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#sfilate
fashionbooksmilano · 1 year
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Ken Scott
in collaborazione con Fondazione Ken Scott
Fotografie: Guido Taroni    Testi: Shahidha Bari, Federico Chiara, Pierre Léonforte, Renata Molho, Peter Smitters, Isa Tutino, Velasco Vitali
Con un’intervista ad Alessandro Michele di Clara Tosi Pamphili
Direzione Creativa:  Armando Chitolina
Rizzoli, Milano 2022, 384 pagine, 25,5 x 33 cm,ISBN  9788891835321
euro 100,00
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L'arte, i tessuti, i fiori, i vestiti, le sfilate, le case, l'anticonformismo. Gli archivi di Ken Scott si aprono per rivelare il lavoro e la vita di un designer contemporaneo del suo e del nostro tempo. Ken Scott, il "giardiniere della moda", è stato un personaggio eclettico, un creativo a tutto tondo, pittore, creatore di tessuti, designer, ha portato nel mondo della moda la sua passione per l'arte, per i fiori, per il colore. Pittore, amico di Peggy Guggenheim, nato in America e approdato nel 1954 nella Milano del boom economico, Scott ha rivoluzionato il mondo dei tessuti e l'uso delle stampe nella moda. All'inizio degli anni Sessanta ha rinnovato la moda con le sue stampe a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi, con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia floreale. Precursore dell'unisex e delle sfilate happening, i suoi abiti vestivano la nobiltà italiana e il jet set internazionale: da Jacqueline Kennedy a Marisa Berenson e Monica Vitti, tutti avevano nel guardaroba i suoi capi e frequentavano il suo ristorante e le sue case, aperte a feste ed eventi mondani. Ha disegnato di tutto, dai vestiti ai mobili, dai costumi da bagno alle scarpe e alle borse, ai piatti e alle lenzuola, collaborando anche con altre aziende. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Ken Scott, questo volume è la prima monografia esaustiva sulla sua attività e presenta oltre 600 immagini di materiali provenienti dal suo archivio, gli scatti di Guido Taroni e le foto di grandi fotografi internazionali; i testi raccontano l'uomo e il designer attraverso le parole di autori che l'hanno frequentato e conosciuto e di autorevoli firme contemporanee della moda.
16/11/22
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xenomorfoalieno · 1 day
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SFILATE
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thechicadvisor · 4 days
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Spring Trends: Bohemien
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simonepaccini · 1 year
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Blumarine special for Artribune by Simone Paccini & Alessia Caliendo 
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una cosa che proprio non mi piace delle ultime stagioni è che si sono trasformati tutti in modelli, e non parlo del fatto che sono tutti boni ma dei vestiti che dei personaggi che dovrebbero essere dei carcerati indossano, TROPPO curati e messi in ghingheri dai
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omarfor-orchestra · 8 months
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Pure quell'altro sta a Milano boh io sto a Loreto tra un po' così per informazione
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tour7-blog · 4 months
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Carnevale 2024, le manifestazioni storiche nelle principali città d' Italia
Il Carnevale è una festa molto amata in Italia e rappresenta un periodo di festeggiamenti e allegria che precede la Quaresima. Le celebrazioni del Carnevale variano da regione a regione, ma molte città italiane sono famose per le loro vivaci e tradizionali manifestazioni. Carnevale di Venezia Il Carnevale è una festa popolare che si celebra in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione. In…
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fashionbooksmilano · 1 year
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Chloé  Sfilate
Tutte le collezioni
Lou Stoppard
Prefazione di Suzy Menkes
L’Ippocampo Edizioni, Milano 2022, 632 pagine, Rilegato in tela, 19 x 27,7 cm,  con oltre 1000 fotografie,   ISBN  9788867227006
euro 49,90
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L'ottavo volume della prestigiosa collana Sfilate offre la prima raccolta completa delle collezioni Chloé dagli anni Cinquanta a oggi, con le fotografie originali delle passerelle.
Quando nel 1952 Gaby Aghion fonda Chloé ancora non sa che sta inventando il prêt-à-porter di lusso, rivolto alle moderne parigine emancipate ed eleganti. Nel 1964 Aghion incontra un giovane Karl Lagerfeld, che realizzerà in oltre vent’anni i modelli più iconici del marchio, portandolo ai vertici della moda internazionale. Alla guida creativa gli succederanno brillanti stiliste all’avanguardia, a partire dalle londinesi Stella McCartney e Phoebe Philo fino all’uruguaiana Gabriela Hearst, impegnata a promuovere una moda all’insegna del minimo impatto ambientale.
Con una prefazione di Suzy Menkes e i testi descrittivi di Lou Stoppard, il presente volume celebra una delle case di moda più innovative del panorama mondiale, nel 70° anniversario della sua fondazione.
29/11/22
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thechicadvisor · 7 months
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Tendenze autunno 2023: brown is the new black
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GALLERY & PERSONAGGI - omaggio a Maurizio Costanzo
È stato un piacere averLa incontrata e lavorare con Lei. Uomo saggio e preziosi i consigli che ci ha dato.
in diretta a Buona Domenica” È stato un piacere averLa incontrata e lavorare con Lei. Uomo saggio e preziosi i consigli che ci ha dato.
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falcemartello · 1 month
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+++Breaking Valori Condivisi News+++
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Quindi quest'anno le sfilate del Gay Pride si fanno in un luogo chiuso...?
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sofysta · 5 months
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Oggi Italia in piazza contro i femminicidi.
Già che non ho mai capito queste manifestazioni e fiaccolate ma adesso pure contro il patriarcato, come se ad uccidere fossero solo gli uomini. ( ok ok lo state pensando, sono la maggioranza)
Ma poi avete visto i comportamenti durante le sfilate, tutte che ballano e ridono sventolando manifesti? Che le sfilate LGbt sembrano quasi acqua fresca al confronto! Ma sul serio ? Le facce incazzate dovreste avere!!!! Tuttalpiù manifestazioni serie e che arrivino diritte al sangue non al cuore!!! Ammesso che ste cose servano a qualcosa.perchè da quando son nata se ne son fatte a milioni ma la situazione è perfino peggiorata nel tempo.
Cmq la Meloncina, dice " State tranquille, non siete sole".
Nel senso non siete sole, dopo che vi hanno uccise. Parleremo di voi in tutti i TG e nei giornali e vi porteremo fiori ovunque. In questo senso non sarete sole.
Ma perfavore và... non cambierà un benemerito cazzo, soprattutto ora che non stanno facendo altro che creare una sorta di divisione tra uomo e donna, ma davvero non vi rendete conto? Io boh.
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instabileatrofia · 3 months
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Inutili sfilate
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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non sopporto proprio chi si prende troppo sul serio, chi non è capace di ridere di sé anche solo per un attimo. ve la sfilate quella scopa dal culo qualche volta?
però effettivamente deve essere doloroso....
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mimicouture · 8 months
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Il perché del “SAD GIRL” aesthetic
Penso che ogni movimento, conosciuto o di nicchia che sia, ha origine da altri movimenti a loro volta conosciuti o no.
È un po’ come aprire il vaso di Pandora, o una matrioska, ed anche il più (apparentemente) sciocco e superficiale risulta essere una catena di conseguenze.
Il “sad girl aesthetic” o l’estetica della ragazza triste, è sicuramente molto più che una semplice estetica spopolata su Pinterest o Tumblr.
Che la sua popolarità sia stata dettata da Tumblr non è sicuramente un caso è che abbia preso piede nel 2023 nemmeno.
Potrebbe sembrare strano, ma per parlarne e spiegarne il perché, è necessario partire dagli anni ‘90.
Gli anni ‘90, gli anni delle più iconiche sfilate, delle più caratteristiche collezioni, del sorgere di brand ad oggi super-iper conosciuti che hanno fatto voltare pagina al mondo della moda per scriverne un nuovo capitolo, brand che hanno osato con la femminilità nelle loro collezioni.
Ma, sopratutto, gli anni di Kate Moss e dell’Heroin Chic.
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Forse qui è necessaria aprire una parentesi, è spiegare, per chi non lo sapesse, di cosa tratta l’Heroin Chic.
L’Heroin Chic potrebbe essere considerato uno standard di bellezza, un’ispirazione o una vera e propria realtà, dove il mondo della moda esigeva un’esilità ispirata proprio a quella caratteristica magrezza di chi consuma drogh3, in particolare l’Eroin4.
La magrezza doveva essere estrema, malata, una pelle giallognola/pallida, viso scavato, zigomi alti, capelli non curati e spezzati di proposito per simboleggiare la salute cagionevole.
Un movimento che impone uno standard di bellezza ci mette poco a scavalcare il recinto del mondo della moda ed approdare nel mondo reale, quello di tutti i giorni.
E così, l’heroin chic prende piede nella vita di tantissime donne, proprio in quegli anni dove non c’era nulla di più semplice ed economico che accedere alle droghe
E nonostante la tendenza sia nata dalla modella statunitense Gia Carangi, negli anni ‘90, chi sarebbe potuta essere l’idolo, il simbolo per eccellenza e la diva dell’Heroin Chic?
Non solo la sua magrezza ma anche le sue pellicce stravaganti, calza maglia strappata, sigaretta in mano, trucco sbavato, capelli secchi e deboli, viso secco, stanco ed espressione triste e malinconica. È lei e può essere solo lei: Kate Moss.
Negli anni dove gli acidi costavano un solo dollaro, Kate Moss era l’ispirazione di migliaia di ragazzine e donne.
E da quegli anni ad oggi, non sembra essere cambiato molto: il mondo della moda sembra esigere il ritorno di questa tendenza giudicando dalla passata fashion week.
Le sfilate con corpi meno canonizzati e più inclusivi non hanno avuto la ripercussione desiderata, ed il mondo della moda torna ad appartenere a quella magrezza imposta a cui non si transige.
Questa è la prima parte, la prima argomentazione e se vogliamo la prima “sotto cultura” dell’ argomento principale, e forse come introduzione non è la più azzeccata in quanto sembra non avere nulla a che vedere con l’argomento che sto cercando di affrontare, ma andando avanti, collegare i punti sarà sempre poi facile e sensato.
Senza però allontanarci troppo dal mondo della moda, credo sia necessario parlare ed introdurre il “Ballet Core” (forse è semplicemente sono semplicemente le coquette)
Capire di cosa si tratta credo sia facilmente deducibile in quanto il trend si limita a replicare l’estetica del mondo della danza classica e del ballet.
Rosa, fiocchi, tulle, ballerine che in questo 2023 sono tornate in voga, e credo di non poter parlare di Ballet Core senza nominare “MiuMiu”.
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Potrei stare ore a parlare dell’estetica e della storia di MiuMiu in quanto uno dei miei brand preferiti, ma per questa volta mi limiterò a parlare delle ultime due collezioni che hanno proposto una serie di capi d’abbigliamento ispirasti al balletto, come ad esempio le famosissime ballerine rosa con il nastro vichy.
Non a caso, cercando “Ballet Core” su Pinterest, oltre ad una serie di foto che romanticizzano ciò che veramente è il mondo della danza classica, vi usciranno foto di diversi capi di MiuMiu.
Una scala cromatica ripetitiva e monotona: rosa, bianco, nero e beige.
Toni delicati, infantili e pastello.
Tra queste migliaia di foto, appaino anche foto ritraenti vere ballerine, specialmente quelle appartenenti al balletto russo.
Non è una novità che una delle migliori scuole di danza sia appunto quella del balletto russo, ma non è nemmeno una novità la crudeltà di quel mondo.
Scoprire il mondo del balletto russo è come scoprire un iceberg dove la punta è costituita dalla triste realtà dei disturbi alimentari vissuti da 3/4 delle ballerine.
Ma questa tristezza e malinconia, sono piacevoli agli occhi se romanticizzate e colorate di rosa.
Tutto ciò si rivede anche nel cinema (di cui parlerò dopo) e nei meme e nel senso dell’umorismo.
Non è un caso che i meme di whisper (ad esempio, Bella Hadid che piange come sfondo o foto di lana del rey con scritto she raised me…di cui io stessa sono schiava , guilty) siano il pane quotidiano della generazione z e specialmente di noi ragazze.
Balletto, isteria, magrezza, colori spenti, depressione e la ricerca disperata di attenzioni. Nel mondo della moda la magrezza è dettata dagli uomini per gli uomini, nel mondo reale ognuna di noi avrà pianto per un uomo e i meme tristi di whisper sono quasi sempre per gli uomini (liberateci dalla loro esistenza).
Pensandoci fa un po’ ridere che un movimento che porta il nome di “sad GIRL” aesthetic abbia comunque come target gli uomini.
Se ci pensiamo andiamo anche a tagliarci i capelli per gli uomini quando diciamo di averlo superato e di volere un cambio.
La causa scatenante di questa estetica però non può che essere Tumblr.
Il protagonismo che ha Tumblr in ogni tendenza tossica andrebbe studiata, eppure eccolo qua, un social di nicchia ma non troppo, che hanno in molti ma non tutti.
Il trionfo della romanticizzazione dei disturbi alimentari, dell’autolesionismo, il paradiso delle pro-ana e della depressione.
Dove idealizzare la proprietà tristezza e malinconia se non su Tumblr?
Il successo di Tumblr parte nel 2010, con la moda dei blog e l’affermarsi di tendenze come l’indie sleeze.
Su Tumblr l’estetica della depressione veniva usata non come un urlo d’aiuto, bensì come un richiamo usato per richiamare user su user uguali a te, che soffrono come te o ancora meglio che soffrono più di te (se la fortuna girava dalla tua parte, finivi per diventare la Thinspo di qualche ragazzina).
La tristezza si riduce ad una semplice estetica, foto degli occhi rossi pieni di lacrime, il mascara colato, una rosa bruciata con una sigaretta, le calze a rete ed una croce al petto.
Questo è stato Tumblr fino a (circa) il 2015, quando, una corrente ed una tendenza totalmente diverse hanno iniziato a fare concorrenza non solo a questa ragazza triste, malinconica e magra, ma anche alla moda: Le sorelle Kardashian-Jenner.
Fianchi larghi, full makeup, vestiti attillati, soldi, soldi e ancora soldi.
Forse era il momento giusto per inserire dei corpi più formosi in una realtà riluttante e nel mondo della moda il cambiamento si è visto a partire da Balenciaga
l’entrare in scena di (principalmente) Kim e Kylie prometteva un cambiamento, che però ci ha messo poco a diventare ugualmente tossico.
Magrezza malata da una parte, Chirurgie esagerate dall’altra.
Ma anche chi si proclamava diverso è poi ricaduto nella tendenza dell’Heroin chic.
Il tutto a causa di due cose principalmente: l’operazione per la rimozione del buccal fat (il grasso che si concentra tra gli zigomi e la mandibola) e della “semaglutide”, un farmaco per il diabete che ha come effetto collaterale la perdita di peso.
È approdata tra le celebrità di Hollywood, causando una vera e propria dipendenza, ed è raro trovare qualcuno che non ne abbia fatto uso.
sorelle Kardashian-Jenner incluse.
Come tutto pero, anche Tumblr ha avuto il suo tramonto (2018 circa) e periodo di pausa.
Nonostante ciò, gli user accaniti di Tumblr ci hanno messo poco a trasferirsi su Twitter, l’evil twin (si, ancora più evil).
Tutto ciò che è censurato risiede su Twitter, proprio come una volta faceva su Tumblr.
Rimanendo sempre negli anni 2010 e parlando di fenomeni appartenenti a quegli anni, credo sia d’obbligo parlare della sola, unica, indiscutibile regina: Lana Del Rey.
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Lana debutta proprio nel 2010, una rivoluzione nel mondo del pop ma ancor di più una rivoluzione per le Tumblr girlies che avevano finalmente qualcosa con cui sfamarsi e sfamare le proprie fantasie idealizzate: Relazioni abusive, autolesionismo, amori abusivi alla Bonnie e Clyde, mancanza di amore materno, isteria femminile, tristezza, malinconia, alcolismo…
Peccato però Lana sia sempre stata fraintesa.
Il boom di Lana ed il vero boom di Tumblr sono avvenuti, che coincidenza, nello stesso anno.
Nel 2012 Lana lancia Born To Die, cambiando per sempre il mondo del pop ed il mondo delle ragazze tristi\pro ana.
L’intento di Lana però non è mai stato quello di romanticizzare le tematiche di cui parla nelle sue canzoni, piuttosto quello di raccontarle e raccontarsi, per sfogarsi e costruirsi una persona.
Queste situazioni risultano essere utopiche nelle sue canzoni, proprio perché accompagnate da una melodia, ma sono in realtà situazioni comuni, che sono la realtà di tantissime persone.
Il problema è nato da chi su Tumblr la usava come capro espiatorio per romanticizzare i propri problemi, cuocendole addosso una persona sbagliata.
E come Lana, anche Fiona Apple, Marina (per i più underground) e più di recente Mitski.
E quale sad girl che si rispetti non ha un film preferito?
Black Swan, Maria Antonietta, the Virgin suicides, Mia Goth, Girl Interrupted, Euphoria (solo se la tua preferita è cassie che piange davanti allo specchio).
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Il connubio perfetto tra colori pastello e tristezza.
Film quasi tutti diretti da Sofia Coppola, una regista con la R maiuscola, simbolo e totem delle ragazze tristi.
Nel film “Marie Antoinette” si parla si di tristezza, ma è una tristezza che in pochi si possono permettere: una regina triste immersa in colorati abiti stravaganti, scarpe con il tacco ed acconciature eccentriche.
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Ma Sofia si fa sempre riconoscere, e proprio in questo film fa capire la sua ostilità contro le norme cinematografiche: in una scena del film inserisce un paio di converse (ricordo che il film è ambientato nel 1789).
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Mentre Le Vergini su1cide parla di una tristezza normale, monotona.
Una casa immersa nella natura di Detroit, due genitori severi e cinque sorelle, le sorelle Lisbon.
Forse la loro tristezza non ha un perché, ma non è questa la depressione?
Non servono ragioni, non servono perché.
Tutte e cinque le sorelle finiscono per togliersi la vita.
Drammatico, triste, forse noiosi.
Ma comunque rosa, delicato, drammatico e con un concept tutto suo.
È consiglierei ad ogni ragazza di guardarlo, perché solo noi possiamo capirlo (non solo perché è il mio film preferito, ma we just get it)
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La Coppola protrae in contesti colorati, angelici ed a volte immersi nella natura, i concetti più cupi come la depressione ed il su1cidio.
Il concept di Sofia Coppola è lo stesso che quello di Lana del Rey nella musica e di MiuMiu nella moda.
Il trend della “Sad Girl” è estremamente preciso e concettuale, ha le sue icone, la sua influenza nel mondo della moda, la sua gamma di colori, i suoi meme e la sua musica.
Non è un caso che proprio quest’anno il colore più in voga sia il rosa e non è un caso che tutte noi ragazze ci sentiamo identificate in quei meme, perché ironizzare ed idealizzare tristezza e malinconia è una grande consolazione.
Aprire una pagina di meme e vedere qualcosa di “relatable” è gratificante, anche perché fortunatamente abbiamo superato gli anni dei meme di “sesso droga e pastorizia” e “siamo ragazze” (piangiamo tt notte perché siamo pretty when we cry…siamo ragazze, ma ragazze tristi💋).
Siamo continuamente mossi dal volerci rivedere in qualcosa, una canzone, un movimento, una ragione sociale.
Ed ecco qui che ci di presenta un trend dove possiamo avere tutto ciò che ha appena citato e possiamo anche ammettere di amare il rosa dopo aver passato tutta l’infanzia a dire di odiarlo (io), possiamo ammettere di essere tristi, possiamo dire “rotting in bed summer” ed esserne orgogliose, possiamo gridare di odiare gli uomini ma mettere una storia dicendo he’s so mine subito dopo, possiamo salutarci dicendo “ehi barbie” ma possiamo anche sfogare la nostra isteria femminile. Ah, possiamo anche andare fiere del mascara colato.
Possiamo piangere liberamente e possiamo pure essere belle mentre lo facciamo (e lo dice Lana Del rey!!!)
Possiamo dire di avere il ciclo e giustificare grazie a lui l’aver scritto a chi non dovevamo (ero solo un po’ silly)
Non è una consolazione?
Tutti pretendono così tanto da noi, ed tutto c’è lo zampino degli uomini, ma in questa tendenza siamo noi è solo noi.
D’altronde siamo ragazze, ragazze felici, sorridenti, malinconiche, romantiche, grandiose, intelligenti ma spesso semplicemente ragazze tristi.
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