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#riflessione editoriale
ilmondodishioren · 1 year
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Piccola riflessione personale.
Buongiorno amici e buon sabato. Ieri sono stata al SalTo23 che per chi non lo sapesse è l’acronimo del Salone del libro di Torino.Questa è la mia seconda esperienza e un po’ mi vergogno ad ammetterlo, ma nonostante abiti a Torino, e abbia sempre desiderato andarci, poi per una cosa o un’altra, non ci riuscivo mai. Ma dall’anno scorso mi sono imposta questo obiettivo perché sinceramente amo…
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raffaeleitlodeo · 7 months
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Siamo tutti liberissimi di commentare come vogliamo. La riflessione è: se davvero questa notizia non ti interessa, se non è il genere di notizie che vorresti leggere su Corriere e Repubblica, se vuoi "educare" le testate giornalistiche a comportamenti più virtuosi, non c'è alternativa. Occorre non commentare, non cliccare. Qualsiasi interazione, anche del tipo "chi se ne frega", istruirà l'algoritmo a mostrarci proprio quelle notizie, sempre più. Inoltre fornirà alla testata giornalistica dati che confermano la bontà di quella scelta editoriale. E ci regalerà decine di post simili ogni giorno. Se siete drogati e volete disintossicarvi non andate dallo spacciatore a dirgli "la tua droga non mi interessa". A casa sua. Andrea Giuliani, Facebook
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nuovi-materiali · 1 year
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Oltre 140 anni con Pinocchio
Nel 1881, in Toscana, veniva al mondo Pinocchio. Avrebbe dovuto avere una vita breve. Infatti, quando Carlo Lorenzini, poi Collodi, cominciò a scrivere “Le avventure di Pinocchio”, a puntate, sul Giornale per i bambini, l’intenzione era di lasciarlo appeso alla Quercia grande, come estrema punizione per tutte le birbonate compiute. E se non fosse stato per le richieste dei tanti fanciulli, che non si rassegnavano a veder morire il loro burattino preferito, Pinocchio sarebbe ancora lì a spenzolare, mosso dal vento e crucciato per il mancato soccorso della Bambina dai capelli turchini.
Carlo Collodi però volle dare ascolto alle proteste dei suoi piccoli lettori e riprese a raccontare mille altre peripezie fino alla trasformazione finale del burattino Pinocchio in un bambino in carne e ossa. Ed è così che finisce il libro, che comparve per la prima volta in volume nel 1883 per la casa editrice fiorentina Paggi.
Come ricorda Mario Vargas Llosa, «il libro fu scritto per lettori in calzoni corti, e senza dubbio sono i bambini quelli che si divertono di più leggendolo. Le avventure di Pinocchio commuovono, però, anche gli adulti e gli anziani, che tornano a quella prima età in cui il mondo della realtà e quello del sogno si confondono: un mondo in cui si può ancora credere alle fate e alle magie, un mondo al quale è impossibile rinunciare, nonostante il passare degli anni, perché, come Pinocchio, gli esseri umani sono condannati a desiderare sempre quello che non hanno e quello che non sono. Da quel sogno nasce questo burattino snodato che, per ciò stesso, è un simbolo della nostra condizione».
La Fondazione Nazionale Carlo Collodi rende disponibili il testo ufficiale in italiano de Le avventure di Pinocchio tratto dall’Edizione Critica (Fondazione Collodi, 1983) e le traduzioni contemporanee in lingue streniere approvate dalla Fondazione: inglese (trad. P.M.D. Pantom), francese (trad. Danielle Revol) e tedesco (trad. Heinz Georg Held).
I tasti sono scaricabili dal sito e possono essere utilizzati solo per scopi personali ed educativi.
Per il loro utilizzo commerciale ed editoriale è necessario richiedere il consenso alla Fondazione Collodi che detiene ogni diritto d’autore sui testi.
ITALIANO - Le Avventure di Pinocchio
ENGLISH - Adventures of Pinocchio
FRANCAIS - Les Aventures de Pinocchio
DEUTSCH - Pinocchios_Abenteuer
Su Pinocchio si è detto e scritto tantissimo. Tradotto in oltre ottanta lingue e dialetti, trasposto in film, sceneggiati, musical e cartoni animati, disegnato da grandi maestri dell'illustrazione. Oggetto di riflessione e di, spesso incompatibili, ricerche antropologiche, pedagogiche, filosofiche, teologiche, politiche, …
Sul mio sito trovate un po’ di materiali su Pinocchio
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afnews7 · 2 months
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“Fumo di China” n.343 in edicola e fumetteria
A partire da questo fine settimana, arriva, nelle Edicole e Fumetterie della penisola, il numero 343 della rivista di informazione e critica fumettistica, Fumo di China, presentata in anteprima durante la 40° “edizione XL” del festival Cartoon Club ,con la mostra mercato Riminicomix. La copertina di questo mese, è firmata da Andrea “Yuu” Dentuto. Dopo un editoriale di riflessione sull’ indubbia…
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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L'evocatore e altri racconti di Emmanuel Di Tommaso
Un universo imprevedibile L'evocatore e altri racconti di Emmanuel Di Tommaso edito da Infinito Edizioni è una raccolta di tredici storie, tutte ambientate in un possibile futuro, una cornice per raccontare innanzitutto il mondo interiore dei personaggi.  Creature di un’altra galassia si impossessano del nuovo mondo e non resta che opporre “resistenza” per sopravvivere. Molti, però, falliranno, perché non si può mai combattere da soli nella vita. L’uomo è un essere sociale e anche i suoi demoni interiori vanno sconfitti con l’aiuto degli altri.  Nell'Evocatore e altri racconti di Emmanuel Di Tommaso il lettore può percepire il richiamo a molti grandi scrittori, tra cui, ad esempio, il poeta e saggista cileno Bolaño, al quale Emmanuel si è ispirato per caratterizzare i personaggi nella loro grande umanità. All’interno dei racconti, oltre all’universo delle intere emozioni e contraddizioni umane, c’è anche spazio per temi di grande attualità come l’ecologia, la guerra e la pace. Come di consueto, ringraziamo Emmanuel Di Tommaso per questa bella intervista che ci ha permesso di sviscerare alcuni argomenti del libro e di approfondire il suo rapporto con la scrittura e i generi letterari. L'evocatore e altri racconti di Emmanuel Di Tommaso Salve Emmanuel, domanda di rito per tutti gli scrittori nuovi qui a Cinquecolonne Magazine: ci racconta brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni? In questa fase della mia vita vivo a Bologna dove lavoro per l’Alma Mater Studiorum nella creazione e gestione di progetti di ricerca in ambito umanistico. La mia più grande passione è la letteratura, che vivo nel doppio ruolo di lettore e di scrittore. Leggo di tutto (dai fumetti ai classici della letteratura russa, finanche alle biografie degli artisti), anche se i miei scrittori preferiti restano Ursula K. Le Guin, Margaret Atwood, Dostoevskij e Roberto Bolaño. Scrivo soprattutto racconti e poesie, e in passato mi sono anche dedicato alla critica musicale e di letteratura. Faccio tutto questo con grande passione ma senza prendermi mai troppo sul serio: concepisco la letteratura come un gioco per comprendere il mondo attraverso la riflessione e il sogno. Lei è autore di numerose poesie e racconti ma non si è mai cimentato nel romanzo? Le interessa oppure è un tipo di scrittura che non le è congeniale? Quando scrivo non mi preoccupo minimamente della forma che assumerà il testo su cui sto lavorando. Credo che le distinzioni tra forme di scrittura come la poesia, i racconti e i romanzi siano ormai superate. Si tratta di categorizzazioni imposte dal mercato editoriale perché per vendere un prodotto occorre prima di tutto definirlo. Per me all’origine della scrittura c’è un desiderio primordiale di smarrirsi in sé stessi per giungere attraverso il lavoro sul linguaggio a una visione più nitida delle cose.  Partiamo dal titolo del suo libro per incuriosire un po’ i nostri lettori. Perché “L'evocatore”? a cosa si riferisce il termine? “L’evocatore” è il titolo di uno dei racconti che compongono il libro. Ho scelto di inserirlo anche nel titolo del libro perché trovo che sia il racconto più completo e complesso che io abbia mai scritto: è una storia gotica ma con elementi fiabeschi e di realismo magico. L’epicentro da cui parte la narrazione è un paese in Nord Africa in cui gli abitanti hanno improvvisamente smesso di sognare durante il sonno. Si tratta di un’allucinazione collettiva o di un maleficio? E ancora, è solo il piccolo paese di Chefchaouen ad essere minacciato da queste forze oscure o è il mondo intero? In questo racconto la storia e il destino dell’umanità si mescolano alle memorie individuali e collettive, e non è un caso che il protagonista narrante sia uno sconfitto, uno dei tanti marginalizzati costretti a vivere relegati nella sala d’aspetto della Storia. Tutte le vicende narrate hanno al centro l’uomo con le sue emozioni e conflitti. In base alla sua esperienza, cos’è che cattura di più il lettore? Una buona storia o il racconto del turbinio interiore dei personaggi?   In questo caso rispondo da lettore e senza alcun dubbio: il turbinio interiore dei personaggi. La dimensione introspettiva, ciò che i personaggi di una storia pensano e sentono, è in fin dei conti ciò che più ci cattura mentre leggiamo perché ci permette di immedesimarci, di porci delle domande, di riflettere sul senso del nostro transitare per il mondo. Le tredici storie dell’Evocatore e altri racconti sono ambientate in un mondo fantastico. E’ la prima volta che sperimenta questo genere? Lo farà ancora? Durante uno dei primi incontri con il pubblico che sto organizzando per promuovere il libro, un amico molto caro mi ha fatto notare come l’universo a cui ho dato vita nell’Evocatore è molto simile a quello del mio primo libro pubblicato 10 anni fa che si intitolava “Il luogo dei teschi”. Non ci avevo fatto caso ma ciò mi ha fatto comprendere come il mio immaginario sia da sempre costituito sì da elementi e temi fantastici ma anche spietatamente reali e credibili. In questo momento sto scrivendo dei nuovi racconti sul tema della cura (o dell’assenza di cura) nei confronti di noi stessi e degli altri e delle cose che ci circondano. Non è facile ma mi piacerebbe elaborare questo tema all’interno di un mondo fantastico. Per il resto non saprei: quando si impugna la penna non si sa mai in che mondi si può sprofondare, ed è questo per me l’aspetto più affascinante della scrittura. Read the full article
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bergoglionate · 4 months
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Una breve riflessione su papa Francesco e i candidati omosessuali al sacerdozio.
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lamilanomagazine · 5 months
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Bari, torna la manifestazione letteraria Lungomare di Libri dal 5 al 7 Luglio
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Bari, torna la manifestazione letteraria Lungomare di Libri dal 5 al 7 Luglio. Su proposta dell'assessora alle Culture e Turismo, la giunta comunale ha approvato ieri lo svolgimento della nuova edizione di Lungomare di Libri, la manifestazione letteraria che per il quarto anno consecutivo trasformerà il capoluogo pugliese in una grande libreria a cielo aperto - grazie alla presenza di librai ed editori del territorio - e in un crocevia di incontri con autrici e autori da tutta Italia, nei luoghi simbolo della città: a Bari vecchia e lungo la Muraglia, da largo Vito Maurogiovanni al Fortino Sant'Antonio, fino a piazza del Ferrarese. La quarta edizione di Lungomare di Libri, che si svolgerà dal 5 al 7 luglio prossimi, rifletterà sul tema de "La memoria del mare" quale archetipo narrativo: una metafora della mobilità, del viaggio, dell'avventura e delle migrazioni e un'occasione per riflettere su una serie di dicotomie quali emerso e sommerso, superficie e abisso, paura e divertimento. La manifestazione, cui aderiscono circa 25 librerie della terra di Bari e oltre 30 editori pugliesi, rappresenta oggi un prezioso appuntamento per la promozione del libro e della lettura e per lo sviluppo culturale e turistico della città, coinvolgendo la comunità locale e i tanti ospiti in un fitto dialogo sui libri e sui temi emergenti della letteratura contemporanea. "Il Salone Internazionale del libro di Torino è al lavoro sulla programmazione della quarta edizione di Lungomare di libri, in cui autori e autrici torneranno a Bari con le loro storie - spiega Piero Crocenzi, amministratore delegato Salone libro srl -. Per il Salone è sempre prezioso portare la propria voce anche fuori dal Piemonte coinvolgendo librai, editori e l'intera filiera editoriale in occasioni di dibattito per lettori e lettrici di tutta Italia". "Lungomare di libri animerà per il quarto anno consecutivo il meraviglioso centro storico di Bari e il suo affaccio sul mare. Il mare, quello spazio che è confine e incontro, meraviglia e sofferenza, vita e morte, sarà il filo rosso della riflessione che svilupperemo nel primo fine settimana di luglio - commenta Orietta Limitone, presidente dei Presidi del Libro -. L'associazione Presìdi del Libro, da oltre vent'anni impegnata nella promozione della lettura, porta il suo contributo a una manifestazione di respiro internazionale ma fortemente radicata nel territorio, credendo fermamente nella necessità di mantenere vivo il dibattito culturale. Lo facciamo attraverso i libri, strumenti imprescindibili per alimentare il confronto e formare le coscienze degli uomini e delle donne di oggi e di domani". Lungomare di Libri è promosso dal Comune di Bari / assessorato alle Culture e Turismo in collaborazione con l'associazione Presìdi del Libro (giusta convenzione sottoscritta il 23/03/2023), con il sostegno della Regione Puglia e il supporto organizzativo del Salone Internazionale del Libro di Torino.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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marcogiovenale · 5 months
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da deriveapprodi: machinalibro.com
MACHINALIBRO Dentro la storia di DeriveApprodi, nasce un nuovo marchio editoriale: MachinaLibro. Il progetto ha le proprie fondamenta nell’esperienza dell’omonima rivista online Machina che dal 2020 – con diciotto sezioni e un migliaio di articoli – ha proposto un campo di riflessione su questioni dirimenti: dalle trasformazioni del lavoro a quelle degli spazi urbani, dalla geopolitica alla…
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fedelando · 6 months
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A RUVIANO FOCUS SULLA PREVENZIONE ONCOLOGICA, EVENTO RIUSCITO
Grazie alla ‘regia’ della dirigente scolastica Silvana Santagata e alla collaborazione di esperti, docenti, alunni e volontari
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RUVIANO - Una giornata tutta dedicata alla prevenzione, iniziata la mattina nel Plesso di Ruviano con i ragazzi, e continuata con famiglie e cittadini il pomeriggio nell’accogliente Centro Funzionale della frazione Alvignanello. “Il potere della prevenzione nell’era post pandemica” questo il titolo della manifestazione, datata 6 aprile, voluta fortemente dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo Silvana Santagata in collaborazione con le associazioni La Mongolfiera (Castrovillari – CS) e Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; la Cooperativa di Comunità Icare di Cerreto Sannita e della Pro Loco Raiano. Un evento a più voci grazie al contributo fornito da numerosi esperti, professionisti del settore sanitario e del mondo associazionistico che hanno, con parole semplici e comprensibili a tutti, parlato dell’importanza dei controlli, della diagnosi precoce, di nuove sperimentazioni e tecniche chirurgiche, degli effetti del Covid, di risultati significativi emersi da progetti scolastici, della distinzione tra i concetti di benessere e di ben essere, della differenza delle emozioni e soprattutto degli screening e dei controlli a cui purtroppo - colpa dello stop pandemico - moltissimi malati oncologici non si sono sottoposti incrementando il numero dei pazienti che lottano contro la morte.
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Uno scambio molto interessante che ha visto protagonisti i ragazzi, rappresentanti istituzionali, docenti che hanno vissuto la malattia e medici in prima linea, sempre pronti a divulgare concetti fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio e “per rendere mortale il mostro”, il mostro nero, che finirà al centro di un’idea editoriale, un libro il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di materiale da destinare a reparti di Oncologia, che vedrà autori proprio i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. Gli studenti, infatti, elaboreranno osservazioni, pensieri, racconti, impressioni raccolti a margine del convegno, tutto per narrare un’esperienza che ha suscitato in loro curiosità e riflessione. Registrata una interessante partecipazione alle visite gratuite (oncologiche, nutrizionali e celebrali), consegnati kit messi a disposizione dell’Asl di Caserta per la prevenzione del carcinoma al colon retto. All’iniziativa, sostenuta da alcuni esercizi locali, hanno partecipato: il vicesindaco Roberto Cusano e l’assessore Giuseppe Izzo, nonché della consigliera comunale dott.ssa Valentina Vecchiarelli, nei panni anche di Gastroenterologa dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta; dott. Ivano Schito, oncologo, ricercatore e dirigente medico Oncologia ASP Cosenza; dott. Gian Paolo Pitruzzella, Responsabile della Breast Unit di Caserta, Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Plastica; dott.ssa Maria Antonietta Santagata, specialista in Medicina di Emergenza-Urgenza, dirigente medico UOC Medicina di Accettazione e di Urgenza dell’Ospedale Spoke Castrovillari; dott.ssa Orsola Farina, psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia breve Strategica; dott.ssa Carolina Bologna, internista e geriatra dell’Ospedale del Mare – Asl di Napoli 1 e Presidente di Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; Prof. Antonio Popolizio e Chiara Mastroianni, docenti dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo; il pediatra dott. Antonino Puorto, don Matteo Prodi, presidente della Cooperativa di Comunità Icare e l’estetista Lucia Covino. Ha dato un tocco di effetto, bellezza e di stupore all’evento la sfilata resa possibile grazie all’Atelier Donna Luna di Telese Terme e gli abiti tradizionali, di Folklore del gruppo Kaiatia e storico di Ruviano, indossati da alunni della scuola, in nome di un passato che è fonte di cultura senza tempo per il presente e per il futuro. “Un ringraziamento doveroso va a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”, commenta la dirigente Santagata, in particolare ai docenti della Commissione Eventi: il vicepreside Stefano Giannelli; il prof. di Arte e Grafico Federico Ricciardi che, anche in questa occasione, ha realizzato egregiamente la locandina; la Prof.ssa Carmelina Di Meola, la Prof.ssa Benedetta Puorto, le insegnanti Monica Morra e Federica Landolfi (che ha anche moderato e condotto la giornata), e l’assistente amministrativa dott.ssa Teresa Di Sorbo. Grazie anche agli insegnanti del corso Musicale della scuola che hanno scandito il pomeriggio con brani suonati e cantati: M° Guido Tazza, M° Alfonso Carullo, M° Fernando Ciaramella, M° Antonella Pietrangiolillo, M° Raffaele Fuccio e M° Paola Petillo (voce). 
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emily-rampoldi · 9 months
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Beatrix Potter e la Vanity Press
L’anno volge al termine e viene il tempo delle retrospettive. Prima di acquistare una nuova agenda, mi piace sfogliare quella dell’anno appena trascorso e ripercorrere gli avvenimenti, rivedere le note che ho preso, gli scarabocchi che ho fatto.
Oggi sfogliavo quella del 2023 e ci ho trovato una vignetta dedicata a Beatrix Potter. L’aneddoto che la accompagnava diceva più o meno così: “Nell’aprile del 1885, la giovane Beatrix riceve in regalo un coniglietto, che presto diventa il protagonista del suo primo libro illustrato “La storia di Peter Coniglio”. Il testo venne pubblicato dalla stessa Beatrix con i suoi risparmi.”
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La didascalia mi ha incuriosita e ho chiesto all’oracolo di Wiki di illuminarmi sull’intera faccenda. 
A partire dal 1890, per guadagnare qualche soldo, Beatrix e il fratello iniziarono a creare e stampare biglietti di auguri di Natale e per altre occasioni speciali, usando come soggetti principali topi e conigli e distinguendosi per l'uso di uno stile del tutto personale. (...)
La svolta nella carriera artistica di Beatrix maturò lentamente; può essere contrassegnata da una lettera che scrisse il 4 settembre 1893 e che sette anni dopo ebbe degli sviluppi imprevisti. Inviata a Noel Moore, il figlio maggiore della sua ex governante Annie Carter, spesso malato, raccontava "la storia di quattro piccoli conigli i cui nomi erano Flopsy, Mopsy, Coda di cotone e Peter...". Stimolata dall’incoraggiamento rivoltole da Annie di sfruttare la sua abilità nel raccontare e disegnare storie, Beatrix utilizzò le lettere e il materiale illustrativo contenuto per realizzare il suo primo libro per bambini, dal titolo “The Tale of Peter Rabbit”.
Il libro venne rifiutato da ben sei case editrici, ma Beatrix non si arrese e decise di stampare lei stessa 250 copie che riuscì a vendere in breve tempo.
L'anno dopo, il 2 ottobre del 1902, il libro fu apprezzato e pubblicato dalla Frederick Warne & Company, che pose a Beatrix come condizione di realizzare illustrazioni a colori e non più in bianco e nero.
Ora, erano altri tempi, la concorrenza nel suo settore era abbastanza inesistente ecc, ecc. Però, ciò che mi interessa di questa storia e l’atteggiamento di Beatrix verso il suo progetto editoriale. La signorina Potter era una ragazza di trent’anni che è stata capace di investire nella propria idea, che ha saputo scommetterci per prima, guardando al suo libro come un’imprenditrice. 
Nel quotidiano mi capita spesso di sentire casi in cui gli autori chiedono all’editore di investire nel loro manoscritto quasi a scatola chiusa. Si offendono se viene proposto un editing importante, per non parlare di quando ricevono un cortese rifiuto. Troppi si avvicinano al mondo della scrittura con ambizioni unicamente economiche e prive di alcun realismo. Pochi sono disposti a studiare, crescere, migliorare, anche facendosi affiancare a proprie spese da figure professionali come book coach, editor o anche correttori di bozze indipendenti.
Se vuoi imparare a suonare il piano, paghi un insegnante per darti lezioni. 
Se vuoi scrivere un romanzo… beh, perché pensi di poter fare tutto da solo?
E qui viene la mia riflessione sulla vanity press e l’editoria a pagamento. La prendo un po’ larga, ma quanto segue è utile per osservare dinamiche reali e soprattutto attuali di questo settore.
La scorsa primavera ho iniziato a lavorare nella redazione di due marchi editoriali di proprietà di Services4Media: S4M Edizioni e Arbor Libri.
Mentre il secondo marchio è dichiaratamente non a pagamento e risponde a una linea editoriale molto specifica, la S4M edizioni si basa su criteri diversi. Si tratta di una piccola casa editrice con sede ad Albano Laziale, che ho avuto modo di visitare di persona in occasione della mia partecipazione a Più Libri Più Liberi, e che ha anche un punto vendita graziosissimo in pieno centro storico.
Vedere quella realtà mi ha fatto riflettere molto sulle opinioni generalizzate degli autori emergenti rispetto alla vanity press, che viene diffusamente descritta come il Male Supremo.
Non fraintendetemi, sono ben consapevole che il fenomeno dell’editoria a pagamento è contraddittorio e vanta, nella maggior parte dei casi, e a ragione, di una pessima reputazione. Chi si affida a un editore a pagamento finisce spesso per scoprire di essere vittima di una truffa commerciale che fa leva su disturbi narcisistici ed ego scalpitanti.
Tuttavia, farsi un’idea radicale su un fenomeno simile non consente di vedere il panorama nel suo insieme, di capire a quali necessità risponde e per quale motivo trova effettivamente una sua ragion d’essere. 
Osserviamo quindi questo caso specifico: la S4M edizioni NON è una casa editrice a pagamento, però – e questo lo dico con estrema trasparenza – propone un rapporto ibrido con l’editore, chiedendo ai suoi autori di impegnarsi ad acquistare trenta copie del proprio libro solo e soltanto durante la prima tiratura. Perché? Per più ragioni e ora ve le racconto.
La S4M Edizioni nasce da una costola di Services4Media, un’azienda tipografica che serve più di 300 marchi editoriali su tutto il territorio nazionale. Nel 2016, l’imprenditore e proprietario Luca Falco si trova a intercettare le necessità editoriali di un gran numero di clienti privati con ambizioni letterarie.
Lui risponde dicendo che il suo core business sono le soluzioni tipografiche, che – e lo confermo personalmente – opera con genuina dedizione. Però non dispone di professionisti in grado di dare supporto redazionale.
Così, a un certo punto, incoraggiato anche dal suo staff, decide di rispondere all’appello e apre la S4M Edizioni per supportare, all’inizio, autori di Lazio e Puglia, facendo una cernita delle proposte migliori e offrendo servizi editoriali professionali gratuiti con un’unica condizione: l’impegno da parte dell’autore a investire su se stesso e coprire i costi delle prima tiratura minima. 
In questo modo, progetti editoriali validi che non trovavano spazio in altre case editrici per questione di pertinenza alle collane o appeal commerciale, hanno potuto comunque prendere forma; soprattutto autori che desideravano muovere i primi passi nel mondo dell’editoria hanno potuto realizzare il loro sogno e fare esperienze preziose.
A me questa non sembra disonesto. Mi sembra piuttosto una risorsa da usare consapevolmente.
Situazioni come questa – e, attenzione, non voglio generalizzare su tutta l’editoria a pagamento, vanno accostate con coscienza: chiedetevi cosa state cercando, perché volete pubblicare, cosa volete pubblicare e quanto potete apprendere da questo percorso iniziale.
Imparate a valutare queste operazioni senza criteri basati sulla performance economica risultante, piuttosto adottate una griglia di valutazione che misura l’apprendimento, l’esperienza, l’incontro di persone nuove, il miglioramento generale nella scrittura.
Investire nella pubblicazione del vostro primo libro serve a voi per raccogliere dati sui lettori, dati su voi stessi di fronte ai feedback altrui, serve a farvi conoscere da un primo bacino di utenti. In definitiva, serve a farvi le ossa come autori di oggi.
Un’opportunità molto interessante offerta dalla S4M Edizioni, per esempio, è la presenza nelle fiere nazionali. Amazon con l’autopubblicazione non vi consente di sperimentare in questo contesto con il vostro libro; non vi offre il supporto di un moderatore durante le vostre prime presentazioni né il parere di un consulente sui vostri prossimi scritti.
Imparate a sfruttare queste occasioni che, seppure modeste, arricchiscono. Non chiudetevi una porta per un pregiudizio.
L’editoria a pagamento, l’autopubblicazione, e spesso anche la piccola editoriale tradizionale non sono la via per il successo editoriale o per diventare bestselleristi. Servono a capire se pubblicare vi piace ed è davvero la vostra strada.
Senza S4M edizioni, quest’anno testi come “Le scèche de Bare”, un interessante saggio di Marco Lamacchia, o romanzi come “L’impersonatore” di Naila Carlisi o “Stabilità di forma” di Filippo Mola, non avrebbero trovato nuovi lettori a Più Libri Più Liberi. Romanzi come “Insula” di Jessica Salmeri non sarebbero stati presentati a case editrici estere presso il Right Center.
Probabilmente nessuno di questi diventerà un successo editoriale in termini di royalties per l’autore, non sono testi pensati per questo infatti, ma io l’ho vista la gioia degli scrittori che ci credono e che si emozionano di fronte a un nuovo lettore, a una chance di condivisione, e questo, a parer mio, è già qualcosa.
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luigiviazzo · 9 months
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Auguri da:
Il serio e il faceto: una miscellanea di brevi racconti che affrontano gli argomenti più disparati.
L'autore, tra l'ironico e il divertito, gioca con le parole e riesce a fare in modo che aspetti o considerazione legati alla quotidianità, diventino spunti di riflessione per il lettore. Il tutto corredato dall'inserto di pertinenti immagini. Chiude il testo la divertente commedia in un atto dal titolo Minestra o finestra.
Una recensione @
Per acquistare il volume link @
ET
I miei 400 anni e altri viaggi Tu che sei un lettore a caccia di novità nella marea di libri che escono ogni giorno, che cerchi qualcosa di originale, che interessi e che diverta allo stesso tempo, che parli di vita vissuta, di viaggi in autostop in giro per l’Europa: da una passeggiata fra i lapilli di un vulcano islandese al sole di mezzanotte navigando fra gli arcipelaghi della Norvegia. Dal ricordo scanzonato dei professori del suo liceo milanese al ...". Il tutto scritto in modo brillante e sempre con una vena di leggero umorismo. Una recensione @  http://luigialfonsoviazzo.altervista.org/i-miei-400-anni-e-altri-viaggi/ Per acquistare il volume link @
Franco Salghetti-Drioli fin dall’età di 25 anni frequenta il mondo dell’editoria con una breve esperienza presso la Carlo Bestetti Edizioni d’Arte di Roma. 
Collabora con la rivista di divulgazione scientifica Sapere delle Edizioni di Comunità come redattore e “braccio operativo” della direzione editoriale e responsabile della rubrica Notiziario. 
In seguito viene nominato capo redattore e poi direttore editoriale dell’affiliata italiana della Field Enterprises Educational Corp, curando una collana di libri per l’infanzia e successivamente realizzando un’enciclopedia tematica in 12 volumi. 
Nel 1987 fonda la Drioli Editore e pubblica due agende scientifiche: l’Agenda del Cielo e l’Agenda del Mare, rispettivamente di astronomia e di biologia marina.
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giancarlonicoli · 11 months
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9 nov 2023 13:26
“TEMEVO DI MORIRE DEMOCRISTIANO, MENTRE ADESSO RIMPIANGO DI NON ESSERE MORTO SOTTO DI LORO” – IL 92ENNE BRUNO VOGLINO, AUTORE RAI, SVELENA SU VIALE MAZZINI: “CI SONO PROGRAMMI CHE VIAGGIANO A PERCENTUALI DI AUDIENCE BASSISSIME CHE AI MIEI TEMPI SAREBBERO STATE SUBITO SOPPRESSE. QUESTO SIGNIFICA MANDARE IN MALORA L’AZIENDA. COSÌ NON ARRIVA PIÙ LA PUBBLICITÀ. C’È GENTE CHE PUÒ ESSERE PREOCCUPATA PER IL SUO STIPENDIO” – POI DA’ RAGIONE A PIER SILVIO BERLUSCONI – E SU FABIO FAZIO…
Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano - Estratti
“La situazione non è rimediabile”.
Perché?
Sono uno attento a quel che accade e non cado nelle illusioni; (pausa) eppure tra due mesi compio 92 anni...
(Bruno Voglino è uno dei grandi maestri della tv italiana; la tv dei sogni, della formazione di generazioni, dell’intrattenimento, del dibattito popolare, della riflessione. La tv dei grandi ascolti, quella che ancora oggi fa storia. Voglino, con Angelo Guglielmi, ha creato la Rai3 di Blob, di Chi l’ha visto, di Mi manda Rai3, di Quelli che il calcio...).
Controlla gli ascolti?
Un’occhiata la do; malgrado tutto ho speso una vita dentro la Rai e non sono indifferente rispetto alle sue sorti.
E...
Visto l’andazzo, se oggi fossi ancora un dipendente della Rai, non sarei così sicuro del mio futuro professionale: ci sono dei programmi di Rai1 che viaggiano intorno a percentuali di ascolto bassissime.
Cose mai viste prima.
Significa mandare in malora un’azienda; (alza il tono) la Rai è stata la più incisiva iniziativa editoriale che ha avuto l’Italia dal dopoguerra in poi. Ma certo. È un danno continuo. E vederla ridotta in questo modo è dura; ripeto c’è gente che può essere preoccupata per il suo stipendio.
La rete maggiormente attaccata è Rai3...
Era già malconcia, ma sempre nel suo ruolo di riserva indiana.
Adesso?
La Rai è sempre stata condizionata dalla politica e per decenni la parte del leone l’ha svolta la Dc: io lontanissimo da quella cultura, addirittura temevo di morire democristiano, mentre adesso rimpiango di non essere morto sotto di loro.
(...)
Proprio Pier Silvio Berlusconi, sul Corriere, parla dello snaturamento della Rai verso una veste di tv commerciale.
Ha ragione. Il padre, con le sue televisioni, non ha mai compiuto errori come quelli di oggi in Rai; mancano capacità e competenze.
Fazio lo ha portato lei.
E quelli del canale Nove (nuova “casa” di Fazio) non vogliono neanche credere a quello che sta accadendo.
Un regalone da parte della Rai.
Non erano abituati ad ascolti tanto alti; (alza la voce) non c’è da scherzare, la Rai è un’azienda nazionale, con migliaia di dipendenti, se va in malora è un grande problema.
Ai suoi tempi una trasmissione con l’1,79% di share sarebbe andata avanti?
Si sarebbe subito soppressa; ma all’1,79 non siamo mai arrivati.
È stato più grave perdere Gramellini, Fazio, Annunziata o Berlinguer?
È gravissimo aver perso tutti e quattro insieme e a loro aggiungo Augias.
Hanno risparmiato, dicono.
Quello che gli permetteva di incassare di pubblicità, Fazio, era molto superiore a quello che spendevano.
Dalla sua stagione cosa sopravvive su Rai3?
(Sorride) Meglio se non rispondo, altrimenti lo eliminano.
C’è ancora Blob.
Quello è più merito di Ghezzi, Giusti e di un gruppo di ragazzi straordinari. Io firmavo la parte burocratica; (pausa) sì, c’erano delle professionalità uniche come Lio Beghin e Angelo Guglielmi. Oggi sono guai.
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micro961 · 11 months
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Dyonea - Il singolo “Petricore”
Il brano della band sugli stores digitali e nelle radio
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“Petricore” è il singolo dell’eclettica band dei Dyonea, sui principali stores digitali e dal 23 ottobre nelle radio in promozione nazionale. Il brano esprime un profondo senso di nostalgia e affetto verso qualcuno e pone una serie di domande retoriche sul perdono, l'apprendimento e le scelte nella vita. Queste domande suggeriscono una riflessione profonda sul passato e sul futuro e sulla capacità di fare scelte consapevoli. Il motivo centrale della canzone è l'affetto e il legame profondo: descritti come elementi concreti e presenti; come "petricore" (l'odore della pioggia dopo una lunga siccità), il suono delle onde e l'attesa della neve nelle nuvole sottolineano il senso di calma, conforto e bellezza che reciprocamente ci si trasmette nonché di un forte senso di gratitudine provato per l'apertura di nuove opportunità. Il brano suggerisce che il silenzio stesso ha il “sapore” dell’altro: non sono necessarie le parole ad esprimere l'affetto. Ogni goccia di pioggia è descritta come un bacio sulla fronte, simboleggiando la presenza costante dell’altro, specialmente quando piove. In “Petricore” si descrive un sogno, così reale e intenso, che al risveglio la luna è ancora piena e maestosa nel cielo, riflettendo un senso di persistenza e pienezza nel ricordo di questa persona. In sintesi, è una canzone che esprime una profonda nostalgia, affetto e gratitudine per una persona speciale. La pienezza dei ricordi, la forza delle connessioni e la bellezza dei momenti condivisi sono temi centrali in questa canzone.
“È un brano dolce e al contempo un po' malinconico, ma anche ricco di consapevolezza e gratitudine per quei legami che si creano proprio durante periodi difficili o particolari della vita. Ci spinge a cercare, anche nelle difficoltà, tutti gli insegnamenti che queste portano con sé e a dare valore alle persone che incontriamo in queste esperienze. È un brano che parla di reciproco aiuto e di quanto speciali possano essere le persone e i rapporti in alcuni frangenti delle nostre vite.” Dyonea
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Storia della band
I Dyonea nascono nel settembre 2018: quattro amici, reduci da un’esperienza di band precedente, si riuniscono per dare vita ad un nuovo progetto musicale con una nuova cantante. Cominciano a comporre brani inediti in italiano e, dopo aver cambiato bassista e batterista, la formazione procede con diversi live e la registrazione del primo album, “Radici”, uscito nell’agosto 2020, completamente autoprodotto e anticipato dai singoli “Di nascosto” e “In te”. I cinque componenti creano un’identità musicale che viene definita indie rock con “contaminazioni” di altri generi (jazz, soul, grunge, rock anni ’80, ’90 e 2000) e continuano a comporre per il secondo disco. Partecipano ad alcuni contest (Sanremo Rock – Tour Music Fest), ad eventi presso comuni dell’hinterland milanese (Festa della Musica – Moonshine) e organizzano live presso locali della zona suonando anche in versione acustica. Nel maggio 2022 la band firma un contratto editoriale e propone una rivisitazione del singolo “In te”, uscito a fine agosto dello stesso anno, mentre il 2023 si apre con un contratto discografico con una nuova etichetta. Attualmente la formazione è composta da quattro membri (voce, chitarra, basso, batteria) e continua con la registrazione del nuovo disco, caratterizzato da sonorità sperimentali e diverse rispetto al lavoro precedente, con una leggera impronta progressive.
La pubblicazione del nuovo album “Superstiti” è prevista per novembre 2023, preceduta dall’uscita di due singoli a maggio e a settembre.
Facebook: https://www.facebook.com/dyoneaband
Instagram: https://www.instagram.com/dyonea_band/?hl=it
Spotify: https://open.spotify.com/artist/3YLJx05o9Wwyp2QrXCnTCo
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dettaglihomedecor · 1 year
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Nasce TERRASZA, il primo progetto dedicato all’Exterior Design
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Debutta da Barcellona TERRASZA, il primo progetto dedicato esclusivamente all’Exterior Design a livello internazionale. Nasce nel cuore della città manifesto del design e della vita all’aria aperta e prende forma online, con il lancio di TERRASZA piattaforma phigital, nuova pietra miliare nel mercato e prima realtà dedicata esclusivamente al settore. TERRA-SZ-A deriva da un gioco di lettere in omaggio alla capitale catalana, dove la parola terrazza, emblema del piacere di ritrovarsi con gli amici e la famiglia in un accogliente spazio esterno, è scritta con due esse; e in omaggio al castellano dove è scritta con la zeta, così come in italiano, a sottolineare la provenienza dei founder del progetto. Logo e immagine di TERRASZA sono stati disegnati dalla product designer e illustratrice spagnola Ángela León. Ángela ha illustrato libri di architettura e ha collaborato con musei come il MAXXI di Roma e i Musei Civici di Firenze. Attualmente concilia il suo lavoro editoriale internazionale con progetti per la collettività a Madrid.
TERRASZA BCN 2023
Un evento “business to buyers”, la prima edizione TERRASZA BCN 2023 mette in mostra il meglio dei prodotti e dei servizi per lo spazio esterno, sia in contesti privati che pubblici, da parte di aziende leader nel settore dell'outdoor living, che lavorano in collaborazione con i principali designer di tutto il mondo. Un evento unico, che connette diversi luoghi della città, come showroom, hotel e spazi pubblici, offrendo un'esperienza senza pari di vetrine dedicate, installazioni, esposizioni di prodotti e incontri culturali. La mission di TERRASZA L'obiettivo principale dell’iniziativa è quello di generare sinergie e scambi che possano favorire il dialogo e la riflessione, affrontando da una prospettiva transdisciplinare temi legati all'ecologia, allo stile di vita e alle sfide creative. Un approccio innovativo, che mira a elevare il design per esterni a nuova categoria di pensiero e di mercato, dando risalto e specificità a tutte le realtà che operano nel mondo dell'outdoor living a livello internazionale. Dai mobili all’illuminazione, dai tappeti agli elementi decorativi, dai materiali ai vasi, alle piante: la mission di TERRASZA è di riunire in un unico “contenitore” online e offline, con eventi itineranti, il meglio del design e della produzione di settore. Tutto sulla prima edizione La prima edizione di TERRASZA BCN 2023 si svolgerà dal 16 al 28 ottobre 2023, con una presentazione centrale il 19 ottobre alle 19, e sarà parte del programma di eventi BDW OFF della Barcelona Design Week. Una delle caratteristiche distintive sarà l’accesso gratuito, offrendo a tutti gli interessati di godere liberamente del nuovo circuito di design outdoor. “TERRASZA BCN 2023 segna un'occasione epocale nel campo del design e dei prodotti per esterni. La nostra piattaforma digitale offre un'opportunità unica alle aziende leader di settore e ai migliori designer di tutto il mondo di presentare i loro prodotti e servizi promuovendo il business, la visibilità e la collaborazione tra diverse realtà. Inoltre, siamo orgogliosi - grazie all’intervento del nostro direttore scientifico Juan Cabello Arribas* - di puntare i riflettori su temi chiave della contemporaneità, come l'ecologia, la sociología, l’arte, la ricerca di nuovi materiali, incoraggiando il dialogo e la riflessione, per trovare soluzioni sostenibili e all'avanguardia”, ha sottolineato Guendalina Perelli, founder di TERRASZA. L'evento TERRASZA BCN 2023 è quindi un'occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati al mondo dell'outdoor, alla creatività e all'innovazione. Grazie a un approccio internazionale, questa prima edizione promette di creare un precedente nel settore, proponendosi come piattaforma di riferimento per l’Exterior Design a livello globale.   Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Giuseppe Bianco: lo strano caso di Gennaro Amore
Le strane dinamiche del fato Giuseppe Bianco torna in libreria con una nuova storia, lo strano caso di Gennaro Amore, un romanzo breve, una storia esilarante che riserva al lettore colpi di scena, momenti grotteschi, imprevedibili e ironici, proprio come accade nella vita. Il libro, edito da LupiEditore, ha due protagonisti che portano avanti due punti di vista diversi su temi senza tempo: l’amore, l’odio, il bene e il male. Due facce della stessa persona che si scontrano sul terreno delle emozioni.  Giuseppe Bianco con lo Lo strano caso di Gennaro Amore, dona al lettore un testo scorrevole, mai superficiale, che pone problemi esistenziali senza avere alcuna presunzione di dare delle risposte definitive. Con la nostra intervista all’autore abbiamo cercato di acquisire qualche dettaglio in più non solo sul romanzo ma anche sulla sua scrittura in generale.   Intervista a Giuseppe Bianco Salve Giuseppe, lei è nuovo al pubblico di CinqueColonne Magazine. Ci racconta brevemente di cosa si occupa e quando è entrata la scrittura  nella sua vita? Sono impiegato in una multinazionale alimentare. Vengo da studi tecnici e qualche anno di ingegneria meccanica, ma non mi sono mai laureato, purtroppo. La scrittura è entrata molto presto nella mia vita, fin dalle scuole elementari. Con il passare degli anni è sempre riuscita a trovare molto spazio nelle mie attività. Ero iscritto alla SIAE come autore della parte letteraria delle canzoni, ho creato e gestito siti di parole, curato e/o inserito in molte antologie, organizzato un Concorso Letterario per una decina d’anni e sono stato direttore editoriale della Casa Editrice Albus Edizioni.  Penso di non esagerare se affermo che la scrittura non si è “inserita” nella mia vita, ma è nata con me.  Informiamo i nostri lettori su che tipo di romanzo andranno a leggere. Secondo lei in che genere lo catalogherebbe? Sicuramente va catalogato come narrativa non di genere. Un romanzo breve, esilarante, scritto con uno stile scorrevole.  Come la vita, sfiora momenti divertenti, ironici, grotteschi, a volte sfiora il tragico offrendo riflessioni di ampio respiro, aperte al modo in cui viviamo ed al suo senso.  Il suo romanzo si gioca sul filo sottilissimo della guerra tra il bene e il male. Perché ha scelto di parlare di questo atavico conflitto? C’è stato un evento, una riflessione o una lettura che le ha fatto scattare la scintilla? Tra il bene e il male, tra le ragioni dell’amore e quelle dell’odio che sono le forze che “comandano” il mondo. Come tutti i miei scritti è nato in modo abbastanza casuale, come se fossi stato contattato direttamente da Gennaro Amore. Quando questo succede, mi convinco sempre di più che non sono io a cercare le storie da raccontare, sono loro che mi trovano, a me non resta che scriverle.    Lei ha scritto tantissimi romanzi e vinto numerosi premi.  Nello  strano caso di Gennaro Amore lei ha percepito qualche mutamento nella sua scrittura dopo tanti anni?  Ho scritto parecchi racconti ed ho avuto la fortuna di aver portato a casa qualche premio letterario, i libri pubblicati sono solo otto, anche perché, dopo ‘Chiedilo all’amore’ il mio secondo libro, presi una piccola pausa di riflessione … una decina d’anni. Mi dedicai ad altro, ma una passione può metterti in stand by, lasciarti per un periodo di tempo, poi torna sempre, così nel 2018 c’è stato un mio secondo inizio con il romanzo ‘Figli di uno schizzo ’. Mutamento? Sicuramente.  Come una persona, che senza accorgersene, cambia ogni giorno un po', così anche la scrittura, rigo dopo rigo, pagina dopo pagina si arricchisce, matura, ravvivata da nuove emozioni si esprime con forme e stili diversi, anche se, questo nella mia scrittura è sempre successo, ho sempre cercato e cerco di adattare lo stile ed il linguaggio alla storia che racconto. I nostri lettori amano gli scrittori, sono un po’ ficcanaso e adorano le stranezze. Ci racconta qualche sua abitudine di scrittura? Non so, le piace scrivere solo la sera, ha bisogno di una tazza di caffè mentre scrive, attacca post it ovunque... La curiosità è sempre lecita e meno male che c’è, altrimenti cosa spingerebbe a leggere un libro, a vedere un film, ad ascoltare la nuova canzone dell’artista preferito… Confesso la mia ‘stranezza’, non scrivo in un momento preciso della giornata, non ho bisogno di un bicchiere di whisky o di una tazza di caffè. Quando mi arriva l’idea che mi trasmette emozione la devo subito scrivere su di un pezzo di carta, basta un pizzino minuscolo, una ricevuta di un pagamento, un foglio che porto sempre in tasca o semplicemente lo scontrino del caffè.  Mettere un pensiero su carta è come fare una foto, se non cogli l’espressione, l’attimo, se non li fissi subito … dopo non sarà più la stessa cosa. Tra i libri di Giuseppe Bianco oltre allo Strano caso di Gennaro Amore ricordiamo “Una splendida follia”, Romanzo PAV Edizioni, “Esilaranti storie di anime scoperecce”, Jacopo Lupi Editore e  “Piccoli particolari – On my way” Edizioni Montag. Read the full article
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bergoglionate · 8 months
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Riguardo l’intervista di papa Francesco rilasciata a Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa di domenica 14 gennaio 2024, abbiamo trascritto il video-editoriale al riguardo del prof. Corrado Gnerre, perché condividiamo tutte le sue riflessione e le facciamo nostre.
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