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#sradicamento
crazy-so-na-sega · 20 days
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«Non c'è bisogno della bomba atomica: lo sradicamento dell'uomo è già fatto. Tutto ciò che resta è una situazione puramente tecnica. Non è più la Terra quella su cui oggi l'uomo vive.»
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ad-ovest-della-luna · 9 months
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Il bosco è un corpo vivente. È un magnete che ha la forza d’attrazione più intensa nel cuore e più lasca alla periferia. Il bosco è una città con i tesori concentrati in certi punti: sono gli organi, i polmoni, il cervello, il fegato, e intorno sta la pelle e la sfera dell’esistenza, dove le gambe si agitano, le braccia si alzano e indicano. Il bosco è un oceano in continuo movimento, che arretra in certi punti e si allunga in altri. Il bosco è una lingua che nasce e muore continuamente, che subisce intrusioni e colonizzazioni, che smarrisce vocaboliradice precipitati in disuso, come se fossero stati inghiottiti nel fondo d’una grotta che si richiude immediatamente. Il bosco è una nuvola che scarica energia appena entra in contatto con altre nuvole, che si modifica a seconda delle depressioni in cui fluisce. E quando ti giri e ritorni sui tuoi passi, orma dopo orma, diretto alla parola “casa”, perdendo l’ombra del patriarca, lasciandoti alle spalle i confini stessi del bosco, richiudendo il paesaggio fuori dall’abitacolo della macchina e tornando a essere ostaggio dei pensieri, delle preoccupazioni, dei doveri e dei diritti che rivendichi, ti rendi conto che la vita tutta è una continua oscillazione: aggredito come sei, come sei stato e come sarai fra il polo nord del radicamento e il polo sud dello sradicamento. Le stelle ti chiamano.
Tiziano Fratus, Ogni albero è un poeta. Storia di un uomo che cammina nel bosco.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Michel Le Maire
L’ORDINE INGIUSTO
Guida al sovvertimento dell’oligarchia globale
Edificato attorno all’unipolarismo americano, l’attuale Occidente è dominato da un “ordine ingiusto” fondato sul consumo compulsivo e sulla totale assenza di riferimenti verticali. Questa “cloaca maxima” – che ha sussunto le identità nel verbo apolide del mercato – opera il sistematico sradicamento di ogni orizzonte di senso: la persona si abbassa ad “individuo astratto”, la famiglia retrocede ad “unione fluida”, la Nazione si riduce ad “espressione geografica”, lo Stato si fa “governance tecnica” e la realtà cede il passo virtualità “social”. Spogliato delle sovranità e orfano delle Comunità, questo sistema è plasmato da una narrazione isterica e atomizzante – frutto dell’abbraccio mortale tra le utopie del marxismo culturale e i meccanismi della società liberale – che trova spazio nel quotidiano delirio del progressismo cosmopolita: la chimera della “società aperta”, la violenza del multiculturalismo, il livore femminista, la decostruzione “gender” e la martellante dittatura rivendicativa delle presunte minoranze a caccia di nuovi “diritti”. Un vuoto teorico dagli effetti devastanti, il cui trionfo – però – è tutt’altro che definitivo.
Storia, filosofia, economia, politica, attualità e cultura: questo pamphlet – coraggioso e per nulla fatalista – intende denunciare senza mezzi termini le perversioni e le idiozie di questa distopia del brutto, del basso e del vile, senza abbandonarsi alla rassegnazione del “tutto è perduto”. Perché dinanzi alla tirannia del deforme e dell’informe, alle anime libere spetta il dovere del riscatto. Queste pagine, allora, vogliono suscitare la fierezza e la speranza: per la decisiva riaffermazione della Civiltà europea, senza indugi e senza pentimenti.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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frailgal · 10 months
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ho sempre creduto che la bontà fosse la qualità non solo più alta, ma fondamentale per le definizione di essere umano. la presenza costante della religione durante la mia crescita ha contribuito non poco a questa visione, ma tutti i protagonisti di quei racconti spirituali caratterizzati da una paziente anteposizione del bene dell’altro al proprio, da sorrisi miti mai in opposizione e da un’accettazione serena della morte, mi creavano sempre un moto di invidia. io non avrei mai contenuto in me quella luce che loro emanavano, già solo per le emozioni suscitate da questa lettura, che si allontanavano da tutti i valori cristiani. il fatto che negli anni il mio pensiero si sia laicizzato, non ha di certo contribuito al suo sradicamento: da atteggiamento imposto dall’alto, era ora per me condizione naturale e necessaria al fine di essere una brava persona. ma anche cercando di votarmi interamente a servizio degli altri, c’è qualcosa che non mi riesce bene: in me c’è sempre una punta di troppo di ribellione, di egoismo, di risentimento. vorrei quel tanto di ingenuità che basta per far chiudere un occhio e invece c’è qualcosa di sinistro che stride con il candore che cerco di far apparire, una goccia di sangue sul mio vestitino bianco.
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mucillo · 2 years
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Vivoamo in un mondo in cui siamo al tempo stesso troppo vicini e troppo lontani gli uni dagli altri.
Siamo troppo vicini perché le forze della globalizzazione, della guerra, della spartizione e dei media producono quegli “effetti-farfalla” grazie ai quali ritroviamo ogni giorno, davanti agli occhi e davanti alla porta di casa, anche le cose più lontane.
Per esempio, riceviamo notizie di guerre in Paesi stranieri, di attentati suicidi in luoghi remoti; da regioni lontane del pianeta ci giungono immagini di sofferenze e di emergenze e, con minor frequenza, di speranze e di conquiste realizzate.
Siamo troppo vicini anche perché spesso, a causa delle migrazioni per motivi di lavoro, dello sradicamento, del traffico di esseri umani e di un turismo disinvolto, quelli che un tempo per noi erano forestieri oggi abitano alla porta accanto.
Siamo troppo vicini, infine, perché con l’espansione delle nostre città viviamo gomito a gomito con lingue, abiti, cibi e stili corporei stranieri: la geografia della nostra vita quotidiana si è trasformata.
Al tempo stesso, tuttavia, siamo troppo lontani gli uni dagli altri, perché in gran parte delle regioni urbane, delle regioni di confine e dei luoghi di passaggio del mondo odierno abbiamo perso il senso della familiarità sociale.
Diamo cioè per scontata la presenza di “altri” fra noi, ma non siamo abbastanza curiosi, non vogliamo sapere chi sono e perché sono finiti a vivere così vicino.
Ascoltiamo troppe storie di rifugiati, migranti e viaggiatori involontari per aver voglia di guardare a fondo nelle loro vite e di porre domande.
Arjun Appadurai
Così Vicini, Eppure Così Lontani 
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archivio-disattivato · 10 months
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Un appello per uno sciopero globale globale lunedì per chiedere la fine della guerra israeliana nella Striscia di Gaza
Scritto da: Euronews
Pubblicato il 12/10/2023 – 11:50
La campagna mira a fare pressione sui paesi che sostengono Israele affinché interrompano la guerra a Gaza, che ha provocato la morte di circa 18.000 persone.
Attivisti e influencer di diversi paesi hanno chiesto uno sciopero generale per la Striscia di Gaza, colpita da una guerra israeliana che dura da più di due mesi e che ha causato la morte di circa 18.000 palestinesi, la maggior parte dei quali sono bambini e donne. e il ferimento di decine di migliaia di civili.
Un gran numero di attivisti e influencer hanno interagito con l’hashtag “Sciopero per Gaza” o strikeforgaza, che ha invaso i social media, invocando uno sciopero in tutto il mondo per denunciare quelli che hanno definito “i massacri israeliani contro i palestinesi a Gaza” e per chiedere un cessate il fuoco.
Le proteste e le voci contrarie alla guerra non sono riuscite a dissuadere Israele dal continuare la guerra nella Striscia di Gaza, e gli Stati Uniti hanno usato il loro veto nel Consiglio di Sicurezza contro una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza.
Dopo più di due mesi, Israele continua la sua devastante guerra nella Striscia di Gaza, commettendo massacri contro i civili, secondo le organizzazioni delle Nazioni Unite, provocando la morte di 17.487 palestinesi e 46.480 feriti, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Sanità nel quotidiano Striscia di Gaza.
Sciopero globale in solidarietà con Gaza
Secondo i dettagli degli appelli ampiamente diffusi, i partecipanti allo sciopero non utilizzeranno i loro veicoli, non faranno acquisti e non utilizzeranno carte bancarie per pagare i loro acquisti.
L’appello alla partecipazione prevedeva anche uno sciopero per recarsi lunedì nelle scuole e nelle università.
La giornalista e attivista palestinese Israa Al-Sheikh ha spiegato, in un videomessaggio sui social media, che l’idea dello sciopero è quella di astenersi dal recarsi nei centri di lavoro, nelle scuole o dall’aprire negozi nei centri commerciali.
La campagna mira a fare pressione sui paesi che sostengono Israele affinché interrompano la guerra a Gaza, che ha provocato la morte di circa 18.000 persone.
Secondo i responsabili della campagna, attivisti e associazioni anti-israeliane e sostenitori di Gaza, l’obiettivo dello sciopero è “paralizzare il movimento della vita e la ruota economica in tutti i paesi”.
È interessante notare che questi appelli coincidono con il fallimento da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna di un progetto di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che obbliga Israele a fermare la guerra a Gaza.
Un appello palestinese a partecipare allo sciopero
Nello stesso contesto, le forze nazionali e islamiche a Ramallah e ad Al-Bireh nei territori palestinesi hanno annunciato lunedì prossimo uno sciopero globale per tutti gli aspetti della vita.
In una dichiarazione rilasciata sabato, le forze armate hanno chiesto di “scendere nelle strade e nelle piazze delle città, dei villaggi e dei campi, per esprimere l’unità del sangue e del destino e una vittoria per gli innocenti indifesi, e per inviare un messaggio al mondo che il nostro popolo resisterà forte ai tentativi di sradicamento e sfollamento e che la nostra lotta legittima continuerà fino al raggiungimento della libertà e dell’indipendenza”.
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libriaco · 2 years
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La fiducia è una cosa seria
Abbiamo sufficienti motivi per non fidarci della vita. Quante volte ha ingannato le nostre speranze più care! Ma abbiamo ancora più motivi per non fidarci della ragione: se la vita ha potuto ingannarci, è soltanto perché una ragione debole si è lasciata ingannare.
L. Šestov, [Raccolte varie, 1905-1910] Sradicamento. Aforismi, Brescia, Morcelliana, 2020 [Trad. D. Borso e V. Parisi]        
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Fra tutte le forme attuali assunte dalla malattia dello sradicamento, quella dello sradicamento della cultura è una delle più allarmanti. La prima conseguenza di questa malattia è generalmente, in tutti i campi, che essendo state troncate le relazioni ogni cosa viene considerata come fine a se stessa. Lo sradicamento genera l’idolatria.
Simone Weil, "La prima radice"
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princessofmistake · 2 years
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Osserva le luci degli appartamenti di fronte, i gialli aranciati delle luci interne, l’azzurro degli schermi televisivi, il nero delle sagome, a volte coglie un istante, un momento della vita degli altri; oppure se lo immagina, si diverte a immaginare, a inventare i dialoghi di quei film muti. Intuisco la frugalità della sua vita, lui sorride, confessa che mangia poco e male, finge che non gli importi. Ma gli piace ciò che fa; il lavoro. Aggiunge: è questo che conta. Poi parliamo di tutto e di niente. Sulle prime, penso che mi telefoni per passare il tempo, per sentirsi meno solo, poi, a poco a poco, mi accorgo che cerca l’intimità, vedo che con la distanza, lo sradicamento, il non vederci, finalmente ci riesce; non è più l’intimità della pelle, è quella delle parole. Infinitamente più pericolosa. Tuttavia, dato che non si cambia mai davvero, quando le parole diventano troppo esplicite lui cambia discorso, mi pone domande sull’ospedale, sui malati, sulle infermiere, torna alle cose concrete, al quotidiano. Non sempre riesce a riattaccare. Allora gli dico che penso a lui; che spesso penso a lui. E subito mi sfugge, dice: A presto, ti richiamo. 
Una volta, non riattacca. Ma non dice più niente. Restiamo alcuni minuti ad ascoltare il respiro dell’altro.
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pikasus-artenews · 2 months
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ELYAS ALAVI. That I cloud fear a door: storie di case e di vento
Un’intima riflessione sui concetti di casa, appartenenza e sradicamento accomuna spiritualmente l’esperienza dell’artista Elyas Alavi alla storia di Matera
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crazy-so-na-sega · 7 months
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Più atroce di ogni ferocia asiatica è questo sradicamento e la sua menzogna di “moralità” sviluppata incondizionatamente. Ci rendiamo conto sufficientemente che tutto è orribile nell’americanismo?
-Martin Heidegger (metafisica e nichilismo)
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giancarlonicoli · 5 months
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18 apr 2024 12:31
IN CISGIORDANIA I COLONI ROMPONO I COJONI – I GRUPPI INTRISI DI NAZIONALISMO E INTRANSIGENZA RELIGIOSA SONO LA VARIABILE IMPAZZITA NELLA CRISI MEDIORIENTALE: OGNI GIORNO SI CONTANO ATTACCHI CONTRO I VILLAGGI DEI PALESTINESI, NEGLI ULTIMI SEI MESI I MORTI SAREBBERO 500, MA GLI ATTACCHI RIMANGONO IMPUNITI E IL GOVERNO ISRAELIANO FOMENTA LE ASPIRAZIONI DEI COLONI, PIANIFICANDO NUOVI INSEDIAMENTI - BIDEN PREME SU NETANYAHU AFFINCHÉ LI CONTROLLI, MA SA BENE CHE "BIBI" DIPENDE DA LORO PER LA SUA SOPRAVVIVENZA… -
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Dici «coloni ebrei» e immediatamente riveli un universo fatto di estremismo nazionalista e religioso montante. Una variabile impazzita nella crisi mediorientale, alimentata da fanatici che, in nome della legittimità derivante dall’auto-dichiarato status di «vittime universali» e dal messianismo del «ritorno alla terra dei padri», motiva ogni tipo di violenza e abuso ai danni della popolazione palestinese.
Sono mezzo milione (oltre ai 250.000 che vivono nelle zone annesse da Israele a Gerusalemme est) e tra loro i più radicali non superano i 100.000, ma il loro numero è in crescita dopo l’eccidio del 7 ottobre, con una forte componente di neo-immigrati, specie dalla diaspora Usa. Ormai non passa giorno che dalla Cisgiordania non giungano notizie di attacchi di coloni contro i villaggi palestinesi nella totale impunità, che comprendono violenze e minacce per scacciare i beduini, strade chiuse in modo del tutto arbitrario, sradicamento metodico di uliveti e piantagioni, danni alle fonti idriche, abitazioni bruciate e persino ferimenti e assassinii di civili con armi da guerra.
[…] Secondo il ministero della Sanità dell’Autorità palestinese a Ramallah, i civili uccisi da soldati e coloni negli ultimi 6 mesi sarebbero quasi 500, i feriti migliaia. Il governo israeliano attuale fomenta le aspirazioni dei coloni e, pur in questo periodo di guerra a fronte dell’amministrazione Biden che chiede moderazione, continua a pianificare nuovi insediamenti al cuore di quelle stesse regioni che dovrebbero fare parte di un ipotetico Stato palestinese.
C’è di più. Negli ultimi anni le organizzazioni dei coloni più radicali hanno infiltrato i quadri alti dell’esercito e ora interferiscono nella catena di comando. Ci sono alti ufficiali, anche inquadrati nei battaglioni che operano a Gaza, che pare si facciano pochi problemi a «coprire» i soldati troppo violenti. Anzi, spesso sono loro stessi ad aizzarli.
«Per molti di loro l’operazione a Gaza è diventata la prova generale per svuotare tutti i territori occupati nel 1967 della loro popolazione araba», hanno scritto i maggiori editorialisti del quotidiano liberal israeliano Haaretz.
L’amministrazione Usa è spaventata: preme su Netanyahu affinché li controlli, ma sa bene che lui stesso dipende da loro per la sua sopravvivenza politica.
I diplomatici europei non sanno che fare, divisi tra la solidarietà allo Stato ebraico dopo l’eccidio del 7 ottobre e la necessità di bloccare un movimento che ormai boicotta ogni possibilità di pace e minaccia le radici della democrazia israeliana. […] Un recente rapporto di Human Rights Watch accusa i coloni di avere commesso una sorta di pulizia etnica contro «centinaia di beduini» scacciati dalle loro terre nella valle del Giordano in autunno.
«Almeno 7 comunità sono state espulse dopo il 7 ottobre», specifica. […] Il Guardian denuncia la scelta israeliana di intensificare la costruzione di migliaia di abitazioni per gli ebrei nelle zone occupate di Gerusalemme est e proprio nel cuore di quartieri densamente popolati dai palestinesi come Beit Safafa e Ras el Amud. Il giornale britannico cita l’organizzazione umanitaria israeliana Bimkom, che riporta che alcuni dei progetti erano nell’aria da tempo, ma sono stati approvati «solo poche ore dopo l’attacco di Hamas». Il disegno politico che li sottintende resta quello delle destre nazionaliste di impedire la nascita di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est. L’approvazione finale dei progetti edilizi sarebbe avvenuta il 4 gennaio .
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA 🎄
Jordi Garriga Clavé
LA FESTA DEL NATALE
Origini e Tradizioni
Il Natale, ricorrenza tra le più partecipate della storia dell’uomo, ha oggi assunto una veste consumistica che ne ha eroso i significati sacrali e spirituali: pur restando un momento di condivisione comunitaria e di calore familiare, questa Festa sembra aver smarrito la sua intima autenticità, trasformandosi in un appuntamento laico e commerciale.
Questo libro, essenziale e completo, vuole compiere un viaggio nella storia delle più antiche tradizioni europee: dai miti arcaici ai riti popolari, dai culti solari ai sacrifici eroici e dalla prima narrazione Cristiana alle figure che caratterizzano l’odierno Natale, passando per le festività della Luce, per i cicli di rinascita, per il folklore locale e per la cultura che si è fatta retaggio, nel solco di un’identità che – senza soffocare le proprie specificità – ha saputo (ri)elaborare un comune orizzonte di riferimenti e di simboli.
Un contributo che svela la lunga memoria dei nostri popoli, restituendoci un quadro chiaro e completo di quell’eredità ancestrale che – malgrado lo sradicamento in atto – costituisce il cuore pulsante della nostra Civiltà.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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sassibelli · 6 months
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Quello che volevo raccontarvi è questo mio oscillare un poco schizofrenico tra uno sradicamento “di nascita”, che ho sempre vissuto come un privilegio, un antidoto perenne al provincialismo, una spinta alla libertà di pensiero e di azione. E però una profonda attrazione per il concetto stesso di “radici”.
Michele Serra
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mucillo · 2 years
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Arjun Appadurai
"Così Vicini, Eppure Così Lontani "
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 Viviamo in un mondo in cui siamo al tempo stesso troppo vicini e troppo lontani gli uni dagli altri.
Siamo troppo vicini perché le forze della globalizzazione, della guerra, della spartizione e dei media producono quegli “effetti-farfalla” grazie ai quali ritroviamo ogni giorno, davanti agli occhi e davanti alla porta di casa, anche le cose più lontane.
Per esempio, riceviamo notizie di guerre in Paesi stranieri, di attentati suicidi in luoghi remoti; da regioni lontane del pianeta ci giungono immagini di sofferenze e di emergenze e, con minor frequenza, di speranze e di conquiste realizzate.
Siamo troppo vicini anche perché spesso, a causa delle migrazioni per motivi di lavoro, dello sradicamento, del traffico di esseri umani e di un turismo disinvolto, quelli che un tempo per noi erano forestieri oggi abitano alla porta accanto.
Siamo troppo vicini, infine, perché con l’espansione delle nostre città viviamo gomito a gomito con lingue, abiti, cibi e stili corporei stranieri: la geografia della nostra vita quotidiana si è trasformata.
Al tempo stesso, tuttavia, siamo troppo lontani gli uni dagli altri, perché in gran parte delle regioni urbane, delle regioni di confine e dei luoghi di passaggio del mondo odierno abbiamo perso il senso della familiarità sociale.
Diamo cioè per scontata la presenza di “altri” fra noi, ma non siamo abbastanza curiosi, non vogliamo sapere chi sono e perché sono finiti a vivere così vicino.
Ascoltiamo troppe storie di rifugiati, migranti e viaggiatori involontari per aver voglia di guardare a fondo nelle loro vite e di porre domande.
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lamilanomagazine · 7 months
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Farnesina: più protezione per esercizi commerciali e imprese con il collegamento dei video-allarme alle Sale operative delle Forze di polizia
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Farnesina: più protezione per esercizi commerciali e imprese con il collegamento dei video-allarme alle Sale operative delle Forze di polizia. Garantire sempre maggiori livelli di protezione e sicurezza agli esercizi commerciali e alle imprese, grazie al collegamento dei sistemi di video-allarme con le Sale operative delle Forze di polizia che, in caso di rapina, potranno ricevere segnalazioni e immagini in tempo reale. È l'obiettivo che ispira il protocollo quadro firmato ieri al Viminale dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, dalla Vice Presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia, Patrizia Di Dio, e dalla Presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise. Un accordo, di durata triennale, che verrà reso operativo su tutto il territorio nazionale grazie all'azione sinergica delle Prefetture in collaborazione con le articolazioni territoriali e di categoria delle Confederazioni. «Un’intesa che testimonia l'attenzione del Viminale per assicurare sempre più elevati standard di sicurezza e legalità in settori nevralgici per la nostra economia. Soluzioni tecnologiche che, grazie ad una più veloce interconnettività dei sistemi di video-allarme con le centrali delle Forze dell'ordine, consentiranno interventi sempre più tempestivi, oltre a fornire un importante contributo alle attività investigative. Strumenti che tutelando gli esercizi commerciali e le imprese contribuiscono, al contempo, ad accrescere i livelli di sicurezza per l'intera comunità», ha sottolineato il Ministro Piantedosi. «Il rinnovo di questo Protocollo Quadro consolida la collaborazione fra Confcommercio Imprese per l'Italia, il Ministero dell'Interno e le rispettive articolazioni territoriali e rafforza la sicurezza partecipata. Arriva in un momento in cui è ancora più importante investire nella sicurezza delle nostre città, senza distinzione alcuna tra periferie e centri storici. Speriamo contribuisca sempre più ad incentivare azioni concrete di collaborazione tra imprenditori e forze dell'ordine per scoraggiare l'aumento di furti e rapine nei negozi», ha rilevato la Vice Presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia con incarico per la Legalità e la Sicurezza, Patrizia Di Dio. «La presenza di attività di vicinato non solo contribuisce a garantire la vivibilità dei nostri centri urbani, ma rappresenta anche un presidio di controllo del territorio. Una funzione che viene rafforzata dall'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, una sorta di occhiale speciale di cui queste imprese hanno l'opportunità di dotarsi. E che ha dato prova di grande utilità: dopo una esperienza ultra ventennale, infatti, possiamo affermare con certezza che la distribuzione dei sistemi di video allarme antirapina nella rete di attività di vicinato ha dato un valido contributo ad elevare il livello di sicurezza percepito dai cittadini. Una conferma del ruolo indispensabile di negozi e pubblici esercizi, che anche per questo devono essere maggiormente tutelati: il loro sradicamento dal tessuto economico renderebbe le città non solo meno ricche e vive, ma anche meno sicure», ha evidenziato la Presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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