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#sono stanca
ah-buh · 7 months
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frammenti--di--cuore · 6 months
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mi sento emotivamente esausta, provata, stanca. Talmente tanto piena di sentimenti negativi - che mi consumano - da sentirmi vuota.
z.
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“Vali di più, ricordalo
e non lasciare mai che un’altra persona
ti spenga solo perché non sei quella
che vorrebbe.”
— tratto da “Cuori che brillano nell’oscurità” (Marco Polani)
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mynameimpossible · 6 months
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Ho sempre dato così tanto che ora non riesco più a dare niente
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sebaxyana · 1 year
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il sonno non ti salva
se hai l’anima stanca.
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poetessamedusa · 2 years
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Nonostante il dolore, arrivi a un punto in cui pensi soltanto che va bene così, che se gli altri non hanno bisogno di te allora neanche tu avrai bisogno di loro.
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ma perché non posso morire? perché non posso addormentarmi e non svegliarmi più, sono stanca di questo mondo, stanca di persone che dicono di amarmi e poi mi fanno sentire uno schifo, sono delusa da tutti, vorrei poter andarmene e basta, pensavo che stavolta avrei potuto fidarmi davvero e invece ecco le pugnalate una dopo l’altra, vorrei davvero sapere che ho fatto di male a questo mondo per sentirmi sempre così sbagliata, sempre in torto, se ti sto tanto sul cazzo fammi morire e basta, starebbero tutti meglio senza di me lo so bene
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mad19girl95 · 8 days
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Non sopporto di essere ingrassata. Penso costantemente al cibo. Non ce la faccio più. Vorrei solo amarmi e non odiare così tanto il mio corpo.
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sollevare-il-mondo · 9 months
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La mia vita ha la tendenza ad andare a gonfie vele e a cadere in pezzi nel giro di pochi giorni.
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ah-buh · 7 months
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Il silenzio è sempre stata la mia risposta al dolore
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frammenti--di--cuore · 6 months
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il momento più brutto è quello in cui pensi "sono davvero stanco" e subito senti dentro una parte di te che crolla, precipita in basso, si disintegra...e tu la guardi dall'alto con occhi vuoti e sai che niente sarà uguale a prima dopo quel momento.
z, e io sono davvero stanca
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lunamarish · 25 days
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Spiego il bourn-out.
Hai la vita che ti piace, fai ciò che ami, sei realizzata. Hai i tuoi amici, la tua routine, i tuoi hobby. Vivi nella città che ami e che ti emoziona ogni volta che cammini per strada.
Ti innamori. Ti fidanzi. Lui viene trasferito per lavoro in un'altra regione. "Vieni con me?" E che fai? Non vai? Vai. "Tanto sono solo sei mesi." Tu fai sei mesi la pendolare. 2 ore di treno andata e 2 al ritorno. Ti svegli alle 5 e torni a casa alle 9. I mesi diventano 9. Poi un anno e mezzo. Poi 4.
Dopo 4 anni di pendolarità, decidi che se non c'è possibilità di ritorno e devi lasciare il tuo lavoro, i tuoi amici, la tua città. All'inizio è stimolante, poi frustrante. Non trovi nulla che sia nelle tue corde. Accetti il colloquio di una multinazionale molto famosa. Ti prendono subito. Non vorresti ma accetti lo stesso.
Dopo sei mesi di gavetta, ti promuovono subito. Odi il lavoro, ma i colleghi ti piacciono. Ti spostano di ruolo perché un collega se ne va. Ti mettono in un ufficio strategico anche se tu non vuoi. "Sono solo tre mesi". I mesi passano, il capo ti abbandona, ti riempie di attività, ti dice di andare a delle riunioni al posto suo con clienti importanti avvisandoti all'ultimo e tu vai senza avere idea di cosa dire ma qualcosa ti inventi, ti mandano all'estero da sola, ti danno altre attività. Tu lo dici, lo ammetti, "io non ce la faccio." Il CEO viene a parlare direttamente con te. "Tu ti sottovaluti, certo che ce la fai."
Inizi a dover essere reperibile 7/7. Ti scrivono dal Giappone, dal Messico, dalla Thailandia. Devi rispondere. Da te dipende il fatturato. Di giorno fai riunioni, la notte lavori. E piangi. Inizi a soffrire di coliti, gastriti, mal di testa. Non hai più voglia di niente, vuoi solo lavorare, fare tabelle. Mentre cucini controlli le mail, mentre sei a fare un aperitivo rispondi alle mail, mentre sei in spiaggia di domenica fai una call. Non vai ai compleanni dei colleghi, non fai ferie, perché sai benissimo che se non lavori mezz'ora della tua vita resti indietro e tu non puoi restare indietro.
Inizi a soffrire di insonnia, dormi tre ore a notte (se va bene) e sei contenta, perché così puoi lavorare. Prendi 10 kg in un anno, perché mangi male e ciò che mangi sono solo patatine o pane con maionese e crudo. Mangi cioccolato e biscotti. Inizi a prendere delle pastiglie per dormire. La pressione aumenta e ogni tanto ti si annebbia la vista, ma continui a rispondere alle mail. Sei stanca, vorresti solo dormire per una settimana di fila, ma non puoi. Continui a fare call, tabelle, tabelle, ancora tabelle e call. Poi le riunioni. Tabelle. Call.
Gli occhi diventano opachi, la pelle si decolora, inizi a vestirti sempre di scuro, perdi il sorriso. Ti devono operare al dente del giudizio e tu la prima cosa a cui pensi è "sì, però facciamo presto, che devo lavorare." Un'ora dopo l'intervento sei già in ufficio. "Vai a casa." dice il tuo capo, ma tu stai lì, a rispondere ai colleghi, mail, telefono, con due antidolorifici presi contemporaneamente, anche se sul foglietto illustrativo dice di non farlo assolutamente. Senti che non ti può succedere più niente. Questa non puoi essere tu, non ti riconosci più.
Vai a casa e mentre guidi hai un mancamento. Sbandi. Ti riprendi subito. La prima cosa che fai non è chiederti se stai bene, ma controllare le mail sul cellulare. Capisci che vuoi cambiare lavoro.
Inizi a cercare un lavoro che sia meno stressante. Non trovi nulla. Troppo qualificata. Troppo laureata. Troppo giovane. Troppo vecchia.
Hai un mutuo da pagare di una casa che non volevi comprare in una zona dove non volevi stare, un marito accanto felice e realizzato, amici lontani che vorresti avere vicino, una famiglia che invecchia senza che tu possa vederli ancora giovani, e inizi a pensare che l'unica soluzione sia la morte. O un miracolo. Questa non è la tua vita, ti dici, è sicuramente quella di un altro. Continui a essere sempre sul pezzo, ad essere un passo avanti a tutti, puntuale, precisa.
Iniziano a preoccuparsi per te. Sai che devi rallentare, ma non puoi, non riesci più. Sei risucchiata in un vortice e non sai come uscirne. Non ti ricordi più com'è la vita "prima", anzi, a volte dubiti che ci sia stata. Ti sei snaturata a tal punto che non sai più cosa ti piace, e quello che ti piaceva non ha più nessun gusto. Non vuoi più fare niente. L'aria aperta, il sole, la musica, non ti bastano più. Quello che ti riusciva bene, non ti riesce più. Hai la memoria più corta. Non riesci a seguire un film per più di sei minuti. Sei distratta, sei seria, sei senza energia. Non hai più paura del vuoto, perchè ci sei dentro.
Vuoi solo chiudere gli occhi. E spegnerti.
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Mi alterno così in questi giorni: ricominciare una nuova vita o continuare a sprofondare nel mio abisso
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dreams-a · 6 months
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Hai preso tutto da me,
il sorriso,
l'adolescenza,
la voglia di vivere
e in cambio non mi hai dato nulla.
Mi hai tolto tutto
e hai lasciato soltanto un involucro vuoto,
senza vita,
senza emozioni.
Dopo di te,
io non ero più io
Dopo di te,
solo il vuoto.
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omarfor-orchestra · 5 months
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Io ho una vita da mandare avanti perché non volete che io abbia una vita
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nymphaforesta · 1 year
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waiting for the day when friendships will stop disappointing me and taking advantage of my good heart
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