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#spade nel cuore
multiverseofseries · 2 months
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House Of The Dragon S2 Episodio 8 (The Queen Who Ever Was): Fuoco e Sangue is Coming
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Siamo arrivati alla resa dei conti nel finale della seconda stagione di House of the Dragon (2x08)… o forse no? Un epilogo aperto per una stagione avvincente e che ci prepara per quel che verrà.
I draghi di Valyria solcano il cielo dei Sette Regni tutte le pedine si muovono sulla scacchiera ed il tempo del fuoco e sangue si avvicina. Almeno è questo che ci viene mostrato nell'ottavo ed ultimo episodio della seconda stagione di House of the Dragon. Episodio che ci costringe a salutare i Targaryen e la storia della loro dinastia fino al 2026, per un terzo ciclo già ordinato da HBO dopo il successo della serie prequel. Una seconda stagione forse altalenante, che non ha raccolto i consensi praticamente unanimi del ciclo inaugurale, probabilmente per alcune scelte narrative volte ad allungare ed espandere il racconto rispetto a quel compendio storico che è il romanzo originario di George R.R. Martin.
Un finale di stagione atipico
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Rhaenyra passa finalmente all'azione
È un epilogo che apparirebbe pieno di tensione, perché è tempo per tutti i personaggi di arrivare alla resa dei conti. I due schieramenti dei Neri e Dei Verdi, che avevano aperto la Danza dei Draghi ad inizio stagione, fanno sfilare i propri eserciti. Rhaenyra (Emma D'Arcy) ha avuto successo coi Dragonseeds, ovvero coloro che pur se bastardi e di basso lignaggio, contengono sangue Targaryen nelle proprie vene, essendo quindi capaci di cavalcare i draghi. Nonostante questo, c'è grande scontento a corte da parte di Jacaerys (Harry Collett) e tracotanza da parte dei nuovi arrivati, in particolare Ulf (Tom Bennett), tecnicamente suo prozio (ma sappiamo quanto non sia un narratore affidabile). Dall'altra parte Aemond (Ewan Mitchell) sta perdendo lucidità e va su tutte le furie, al punto da gettare a ferro e fuoco un'intera cittadina e i suoi abitanti.
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Aemond perde il controllo
Segno che il suo machiavellico controllo sta vacillando, al punto da voler coinvolgere l'unico altro possibile cavaliere in famiglia: la sorella Helaena (Phia Saban), che gli rinfaccia di sapere che cosa ha fatto ad Aegon (Tom Glynn-Carney) sul campo di battaglia e di aver visto il futuro nelle sue visioni: non è destinato a regnare sul Trono di Spade, qualunque cosa faccia, e non sarà certo lei ad aiutarlo nell'impresa. Si impone tra loro anche la madre Alicent( Olivia Cooke), cercando di proteggere la figlia e tentando il tutto per tutto. Aegon del resto sembra confermare la regola della resilienza degli storpi nel mondo di Martin: dopo Bran Stark ne Il Trono di Spade e in questo frangente Piededuro, col quale guarda caso decide di fare squadra, anche il Re Usurpatore potrebbe sopravvivere nonostante le ferite.
Visione dal futuro
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Proprio le predizioni accompagnano il finale di stagione di House of the Dragon 2. L'altro squarcio di futuro più importante avvolge Daemon (Matt Smith), insieme ad Alys Rivers (Gayle Rankin) sull'albero cuore di Harrenhal, patria degli Strong. Questa visione rappresenta le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, e in parte rappresenta ciò che Viserys disse a Rhaenyra che poi l'ha tramandato a propria volta al suo primogenito. Si osserva il futuro dei Sette Regni, al grido di "L'inverno sta arrivando" pronunciato in valyriano antico, con Daenerys circondata dalle fiamme e dai suoi piccoli draghi e il Re della Notte pronto ad invadere oltre la Barriera insieme ai suoi Estranei: il Principe Consorte finalmente comprende il proprio posto nel grande disegno delle cose e giura fedeltà davanti a tutti alla moglie e legittima erede al Trono.
Un confronto necessario e aspettato da quando lui si era nascosto tra le mura di quel castello infestato e lei rimaneva bloccata a Roccia del Drago per volere del proprio Concilio. Ora l'esercito è con loro, così come i draghi e i loro cavalieri e la flotta di Corlys Velaryon (Steve Touissant) capitanata dalla Serpente di Mare, rinominata Regina Che Non Fu Mai in onore di Rhaenys. Anche quest'ultimo ha un duro confronto rimandato da troppo tempo: proprio adesso che ha perso praticamente tutta la sua famiglia, si riavvicina a Alyn di Hull (Abubakar Salim), fratello maggiore di Addam (Clinton Liberty), tra i nuovi cavalieri di draghi scovati dalla Regina: abbiamo la conferma, entrambi sono figli illegittimi e potrebbero avere un ruolo anche nella successione del Trono di Legno.
il (secondo) confronto tra Rhaenyra e Alicent
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Dato che si tratta di una puntata dedicata alle discussioni troppo a lungo rimandate, quella più importante e decisiva (e che farà gioire i fan) è quello tra Rhaenyra e Alicent: questa volta è la seconda a voler parlare con la prima, intrufolandosi di nascosto a Roccia del Drago. Le due amiche/nemiche che un tempo provavano/provano ammettono tutte le invidie e le gelosie che hanno avuto negli anni: Alicent (Olivia Cooke) è pronta ad aprire le porte di King’s Landing, alla regina dei neri, senza spargimenti di sangue, addirittura compiendo una scelta dolorosa sacrificare Aegon, pur di mettere fine a questa guerra civile insensata.
Ed è proprio qui che l'ending non delude: durante questo faccia a faccia si nota quanto le due ancora tengano l’una all’altra anche se il tempo, le dispute e gli uomini delle loro vite hanno cercato di danneggiare il sentimento che le unisce. Alicent è pronta a lasciarsi tutto alle spalle e quel “Come with Me” è stato in aspettato sia per chi vi scrive sia per entrambe le protagoniste. Alicent incredula di averlo detto ad alta voce e Rhaenyra che finalmente sembra riconoscere la sua vecchia amica,( io ho un idea ben precisa sul loro rapporto, del resto ognuno è libero di vederci ciò che vuole, ma il sottotesto è là e sta ognuno interpretarlo). Sta di fatto che questa stagione conferma come Rhaenyra e Alicent siano il centro di HOTD. E questa seconda stagione parla proprio di questo. Di loro alle prese con la possibilità di portare la pace prima di un inevitabile guerra, mentre affrontano la propria autorità messa in discussione in un mondo dominato dagli uomini. Piaccia o no, questa stagione è stata coerente per tutta la sua durata, ecco perchè è finita dove è finita.
Manca il colpo di scena che ha sempre caratterizzato la scrittura di Martin e di Game of Thrones: è assente quell'evento culminante che faccia esplodere il climax narrativo, che invece rimane sospeso ma del resto questo non è Game of Thrones ma il suo prequel e non c'è bisogno che sia uguale in tutto e per tutto. L’episodio si conclude con un montaggio che vede susseguirsi i vari protagonisti, con una musica enfatizzata in sottofondo, le pedine sono pronte e la guerra è oramai alle porte. L’unica nota veramente dolente della conclusione di questa stagione è che dovremmo aspettare due anni per il prosieguo della storia.
Conclusioni
In conclusione il finale della seconda stagione di House of the Dragon è fatto da reunion a lungo rimandate e che apre al futuro per ciò che accadrà. Un futuro che intravediamo attraverso la preveggenza di alcuni personaggi, che omaggiano la serie originale, ma sopratutto il destino che attende i personaggi di questo prequel non c’è che attendere la prossima stagione e di sicuro sarà Fuoco e Sangue.
👍🏻
I confronti tra Rhaenyra e Daemon e Alicent, tra Aemond e Helaena, tra Corlys e Alyn.
l’intera sequenza tra la Rhaenyra di Emma D’arcy e l’Alicent di Olivia Cooke è davvero struggente.
Il ripescare la legittimità della dinastia di sangue Targaryen.
Le visioni e le citazioni a Game of Thrones.
👎🏻
Dovremo aspettare due anni per la continuazione.
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susieporta · 4 months
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Tre di Spade.
"La proiezione sull'Altro: la trappola del Riconoscimento".
Il compito del mese di Maggio è accompagnarci alla frattura con la nostra profonda "Ferita del Riconoscimento".
Essere stati "ignorati" o "svalutati", "boicottati" o "abusati" all'interno del percorso di crescita, tra le mura di casa, nei luoghi più intimi ed emozionali, nelle relazioni primarie, può generare schemi di profonda disfunzione e colpa.
Il dolore non passa solo.
Si deposita nelle memorie cellulari e si riattiva ad ogni simbolo o associazione con l'Evento traumatico, sia esso breve ed estemporaneo o reiterato nel tempo.
Il tempo non sistema le cose. Le complica.
E' per questo che non basta affidarsi alla parte Divina per compiere quel passaggio così strettamente Umano.
Siamo tutti chiamati ora a rivedere amorevolmente i nostri automatismi di manifestazione della sofferenza.
Tutta la rabbia, la violenza, il malessere che si stanno scatenando all'interno dei Sistemi di Relazione, sono frutto di un passaggio delicato della "Coscienza", sempre meno "presidiata" e sempre più libera di esprimere il proprio vissuto.
I terremoti Energetici di questi ultimi anni hanno assediato le fondamenta di tutti gli edifici, anche quelli apparentemente solidi, rendendone evidenti le infiltrazioni di umidità e il marciume del basamento, producendo irreparabili crolli, riducendo in macerie interi caseggiati.
E molti, invece di ristrutturare alla base la loro casa distrutta, ci hanno "messo la pezza", restando però nella costante sensazione che, un'ulteriore potente scossa, potrebbe davvero essere la definitiva per loro.
L'Evoluzione è un processo legato all'Umiltà.
L'Umano si rende strumento di se stesso.
E accoglie con coraggio e resilienza la Verità, che di volta in volta si palesa di fronte a sé.
Si affida al Viaggio. Sa che il percorso sarà accidentato, sa che dovrà distruggere una ad una ogni illusione, ogni contraddizione, ogni trigger interiore.
Ma non si abbatte, non si demotiva, non si appoggia pesantemente sulle schiene degli altri.
E' la sua Casa a necessitare di restauro. E' il suo Giardino interiore che va bonificato a fondo. Sono i suoi "Mostri" da sconfiggere.
Ed è l'unico che può affrontare il suo percorso trasformativo. Nessun altro lo potrà fare al suo posto.
E se ad un certo punto del Viaggio, si è scelto di percorrere la scorciatoia, si mollano gli ormeggi e si decreta "ho già fatto troppo, è tutto inutile, io sono fatto così, sono gli altri che non mi capiscono e non mi accettano per quello che sono", sarà naturale incappare nella solita "risoluzione infantilizzata".
Dove la Struttura immatura necessita costantemente di attenzione, di riconoscimento e premi di partecipazione.
Nessuno ci darà il premio o "la pacchetta sulla spalla" quando avremo compiuto i nostri faticosi passi.
Saremo noi ad omaggiarci con Gratitudine e tanta Gioia. A festeggiare con un sorriso l'ennesimo tassello d'Amore che abbiamo aggiunto al nostro "edificio emotivo".
E mattone dopo mattone, fatica dopo fatica, piano piano vedremo la nostra Nuova Casa Interiore prendere forma.
Sentiremo il Cuore pulsare nuovamente di Vita, irradiare quella sua sconfinata potenza e trasparente purezza in ogni istante ed in ogni respiro del nostro procedere.
Non soffermiamoci nella solita "zona di sconforto", di immobilismo e di "vittimismo".
C'è tanto da smaltire.
Ora più che mai.
Bisogna trovare il coraggio di osservare il "Passato devitalizzato" che torna. Ci dobbiamo stare.
Nessuna fuga, nessuna scorciatoia, nessun premio.
Si resta. Si affronta. Si elabora. E poi si espelle via!
Se lo tratteniamo finirà per intasare il Sistema e ci porterà ad una lenta agonia di "morte" per soffocamento o asfissia.
Lasciamo che i dolori del Passato si trattengano solo il tempo necessario per preparare l'espulsione finale.
Non identifichiamoci con le nostre Ferite. Non partiamo a razzo con gli automatismi che proiettano questi informi cumuli di tossine in transito.
Restiamo concentrati, consapevoli, presenti e partecipativi.
E smettiamola di giocare alla Ferita del Riconoscimento con gli altri! Di voler a tutti i costi attirare l'attenzione del "genitore" di turno. Di agganciare dinamiche infantilizzate di confronto, di invidia, di competizione, di pietismo o, peggio ancora, di vendetta.
Siamo adulti.
Curiamo il nostro Giardino. E smettiamola di ficcare il naso nel Giardino altrui.
Restiamo Radicati a noi stessi, presenti e orientati.
Si tratta di Noi. Della nostra Vita. Delle nostre Emozioni e Disfunzioni. Della nostra Responsabilità su noi stessi. Delle nostre scelte di Guarigione.
L'Altro non c'entra. Mai.
Ricordiamocelo sempre.
E proseguiamo con tanta Fede, Impegno e Dedizione nel nostro straordinario Cammino Evolutivo.
Mirtilla Esmeralda
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raccontiniper18 · 11 months
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Secondo racconto erotico
Mi presento sono Chiara. Ho 18 anni e dopo la mia maturità andrò in gita con le mie due migliori amiche Sofia e Isa. Viaggio triste direte, ma io con le mie due amichette del cuore è tutto ciò che desidero.
Partiamo per Miami, non perchè abbiamo programmi particolari ma perchè abbiamo trovato un offertona per pochi euro e ci costava meno di altre mete,perchè insomma si sa ,non serve la destinazione ma con chi si va.
Ora voi penserete che noi tre abbiamo lesbicato o altro invece vi stroncherò,perchè non abbiamo fatto niente, anche se ammetto che da adolescenti tipo prima o seconda liceo ci sgrillettavamo insieme.
Partiamo,arriviamo e appena scendiamo conosciamo 4 ragazzi,belli muscolosi, carini, e italiani come noi. Facciamo subito amicizia, ma se la matematica non è un opinione era uno in più, quindi una delle tre non avrebbe ''concluso''. Andiamo a fare serata assieme. Ci ubriachiamo ,Isa ci lascia per prima e va nel nostro hotel ( dove c'eravamo state solo per riporre le valige) mentre io e Sofia ce la ''giochiamo'' per accaparrarci uno dei tre,visto che l'altra si sarebbe ritirata e tirata un triste e solitario ditalino. La sfortuna vuole che Sofia,mi sorride e mi dice ''hai perso'' io vado a casa loro.
Uffa penso fra me e me. Mi farò sto benedetto ditalino, da sola visto che non posso scoparmi due ragazzi (ah dimenticavo non potevo perchè avevo il cu*etto vergine). Comunque fatto sta che beviamo e beviamo tantissimo,ma tanto proprio che ad una certa con tutta la voglia che avevo e la rabbia per le amiche decido che si vive una volta sola. Allora appena ritorna Isa che ha già ''fatto'' le chiedo le chiavi e le dico che adesso non me ne basta uno ma tutti e due. Loro ubriachissimi a loro volta scelgono (ovviamente) di seguirmi.
Arrivati a casa ci mettiamo sul letto (matrimoniale) dove poco prima ci aveva ''dato'' Isa con il loro amico. Faccio uno spogliarello con loro due sul letto e loro mi guardano esterrefatti. Guardo i loro bozzetti sulle patte e mi congratulo con me stessa per quanto sia stata brava. Una volta nuda gli sorrido e gli dico che è il loro turno.
Si spogliano e sorpresa due cazzi,ma due cazzi opposti uno grosso e corto e uno lunghissimo ma poco spesso, sorrido e gli dico di segarsi mentre io mi coccolo un po' il mio clitoride.
Dopo 5 minuti mi chiedono di scopare,perchè sennò vengono e non vogliono venire con una sola se*a. Allora colpo di genio.
Dico: ''Sentite io sono vergine dietro''
Loro sorridono e si strattonano per chi deve ''sverginarmi'' e vedo le loro spade toccarsi, mi brillano gli occhi a vedere quelle spade.
Continuo dicendo: ''ragazzi non c'è problema il culo lo do ad entrambi, solo che per averlo dovete fare una cosa per me.''
Rispondono in coro: ''Qualsiasi cosa.''
''Allora dovete incularvi a vicenza,prima tu lui e poi lui te, cosi' da non essere l'unico culo sverginato perchè immagino che anche voi lo siate''
Impressionante come l'uomo sia cosi debole,subito si afflosciano i loro piselli e diventano paonazzi e negano di volerlo fare e quasi piangono. Allora non se ne fa niente mi dispiace, il ragazzo con il pisello più corto si inizia a fare una sega, e dice ''ok oggi mi prendo due culi vergini''
L'altro controbatte con sognalo.
Credevo,non si facesse più niente ma alla fine ingoia la saliva ok inculami ho troppa voglia di scoparmi lei.
Il piccolo cazzo sale sopra e senza sputo o lubrificante (che avevo io in mano) lo impala da una decina di colpi e smette e mi sorride. L'altro inculato si addrizza alla prima botta, ora si invertono i ruoli il pisello lungo inchiappetta l'altro penso. E cosi' succede il pisello lungo inchiappetta il pisello più corto, ma sorpresa.
Io rimango a bocca aperta il pisello corto viene, e dopo un paio di botte il pisello lungo appena esce viene e fa compagnia alla sb*rra del ragazzo passivo.
Io rimango colpita mi do due o tre colpi decisi al clitoride e vengo anche io.
Loro due sono imbarazzati e non parlano allora si rivestono e vanno via quasi piangendo e vergognandosi.
Io resto in casa,poco dopo mi chiamano le mie due amiche e ritornano a casa.
Tutte e due con la fi*a appagata e mi chiedono com'è farsene due. Io sorrido e dico ''Immaginate pure''.
Purtroppo alla fine mi sono accontentata di un ditalino.
Fine
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dilebe06 · 10 months
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BACK FROM THE BRINK
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Altro giro, altra corsa, altro drama.
Devo dire che avevo messo in lista questa serie solo perché avevo beccato qualche immagine divertente che mi avevano fatto pensare che la serie fosse non troppo pesante. Che potesse essere leggero e divertente.
E così - almeno per la prima parte della serie - è stato.
Prima di tutto la trama:
Dopo il tradimento della sua amante, l'antico drago Tian Yao si ritrovò gravemente ferito e con il cuore spezzato. La donna che amava lo tradì smembrandolo, spogliandolo delle sue scaglie di drago e poi sigillando le sue parti del corpo in cinque punti. Solo la sua anima è scappata. Ora rinato, Tian Yao incontra Yan Hui, che giura di proteggerlo mentre recuperano assieme le sue parti mancanti. Lungo il viaggio, Tian Yao trova una parte del suo corpo e scopre anche che Yan Hui possiede la sua scaglia di drago e che quindi può rompere il sigillo che blocca le sue parti del corpo nascoste per il mondo. Tian Yao allora, usa Yan Hui per recuperare le parti del suo corpo rubate. La ragazza terrorizzata, pianifica la sua fuga solo per fallire e scoprire che la loro relazione si approfondisce durante il tempo passato assieme. Tian Yao ammira i ripetuti sforzi di Yan Hui per salvarlo, mentre Yan Hui apprezza il forte legame che hanno creato. I misteri abbonderanno man mano che Yan Hui scoprirà la sua vera origine.
(L'ultima frase la metto in grassetto perché sta roba dell'origine è una cazzata. Non solo non si scopre NULLA della sua origine ma ai fini della trama manco importa. Per dire.)
Dunque: la trama è interessante. C'è un drago innamorato che è stato tradito e ammazzato malissimo. C'è una donzella che trova il drago dopo anni ed formano una coppia che evolve tra alti e bassi. C'è un corpo da recuperare e tante altre cose...
Ammetto che ho iniziato questa serie perché ero curiosa di vedere come avrebbero gestito la parte di Tian Yao che usa Yan Hui: i personaggi grigi e ambigui saranno sempre la mia passione a quanto pare!
Ma prima di parlare dei personaggi, tornando alla trama, essa di evolve lungo la strada e verso la fine parlerà di tutt'altro. E' una storia epica, piena di personaggi e di tecniche magiche. E' una storia che riprende da un libro che, a quanto ho capito, mai e poi mai leggerò poiché col caiser che verrà mai tradotto in italiano!
Ma nonostante questo, la trama mi è piaciuto ed ho veramente annusato l'odore dell'epicità.
Ci stanno tutte le cose care ai drama wuxia: i temi del bianco e nero, cultori, tecniche proibite, oggetti con funzioni strane, roba con nomi lunghissimi... il solito insomma. Ma soprattutto ci stanno cose magiche che non spiegano mai, tecniche che certe volte funzionano e certe no, artefatti che vengono trovati ad minchiam... la cosa che mi fa sempre tagliare in queste serie, quando si parla della magia, è come i personaggi enuncino cose magiche, strumenti ecc ecc con una nonchalance e sicurezza come se anche lo spettatore sapesse di cosa stiano parlando. Cosa che non è vera!
" adesso useremo La Tecnica della Tigre Bianca per bloccare l'Energia Oscura dell'Elogio Spettrale, grazie al Sigillo Delle Nove Spade ecc ecc..."
Io comunque gli do ragione e accetto qualsiasi cosa per partito preso ma ammetto che metà cose di come funzioni la magia, me le sono perse.
Detto questo comunque, il problema più grave per me è stata la scenografia, fotografia e CGI che ho trovato barbinissime, davvero di bassa qualità. Ad esempio, la foresta dove i nostri sovente si recavano: gli alberi, i sassi e tutta l'ambientazione sembravano dei cartonati da recita di paese. Anche nel finale quando il male ormai corre lungo tutto il mondo, il "mondo" era costituito da 10 persone, forse 20 a stare larghe.
E' difficile farmi sentire la tensione, l'epicità del mondo in pericolo quando su schermo ci sono 4 tizi scarsi.
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Di buono però c'è anche la storia è si epica, ma anche molto divertente. Soprattutto inizialmente: Yan Hui è spettacolare, divertente e tosta ed insieme a Tian Yao creano dei siparietti molto spassosi.
Veniamo ora ai personaggi. Ho adorato la protagonista Yan Hui sia come recitazione sia come caratterizzazione. Solare, entusiasta, avida, leale ma anche umana quando scappa da Tian Yao dopo quello che le ha fatto o quando quasi cede al lato oscuro. Zhou Ye tratteggia una protagonista forte e comica ma che sa anche commuoversi e far commuovere, rendendo Yan Hui realistica e credibile.
Al pari della lead, anche Bai Xiao Sheng - il second per intenderci - è meraviglioso. All'inizio grigio e sospetto piano piano s'affezionerà ai protagonisti, soprattutto a Yan Hui e mi regalerà una terribile sindrome da second lead che difficilmente andrà via. Ho infatti trovato l'innamoramento di Bai per la protagonista molto semplice ma funzionale e logico: quando tutti lo avevano abbandonato, Yan Hui è stata l'unica che è andata a cercarlo, mostrando di tenere a lui.
Inoltre Bai è interpretato da Riley Wang , attore bravissimo che regge lo schermo come pochi. Fluido, naturale, con una recitazione credile e vera che rende Bai quasi un personaggio in carne ed ossa.
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Chi invece non ha questa grazia è Tian Yao. Se è vero che inizialmente il nostro protagonista usa Yan Hui per riprendersi il corpo, successivamente ritorna ad essere un esempio di santità e bontà. Chiesto scusa per il brutto comportamento verso la sua amata, Tian mostra tutta la sua virtù facendo sempre la cosa giusta, combattendo il male e colando miele di romanticismo pure dagli occhi.
Oltre a ciò, Neo Hou non mi ha convinto per niente. Ha reso Tian Yan troppo rigido e statico. Un pezzo di marmo. Bello sì. Ma ancora immobile come la pietra. E ho capito che impersonava un essere sovrannaturale e al di sopra di tutti i mortali e immortali ma la grazia e eleganza che doveva mostrare era davvero troppo asettica.
Veniamo poi alla storia d'amore. Come sempre, avendo il cuore in pietra lavica soprattutto per le storie che diventano facilmente melense, ad una certa ho skippato tutte le loro scene d'amore: alla quinquesima immagina di loro due che si professavano eterno amore, il mio cuore non ce l'ha fatta ed ho premuto "avanti 10 secondi" più volte.
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Chiariamoci... la storia d'amore non ha nulla che non va. E' che tra la recitazione poco convincente del lead, il ti lascio e ti ripiglio ,ma ti amo e sposiamoci ,ma no, ma sì dai! la storia che andava avanti ed io che invece volevo sapere cosa era successo a Bai, ho davvero messo poco impegno nel seguire la vicenda amorosa.
Mi sono invece piaciute le altre coppie, come quella di Xian Ge e Feng Qian Shuo: ad esempio: una coppia semplice e normale che si faceva forza uno con l'altro. Lui poi innamoratissimo! Mi portava in scena sempre feels amorosi. <3
Altra cosa per me negativa è stata la resa delle relazioni, soprattutto quelle del lead. Alla notizia che il suo vecchio amico è in realtà il braccio destro del nemico, Tian Yan non dice bau. Niente. Nada. Manco in confronto, un conflitto, un espressione di dolore per il tradimento. Niente.
Oppure: Tian Yao è stato tradito, ammazzato e fatto a pezzi dalla sua presunta futura moglie. Presumo che lui l'abbia amata prima di questo, visto che l'ha chiesta in moglie. E per tutto il drama questa relazione d'amore non verrò mai affrontata. Mai. Anche quando i due si incontrano e scontrano non c'è un richiamo romantico alla loro vita assieme.
I personaggi parlano con Tian ma non c'è davvero una relazione amichevole e intima tra loro, rendendo tutto molto asettico tipo lista della spesa.
Detto questo, Back From the Brink non è stato male. Si vede l'impegno messo dagli autori nel creare la storia e tratteggiare i personaggi con il consueto " bianco e nero style alla the Untamed" con alcuni di loro che svettano come recitazione e caratterizzazione. Altri... svettano meno. Ma che sia il lead ha farlo è più grave secondo me.
Peccato per l'ambientazione e gli effetti speciali così come certe cose che sembrano state tirate via e raffazzonate, cosa che un drama "epico" serio non dovrebbe mai fare.
VOTO: 7.6
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enkeynetwork · 1 month
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ziosam6 · 2 months
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Dopo una giornata di frenesia, mobili smontati e rimontati, trapani e avvitatori che staccano e creano nuovi alloggiamenti, montacarichi che incessantemente muovono da una parte all'altra la tua vita... Cala la sera.
Nel silenzio della notte mi perdo a pensare ad una foto scattata quasi involontariamente senza un preciso significato. Una foto del vecchio appuntamento, fatta dalla strada, in attesa di partire.
Ecco quindi l'idea del trittico:
Il cuore dà (foto uscita);
il cuore riceve (foto entrata);
e dove per sempre resterà una parte del mio cuore (in quell'appartamento).
Una foto dallo sguardo all'insù. Rivolto a quel 5° piano ed i 28 anni trascorsi in esso
Arrivato poco più che 16enne posso definirlo, nel bene e nel male, essere il luogo di tante "prime volte". Ah se i muri potessero parlare... Meglio di no! I primi parcheggi perfetti con la macchina... Se non ci fosse stato l'albero davanti. Le prime dediche e richieste dai vicini... Mi fa piacere sentirti suonare la tastiera ma non cantare al karaoke! E tante altre.
In tutti questi anni è stato luogo di tante partenze ma di altrettanti sicuri ritorni.
Perché si torna sempre dove si è stati bene e i posti sono semplicemente persone. (Nessun posto è casa mia - C. Galeazzo)
Sono questi gli anni di maggior vagabondaggio per mille lavori, week-end milanesi per scuola, 3 anni in Seminario o in parrocchia a Verona presso il Quartiere Indipendenza, anni della prima convivenza stabile e varie settimane di convivenza con gli scout.
Nel corso degli anni è stato anche un luogo "absentes adsunt" dove gli assenti sono assai presenti. Non ci sarà, nella nuova casa la "cameretta della nonna". Non ci saranno tutte quelle famiglie che negli anni hanno lasciato un segno per le loro particolarità prima di lasciarci, a loro volta, verso nuove destinazioni, dimensioni o, semplicemente, lasciamo noi spostandoci.
Ai tanti ricordi che si lasciano altrettanti se ne immaginano. Ricominciando da zero e sognando in grande. Anche perché...
"la prossima volta che mi sposto sarà quando vien a torme Pizzamiglio!"
(Cit. Il fante di Spade).
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castellidisabili · 4 months
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Barlume trafitto di spade
si volge al malsano tramonto
che illumina gli specchi
della laguna.
Spettrale radura sospesa
nel fragile sonno del giorno
compose le note superflue
l'atroce spartito d'altrove.
Onde, che non siete mie amiche
venite a trovare il mio oscuro
daimon crudele del cuore
colpite lo scudo dorato
che cinge il mio mondo di ghiaccio
ai pazzi e alle vecchie dei campi
donate il rinato baccello.
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In un abbraccio ci si perde
Nello stesso tempo ci si ritrova
Dalle lacrime ai sorrisi
Mille emozioni in due visi
Che riflettono anime divise
Che si uniscono con fili
Sottili come capelli
Resistenti come diamanti
Taglienti come spade
Nel silenzio della notte
Un abbraccio dona calore
Guarendo il dolore
Che si ha in fondo al cuore
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multiverseofseries · 3 months
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House Of The Dragon S2 Episodio 4 The Red Dragon and the Gold: Un Drago per Un Drago
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Il quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04) mette fine ai tentennamenti e passa all'azione: la Danza dei Draghi ha inizio e non si può più tornare indietro.
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"Io ho provato fino all'ultimo a cercare la pace, come avrebbe voluto mio padre Viserys. Dovevo essere sicura che non ci fosse un altro modo per poter affrontare tutto questo". Con queste parole Rhaenyra (una sempre più straordinaria Emma D'Arcy) conferma ancora una volta la propria grazia e risolutezza, parlando al proprio Concilio Ristretto nel quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04). Dopo il dialogo chiarificatore nella scorsa puntata tra lei e Alicent (Olivia Cooke) in cui si sono parlate finalmente a cuore aperto sulle ultime parole del defunto regnante e sulle loro responsabilità, la legittima erede al Trono di Spade decide di passare definitivamente all'azione. Bisogna affrontare i Verdi e bisogna farlo a cavallo dei propri draghi!
Le conseguenze dell'amore (e del potere)
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Il machiavellismo di Aemond non conosce confini
La proverbiale e decantata Danza dei Draghi ha quindi inizio nel senso più letterale del termine: la lotta è interna, intestina, civile non solo tra le due fazioni della famiglia Targaryen, i Verdi e i Neri, ma anche all'interno delle stesse. Nessuno è immune, questa la regola di House of the Dragon. È così che le conseguenze dello scorso episodio si fanno sentire e lo scontro tra Aegon II (Tom Glynn-Carney) e Aemond (Ewan Mitchell) al bordello ha un riflesso immediato nell'altra riunione del Concilio di questo episodio: Aemond parla valyriano molto bene e dimostra di essere un potenziale regnante molto più in gamba del fratello (che prima della sua incoronazione illegittima lo aveva supplicato di prendere il suo posto), perché non è preda di impulsi repentini ed è un abile e machiavellico stratega. Quella sequenza, recitata ottimamente da entrambi i giovani interpreti, serve proprio a dare al pubblico la misura della lotta per il potere ad ogni costo, senza guardare mai faccia a nessuno, nel mondo di Martin. Soprattutto nella Casa del Drago. Le mire di tutti continuano senza sosta: Harrenhal è stato oramai preso dai Neri e da Daemon, nonostante sia il castello della famiglia di Piededuro (Matthew Needham) da generazioni, ma quest'ultimo ha i propri interessi a palazzo.
Liberate i draghi!
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Una delle poche coppie "sane" di tutta Westeros
Aegon avrebbe voluto liberare i draghi, non lo hanno ascoltato e questo è il risultato. Queste almeno le parole del giovane Re al Concilio, dove oramai alla guerra non ci si può più tirare indietro. È così che assistiamo al primo vero scontro in volo tra Neri e Verdi, con le maestose creature che popolano i cieli di Westeros a farla da padroni insieme ai loro cavalieri, per dare una svolta decisiva alla Danza. Lo farà molto più di quanto fosse lecito aspettarsi nel corso dell'episodio e dell'evoluzione della trama, con quel senso di pathos e di epica antica e cavalleresca che ha sempre contraddistinto anche Il Trono di Spade. È così che le pedine in gioco sulla scacchiera non si accontenteranno di buttare giù qualche pedone ma punteranno proprio allo scacco matto… ma non come ci saremmo aspettati. Una delle più grandi doti della narrazione di Martin viene confermata in questo quarto incredibile episodio, che arriva non a caso a metà stagione a proporre un importante giro di boa per le puntate a venire. Il potere è qualcosa che inebria e fa perdere la testa, pur di ottenerlo o reclamarlo davanti a tutti i propri sottoposti e familiari: anche nelle piccole vittorie, come fa Ser Criston.
Una danza nel cielo
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Ser Larys continua i propri intrighi di palazzo
Se la stagione era iniziata con "un figlio per un figlio" si potrebbe dire che arriviamo alla svolta con "un drago per un drago" e lo scontro nei cieli è davvero reso ottimamente a livello visivo e registico. Un'opportunità per esplorare meglio anche i rapporti tra i draghi e i propri cavalieri e la loro simbiosi millenaria, e lo si può notare benissimo nel rapporto tra Rhaenys, la Regina che non fu, e il suo drago Meleys, la Regina Rossa, il toccante ultimo sguardo tra le due prima della loro inesorabile sorte ha portato più di qualche lacrima. Più claudicanti, paradossalmente e simbolicamente, sono quelli tra esseri umani e consanguinei: Rhaenys (Eve Best) e Corlys (Steve Touissant) si confermano forse i più stabili all'interno del regno, ma anche per loro vale la regola scuoti un matrimoni e verranno fuori segreti. Ci sono poi due sequenze speculari, perfettamente girate: Alicent dice al primogenito "La Corona non fa il Re. Non è che indossandola si diventa automaticamente adatti a regnare". Forse, dopo il dialogo con Rhaenyra, e pur avendolo messo lei stessa su quel trono per aver travisato le ultime parole di Viserys, si rendo conto di tutto ciò che non va nel proprio nucleo, bramando che abbia ereditato anche solo la metà del talento di Viserys. Parallelamente c'è il confronto tra Rhaenyra e il suo primogenito, Jacaerys (Harry Collett), in cui gli rivela ciò che Viserys le aveva confidato anni prima: la Canzone del ghiaccio e del fuoco ovvero la profezia che dà il titolo all'intera saga letteraria di Martin. Proprio a sottolineare la differenza tra le due famiglie e i diversi rapporti madre-figlio. La prima metà dell'episodio è quindi tutta di preparazione alla battaglia, per arrivare attraverso un climax narrativo ben strutturato e soppesato nella seconda metà ad uno scontro avvincente ed appassionante, che fino all'ultimo non sai come potrebbe concludersi( beh tolte le persone che hanno letto Fire and Blood).
Conclusioni
Il quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04) fa entrare definitivamente gli spettatori nella proverbiale Danza dei Draghi attraverso una struttura perfettamente speculare: una prima metà di confronti e conseguenze dello scorso episodio, dialoghi e riunioni dei Concili, volti a rivelare lo stato delle relazioni tra i personaggi e le due fazioni Targaryen in gioco, soprattutto al loro interno. Per poi passare ad una seconda parte estremamente action, che ci fa volare alto insieme ai possenti draghi e ai loro cavalieri, per uno scontro registicamente entusiasmante che regala sorprese e non lascia scampo a nessuno. Siamo prontissimi per ciò che verrà o forse no.
👍🏻
Finalmente l’azione per chi l’aveva tanto bramata!
Il confronto Aegon/Aemond al Concilio Ristretto e quello tra le due madri Rhaenyra/Alicent e i rispettivi figli Jacaerys/Aegon.
Il rapporto tra Drago e Cavaliere, Le scene tra Rhaenys e Meleys davvero stupende e toccanti.
Rhaenys e Corlys, unica coppia "sana" in quel nido di vipere, o che almeno cerca di comunicare.
La sequenza della battaglia, sia a livello narrativo che visivo.
Potrebbe sembrare che alcune sequenze dei vari intrighi di palazzo servano solo a rimandare l’inevitabile ma in realtà hanno un significato narrativo.
👎🏻
Potrebbe sembrare che alcune sequenze dei vari intrighi di palazzo servano solo a rimandare l’inevitabile ma in realtà hanno un significato narrativo. Perché chi vuole solo azione tali scene posso sembrare inutili. Ma è più che altro un mettere in guardia chi cerca solo azione è tra gli intrighi di corte che si svolge la vera azione.
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susieporta · 5 days
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Nove di Spade
"L'innovativo collegamento Cuore - Mente"
Sono giorni di profonda trasmutazione.
Stiamo nuovamente cambiando pelle.
E' un processo a cui dovremmo oramai essere abituati, ma ci ritroviamo invece a riesumare antichi schemi di disfunzione, arenandoci al ruolo di vittima "incompresa" o "ingiustamente trattata".
Sono rigurgiti di Passato che sono dannosi per il Cuore. Lo sottopongono a pesi e frustrazioni oramai inospitabili dentro alla nostra nuova Struttura.
Confliggere con il Carnefice a livello interiore, non riscatta la Vittima. La rende schiava del meccanismo della Dipendenza.
Lo sappiamo. Ma è proprio questo il senso della Dipendenza: "non posso farne a meno".
E' qualcosa che sfugge al controllo. Risponde ad automatismi associativi interiori.
Ma noi non siamo lo schema di disfunzione.
Lo eravamo.
E se anche esso "scatta in autonomia", senza preavviso e senza un reale pretesto o pericolo, va per l'ennesima volta contestualizzato e accompagnato gentilmente a mutare forma di pensiero.
E' un lavoro a tempo pieno la "riabilitazione affettiva".
Richiede fatica e impegno, investimento emotivo e psichico, disciplina ed entusiasmo.
Nessuno è vittima di nessuno. Se non su un piano di conscia o inconscia complicità. Ma è nostra responsabilità di adulti spezzare questa credenza. Spetta a noi. A nessun altro.
Fa male? Si.
Vorremmo un risarcimento danni per questo?
Nessun Carnefice risarcirà mai la sua Vittima. E' parte del gioco.
E soprattutto nessuno "cambierà per noi".
Anche se dedichiamo ore ed ore a a tentare di spiegare, a convincere, a dissuadere dal compiere "comportamenti lesivi", il Carnefice non si fermerà.
Il genitore, il compagno, l'amico o chiunque rivesta quella maschera di personalità, è già ampiamente consapevole di ferire, ma il suo movimento è cristallizzato, si è atrofizzato negli anni, la sua personalità è rigida e aggrappata saldamente allo schema.
Non può cambiare solo attraverso un processo di consapevolezza. Anche se di "altissima qualità".
Può solo scegliere volontariamente di scendere all'Inferno, senza protezioni ignifughe e bruciare vivo, immergersi completamente nella dissoluzione profonda dell'Io. E poi gettarsi nel vuoto, senza appigli, senza paracadute, "senza noi". E rompersi definitivamente in mille pezzi.
Ma se è tanto compromesso, non lo farà mai.
E sicuramente non lo "farà per te".
Qual è la convenienza per un carnefice nel "cambiare schema"? Nessuna. E' un ruolo sofferente, ma vantaggioso.
Ciò che condividono con la Vittima è un'unica triste verità: entrambe le parti non sono state amate con "giustezza" e condividono lo stesso vuoto d'Amore.
Questo corridoio stretto ci racconta la Verità. Nuda e cruda.
Ci fa vedere per l'ennesima volta lo "schema".
E potrebbe indurci a pensare che non "siamo cambiati per nulla".
Invece no.
Siamo cambiati.
Ma abbiamo bisogno di restituire alla Mente le indicazioni corrette di funzionamento.
I processi di fine 2024 e inizi 2025 verteranno proprio sul dialogo Cuore-Mente, affinché ciò che è stato riattivato in questi anni, si colleghi progressivamente alle funzioni di trasmissione originali.
Sarà un lavoro imperioso, ma bello.
Diamoci da fare.
C'è un grande Compito da svolgere nei prossimi mesi per la nostra interiorità. E questo è solo l'Inizio.
Mirtilla Esmeralda
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Il sole di sera, vira d’improvviso in un rosso che insanguina il cielo e scivolando dietro il filo preciso dell’orizzonte svanisce come una preghiera, lasciando posto allo stupore inquieto della vita insonne che, generosa e bella, si consumerà come la tempera del pittore creando un sogno che si chiamerà poesia. Petali, carezze e misteri in questa notte di luna piena che svela la prosa immatura e discreta d’ogni cuore che non si arrende alle astuzie del tempo. Le strade di ieri hanno i volti e i nomi di chi ha impreziosito il mio tempo con ogni forma possibile d’amore. Le varianti infinite dei sentimenti sfuggono al controllo e al giudizio del bene e del male ed è difficile capire quanto sconfinata sia la dolcezza benefica di un abbraccio se non si conosce l’ implorante bisogno dell’anima di sentire confluire in se il calore, l’amore e l’infinito. Le distanze sono pareti d’impenetrabile granito, i silenzi spade di ghiaccio che gelano il cuore, ma non conosco distanze, e di silenzi solo quelli la cui pienezza avvolge, si racconta e rende vivi. C’è un cielo così bello questa notte che riempie gli occhi di lacrime a vederlo e la dimensione del mio sentirmi incredibilmente piccolo al cospetto di così tanto infinito, disarma ogni pensiero regalandomi il privilegio di entrare nel sogno vero dell’esistere, nell’oltre delle parole perdute, dei baci dimenticati, degli abbracci mancati. E poi, domani, avrò nuove ragioni per non dimenticare ed altre per guardare il cielo. Buona Notte
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chiediloallapolvere · 11 months
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In una notte come questa...
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Questa notte è un'altra di quelle notti in cui il sonno sembra così lontano da me. Non riesco a spegnere la tempesta di pensieri che affollano la mia mente. Mi ritrovo a ripensare a tutte le parole che mi hanno detto nel corso degli anni, quelle parole che continuano a echeggiare nei momenti di quiete come un sinistro ritornello. 'Sei solo una somma di difetti', 'Non farai mai abbastanza', 'Non sei all'altezza'. Sono come spade che mi trapassano il cuore e in una notte come questa risuonano più forte che mai.
Mi chiedo se tutto ciò che ho fatto finora sia stato sufficiente per dimostrare che posso essere qualcosa di più, che posso superare le mie imperfezioni. Ma quanto più ci penso tanto più mi sembra che abbiano ragione. Le mie insicurezze sembrano aver preso il sopravvento facendomi sentire come se non potessi mai uscirne. È come se avessero plasmato il mio destino, come se fossi destinato a portare questo peso per sempre.
Non so quanto ancora posso sopportare questa sensazione di inadeguatezza che mi assilla, rendendomi prigioniero dei miei stessi pensieri. Spero che un giorno troverò la forza di dimostrare a me stesso e agli altri che c'è più di quanto vedono, che posso essere qualcuno di cui essere fiero. Ma per ora la notte si fa sempre più profonda e il sonno continua a sfuggirmi.
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Spirit lead me where my trust is without borders Let me walk upon the waters Wherever You would call me Take me deeper than my feet could ever wander And my faith will be made stronger In the presence of my Saviour ...
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personal-reporter · 1 year
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Palio dei Terzieri 2023 a Città della Pieve
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Sarà una cinquantesima edizione del Palio dei Terzieri nel segno del Perugino, quella che Città della Pieve si appresta a vivere, in onore al suo cittadino più illustre. Infatti le opere di Perugino saranno il suggestivo tema del Corteo Storico di quest’anno, dove ogni Terziere allestirà carri rievocativi, i nobili e le monne sfileranno nei loro sontuosi abiti, gli sbandieratori e i tamburini accompagneranno i loro passi. Così popolani, contadini, buoi, cavalli, falchi e falconieri, gli armati con le loro spade e balestre, i cannoni in azione faranno sognare per una rievocazione storica tra le più ricche e curate d’Italia tra le ambientazioni delle taverne, cuore della manifestazione, con i loro menù e i loro costumi tradizionali, per degustare sapori di un tempo, come le Lumache al pizzico”del Casalino, lo Stinco dell’arciere del Borgo Dentro, gli Gnocchi del Priore  del Castello e molti altri. Dall’8 agosto, ogni sera il pubblico verrà intrattenuto con spettacoli, rappresentazioni teatrali, botteghe artigiane, fiere, musici e giocolerie in pieno stile rinascimentale. Nella giornata conclusiva del 20 agosto il grande Corteo Storico sfilerà nelle vie della città, introdotto da una voce che descrive costumi, figure e gruppi. Anche questa edizione ci sarà l’assegnazione del prestigioso premio Masgalano per il costume più bello e del premio Valerio Bittarello in palio per il terziere che realizzerà il miglior carro allegorico. Raggiunto il campo dei giochi, i terzieri schiereranno i musici per suonare l’inno del Palio, subito dopo prenderà avvio la sfida tra i terzieri con la Caccia del Toro in cui tre arcieri per ogni squadra cercheranno di colpire la sagoma roteante. Nel 1250 i terzieri del Palio sono nominati per la prima volta nell’atto di sottomissione a Perugia quando dopo un brevissimo intervallo di autonomia e libertà grazie alla protezione dell’imperatore Federico II di Svevia, Citta della Pieve fu  soggiogata dalla città del Grifo. L’impianto urbanistico della città  risale all’epoca comunale ed è giunto immutato fino ai nostri giorni, caratterizzato da una sagoma che ricorda per certi versi quella di un’aquila che avanza minacciosa verso Roma. Gli stessi Terzieri hanno  la loro origine legata alla suddivisione della città medioevale in tre zona, le parti dell’aquila si identificano con i terzieri, che si riferiscono a tre classi sociali, alla testa corrisponde il terziere Castello o Classe dei Cavalieri(Aristrocrazia), alla pancia il Terziere Borgo Dentro(Borghesia), all’ala-coda il Terziere Casalino o classe dei Pedoni(Contadini). Oggi i cavalieri del Palio dei Terzieri ogni anno rievocano la Caccia del Toro, sfidandosi nell’arte del tiro con l’ arco, colpendo delle sagome rappresentanti la razza dei tori chianini che sono  fissate su pedane mobili. Il terziere Castello, che è stato il vincitore dell’edizione 2022, consegnerà il Palio storico nelle mani del Podestà, che ne diverrà custode fino alla proclamazione del vincitore della Caccia del Toro. Read the full article
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gcorvetti · 2 years
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Maurizio Costanzo scio'.
Leggo un post di fanpage, commentato da un'amica/contatto su FB che recita :"L'ha coperto mezza Sicilia", parlando sempre di Messina Denaro, perché le favole in Italia te le raccontano per mesi, se non per anni. Maurizio, ma che cazzo dici, ti sembra che in Sicilia siamo tutti mafiosi o che le persone comuni siano dei vigliacchi totali? E CC, i poliziotti, i finanzieri, quelli stipendiati dallo stato, levando che i politici isolani sono come il due di spade quando la briscola è a oro, ma perché a Roma in parlamento sono tutti santi? Il nano mafioso di arcore?
Poi c'è da dire che queste parole in cattiva luce noi della Trinacria, per non dire che è istigazione all'odio, io per il si e per il no ho segnalato a FB il post, ma sarebbe da denunciare il giornalista per diffamazione, a Noi che diamo il cuore e puntualmente la prendiamo nel culo, che mondo di merda.
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Nella PUNTATA N.111 (numero magico) di "Leggere per capire Scrivere per capirsi" si parlerà del libro "Il custode delle parole ( Feltrinelli ) firmato dalla sapiente penna di Gioacchino Criaco . L'appuntamento è per domenica 04.12.2022 alle ore 17.00 - sulle frequenze di http://pienneradio.com (con replica la domenica successiva alla stessa ora) e in streaming clikkando su: http://radio.garden/listen/pienneradio-fm-89-7/LvB4-9F9 Pienneradio IL CUSTODE DELLE PAROLE è una storia di identità e radici così forti da sfidare il futuro, richiamandoci alla responsabilità di prenderci cura di ciò a cui sentiamo di appartenere: un amore, una montagna, una storia. La nostra è una storia millenaria che ha forgiato le parole intingendole nel cuore, nella testa, nella pancia, nel miele e nel sale, nel sangue eroico e in quello codardo, nella punta delle spade e nel taglio delle zappe. Andrìa ha quasi trent'anni, vive ai piedi dell'Aspromonte e trascorre pigramente le sue giornate tra il lavoro in un call center e le gite al mare con la fidanzata Caterina. Non ha ancora trovato la propria strada – la Calabria è una terra che divora i desideri e le aspirazioni –, ma sa di non voler fare il pastore come il nonno, di cui porta il nome. Nonno Andrìa, custode di un mondo antico e di una lingua, il grecanico, che stanno per sparire ingoiati dalla modernità, ne vorrebbe fare il proprio erede, ma il giovane Andrìa ha paura. Paura di quelle montagne, della solitudine angosciante che si annida tra i boschi di cui conosce i rituali e i sussurri ma non riesce a sentirsi parte, così come non riesce a capire l'ostinazione del vecchio a combattere con ogni mezzo, lecito o no, le speculazioni che continuano a fare scempio di quel territorio. Trattenuto nella Locride soprattutto dall'amore per Caterina, la sua vita cambia il giorno in cui salva dall'abbraccio mortale dello Jonio un giovane migrante dopo il naufragio di un gommone: Yidir arriva dalla Libia, e anche lui sta cercando un futuro possibile. #libro #interviste #leggere #gioacchinocriaco #criaco #radio #capire #feltrinelli #letture #malo #mauriziolorenzi #malowriter https://www.instagram.com/p/ClgAkMpMZpM/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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invisible-show · 2 years
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INVISIBLE°SHOW ⎔ BREMBATE DI SOPRA  ⎔ VENERDI 2 DICEMBRE ⎔ UNQAAM & FRANCESCA NAIBO
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UNQAAM (Ivrea/Corea, coreusi elettropercussiva) 938 anni fa, sulle rive del Po, un innamorato corteggia a suon di versi una pastorella – no, anzi, una regina. Per conquistarla, le regala pure qualche libro di grammatica. Solo che il poeta vede e descrive solo se stesso, e tra una parola dotta e l'altra, adombra l'amata. Questo, dicono, è quel che cantano gli antichi Versus Eporedienses, i “Versi d'Ivrea”, poemetto d'amore del medioevo latino. Nel 2038, sulle rive del Po, una ragazza dai tratti orientali – sì, una regina – si limita a scrivere sulla sabbia: 逃. Poi, svanisce come gazzella in fuga, per scampare alla propria ombra. Titolava così un poeta spagnolo, tale Garcìa Lorca, “perché le rose cercano sulla fronte / un duro paesaggio d'osso / e le mani dell'uomo non hanno altro senso / che imitare le radici sotto terra.”
Unqaam, invece, è un luogo in cui non siamo ancora stati. Ed è la performance in progress, nata dall'improvvisazione musicale e danzata, di un batterista e di una ballerina. Lui, Francesco Serassi, polistrumentista e grafico, oltre ad  aver collaborato al progetto di improvvisazione autogenerativa Gemini Excerpt (jam session elettro-acustiche a base di strumenti tradizionali e anticonvenzionali) è stato per oltre un decennio il batterista dei piemontesi Drink to me, trio di electro pop psichedelico che – ispirato da Arthur Russell - ha richiamato accostamenti a band come Animal Collective e Liars, e condiviso il palco con Editors e Orbital. Come graphic designer, è membro del collettivo multimediale Superbudda di Torino e direttore creativo della torinese Add editore, specializzata in narrativa di viaggio, saggi e graphic novel con un'attenzione particolare all'Asia, continente del futuro. Lei, Barbara Menietti, di origini coreane, ha studiato danza a partire dai 4 anni, approfondendo in particolare danza contemporanea e africana, hip hop e house dance, partecipando a workshop e formazioni con ballerini di fama internazionale. Performer e danzatrice per videoclip e spettacoli  (come Devotischeletri di Giulia Ceolin, “danza senza trama per solo sentire”), insegna danza hip hop a Torino e provincia. Insieme sono Unqaam, corpo cangiante di batteria acustica, strumenti elettronici e gesto umano, sensibile nelll'utilizzo di campioni e nelle citazioni coreutiche alla musica e della danza tradizionali coreane.
https://www.youtube.com/watch?v=uQzExwl9USw
FRANCESCA NAIBO (Vittorio Veneto/Milano, orchestra di chitarra) Delle volte ti viene il dubbio di essere una chitarra, suonata e sognata da altri. Tu allora ti scordi apposta, e ti sformi, ti strappi, ti spezzi, provi a dar corda da torcere. Solo che quelli niente, ti suonano lo stesso. Così ti torna in mente quella poesia famosa, hai presente: “Incomincia il pianto della chitarra / Si rompono le coppe dell'alba.” È di un altro poeta spagnolo, tale García Lorca, e finisce così: “Piange freccia senza bersaglio / la sera senza domani / il primo uccello morto / sul ramo. / Oh, chitarra, / cuore trafitto / da cinque spade.” Francesca Naibo, comunque, ha studiato a Venezia, Milano, Berna e Basilea diplomandosi in chitarra classica e improvvisazione libera. È un'esploratrice eclettica e profonda delle sei corde, capace di attingere e lasciarsi ispirare dalla musica contemporanea come dal repertorio classico, rinascimentale e barocco, dal fingerpicking al jazz, al seguito di maestri quali Fred Firth, Marc Ribot e George Lewis. Dopo l'esordio da solista con Namatoulee, definito "una cartolina dall'oltre" da A Jazz Noise, si è riaffacciata in quello stesso aldilà con il fantasmatico So much time, intarsio tra suoni e tempi in cui la chitarra rivela, media e intreccia le voci di Francesca bambina e adulta, dissabbiando l'essenziale: è dal dialogo di passato e presente che sgorga il futuro. http://www.francescanaibo.com/ https://francescanaibo.bandcamp.com/
Per conoscere il luogo e confermare la tua presenza scrivi a [email protected] 
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