Tumgik
#tony bancarella
fuddieduddies-art · 1 month
Text
Tumblr media
cannibal fiends!!! from beyond the grave!!!!!!
18 notes · View notes
Text
not to overanalyze my own monster of the week pc. but.
the way this campaign has been played before (at least some part) including the other two pcs (dire and zivah) and my pc (tony) being a new addition something something the narrative is Hungry And Out To Get You
2 notes · View notes
librerialafenice · 5 years
Text
Preludio a un bacio - Tony Laudadio
Preludio a un bacio – Tony Laudadio
Tumblr media
Se è stato votato come uno dei selezionati a partecipare al premio Bancarella 2019, uno dei concorsi letterari più importanti in Italia, oltre al premio Strega, un motivo ci sarà!
E no, non è per la sua bellissima copertina, leggermente ruvida come le sue pagine, che urlano ai vostri polpastrelli APRIMI E LEGGIMI MANNAGGIA A TE!
Ha una storia interessante, e anche qui si parla di una storia…
View On WordPress
0 notes
svartjugend · 7 years
Text
7/1
Saranno state le tre di notte, erano i primi giorni di un Aprile che si portava dietro un’aria pungente dalla quale Marzo era stato colpito come da una nuvola di profumo. In casa l’aria stantia e il disordine mi opprimevano e sentivo maledettamente caldo, non che odiassi il disordine in generale, ma quello che c’era in casa mia parlava una lingua chiara a tutti, parlava di trasandatezza, di una realtà che ora non c’era più, parlava di debolezza: semplici gesti come non aver spostato nemmeno una delle magliette buttate sopra il lenzuolo o non aver raccolto il portafotografie che da giorni stava a faccia in giù sul pavimento, circondato dalle schegge del suo vetro, dispostegli intorno come a proteggerlo; queste trascuratezze erano da leggersi come la vigliacca pretesa di non affrontare una situazione, sperando che il tempo, un letto freddo e qualche canzone rimettessero tutto a posto senza che io facessi nulla. Quell’afa artificiale mi stava riempendo i polmoni, ossigeno sporco circolava nel mio corpo debilitato da un’alimentazione improvvisamente irregolare, dal poco sonno, da abitudine stravolte, per cui decisi di uscire. Tirai fuori dal fondo dell’armadio un paio di scarpe di quando ero ragazzo e mentre me le infilavo mi chiedevo quand’è che avessi smesso di esserlo, un ragazzo. Scesi in strada senza aver trovato una risposta. Il cappuccio della felpa tirato su quanto bastava per non rendermi pienamente riconoscibile (come se poi avessi avuto chissà quali probabilità di incontrare qualcuno a quell’ora) contributiva ad appannarmi la vista, andai subito a sbattere contro un mondo nuovo, ci misi qualche buon secondo a ricordarmi che mi ero trasferito da due anni, l’aria infatti per quanto fosse comunque pulita per un quartiere di periferia, non portava con sè quei toni di terra, ciliege mature e pini che ero abituato a godermi dal vecchio terrazzo, illuminato dalla luna di casa vecchia. Man mano che camminavo lungo un viale infinito iniziai a sudare, dovetti togliere la felpa e restai in maniche corte, i led di un cartello sopra una farmacia disegnavano una croce e l’orario “3:14″, eppure saranno stati 38 gradi, entrai in un alimentari H24 e comprai due ghiaccioli “gusto acqua di mare”: i dubbi riguardo gli ingredienti vennero travolti dalla mia esigenza di avere qualcosa di fresco che non mi bucasse lo stomaco. Il commesso, un mediorientale che portava i segni della fame sul volto e che aveva sicuramente visto uomini ridotti peggio di me, rimase indifferente al mio abbigliamento e al mio acquisto, entrambi evidentemente fuori contesto, uscii e mi sedetti sotto un lampione. I palazzi sembravano danzare e offuscarsi, le stelle si muovevano come a disegnare volti e immagini che conoscevo fin troppo bene, nel frattempo il ghiacciolo si stava iniziando a sciogliere e qualche goccia salmastra cominciò a cadere sul marciapiede.
Il marciapiede ci scorreva dietro mentre in lontananza il rumore e le luci che irrompevano allegramente in quel pomeriggio di divertimenti, preannunciavano il luna park. - Sbrigati papà o non troveremo posto! - dice Giulio con già in bocca il sapore caldo dello zucchero filato e mi tira impaziente facendo forza sui piccoli piedini. Una ruota panoramica che ormai iniziava a dimostrare i suoi anni stava ferma per lasciare un momento di intimità a qualche coppia di innamorati che aveva deciso di rifugiarsi per un secondo in quelle culle di ferro decorate da luci al neon molto soft che dolcemente ondeggiavano cigolando, li guardai con indifferenza e con la curiosità di sensazioni che non avevo provato. - Giulio, non ti allontanare e stai attento alla gente, eh! - Si, si, va bene! Nella testa di Giulio si combatteva una battaglia per stabilire quale fosse il suo gioco preferito tra quelli provati l’anno scorso e quale sarebbe stato il migliore di quelli nuovi, questo suo buffo riflettere lo portava ad avvicinarsi a tutte le attrazioni per poi non sceglierne nessuna, e io lo contemplavo sereno. Alla fine scelse un trenino rosso su cui non andava nessuno, al limite del parco giochi, che dava su un campo dove iniziavano a crescere fiori selvatici, la proprietaria, vedendo quanto Giulio si stesse godendo la velocità della discesa gli regalò un altro giro; la ringraziammo e ci incamminammo verso l’uscita. - Papà guarda laggiù: i pagliacci! Andiamo? - No Giulio, dobbiamo andare - aggiunsi in silenzio - e poi non mi sono mai piaciuti i pagliacci. La sua attenzione a ogni cosa non permetteva che qualcosa gli sfuggisse, difatti mi sentì e provò subito a capire il perchè di questa scelta assurda. - Perchè si nascondono sempre dietro alle loro maschere o al trucco e perchè non c’è nessuno che fa ridere i pagliacci quando sono loro ad essere tristi. La risposta si stava concretizzando nei pensieri di Giulio, che aveva perso per un momento il suo sorriso dal quale iniziava a mancare qualche dente. (Mi resi conto di essere stato abbastanza pesante) Gli dissi d’impulso - Su dai, andiamo là e chiediamogli se ci fa un palloncino a forma di cucciolo. Tutte le preoccupazioni di Giulio sembrarono scomparire nell’elio che gonfiava il palloncino, fissava incantato il clown, da dietro i suoi capelli lisci e chiari (che sicuramente non aveva erditato da me) seguivano ogni movimento del ragazzo che stava dando forma al cucciolo, mentre io da dietro ammiravo la sua innocenza che risultava amplificata dalla mia inspiegabile rassegnazione. Con il palloncino legato al polso ci unimmo al fiume di gente che defluiva dal luna park mentre in lontananza il sole scompariva disegnando sui campi verdi e viola l’ombra della ruota panoramica, che in quel momento avrebbe probabilmente offerto una magnifica visuale, . - Perchè non mi compri lo zucchero rosa? - La prossima volta, dai, la mamma avrà già preparato la cena, torniamo a casa che ti ho comprato i biscotti che ti piacciono tanto. - Siii! Grazie mille papà! Aveva questa capacità Giulio, sicuramente anch’essa non ereditata da me, bastava che gli passasse davanti una farfalla, che trovasse dei biscotti, che conoscesse un altro bambino, che tutti i piccoli-grandi problemi che aveva svanissero come una bolla di sapone che si perde nel cielo di Maggio.
Rientrammo a casa e Giulio saltò subito in collo alla mamma che non vedeva da ieri sera, mentre io andai a farmi una doccia e lo sentìì ridere mentre raccontava una giornata “molto bella” a Sofia: - Ah, il papà ti ha portato alle giostre? E i compiti? - Li ha finiti cara - risposi io dal bagno - anzi, sono io dopo che devo finire i miei. La cena era un piacevole momento di incontro e spesso io e Sofia ci fermavamo a guardare Giulio che mangiava o parlava, cercando di non farci notare, il cibo aveva un qualcosa in più, sapeva di afetto, di cura ricercata anche nella fretta. - Ti preparo il caffè? - Si amore, molto gentile. Finii di compilare alcune carte per lavoro cercando di non assorbire i drammi e la violenza dei casi che affrontavo, spensi l’abat-jour e come tutte le volte il buio rievocò in me la paura del mondo esterno, la paura che combattere quanto vi fosse di sbagliato avrebbe trasformato anche me, che avrei scaricato sulla mia famiglia lo sconforto per una battaglia che vedevo già persa. Andai in camera e nel lettone matrimoniale c’erano Giulio abbracciato a Sofia, si erano addormentati mentre leggevano una storia da un libro comprato a una bancarella, gettai un occhio alle prime righe della pagine “Buia e deserta come era, la notte era piena di piccoli rumori, canti, chiacchiere e fruscii, che raccontavano della piccola popolazione che era sveglia e impegnata a portare avanti i suoi affari e le sue aspirazioni, fin quando il sole sarebbe infine sorto su di loro mandandoli al loro meritato riposo“. Presi in braccio il corpicino stanco dalle mille emozioni, sembrava volesse rimanere abbracciato e fui costretto a svegliare Sofia per non svegliarlo, lo misi sul suo letto, tirai su la coperta blu e me ne andai a letto, con la sveglia che sarebbe suonata a breve. (½)
11 notes · View notes
pangeanews · 4 years
Text
“Era pazzo, perfezionista, antipatico, aveva molte donne e non si allineò alle mode letterarie del momento”. Elogio di Giorgio Saviane, grande dimenticato
Se fosse il personaggio di uno spaghetti-western sarebbe il brutto ma soprattutto il cattivo. “Guardi, una volta, per sfizio, ho pure chiamato la redazione dei Meridiani Mondadori. Mi risposero, piccati, ‘ma noi pubblichiamo solo nomi conosciuti’. Ricordai all’impiegata che Giorgio Saviane è stato un autore di punta della Mondadori, che ha venduto decine di migliaia di copie con i suoi libri. Trent’anni fa gli hanno perfino dedicato un SuperOmnibus con incorporati i romanzi maggiori”. Quindi? “Quindi la tizia mi rispose sbrigativamente che ‘noi pubblichiamo chi vogliamo’. Poi si corresse, ‘mi scriva, comunque’”. Bene. “No, male. Non le ho mica scritto. Mi è bastata la sgarbata conversazione”. Certo che anche lei ha un carattere… “Giorgio mi ha insegnato che non bisogna mendicare. Diceva che non bisogna andare con il cappello in mano a impetrare un favore. Se mi vogliono, bene, sennò bene lo stesso, problemi loro”. Non tutti nel club dei letterati la pensano così. “Assolutamente. Giorgio mi raccontò, schifato, di un collega, uno degli scrittori ritenuti più importanti in Italia, che per vincere lo Strega aspettava sotto casa i giurati. Andava nei salotti di tutti, uno per uno, per ottenere i voti”. L’esatto opposto di Saviane. “Per lui la dignità era tutto”.
*
Sperimentazioni editoriali. Quello di Giorgio Saviane è un fenomeno. Una prova sperimentata della cecità editoriale odierna. Una ventina di romanzi (il primo, Le due folle, edito da Guanda nel 1957), quasi tutti di successo, a partire, per lo meno, da Il papa, selezionato alla prima edizione del Campiello, era il 1963, vinta da Primo Levi con La tregua. Un romanzo, quello che racconta la tormentata ascesa al soglio pontificio di don Claudio, che scassina l’alcova ben agghindata delle aule vaticane, che tortura con disarmate inquietudini. Tradotto in inglese (come The Finger in the Candle Flame) e in spagnolo (El Papa), il libro fu messo, idealmente, all’indice dai pensatori fedeli a Sua Santità. Salvo poi essere salvato dal falò dei chierici, “nel 1963 lo stroncai per ben tre volte”, confessò il pio Nazareno Fabbretti, per poi, trent’anni dopo – i grandi libri chiedono lunghi tempi digestivi – convertirsi: quel romanzo “su un possibile papa fuori di ogni schema fisso” era fitto di “pagine memorabili”, ma soprattutto costituiva “una profezia laica del destino della Chiesa”. Perché allora nessuno si è degnato di tirarlo fuori dalla soffitta nell’era del papa “guevarista” e rivoluzionario, Francesco?
*
Saviane, scrittore rapace, che alterna scene lampanti, da fiction, a catabasi intellettuali, autore di capolavori scomodi (Il mare verticale), di libri mai facili, ma torbidi, obliqui, industriosamente sinistri, come Getsèmani, la storia patetica di un Gesù dei tempi moderni, che sa che “l’unico privilegio dell’uomo sull’uomo è quello di soffrire per lui”, tenerissimo, dove “non c’è fondo di disperazione umana che non sia suscettibile di riscatto” (questo è Carlo Bo), fece successo epocale con Eutanasia di un amore, Premio Bancarella e soprattutto film, girato da Enrico Maria Salerno con Tony Musante e Ornella Muti. “Beh, Silva, nel romanzo, sono io”, mi dice, con voce radiosa, Alessandra Del Campana. Che conobbe Saviane a 22 anni. Lui ne aveva quasi quaranta in più. “Lo incontrai nel suo studio a Firenze. Aveva risposto a un mio annuncio, cercavo lavoro come segretaria. Saviane era avvocato, il suo studio sfarzoso, metteva imbarazzo. Ricordo la grande finestra alle sue spalle, sul Lungarno. La luce ne corrodeva le fattezze, non lo vidi in volto, intuii soltanto la sua sagoma. ‘Lei è disposta a tutto?’, mi chiese, sibillino. Gli risposi che non avevo legami. Mi chiese il mio segno zodiacale, osservò con accuratezza la mia mano: ‘ha dei bei segni…’, mormorò. Non so, forse mi stava prendendo in giro”. Comunque, ottenne il posto. “Certo. Mi disse che la sua segretaria era una vecchia impossibile. Quando lo accompagnai nel garage dove custodiva la macchina, vidi che era atteso da una stangona, una donna bellissima, superba”.
*
Già, Saviane diabolico donnaiolo. “Aveva molte donne, sì, ne era assediato. E tutte quasi subito presero a odiarmi. Ma io, per quel che mi riguarda, a Saviane non pensavo proprio: lo vedevo troppo anziano e troppo compromesso”. Poi però l’ha portato all’altare, quando lui aveva più di 80 anni. “L’innamoramento è stata una cosa lenta, progressiva, dolcissima. Saviane ha avuto tanta pazienza con me, è stato molto delicato, tenero. Ha atteso i miei tempi. Lui è stato per me il primo, ed è tutt’ora l’unico amore della mia vita”. Ricorda anche quando capitò il fattaccio… “eravamo a Mogliano Veneto, a Villa Condlumer”. Quella dove è stato pure Giuseppe Verdi. “Durante il G8 ospitò anche Ronald Reagan, se è per questo: si fece trasportare in aereo il proprio talamo”. Però… “C’era la nebbia, il lago, l’atmosfera… lì accadde tutto. Ed è stato un crescendo. Saviane ha riempito ogni spazio, è stato tutto per me, il padre e il figlio, l’amante e il maestro”.
  Pratica archiviata. Che qualcosa non andasse per il verso giusto, che covassero rancori, uno stillicidio di lancinanti invidie, lo si capisce subito, appena Saviane lascia questa terra. Nella storia della letteratura italiana, confessò a Repubblica Giorgio Luti, Saviane occupa “un posto marginale”, trattasi di “un minore, ma di talento”. Un giudizio che trancia, che sa di pratica archiviata e di sospiro di sollievo, a cadavere ancora ribollente. Un giudizio inaccettabile rispetto alla mole di commenti che si sono accumulati sul corpo carnale dell’opera di Saviane, “uno dei più grandi narratori europei del dopoguerra” (Dante Maffia), capace di “romanzi di idee di sconcertante vigore compositivo” (Geno Pampaloni), dotato di una scrittura che “non so se per dono angelico o diabolico, ha la poesia, azzurra, della vita” (Dario Bellezza) e che, insomma, “ai margini delle correnti, delle scuole, delle mode, mai entrato per molto tempo nella ‘società letteraria’ e quindi nella gerarchia di valori che la critica crea ed impone” Giorgio Saviane “sta nei gradi più alti di un’altra gerarchia, non fondata sulla cronaca contingente, ma sui ritmi lunghi della storia” (Carlo Salinari).
*
Ci siamo, ecco il problema. Saviane non aveva amici. Anzi, stava sonoramente sulle palle. “Ricordo che frequentava qualcuno: Bigongiari, Baldacci. Ma amicizie tra i letterati non ne aveva. Ai club degli scrittori preferiva le scalate, sulle Dolomiti. Oppure andare in barca”. Antipatico? “Diciamo che non era un leccapiedi e diceva quello che pensava. Sì, aveva un brutto carattere. E lo ha scontato. Pensi che da Il terzo aspetto volevano fare un film: contattammo la figlia di Craxi, pare che pure Celentano volesse partecipare. Poi più nulla. Perfino Il papa doveva tramutarsi in pellicola: il produttore era Cecchi Gori, la sceneggiatura sarebbe stata di Massimo De Rita”. E poi? “Anche lì, niente. Gliel’ho detto, Saviane era antipatico, non era un lacchè, non mendicava attenzioni”.
*
Editoria rivoluzionaria. Alessandra Del Campana è devota custode dell’opera del marito. Ne conosce tutti i geologici anfratti. “Il libro che mi piace di più? Il terzo aspetto, ovviamente: la protagonista sono io. Ma, sa, ho anche lavorato a un suo romanzo inedito, giovanile”. Cos’è? “Un omaggio ad Alessandro Manzoni e ai Promessi sposi, l’opera che più di tutte, insieme a quella di Carlo Emilio Gadda, piaceva a Saviane. L’ho tagliato e ridotto: ha delle pagine meravigliose. Poi l’ho letto a Saviane”. E lui? “Mi ha detto, ‘va bene, va bene, ma pubblicalo dopo che sarò morto…’ Quando era a Firenze, dedicava la mattina alla scrittura – di pomeriggio tornava avvocato. Altrimenti, scriveva ogni volta che era ispirato. La scena finale di Eutanasia di un amore, ad esempio, è stata composta in motoscafo. Scriveva su quaderni dalla copertina marrone, con una penna a inchiostro verde. Gli ultimi libri, però, me li ha dettati. ‘Non dirlo a nessuno, per carità’, mi intimava. Pensava che per uno scrittore fosse sconveniente dettare i propri libri”.
*
“Era un pazzo e un perfezionista. Aveva un senso del dovere e dell’onestà ai massimi livelli. Un giorno decideva di non lavorare, e andava al golf; il giorno dopo si lavorava tutto il giorno, senza mangiare perché ‘il dovere prima di tutto’. Era ombroso, sensibile. Molto complicato nei rapporti con gli altri”. E il mondo cannibale dei letterati non assolve i solitari e gli individualisti, i geniacci che amano le strade inesplorate. Non perdona. (d.b.)
*Nel 2014 l’editore Guaraldi pensò di riproporre l’opera di Giorgio Saviane, per la cura di Alessandra Del Campana Saviane, in un libro antologico, “Mio Dio”, da cui è estratto questo scritto. L’intento era quello di rilanciare un grande autore del ‘canone italiano’, in vista di ulteriore interesse editoriale. Qualcuno tornò a parlare di Saviane, di fatto, da allora, è accaduto poco, quasi nulla
L'articolo “Era pazzo, perfezionista, antipatico, aveva molte donne e non si allineò alle mode letterarie del momento”. Elogio di Giorgio Saviane, grande dimenticato proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2VIRARi
0 notes
tmnotizie · 5 years
Link
FERMO – Venerdì 12 aprile ore 21.30 SpazioBetti, in collaborazione con Mondadori Point di Porto Sant’Elpidio e Giovanna Taffetani, ospiterà il tour di “Preludio a un bacio”, il romanzo vincitore del Premio Selezione Bancarella 2019, di Tony Laudadio che ha già toccato diverse città italiane e ha fatto innamorare tanti lettori.
L’evento, dal titolo “La parola è la sorella stronza della musica”, vedrà protagonista l’attore, scrittore e musicista, impegnato in una chiacchierata con Giovanna Taffetani per conoscerlo nei suoi diversi aspetti professionali, attore di teatro e di cinema, musicista jazz e scrittore, il tutto partendo dal suo libro, edito da NN Editore.
“Preludio a un bacio” non è solo un romanzo, ma un monologo su carta ambientato in un teatro fatto di jazz, ricordi e rimpianti; Tony Laudadio ci consegna una storia colorata come una processione lungo le strade di una città di provincia, popolare e anche un po’ kitsch, emozionante come il brivido che ci coglie quando ritroviamo frammenti di fiaba nella vita di tutti i giorni. “Preludio a un bacio” è la storia di una rinascita in crescendo, in corsa verso una felicità inafferrabile, ma comunque capace di dare senso a una vita intera.
Tony Laudadio si è formato alla Bottega di Vittorio Gasmann e nel 1993 avvia un lungo periodo di collaborazione con Toni Servillo, prendendo parte a “Zingari”, “Misantropo”, “False Confidenze”, “Tartufo”, “Sabato Domenica e Lunedì”. Nello stesso periodo fonda con Enrico Ianniello la compagnia “Onorevole Teatro Casertano”, con la quale (scrivendo spesso anche i testi) produrrà spettacoli come “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, “Pinocchio”, “Magic People Show”, “Šostakovi?” e “Tradimenti” di Pinter. Al cinema collabora, tra gli altri, con registi come Paolo Sorrentino (L’uomo in più), Nanni Moretti (Mia madre) ed Edoardo De Angelis (Mozzarella Stories, Indivisibili).
Molti sono gli spunti di riflessione offerti dal romanzo per una serata speciale a ritmo di jazz.
0 notes
fuddieduddies-art · 7 months
Text
Tumblr media
just because these three experience actual real horrors on a day to day basis doesn't mean they can't have fun with it.
12 notes · View notes
fuddieduddies-art · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media
thank you the people of tumblr for voting tony as smashable, in return i give you his rack.
6 notes · View notes
fuddieduddies-art · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media
“i’m his friend from work, you know, the cannibal?”
11 notes · View notes
fuddieduddies-art · 1 year
Photo
Tumblr media
playbook. the monstrous
13 notes · View notes
fuddieduddies-art · 10 months
Note
i loveeee tony i would love to see him a situations... like perhaps holding a knife or a large ice cream cone (whichever would bring him the most whimsy)
Tumblr media Tumblr media
pictured: finding Weird Stuff in archive storage and tony vacation dad moment.
6 notes · View notes
fuddieduddies-art · 1 year
Photo
Tumblr media
one thing about me is that i will draw him.
12 notes · View notes
fuddieduddies-art · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media
the gang does a corporate mandated team building exercise.
15 notes · View notes
fuddieduddies-art · 10 months
Note
🐷 💘 💛 🖤 🍝 🧐😞 🤔🍛 🎶 🩹 FOR TONY AND HILDEGARD
omg hiiii bestie. once more let's get some read more action cause this is a lot lol.
🐷 PIG FACE — what is your oc's favorite animal?
hildegard. again, certified bug liker. probably weird stuff specifically like spiders, centipedes, anything with like weird long ass legs and million eyes and pincers. tony will see a falcon and be like wooahh sick The Maltese Falcon (1941) reference.
💘 HEART WITH ARROW — what and/or who do(es) your oc consider the most important to them?
hildegard. the fact i do not have a immediate answer makes me so sad. probably some people at the circus who they still write to on their travels. it will become tristen god willing. tony. steph one million heart emojis and zivah :) and also dire, yes, but he would never say that to his face lol.
💛 YELLOW HEART — how many languages does your oc speak? what language(s) are they learning, if any?
hildegard. they speak common and elvish :] tony. english, some italian. fluent in talking shit.
🖤 BLACK HEART — has your oc killed or seriously wounded anyone before? have they broken someone's heart and/or broken someone's trust?
hildegard. somehow she hasn't lmao. definitely has caused a few accidents with their powers that have gotten people hurt, but nothing that serious. they don't strike me as a heartbreaker tho tony. iman you know this. yeah like a handful. whoops lmao. broke steph's heart with The Incident.
🍝 SPAGHETTI — what is/are your oc's favorite food(s)?
hildegard. stews and soup and meat pies and whatnot. tony. i bet his mom makes really banging risotto and It's That.
🧐 FACE WITH MONOCLE — is your oc more logical or emotional?
hildegard. more logical in a way people find maybe a little cold or uncomfortably clinical. tony. ohhh he is so emotional honestly he needs to chillax.
😞 DISAPPOINTED FACE — does your oc attract others, or do they tend to be left alone?
hildegard. tragically their weird and off-putting swag is too much for most, and they tend to be left alone. creatures don't mind, though. monsters don't mind. tony. everyone either wants to climb him like a tree or is immediately intimidated by him. so like jury's out. until the time of the campaign he's been very reluctant to make any sort of deeper connections with people. because of the curse.
🍛 CURRY AND RICE — what does your oc's typical dinner look like? do they usually eat dinner
hildegard. since he travels around a lot, he tends to eat stuff that can last longer and that's easy to have on the road. bread, cheeses, dried meats and fruits. tony. well. he has a notable and unfortunate dietary requirement, so generally speaking he just kind of does a Snake Meal of human flesh and whatever he has on hand, either leftovers or takeout or something he makes himself, and that keeps him going for about a week. girl dinner.
🎶 MUSICAL NOTES — what type of music does your oc like? do they listen to music very often?
hildegard. god what music do they have in dnd. spooky music from the sims 4. i think they'd like stuff that's pretty upbeat and intense, and songs that have a story. tony. dad rock and jazz. perhaps he peeps some more musical theatre bc of zivah. he likes to have something on in the background pretty often.
🩹 ADHESIVE BANDAGE — does your oc have any physical and/or mental disabilities?
Tumblr media
all of my characters are autistic even if they're neurotypical because they are made and played by me. hope this helps.
3 notes · View notes
fuddieduddies-art · 2 years
Photo
Tumblr media
a very nice italian boy.
17 notes · View notes
fuddieduddies-art · 2 years
Photo
Tumblr media
that’s me in the corner. that’s me in the spotlight. calling my mortician.
14 notes · View notes