Tumgik
#umberto riva
amen69fashion · 1 year
Text
Tumblr media
lamp designed by Umberto Riva
39 notes · View notes
antronaut · 2 years
Photo
Tumblr media
E63
Umberto Riva
45 notes · View notes
errantepagina69 · 17 days
Text
Umberto Riva (arte culi'n aria)
Tumblr media
Sono Ciotoli
Storie storielle storiacce e cosette di casa, e qualche pillola di fantasia ed un po' di filosofia spicciola quella che al presente sembra andar di moda (col mondo che ti trovi oggi, se esprimi un pensiero passi per illuminato).
Impressioni ed espressioni di un uomo che crede di valere.
Ricordi annegati in altre storie spesso banali da me considerate costruttive, che chiamo "Ciotoli". Quei ciotoli che in strade sterrate ne rilevi l'esistenza quando inciampi; ci prendi dentro, allora ti volti a guardare come se un'occhiataccia potesse cambiare qualcosa.
Il ciotolo è solo un sasso fatto di sasso che non dà fastidio, basta evitarlo, ma evitarlo, perché, per evitarlo bisogna vederlo, guardarlo e pensare di scansarlo. Ma perché pensare?
Ciotoli di stradine di montagna, ciotoli di ciò che fu. Sono ciotoli sempre diversi, certamente diversi, però basta cambiarsi gli occhiali
e quelli, quei sassi piacevolmente si confonderanno creando un presente del passato ed un presente fatto di futuro.
Essendo che in questo libro si parlerà di cucina quindi di ricette argomento da tantissimi affrontato, pensai che tra una ricetta
e l'altra come tra una portata e l'altra, c'è sempre posto, perché non infilarci dell'altro, cose legate alla storia quella fatta di ricordi ed anche di immaginazione. Sono, saranno solo ciotoli, ma con i ciotoli si costruiscono case, strade, ed opere d'arte.
Dai, avanti con i ciotoli, non tanti, alcuni solo, anche se potrebbero essere assai di più, ma al momento solo alcuni, quelli che sono casualmente capitati tra piedi.
1 note · View note
architectureofdoom · 2 years
Photo
Tumblr media
Via Pier Alessandro Paravia, Milan, Umberto Riva, 1965-67
443 notes · View notes
satureja13 · 11 months
Text
Tumblr media
Ah finally! How wonderful.
Jack, be careful! The waterfall is too near!
Tumblr media
Too late! Omg Jack! hahaha
Tumblr media
And Ji Ho met his old friend, the Dolphin! He warned Ji Ho that there is a tempest approaching... Ji Ho: "But we defeated the council, solved all problems and now there's rainbows everywhere!?"
Tumblr media
Jeb and Saiwa shared a kiss and Saiwa felt at his thigh that Jeb liked it very very (very) much.
Tumblr media
But Jeb pushed back and suddenly talked about the universe and that there are still so many things we don't know yet...
Tumblr media
Okay? (This reminds me of their strange dream in their first night at Belgraves Institute... wait! That dream with the tombstone was in their first night at the campsite! argh! Since it is said that what you dream in the first night in a new home comes true Ö.ö')
Tumblr media
Saiwa's mood went sour...
Tumblr media
... and he went to the beach to complain about that one of the loungers doesn't match the others...
Tumblr media
So he decided to put his beautiful - but rejected - body on a towel instead... And then Jack came...
Tumblr media
Saiwa: "Having a death wish?" (Maybe it was Jack's tombstone is Saiwa's dream? Ö.ö')
Tumblr media
Jack was wise and went over to Vlad instead...
(Jack really did this. I even told him to go further away ( see his footprints ;) but the only area to place towels and build in the sand was the flat terrain near the water...) Vlad loves him too much to complain. He's just happy he returned from his coma.
Tumblr media Tumblr media
Summary:
Tumblr media
'E quando ci fermiamo sulla riva lo sguardo all'orizzonte se ne va portandoci i pensieri alla deriva per quell'idea di troppa libertà.'
'And when we stop on the shore our look goes to the horizon Bringing our thoughts adrift Because of the idea of too much freedom.'
Gente di Mare - Umberto Tozzi
From the Beginning  ~  Underwater Love ~  Latest
60 notes · View notes
supersimetria · 1 year
Photo
Tumblr media
(vía Umberto Riva - Búsqueda de Google)
116 notes · View notes
canesenzafissadimora · 7 months
Text
Tumblr media
Quella mattina a scuola c’era il compito in classe di italiano. Il titolo del tema era
“La persona più speciale per me”.
Umberto scrisse tutto d’un fiato, come se le parole si scrivessero da sole.
“Mio fratello si chiama Bruno.
Sono sicuro che mi vuole un mondo di bene, come io ne voglio a lui, anche se non me l’ha mai detto. Lui le cose le dimostra, non si perde in inutili parole.
Quando è entrato nella nostra famiglia, era già grande, i miei l’hanno adottato un giorno di quattro anni fa. E dal primo momento in cui ci siamo guardati, è come se fossimo stati sempre fratelli.
Mio padre dice che l’amore, in qualunque sua forma, è proprio questo: due anime che si riconoscono, tra miliardi di anime.
Non so nulla della sua storia prima che entrasse in casa nostra, ma mi piacerebbe sapere se era amato quanto lo amiamo noi.
E perché si sia ritrovato solo.
So che un giorno lo scoprirò, e che quel segreto mi farà piangere. Perché allora capirò quei momenti di malinconia in cui ogni tanto lo trovo perso.
Ma anche se non conosco la sua storia, sento che il suo mondo è così simile al mio, da potercelo scambiare.
Noi abbiamo diviso tutto, fin dal primo momento: i giochi, il letto, i genitori. Le bravate. Lui è un complice perfetto, non fa mai la spia e mi dà fiducia assoluta.
Ogni volta che gli propongo qualcosa, è sempre pronto a seguirmi. Come se non avesse mai di meglio da fare che stare con me, come se fossi io il suo meglio.
E questo mi fa sentire la persona più importante al mondo.
Una delle sue passioni più grandi è il cibo, ad ogni pasto mangerebbe fino a scoppiare, come se non si saziasse mai. Ma nonostante questa sua debolezza, non è grasso, e si mantiene in forma perché è un tipo sportivo.
Corre tutti i giorni e nuota appena ne ha la possibilità.
Quando vede una qualunque distesa d’acqua, che sia il mare, un lago o un fiumiciattolo, lui si butta e comincia a nuotare, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
La scorsa estate al mare ha salvato anche un paio di bambini che stavano per essere trascinati via dalla corrente.
Lui li ha visti per primo, e si è buttato in mare senza nessuna esitazione, senza nessuna paura, riportandoli a riva sani e salvi, tra gli applausi commossi e increduli di tutti i bagnanti.
Quando sono in ospedale, è lui che mi manca più di ogni altra cosa al mondo. La sua contagiosa allegria. Le risate che mi fa fare. Quel suo modo speciale di essermi vicino, sempre.
So che quando sto male, lui non soffre per me, ma con me, e allora il dolore si divide, ed è come se facesse meno male.
E quando sono felice, lui non è felice per me, ma è felice con me, e allora qualunque felicità si moltiplica e diventa ancora più grande.
Pochi al mondo sanno esserci, come lui.
Un giorno, dopo un’anestesia, lo vidi stare male, trascinarsi a terra stremato, guardarmi con gli occhi sbarrati, tremare e cercare con tutte le forze il mio aiuto.
Io non potevo fare nulla per salvarlo, allora mi feci mettere a terra vicino a lui e l’abbracciai più forte che potei, finché non riprese le forze.
Lo aspettai.
Mi ha insegnato lui a farlo.
Guardandolo, ogni giorno imparo qualcosa...
La dignità, la lealtà, il coraggio, il rispetto, la riconoscenza, il perdono. L’amore.
Ah, dimenticavo… lui non è una persona,
è un cane, anzi un labrador,
ma per me non fa nessuna differenza.
E’ il fratello migliore che potessi avere.
I fratelli non si scelgono, ma se si potessero scegliere, pure in altre mille vite,
io sceglierei lui.
10 notes · View notes
segretecose · 2 years
Text
"The Middle Ages produced many descriptions of hell and many accounts of journeys to the underworld, from The Navigation of St Brendan to the Vision of Tundall, from Giacomino da Verona's On the Infernal Babylonian State to the Book of the Three Scriptures by Bonvesin de la Riva. From these men, from Virgil (Aeneid, VI), and probably from the Arab tradition too [...], Dante was to draw inspiration for his Inferno. Dante's work is a cardinal text for its account of all kinds of monstrosities and its catalogue of manifold deformities (Minos, the Furies, Geryon, Lucifer, with three faces and six huge bat wings) and its collection of unspeakable tortures–from the slothful who run naked stung by wasps and horseflies, to gluttons scourged by rain and disembowelled by Cerberus, from heretics who lie in fiery graves to men of violence plunged into a river of boiling blood [...] The influence both of apocalyptic literature and the various accounts of journeys to the underworld led to the proliferation in Romanesque abbeys and Gothic cathedrals, in illuminated manuscripts, in frescoes, of all those portrayals that reminded the faithful day by day of the punishments that awaited sinners."
– Umberto Eco, On Ugliness
54 notes · View notes
goodbearblind · 1 year
Text
Tumblr media
"Quella mattina a scuola c’era il compito in classe di italiano. Il titolo del tema era “La persona più speciale per me”. Umberto scrisse tutto d’un fiato, come se le parole si scrivessero da sole.
“Mio fratello si chiama Bruno. Sono sicuro che mi vuole un mondo di bene, come io ne voglio a lui, anche se non me l’ha mai detto. Lui le cose le dimostra, non si perde in inutili parole.
Quando è entrato nella nostra famiglia, era già grande, i miei l’hanno adottato un giorno di quattro anni fa. E dal primo momento in cui ci siamo guardati, è come se fossimo stati sempre fratelli. Mio padre dice che l’amore, in qualunque sua forma, è proprio questo: due anime che si riconoscono, tra miliardi di anime. Non so nulla della sua storia prima che entrasse in casa nostra, ma mi piacerebbe sapere se era amato quanto lo amiamo noi. E perché si sia ritrovato solo.
So che un giorno lo scoprirò, e che quel segreto mi farà piangere. Perché allora capirò quei momenti di malinconia in cui ogni tanto lo trovo perso. Ma anche se non conosco la sua storia, sento che il suo mondo è così simile al mio, da potercelo scambiare. Noi abbiamo diviso tutto, fin dal primo momento: i giochi, il letto, i genitori. Le bravate. Lui è un complice perfetto, non fa la mai la spia e mi dà fiducia assoluta. Ogni volta che gli propongo qualcosa, è sempre pronto a seguirmi. Come se non avesse mai di meglio da fare che stare con me, come se fossi io il suo meglio. E questo mi fa sentire la persona più importante al mondo.
Una delle sue passioni più grandi è il cibo, ad ogni pasto mangerebbe fino a scoppiare, come se non si saziasse mai. Ma nonostante questa sua debolezza, non è grasso, e si mantiene in forma perché è un tipo sportivo. Corre tutti i giorni e nuota appena ne ha la possibilità. Quando vede una qualunque distesa d’acqua, che sia il mare, un lago o un fiumiciattolo, lui si butta e comincia a nuotare, come se fosse la cosa più naturale del mondo. La scorsa estate al mare ha salvato anche un paio di bambini che stavano per essere trascinati via dalla corrente. Lui li ha visti per primo, e si è buttato in mare senza nessuna esitazione, senza nessuna paura, riportandoli a riva sani e salvi, tra gli applausi commossi e increduli di tutti i bagnanti.
Quando sono in ospedale, è lui che mi manca più di ogni altra cosa al mondo. La sua contagiosa allegria. Le risate che mi fa fare. Quel suo modo speciale di essermi vicino, sempre. So che quando sto male, lui non soffre per me, ma con me, e allora il dolore si divide, ed è come se facesse meno male. E quando sono felice, lui non è felice per me, ma è felice con me, e allora qualunque felicità si moltiplica e diventa ancora più grande. Pochi al mondo sanno esserci, come lui.
Un giorno, dopo un’anestesia, lo vidi stare male, trascinarsi a terra stremato, guardarmi con gli occhi sbarrati, tremare e cercare con tutte le forze il mio aiuto. Io non potevo fare nulla per salvarlo, allora mi feci mettere a terra vicino a lui e l’abbracciai più forte che potei, finché non riprese le forze. Lo aspettai. Mi ha insegnato lui a farlo.
Guardandolo, ogni giorno imparo qualcosa. La dignità, la lealtà, il coraggio, il rispetto, la riconoscenza, il perdono. L’amore.
Ah, dimenticavo…lui non è una persona, è un cane, anzi un labrador, ma per me non fa nessuna differenza. E’ il fratello migliore che potessi avere. I fratelli non si scelgono, ma se si potessero scegliere, pure in altre mille vite, io sceglierei lui.”
(Tratto dal romanzo "Lasciati trovare" dedicato al mio labrador Bruno)
10 notes · View notes
ochoislas · 2 years
Text
Tumblr media
A LA ORILLA DEL MAR
Eran las seis de la tarde de un día claro, festivo. Allá detrás del faro donde se oye el sonido venturoso de una esquila, la voz de un rapazuelo que juega en paz entre las osamentas de viejas naves, cerca del mar vasto sentado solo, toqué, si no yerro, un ápice de mi dolor humano.
Cogiendo piedras para irlas lanzando a las olas (un leño que flotaba era el blanco) me topé con un tiesto, uno lindo y marrón, en otro tiempo hechura útil de alguna cocinilla, con las ventanas abiertas al sol y al verde de la loma. E incluso a eso puede, angustiado, compararse un hombre.
Pasó una barca con la vela gualda, que de gualda teñía el mar debajo; y era extremo el silencio. De la muerte deseo no sentí, sino vergüenza de no tenerla aún por predilecta, de amar en su lugar cualquier objeto que sobre el haz se mueve de la tierra, y nos fascina con semblante terso.
*
IN RIVA AL MARE
Eran le sei del pomeriggio, un giorno chiaro festivo. Dietro al Faro, in quelle parti ove s'ode beatamente il suono d'una squilla, la voce d'un fanciullo che gioca in pace intorno alle carcasse di vecchie navi, presso all'ampio mare solo seduto; io giunsi, se non erro, a un culmine del mio dolore umano.
Tra i sassi che prendevo per lanciare nell'onda (ed una galleggiante trave era il bersaglio), un coccio ho rinvenuto, un bel coccio marrone, un tempo gaia utile forma nella cucinetta, con le finestre aperte al sole e al verde della collina. E fino a questo un uomo può assomigliarsi, angosciosamente.
Passò una barca con la vela gialla, che di giallo tingeva il mare sotto; e il silenzio era estremo. Io della morte non desiderio provai, ma vergogna di non averla ancora unica eletta, d'amare più di lei io qualche cosa che sulla superficie della terra si muove, e illude col soave viso.
Umberto Saba
di-versión©ochoislas
4 notes · View notes
amen69fashion · 1 year
Text
Tumblr media
lamp designed by Umberto Riva
17 notes · View notes
lamilanomagazine · 4 months
Text
Milano, Palazzo Marino, gli appuntamenti della seconda giornata del forum del welfare
Tumblr media
Milano, Palazzo Marino, gli appuntamenti della seconda giornata del forum del welfare Domani, venerdì 26 gennaio, torna per la seconda giornata il Forum del Welfare a Base Milano, in via Bergognone 34. La discussione si aprirà alle 9:30 con un panel di approfondimento dedicato alla disabilità. Interverranno la vicesindaco Anna Scavuzzo, il delegato del sindaco per le Politiche sull'accessibilità Giuseppe Arconzo, il presidente del Comitato parenti FSF Paolo Caimi, il fondatore di Casa della Carità don Virginio Colmegna, la rappresentante del Tavolo permanente disabilità Elena Dottore, la presidente della Consulta per le persone con disabilità del Comune Haydée Longo, la direttrice generale della Direzione Famiglia, Solidarietà, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia Claudia Moneta, il rappresentante di LEDHA Milano Marco Rasconi, la presidente del Coordinamento familiari dei CDD Maria Spallino e il presidente di ANFFAS Milano Umberto Zandrini. Alle 11:30 il secondo panel della giornata si concentrerà sul lavoro sociale che troppo spesso diventa lavoro povero e eccessivamente gravoso per gli uomini e le donne che se ne occupano tutti i giorni, influendo negativamente sulla capacità del sistema di welfare di costruire risposte. Sul tema si confronteranno il direttore di Vita Stefano Arduini, il co-fondatore di Base Italia Marco Bentivogli, il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata, la direttrice del Dipartimento di Scienze per la formazione dell'Università Bicocca Cristina Palmieri, la portavoce del Forum del Terzo settore di Milano Rossella Sacco, il segretario della Camera del Lavoro metropolitana Luca Stanzione, la presidente di Legacoopsociali Eleonora Vanni e la presidente del Consiglio Regionale degli assistenti sociali Manuela Zaltieri. Alle ore 14, il terzo panel avrà come focus il disagio adolescenziale e il malessere psicologico di ragazze e ragazzi che, spesso, si riflettono anche sulla coesione sociale nei quartieri. Introduce il sociologo e co-fondatore di Codici Stefano Laffi e intervengono il direttore dell'UONPIA dell'ASST Santi Paolo e Carlo Alessandro Albizzati, la dirigente scolastica dell'IIS Galilei Luxemburg Annamaria Borando, la prorettrice dell'Università Statale di Milano Marina Brambilla, la coordinatrice pedagogica di Comunità Progetto Cristina De Michele, il delegato del Sindaco per la sicurezza e la coesione sociale Franco Gabrielli, la referente dell'area dipendenze del CNCA regionale Rita Gallizzi, il presidente della Commissione Economia civile del Comune di Milano Valerio Pedroni, il fondatore di Comunità Nuova don Gino Rigoldi, il presidente de La Strada Gibo Sbaraini. Alle ore 16, per l'ultimo panel, si parlerà di "Disuguaglianze: come rendere Milano più giusta?", superando la frammentazione del welfare territoriale, consolidando reti sociali, costruendo misure locali di contrasto alla povertà e alla marginalità che siano adeguatamente accompagnate da misure nazionali altrettanto importanti. Introduce il portavoce di Oxfam Italia Francesco Petrelli e intervengono l'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, la referente del Programma QuBì di Fondazione Cariplo Laura Anzideo, la presidente di Spazio aperto servizi Maria Grazia Campese, l'epidemiologo Giuseppe Costa, la delegata del sindaco per le Pari opportunità Elena Lattuada, la responsabile dell'Unità Diritti e grave emarginazione del Comune di Milano Miriam Pasqui, il responsabile dell'area Grave emarginazione di Caritas Ambrosiana Alessandro Pezzoni e la direttrice dei servizi di Progetto Arca Tina Regazzo. Previsto, infine, alle 18, un momento di dialogo che ha l'obiettivo di allargare la partecipazione anche alle persone non addette ai lavori. L'incontro "Lo sport specchio della contemporaneità. La retorica dei valori e il difficile dialogo tra competizione e inclusione" vedrà il confronto tra gli assessori Martina Riva (Sport) e Lamberto Bertolé (Welfare e Salute) e l'ex pallavolista e giornalista Andrea Zorzi. Per consultare il programma e registrare la propria partecipazione è possibile visitare il sito... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
1 note · View note
braidedgraphite · 6 months
Text
1 note · View note
architectureofdoom · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Casa Berrini, Taino, Umberto Riva, 1968 
317 notes · View notes
personal-reporter · 6 months
Link
0 notes
azulpressagadir · 8 months
Text
Séisme et tsunami médiatique : « Tu n’as rien vu à Hiroshima »
Tumblr media
- Mohammed Bakrim  // La référence est explicite au film culte d’Alain Resnais, Hiroshima mon amour, (France-Japon, 1959).  Coécrit avec Marguerite Duras qui à partir du scénario écrira un livre éponyme publié en 1960. Sélectionné à Cannes dans la section compétition officielle, il sera déprogrammé pour ne pas offenser les Américains. « Tu n’as rien vu à Hiroshima » est une réplique du dialogue en voix off qui ouvre le film.  De quoi s’agit-il ? C’est l’histoire d’une actrice, interprétée par la magnifique Emmanuelle Riva qui arrive à Hiroshima en 1957 pour les besoins du tournage d’un film sur la paix ; contre la guerre nucléaire. Un soir, elle rencontre un architecte japonais, interprété par Eiji Okada et c’est une nuit d’amour passionnée qu’ils vivent au rythme des souvenirs, de l’un et de l’autre. Les deux expériences personnelles ouvrent la voie à la confrontation de deux mémoires collectives : celles du peuple français et du peuple japonais. Mais le film est davantage une réflexion « cinématographique sur le rapport mémoire/souvenir ; sur l’impossibilité d’oublier et sur la capacité des images à restituer une trace du tragique. Qu’est-ce qui m’a fait penser au film ? Pourquoi revenir au film aujourd’hui ?  Rappelez-vous, dès les premières constations des experts sur l’ampleur du tremblement de terre qui a secoué le Haut Atlas, ils ont parlé d’une puissance qui équivaut à celle de trente bombes atomiques. Hiroshima est devenu un idiome universel pour signifier le désastre, l’hécatombe ; le titre générique du XXème siècle.  Revenir à cette réplique célèbre convient aussi pour décrire le flux médiatique qui s’est déversé sur toute la région du Haut Atlas. Un Tsunami médiatique avec des centaines de journalistes chacun allant de son scoop. Nous avons envie aujourd’hui de leur dire, paraphrasant le film : - « Tu n’as rien vu à Talat N’yaakoub - Pourquoi ? - Parce que seuls ont vu quelque chose à Talat N’Yaakoub ceux qui sont morts. » Revenir à ce film, moment fort de l’histoire du cinéma, a une valeur pédagogique, si j’ose dire. Hiroshima mon amour interroge en effet la capacité des médias à témoigner d’un événement, d’une catastrophe, d’une destruction. Ou d’un tremblement de terre. Le cinéma comme une thérapie du regard. Revenir aux classiques fondateurs pour se prémunir de la pollution « idio-visuelle » exacerbée par la youtubisation des images. Oui, avec les réseaux qui n’ont rien de social, tout le monde est devenu journaliste-reporter. L’espace public est devenu un gigantesque « café de commerce, pour citer Umberto Eco, où les imbéciles, les médiocres, les charlatans, les charognards de la misère humaine ont pignon sur rue bénéficiant de temps de parole/d’images autant sinon plus que les experts et autres intellectuels. Ceux-ci qui sont censés être le recours ultime pour tenter de comprendre, pour mettre un peu de raison dans le flot des émotions. Pour dire que l’image n’est pas le réel ; mais un discours sur le réel. Les centaines de vidéos qui circulent autour du 8 septembre et après sont une construction médiatique obéissant à une logique de la représentation. A une logique de concurrence et de compétition entre les journalistes eux-mêmes et entre les supports qu’ils représentent. L’information n’échappe à la marchandisation instaurée par le capitalisme. Il faut se donner les moyens intellectuels pour saisir et comprendre les modalités et les enjeux de cette représentation. L’événement et sa médiatisation s’inscrivent au moins dans deux paradigmes. Le premier est emprunté à Kant et sa conception du sublime. Dans une perspective kantienne, le sublime est « un sentiment qui a lieu quand l’imagination échoue à présenter à faire voir un objet correspondant au concept que l’on peut en avoir ». En somme, le journaliste qui va couvrir le tremblement de terre est inscrit dans un paradigme esthétique du sublime, de « l’imprésentable ». Même le recours à des images issues des caméras de surveillance (la terrasse d’un café à Marrakech, l’entrée d’un immeuble dans la même ville) échoue à faire correspondre l’objet et sa représentation. L’autre paradigme est le tragique dans sa dimension anthropologique et existentielle. Comme l’a déjà signifié Aristote, la tragédie suscité la pitié et la crainte. La crainte pour soi-même et la pitié pour les autres. Une manière de dire que nous sommes tous des survivants provisoires du 8 septembre.
0 notes