Sono un organismo bipede / dal pollice opponibile / che si diletta a scrivere / poesie brevi e liriche
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da 01/10 a 08/10 #writober2018
Invito
Mi hai invitato al tuo compleanno e non sono venuto Mi hai invitato alla cena di Natale e non sono venuto Mi hai invitato a casa tua e non sono venuto Mi hai invitato a smettere di fumare e non sono venuto Te l'ho detto che col preservativo è più complicato
Nuvole
Sagge barbe bianche volanti Galeoni cielesti d'altri mondi Immense creature del cielo Ponderanti poderosi giudici privi di morale e sentimento dove si perdono gli occhi d'ogni sognatore disarmato che ancora lungo la strada (di fronte a fili ricci all'orizzonte di lanoso candido manto freddo come chioma persa al vento di un'anziana donna giovane) si ferma alla piazzola di sosta si siede sul cofano a fissare quei titani che gareggiano lenti e distanti e perenni e poco a poco ogni volere diventa sempre più chiaro veloce e vicino e finito che anche i piedi non vogliono più saperne di gravità di stare costretti alla terra che chiama nel diluirsi al cangiante bianco dove s'irradia lindo ogni altrove all'orizzonte indaco di cielo stanco Torna a casa almeno per le nove
Quei minuti in più di pace salvano la vita al canto loro ancora indisturbate e noi fermi pronti al salto
Insonnia
E mi sveglia questo cielo mattutino che mi dice solo che non ho dormito nulla guardo quella sveglia sulla - scrivania aspetto che arrivi il sonno come gli ebrei aspettano arrivi il messia senza ferite ma è una malattia - dio, il cervello mi va in avaria
Ho provato con degli ansiolitici ho provato poi con dei sonniferi ho provato confidarmi con gli amici più vicini e coi vicini
Per dormire bevo cinque birre fumo cinque zicche bevo un altro e adesso ho provato con la corsa con il ballo e poi col canto e col sesso
Nulla, voglio adesso la mia culla dove dormivo ma senza pensare ma senza pensare ma senza pensare più in loop che ora spengo la luce ma mentre sogno cartucce per mettere fine a queste cose che posso pure chiamare torture
dimmi cosa devo fare ma ti prego metti fine all'esistenza che col sonno che mi trovo è peggio della tossicodipendenza pesa - è un macigno che ti preme sulla testa pesca che esplode che si apre sotto un passo e troppo peso e dopo quando esco uno mi parla e non capisco e punta il dito ed io finisco dritto sotto un camion
Segreti
Ho bisogno di adrenalina di fare quando non ho capito di correre quando sono stanco arrampicarmi a braccia legate di viaggiare quando non so dove sto andando e perché quando non so come funziona dove mettere le mani e non so proprio che dire come reagire e quanto tempo guardarti dritto dritto negli occhi Ho bisogno di non sapere cosa sta per succedere di rimanere col fiato sul collo col fiatone col fiato corto con le gambe corte da quanto sono costretto a mentire almeno una decina di volte al giorno per natura che vuole Ho bisogno di rimanere esterrefatto indignato incredulo indecente Ho bisogno di vedere e dire che è impossibile con lacrime di gioia e bocca spalancata Ho bisogno di correre su ponti di vetri rotti su precipizi affacciati su rocce spaventose che mai vorresti farlo in vita altrimenti non potrò mai sentirmi abbastanza vivo essere abbastanza felice essere abbastanza
Futuro - #witober2018 (05/10/2018)
In ogni piccolo gesto quotidiano mentre auguro buon lavoro al barista mentre saluto il cane d'un altro che vuole la mia pizzetta con patate e tutte quelle lotte eterne e tragiche per prendere l'ascensore in ospedale purgatori d'anime in visita ai cari e tutti quei piedi che battono fuori tempo sui marciapiedi e sulle scale purgatori d'anime in moto a luogo e tutte quelle parole e la grammatica e la voglia di parlare fischiettando come tutti quei santi animaletti che senza chiedere una moneta mi cullano dal letto alle ciabatte e tutti gli il lo la i gli le e gli in con su per tra fra che strafanno sempre in bocche impastate di positivismo che viene scambiato per ottimismo e tutti quei dinosauri ormai polvere e il sole che non si ferma manco se lo preghi come il più sano dei culti e tutte quelle cose che passano sotto mano, come un coltello, un bicchiere una penna, una mano e si spera di meglio e tutto quel vento e quella luce e i ricordi ancorati a profumi stagionali o certe arie e tutte quelle speranze o aspettative e tutte quelle attese, quel posticipare al giorno mese anno vita successivi da esseri finiti d'una fine inaspettata continuiamo a lasciare la scritta "Torno subito" sulla porta in vetro mentre ci prendiamo un caffé vicino per paura della clientela
Colazione - #writober2018 (06/10/2018 - con 40 minuti di ritardo :D)
COLAZIONE
Ho un forte dolore alla testa. Cerco di guardarmi intorno per capire dove mi trovo. Luci e ombre, qualche linea di scaffali. Non sto bene, ho il fiatone. Cerco di collegare i vari punti con un po' di memoria, un po' d'immaginazione. Dovrebbe trattarsi della mia vecchia casa, prima dell'ultimo trasloco, quella in via Budapest. Come ci sono finito? La porta è aperta, uno spicchio di luce mi taglia in due. Mi avvicino, apro. Il corridoio ha qualcosa di strano. Non mi ricordavo fosse così fuori dalla mia camera. Forse non è casa mia, forse son stato male e mi hanno lasciato qui per farmi riprendere. Magari sono usciti per cena pensando che non mi sarei mai svegliato per come stavo messo. Ma chi? Che giorno è? Devo aver bevuto. Forse è casa di Valentina, dopo tutto non l'ho mai vista. Ma Valentina chi? Non ho memoria. Ho solo un brutto presentimento, come un'unica certezza che fatica a tornare a galla, la verità sulla punta della lingua. Eppure questo corridoio l'ho già visto. Mi ricorda la casa in Viale Trieste dove sono nato. Possibile che m'abbiano giocato questo scherzo? Che amici! Ma quali amici? Li ci sono le foto dei miei nonni, proprio com'erano disposte quando ancora abitavo in quella casa. L'unica cosa nuova è quel biscotto gigante vicino alla finestra. Un biscotto con una bocca e un occhio centrale. È un po' che balla con l'ombrello, intonando Mistero di Ruggeri. Dice: Con gli occhi bene aperti cerchiamo un po' d'amore. Certo che è strano. Non ricordo di aver mai visto un biscotto con la bocca in questo corridoio. Sarà quell'amico strano di Matteo. Ma Matteo chi? Ecco, il biscotto mi sta parlando, muove il labbiale. Non capisco tutte le parole, sento solo: Guarda bene [...] trovi, è li [...] la verità [...] che [...]. Sta correndo verso di me. Ora in mano ha un piccolo uomo che urla. Mentre corre verso di me, con la bava alla bocca, ingoia l'omino. Non capisco se provo paura. Ho di certo il fiatone, mal di testa. Mi guardo i piedi e cado in un vortice blu scuro. Il biscotto cade con me. Nelle pareti del vortice ci sono tante piccole finestrelle con Jerry Scotti che urla: SAI DI COSA È TEMPO! Il biscotto urla: Guarda bene dove ti trovi, è li il brutto presentimento, la verità è che devi svegliarti.
Sono sudato, è mattino. Dalla finestra entra uno spicchio di luce. Ho fatto un sogno strano, non ricordo bene quale. C'erano le foto dei miei nonni. Vado in cucina. Faccio colazione.
Vento #writober2018 (07/08/2018 - con 10 minuti di ritardo)
Tengo ancora alla finestra i suoi incensi. Mi sembra di parlare con lei, di toccare i suoi capelli. Mi sfiora con i filamenti di fumo. Ne accendo uno al giorno, la sera, prima di coricarmi, mentre fumo l'ultima sigaretta sperando di trovare finalmente il sonno. Gli ultimi tre e poi non saprò più come toccarla. Gli ultimi tre e poi inizierò giorno per giorno ad avere qualcosa in meno. Non avrò più nulla tra le mani, nulla da odorare. Solo la sua casa in cenere e qualche ricordo. Gli anni l'avranno vinta, la vecchiaia, la morte - anche con me. Qualche volta la sento bussare, ma poi mi alzo di corsa e sbatto contro le pareti e vado alla porta e non c'è nessuno. Ogni notte maledico il vento.
Statua #writober2018 (08/10/2018)
STATUA
Per essere totale e totalmente soddisfatto da questa esistenza dovrei farmi esporre al centro di Piazza D'Italia al posto di Vittorio nudo in un atto onanistico focoso mentre mi asciugo in torsione - vorrei - suggerire la mia visione da più punti di vista esattamente come La Venere Inginocchiata ma fiero come il David e poi espressione della Maddalena Penitente, come quando aspetti alle poste e tutto inizia a perdere senso. Penso ai mezzi busti, a me con i fusti di birra al centro di Piazza Tola. Così, mi farei cementificare dall'alto di tutta la mia viva sbronza, istantaneamente, come gli angeli di Doctor Who quando li guardi come i mafiosi quando ti mettono sotto le betoniere per nascondere il cadavere
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Per quanto permette la carne
• Per quanto permette la carne •
È tutto più romantico ora mentre vengo da te corro che abiti al secondo piano e spilli di pioggia ricordano il nostro peso alla terra
Umido fine di fine maggio abiti punteggiati in fila- -menti giacca sfilacciata sulla mia presunta eleganza con fare danzerino corro da te che sei al secondo è tutto più romantico ora mentre arrivo entusiasta
A letto restare vicini per quanto permette la carne Peccato non sarebbe dire SI all'eternità pel tuo corpo nudo addosso
Peccato non sarebbe se penso al fin dei fini e prendo confidenza ché a tutti il nulla è dovuto
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Tempo ipotetico
• Orgasmo interrotto come l'emistichio malinconico come di fronte a un muro - appena tinto Il campanello senza nome lindo bianco Il marciapiede è la spiaggia L'asfalto un fiume in piena
Voglio mondo e amore, ma non fa per me con la fame che mi divora le interiora sono un abile amante con le scarpe - logore dammi da vivere e poi di che scrivere Tieni - dentro ci sono bacco tabacco cartine e filtrini e un preservativo per preservare Venere che ci vuole bene - e non poco
Non voglio finire ad emozionarmi solo quando trovo parcheggio Storie d'amore di corsa tra gli scaffali di un discount fuori centro o di pochi minuti tra saluti e parole impastate di tabacco Sentirmi vuoto dopo un rapporto e sentirmi dire frasi castranti Parlare di tredicesime e cresime e guardare con distacco - passanti di marciapiede in marciapiede che supplicano i loro occhi in ginocchio chiedono qualche battito in più
Non voglio finire ad emozionarmi solo quando al 24ore cade qualcosa di troppo o quando la cassiera sbaglia resto o quando i suoi occhi mi incrociano Voglio fondermi con le carni e non farmi mancare baci, mai farmi mancare musica e confessare quanto si è soli e insensati e - li, in quel punto esatto preciso - trovare confidenza e senso e sesso. Voglio planare scivolare via sgusciare slittare tra corpi e parchi e palazzi pogiarmi piano senza peso
Perso in un tempo ipotetico piacevole e fastidioso, gioco e tortura come il solletico •
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Visione surrealista del lato amoroso paesaggistico femminile
Per me sei un disturbo da stress post ...............................................[traumatico reumatismo di passione rallentata doppia frattura scomposta alla confidenza lasciata a terra senza primo soccorso Ma sai che ti dico [?] Per me sei un disturbo psichico condiviso una folie a deux che ancora mi influenza a livello quantistico [?] Per me sei la disperazione di Euclione (sono perduto, rovinato, finito. Dove...?) angoscia e disperazione di Kierkegaard Orlando che sradica alberi nella radura (ch’in questo inferno tormentandosi erra) Piaghe da decubito fiducia in necrosi Visione surrealista del lato amoroso -paesaggistico femminile [?] Di che avrei bisogno dimmi per riprendermi da tutto questo avrei bisogno di un social-media menager un rusty nail in riva musica latina Di che avrei bisogno - dimmi di che - avrei bisogno di decenni seduto s'un monte a fissare il mare per riprendermi da tutto questo avrei bisogno di una logopedista
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Cadaveri
Vorrei parlarti dei miei vecchi amori
ma sui morti freddi non discute più nessuno
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Chi sei tu
Chi sei tu
Chi sei tu - che tenti di uscire dal nulla come un puledro dalla placenta - scalciando - sporco del tuo passato? I tuoi capelli e la tua barba, incolti, cantano malinconici le tue gesta, i tuoi gesti, i tuoi resti, la tua meta - e tu pesti i piedi, passo dopo passo.
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Io scalzo
Io scalzo
Le catene del nulla mi cingono i piedi ma io danzo e loro cigolano io scalzo e loro infastidite dalla mia libertà.
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Come aromi
Cade una pioggia di foglie qua il vento è diverso dal mare che come madre ti accoglie e ti lascia dormire sognare mano che copre la nuca la volta t'osserva nuda e ti canta di vaga-bondi che viaggiano come rondi - ni, eremiti sui monti intonano ritmi tribali mi chiedo quali
Siamo opere incomplete Carne e sangue retti da ossa e così ho detto tra me e me
Questa montagna è gia colma di uomini devo dormire sulla nuda roccia Rapporto assoluto che bramo Non come Dio con Abramo ma solo tra me e cio che amo
Rocce granitiche sotto le mani che sbucano fuori da dentro le maniche come dei fiori di un albero antico che tendono al picco più alto e alle aquile
Vento querulo fumido umido Monte: roggia. Cade la pioggia - ruvido questo terreno al diluvio Ubbio, dubbio esistere cupo cuore mio povero da ricovero mi rimprovero le mie origini d'agio e poi vado avanti adagio
Vomito miele su carta mentre un rapace levita e si poggia Lancio aeroplanini di poesie in levità e vita corta
Vomito miele su carta mentre un rapace si poggia sul braccio quello che faccio non è per il mondo ma è un modo per mettermi in salvo
Lancio aeroplanini di poesie ma giù a nessuno frega una tuba forse da morto andrò a ruba
Vado di nave in canoa io come mia unica boa Salto su tutte le vette come animale montano e poi tocco tutte le valli e parlo con tutte le stelle m'innamoro un attimo e al sole e mi rianimo Incontro una zingara stesa nei campi di grano capelli di melograno, ramati, che fanno amaro piacevole come quando consumi il primo caffè senza zucchero, tant'è che sei un po' troppo affamato In un attimo ci capiamo e apprezziamo quadro e cornice e mi dice con con sguardo affranto e gli occhi color rosè Voglio bruciare con te di passione come una cometa e voglio sciogliere e raccogliere il tuo cuore d'anacoreta Neanche il mare fu per te abbastanza solitario come disse quel lontano, che morì per l'altro dio Ma sotto questa neve vedo un'amaca di rose vedo rose in tutt' 'e pose che s'affacciano al pendio
di me e te a letto me l'han detto gli oracoli devi fare miracoli, tra amore, sesso e imbrogli Fai come vuoi tu ma non pensarci su su, fai come Gesù cammina sugli scogli Ma se mi stappi poi devi svuotarmi tutto come il vino o perdo sentimenti, come aromi, come l'erba bagnata al mattino
Mi prende per mano, sente il mio freddo, gelo anche se illumino il cielo, con la luce da sotto il mio velo che celo anche lei E quello che voglio non lo so, non voglio diventare osso e voglio vivere l'amore ma allo stesso tempo rimanere solo
Voglio laghi bavaresi e poi l'india per due mesi no, non voglio fare pesi ma scolpirmi di tramonti li, tra i monti, corpi stesi fuggo da cuori arresi cuori resi a un dio che vivono per le tesi
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Premonizione Atemporale al Vuotarsi
Cosa c'è sotto la neve? Cosa nasconde l'universo sotto candido manto? Hai orecchio - istinto per sentire la bestia che batte come un aeriete contro le porte del senso? Cosa c'è sotto la neve? Cosa nascondono volontà e desiderio, fati così amici? E l'assurdo, nel sangue consapevole
Cosa c'è dentro una persona? Cosa c'è dentro di te? E non rispondermi anima E non rispondermi organi Cosa c'è dentro di me? E non rispondere nulla ti prego. E non dirmi che non c'è un dentro, perché non c'è un fuori E se così fosse, - Si, così è! - per cosa vado avanti? Senti la bestia che batte come un ariete? Per non stare solo, isolato o morto Per questo vado avanti contro le porte del senso.
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. • Per la rubrica: libri dall'usato • Dalle Short Stories di Ernest Hemingway: The Snows of Kilimanjaro. Testo in inglese-americano con traduzione a fronte. Prezzo al mercatino dell'usato: €1,50. Ricordo che era pieno di queste short stories e ancora mi maledico per averne prese solo due. Perché è un buon acquisto? 1) il testo con traduzione, molto utile per chi vuole tenere allenato l'inglese di un livello B2 e allo stesso tempo metterlo alla prova con nuovi vocaboli; 2) essendo un inglese-americano ci sono tante note a fondo pagina con l'equivalente in inglese-inglese + curiosità sulla scelta dei vocaboli e delle lingue utilizzate (si possono trovare termini francesi e in afrikaans); 3) nelle stesse note sono presenti collegamenti tra la storia raccontata e l'autore stesso; 4) si può facilmente notare come leggere un testo tradotto equivale a leggere un testo sostanzialmente diverso dall'originale, anche nel ritmo e nel carattere di base. Cosa ancora non così scontata; 5) la storia e com'è scritta. Durante una battuta di caccia grossa, Harry si trova bloccato alle falde del Kilimanjaro per una ferita alla gamba non curata adeguatamente, insieme a sua moglie e accompagnatori, in un campo improvvisato. Mentre aspetta i soccorsi, Harry, scrittore, si pente di tutte le storie che non ha raccontato per star dietro a una moglie ricca che non ama, a una vita di viaggi e lusso. E ora sente la morte che si avvicina, sotto forma di iena. Hemingway si insinua nella maglia del racconto. È come se l'autore stesso sentisse la necessità di raccontare le sue storie mai scritte attraverso questo racconto breve. È zuppo di riferimenti alla sua vita, ai posti dove ha vissuto. • .
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. • Per la rubrica: libri recuperati al mercatino • Affari di cuore. Paolo Ruffilli, nato nel 1949. Non avevo idea di chi fosse, ma per la solita legge dell'artista (articolo 1: scopri l'arte e mettila da qualche parte) mi son spinto a leggere anche lui. Mi aspettavo qualcosa che potesse ispirarmi di più, perché nella descrizione sul retro si legge: "In questa raccolta Ruffilli crea una vera e propria fenomenologia dell'amore"; mentre ho constatato che questo libro è una raccolta di esperienze amorose, sessuali, passionali dell'autore, piene di intrighi, tradimenti, donne sposate, strazi e tutte queste cose, tanto che viene da chiedersi "ma chi frequenti?" e da esclamare "ma cerca da un'altra parte!". Una telenovelas in poesia. Ogni testo è un'altra puntata o una riflessione del narratore. Appassionante. Ovviamente esagero (e si scherza) e qualche testo, qualche stralcio, m'è piaciuto particolarmente e non corrisponde alla precedente descrizione. Testi come Addosso, Un'altra vita, In posa, Vendetta, Il dubbio mi hanno preso di più. E anche l'intera raccolta, nel suo insieme, revisionisticamente parlando, m'è piaciuta. Prezzo in copertina €12, dall'usato €1. Da Vendetta: - mi sono vendicato del tuo amore debole troppo controllato. Per te, in fondo, che cosa sono stato se non un'occasione di vanità e di distrazione Sentirmi un'attrazione o peggio una vacanza non mi ha affatto divertito meno ancora poi scoprirmi un pericolo al tuo ordine costituito - • . #usato #mercatino #libro #pico Su Instagram: https://www.instagram.com/p/BngWjt0g5-d/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=1svrw4jhwq72g
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. - Non sarà certo un disco a correggere il mondo Dio non ascolta i gospel E di certo non sarà il mio Se non l'ha cambiato Dalla con “Com’è profondo” - @dargendamico Mai furono dette parole più giuste. Questa verità mi ha sempre un po' demoralizzato. Grazie al cielo lo scopo dell'arte non è sempre/solo correggere il mondo. Per la rubrica: Libri al mercatino dell'usato Son felice di aver riscoperto Dalla al di fuori delle serate di karaoke tra 50enni. Quando una canzone si ascolta per troppo tempo come fosse un canto popolare poi inizia a perdere un po' di significato. Negli ultimi anni, tra una cosa e l'altra, ho avuto modo di recuperare qualche caro vecchio cantautore e Dalla, insieme a Battiato, sono di certo quelli a cui adesso mi sento più legato. È stato però sorprendente come la lettura dei testi, senza musica, mi abbia lasciato estasiato in un modo ancora differente. Dalla è stato un artista completo, che ha vissuto zuppo della sua arte: scrittore, musicista, compositore. Nasce come musicista, vicinissimo alle sonorità jazz, per poi diventare un cantautore a tutti gli effetti. Inaugura la sua stagione cantautorale nel 1977 con Com'è profondo il mare: 8 canzoni scritte durante un'estate alle Isole Tremiti (solo una canzone scritta a Ponza). Da qui nascerà una ricerca stilistica che lo porterà anche a scrivere testi per terzi. Finché non mi son fermato a leggere i testi senza musica non ho notato pienamente la sua abilità di scrittore, di creare immagini stimolanti e storie anche senza il supporto di strumenti: solo parole, lettura, immaginazione. Un misto tra poesia, dialogo, monologo di gusti diversi, ma (quasi) sempre con un aroma pungente e ironico. Mi ha particolarmente preso la storia di com'è nata Caruso: dopo un soggiorno di Dalla nell'appartamento che per tanto tempo ospitò l'omonimo cantante. Canzone figlia di un forte sentimento di empatia e vicinanza alla storia di un grande artista ormai morto. Inserita come inedito in un album di pezzi registrati in live, dopo un tour americano. -forse la noia è soltanto paura/una paura che offende che ogni mattina ci prende/la paura di essere ciccia da contare e che la vita la tua vita non cambi più-
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. Per la rubrica: Scoperti al mercatino dell'usato.
Filippo Stumia - Pozzanghere
Se si vuole intraprendere la difficile strada di vivere e lavorare d'arte, strada che ho iniziato nel 2014, ma che solo adesso porto avanti con (quasi) la dovuta serietà, uno dei principali compiti e piaceri dell'artista è quello di tenere la mente sempre pronta a ricevere. Quando si sceglie di vivere d'arte, non c'è più un momento nel quale la mente sta a riposo, almeno per la mia esperienza. Ecco, nel mio cercare e ricevere segnali dal mondo circostante, mi piace scoprire autori che mai avrei letto se non mi fossi spinto a occhi chiusi nella loro lettura. Questo è uno dei casi. Filippo Strumia non mi piace, ma son felice di averlo letto. È uno psichiatra e psicanalista di orientamento jungjiano che pubblica poesie; io proprio da poco ho preso la decisione di chiudere con gli studi di Scienze e Tecniche Psicologiche. Un collegamento casuale quanto sconquassante, per me. Ad ogni modo, per quanto non mi piaccia complessivamente questo libro di poesie, perché mi ha annoiato molto più di quanto m'abbia suscitato interesse, ho trovato bellissimi versi che vorrei riassumere in questa sua poesia:
Si direbbe un'architettura d'atomi dispersi come profumi nello spazio aperto che neanche con un compasso algebrico Filippo saprebbe indicare dove si trovi né di chi parli quando si tocca il petto eppure dice io come fosse una certezza. . #poesia #arte #libri #book #art #poetry #pico #machimelofafare
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Colpevole di tanto rumore
Fresca giornata di sole tiepido che copre viottoli e distese d'erba e la chiesa Colpevole di tanto rumore La glassa di luce in superficie è soporifera. Due bimbi, molto oltre l'ombra degli alberi, molto oltre il suono, frastuono delle campane - giocano E quando il prete ci grazia, smettendo di battere sul ferro, voci di fanciulli, come canto di tordi in cerca d'olive da beccare come ronzio di piccoli insetti volatili , colmano il vuoto E questo recipiente, che è un paesello, o - meglio - un piccolo villaggio di sterco e legno, si affoga di mille suoni, orchestrati da qualche dio, che può essere : il mio cerebro E i due bimbi, lontani, piccoli, corricchiano rallentati dal sole denso Due bimbi che sembrano ricordi, sereni d'un'infanzia mai avuta. O ricordi che qualcuno ha voluto condividere con me usando il sole come proiettore e la mia fantasia per il resto Due ragazzi passano, una coppia - giocano Sembrano gli stessi bimbi, con un decennio di più come se la pellicola della loro vita, per qualche motivo che non conosco avesse deciso di rullarmi in testa Due anziani - in bici - ridono e seguono lenti lungo il ciglio della strada, vicino alla chiesa - giocano E anche io seguo, con lo sguardo. Butto un occhio ai bambini, ormai svaniti. L'ultima risata dei ragazzi gira l'angolo insieme a loro.
I vecchi, sempre lenti, vanno di ombra in luce Un corvo gracchia. E la chiesa, colpevole di tanto rumore.
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Poco prima di risorgere
I fumi bassi di rosticceria I bassi fiumi di persone basse Lumi caldi Lungo le strade Autunni tiepidi
Si vocifera Sei fortunato Si vocifera Sei nato Si vocifera dalla parte giusta Si vocifera del mondo
e si vocifera
Ma vivi di poco respiri aria di morte I mobili d'un colore che sa di sepolcro e nel respiro dei tuoi nonni e nella malattia del Chi sono? Chi sei? Non ti conosco. Dove mi trovo. Voglio andare a casa Questa non è casa mia Questa non è casa mia è arrivato il momento di andare Prima marito poi moglie
Ma vivi di poco respiri e nulla di più e lividi qualcuno ti picchia e tu lo lasci fare e poi gli sport di squadra ti spaventano Anche parlare con un compagno Anche parlare con una compagna Anche parlare
Ma vivi di poco e cerchi un padre anche nei libri nei film e lui è in vita ma non vuoi altri a cui tenere ne hai abbastanza di tenere vorresti solo lasciare Solo vorresti Sangue del tuo sangue contro di te Sei nata da dove sono nato io Perché siamo così?
Ma vivi di poco di poco di poco di poco di poco di poche gocce al mattino e prima del sonno Con amici è panico tra la folla è panico da solo è panico attacchi di panico di poco di poco di poco di poco Non facevo la scelta sbagliata quella che fanno molti dopo che scrivono le proprie memorie
Ma vivi di poco e cerchi di impare L'affetto che non sai dare né ricevere cerchi Venere ma trovi un bacio influenzato e una lingua che non sai gestire Qualcuno prova ad abbracciarti ma tui sei di pietra e chi non è di pietra non ti capisce e pensa che tu non provi lo stesso e pensa che tu non provi
Ma vivi di poco l'identità ti sfugge tra le mani molli lo psicologo molli la psichiatra e ti dai alla psicologia poi a tutta la scienza poi alla libertà all'alcol alla meditazione e poi all'arte Le storie d'amore non reggono o reggono troppo Nulla ha senso per questo Tutto ha senso per me Sono libero La mia forma è l'unica gabbia ma non è l'unica forma
Ma vivi di poco e pensi che l'amore ti risolva la vita ma poi torni in te stesso com'è naturale che sia E fuggi in cerca di qualcosa e poi scopri che eri in cerca di risposte e poi scopri che ti sorprendi sempre del tuo nuovo Io e di come muta Sempre più forte
Ma vivi e di poco pensavi fosse poco Una finestra sull'universo Noi
e adesso? è il momento è arrivato il momento giusto? è arrivato il momento giusto per risorgere
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Un altro me
Colgo l'occasione per sperimentare tanto dopo il lavoro non ho altro scopo Se non quello di trovare uno scopo Il fango, profondo e denso, è stata la mia casa - per tanto tempo - ho cercato di uscire fuori. Miliardi di anni di incoscienza non valgono quanto 22 anni di sensi, di percezione - ma solo per me - Sono solo io, qui. Parlo con te, ma sto parlando con me. Guardo il cielo, ma sto guardando me. Non posso definirmi e non posso definire e non posso de- e non posso E quando sarò osso e poi terra e poi e poi? - mi rende triste sapere che ho sempre a che fare con me stesso e che questo me stesso manco c'è - da nessuna parte - Mi fa strano dirlo, palesarlo con queste ditine che ora mi paiono così estranee Sembra così chiaro, così evidente: IO SONO QUI. Ma non è vero. Forse solo SONO ha senso, o forse solo È. Qualche filo importante, che sicuramente regge tutto, si arruginisce quando parlo con te ma scopro che sto parlando con me. Tutto il bello che togli fuori non può essere solo frutto di me. Invece è così. Io non lo accetto, non è plausibile, non è legale, non è reale. Non è una cosa romantica da sentirsi dire, credo, ma Vorrei che, anche solo per un secondo, i nostri cervelli potessero pensare come uno solo Ma non si può e Mi dico che L'unica cosa che ha senso è collezionare emozioni, tutte le varianti, come medaglie appese al petto Così tante che poi copri anche le interiora e il salotto e poi ti mettono la multa salata, perché hai occupato tutti gli spazi pubblici e il mare e non c'è più posto per te quando sei tutto Pensavo di aver capito tutto, trovando un senso nel legame eterno, nell'amore incondizionato. Si, ok, per me sei stato molto, sarai sempre dentro di me, un'altra medaglia. Ma il gioco non vale la candela. Meglio usarla per qualche cena, con un'altra persona, con un'altra vita, con un altro Me Quel poco di luce che posso fare è tutto quello che sei anche tu
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