rialzo con un pezzo in meno, con una ferita in più sul cuore. Ho imparato a essere forte solo perché a volte non ho altra scelta. Avrei solo bisogno di un abbraccio che mi faccia sentire al sicuro, un abbraccio che rimetta insieme i pezzi del mio cuore. Ho imparato a ricominciare, sempre e comunque.
Chiara Trabalza
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omarfor-orchestra · 2 years
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Ma che è sta giornata
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sauolasa · 2 years
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Su i tassi d'interesse, giù Wall Street: la Federal Reserve procede a un nuovo rialzo
I tassi di riferimento negli USA crescono di un ulteriore 0,75% e si posizionano tra il 3,75% e il 4%. Ma la Federal Reserve prima parla di prossimo rallentamento dei rialzi, poi spaventa i mercati ipotizzando di superare il livello previsto per il 2023. E l'Europa faticosamente insegue
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fiorenellanotte · 5 months
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“Se cadi ti rialzo. Oppure mi sdraio accanto a te.”
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elperegrinodedios · 17 days
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Mi impegno, per rispettare le mie regole, ma so anche perdonarmi e gratificarmi per il mio stato.
Beato io. Che faccio tutto ciò che voglio. Libero. Condivido l'amore. Aiuto chi posso. Sono io. Me.
Beato io. Che non seguo le regole del branco nè quelle del mondo. Sono fuorilegge. Seguo Gesù.
Beato io. Che ho vergogna di politici mascherati e di un ipocrita clero stipendiato. Io protestante.
Beato io. Che sono stato salvato da ateo mentre stavo affogando nei miei peccati. Rossi porpora.
Beato io. Che perdono sempre tutti ma che non con tutti cammino e sono severo con me stesso.
Beato io. Che so sorridere e che cado eppure mi rialzo, che mi emoziono che viaggio sogno amo.
Beato io. Che cerco di donare una parola buona a chi non ne ha, e so pure gratificare me stesso.
lan ✍️
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crazy-so-na-sega · 3 months
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rincarare la dose.
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ti-racconto-di-mee · 8 months
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Ti prego vacci piano con me.
Se caso questa volta non mi rialzo più.
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PRIMA PAGINA Tutto Sport di Oggi lunedì, 19 agosto 2024
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der-papero · 6 months
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Chissà se ce la faccio a scrivere di 4 anni di ricordi, ma questo è un posto di ricordi belli, e tu sei uno di quelli, di quelli più belli. Li ho raccolti in due giorni di viaggio, perché la capa mia non è più quella di una volta, ho bisogno di tempo, e non servirà raccontarli tutti.
Ti ricordi il primo giorno? C'era un tipo che somigliava a Branduardi, vestito come un anziano in chiesa la Domenica, che per forza voleva farmi vedere come cambiavi colore, senza sapere come fare. Del resto, nessuno, persino lui che era del mestiere, aveva visto prima qualcosa di simile, il che ti rendeva ai miei occhi ancora più unica delle mie intenzioni.
Da quel giorno il mondo si è diviso in due, tra chi ti ammirava e chi ti snobbava, però penso lo sai già, il primo gruppo mi divertiva tanto e un po' ci marciavo su, ti ricordi quando uscivo dall'Autogrill di turno e vedevo sempre qualcuno ronzarti intorno, e non tornavo subito all'auto, lo lasciavo fare, guardando la scena da lontano. Per non parlare di quello svizzero che, dalle parti di Reggio Emilia, andò fuori di testa, sembrava un ragazzino di 5 anni a Disneyland, o quel tizio con quella Civic viola al casello di Venezia-non-so-dove, che mi parlava col clacson e col pollice su.
Ne abbiamo fatti di scherzoni alla Mami, la prima volta che andai a prenderla a Francoforte, allo scalo di marcia sparasti due fucilate ed esclamò "MAROOOO CHI C'A TUZZAT?" e noi a ridere, e ogni volta che provava a scendere, per via del rialzo, sbottava "ma quant t'a cagne 'sta machin, che ce vo' 'a man 'e Crist a scenner?".
Di persone che mi hanno fermato per farti i complimenti ce ne sono state, ma il top resterà quel parcheggiatore al Corso Umberto che, al ritiro, si divertì a farsi una accelerata e poi esclamò "UAAA DOTTO', 'STA MACHIN VOL!", e che gli volevi dire? Aveva ragione, una sensazione che provato ogni santa volta, ma io ho avuto tanto di più: mi hai portato da chiunque volessi bene, non è mai esistito un "è troppo lontano, lasciamo perdere", sei forse ciò che su questo pianeta ha avuto la possibilità di conoscere il vero me, senza filtri, mi hai visto piangere e ridere più di chiunque altro. Mi serviva la tua energia e la tua rabbia per scappare via da qui, eravamo entrambi in un posto dove non volevamo stare, per questo sei nata per correre, e hai lasciato che fossi io a lasciartelo fare.
Sei entrata in un momento della mia vita dove avevo bisogno di non sentirmi più trasparente, in una società che non mi ha mai accettato, al più tollerato, e credo che tu abbia capito in pieno quel nostro modo terrone di protestare, ovvero facendo bordello, perché più le cose vanno male, e più abbiamo bisogno di far rumore. Il vicino di casa non l'ha mai capita questa cosa, pensava che tu avessi qualcosa che non andava, cosa tragicomica, visto che quelli pieni di problemi sono loro, con la loro ipocrita precisione, il loro falso benessere.
Agli occhi di tanti sei solo un'auto, ma quello che sei stato per me non sono mai riuscito a farlo capire, e non penso di riuscirci manco questa volta, quindi queste parole sono solo per te, per ringraziarti di tutto quello che sei stata, per aver reso questi 4 anni più leggeri, e per dirti che non ti dimenticherò mai.
Grazie, Amica Mia ❤️.
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Sono forte perché a volte non ho alternative. Sono forte perché la vita non mi ha lasciato scelta. Sono forte perché ho imparato a sopravvivere al dolore. Ma nonostante la tempesta cerco sempre il sole. Nonostante le cadute ho ancora voglia di ballare. Nonostante le ferite ho gli occhi ancora pieni di meraviglia. Esprimo ancora desideri alle stelle, credo che i sogni siano aquiloni da inseguire, cerco arcobaleni dentro le pozzanghere. Ho stretto i pugni anche quando era il caso di mollare. Sono forte nonostante le mie debolezze e tutti i miei errori. Perché non so arrendermi e nonostante tutto continuo a sognare. A lottare. A volare.
Chiara Trabalza 
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mucillo · 10 months
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Se cadi ti rialzo. Oppure mi sdraio accanto a te.
Julio Cortázar
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me-soltanto-me · 7 months
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“Se cadi ti rialzo. Oppure mi sdraio accanto a te.” “If you fall I'll get you up. Or I'll lie down next to you.”
Julio Cortázar Sdraiati , Lie down
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libero-de-mente · 6 months
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Mi sento padre
Credo di essere diventato padre prima, intendo prima di diventarlo biologicamente.
Ho vissuto un prologo o, per usare un neologismo moderno, un prequel.
Sono convinto che divenni padre di me stesso il giorno in cui, sempre biologicamente, non fui più figlio di un uomo.
Quando mio padre morì rimasi orfano di una figura paterna che, nonostante i suoi umani limiti, era nel mio immaginario qualcosa di più grande e rassicurante. Ne avevo maledettamente bisogno, ma il destino me lo portò via.
Così dopo un percorso con uno davvero bravo divenni "papà" di me stesso. Non avevo alternative, meglio dire non avevo nessuno.
Nonni morti da tempo e zii, quelli a portata di mano e in vita, ostici ed egoisti da sempre.
Poi divenni padre. Non solo biologicamente, ma qualcosa si squarciò in me. Mille motivi per sentirsi padre.
Quando divenni padre per la seconda volta lo squarcio con i "mille" motivi raddoppiarono
Mi sento padre ogni volta che sento ridere i miei figli,
quando percepisco la loro forza d'animo,
quando mi abbracciano per rassicurarmi,
quando li abbraccio per dare loro forza,
quando mi rendo conto di come i miei figli siano migliori di me,
quando ripenso al fatto che appena nati mi vennero affidati, tra le mie mani che inaspettatamente divennero ferme e solide. Io che credevo che avrei tremato per tutto il tempo.
Mi sento padre quando mi raccontano i loro pensieri, i loro desideri,
quando uscendo di casa, dalla strada, si girano per vedere se sono alla finestra per salutarli ancora. E io ci sono.
Mi sento padre ogni volta che li sprono a lottare per i loro obiettivi,
lo sono di più quando mi scopro a nascondere le lacrime per i loro traguardi raggiunti.
Mi sento padre quando discutiamo,
quando li ascolto e do loro ragione,
quando gli esprimo il mio punto di vista e loro annuiscono,
quando mi spiegano e io capisco che quello in errore sono io.
Mi sento padre ogni volta che loro si sentono miei figli,
quando mi permettono di lenire i graffi metaforici che la vita gli lascia sulla pelle,
ogni volta che predico il rispetto per il prossimo,
a non fare mai del male a nessuno.
Così capita spesso che loro, abbracciandomi con le lunghe braccia, mi fanno sentire figlio a mia volta. Per qualche istante.
Mi sono sentito orgogliosamente padre, in passato, quando durante le competizioni sportive a cui i miei figli partecipavano, dagli spalti, non ero tra i padri che istigavano i figli a "colpire duro" per vincere sull'avversario.
Oppure quando ho rinunciato ai miei desideri, alle mie passioni, per proteggerli per stare loro vicino. Concedendo il mio cuore solo a loro.
Mi sento padre ogni giorno che mi appare una nuova ruga, un capello bianco, un fardello in più sulle spalle che la vita mi lascia "generosamente". Per ogni livido sulla pelle, per ogni ferita nell'anima, per ogni sussulto del cuore strozzato sul nascere.
Sono un padre nel momento che lotto per il benessere della mia famiglia,
quando cado miseramente per un mio errore,
quando mi rialzo stoicamente, con la determinazione di chi non vuole deludere i propri figli.
Mi sarei già lasciato andare da tanto se non fossi padre.
Sono un padre perché soffro, gioisco, li sento, li ascolto e cerco di essere un punto di riferimento per loro,
per poi accorgermi che essi sono per me un punto di riferimento.
Mi sento padre quando mi prendo cura di una madre anziana e ammalata, come se fosse mia figlia. Lei che mi cerca e mi chiede sicurezza. Come una bimba.
Sono un padre fragile, quando ogni sera goccia dopo goccia cerco di chiudere la giornata.
Quest'anno mi faccio gli auguri, per il padre che sono e per come sopravvivo in questo importante ruolo.
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ophelia-northwood · 2 months
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"I do believe in fate and destiny, but I also believe we are only fated to do the things that we'd choose anyway. And I'd choose you; in a hundred lifetimes, in a hundred worlds, in any version of reality, I'd find you and I'd choose you."
ophelia&helys
accademia 10 p.m
Ophelia non era mai stata quel genere di persona a cui piaceva essere al centro dell'attenzione. Al contrario, preferiva stare ai margini, tra le pieghe sbiadite delle pagine, tra storie che non si sarebbero mai soffermare a riflettere su di lei.
Era sempre stata così fin da bambina, forse aveva aiutato l'avere un marchio tanto assurdo stampato sull'epidermide dell'avambraccio che, inevitabilmente, attirava il vociare altrui sospeso tra biasimo e repulsione.
Ophelia stessa aveva contribuito alla propria emarginazione chiedendo a sé stessa sempre più rispetto a ciò che era in grado di dare. Aveva poi imparato a convivere con la parte ferale di sé, trovando un certo equilibrio. Ora Ophelia aveva rapporti cordiali con la maggioranza delle persone presenti in accademia ed era ben lontana dallo stigma che aveva sentito gravare su di sé da bambina.
Era così, almeno in apparenza.
Ophelia lottava senza tregua con la parte animale che divorava la sua anima costantemente. Così, alla fine, ella aveva dovuto trovare un modo per mettere a tacere il caos. La musica.
Il violino, Ophelia aveva iniziato a studiarlo dalla tenerissima età, si era smarrita nella complessità dei volteggi, nell'inseguimento infinito della perfezione. Ophelia era brava, impeccabile nelle esecuzioni, ma non aveva mai suonato per puro diletto. Quando l'archetto accarezzava le corde, Ophelia sentiva la quiete sopraggiungere sulla sua anima frammentata.
Ed era meraviglioso, come se le due metà di sé stessa tornassero a respirare, in quel lasso di tempo, all'unisono.
Ophelia era in piedi su un piccolo rialzo nel salone immenso dell'Accademia. Il ricevimento era iniziato da un po' ormai e qualcuno degli organizzatori le aveva domandato la gentilezza di suonare. Inizialmente Ophelia era stata molto restia ad acconsentire, ma poi aveva riflettuto sul fatto che la sua presenza in quell'occasione mondana sarebbe stata strettamente connessa al suo violino e ciò le avrebbe tolto un po' dell'imbarazzo che altrimenti avrebbe dovuto fronteggiare nel vagare tra la gente a disperdere sorrisi di circostanza.
Indossava un abito dalle tinte azzurre pastello. Era un abito semplice di raso che scendeva sulla figura esile di Ophelia, i capelli erano legati in alto così che non le creassero impiccio nell'atto di suonare.
Ophelia aveva adagiato il mento sullo strumento accostato sulla propria spalla, ondeggiava con leggerezza sulle corde con l'archetto stretto tra le dita di una mano.
Le note solinghe di una melodia di Bach echeggiavano tra il tintinnio dei flute di cristallo e nel chiacchiericcio sommesso dei commensali.
Ed Ophelia sentiva di non aver proprio alcun pensiero, solo i ricordi delle prossima nota e poi ancora una ed una di nuovo.
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@ash-t0-ash
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falcemartello · 1 year
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Con conseguenza rialzo dei prezzi di beni di primo consumo e in sincronia con il prossimo aumento dei tassi della BCE.
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