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#tecnologici
designmiss · 9 years
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Cappa da cucina SPRING https://www.design-miss.com/cappa-da-cucina-spring/ Ideale per una #cucina moderna e al passo con i tempi, la #cappa SPRING ha l’aspetto di una lampada da parete…
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ircwebnet · 2 years
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Gadget tecnologici: le USB personalizzate come regalo aziendale
Gadget tecnologici: le USB personalizzate come regalo aziendale
Le USB personalizzate hanno tutte le carte in regola per poter essere considerate un regalo perfetto da proporre alla propria community di riferimento. Sul mercato è possibile trovare un vasto assortimento di proposte, con modelli di tutti i tipi, diversi tra di loro a seconda della conformazione, in base al materiale di composizione e per dimensioni e stile. Un regalo aziendale da prendere in…
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ross-nekochan · 7 months
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Oggi ennesima giornata triste da fare schifo.
Che ci sto a fare qua? In un campo che non è il mio, con nessuno che mi insegna, anzi, al contrario mi fanno dire cose non vere sulle cose che non so fare. Proprio io che ODIO mentire, ma soprattutto ODIO vendermi raccontando palle. Eppure stamattina è successo: mi hanno proprio detto "ti faranno domande complicate ma non dire che non lo sai"... eh, pò voglio vedere quando vado là che gli dico a quelli. La figura di merda sarà solo mia o anche della mia azienda (che si merita questa figura di merda e mille altre ancora)? Vedremo a breve perché a quanto pare le palle che ho detto hanno funzionato.
Io comunque non ce la faccio già più. Pure se non ho fatto un beneamato cazzo per mesi, non ce la faccio più e voglio cambiare lavoro. Io non c'entro un cazzo con l'IT, ho solo fatto un cazzo di lavoro in cui ho fatto l'help desk e ho usato le lingue ma non è che mi mettevo a fare chissà quali magheggi tecnologici, quindi lasciatemi stare porcoddue. Giuro che me ne vado a fare le pulizie, mi va bene lo stesso. No in verità vorrei solo qualcosa che mi faccia usare il cervello e invece il cervello lo devi per forza spegnere come fanno pure tutti i miei colleghi indiani perché si lamentano ma alla fine si arrendono alla situazione.
Io non voglio. Voglio fare qualcosa di più affine a me, almeno un minimo, non chiedo tanto perché tanto lo so che lavorare fa schifo sempre, a prescindere.
Ci sono annunci di lavoro ovunque ti giri eppure pare che per me sta facilità di cambio lavoro non c'è.
Sono stata più volte sul punto di piangere perché io la soluzione a questa tristezza non ce l'ho. Vorrei poter dire che tornare a casa mi farebbe stare bene, che con la pizza e la sfogliatelle mi tornerebbe il sorriso e la pace dei sensi. Vorrei poter dire che vorrei tornare dalle persone a cui voglio bene. Ma non ho una famiglia e le poche persone a cui voglio bene sono sparse per l'Italia e per il mondo e quindi un posto dove tornare non ce l'ho. Non ce l'ho più.
ただ明日もう目が覚めなくてもいい。全部もういい��
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schizografia · 20 hours
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Il guscio della lumaca
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca». «Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata». È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale. Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie. L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata. «Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo. Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative. L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
23 maggio 2024
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abatelunare · 9 months
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Incomprensioni tecnologiche
Non capisco più gli strumenti tecnologici da cui sono (purtroppo) circondato. La macchina fotografica digitale si accende e non si accende. Poi mi dice che la SIM non è pronta. La stampante collegata al portatile interpreta le mie istruzioni in maniera del tutto personale. Scrivo un documento Word di una sola pagina, ma lei si comporta come se le pagine fossero invece due. Quando il cellulare è in carica dovrebbe avere una luce rossa fissa che poi diventa verde. Invece l'ultima volta non si è acceso un bel niente. Sono curioso di vedere a chi tocca ora. Forse alla televisione. Ah, no. Lei si è già rimessa a posto. Per adesso.
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klimt7 · 1 year
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STANOTTE
HO SCOPERTO UN BLOG
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IL CARATTERE
DEI ROMAGNOLI
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E niente, volevo dirvelo...
stanotte ho scoperto un Blog.
Un blog che all'inizio non gli daresti un soldo, perchè non ha proprio nulla di particolarmente moderno o tecnologico. Non c'è infatti nemmeno un briciolo di Intelligenza artificiale (A.I.), quella che si scorge è interamente intelligenza e sensibilità U-MA-NA !
Completamente umana.
Come dire? Umanamente si tratta di un prodotto D.OC. E' un blog scoperto per caso alle 4 di notte durante una fase di insonnia conclamata, assai comprensibile dopo l'alluvione che ci ha colpito.
Quindi lo ripeto, se vi aspettate numeri da circo o effetti speciali tecnologici vi dico di no. Non fa al caso vostro.
Da questo punto di vista, siete fuori strada sul blog, di questo, finora sconosciuto, (almeno per me), Francesco Satanassi da Forlì!!
🤷🏻‍♂️
Eppure io, lì dentro, ci sento come una intera miniera d'oro.
E vi leggo tutto il carattere, la forza indomita, la fierezza, l'anarchica indipendenza di giudizio, tipica dei romagnoli fra i suoi Post.
Perchè lì io sento le radici.
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Le radici di quella pianta bellissima che si chiama " ROMAGNA ".
La solida concretezza e la passionalità dei miei conterranei, che quando credono in certi valori...È PER SEMPRE.
E poi percepisco la medesima qualità, la stessa saggezza antica e contadina dei miei nonni. La loro dignità e la capacità di sentirsi ugualmente in armonia con la Terra, la Natura, con la Storia e con la semplicità e il piacere del vivere attraverso l'assaporare e l'apprezzare ogni tipo di emozione.
In estrema sintesi : il vivere senza freni, a perdifiato.
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Avverto nelle parole di questo Blogger di Forlì, la consapevolezza di non voler mai dimenticare il sacrificio e l' altruismo di chì è venuto prima di noi. Di chi ha saputo scegliere con coraggio e si è schierato per una causa ben precisa: l'antifascismo e la libertà, fino a sacrificare la propria piccola vita a favore di un bene e di valori ben più grandi del proprio misero egocentrismo. E ancor di più, ritrovo la schiettezza tipica delle persone dirette, che vanno dritte al cuore delle cose, perchè apprezzano la semplicità e la poesia e la verità che si nasconde nelle piccole cose concrete .
Così come emerge cosa sia davvero sacro: l'onorare con la nostra memoria i nostri antenati. Così come la capacità di diventare noi stessi "Storia", incarnandola con la passione che esprimiamo coi nostri giorni e col nostro corpo.
Sapere da dove veniamo, e cosa abbia attraversato chi è venuto prima di noi sul pianeta.
Ecco, se oggi penso, agli "angeli del fango" di Cesena e della Romagna intera, ai volontari che senza preavviso sono spuntati come funghi, per venirci ad aiutare nello spalare il fango in ogni cortile, in ogni scantinato, in ogni garage, ritrovo intero il carattere deila gente di Romagna.
Se penso ai ragazzi delle Superiori, agli Universitari che hanno scelto di scendere in strada, in autentici "battaglioni della solidarietà", ecco che io la ritrovo subito la continuità fra i nostri antenati e i romagnoli di oggi e ritrovo nel contempo, tutti i valori che esprime un Blog come " HANNO DETTO CHE PIOVE " di Francesco Satanassi.
Io lo vedo benissimo il filo di continuità che esiste in tutto questo.
È il filo dell'avere i piedi ben piantati per terra! Anzi, nel fango e nella melma. Ma starci dentro, per esserci, per contare, per mostrare alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha perso la casa o tutto quel che c'era dentro, che la presenza e la solidarietà, non sono solo vuote parole sulla bocca del Politico di turno, che si lancia nella consueta "marchetta politica" con promesse sconsiderate, ma una pratica diffusa e collettiva. L'attitudine di una intera comunità di persone sensibili e responsabili.
Questi valori devono farsi musica, canzoni, condivisione!
Canzoni da cantare tutti insieme, in coro, non cercando l'impossibile unisono, ma raggiungendo un altro risultato miracoloso che è la coesione sociale, il sentirsi tutti parte di un unico essere, a cui diamo il nome di "collettività".
L'esempio della canzone "ROMAGNA MIA", cantata in mezzo al fango, ai rifiuti e ai detriti dell'alluvione, è illuminante.
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Pur non considerandola un capolavoro nè da un punto di vista poetico nè tantomeno musicale, quella canzone è però una "bomba atomica" dal punto di vista emotivo!
Una bomba di energia sociale, tutte le volte che inspiegabilmente permette l'aggregazione di centinaia di persone che si trovano a lavorare, senza tregua e senza compenso, perchè tutti insieme e ognuno individualmente, si avverte la comune responsabilità di dare una mano alla comunità a cui si appartiene.
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Penso ai volontari giunti da Amatrice, oppure a quelli arrivati da Reggio Emilia ( a cui avevamo dato una mano noi in occasione del terremoto dell'Emilia del 2012 ), o ancora, ai volontari giunti da L'aquila.
Mi coinvolge questa idea: una sorta di " fratellanza nella sventura ".
Avverto in tutte queste persone, al di là della provenienza da una determinata terra, proprio l'appartenenza ad una precisa tipologia umana, ad una "tempra" di cui io stesso, sento di essere parte.
"Chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo" come canta il poeta-cantautore Francesco De Gregori nella sua sublime "Santa Lucia".
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Chi vive sporgendosi continuamente verso gli altri, affacciato verso l'universo dell'altro da una comune inquietudine umana ed esistenziale. Chi insomma vive e non ha paura della generosità, della gratuità, del dare aiuto senza chiedere nulla in cambio, e sempre, difendendo il valore del "restare umani" anche nelle situazioni più drammatiche della Storia.
È come avvertire un sangue comune che circola nelle vene di tutte queste persone: dai giovani romagnoli ai meno giovani, dai volontari del posto, a quelli arrivati dalle altre città. Tutte persone che "più li butti giù e più si rialzano" e più energia e carica umana, sono capaci di trasmetterti, consapevoli tutti quanti del valore del lavorare tutti per una buona causa.
Per tutto questo, mi sento grato anche a Francesco e al suo Blog per testimoniare cosa ci sia dietro la "Romagnolità".
Per darci con le sue parole intense e sentite, una lezione di umanità e di passione civile.
Per restituirci il buon sapore di tuttò ciò che è sentito e vissuto con l'anima, che poi é molto simile al sapore del pane caldo, appena sfornato, al suo profumo di buono.
Sono i valori che fanno della nostra comunità, un meraviglioso popolo che sa cos'è la fatica, l'impegno costante e la responsabilità verso gli altri, e insieme verso la propria coscienza di cittadini con gli occhi aperti.
Per noi in fondo è questo ciò che importa: il rimboccarsi le maniche tutti i santi giorni e lavorare finchè un lavoro, un'opera, un'impresa non sia finita, compiuta, realizzata.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Le ondate antiscientiste dipendono, epoca per epoca, da scarse confidenza e dimestichezza con le scienze. È vero che si ha paura di ciò che non si capisce esattamente come abbiamo paura del buio, ma è vero altrettanto che esiste qualcosa chiamato scuola italiana. Il Piano nazionale informatica (Pni), voluto da Franca Falcucci, ministro dell’Istruzione, a metà degli anni Ottanta, era stato pensato per insegnare i rudimenti di programmazione a studenti e studentesse delle scuole superiori. Cosí è stato per molti, e per me. Mi sono diplomata nel 1996 al Liceo Scientifico Leon Battista Alberti di Minturno, indirizzo Pni, sapendo programmare in Pascal, e conoscendo rudimenti di Assembler. La riforma di Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, a circa vent’anni dal Piano nazionale informatica, propagandava – non trovo esatto nessun altro verbo – la scuola delle «tre I». Impresa, Inglese e Informatica (non ricordo in che ordine). In questa nuova idea di informatica, studenti e studentesse, cittadini e cittadine a venire, non erano piú chiamati a programmare ma a conseguire la Ecdl (European Computer Driving Licence), dunque a imparare l’utilizzo di un pacchetto applicativo. Imparare a essere utenti consapevoli. Utenti e non programmatori. La riforma Falcucci e quella Moratti sono antipodali rispetto all’idea di istruzione e, in fondo, anche a quella di cultura. Nella proposta Falcucci, la teoria e la prassi dell’informatica si compenetrano e si rafforzano. A scuola si impara cioè che teoria e prassi non hanno differente natura e, dal punto di vista culturale, il principio che passa è che alla cultura si partecipa. La cultura non è intoccabile, altra e irraggiungibile, la cultura è fatta da chi e con chi vi partecipa. La scienza stessa è cultura, e dobbiamo lavorare perché questa coscienza la abbiano tutti. Gli studi scientifici hanno sbocchi tecnologici, l’avanzamento tecnologico richiede studi scientifici, e si impara dunque, giorno per giorno, che la tecnologia non coincide con i dispositivi. L’indirizzo della riforma Moratti è diverso, l’effetto è quello dei signori viaggiatori divenuti gentili clienti negli annunci sonori sui treni. Il fine appare non tanto la comprensione e il contributo del singolo, ma il completamento di un percorso volto a ottenere un titolo, un marchio, un bollino (torniamo al discorso sulle merci). Partecipare o ricevere, pensare di poter contribuire o non pensarci affatto. Giocare o eseguire. Esercitarsi a capire o trovare la soluzione. Cercare la soluzione o avere ragione. Esseri umani considerati viventi o merci non viventi. Ha vinto la riforma Moratti. “
Chiara Valerio, La tecnologia è religione, Einaudi (Collana Vele, n° 208), marzo 2023; pp. 45-47.
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mezzopieno-news · 7 months
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APPROVATA LA PRIMA RISOLUZIONE CONTRO LE ARMI AUTONOME
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Il 1° novembre 2023 la Prima Commissione dedicata al Disarmo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la prima Risoluzione mai discussa sulle armi autonome.
Le armi autonome, chiamate anche killer robots, sono sistemi automatici (sistemi di difesa aerea, sentinelle robotiche e munizioni vaganti) capaci di selezionare, seguire e attaccare un obiettivo militare senza bisogno di intervento umano dopo l’attivazione. Attraverso l’uso delle tecnologie robotiche, dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata, questi sistemi d’arma possono utilizzare il riconoscimento facciale e sensori di movimento per eseguire attacchi, senza alcun controllo. Dopo oltre 10 anni di confronti e campagne internazionali, in un contesto di rapidi sviluppi tecnologici, questo voto rappresenta un traguardo significativo riguardo alle pressanti questioni etiche, giuridiche e politiche relative le responsabilità dell’attacco, l’osservazione degli obblighi delle parti coinvolte in un conflitto e la sicurezza globale.
“Il clamoroso sostegno alla prima risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle armi autonome dimostra il desiderio diffuso da parte degli Stati di compiere progressi verso un nuovo diritto internazionale” ha dichiarato Stop Killer Robot, una coalizione di oltre 250 organizzazioni della società civile e 26 premi Nobel che lavorano in 70 Paesi per favorire il disarmo. La Risoluzione L56 indica la decisione di preparare un Rapporto che rifletta le opinioni degli Stati membri e degli osservatori sui sistemi di armi autonome e sui modi per affrontare le relative sfide e preoccupazioni che essi sollevano da prospettive umanitarie, legali, di sicurezza, tecnologiche ed etiche e sul ruolo degli esseri umani nell’uso della forza.
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Fonte: United Nations; Stop Killer Robots
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VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
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abr · 1 year
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Nel 2023 l’Italia dovrà (...) considerare che la Francia sarà molto ostile al Governo italiano, non per la questione immigrati, questa è solo una scusa, ma perché non solo si sta sfilando parzialmente dai programmi di difesa europea francocentrica, come sta facendo la Germania, ma sta entrando, diversamente dalla Germania stessa (...), in alcuni ambiti tecnologici con il benestare degli Stati Uniti (...): il programma anglo-italiano-nipponico per una piattaforma aerea globale di sesta generazione, progetti chiave per lo spazio, ecc.
(...) Infatti, Macron si è fiondato a Washington per cercare con l’America un bilaterale privilegiato in materia di politiche spaziali militari: è stato trattato con gentilezza (...) ma la Francia resterà fuori dalla serie A. Parigi, disperata, ha pertanto bisogno di far cambiare rotta all’Italia (...) o con le buone (pressione sul Quirinale) o con le cattive.
Le “cattive “sono esercitabili scatenando contro l'Italia l’Ue e la Bce dove Parigi ha ancora peso. (...) Da un lato, il Governo ne è consapevole e ha preso una linea conforme con le regole europee. Ma non basta essere candidi come colombe, dovrà anche essere astuto come un serpente.
La prima trappola da evitare è quella della non ratifica del Mes (...). In sintesi, Roma avrebbe tutte le buone ragioni per non ratificare questo trattato (...): è roba superata e insufficiente. Ma se non lo farà scoprirà il fianco a offensive francesi, in questa materia sostenute dalla Germania, e si troverà in posizione sfavorevole nel negoziato sulla modifica del Patto di stabilità nel 2023, sul Pnrr, ecc. Per tale motivo di strategia generale si raccomanda al Governo di proporre al Parlamento la ratifica del Mes, ma (...) vincolando l’eventuale accesso al Mes a un’approvazione del Parlamento italiano. Per intanto evitiamo questa trappola e prepariamoci a schivare le prossime.
via https://www.ilsussidiario.net/news/italia-debito-e-bce-la-trappola-francese-che-il-governo-deve-evitare/2458520/
Carlo Pelanda suggerisce di far le (finte) colombe per poter continuare ad avere le mani libere. E di (re-)imparare come si dice di no - e ci si protegge - fingendo di dire di si. Con buona pace di quelli cui piacerebbe fare i gorilla e sfancular tutti.
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quellotropposensibile · 2 months
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Ho visto una ragazza con la benda sull'occhio. Mentre ascolto una storia su torce di telefoni di nonni poco tecnologici, mi è venuta in mente una storia delle medie su quando avevo pure io una benda sull'occhio. Avevo semplicemente un occhio rosso ma alla decima domanda ho risposto alla mia professoressa di storie horror che avrei dovuto fare un'operazione molto intrusiva e avrei probabilmente perso molti decimi. Poi mi sono reso conto che è più figo il fatto di avere una prof di storie horror che una storia su una benda. Ed eccomi qua, con 6 ore di sonno addosso che blatero cazzate nella mia testa.
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leparoledelmondo · 5 months
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Hydroelectric generation
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Il paradosso tutto italiano è che nonostante la siccità, restiamo il paese che ha più pioggia e più corsi d’acqua di ogni altro paese europeo. Abbiamo 324 laghi ma siamo poverissimi di infrastrutture idriche. Oggi riusciamo a immagazzinare circa l’11% dell’acqua piovana che cade. Troppo poca. Secondo i dati di Terna (gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica dall’acqua), nei primi due mesi del 2023 la generazione di elettricità dell’acqua ha segnato un drammatico -51%, con febbraio che ha sfiorato il -60%. Il rischio è chiudere un anno peggiore del 2022, quando la lunga siccità in Italia aveva ridotto la produzione del 37,7%. Che fare? 
Nuovi invasi, nuovi bacini di raccolta e stoccaggio, impianti di pompaggio, sistemi di irrigazione tecnologici, ecco alcuni esempi che il Pnrr dovrebbe fare.
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crazy-so-na-sega · 3 months
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Uno dei motivi principali per cui l'autoimmolazione di Aaron Bushnell sta avendo un impatto così sconvolgente sulla nostra società è perché si tratta dell'atto di sincerità più profondo a cui ognuno di noi abbia mai assistito. In questa civiltà fraudolenta dove tutto è falso e stupido, non siamo abituati a tanta sincerità. Siamo abituati a un'insulsa cultura mainstream fabbricata a New York e Los Angeles, a celebrità svampite che non parlano mai di nulla di reale, ad attivismo autoesaltante su Instagram, a fazioni politiche sintetiche progettate per radunare il malcontento populista nel sostegno alla politica dello status quo, a merdose "I" ascolta, sono con te [ma in realtà non farò nulla]” atteggiamenti, propaganda infinita e diversione dai mass media e dai suoi equivalenti online che sono potenziati algoritmicamente dai plutocrati tecnologici della Silicon Valley, e una distopia controllata dalla mente dove quasi tutti sonnambuli attraversano la vita in una nebbia indotta dalla psicoterapia. Questo è il tipo di esperienza che siamo stati condizionati ad aspettarci qui, all’ombra dell’impero occidentale. E poi, dal nulla, arriva un ragazzo dell'Air Force e fa qualcosa di reale. Qualcosa di autentico e sincero come qualsiasi cosa potrebbe essere, con le intenzioni più nobili. Ha trasmesso in live streaming se stesso dandosi fuoco e bruciando vivo per attirare l'attenzione della gente su quanto siano effettivamente orribili le atrocità sostenute dagli Stati Uniti a Gaza. Sapendo benissimo quanto sarebbe stato doloroso. Non si è tirato indietro. Non è andato a casa a riempirsi la faccia di snack e pettegolezzi nella chat di gruppo per vedere quali tipi di evasione insensata sono disponibili su Netflix o Pornhub. Ha acceso la fiamma. Non c'è niente nella nostra società che possa prepararci a quel tipo di sincerità. Quel tipo di altruismo. Quel tipo di purezza di intenzioni. Ci blocca di colpo, come se il tessuto del nostro mondo fosse stato fatto a pezzi. E, in un certo senso, lo ha fatto.. È stato un atto fin troppo sincero, commesso nella città meno sincera del pianeta. Ma ancora più importante, questo sta scuotendo le cose nella società tradizionale e non solo all’interno della folla filo-palestinese. Un membro dell’esercito americano si dà fuoco mentre grida “Palestina libera” è assolutamente devastante per gli interessi informativi di Israele e degli Stati Uniti, perché scuote le persone come nessun’altra cosa potrebbe mai fare. In tutta la nostra finta distopia plastica le persone stanno ora aprendo gli occhi, dicendo “Aspetta, eh? Quell'uomo cosa ha fatto? Perché? Pensavo che niente contasse tranne il mio conforto, i miei sentimenti e la mia piccola cerchia di persone a cui tengo? Il mio Paese è complice di cosa succederà adesso? È possibile che mi sia sfuggito qualcosa di importante?" Con il suo profondo atto di sincerità, Aaron Bushnell ha esteso al mondo un invito a un modo molto diverso di vedere la vita. Un invito a squarciare il velo della superficialità e del narcisismo verso un'autenticità radicale e una profonda compassione per i nostri simili. A una nostra profonda sincerità, con la quale possiamo scuotere il mondo nel nostro modo unico. All'una del pomeriggio del 25 febbraio, Aaron Bushnell ha acceso più di un tipo di fuoco. Un fuoco che ci spinge ad agire. Un fuoco che illumina la strada. Un fuoco che ci ispira. . Un fuoco che ci mostra un altro modo di essere. Un fuoco che ci mostri un mondo migliore è possibile. Non dimenticheremo il suo messaggio. Non potremmo se ci provassimo. con cui possiamo scuotere il mondo nel nostro modo unico. All'una del pomeriggio del 25 febbraio, Aaron Bushnell ha acceso più di un tipo di fuoco. Un fuoco che ci spinge ad agire. Un fuoco che illumina la strada. Un fuoco che ci ispira. Un fuoco che ci mostra un altro modo di essere. Un fuoco che ci mostri un mondo migliore è possibile. Non dimenticheremo il suo messaggio. Non potremmo se ci provassimo.
-Caitlin Johnstone
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ross-nekochan · 5 months
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@libriaco questa è un altro di quei punti pieno di pregiudizio positivo.
In Giappone la differenziata funziona così:
- bottiglie di plastica
- plastica PP
- Vetro/alluminio
- indifferenziata (chiamato "not burnable")
- tutto il resto = burnable :))
Però esistono delle piccole differenze per ogni circoscrizione, ma in generale funziona così. Penso però siano un poco più efficienti nel riciclo di elettrodomestici e device tecnologici (ma dovrei informarmi meglio).
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ginogirolimoni · 3 months
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La più grande democrazia del mondo, faro della Libertà e dei Diritti dell’Uomo, gli Stati Uniti, chiede l’estradizione di Julian Assange, alla culla della democrazia dell’Occidente, la Gran Bretagna, perché il giornalista ha preso troppo sul serio la parola Libertà, credeva di vivere in una Democrazia e riteneva di poter godere di alcuni Diritti in quanto Uomo. Assange, se estradato, rischia negli Stati Uniti una condanna fino a 175 anni di carcere perché accusato di spionaggio e per aver divulgato documenti segreti.
Dove finisce la libertà di informazione, dove il diritto dei cittadini di sapere cosa fanno i loro governanti, fin dove si può spingere la trasparenza delle azioni di governo, e dove bisogna preservare la sicurezza di uno Stato?
Assange non ha divulgato segreti militari, tecnologici, difensivi, non ha messo a rischio la sicurezza del Paese, ha solo scoperchiato l’ipocrisia dei politici che dicono di essere democratici, liberali e poi fanno politiche estere predatorie e usano gli stessi strumenti coercitivi e gli stessi strumenti terroristici delle peggiori dittature.
Quello istituito contro Assange non è un atto di giustizia, ma persecutorio e punitivo, gli Stati Uniti si comportano contro di lui esattamente come Assange ha mostrato che in realtà sono.   
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abatelunare · 2 months
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Di strumenti fin troppo invasivi
Può sembrare banale dirlo, ma il genere horror si adegua da sempre alla tecnologia del periodo in cui sforna i propri prodotti, letterari e cinematografici. Sì, perchè la minaccia soprannaturale si serve proprio degli strumenti tecnologici per introdursi nel tessuto del quotidiano. In The Ring il Male si propaga servendosi di una normale (si fa per dire) videocassetta. Che ormai - insieme alla televisone (vedi Poltergeist) - risulta del tutto sorpassata dagli eventi e da quant'altro. Attualmente, veicolo dell'infezione sono computer e telefonini, non tanto e non solo per il loro avanzato livello tecnologico, ma per la loro invasività. Entrambi penetrano nelle nostre esistenze, spesso violando quella che chiamano privacy, per cui è normale che la Presenza ci attacchi attraverso di essi. Una metafora della loro pericolosità? Per quanto ovvia, è una lettura del tutto legittima, inutile negarlo. Personalmente sarei curioso di vedere quali aggeggi possiederà - in senso maligno - l'horror futuro. Ci potrebbe sorprendere.
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harshugs · 4 months
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si continuerà a scrivere a mano?
comunque stavo pensando che non la nostra generazione, forse non la prossima (nostri figli), ma la generazione dopo (nostri nipoti) probabilmente non avranno ne carta, ne penne e ne matite in casa, perché diventerà tutto tecnologico.
me ne sono resa conto in questi giorni di sessione, perché effettivamente io ho usato carta e penna solo perché avevo voglia di scrivere a mano, ma se non avessi avuto voglia non ne avrei nemmeno avuto bisogno, e ormai io in uni non mi porto più quaderni, fogli e astuccio, perché uso solo il pc
poi ho pensato che chissà se i nostri nipoti alle elementari impareranno a scrivere, forse al posto della materia di italiano nei primi anni scolastici in cui noi imparavamo a scrivere le lettere ci sarà una materia tipo informatica, o comunque dedicata alla scrittura su dispositivi tecnologici (che chissà quali saranno)
un po’ come noi oggi ci incuriosiamo quando vediamo le penne stilografiche che hanno bisogno del calamaio (l’inchiostro), o ci chiediamo come fosse possibile scrivere con le piume, forse i nostri nipoti si incuriosiranno come noi quando vedranno una banale penna bic o cancellabile
boh, questi sono i miei pensieri che viaggiano nel momento in cui sto per addormentarmi lol, però è interessante
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