Ieri s’è sposata mia sorella. Credo di non aver realizzato finché non l’ho vista in piedi con mio padre all’altare. Soltanto la sera prima avevo irriso bonariamente i miei scommettendo un paio di birre col buon Angelo su quante volte sarebbero crollati, col sardonico risultato che loro si son fatti roccia sorgiva, commuovendosi il giusto, mentre io son scoppiato a piangere e da lì non ho più smesso. Troppi pensieri d’amore represso, dolore ipogeo, parole non dette: mia sorella razzista omofoba antivax e complottista, il sempre più arduo discuter invano, a schivar nolente bombe e mine. E volerle bene nonostante tutto e ancora, conoscendo la sua sofferenza che è anche la mia, così uguali e diversi. Quando studiava ancora medicina, i professori la consideravano un genio, la migliore del suo corso, la più brillante, e lo era davvero. Avrebbe potuto fare ed essere qualunque cosa avesse voluto. Poi le si ruppe qualcosa, anni d’infinita crisi e non sapersi, una vita fuori corso. Infine, lo strappo, la rinuncia a tutto, cambiando lavoro e vita. Ora lavora come social media manager ed è bravissima in quel che fa (ma lo sarebbe in qualsiasi cosa decidesse di tentare). Il mese scorso, passando dalla cucina, ho notato che il bidone della carta traboccava di fogli e quaderni. Ho cominciato a leggerne il contenuto: vecchi appunti di medicina, esami pianti e sudati, storie inventate (anche lei scrittrice), pagine di diario, pensieri, sfoghi, pezzi di anima scartati e gettati via alla rinfusa. Senza farmi scoprire, ho raccolto tutto e l’ho nascosto al sicuro in camera mia. Sono un accumulatore seriale, è vero, ma non potevo permettere che tutta quella pena andasse perduta. Posso capire perché l'ha fatto, il dolore che le provoca tenersi la caduta ancora a vista. Può fare tabula rasa se vuole, allontanare da sé le pagine d'un passato in cui più non leggersi, lo accetto, vorrà dire che conserverò io i pezzi d'una vita che non è più. Chissà, magari un giorno, ormai in pace, tornerà a cercare quei sogni buttati di rabbia e spregio e allora io, beh, saprò cosa fare.
Comunque possiamo pure ammazzarci dopo per i risultati, ma voglio solo dire che quando sarà tutto finito mi mancherà il miglior live commentary dell’anno, mi mancherete.
noi a urlare "Simone geloso" quando in realtà gli fa solo schifo la figa e non ne vuole sapere niente rega mi spiace davvero, simuel canon sempre eh ma la verità va guardata in faccia
I giapponesi sono gentili, carini, educati, rispettosi...
Certo... specie quando gli finanzi l'economia da turista perché quando ci vivi puoi tranquillamente essere cacciato fuori da un locale perché "JAPANESE ONLY". Come se fossi un cane. Bau bau.
penso che gli amministratori di qsmp meritino sicuramente un trattamento migliore non fraintendetemi ma credo che sia importante notare che si tratta di un progetto di volontariato. dovrebbero essere pagati un po' di più? probabilmente, si impegnano molto nel progetto. ma non avrebbero mai ottenuto il pagamento di un lavoro a tempo pieno o qualcosa del genere