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#santi ambrogio
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Basilica of Santi Ambrogio e Carlo al Corso, Rome.
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elegantpersoncreation · 2 months
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Inside The basilica of Santi Ambrogio e Carlo al Corso... ⚜️
🎥 @roberto_celestri [IG]
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michelangelob · 5 months
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Sarà restaurata la Madonna del Latte del Maestro della Cappella Rinuccini: Cristina Napolitano vince la VII edizione del Premio Friends of Florence
Il Premio Arte del Restauro di Friends of Florence 2024 è stato appena assegnato al progetto presentato dalla restauratrice Cristina Napolitano Restauri. L’opera che verrà restaurata sarà l’affresco staccato con La Madonna del Latte tra i santi Bartolomeo e Giovanni Battista del Maestro della Cappella Rinuccini, ubicato nella Chiesa di S. Ambrogio a Firenze. Il premio del valore di €20.000,…
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Al 66% degli italiani non piace la società in cui vivono
AGI – Al 66% degli italiani non piace la società in cui vivono, percentuale che sale al 72% tra i giovani. È quanto emerge dalla ricerca del Censis ‘La tentazione del tralasciare’, presentata a Roma presso la Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, a 50 anni dal convegno su ‘I mali di Roma’ del febbraio ’74. Ci troviamo oggi di fronte a un paradosso, sottolinea una nota, siamo una società…
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siciliatv · 8 months
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Arrivano i "Liceo del Made in Italy". 17 in Sicilia, ecco dove sono. 1 è a Favara. Enna rimane esclusa
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Arrivano dal prossimo anno scolastico 2024/25 i nuovi Liceo del Made in Italy. In Sicilia saranno 17, di cui 1 a Favara. I Liceo del Made in Italy autorizzati nelle varie province, saranno così suddivisivi: 3 in provincia di Agrigento, 2 in provincia di Caltanissetta, 3 in provincia di Catania, 3 in provincia di Messina, 1 ciascuno nelle province di Palermo e Ragusa, 2 in provincia di Siracusa e 2 in provincia di Trapani. Nessun Liceo in provincia di Enna. Sono in totale 92 i licei a indirizzo Made in Italy sinora approvati sull'intero territorio nazionale. Oltre ai 17 che saranno attivati in Sicilia, ne nasceranno 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e Veneto, 2 in Molise e 1 in Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria. L'elenco non comprende le 22 scuole per cui la Regione Campania non ha ancora autorizzato l'avvio del liceo del Made in Italy. Nel resto d'Italia, sono 6 gli istituti scolastici che, pur avendo presentato domanda, non erano in possesso dei requisiti richiesti. Il Liceo del Made in Italy offre un percorso formativo completo integrando scienze economiche e giuridiche con le scienze matematiche, fisiche e naturali. Attraverso questo nuovo percorso liceale, attivo dall’anno scolastico 2024/2025, gli studenti potranno esplorare gli scenari storici, geografici e culturali per comprendere le peculiarità del tessuto produttivo italiano e l'evoluzione sociale e industriale del Paese. Il percorso formativo, annunciano dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, permette di acquisire competenze specifiche per la gestione d'impresa, sulle strategie di mercato e sui processi produttivi e organizzativi, preparando gli studenti alle sfide imprenditoriali. Combinando teoria e pratica, offre un approccio educativo multidisciplinare con sbocchi professionali in tutti i settori di eccellenza del Made in Italy. Nella provincia di AGRIGENTO LICEO SCIENTIFICO - ENRICO FERMI VIA PARMA N. 1, 92019 SCIACCA Codice:AGPS02000P LICEO SCIENTIFICO E SCIENZE UMANE POLITI VIA ACRONE 12, 92100 AGRIGENTO Codice:AGPM03000A LICEO STATALE - MARTIN LUTHER KING VIALE PIETRO NENNI 136, 92026 FAVARA Codice:AGPM02000Q +++++++++++++++++++   Nella provincia di CALTANISSETTA LICEO S. U. E MUSICALE "A. MANZONI" VIALE TRIESTE, 169, 93100 CALTANISSETTA Codice:CLPM01401T LICEO SCIENZE UMANE DANTE ALIGHIERI VIALE EUROPA, 119, 93012 GELA Codice:CLPM018015 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di CATANIA I.S. ETTORE MAJORANA LICEO SCIENTIFICO VIA LUIGI CAPUANA 36, 95048 SCORDIA Codice:CTPS170002 IIS MICHELE AMARI-LICEO CLASSICO E LICEO SCIENZE UMANE VIA PADRE AMBROGIO, 1, 95014 GIARRE Codice:CTPC00101L LICEO SCIENTIFICO STATALE "E. MAJORANA" VIA PIERSANTI MATTARELLA, 21, 95041 CALTAGIRONE Codice:CTPS04901R ++++++++++++++++++++++   Nella provincia di MESSINA I.I.S. SANT'AGATA DI M.LLO " L.SCIASCIA"- CLASSICO, LINGUISTICO, SCIENZE UMANE CONTRADA CANNAMELATA, 98076 SANT'AGATA DI MILITELLO Codice:MEPC003013 LICEO LING. E SCIENZE UMANE "BISAZZA" VIALE ANNUNZIATA N. 10/A - RIONE MATTEOTTI, 98100 MESSINA Codice:MEPM01301T LICEO VITTORIO EMANUELE III PATTI VIA TRIESTE 43, 98066 PATTI Codice:MEPC060006 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di PALERMO LS SANTI SAVARINO C/DA TURRISI S.N., 90047 PARTINICO Codice:PAPS080008 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di RAGUSA LICEO "G. B. VICO" VIA POMPEI 2, 97100 RAGUSA Codice:RGPM01801D +++++++++++++++++++++   Nella provincia di SIRACUSA "L.DA VINCI" FLORIDIA V.LE VITT.VENETO -C/DA SERRANTONE, 96014 FLORIDIA Codice:SRPS150001 L.S. E L. SC. UM."O.M.CORBINO" SIRACUSA V.LE REG. MARGHERITA 16, 96100 SIRACUSA Codice:SRPS14000A +++++++++++++++++++++   Nella provincia di TRAPANI LICEO STATALE " PASCASINO" MARSALA VIA VACCARI,5, 91025 MARSALA Codice:TPPM03000Q LICEO STATALE "I. E V. FLORIO" VIA SANTO SPIRITO SNC, 91016 ERICE Codice:TPPM033018 Read the full article
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pietroalviti · 1 year
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Amaseno, il vescovo Spreafico: il sangue di Lorenzo vivifichi l'impegno dei cristiani
Quando celebriamo la festa dei Santi e dei martiri – ha detto mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e Anagni, durante l’affollatissima processione di S. Lorenzo ad Amaseno – bisogna sempre ricordare il tempo in cui hanno vissuto, perché spesso si guarda loro come degli eroi, mentre invece furono donne e uomini come noi che non rinunciarono a vivere la fedeltà al Vangelo e all’amore che…
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amicidomenicani · 2 years
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Quesito Pace Padre, Come stai? Potrei chiederti come collegare il concilio di Firenze e il Vaticano II in materia di salvezza di scismatici, eretici e pagani?  Apparentemente la Chiesa prima di Vaticano II era molto meno aperta alla visione di una salvezza fuori dalla Santa Ecclesia. Questo è solo mia mancanza di studio si era scettici sui sacramenti celebrati dagli ortodossi. Ti ringrazio della risposta, mi auguro il meglio per te.  Martin Risposta del sacerdote Caro Martin, 1. prima di parlare del concilio di Firenze è opportuno guardare agli antefatti che hanno portato a quel concilio. Furono i greci ad invocare dal Papa un concilio per attuare l’unione. A quei tempi i greci erano quelli che noi oggi chiamiamo i membri della chiesa ortodossa. Il motivo era soprattutto di ordine politico. I turchi occupavano già gran parte dei Balcani e premevano su Costantinopoli, potremmo dire alle porte di Santa Sofia. I greci erano persuasi solo nell'unione con l'Occidente avrebbero potuto affrontare la potenza turca. 2. Avrebbero preferito questo concilio a Costantinopoli, ma non insistevano sul luogo. Chiesero invece che il Papa sostenesse le spese del viaggio e del vitto per il patriarca e per i padri. Fu proposta la città di Ferrara. Imbarcatisi nel novembre 1437 su navi veneziane noleggiate dal pontefice, nel successivo febbraio entravano nel bacino di San Marco. Il concilio fu inaugurato a Ferrara l'8 gennaio 1438 con una scarsa partecipazione. (…). Ma nel marzo 1438 i greci comparvero in un  folto gruppo di circa 700 persone, con in testa l'imperatore Giovanni VIII Paleologo, il patriarca di Costantinopoli Giuseppe, il dotto metropolita di Nicea Bessarione, amico zelante dell'unione, che in seguito, nominato cardinale, rimase in Italia anche dopo il concilio. Gli altri patriarchi dell'oriente avevano inviato i loro rappresentanti; La chiesa russa era rappresentata dal metropolita Kiev Isidoro, promotore zelante e disinteressato dell’unione. Le trattative furono molto difficili: più di una volta il concilio fu in procinto di sciogliersi. Solo il timore dei turchi, che avevano conquistato già la maggior parte delle della penisola balcanica e minacciavano direttamente Costantinopoli, fu quello che in certi momenti riuscì a trattenere i greci. 3. La discussione si concentrò soprattutto sul Filioque (e dal Figlio) e durò a lungo. Il credo del concilio di Nicea dice che lo Spirito Santo procede dal Padre. Successivamente, ai tempi di Carlo Magno nella chiesa latina si aggiunse "e dal Figlio”. Quando Papa Eugenio IV esaurì i denari per spesare i greci, trasferì il concilio a Firenze perché Cosimo dei medici, Principe di Firenze, gli aveva promesso aiuti pecuniari. 4. Durante il concilio nella disputa sul Filioque i greci si trovavano di fronte uomini come Giuliano Cesarini, Giovanni Torrecremata, Nicolò Albergati, Tommaso Parentuccelli, Andrea di Rodi, Giovanni di Montenegro e Ambrogio Traversari, persone dotte e di grandi virtù. Furono decisivi soprattutto gli interventi del domenicano Giovanni di Montenegro e del camaldolese Ambrogio Traversari che possedevano perfettamente il pensiero dei Santi Padri e parlavano altrettanto perfettamente la lingua greca. Sapevano sviscerare le questioni e sbaragliare i sofismi nei quali i greci proverbialmente erano abili. In particolare svelarono la falsificazione di testi compiuta dai greci. I nostri due furono così abili da trascinare i bizantini ad accettare il decreto di unione, nel quale si definiva che lo Spirito Santo ab aeterno procede dal Padre e dal Figlio secondo l'essenza e dall'uno e dall'altro procede come da un solo principio. Riuscirono a convincere i greci che la formula dal Padre e dal Figlio e quella dal Padre per il Figlio (come proponevano i greci) si equivalgono e che l'aggiunta e dal Figlio  venne fatta lecitamente e ragionevolmente. In quell’occasione i greci stessi sottoscrissero a proposito del primato del Papa: “Definiamo che la Santa Sede apostolica
e il romano pontefice tengono il primato su tutta la terra e che lo stesso pontefice romano è successore del beato Pietro principe degli apostoli, è vero vicario di Cristo, capo di tutta la chiesa e padre e dottore di tutti i cristiani”. Il decreto sull'unione dichiarava anche che l'eucaristia può essere celebrata ugualmente con pane azzimo (come facevano i latini) e con pane fermentato (come facevano i greci). Concordarono anche la dottrina sul purgatorio e che la consacrazione non avviene al momento dell'epiclesi (invocazione dello Spirito Santo) ma mediante le parole pronunciate da Cristo nell'istituzione e che l'epiclesi è una semplice preghiera. 5. Papa Eugenio IV riconobbe lecito l'uso del pane lievitato e gli altri usi e riti orientali. Riconobbe che non c'era l'obbligo da parte dei greci di aggiungere il Filioque nella recita del Credo. Era sufficiente accettare l'atto di unione. Sottoscrissero il decreto di unione tanto l'imperatore quanto il rappresentante dei patriarchi di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, 16 metropoli, quattro diaconi … L'unico contrario che non sottoscrisse fu Marco di Efeso. 6. Ma in oriente i monaci e i sacerdoti aizzarono il popolo contro i latini, gridavano che a Firenze gli orientali erano stati raggirati e comprati. Sicché quando i loro prelati tornarono in patria furono accolti al grido di "azzimiti, traditori, apostati”.. Invano Bessarione di Nicea, Isidoro di Kiev e il nuovo patriarca di Costantinopoli tentarono di mitigare l’esplosione. L’oriente, trascinato da Marco di Efeso, volse definitivamente le spalle a Roma. La festa dell'unione celebrata a Santa Sofia il 12 dicembre del 1452 provocò un grande tumulto. Si gridava che si poteva vivere anche sotto i turchi e che “era meglio il turbante turco che la tiara romana”. Nella primavera successiva Maometto II con un esercito di 200.000 guerrieri infiammati di fervore religioso investì Costantinopoli e decretò la fine dell'impero romano d’oriente. Passata l'ebrezza della vittoria, Maometto II invitò i greci dispersi a tornare promettendo tolleranza e fece eleggere Gennaio come patriarca di Costantinopoli. Gennaio era un focoso scismatico e lo intronizzò come patriarca con un pastorale d'oro pronunciando la formula: “la Santissima Trinità che mi diede l'impero ti fa arcivescovo di Costantinopoli, nuova Roma e patriarca ecumenico”. 7. Così l'unione andò in frantumi. Durante il concilio di Firenze la Chiesa Cattolica si è mostrata molto aperta verso i greci, come si è potuto vedere. Sulla salvezza dei non battezzati da parte cattolica si è sempre detto anche prima del Vaticano II che la cosa essenziale è l'essere in grazia di Dio.  Ugualmente si è sempre detto che la grazia Dio la offre attraverso vie invisibili anche ai pagani, purché vivano la loro religione in buona fede, in maniera onesta e pentiti dei loro eventuali peccati. Per quanto attiene la celebrazione dei sacramenti la chiesa cattolica sempre riconosciuto la validità dei sacramenti celebrati dagli ortodossi perché, sebbene sistematici perché separati da Roma, hanno conservato la successione apostolica, e cioè quella catena ininterrotta che da Gesù Cristo arriva fino a noi nella trasmissione dei poteri divini. Anche a te di tutto cuore auguro il meglio!  Ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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dantewroclaw · 2 years
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#ancheateefamiglia (at Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea) https://www.instagram.com/p/CmolgUhsAwL/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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MERCOLEDI 07 DICEMBRE 2022 - 🔸♦️SANT'AMBROGIO♦️🔸 Aurelio Ambrogio (in latino: Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant'Ambrogio (Augusta Treverorum, 339-340 – Milano, 4 aprile 397) è stato un funzionario, vescovo, teologo, scrittore e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro dottori della Chiesa d'Occidente, insieme a San Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa. Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino era il patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie. Come vescovo, prese una posizione ferma contro l'arianesimo e tentò di mediare il conflitto tra gli imperatori Magno Massimo e Teodosio I (e fu un fedele collaboratore, se non anche una fonte di ispirazione per quest'ultimo). Da Il Santo del Giorno. Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Milano italy) https://www.instagram.com/p/Cl3rnhzIinn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, torna il Festival Internazionale del Belcanto Italiano
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Milano, torna il Festival Internazionale del Belcanto Italiano. A Milano, nella Basilica dei Santi Nereo e Achilleo, martedì 6 dicembre 2022, si avrà l'occasione di ascoltare, alle ore 21.00, un grande concerto internazionale: la serata musicale sarà dedicata principalmente ai capolavori della musica sacra del Sette e Ottocento, nelle ultime ore della giornata in cui tradizionalmente, secondo il calendario, si festeggia "San Nicola, vescovo di Mira", e in prossimità del giorno dell'anno in cui si ricorda che, grazie ai milanesi, il 7 dicembre 374, Ambrogio venne dichiarato vescovo della città. Il concerto racchiude in sé una triplice motivazione che merita d'esser qui spiegata: oltre a voler essere un annuncio delle imminenti festività natalizie, è anche un richiamo come detto alla ricorrenza ambrosiana così sentita a Milano; ed infine, ma non per ultimo, si vuole festeggiare la conclusione dei lavori di decorazione della chiesa ad opera del pittore rumeno Iulian Rosu (presente in foto, nella locandina dell'evento). Nel ricco programma - che inizierà con il bellissimo "Laudate Dominum" mozartiano per soprano solista e coro, come dedica musicale alla Basilica che reca scritto al suo ingresso proprio l'incipit del Salmo 117 in latino - sono previste sia arie solistiche, diverse delle quali 'mariane', che brani d'assieme, di von Bingen, Durante, Vivaldi, Handel, Haydn, Mozart, Rossini, Mercadante, Verdi, Adam, Gounod, Fauré e Wolf, tratti dal repertorio di musica sacra e da quello operistico d'ispirazione sacra. Saranno alternati brani 'famosi' cantabili, come "La vergine degli angeli" dalla verdiana "Forza del destino", e di virtuosistica coloratura, come il "Rejoice" dal "Messiah" di Handel, a pezzi di rara esecuzione, tra cui spiccano l' "Ave Maria" di Verdi, volgarizzata da Dante, del 1880, ma anche il Lied "Schlafendes Jesuskind" di Wolf, composto su ispirazione di una incisione del pittore bolognese Francesco Albani, "Ego dormio et cor meum vigilat. Gesù Bambino dormiente sulla croce", trovato dal compositore austriaco in un libro sui pittori rinascimentali. Non poteva naturalmente mancare, per l'occasione, una 'dedica speciale' a San Nicola che verrà ricordato in musica con il toccante brano corale "Sanctus", dalla "Missa in honorem Sancti Nicolai" di Haydn.Interpreti d'eccezione sono i concertisti e docenti internazionali Astrea Amaduzzi, soprano lirico belcantista, ed il M° Mattia Peli, all'organo, ai quali si affiancheranno alcuni allievi dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano di Alessandria: i soprani Arianna Richeldi (Italia), Angela Floccari (Italia) e Irene Aramburo (Messico), il tenore Wilmer García (Venezuela), il baritono Davide Mazza Spantigati (Italia) ed il basso Pier Luigi Melis (Italia). Ingresso libero – Info e prenotazioni (Tel./WhatsApp) 347.5853253... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso
@roberto_celestri
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lucianolucci · 3 years
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Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea (detta del Gesù)
Luciano Lucci©
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pietroalviti · 1 year
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Ferentino, ancora un tentativo di scasso alla chiesa della stazione
Stavolta non hanno trovato niente ma hanno fatto comunque danno: la parrocchia dei Santi Giuseppe e Ambrogio alla stazione di Ferentino continua ad essere nel mirino dei ladri. Sono in corso le indagini dei carabinieri. per restare aggiornati Type your email… Subscribe
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crazy-so-na-sega · 4 years
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Nel link, qui sopra, un documentario storico (lunghetto ma da vedere) su sant’Ambrogio ovvero uno dei protagonisti dell’innesto della romanità in Cristo che ha reso possibile il ritorno dell’elemento di verità originaria conservata nella antica saggezza “pagana” alla sua Radice Prima ossia alla Sapienza Primordiale del Verbo Divino. Un innesto questo di Roma in Cristo – la dantesca “Roma onde Cristo è romano” – nel quale si è manifestato, sul piano storico, il Sacerdozio Eterno e Regale, al modo di Melchisedek, del Cristo, di Colui che, per l’appunto, è l’unico Rex et Sacerdos. Su questo Sacerdozio regale ed eterno, per tutti i secoli cristiani, si è fondato il delicato e difficile equilibrio tra Autorità Spirituale e Potere Politico. Un equilibrio che Ambrogio contribuì a definire nel suo non facile rapporto con l’imperatore Teodosio. A chi oggi potrebbe scandalizzarsi della durezza che Ambrogio usò verso gli ariani, gli ebrei ed i residuali “pagani” del suo tempo, è bene ricordare che la tolleranza è concetto ambivalente. Essa se malintesa, come nel mondo moderno, porta inevitabilmente al relativismo e peggio al nichilismo.
D’altro canto la complessità della storia è una sfida continua per tutti. Nel documentario, suggerito, laddove si parla della difesa ad oltranza, e certo sbilanciata, che Ambrogio fece dei cristiani responsabili dell’incendio di una sinagoga non viene detto che quel colpevole episodio fu la ingiusta reazione all’uccisione di un cristiano per mano di alcuni zeloti ebrei o, secondo altre fonti, la reazione all’aggressione, sostenuta dagli ebrei locali, di alcuni gnostici valentiniani ad una processione di monaci in onore dei “santi maccabei”. L’episodio, che certamente non fu unico, va quindi ascritto al contesto delle tensioni tra due comunità religiose che nascondevano anche conflitti politici.
Il tema che qui vogliamo affrontare, sotto il profilo storico, è quello della cosiddetta “svolta costantiniana” del IV secolo, quando i cristiani divennero maggioranza relativa e iniziarono a ribaltare la situazione a loro favore. Fino ad allora i perseguitati erano stati essi, i cristiani, ma non per mano romana come generalmente si pensa. Anzi, già subito dopo i fatti di Gerusalemme, l’autorità romana mostrò un atteggiamento di difesa verso i cristiani perseguitati dal Sinedrio e lo stesso Tiberio, come spiega Marta Sordi, emanò un rescritto che considerava la “licita” nuova “religio”. Un rescritto tuttavia poi bloccato dal Senato. Roma vedeva in quel nuovo gruppo di origine ebraica una comunità obbediente all’impero anziché in costante ribellione come quella ebraica e pertanto lo tutelava nella speranza che ad esso finissero per aderire tutti gli ebrei ottenendo così la pacificazione della turbolenta Palestina. Nelle successive persecuzioni imperiali, a parte la questione del bruciare l’incenso alla “divinità” dell’imperatore (che era un rito di origine orientale ed estraneo alla tradizione romana, la quale non aveva mai contemplato la divinizzazione del re), si percepisce, all’indagine storica, una chiara pressione sull’autorità romana per mano ebraica, volendo il Sinedrio e la diaspora regolare una volta per sempre i conti con gli “eretici galilei”. Fu dunque, in particolare, la diaspora ebraica a sobillare i pagani e l’autorità imperiale contro i cristiani. Pare, ad esempio, che sia stata Poppea, moglie di Nerone, il vanesio imperatore allievo ribelle di Seneca, che era diventata adepta “gentile” di alcuni maestri ebrei romani, a spingere il marito ad imputare ai cristiani l’incendio dell’Urbe.
In quella che solitamente è chiamata “svolta costantiniana” in realtà l’imperatore Costantino non ha giocato quasi alcun ruolo dato che, con il suo editto, egli si limitò a riconoscere ai cristiani libertà di culto alla pari di altri gruppi religiosi. La vera e propria svolta iniziò successivamente, proprio all’epoca di Ambrogio e Teodosio. La controversia intorno all’incendio della sinagoga di Callinico nascondeva ben altro che non la pressione di Ambrogio sull’imperatore affinché perdonasse i cristiani responsabili del misfatto. Il punto era un altro. Teodosio, ottemperando al suo dovere imperiale, voleva punire i responsabili addossando alla comunità cristiana le spese di ricostruzione della sinagoga, ma Ambrogio intervenne argomentando che egli, Teodosio, era un imperatore cristiano – in nome del “nome cristiano” più tardi Ambrogio lo avrebbe umiliato, imponendogli una pubblica penitenza, quando il sovrano si rese responsabile del massacro di Tessalonica – e che quindi non poteva mettere sullo stesso piano il vero culto, quello cristiano, ed uno falso, quello ebraico. La soluzione adottata da Teodosio, ossia ricostruire la sinagoga a spese dell’erario e moderare la pena comminata ai colpevoli, segnò la nascita del concetto di tolleranza premoderno come conosciuta fino alla Rivoluzione Francese ed il vero inizio della svolta “costantiniana”. Da quel momento l’impero diventava cristiano, confessionale, ed in tale contesto agli altri culti, benché ancora leciti ed ammessi, furono imposte restrizioni da “cordone sanitario”. Le comunità religiose allogene potevano sì celebrare il proprio culto ma non fare proselitismo, potevano sì conservare i loro templi ma non costruirne di nuovi, i loro membri potevano sì esercitare professioni private ma non essere ammessi a cariche pubbliche.
La tolleranza, in tal senso, era intesa come circoscrizione del “male” e non più come eguaglianza tra i culti. Un tipo di tolleranza non egalitaria che non fu propria del solo mondo cristiano giacché è stata quella ordinaria anche in terra islamica, nei confronti delle “genti del Libro” ovvero ebrei e cristiani, ed anche presso gli ebrei quando, nei pochi e rari casi nei quali godettero di egemonia, usarono discriminare gli altri culti. Come ad esempio nel regno caucasico dei khazari, VI secolo, quando i rabbini insediatisi a corte ottennero la cacciata e la ghettizzazione dei cristiani (il ramo aschenazita dell’ebraismo postbiblico deriva anche da qui).
Per la nostra mentalità relativista tutto questo è scandaloso ma in realtà corrisponde perfettamente alla logica della Verità che non può essere parificata alla non verità. Chi crede che la Verità esiste inevitabilmente non può, ed è cosa giusta in base a tale logica, accettare la sua relativizzazione. Se per noi “liberali” è assurdo che lo Stato operi una scelta tra le diverse visioni religiose e filosofiche, altrimenti sarebbe Stato confessionale o se laico etico, non era così nella logica veritativa di Ambrogio e Teodosio. E – si badi – in linea di principio non è così, cristianamente parlando, neanche oggi quando lo Stato liberale è cosa accettata da tutti compresi i cristiani. Infatti, in linea di principio, in un’ottica cristiana l’Autorità politica, soprattutto se “consacrata”, non può lasciare che i falsi culti si diffondano in particolare a danno di coloro che, spiritualmente ed intellettualmente più deboli, si mostrano incapaci di discernere il vero dal falso. Affermare questo, naturalmente, significa esporsi all’accusa di intolleranza, l’accusa tipica rivolta alla Chiesa da parte liberale, nonostante il controverso e difficile cammino che ha portato, dopo la Rivoluzione Francese, i cattolici ad accettare, se non in linea di principio quantomeno in via di fatto e di accomodamento, il criterio liberale della libertà religiosa, ovvero a tollerare i fondamenti relativistici, di matrice massonica, della democrazia liberale.
Dunque la democrazia di tipo liberale è il migliore dei sistemi ed alla fine anche i cristiani hanno dovuto convincersene, sebbene alcuni di essi soltanto per tolleranza di fatto? Bisogna, per rispondere, valutare il rovescio della medaglia. E’, ad esempio, in nome delle libertà individualistica che oggi possiamo assistere non solo alla parificazione giuridica tra matrimonio eterosessuale ed unioni omosessuali ma anche al riconoscimento, coerente con le premesse liberali, del diritto alla pedofilia, che ormai si profila all’orizzonte delle legislazioni pomposamente definite “più avanzate”. Sulla base dei postulati del liberalismo l’Autorità non può opporsi al proselitismo – e qui riemergono le “ragioni” di Ambrogio e della antica Cristianità – dei culti più spiritualmente e socialmente pericolosi, dal New Age a Scientology, dal Geovismo al Teosofismo, che fanno strame soprattutto, come temevano gli antichi inquisitori, tra coloro che per difetto di evangelizzazione (e questa è una grave responsabilità dei cristiani) o per poca istruzione o per debolezze caratteriali e psicologiche abboccano alla setta di turno sovente rimettendoci famiglia, salute e patrimonio. In nome della libertà religiosa si è fatta avanti persino la richiesta di riconoscimento, quale culto legittimo, del satanismo. Nella logica relativista nulla si può opporre a tale richiesta dato che, in quella logica, la “chiesa di Satana” ha lo stesso diritto e valore giuridico della Chiesa cattolica.
La democrazia liberale nasce storicamente dal “settarismo” protestante, inaugurato dall’individualistico “libero esame” di Lutero. Il suo cammino trionfale inizia poi nel XVIII secolo con la nascita degli Stati Uniti d’America, all’ombra del relativismo massonico di Washington e degli altri padri fondatori. La concezione massonica per la quale la Verità non esiste (essendo una auto-costruzione “iniziatica” dell’uomo) o, meglio, per la quale essa, inattingibile storicamente, sarebbe diluita un po’ in tutte le fedi sicché nessuna di esse può pretendere un primato sulle altre, è il fondamento irrinunciabile della democrazia liberale. Che lo si voglia o meno, è così. Gli Stati Uniti, infatti, sono il paradiso del settarismo e da lì, da oltreoceano, le più svariate sette sono ritornate in Europa, senza che nessuno possa opporsi al loro, spesso aggressivo, proselitismo anche quando tutto finisce in coartazioni o, a volte, stragi. Come nel caso del suicidio di massa perpetrato dai membri della setta del “Tempio del Popolo”, fondata dal pastore Jim Jones, a Jonestown in Guyana nel 1978. Un episodio, quest’ultimo, forse estremo ma significativo anche perché ricorda, da vicino, la pratica del suicidio rituale, l’“endura” (la morte per fame), del catarismo medioevale, il quale considerando la materia e la carne il male dal quale liberarsi imponeva, a certi livelli iniziatici, ai suoi adepti di ricorrere al suicidio. Il catarismo fu una delle ricorrenti forme di gnosi spuria come lo sono le diverse sette neospiritualiste oggi pullulanti. Venne duramente represso, con la cosiddetta “crociata contro gli albigesi”, ma uno storico imparziale, e nient’affatto simpatizzante con la Chiesa, come Henry Charles Lea, ha ammesso che “una vittoria dei catari avrebbe riportato l’Europa ai tempi selvaggi e primitivi”.
Arriviamo così ad un punto cruciale. L’amico e storico Franco Cardini, cattolico romano per fede, è l’autore di un interessante saggio “Contro Ambrogio” (egli ha promesso di scrivere in futuro anche un altro saggio da titolare “Pro Ambrogio” ma finora non ha mantenuto la promessa). Nella chiusa di tale libro Cardini si chiede se non ci fosse stata la svolta costantiniana, e quindi senza Ambrogio, la Chiesa avrebbe evitato di percorrere la via che poi ha condotto a “crociate” ed “inquisizione”.
Sembrerebbe, quella di Cardini, la solita “pippa” anticristiana e la solita richiesta di infiniti “meaculpa”. Ma non è così, giacché Cardini, storico di primordine, sa molto bene quanto la vulgata su crociate ed inquisizione sia in gran parte falsa e falsificata dalle antiche polemiche anticlericali sette-ottocentesche. Da lui, anche se non solo da lui, lo scrivente ha imparato che la “crociata” non era tale ma soltanto l’innesto del concetto giuridico romano di “ius bellum”, guerra giusta, sull’esperienza spirituale del pellegrinaggio in Terra Santa e che quindi essa fu un “pellegrinaggio armato” ma non una “guerra santa”, dato che in ambito cristiano nessuna guerra, neanche quella “giusta”, tollerata come male a volte necessario per evitare un male maggiore, può essere “santa”. Sempre da lui lo scrivente ha appreso che l’inquisizione ecclesiale è stata in genere relativamente molto più prudente e molto meno dura e facile al ricorso effettivo alla tortura di quella laica che, invece, ha continuato ad usare i suoi strumenti di costrizione fisica anche in tempi di secolarizzazione del potere politico. Lo scrivente ha poi appreso che la vera e propria mattanza di streghe si registra in terra protestante dato che, “Malleus maleficarum” di Kramer e Sprenger, nel XV secolo, a parte, gli inquisitori cattolici iniziarono ben presto a capire la natura folklorica di certe pratiche popolari “stregoniche” e quindi a derubricarle a superstizione che in quanto tale era competenza degli evangelizzatori ma non dei tribunali inquisitoriali. Esemplare il caso di Gostanza la presunta strega di san Miniato, sulla quale Cardini ha curato un libro, salvata, dal linciaggio popolare, dal suo stesso inquisitore. Anche il caso di Galileo Galilei non si è svolto come lo raccontano, in quanto lo scienziato pisano ebbe un trattamento certo non in linea con il truculento immaginario di torture cui sarebbe sato sottoposto per ottenere l’abiura. In realtà, per quanto stiamo sempre parlando di una pressione psicologica processualmente ottenuta, Galilei aspettò il processo ospite riverito nella villa di un cardinale e quale pena canonica gli fu imposta la recita dei salmi penitenziali. Morì, infine, confortato dai sacramenti, lui che mai ripudiò la sua fede cattolica, e dalle cure di una sua figlia suora.
Orbene, per tornare al suo libro di sant’Ambrogio, Cardini ponendosi e ponendoci la domanda, sopra ricordata, ossia se la Chiesa senza svolta costantiniana avrebbe evitato certe pagina dolorose della sua storia, sembra non tener adeguatamente conto della logica stessa dell’Incarnazione per la quale Dio ha accettato di entrare nella storia umana post-adamica, quindi in una storia contrassegnata dal peccato e dalla fallacia umana, assumendosene il rischio, ossia caricandosi il fardello non solo del peccato anche della fallacia e della debolezza degli stessi cristiani, quindi delle loro sempre possibili mancanze di carità. Nella logica dell’Incarnazione, la Chiesa è Corpo Mistico di Cristo e, come tale, non può essere considerata alla stregua di una qualsiasi associazione a scopo religioso, motivo per il quale Essa non poteva non confrontarsi a vario titolo e con varie modalità, storicamente dinamiche, con le culture con le quali sarebbe venuta a contatto ed anche con l’Autorità politica. In altri termini, era inevitabile, per la logica stessa dell’Incarnazione, che, ottenuta da Costantino la libertà religiosa, la Chiesa ottenesse da Teodosio anche la sanzione politica del riconoscimento della primazia spirituale sugli altri culti. Il problema, tutto medioevale, dell’eccesso in senso teocratico di certuni Papi, che illegittimamente oltrepassarono il limite di autonomia del Potere regale, è un altro discorso che esula dall’oggetto proprio di queste riflessioni. Per questa medesima logica “ambrosiana”, secoli dopo, Pio IX, spodestato del potere temporale, giustamente non accettò la tutela offertagli dai Savoia usurpatori mediante la “legge delle guarentigie”, perché si trattava di una legge unilaterale dello Stato italiano, quindi modificabile ad libitum da qualsiasi governo, che riduceva la Chiesa alla stregua di una mera associazione di privati cittadini. Non dunque di un trattato internazionale e bilaterale tra soggetti che si riconoscono reciprocamente ed alla pari sotto il profilo giuridico.
D’altro canto non si può neanche dimenticare che nella logica dell’Incarnazione rientra anche tutto il complesso di opere di assistenza e carità come anche l’intero patrimonio artistico che la Cristianità ha generato e ci ha lasciato in eredità. Senza la svolta costantiniana forse non ci sarebbe stata l’inquisizione ma neanche la cattedrale di Notre Dame a Parigi, non ci sarebbero forse state le crociate ma neanche il Duomo di Firenze, non ci sarebbe stata la stretta unione tra l’altare ed il trono ma neanche la Commedia di Dante e probabilmente non sarebbe sopravvissuta neanche la Chiesa se fosse rimasta una semplice congrega privata di fedeli di un esotico culto di origine palestinese. Quindi senza il “duro” Ambrogio neanche il “serafico” Francesco. Insomma se il Verbo si è fatto carne non sarebbe poi stato possibile che la Chiesa non assurgesse ad una concreta visibilità e corporeità che comporta anche una dimensione giuridica e quindi una continua interrelazione con il Politico. Con tutti i rischi storici del caso. Piaccia o meno.
Ciascun cattolico, come lo scrivente, deve debitamente ed onestamente farsi carico del “peso storico” del passato comprese le sue zone d’ombra ma senza complessi di colpa ed anzi rivendicando le ragioni, misconosciute dai detrattori, di Ambrogio e degli inquisitori, benché – sia chiaro! – senza nostalgie o sogni di restaurazione, impossibile a realizzarsi in termini umani ovvero con mezzi politici ossia in mancanza innanzitutto di una trasformazione interiore che solo orazione e vita sacramentale possono ottenerci da Dio. Dalla fattuale accettazione del mondo nel quale egli vive, tuttavia, il cattolico non deve giungere, come fanno i suoi correligionari “progressisti”, anche ad incensarlo o a fare proprie le ragioni, gli esiti ai quali esse possono portare abbiamo sopra evidenziato, dei “nemici” di ieri (e, senza farci soverchie illusioni, anche di oggi). Ai detrattori del nome cristiano si deve ricordare, piuttosto, che, le vicende storiche della modernità, sono lì a dimostrare quanto loro non si sono dimostrati migliori dei cristiani e che nessuno, né loro né noi cristiani, può scagliare la prima pietra. Un approccio “neopagano” oggi molto di moda – fatto proprio anche da taluni cari amici dello scrivente – dimentica con troppa facilità che, a ben guardare, anche il mondo antico, nonostante il pullulare di culti nella Roma tardoimperiale, non praticava affatto la tolleranza relativista, come quella moderna di tipo massonico, dato che, al contrario, ciascun culto per essere ammesso doveva avere il placet imperiale o senatoriale. Il moltiplicarsi dei culti nella tardo-romanità va piuttosto letto alla luce del fatto che essi, sotto diverse forme, nascondevano più o meno una identica narrazione mitica, mentre la nuova fede cristiana, benché lealissima verso l’Impero, non era riducibile ad un mero mito.
Ora, però, proprio perché la dichiarazione di rivendicazione senza infingimenti del “peso storico” della tramontata Cristianità non vuol essere, come detto, anche prassi intesa alla restaurazione – che è bene ribadirlo non è cosa operabile con mezzi umani – non è possibile chiudere queste riflessioni senza una ultima considerazione. Il dramma dei secoli cristiani non è stato, come ritengono i cattolici modernisti, quello della svolta costantiniana, ossia del passaggio della Chiesa nel IV secolo, ottenuta la libertà religiosa, alla “prevaricazione”, quanto piuttosto quello del fatto che per tutti quei secoli i cristiani, certo per molteplici fattori spirituali, sociali, politici, economici, sia come singoli sia come comunità, grandissime eccezioni di santità a parte (che non furono poi così poche, comprese quelle della gente comune e conosciute solo a Dio perché non ufficialmente canonizzate), non hanno dimostrato di essere coerenti con la Carità che è parte di e deriva dalla Verità ossia dalla Persona Divino-Umana di Cristo. E’ il problema della “metanoia”, della trasformazione interiore, della “conversione del cuore” al Cuore di Dio. Se i cristiani e la Cristianità hanno mancato in qualcosa è in questo, non nel pretendere il riconoscimento della primazia della Verità. Perché tutti i Papi, fino a Giovanni Paolo II ed a Benedetto XVI, non hanno mai negato che la Verità viene prima della libertà e che senza la Verità non c’è neanche la libertà o che, senza la prima, la seconda finisce per rovesciarsi, come sovente la storia moderna ha dimostrato, nel suo contrario. Se per un liberale il primato spetta alla libertà, per un cristiano, anche per un cristiano del XXI secolo, il primato spetta sempre e comunque alla Verità. Il punto sta tutto nel come attuare tale primato senza violare la libertà altrui e senza imporlo coattivamente agli altri. Qui, appunto, l’unica risposta, quella ad esempio indicata da Papa Benedetto XVI nelle encicliche “Deus caritas est” e “Caritas in Veritate”, è la conversione interiore personale di ciascun cristiano che sappia manifestarsi all’esterno nei rapporti sociali e politici fino a conquistare il cuore degli altri in modo che, poi, tutti insieme, nella Chiesa, si sappia contribuire a rendere possibile e concreta, carnale, una, forse, futura migliore Cristianità anche sociopolitica. Naturalmente solo a Dio piacendo ossia se questo è nei Suoi imperscrutabili disegni.
Luigi Copertino
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tra un tampone e l’altro, approfittatene...;-) 
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kochevniki · 7 years
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A beautiful Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea in Genoa.
Красивейшая церковь  Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea в Генуе.
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jcarlosisla · 5 years
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Veduta della cupola della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso dalla Piazza Trinità dei Monti, Roma, Italia _________________________ #Roma #Italia #ig_Roma #ig_italia #ig_italy #ig_Rome #ig_lazio_ #igersitalia #igerslazio #igersroma #instaitalia #instaroma #igtravel #instatravel #travelgram #travelphotography #passionpassport #italia365 #italiasocial #romanity #romeandyou #browsingitaly #archilovers #architecture #architectureporn #architecturelovers #seetoshare #architecturephotography #landscapephotography #landscape (en Piazza Della Trinita Del Monti) https://www.instagram.com/p/B6h8j_OoBnv/?igshid=1xllk7qtfm4fv
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