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#trent’anni
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deathshallbenomore · 2 months
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the-nonchalance-blogs · 8 months
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Scusate ho capito “mimimmi”
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allecram-me · 4 months
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Maggio-coraggio
La mia psicoterapeuta vorrebbe che io facessi la psicoterapeuta - e questo è un fatto. I miei amici che facessi sesso con qualcuno, quasi chiunque. Mia madre vorrebbe che lavorassi di meno, non capisce come sia possibile che viva così. Mio fratello, credo, che esistessi un po’ meno, o un po’ peggio. La mia datrice di lavoro (così credo lei si pensi) vorrebbe dicessi più volte sì, sempre con maggiorato entusiasmo. Mio zio vorrebbe vedermi tornare a fare arte, e magari farla insieme. I miei gatti vorrebbero che passassi più tempo a letto, e che facessi oscillare di più il topino appeso al filo. Mio padre, che questa domenica sarà morto da due anni, non può evidentemente volere niente, ma azzardo nel pensare che, qualora avesse potuto non morire, a quest’ora mi vorrebbe vedere fare esattamente quello che faccio, ma meglio, con più entusiasmo, essendo un po’ meno me e senza mai dire di no, coltivando al contempo le mie passioni artistiche, abbandonando i gatti (sarebbe stato meglio non averli mai presi), con una migliore igiene del sonno, ma assolutamente senza far sesso con nessuno, ché per abbassarsi al livello di qualcuno poi ci sarà tempo. La psicoterapeuta pure sarebbe buono che la facessi, poiché al netto di tutto la libera professione è comunque un fatto importante.
La morte è una posizione privilegiata, mi pare. Lui mi manca senza nemmeno che mi debba interrogare sul perché.
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lamentele · 7 months
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Le infermiere che si ostinano a cercarmi la vena sul braccio, per poi finire a prendermi il sangue sulla mano come gli avevo detto io, proprio non le capisco.
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persephoneflouwers · 1 year
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hatemesomuch · 1 year
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Appena commentata la storia dell’ultimo tipo con cui sono uscita, solo perché ha messo mi piace alle mie due o tre volte. Solo che dopo che siamo usciti non ci siamo più scritti o sentiti quindi è la prima interazione dopo un mese.
E ora come una vera e propria introversa sono scappata da Instagram perché non so se ho fatto bene e non ho alcuna intenzione di riaprirlo e farmi vedere online ✌🏻
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ffantasmi · 8 months
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La zia strana stranamente non sposata (Margherita Buy) e la sua amica coinquilina da trent’anni anche lei non spostata (Elena Sofia Ricci)
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io-rimango · 5 months
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“Diciamo, ad esempio: “Lo sa la tua testa, non il cuore.”. Fra la testa e il cuore c’è una distanza straordinaria, una distanza di dieci, venti, trent’anni o di tutta una vita. Si può infatti sapere con la testa, per quarant’anni, qualcosa che può non aver mai toccato il cuore. Si comincia ad accorgersene, però, soltanto quando se ne prende coscienza nel cuore.”
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga)
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lapizzicata · 10 months
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Ieri ho visto il film di Paola Cortellesi. Da poco ho finito di leggere Ragazze elettriche di Naomi Alderman, dopo aver letto un po’ di cose di Margaret Atwood. Sto approfondendo lo studio dei miti greci. Diciamo quindi che sto parecchio carica di fomento rabbioso.
Oggi appare palese che Giulia Cecchettin sia stata ammazzata da quella merda dell’ex fidanzato, definito dai più “tutto sommato un bravo ragazzo. Magari un po’ geloso ma bravo”. Si prosegue a minimizzare, a giustificare, a incolpare le donne che si permettono di andare in giro con le cosce di fuori, addirittura da sole nella notte, e che si lamentano se incontrano i lupi.
Allora, mortaccivostra, io non solo continuo ad andare in giro con le cosce da fuori di notte da sola ma mi porto un taglierino e zaccagno la gente. Perché va bene essere sempre accort*, evitare “situazioni pericolose” (poi di grazia ci fate un elenco di situazioni pericolose e situazioni normali. Magari ce lo fa l’ennesimo uomo che vuole insegnarci a vivere), ma porcodio se al prossimo commento, alla prossima occhiata laida non richiesta, alla prossima mano sulla spalla con fare paternalistico, qualcuna caccia un coltello e inizia a tagliare cazzi come fossero zucchine, voglio leggere che “comunque è una brava donna. S’era solo rotta il cazzo”.
E invece di zaccagnare apparati genitali maschili, andiamo a manifestare contro la violenza sulle donne. Ma vi rendete conto di che cazzo vuol dire questa cosa? Andare a manifestare per sollevare una questione. Una manifestazione. Una cazzo su manifestazione partecipata soltanto da chi a queste cose è già sensibile e sensibilizzato. Sfilare mentre i tassisti avvelenati per le strade bloccate fischiano e urlano che siamo tutte troie. MA IO VE SFONNO LE MACCHINE E LE CAPOCCE.
Vorrei bruciare tutto, fare un casino di dio, e ho una rabbia dentro che mi spaventa e confonde i miei pensieri di donna ultra quarantenne. Questo perché mi riporta a galla tutte le occhiate, i commenti, le mani addosso che mi hanno fatto sbroccare negli ultimi trent’anni.
Sono millenni, MILLENNI, che affossate, incatenate, picchiate, bruciate, uccidete le donne e il perché è palese, ma sto senso di inferiorità che vi scatena la violenza fatevelo curare con terapia e psicofarmaci.
LI MORTACCI VOSTRA E DI CHI VI HA EDUCATO A ESSERE LA MERDA CHE SIETE.
Aggiornamento per me delle 19,26. Non appare più evidente. Giulia Cecchettin è stata ammazzata e il corpo è stato trovato. L’assassino è in fuga e i genitori dicono che è meglio che si costituisca per spiegare. PER SPIEGARE.
Diocane.
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deathshallbenomore · 1 year
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ragazza aiuto ho scoperto che, diversamente dall’opinione che mi ero fatta, c’è una buona probabilità che nella mia famiglia, ai tempi della prima repubblica, non si votasse dc bensì psi. cioè si sta ribaltando la situazione
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eleonorasimoncini · 8 months
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La grande questione alla quale non riesco a dare una risposta dopo trent’anni di studio dell’animo femminile è: che cosa vuole (davvero) una donna?
Sigmund Freud
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Indignatevi per i vivi.
Trent’anni senza vederli
di Fabrizio Tesseri
Facile indignarsi per i morti. Al massimo dura fino al funerale, poi tutto come prima.
Bisognerebbe indignarsi per i vivi.
Ma noi non li vediamo, i vivi. Letteralmente.
A volte non li vediamo al punto da travolgerli di notte sulle strade di campagna, scaraventandoli nelle scoline con le loro biciclette, quando va bene. Quando li vediamo è perché indossano quei gilet catarifrangenti che noi abbiamo in macchina in caso di incidente. Quando li vediamo è, appunto, un caso, un incidente.
Però non è che li abbiamo rimossi, propio non li abbiamo mai considerati.
Eppure sono decenni che sono qui, almeno tre decenni. Trent'anni fa, per esempio, alcuni singalesi e indiani, molto giovani, erano ospitati in un piccolo hotel fuori mano, trasformato da allora in una sorta di residenza per stranieri. È in campagna, ma era appiccicato ad un paio di grandi industrie, allora.
Da anni, al posto della più grande, la Goodyear, è rimasto un rudere e, con ogni probabilità, amianto e altri rifiuti sepolti sotto terra e sotto una memoria labile che ha cancellato i morti e i disoccupati.
È rimasta la fabbrica di alluminio, la sola piscina da 25 metri sul territorio e quel vecchio hotel malandato.
Beh, trent'anni fa, un misto di delinquenti e fascistelli (si lo so, è ridondante, sono sinonimi) andarono a picchiare i rifugiati in quel vecchio alberghetto. Per la verità, le presero per bene.
Ci fu tensione, venne organizzata una manifestazione di solidarietà, la polizia schierata in forze manco fosse un derby di quella che era la serie D del tempo, riuscì a picchiare chi manifestava solidarietà e il risultato fu che tutti ci distraemmo. Quasi tutti.
Alcuni da anni seguono e denunciano le condizioni dei migranti nella Pianura Pontina, su tutti Marco Omizzolo.
La maggior parte di noi però, semplicemente, non li ha mai visti.
Eppure sono tanti, lavorano nelle serre, nelle campagne, quasi tutti maschi, dormono in vecchie case o stalle, quando va bene. A decine, tutti insieme.
Qualcuno però ha fatto il salto sociale e ha aperto un negozietto oppure è stato fortunato e non solo è sopravvissuto, ma ha trovato anche un buon datore di lavoro, non un padrone, e ha messo su famiglia.
E allora vivono per lo più nei centri più o meno storici e ci sono i ragazzi nelle nostre scuole e per la quasi totalità dei nostri figli sono loro compagni, senza aggettivi o caratterizzazioni. Loro li vedono.
Noi queste famiglie, non gli altri, le vediamo solo perché vivono accanto a noi. Più colorati nei vestiti, odori diversi, magari più confusione, e in alcuni quartieri quelle donne e quegli uomini arrivati da lontano sono i soli a parlare con i "nostri" vecchi, soli dietro le persiane accostate al sole. Sono gli unici che si affacciano a vedere come mai la signora oggi non si è vista e magari sta male e ha bisogno.
Però, gli altri non li vediamo.
Ma vediamo il prodotto della loro esistenza.
Vediamo i prezzi della frutta e verdura in offerta sui banchi dei supermercati. Compriamo contenti il Sottocosto. Ammiriamo la villa e la fuoriserie dei loro Padroni.
Questi, spesso ma non sempre, hanno cognomi tronchi, che finiscono per enne, si tratta di famiglie che hanno avuto la terra nel ventennio, pezzi di famiglie del nord smembrate e portate a colonizzare la terra redenta. Coloni. Ma di cosa? Qui ci vivevano i Volsci, forse anche avanguardie di Etruschi e i Romani, di sicuro, che hanno lasciato il loro segno e la Regina Viarum. Coloni di cosa, dunque?
Gente che ha conosciuto la povertà, la fame, la guerra, la malaria, i lutti, la fatica indicibile.
Uno si aspetterebbe che se uno ha vissuto questo, mai farebbe vivere lo stesso o di peggio ad altri esseri umani e invece...ma allora, come è possibile? Perché?
Forse perché abbiamo dimenticato. Forse perché negli ultimi trent'anni abbiamo buttato nell'indifferenziato il concetto di comunità.
Abbiamo smesso di vedere l'altro ma solo quello che l'altro ha. E abbiamo voluto arricchirci o almeno illuderci di farlo. Abbiamo smesso di dare valore e iniziato a dare un prezzo, a tutto.
E quando dai un prezzo a qualsiasi cosa vuol dire che sei in competizione e la competizione porta a voler prevalere e finisce che bari pure con te stesso quando fai i solitari.
E tutti siamo contenti di comprare le zucchine a 0,99 euro al chilo e il Padrone compra un altro ettaro e abbassa la paga da 4,50 euro l'ora a 4 euro, preserva il margine di profitto, la grande distribuzione apre nuovi scintillanti ipermercati, noi oltre le zucchine compriamo i pomodori maturi, si fa per dire, a marzo.
È una magia!
Qualcosa di inspiegabile. Qualcosa di invisibile.
Tranne che ogni tanto.
Quando sotto una macchina non finisce una volpe ma un ventenne troppo stanco da scordare il gilet catarifrangente.
Tranne che ogni tanto, per un incidente sul lavoro o una rissa tra disperati.
Ma dura poco, meno della pubblicità tra il TG e i Talk Show della sera.
C'è il volantino delle offerte nella cassetta postale, sabato si fa spesa.
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acribistica · 2 months
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Mi è stato appena detto, testuali parole e dal vivo: “Non so se hai studiato la strage di Bologna a scuola”.
Compio trent’anni tra sedici giorni (e sono gravemente insonne da mesi e mesi con tutte le inevitabili ripercussioni estetiche del caso, oltre ad andarmene in giro con due stracci frusti addosso). Chiamatemi pure Dorian Gray, ché altrimenti non si spiega.
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oramicurcu · 4 months
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Non posso non pensare al fatto che vorrei tanto essere mamma, lo voglio praticamente da quando ho 4 anni.
Negli anni mi son chiesta se è perché la società ecc ecc… ci ho pensato ma so che è perché lo voglio io.
Allo stesso tempo penso ai soldi e la casa e il lavoro… e il riscaldamento globale
E allo scorso ottobre, dopo un mese di ritardo e macchie strane. Non ne ho la certezza ma sento sia stato un aborto. E non potrei sopportarlo.
E poi ho trent’anni, mi sento come lo yogurt in frigo scaduto ieri. Per qualche giorno può ancora essere consumato. Ma solo qualche giorno…
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bru111271 · 1 year
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Mi piacciono i folli che fanno follie normali.
Chi canta a squarciagola in macchina e balla con la scopa mentre fa le pulizie.
Chi saluta le persone che non conosce.
Chi si muove a tempo di musica ovunque la senta.
Mi piacciono i folli quelli veri. Quelli che tengono per mano il loro amore anche dopo trent’anni. Che si baciano in mezzo alla strada e non hanno più quindici anni, ma cinquanta.
Mi piace chi ti guarda dritto negli occhi, ma dritto dritto, che ti viene da raccontargli la tua vita per come ti senti ascoltato.
Mi piace la follia dolce. Quella dei giusti.
La follia delicata di chi osa dire la verità sempre anche a costo di soffrire.
(PaolaFelice)
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