Tumgik
#comunque essere una sorella minore
unwinthehart · 3 months
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Ho vinto ancora perchè mio fratello, il fotografo professionista, mi ha appena detto "Ci andiamo insieme da Mahmood."
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ragazza-whintigale · 7 months
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𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊 𝕽𝖆𝖐𝖎𝖊𝖑 𝕰𝖉𝖊𝖓𝖛𝖊𝖓𝖓𝖊 𝖝 𝖗𝖊𝖆𝖉𝖊𝖗
( + ᴹᴵᴺᴼᴿᴱ ʸᴬᴺᴰᴱᴿᴱ ᴾᴸᴬᵀᴼᴺᴵᶜᴼ ᴹᴬᴿᴵᴬᴺᴺᴱ ᴱᴰᴱᴺᵛᴱᴿᴿᴱ)
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Into the light, once again
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento yandere, yandere platonico Marianne, viaggio nel tempo, morte, menzione di torture, manipolazione, Avvelenamento, Minacce di morte, tentato Suicidio, omicidio, veleno, Mc mentalmente instabile, Marianne bara costantemente, possibile parte 2.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 8184
⟢𝙿𝚛𝚎𝚌𝚎𝚍𝚎𝚗𝚝𝚎 / 𝚂𝚞𝚌𝚌𝚎𝚜𝚜𝚒𝚟𝚘 ⟣
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C’è voluto del tempo, più di quanto pensavi in realtà, ma alla fine sei arrivata alla conclusione che: non è un sogno. Risvegliarti nella tua stanza di quando eri solo una giovane debuttante, con i chiari ricordi di qualcosa che era successo ma che nessuno ricordava, poteva essere un sogno…
…Ma non  lo era. 
Questo sotto certi versi era ironico. Avevi commesso qualcosa, che a occhi sconosciuti, ti avrebbero fatta diventare la cattiva della storia, se mai questa fosse stata una storia, eppure hai comunque una seconda possibilità. Quel genere di possibilità che poteva rivelarsi un bene e un male, un arma a doppio taglio. Una peccatrice a cui era stata data una possibilità di redenzione. O una possibilità di Vendetta, ma faceva davvero differenza tra le due cose? Non quando avevi avvelenato con successo il tuo fidanzato - non che futuro imperatore - e tra la lista dei possibili colpevoli tu non eri nemmeno compresa. Troppo innocua o troppo stupida? Non ne avevi idea, ma ridere alla frustrazione delle principesse e dei principi preoccupati per il fratello non deve avergli dato molti dubbi. Avevi tutto il diritto di fare quello che hai fatto! Non eri una pedina in mani crudeli, non eri un pezzo di argilla da modellare a loro piacimento e tanto meno una marionetta nelle mani di un giocattolaio. Eri tratta con sufficienza. Un ridicolo pezzetto di un piano molto più complesso.
Hai fatto diversi test per provare che tutto questo era reale, che sei tornata indietro e non era un sogno. Hai cercato vecchie cicatrici che ti eri procurata per alleviare lo stress della competizione al trono o che ti erano state fatte successivamente al tuo attentato. Hai Indagato su alcune situazioni che ricordavi fossero accadute, realizzando che altre che ricordavi lontanamente fossero appena accadute. Una certa contessa non era incinta di un figlio bastardo, anzi non era proprio sposata con il marito che avrebbe tradito. Nessun cavaliere era stato giustiziato ingiustamente e nessuna storia d’amore tra un qualche mago e una popolana che sarebbe diventato un romanzo apprezzato in tutto l’Impero. Ma soprattutto nessuna cicatrice di tutti gli abusi che avevi subito gli ultimi mesi prima di morire, e il principe Rakial era vivo. Maledettamente vivo e non in pericolo di vita, come lo avevi lasciato. Forse la prova più tangibile l’ultima.
Sei palesemente tornata indietro nel tempo, non sai come o perché. Ma hai deciso comunque crederci. Anche se sarebbe era stupido da parte tua non crederci a prescindere. Non quando maghi talentuosi abitavano tutto l’Impero, sotto la guida della famiglia Imperiale. Ti sei assicurata infine di capire in che anno eri… 5 anni e qualche mese prima della tua morte. Era già qualcosa immaginavi, contando che, per quello che potevi ricordare, Rakial ci aveva messo molto tempo a notarti. Non come se l'avesse fatto davvero a tuo parere. In realtà eri certa che fosse semplice evitare di avere a che fare con loro. Sarebbe bastato stargli lontano, e evitare sua sorella minore, forse il tuo vero ostacolo in realtà o così l’avevi sempre vista. Marianne era in qualche modo coinvolta in tutto quello che era successo, ma non sapevi fino a che punto lo fosse. Sia riguardo alla tua fine che agli strani eventi che hanno coinvolto Edervenne e Elmir. Non hai nemmeno dubbi sulla sua implicazione nella tua fine, e hai sospettato fino all’ultimo che lei avesse incastrato la principessa Alissa e in qualche modo il essere una specie di Santa ti ha solo aiutato a sospettare anche di più. Lo sapevi anche quando ti avevano assicurato che non era così e che era crudele da parte tua dare la colpa alla vittima. Ma nessuno sospetta mai della vittima, d'altronde. Sarebbe stata una mossa astuta da parte sua. Hai ignorato tutti e non avevi decisamente tutti i torti. Solo che nessuno ti avrebbe comunque riconosciuto per questo.
Il piano completo - non molto strutturato in realtà, niente di complicato - prevedeva che tu non avessi contato con nessuno dei due fino a che non avessi trovato un altro modo per fuggire. Il che avrebbe potuto significare un fidanzamento fuori Edenverre o avere un ruolo come ambasciatore per conto di Edenverre in un altro luogo. Elmir era conosciuto per essere un luogo molto pacifico, anche se dubitavi ci saresti mai andata, sapevi di un conflitto tra Elmir e Edervenne che sarebbe diventato intenso in futuro. 
Hai incrociato le braccia quasi senza pensarci, senza badare a qualsiasi etichetta potesse esserci.  Secondo quello che potevi ricordare il motivo del tuo fidanzamento con Rakial è una sorta di apparenza sociale. Dopo la morte di Alissa, Rakial ha perso influenza e di conseguenza, per rafforzare il potere, che ha preso la decisione di fidanzarsi con la figlia dell'ambasciatore di Vandrova. Tu.  Non potevi sapere se funzionava davvero così o avrebbe dovuto sposare una principessa da Vandrova. Anche se non ci eri mai stata si dice che le principesse hanno un aspetto magnifico e fuori dal comune. Parenti delle fate si chiacchiera a Edervenne, anche se ne dubitavi fortemente, ma li hai lasciati parlare. Non avevi un gran motivo per imbarcarti in un'impresa così inutile.
Hai sospirato di sollievo e  con ancora un filo di controllo in corpo, hai lasciato scendere le braccia in una posizione più comoda ed elegante. Nessuno sembra accorgersene. Per tua fortuna durante tutta la sera sei riuscita a non farti notare, o semplicemente incontrarli. E’ stato relativamente semplice. Marianne era circondata costantemente di troppe attenzioni preoccupate per la sua salute, per notarti tra la folla in cui ti sei mescolata. Invece Rakial era troppo indifferente e impegnato a parlare con qualcuno per accorgersi di una qualsiasi nobildonna, in mezzo ad altre qualsiasi nobildonne. 
Se Selene fosse stata anche solo un pò dalla tua parte ti avrebbe concesso di non essere notata. Speravi disperatamente lo fosse anche se non è la vendetta che stai cercando.
Hai rigirato il bicchiere tra le tue dita  annoiata dalla conversazione, non ricordavi nemmeno come e quando sei riuscita a mescolarti a questa manica di pettegole. Non potevi negarlo di esserlo anche tu, ma quello di cui parlavi tu era qualcosa di diverso; Niente coppie, niente matrimoni e niente adulazioni a giovani nobili. Sul serio non potevi parlare di Aconito come se fosse un qualsiasi vino costoso? Credi di no. Soprattutto ora. Da come hai registrato, Alissa è già stata giustiziata da quasi 3 mesi e parlare di qualcosa come veleno - anche se non era quello che era stato usato - non era un’idea molto saggia. Si stavano ancora cercando persone sospette e coinvolte nell'incidente. E poi questa festa era in onore di Marianne che si era rimessa, quindi avresti rovinato solo l’atmosfera, attirando le attenzioni che volevi evitare.
❝ E voi Lady (nome)? ❞ ❝ mmh? scusatemi ero distratta…❞ Ti sei destata dai tuoi pensieri con un'apparenza imbarazzata. I loro sguardi chiamavano una risposta. Non pensavi fossero interessate a te in quanto persona, ma solo come punto di un futuro pettegolezzo. ❝ Beh… avete un anno più di sua altezza il principe Rakial, eppure non avete nemmeno un interesse.❞ Da quando i principi venivano usati come metodi di misurazione dell’età? Comunque avevi quasi due anni di differenza da lui, solo 4 mesi Ti impedivano di completare l’anno. Scandisci la voce con una leggera tosse. ❝ Oh beh… penso di non aver trovato ancora qualcuno con cui condividere la vita… e poi da dove viene mia madre, è normale iniziare il corteggiamento in una così tarda età.❞ Hai ridacchiato in modo fin troppo finto per essere credibile, ma le altre dame ci sembrano essere cadute. Non ti sembravano molto sveglie in effetti.
❝ Giusto, vostra madre non è di Edenverre! ❞ Disse una ❝ Si dice che condividete molti tratti della sua città natale.❞ Un’altra non poco distante aveva continuato il discorso della precedente colpite dal stesso entusiasmo. Anche se era vero. Tu somigliavi più a qualcuno di Vandrova, che di Edenverre. E così ti stava bene. Il discorso era scivolato via con facilità mentre qualcuno citava di essere stata a Vandrova. Tu non ci sei mai stata e non avevi un spiccato interesse nel andarci nell’immediato futuro, se mai non fosse l’unica soluzione per sfuggire al tuo imminente declino.
Hai ripreso ad ignorare oziosamente la conversazione, spostandoti ogni tanto con il gruppo per prendere da bere, o semplicemente per appartarvi, parlando per qualche breve istante, solo per rispondere alle domande delle più curiose. Per il momento eri riuscito a manovrare i movimenti affinché non incontrassi nessuno dei due. In ogni caso non è così difficile evitarli, Rakial non lasciava mai i pressi del palco dedicato ai reali - ci sei stata seduta molte volte nelle tua vita precedente. - Mentre Marianne, sempre accompagnata da qualcuno, proclamava  dolci lodi a qualcosa che non ti eri curata di ascoltare. Non che in ogni caso fossi rimasta così vicina abbastanza allungo da sentirlo. A volte li perdevi di vista, persi  in mezzo alla folla danzante e alle grandi colonne decorate. Forse avresti dovuto fare più attenzione, ti ricordavi a mente, sarebbe stato spiacevole incontrarli.
Qualcuno strattona il tuo complesso di strati di tulle e seta color panna. Un colore anonimo, il più anonimo ed elegante che hai trovato. Abbassi lo sguardo, con l’intento di rimproverare il  bambino impertinente e fuori controllo che forse ti aveva notata. Ma che poi avresti cacciato con la scusa di essere impegnata. Solo che in quel momento il bambino fastidioso sarebbe stato davvero molto meglio del grazioso viso minuto di Marianne. Hai allargato gli occhi mentre ti afferra la mano che ti era caduta istintivamente al fianco. Una catena. Questo poteva sembrare in questo momento mentre non accenna a spostarla. Una sorta di promemoria del passato - o del futuro? - che ti era impresso addosso. Sentivi un mucchio di farfalle volare nelle tue orecchie e facevano un sacco di rumore, no aspetta, erano persone. Tante persone, una folla di persone. Tutte che guardavano dalla vostra parte, entrambe. Tu e Marianne. Parole soffocate su qualcosa come ‘essersi affezionata?'. No no no no. NO.
❝ Buona Serata Lady (nome), state bene? Perché siete qui tutta sola? ❞ ❝ Non sono-❞ Ti sei voltata ed effettivamente eri sola, chissà da quanto tempo. ❝ Sembrate pallida va tutto bene?❞ Hai posato di nuovo il tuo sguardo su Marianne che ora sorrideva ❝ Se volete posso tenervi io compagnia!❞ Non era una domanda, per quanto potesse suonare come tale. C’è voluto qualche minuto prima che tu potessi mettere insieme qualcosa di sensato e anche solo vagamente formale, distante ed educato.❝ Sarebbe per me un onore ricevere la compagnia di vostra altezza, ma non vorrei annoiarvi o ancora peggio sforzarvi. Ho sentito che vi siete appena rimessa.❞ Marianna teneva ancora stretta la tua mano - che non dava segni di voler lasciare - mentre pensava attentamente a quello che avevi detto. Non potevi scappare, non che lei volesse che tu scappassi era palese da come teneva la catena sua mano sulla tua. Ti sentivi come in quei giorni  in prigione, aspettando inesorabile il giudizio che precede una fine lugubre. Il fiato veniva a mancare quasi come se il tuo corpo avesse deciso che era meglio morire, che finire nelle loro mani. Se non fossi così intenzionata a sopravvivere gli avresti dato anche ragione.
La principessa pensò per un attimo a cosa dire, mentre giocava incurante con le dita della tua mano più grande, rispetto alla sua. Dava la strana impressione che volesse rivelare qualcosa che teneva segreto e che solo tu avessi dovuto sapere. Un piano forse. Ma dubitavi sarebbe successo in mezzo a tutta questa folla di gente. ❝  In realtà io stavo cercando proprio te…❞ Hai sentito il cuore affondare, la consapevolezza di non averlo predetto ti ha colpito in pieno.  ❝ma sembra quasi ti stessi nascondendo.❞ Un brillante sorriso sostituì l’espressione di dubbio. Ti sei d’attratto accorta che ti aveva chiamata per nome nome prima. Eppure non vi eravate incontrate prima. Anche se era stata lei a presentarti a Rakial nella tua vita precedente, sarebbe comunque dovuto accadere tra un anno e mezzo rispetto ad adesso. Ma hai liquidato tutto in un certo senso, attutendo la tua paranoia con l’intuizione che c’era sempre stato un piano più complesso dietro. Nella scorsa vita ti aveva fatta entrare in campo nel momento più opportuno per lei.
❝ Ma immagino sia solo perché eravate con quelle signorine.❞ Disse e si sporse per guardare le nobildonne con cui eri prima. Stanno ancora chiacchierando ancora animatamente dall’altra parte della sala. Non sembra si siano accorte della tua mancanza. Ti sei maledetta per non essere stata abbastanza attenta da stare al loro passo, di esserti distratta, e di aver sottovalutato questa bambina demoniaca. ❝ Marianne dove sei finita??? ❞ Riconosci la voce bassa e fredda, anche se non molto controllata. Hai cercato di allontanarti ma la mano di Marianne te lo ha impedito. Non capivi come questa bambina ancora parzialmente in convalescenza potesse essere così forte. O sei tu ad essere diventata più debole tutto in un momento. ❝ Sono qui fratello. ❞ Rakial appare con la sua espressione preoccupata. Se non fossi così contraria alla loro presenza o non li trovassi colpevoli della tua fine, come quella di Alissa, avresti potuto dire che erano carini. Ma tu eri ancora ovviamente contraria a loro. 
Rakial si fermò per vedere come Marianne stava sorridendo e un respiro lasciò le sue labbra. ❝ Sono spiacente lady…  ❞ ❝ (nome)! ❞ Non sei stata tu a completare la frase, e anche se avessi voluto non ne hai avuto il tempo, Marianne ti ha preceduto. ❝ Si certo. Sono spiacente Lady (nome), per aver attirato tanta attenzione così ingiustamente su di voi.❞ Non  era la prima volta che lo faceva, solo che nessuno lo poteva ricordare apparte te e tu non eri disposta realmente a perdonarlo. Soprattutto quando sembrava il vero intento Marianne metterti al centro di qualsiasi attenzione indesiderata, a maggior ragione quando quella sembrava un modo per affiliarti a loro. Tutti in quel momento avrebbero potuto fraintendere, e l’unica cosa che ti sarebbe rimasta da fare sarebbe continuare a fingere che ti stesse bene stare con loro. 
Dovevi evitarlo!
Attualmente il modo migliore era liquidare la conversazione nel modo più distaccato possibile, come se la loro presenza non fosse quella di due reali. ❝ Non c’è bisogno delle vostre scuse nei confronti di una umile ragazza. Sono io a dovermi scusare per aver rubato il tempo vostro, e della principessa.❞ Una punta di delusione si accese negli occhi di Marianne e forse non sembrava aspettarsi quel genere di risposta. Non avevi avuto incontri del genere con loro nelle tue vite passate, erano solo piombati all’improvviso nella tua tranquillità un giorno come tanti, senza che tu potessi prevederlo. Ma nemmeno visto sotto questo punto di vista e con le conoscenze che avevi adesso, avresti risposto come oggi a quel tempo, troppo ignara.
❝ Fratello penso che dovremmo invitare Lady (nome) a bere qualcosa con noi, infondo l’ho disturbata io. ❞ Non aveva lasciato la tua mano nemmeno quando aveva preso quella del fratello nella sua. Recitando un ultimo disperato tentativo di tenerti lì abbastanza tempo da far comprendere la tua importanza. Rakial ha guardato intensamente come la piccola mano di Marianne si aggrappava alla tua e come tu, in realtà, ti comportassi come se non lo stesse facendo. C’era qualcosa di famigliare, ma lo ha lasciato andare subito dopo, tanto che non sei riuscita a percepirlo nemmeno. ❝ Non ne vedo la necessità, vostre alte-❞ ❝ Sono io ad insistere questa volta. State molto a cuore a mia sorella quindi non vedo perché non concedere il beneficio del dubbio.❞ Ti sei sentita un giocattolo nelle mani di inquieti giocattolai… Ma forse se avessi resistito il tempo di un drink ora non avresti dovuto più rivederli in futuro. Ti sei annotata mentalmente di chiedere ad Uriel di darti qualcosa per simulare sintomi di un’influenza. Debole e malata non saresti stata più inclusa nel cerchie di quei due.❝ Anche se temo che una festa non sia il luogo ideale. Posso offrirle un the la settimana prossima. Marianne li adora.❞ Tu no invece, tu avevi iniziato ad odiarli proprio perché piacevano a quei due. Marianne annui fragorosamente, dimenticandosi per qualche istante che tu avevi cercato di allontanarti emotivamente da entrambi solo un attimo fa. ❝ Si si~ Mi piace molto come idea! ❞ ❝ Allora così sia.❞ Non hai avuto voce in capitolo per fermare tutto ciò. La tua mente si è maledetta per l'ennesima volta per la tua distrazione e semplicemente hai pensato a un altro piano. Dovevi solo far fallire il the party giusto?
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Il tuo piano era fallito ancora prima che potesse iniziare davvero. 
Non è passata neppure una festa a corte prima che tu fossi tirata nei piani di Marianne e nelle lotte di potere di Rakial. Eppure quello che avevi desiderato era semplice: fuggire. Ma forse non sarebbe stato possibile per te, in questa vita come in quella precedente. Non ti è stato possibile rinunciare ad incontrarli a quel thé che la principessa aveva organizzato. Marianne, Rakial e tu. Speravi che se ne sarebbero dimenticati, poteva capitare e tu di certo non ne avresti fatto una tragedia né ti saresti premurata di ricordarglielo. Ma l’invito ufficiale è infine arrivato e quindi non ti è stato possibile dimenticarlo o ignorarlo. Pensavi che il tuo tono scortese e irragionevole avrebbe fatto desistere la curiosità di Marianne nei tuoi confronti o semplicemente eliminare le tue possibilità come consorte o imperatrice a corte. Ma neppure quello era servito, le parole e spiegazioni di Marianne avevano dato un diverso significato alle tue azioni, comportamenti e parole. Niente è stato compreso come lo hai pensato e Rakial ha espresso solo il desiderio di avere un nuovo incontro, questa volta privato con te. Persone mature vi aveva definite. Se essere matura implica più incontri con lui avresti rinunciato ad esserlo. Ma poi  sono arrivati sempre più inviti e lo stupore degli abitanti del ducato svanì come era arrivato, lasciando solo spazio a Felicità. Eri riuscita ad attirare la benevolenza della famiglia Imperiale portando prestigio di conseguenza anche al Marchesato, e poi alla vicina Vandrova. La maggior parte erano eventi  a cui tu non eri invitata - o interessata -, incontri con altri membri della famiglia imperiale, dove questi ultimi sembravano apprezzare la tua presenza, una semplice giornata in privato con il principe o occasionalmente Marianne. 
Poi un giorno, non particolarmente grigio  e non particolarmente allegro, ti aveva chiesto di parlare. Solo tu, lui e L’imperatore. Un odore di delusione si era mescolato alla disperazione e alla rassegnazione che non avevi possibilità di fuggire da questo. ❝ Vieni cara, accomodati.  ❞ Il salotto era accomodante ma non accogliente come avresti pensato, e il tono di voce dell’imperatore aveva più o meno lo stesso effetto solo molto peggio. Non c’erano posti in cui tu potevi  sederti per stare lontana da Rakial e la disposizione accurata del servizio da the suggeriva che saresti stata vicino a lui. Ti sei seduta con un leggero malumore che nascondi per quello che riesci. Rakial prende un sorso di the con quell’espressione di chi finalmente riesce ad avere il controllo di qualcosa. Come se per la prima volta dopo una vita intera, qualcosa andasse per il verso giusto. Come era stato deciso e programmato.
❝ Non è molto tempo che frequenti il palazzo, vero? ❞ Hai spostato lo sguardo sull’uomo quando ha iniziato a parlare e ti sei trovata a concordare con la sua affermazione, anche se tu non l'avevi mai desiderato. E non sei stata neanche desiderosa di ampliare la cosa anche nella tua vita precedente ❝ Esatto vostra Maestà. ❞ Lui rise alla tue parole distanti e formali. ❝ Penso che dopo oggi tu possa far cadere le formalità, (nome) cara…❞  Lo avevi previsto arrivare, non eri una persona così ignara dopo tutto, ma ti ha spiazzata ugualmente. ❝… Vorrei un fidanzamento immediato da te e Rakial. ❞ Hai stretto i tessuti della gonna morbida che scivola ancora delicatamente lungo le tue gambe. Smetti solo quando la mano del principe si è posata sulla tua per frenare un qualsiasi attacco che avresti avuto successivamente. 
❝ Ma so anche delle tradizioni di Vandrova, quindi ho chiesto già in precedenza la vostra mano a vostro padre.❞ Non eri una che seguiva le tradizioni ma questo non ti ha impedito di farglielo credere, ovviamente. Il periodo di corteggiamento a Vandrova era qualcosa di serio e iniziava l’interesse dall’uomo fino alla richiesta della mano della futura sposa, questo processo durava circa qualche mese se non anni in molti casi e avvolte la sposa poteva esserne inconsapevole. Decisamente non lo hai visto arrivare, ma come potevi aspettarti che volessero procedere alla maniera di Vandrova.  Infondo calcolando il tempo che avevi passato dal tuo vero primo incontro in questa vita con Rakial non erano passati molti mesi. Quindi era qualcosa già programmato. Il vostro incontro a quel ballo era programmato, e avresti giurato che anche nel tua vita passata fosse programmato.❝ Non capisco, vostra Maestà. Cosa ci avete visto in me. Infondo avrebbe più vantaggi per il paese a sposare una principessa di Vandrova e non una comune nobildonna.  ❞ L’imperatore non si fermò e prese un sorso della bevanda ambrata che gli era stata servita. ❝ Non è qualcosa che ti deve preoccupare. Abbiamo già preso accordi con Vandrova.❞
Giusto. 
Il fatto che tu avessi cambiato vita non voleva per forza dire che loro sarebbero cambiati. Come allora, nemmeno adesso ti avrebbero detto quale era l’intento reale. ❝In ogni caso, sarà organizzata una cerimonia per annunciare ufficialmente il fidanzamento… ❞ Hai smesso di ascoltare persa nei tuoi pensieri. Hai annuito forse occasionalmente. Hai rimescolato i pensieri varie volte negli ultimi mesi. Niente che tu avevi progettato sembrava funzionare. Una sensazione di insensibilità ti percosse le braccia, e poi tutto il resto del corpo. Ogni speranza stava lentamente svanendo. Non eri riuscita a cambiare niente, eri esattamente allo stesso punto della prima volta, solo prima del previsto e con la consapevolezza di quello che sarebbe successo.Niente di quello che suggeriva Uriel, e niente di quello che proponevi ad Uriel sembrava funzionare. Tutto  questo sembrava solo sempre più prevedibile a Marianne e al resto della sua famiglia  che sventava tutto e ti gettava sempre più verso Rakial, che a sua volta sembra infatuato dalla tua sola presenza. Sarebbe stato troppo chiedere all’unica persona che era davvero tua amica di far qualcosa contro di Loro, in fondo era al loro servizio. Davvero non c ‘era nulla che tu potessi fare per fuggire…
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❝ Rimani qui vado a prenderne un altro. ❞ Rakial ti ha passato il suo  calice di vino chiaro, leggermente rosato, forse qualcosa di più tendente al lilla. Un misto di frizzante con profumo di fiori, che sapevi non essere  normale.  Non era di certo qualcosa che poteva piacere a qualcuno come Rakial. No. Eri certa che non gli piacesse, lo aveva fatto intuire chiaramente in passato e nella tua scorsa vita. Non era decisamente normale, questo era più simile all’odore di un veleno così familiare che potevi quasi esserne compiaciuta. Hai visto una certa ironia, il veleno che avevi usato anticamente per cercare di ucciderlo era dentro il suo bicchiere che ora era nelle tue mani.
Aconito.
Non ricordavi che avessero mai attentato alla sua vita in questo modo, o lo avevano nascosto bene o semplicemente non era mai accaduto in origine. Ma non fa alcuna differenza domandarselo, solo tu possedevi ricordi della vita passata quindi anche se lo avessi chiesto nessuno ti avrebbe dato credito al tuo farneticare. Forse saresti solo considerata pazza o delirante, o ancora avrebbe attribuito la colpa allo stress per l’organizzazione del fidanzamento. Hai fatto girare il liquido all’interno del bicchiere con mosse casuali pensando a cosa farne. Era fuori discussione che lo avvertissi, saresti stata classificata nel problema, e di certo non saresti riuscita a scambiarlo senza che sospettasse qualcosa o che sospettasse di te in generale . Potevi rovesciarlo, ma era pericoloso anche per contatto. Quindi la cosa meno naturale ma la più plausibile per te era ingerirlo, ed è quello che hai fatto. Tutt’uno fiato, prima dell’arrivo di Rakial e Marianne. 
Secondo quello che potevi ricordare da quello che ti aveva detto Uriel, aveva un’azione abbastanza veloce, circa 30 minuti. Il che dava tutto il tempo a Uriel, sempre al fianco di Marianne, di evitare di intervenire per salvarti se mai l'avesse scoperto. Era il vostro patto, non vi sareste  messo i bastoni tra le ruote e vi sareste aiutate fino in fondo. Avrebbe creato uno scandalo? Ovviamente. Ne saresti uscita viva? Speravi di no. Ti sei ricomposta quando sono arrivati, ed hai solo finto che stessi guardando l'esibizione della violinista sul piccolo palco a margine della sala da ballo. Offri un sorriso di cortesia mentre Rakial ti parla ❝ Se avevi cosi sete potevi dirmelo ti avrei portato un altro bicchiere.❞ Quale comune figlia di un Marchese chiederebbe mai ad un principe di portarle da bere. Ma lui forse ti aveva semplicemente messa sul suo stesso piano da quando si era iniziato a parlare di un certo fidanzamento. 
❝ Non ce ne è bisogno.❞ Hai risposto il più educatamente e distantemente possibile. Probabilmente se avessi ingerito altri liquidi avresti rallentato il processo del veleno. Il tuo sguardo si posa brevemente su quello di Uriel che ti stava guardando come chi stava cercando qualcosa e un’espressione di consapevolezza lo colpì. ❝ Lady (nome) siete sicura di stare bene?❞ Uriel aveva iniziato a chiamarti con una tale distanza da quando hai iniziato a far parte delle cerchie di Marianne. Raramente siete riuscita a rimanere da sole quindi la normalità è diventato questa. La domanda del mago era sospetta, e forse era un campanello di allarme per i due reali. Erano passati più o meno 25 minuti da quando avevi ingerito il veleno, e sentivi già una certa fatica e difficoltà nel respirare, ma ti sembra di starlo nascondendo discretamente. Forse anche il tuo incarnato non aveva un bell'aspetto, dato che Rakial è impallidito quando passò da guardare il mago a te con un sguardo di terrore. ❝ Tutto bene, devo essere solo stan-❞ ❝ (Nome) parla.❞ Hai guardato il principe, come a dargli la colpa. Il tuo sguardo gli stava dando la colpa e lui forse stava arrivando alla soluzione senza che tu parlassi per forza. Ti sei sentita in colpa di avergli dato la soluzione. Non la meritava. Doveva sprofondare nella disperazione come avevi fatto tu.
❝ Ce ne andiamo. Abbiamo bisogno di un medico. ❞ Forse era comune per la famiglia imperiale rischiare la vita in questo modo, e da quello che potevi ricordare potevi confermarlo. Ed ora che hanno sventato per miracolo ‘ l’attentato’ nei confronti di Marianne tutto il protocollo per questo genere di attentati era decisamente più tempestivo. Ti sei allontanata e sentivi le tue gambe tremare, come se non riuscissi più a reggere il tuo stesso peso. Metti le mani avanti per allontanarlo, tutto gli avresti concesso ma toccarti era fuori discussione. Il solo pensiero ti aveva causato del ribrezzo. ❝ Vostra altezza ve l’ho già detto, sto bene. E’ solo stanchezza.❞ Hai fatto un passo indietro quando Rakial ne ha fatti due in avanti, questo è quello che le tue gambe ti hanno concesso nonostante il peso che sembravano portare di colpo. Nessuno nella sala sembrava accorgersi di quell’avvenimento e ti stava bene così. ❝ Non stai bene, devo portarti via. ❞ Lui non doveva fare proprio niente, non aveva nessun obbligo verso di te. Tu eri solo una sorta di dovere politico e non volevi essere trattata come se fossi una fidanzata o un’amante. ❝ (nome) ti prego ascolta il fratello.❞ Questa volta è stata Marianne ad intervenire, con quell’aria preoccupata, o era finta? Ogni sua espressione ti sembra finta o calcolata, quindi immaginavi non facesse eccezione nemmeno questa volta. Nemmeno quando tu eri in difficoltà, e non volevi il loro aiuto. 
Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi Non lo volevi.
Ti senti delirante mentre la tua mente inizia a sfarfallare in mille tonalità diverse dalla realtà che sapevi di conoscere e ricordare, hai percepito  un brivido percorrere la tua spina dorsale. Tisei ripetuta che fosse normale, d’altronde avevi ingerito del veleno.❝ Vi ho già detto che sto bene! ❞ E’ arrivato il secondo principe che forse sembrava aver compreso che qualcosa non andava. Hai fatto un’altro passo indietro mentre Marianne spiega spaventata la situazione al secondo principe. Il passo successivo, più faticoso del precedente, è stato il tuo ultimo. Sei caduta a terra tremante, permettendo al principe di avvicinarsi senza difficoltà, o almeno quasi. ❝ FERMO DOVE SEI, NON TI AVVICINARE!!!❞Hai urlato disperata attirando inevitabilmente gli sguardi della sala, che piombò nel più gelido dei silenzi. Rakial si era avvicinato quasi del tutto, solo qualche metro lo teneva distante e incapace di aiutarti. Il suo sguardo mutò dalla preoccupazione alla fredda sorpresa. Hai tossito portando la mano alla bocca. Una sostanza viscosa ha bagnato la stessa mano e hai compreso il perché dello sguardo di Rakial. Hai sentito la tua mente scivolare e vibrare verso qualcosa di insensibile. Il bicchiere in vetro che tenevi in mano ti è scivolato dalla mano che ora era diventata altrettanto insensibile. Stavi lentamente cadendo nell’oscurità, riservi uno sguardo al principe che stava parlando. Non riuscivi a sentire quello che voleva dire, era tutto ovattato al punto che niente era udibile. Hai visto più persone intorno a te che volevano aiutarti. Non sei  riuscita a riconoscerli. 
Hai maledetto a bassa voce lo stordimento e il fischio in fondo alla tua testa man mano sempre più forte, fino a sparire nella tua mente. In realtà tutto è svanito in quella placida e confortevole oscurità oscurità.
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Hai canticchiato al mago che entra nella tua stanza, o maga, non ti era chiaro, ma non aveva ugualmente importanza. Il tuo aspetto non era uno  dei migliori e i tuoi vestiti non erano tirati a lucido come i capelli e il trucco. Eppure a nessuno dei due poteva davvero importare. Ti sei unicamente permessa di essere felice di un viso amico. ❝ Oi (nome), hai finito di saltare le lezioni?? ❞ Non era il modo di riferirsi alla figlia di un Marchese ma a te non fa molta differenza. Non eravate mai stati nobile e mago, solo semplici amici. Getti la testa all'indietro e posi il tuo indice lungo e fino sotto il labbro inferiore. ❝  Non ero semplicemente interessata a quello che aveva da dire quella vecchiaccia❞ Una risata esce soave dalle labbra del mago e semplicemente ti porge un libro. 
I caratteri del titolo sono illeggibili a causa dell’usura. Il cuoio era nero e complicati intrecci dorati percorrono il dorso usurato . Forse anche il titolo una volta aveva lo stesso colore scintillante. Le pagine ingiallite erano costellate di segnalibri. Alcuni con colori vibranti, altri più polverosi, altri ancora erano dipinti di fiori esotici altri invece di erbe che non potevi riconoscere.❝ Cosa dovrei farci? ❞ ❝ Apri dove c’è quello nero.❞ Tra i vari colori c’è un solo segnalibro nero, l’unico in realtà, ma risaltava poco con il cuoio scuro della copertina. Hai preso lo spunto per aprirlo e vedere un misto di parole stampate con inchiostro - per lo più date - scritte quasi del tutto illeggibili e sbavate, e infine diverse immagini della stessa pianta, in fasi diversi della sua crescita e in diversi utilizzi. ❝ Aconito?❞ ❝ Già❞ Hai riflettuto attentamente dopo aver letto il titolo. Ti sei soffermata su ogni lettera per essere certa di aver letto bene. Hai cercato attentamente a cosa volesse dirti mostrandoti quelle pagine ❝ E cosa dovrei farci?❞ Forse lo stava aspettando, infatti i suoi occhi brillarono alla domanda. Con quell’eleganza che tanto lo caratterizzava spostó il libro in mezzo, indicando un disegno. Era fatto con inchiostro e quello che sembrava gesso colorato. Il fiore raffigurato era al massimo della sua fioritura e bellezza - come scritto brevemente nella descrizione. ❝ Beh, vedi cara futura marchesa, - cita sempre il tuo futuro titolo ogni volta che aveva qualcosa di grandioso da dire -  l’aconito è una pianta estremamente tossica per un essere umano, eppure estremamente comune qui a Edenverre… ❞ Non capivi ancora cosa voleva dirti, ti stava mostrando così casualmente una qualsiasi pianta nociva per lei, come per il mago e pretendeva che lei capisse. ❝ Uriel non mi piace quando generalizzi in questo modo. Parla chiaramente.❞ Il ragazzo rise e sposto il dito su una riga specifica del libro. Non aveva molto di straordinario, non era evidenziata da qualche segno e non aveva appunti ai margini che le spiegasse qualcosa che la facesse sembrare importante e difficile.
❝ L’aconito ha tossine che agiscono sul sistema nervosa, tuttavia è estremamente lento nell'agire e facile da riconoscere gli effetti… ❞ Iniziò a leggere le righe che aveva indicato, e il fatto che la stesse tirando per le lunghe ti stava innervosendo. ❝ …Ma se lavorata in un preciso modo, può diventare un veleno letale, senza molti sintomi visibili e difficile da rintracciare. ❞ Terminato di leggere, ha estratto una ampolla trasparente da una delle tasche della sua veste da mago. Sull'etichetta era scritto aconito con diversi disegni sbavati. Il vetro dell’ampolla era opaco ma si poteva ancora distinguere il colore lilla del liquido. Il tappo il sughero era sigillato a dovere con sostegni di cordicelle e quella che sembrava resina.❝ E il fato vuole che io sia riuscita a distillare quella pianta fino a renderla un veleno ancora più letale. Non è stato affatto semplice, sai? E solo tu lo sai! Ritieniti fortunata per questo, non tutti avrebbero questa fortuna.❞ Hai alzato un sopracciglio perplessa, non per le sue manie di protagonismo o per il suo ego smisurato, ma semplicemente per quello che ti ha presentata.❝ E con questo? Mi stai per caso dicendo che vuoi uccidermi? o che vorresti morire così un giorno? Non sei molto furbo se questo è il tuo scopo!❞ Un sorriso sghembo si aprì sulle tue labbra, alla sfacciata affermazione. Solo successivamente scoppiata a ridere insieme al ragazzo, dopo che lui ti aveva rimproverato per la tua scarsa fiducia in lui.
Il suo caschetto di capelli ruggine andò a coprirgli parzialmente il viso per le risate. Neanche il fermaglio posizionato su uno lati, era servito per impedire che succedesse e i suoi occhi corvini lacrimavano per lo sforzo, mentre la sua pelle olivastra assume tonalità rossastre. ❝  Davvero niente del genere. Ho solo pensato che se volessi uccidere qualcuno… potresti utilizzare questo così io saprei che sei stata tu e ti aiuterei a farla franca. E lo stesso se dovesse succedere a me.❞ Ti consegnò l’ampolla legata ad una cordina in metallo. Era una specie di ammonimento questa frase, come a prenderti in giro per la tua audacia sfiducia in lui, eppure tu lo avevi preso sul serio. Poi anche Uriel ha inizia a pensarla come una cosa seria. ❝ E va bene. Ma non pentirtene se dovessi uccidere il principe in persona.❞ ❝ Anche in quel caso ti proteggerei….
a proposito!❞ Ti sei allarmata quando si è alzato di scatto, serrando il libro e spingendolo sulle tue gambe. Inchioda i pugni ai fianchi per mettere in evidenza la nuova veste da mago, fluida e scura, decorata con dettagli preziosi e luminosi. ❝ Allora che ne pensi? Sono stato promesso a mago personale della Principessa Marianne.❞ Ricordavi quel nome, era una qualche figlia dell’imperatore che era stata trovata di recente e introdotta al castello imperiale. Per quanto ne sapevi aveva appena 8 anni, e aveva insoliti occhi dorati e capelli candidi, ma non sei davvero tipo da semplice gossip di corte. Avresti a mala pena ricordato i nomi dei principi e delle principesse, figuriamoci una comparsa dal nulla da qualche breve periodo.
Ogni membro della famiglia imperiale aveva diversi maghi che lavoravano sotto i loro stretti ordini. Ognuno un numero diverso al loro comando, dipendeva per lo più dall'importanza e la vicinanza al trono. Il principe ereditario -il più anziano tra i figli dell’imperatore- era quello che ne possedeva di più, anche se non si sentiva molto parlare di questo. Lo sapevi solo grazie alle chiacchiere della nobiltà più alta che incontravano i tuoi genitori e da questi ultimi.
❝ Sono stato proposto dal mio insegnante e sono stato preso. Sono il primo. ❞ Sembrava così orgoglioso che era quasi un peccato mandarlo giù dalla sua nuvola di fantasia. Hai riso quasi intenerita.❝ Primo e unico, è troppo indietro della linea successione per avere importanza per Imperatore. ❞ ❝ Almeno che non diventi una Santa, allora avrebbe un numero pari a quello del Principe Rakial❞ 
Ti sei voltata brevemente a guardarlo  e molte parole non dette potevano essere udite. Ha accennato per un motivo concreto questa volta. Non è una di quelle cose che ti viene da supporre tutti i giorni. Non tutti i giorni una principessa diventa una Santa e dubitavi fosse mai accaduto. ❝ Ha una fede solida, e inoltre… l’ho vista compiere dei gesti pari ad un miracolo.❞ Sei rimasta in silenzio guardando il ragazzo ❝ In più è stato provato che non è una maga. ❞ Poi hai guardato il libro. ❝ … Penso anche su una santa possa funzionare questo veleno no?❞ Hai riso e Uriel rimase basito sul tuo cambio precoce di argomento. Un rimprovero ti arrivò dal mago che proteggeva la principessa che avrebbe servito. Era il suo compito come suo mago farlo, eppure non era qualcosa di serio. 
Non avete più parlato di quello e hai nascosto l’ampolla di veleno, eri incurante che davvero ti avrebbe dato almeno un pò di soddisfazione nella tua vendetta.
-
Ti sei svegliata con la testa che pulsa, e con la malinconia e il tradimento di un vecchio ricordo. Apparteneva alla tua vita precedente. Ne eri più che certa di questo, nonostante l’intrecciarsi di queste vite che ti ha portato confusione e uno strano rimescolamento di ricordi, tuttavia potevi ancora ricordare che non eri mai tornata  così indietro con la tua età questa volta. Hai lavorato duramente per cercare di trovare una posizione più comoda per i tuoi arti pensanti e doloranti solo per trovare difficile anche solo il pensiero di dover compiere un tale sforzo. Come se una decina di macigni  fossero stati posizionati su ogni parte del corpo per rallentare i tuoi movimenti. Estremamente doloroso. Anche il semplice aprire gli occhi era faticoso, ma hai ugualmente portato a termine l’azione. Il pensiero del veleno che avevi ingerito è ritornato come una maledizione e la sensazione dolce del liquido con il frizzante del vino persiste ancora in bocca, forse senti anche il sangue. Un secondo ti sei chiesta cosa fosse successo dopo essere svenuta. Come avessero fatto a salvarti, in che condizioni eri durante tutta la tua incoscienza. Rakial ha pianto per te o semplicemente ha ignorato il tuo malessere una volta che il pubblico si era dissipato? Non eri certa lo avresti ami scoperto veramente, ma ha comunque una sottile e indifferente importanza.
La stanza in cui eri, era buia, ma ancora si può intravedere dei raggi penetrare da qualche buco tra le tende spesse che coprivano le finestre. Non sei riuscita a riconoscere la stanza in sé, ma l’arredamento  costoso e antico dalle tonalità del blu reale e del bianco perlaceo ti hanno suggerito che era l’ala del castello riservata al principe ereditario. Negli ultimi anni della tua vita, prima di venire considerata colpevole, avevi soggiornato in questa ala  del castello. E per quanto puoi non avere una buona memoria quello stile era inconfondibile. Per qualche ragione ti sei sentita ancora più vulnerabile e ingabbiata. ❝ Ti sei svegliata finalmente!❞ Ha parlato qualcuno e hai semplicemente spostato lo sguardo sulla figura alla tua destra, senza la possibilità di completare qualsiasi altro movimento. Rakial, in uno stato disastroso e disordinata,  sedeva su di una sedia vicino al letto in cui eri adagiata. Il suo abbigliamento era lo stesso della festa solo mancava la giacca elegante e le medaglie ornamentali. ❝ Hai la minima idea di quanto mi hai fatto preoccupare. Io e Marianne!  ❞ Era sempre lei, lei e Rakiel, che riguardava, mai te direttamente ma ormai ci eri abituata ❝ Per fortuna quel mago è riuscito ad aiutarti…❞ Si mise le mani sui capelli in modo frustrato.
Era palese che si trattasse di Uriel. Da sempre era interessato ad argomenti macabri e atipici, ma forse era per quello che era riuscito ad essere riuscito ad essere riconosciuto come un grande mago. I suoi interessi e curiosità lo hanno portato a scoperte e progressi mai avvenuti prima. Questo in passato ha solo favorito la fama e il prestigio di Marianne. Già… Uriel era proprio una persona bella e straordinaria, e per quanto i fini di Marianne fossero macabri lui aveva mantenuto una certa integrità e fascino , ma non aveva comunque mantenuto la sua promessa. Ma la cosa ti era solo adesso. Ti sentivi tradita, tradita dall’unica persona di cui ti fidavi e che credevi non ti avrebbe mai consegnato alla famiglia imperiale. Ma forse il giuramento alla corona valeva più della vostra  lunga amicizia… 
…Poi hai realizzato. Una freccia che ti ha trapassato il cuore e l’orgoglio… È stato Uriel a mettere il  veleno nel bicchiere di Rakiel ma in realtà era sempre stato  destinato a te. È stato Uriel a salvarti per conto del principe, lasciando una buona impressione del vostro rapporto da fidanzati. Uriel aveva deciso che tu meritassi di stare in questa famiglia. Uriel ti aveva condannata a un ciclo infinito di dolore. Lui ti aveva indotto a ripetere questo destino. Non hai pianto, per quanto ne sentissi il bisogno, era qualcosa che ti è difficile fare e che non ti eri ancora abbassata fare. Il tuo più grande amico aveva deciso il tuo futuro al tuo posto, e non mettevi in dubbio che ci fosse Marianne dietro a tutto questo. ❝ Marianne era così preoccupata per te. Era qui fino a qualche minuto fa… ti vede già come una sorella. ❞
❝ Credi davvero che io sia così stupida da non averlo capito?❞
Ti sei coperta gli occhi con il braccio. Eri stanca fisicamente e mentalmente, e il veleno che dovevi ancora smaltire insieme alla sola presenza del principe aveva reso il tuo mal di testa solo più doloroso. ❝ Pensi che non sappia che siete stati voi a pianificare tutto questo? Forse non sei coinvolto direttamente, ma questo non ti tira fuori da tutto il resto.❞ Una risata amara arrivò al principe seduto ora sul bordo del letto a baldacchino, troppo vicino a te. Hai perso l’istante in cui si era spostato ma sospettavi fosse mentre evidenziava la preoccupazione di Marianne. Potevi soffocare se potessi, ma non ti lascerebbe morire in ogni caso. ❝ Voi di Edenverre siete tutti uguali…❞ Hai sempre preferito dimenticare che anche tu avevi sangue di Edenverre, per il bene tuo e della tua vendetta. ❝ Non so di cosa stai parlando (nome). Penso che l’effetto del veleno non sia ancora scomparso e che tu stia solo delirando. Chiamerò qualcuno per risolvere la cosa.❞ Hai riso un’altra volta, solo più forte. Rakial si è fermato sui suoi passi, quando aveva utilizzato la sua scusa per allontanarsi. ❝ Sai… tutto questo non sarebbe dovuto succedere… o almeno non adesso e non a me...❞ Quando il Principe si voltò per verificare il tuo stato effettivo, ti trovò seduta, le gambe al petto e la testa gettata all’indietro con lo sguardo rivolto al soffitto. Come in attesa di qualcosa, forse stai ancora cercando il modo migliore per dirlo, esiste davvero un modo giusto? 
Un lungo respiro lascia le tue labbra. Il dolore poteva sembra evaporare per qualche secondo, e poi ritornare quando ti sei fermata in quella nuova posizione. Ti sei dimenticata delle giunture e dei tendini rigidi e doloranti, del sangue che faceva fatica a circolare e del tuo respiro lento e affannato. Solo per un istante sentivi di avere un certo controllo. Sentivi di poterlo far sprofondare nella disperazione ma solo per un attimo. Quello racchiuso nella preoccupazione dei tuoi movimenti affrettati e improvvisi.❝ Allora io ti volevo morto… anzi ti voglio ancora morto…❞ continuavi  parlando senza davvero pensarlo ma a questo punto solo la verità ti avrebbe libera… speravi che ti odiasse e ti classificate come criminale oppure mettesse in esilio all’impero. ❝ Eri in fin di vita dopo che che ti avevo avvelenato con il medesimo veleno che ora circola nel mio corpo… ironico non trovate, vostra altezza… ❞ Le tue parole erano anch'esse piene di veleno e lo sguardo della persona che ora odiavi infinitamente di più, era su di te. Un insieme di timore e confusione. Una amara vendetta. 
Ecco forse il poter essere libera non ti bastava più o semplicemente perché sapevi di non poterlo avere. Ti sei rassegnata alla cruda realtà. Tu non saresti mai fuggita da lui. Da lui e da Marianne. Ora come ora la vendetta suonava in un modo decisamente più melodioso e possedeva un sapore più dolce e freddo di quanto potessi ricordare. Li avresti portati all’inferno con te. ❝ Aconito… Normalmente non sarebbe stato così difficile da individuare, ma distillato nel modo giusto può silenzioso e imprevedibile e molto più letale…❞ Tu eri viva per miracolo. Solo perché era stato Uriel a crearlo ed eri certa avrebbe creato anche un antidoto o un modo per fermare il veleno. Hai preso fiato, è difficile parlare in una linea scorrevole quando i tuoi polmoni non erano in grado di reggere anche solo una normale respirazione.. ❝ … Era il nostro codice. Lo avevamo deciso una volta. Non saremmo dovute intervenire l’una con l’altra, solo aiutarci a portarlo a termine.❞ Ti sei fermata e il sorriso insieme alla risata scomparvero con la stessa velocità con cui erano apparsi. Gli occhi sono freddi e indecifrabili, nessuno avrebbe mai potuto dire cosa stessi pianificando. Niente era leggibile nel tuo comportamento.
A questo punto Rakial doveva aver capito che si trattava del mago di Marienne. Gli aveva raccontato tutto, come gli era stato ordinato da Marianne, di questa promessa e che non sarebbe dovuto intervenire e nemmeno lei. Uriel aveva messo il veleno sotto ordine di Marianne e (Nome) lo aveva ingerito di sua volontà. Tuttavia Uriel aveva infranto questa strana promessa infantile e aveva seguito l’ordine datogli di salvarti. Ti sei voltata di scatto a guardarlo. La profondità del tuo sguardo lo colpì ancora di più. Infatuato e perso per la donna che lo voleva morto. Se ne avesse la possibilità e i mezzi lo avrebbe ucciso all’istante e ancora poteva trovarlo piacevole e intrigante. La sua fidanzata lo voleva morto, ironico e stupendo. Non era spaventato, solo sorpreso e affascinato. Ne voleva di più, non importa come. Non voleva distruggerla, sarebbe finito tutto così in fretta. La voleva per sé da amare e ammirare.  
❝ Se volete tenermi al vostro fianco bene! Ma sappiate che finché avrò vita in questo corpo, non diventerete Imperato e non avrete vita facile.❞
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useless-rambling · 5 months
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che poi, pur accantonando i simuel, se il pubblico target non fosse stato quel che è manuel avrebbe comunque dovuto avere (anche) un love interest maschile
(la confusione nel non capire cosa prova per il proprio migliore amico; avere le prime esperienze con lo stesso sesso con detto migliore amico, ma realizzare di non provare niente di più profondo della pura attrazione fisica; cercare, quindi, di risanare il rapporto platonico preesistente e contemporaneamente tirare un sospiro di sollievo davanti a ciò che si convince sia l'eccezione alla regola, il caso isolato che non si ripeterà mai più; fare la conoscenza, intanto, di una nuova compagna di classe da cui è immediatamente attratto, cementificando l'idea di essere assolutamente etero -- solamente per essere sorpreso dalla vita ancora una volta in seguito all'incontro con un ragazzo che non solo - fatica ad ammetterlo - lo attrae, ma la cui presenza gli manda il cervello in panne, il cuore in subbuglio e gli fa contorcere lo stomaco -- sono queste le famose farfalle?; farsi coraggio e parlarne con simone, con cui hanno riallacciato pienamente i rapporti e che non lo giudicherebbe mai, ponendo così le basi per quel rapporto fraterno - consolidatosi, purtroppo, off screen - millantato dagli sceneggiatori; parlarne anche con sua sorella, che ha dei modi bruschi ma che lo adora; ricevere le rassicurazioni di cui ha bisogno, smettendo di avere paura e accettando - finalmente - se stesso >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> sequestro di minore).
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weirdesplinder · 6 months
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Drama asiatici tratti da classici della letteratura
Continua la serie di video che ho dedicato ai classici della letteratura, ma stavolta con un piccolo twist, vi svelo i kdrama che sono stati tratti da alcuni di questi romanzi.
Miss Monte-Cristo, kdrama (2021)
Vagamente ispirato al romanzo il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas
Trama: Go Eun-jo è una fashion designer. Le piace accontentare le persone intorno a lei, ma per colpa del tradimento dei suoi cosiddetti amici finisce col perdere tutto. Giura che si vendicherà dei traditori e dopo 5 anni torna in città sotto falso nome proprio per farlo e rovinarli.
Black, kdrama (2017)
Link Netflix: https://www.netflix.com/it/title/80214013
Vagamente ispirato al romanzo il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas
Trama: Un essere soprannaturale, un detective e una donna che prevede la morte si ritrovano coinvolti in questioni di vitale importanza e in oscuri misteri di vent'anni prima.
Little women, kdrama (2023)
Link Netflix: https://www.netflix.com/it/title/81610895
Le protagoniste sono molto ma molto vagamente ispirate a tre delle quattro sorelle del romanzo Piccole donne di Louise May alcott
Trama: Questa è l'emozionante storia di tre sorelle molto unite e cresciute in povertà, che vengono coinvolte in un grave incidente. Per questo, dovranno affrontare la famiglia più ricca della nazione. La sorella maggiore Oh In Joo vuole proteggere la sua famiglia con i soldi. Crescendo in estrema povertà, il suo unico sogno è vivere come una famiglia normale, ma un grave incidente sconvolge completamente la sua vita. La sorella di mezzo Oh In Kyung è una giornalista che non vuole essere comprata con i soldi e che punta solo alla giustizia. Quando un misterioso caso che risale ai suoi inizi come giornalista torna fra le sue mani, inizia a ricercare la verità. La sorella minore Oh In Hye è circondata dall'amore delle sue sorelle maggiori che lavorano duramente per lei. Nonostante non abbia mai usato strumenti da disegno decenti a causa della situazione familiare, riesce comunque ad entrare in un liceo artistico grazie al suo grande talento.
My Dearest, kdrama (2023)
Link Rakuten: https://www.viki.com/tv/40071c-my-dearest
I personaggi principali hanno molte caratteristiche in comune con i protagonisti del romanzo Via Col Vento di Margaret Mitchell: Rossella O'Hara e Rhett Butler
Trama: Jang Hyun vive senza scopo o desiderio. È un uomo dal cuore freddo che non ama nessuno fino a quando non viene introdotto all'amore incontrando Gil Chae. Lei è affascinante e ammirata da tutti, ma il suo primo amore, Yeon Jun, è già fidanzato con la sua migliore amica, Eun Ae. Yeon Jun, uno studente di Sungkyunkwan, soffre per i suoi sentimenti per Gil Chae ma non può rompere il suo fidanzamento per via della tradizione. Eun Ae non ha dubbi e non odia i due. Mentre Jang Hyun diventa coinvolto in questo insolito triangolo amoroso, Gil Chae, che ha amato solo Yeon Jun, è confusa riguardo ai propri sentimenti. La relazione tra questi quattro subisce un colpo di scena ancora maggiore allo scoppio della guerra. Sopravviveranno alle sfide della guerra e troveranno il loro amore in mezzo al caos?
Tempted, kdrama (2018)
Link per guadarlo: https://www.viki.com/tv/35783c-tempted
Il drama è ispirato al romanzo francese “Le Relazioni  Pericolose” di Pierre Choderlos de Laclos, in cui una coppia di  aristocratici inizia un pericoloso gioco di seduzione.
Trama:   Kwon Shi Hyun  e Choi Soo Ji sono migliori amici e lui è innamorato di lei. Soo Ji è  molto possessiva nei confronti di Shi Hyun, il quale le ha chiesto di  sposarla per evitare che i loro genitori si sposino. Vedendo in ciò  un'opportunità per vendicarsi dell'uomo che ha osato rifiutarla, Soo  Ji fa una proposta a Shi Hyun: se Shi Hyun riesce a far innamorare Eun  Tae Hee, il primo amore dell'uomo che l'ha rifiutata, e le spezzerà il  cuore, lei lo sposerà.  Eun Tae Hee, d'altra parte, è una ragazza fredda  che crede che le persone influenzate dall'amore siano patetiche.  Shy  Hyun, abbastanza sicuro delle sue capacità di seduzione (tanto sicuro  che ormai vede la seduzione come un passatempo),  accetta. Ma quando  questo gioco di seduzione e vendetta si trasforma in qualcosa di reale,  tutti gli interessati si ritrovano in una situazione più seria di quanto  avessero immaginato.  
Pachincko, kdrama (2022)
Link Apple TV+: https://tv.apple.com/us/show/pachinko/umc.cmc.17vf6g68dy89kk1l1nnb6min4
Ispirato al romanzo Pachinko la moglie coreana, di Min Jin Lee
Trama: Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porta in Giappone, il suo Paese, la Corea, è colpito a morte dall'occupazione giapponese. Tradita dall'uomo che l'ha fatta innamorare e da cui aspetta un figlio, per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, Sunja lascia la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c'è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del xx secolo è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko: un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare.
A korean odissey, kdrama (2017)
Link Appletv+: https://tv.apple.com/ca/show/a-korean-odyssey/umc.cmc.2ecxv38c2jk8sftuupj2m7w8r?l=true
Una reinterpretazione del classico della letteratura cinese 'Il viaggio in occidente' pubblicato anonimo nel 1590 circa, lo si attribuisce tradizionalmente all'erudito Wú Chéng'ēn.
Trama: Nel 2017, Son O-Gong e King Wooma sono in conflitto tra loro e cercano una luce in un mondo oscuro in cui i mali esistono ovunque. Son O-Gong, possiede un potere speciale ed eccelle nelle arti marziali. Egli commette un misfatto nel Cielo per cui viene scacciato e mandato sulla Terra. Mentre sta tra gli esseri umani, Son O-Gong entra in contatto con King Wooma e Jin Sun-Mi. Son O-Gong e King Wooma inizieranno un viaggio per spazzare via i demoni che disturbano questo mondo.
Born Again, kdrama (2020)
Link Rakuten: https://www.viki.com/tv/37088c-born-again
Il drama menziona il romanzo Cime tempestose di Emily Bronte e ne rappresenta diversi aspetti specie nel rapporto amoroso anche ossessivo che esiste tra i protagonisti.
Trama: Vita, morte e seconde chance sono al centro di questa storia di tre persone, i cui destini intrecciati viaggiano nello spazio e nel tempo con esiti tormentati. Siamo negli anni '80, il detective Cha Hyung Bin ha dedicato la vita alla giustizia criminale e il suo cuore alla proprietaria di libreria Ha Eun, che soffre di disturbi cardiaci e mantiene segreta la sua malattia. Ma Cha Hyung Bin non è il solo a desiderare Ha Eun: anche il serial killer Gong Ji Chul si è innamorato di lei. Le loro vite entrano in collisione con esito tragico, ma 30 anni dopo si reincarnano e il destino le riunisce di nuovo. Più passa il tempo, più le loro nuove vite finiscono ingarbugliate nella terribile ragnatela della storia. Riusciranno a sfuggire al loro passato o saranno costretti a affrontarlo, faccia a faccia?
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reginarix · 1 year
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Esercizio sui dialoghi: Le protagoniste sono due sorelle. Il narratore è esterno e non onnisciente. Una di loro, la minore, decide di lasciare la casa in cui entrambe vivono. L’altra è in evidente difficoltà economica e non può permettersi l’affitto da sola. Sarà la sorella maggiore a parlarne per prima.
Universi paralleli
«Non puoi dirmi una cosa del genere e pretendere che io ti appoggi!»
Quella frase sovrastò il chiacchiericcio tranquillo della caffetteria, e nel silenzio che seguì lei arrossì un po’, si guardò intorno quasi per scusarsi, e quando incontrò il suo sguardo lo fissò un attimo e gli sorrise imbarazzata. “Carina” Pensò Mario. Poi la vide trasformarsi: gli occhi chiari fiammeggiare, le guance arrossarsi ancora di più, le dita sottili passare tra la scura frangia lunga per metterla di lato, le labbra rosse tendersi mentre rivolgeva tutta la sua furiosa attenzione alla ragazza che le sedeva di fronte. “Non carina: è davvero bella!” si sorprese a pensare. Stava sistemando obbiettivi e macchina fotografica per il suo appuntamento, ma aveva ancora un po’ di tempo prima di andare.
«Non puoi mollare tutto così, mollare ME così!!» sibilò ad un tono più consono: ma ormai la sua attenzione era stata catturata, era seduto comunque abbastanza vicino da seguire la loro discussione e, annoiato com’era, ci voleva proprio questo diversivo. “Peccato, forse non sono il suo tipo…”
«Elena, smettila. Per me è una grande occasione, ho sempre desiderato viaggiare, lo sai»
«Viaggiare, sì! Vedere il mondo, sì! Ma quella che lui chiama tournee è solo dormire in macchina suonando nelle piazze qua e là!»
«Mi sembra di sentire nostra madre…» “Allora sono sorelle… bene!” Pensò lui.
«Sì, perché anche a lei devi pensare: un conto saperti qui con me a fare le donne indipendenti, un altro sperduta a chiedere l’elemosina…»
«No! Non te lo permetto! Siamo artisti di strada, non chiediamo l’elemosina! Siamo spiriti liberi!» Questa volta era stata la ragazza più giovane ad alzare la voce. L’altra si spazientì e abbassò ancora di un tono la voce, che si arrochì mentre sussurrava tagliente:
«Liberi da cosa? Dalle responsabilità di un affitto? Dalla comodità di un tetto sulla testa?» e diede un colpo con la mano sul bordo del tavolino.
Elena prese un bel respiro, come per calmarsi. Passò qualche istante guardando fuori dalla vetrina, verso la mattina soleggiata del centro città.
«Mi piaceva il nostro nido.» disse, quasi in un singhiozzo. Si portò alle labbra la tazza del cappuccino, la tenne con entrambe le mani, come per scaldarsi.
«Non devi per forza andartene anche tu…»
Le ragazze si guardarono a lungo, senza più rabbia. E dalla sua posizione privilegiata lui colse l’esatto momento in cui quell’armistizio silenzioso diventò tregua. Poi accettazione. Infine, pace. “Dio mio” pensò “quanto avrei voluto usare la mia Leica per catturare questo attimo!”
«Alice… come farei a mantenermi? Ho appena iniziato il mio corso… e adesso ero anche riuscita a far quadrare gli orari con il lavoro… Non ho tempo per fare altro»
«Ok… ma forse possiamo trovare una ragazza per dividere le spese»
«Quando vuoi andare via?»
«Questo fine settimana.» sussurrò abbassando lo sguardo «Ma ho risparmiato abbastanza per lasciarti la mia parte di affitto per il mese prossimo!»
«Non posso accettare. E comunque devo trovare come risolvere il problema in modo definitivo.»
«Se solo ti arrivasse qualche nuovo progetto a cui lavorare.»
«In qualche modo farò.» Elena sorrise alla sorella «Noi non molliamo mai, giusto?»
«Giusto!»
Le ragazze si presero per mano.
«Il problema vero sarà dirlo a mamma e papà…» Sospirò Alice. «Sarà un massacro!»
Lui sorrise, non poté farne a meno: si era trovato per caso tuffato in un universo parallelo, un vortice di vita reale che lo aveva sfiorato e gli aveva lasciato la sensazione di essere stato testimone di un momento decisivo e prezioso. Abbassò lo sguardo cercando di trovare la concentrazione per il proprio lavoro, per l’appuntamento a cui stava per arrivare in ritardo, senza pensare troppo a questa ragazza bellissima di cui ormai conosceva anche il nome, e le espressioni, e il suono della voce… Sorrise ancora di più quando si ritrovò a pensare che avrebbe frequentato quel posto più spesso per incontrarla di nuovo.
«Ci fa piacere che tu ti sia divertito!»
Mario perse un respiro: quella voce gli parlava già nella testa…
Oppure?
“No! Che figura! Come ne esco adesso?”
«Beh… scusate, ma eravate qui e anche io ero qui… non potevo non... beh... comunque sono contento che abbiate risolto.»
Pensò che tanto ormai era davvero troppo in ritardo per quell'appuntamento.
Si presentó e chiacchierarono ancora un po’.
Quando due universi si incontrano non si possono ignorare.
"Shhhh, Shhhh It's, oh, so quiet Shhhh Shhhh It's, oh, so still Shhhh Shhhh You're all alone Shhh Shhh And so peaceful until...
You fall in love"
G.
03/02/2023 12:34
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laurelleghuleh · 3 years
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𝐜𝐚𝐩. 𝟑 | 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐨 | 𝐥𝐞𝐯𝐢 𝐱 𝐟𝐞𝐦!𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫
⤷ consultare la masterlist
𝐰𝐜: +3k
𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞: mafia/gangster au, sfw
𝐭𝐚𝐠𝐬: lemon, hurt/comfort, childhood friends to lovers, forbidden love, one-sided love, love triangle, implied eruri, minor eremika
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Alle 8 del mattino seguente Levi non ha ancora fatto ritorno al suo appartamento. Né tanto meno alle 9. Intorno alle 10 inizi a preoccuparti.
Giri freneticamente attorno all’infinita isola della sua cucina e ogni volta fissi con apprensione il tuo cellulare al centro. Qualche volta hai l’istinto di tendere la mano lungo la scura lastra di marmo, altre volte lo fai ma poi la ritrai di scatto e completi il giro.
Non vuoi disturbarlo eppure l’attesa ti sta rendendo disperata.
Senti i polpastrelli pruderti. Vorresti porre fine a questa tortura e semplicemente scrivergli, ma quella notte, sola nel suo ufficio, ti sei fatta una promessa e non intendi infrangerla così presto. La promessa di diventare la degna sorella di Erwin Smith, di diventare il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
Quella mattina senti di esserti svegliata come fosse stata la prima volta, di essere nata e di essere nuova, di essere figlia di te stessa e di quella promessa sancita sotto la volta celeste, tra le cui stelle hai creduto di vedere Erwin sorriderti.
Quella mattina senti di esserti svestita di quel pigiama intriso di vecchie lacrime e lamenti inutili e di aver indossato le coperte bianche e vergini di Levi, poi i suoi abiti freschi di bucato che però sanno già, comunque di lui.
Quella mattina è la prima mattina della tua nuova vita.
All’ennesimo giro ti fermi, poggi gli avambracci sul freddo piano e intrecci le dita in un solido pugno. Appendi il capo e inspiri profondamente.
All’improvviso, la preghiera che non sapevi di aver sibilato tra i denti trova risposta: lo schermo del tuo telefono, qualche centimetro più in là, si illumina. E’ Levi.
"Sto tornando"
"Tutto ok?"
"Sì, solo un piccolo imprevisto
Sei ancora a casa?"
"Sì
Ti sto aspettando"
A quel tuo ultimo messaggio Levi affonda il piede sull'acceleratore e dieci minuti dopo varca finalmente la soglia di casa. Ha gli occhi circondati da una profonda nebbia nera, non dorme da giorni. Ha la barba incolta, non si guarda allo specchio da altrettanti.
Ma sono quelle gocce di sangue vecchio che gli segnano guancia e collo a farti scattare verso di lui.
Ti avvicini e provi a toccarlo mentre lo chiami piano per nome, lui istintivamente ti afferra i polsi per fermarti. Vuole solo sentire il calore delle tue mani tra le sue, darti un’occhiata veloce e sapere che stai bene.
“Levi, cos’è successo?”
Così vicini ora riesci a guardarlo meglio. Noti, sotto le macchie, delle contusioni e dei tagli non troppi profondi. Il sangue che ha in volto è il suo, quello lungo le maniche sicuramente di qualcun altro.
“Niente”, ti dice lasciandoti andare e superandoti.
Tu lo fermi prima che possa fare un altro passo oltre e gli afferri il mento. Gli ruoti il volto a destra, poi a sinistra. “Questo tu lo chiami niente?”
Puoi contare sulle dita di una mano le volte che hai visto Levi così malconcio in tutti quegli anni. E’ difficile, quasi impossibile, che qualcuno gli si avvicini tanto da riuscire anche solo a sfiorarlo, figuriamoci gonfiarlo di botte. Quindi qualcosa, di certo non niente, deve essere successo.
Levi rimuove delicatamente la tua mano dalla sua faccia e si allontana di nuovo, procedendo lungo il corridoio.
“A quanto pare qualcuno non gradisce che si investighi sulla morte di Erwin. La cosa ti stupisce per caso?”, ti fa senza mai voltarsi.
Ormai è quasi arrivato in camera sua. Ti appresti a raggiungerlo.
Lo vedi deviare verso il bagno. Lo segui e sulla porta lo chiami di nuovo.
“Levi. Voglio sapere cosa è successo.”
Il sopracciglio del giovane Ackerman ha un sussulto. Il tuo tono non è mai stato così serio. Si volta di scatto per guardarti meglio, ti squadra lentamente da capo a piedi. Sembri diversa.
Poi devia gli occhi sul pavimento mentre medita per un paio di secondi cosa risponderti, o se risponderti affatto. Intanto si sfila a fatica la giacca di pelle e si lascia sfuggire un grugnito di bocca. Probabilmente ha una spalla lussata.
Hai l’istinto di avvicinarti, ma fatto un passo verso di lui, Levi ti gela sul posto dicendo: “Ne parliamo dopo. Ho bisogno di farmi una doccia adesso.”
Annuisci. “Sono qui in camera sei hai bisogno di qualcosa.”
Gli occhi stanchi di Levi ti fanno un cenno di assenso mentre ti guardano un’ultima volta prima che la porta del bagno si chiuda e vi separi definitivamente.
Diversi minuti dopo l’erede Ackerman emerge dalla stanza e ti passa davanti per raggiungere la cabina armadio qualche metro più in là. Tu sei lì, seduta sul suo letto con i gomiti conficcati nelle cosce che aspetti impazientemente di sapere qualcosa, che lui finalmente dica qualcosa.
Quei pensieri ossessivi si placano giusto un paio di minuti, il tempo di osservare meglio Levi, fresco di doccia, la pelle ancora umida e solo un asciugamano attorno alla vita.
Quando lo perdi di vista oltre le porte scorrevoli della cabina il piede riprende a tamburellarti ansiosamente sul pavimento.
Una volta di nuovo in camera Levi ha indosso un paio di pantaloni ed una canotta che lascia intravedere altri tagli e lividi. Cammina di fronte a te senza proferire parola mentre raggiunge di nuovo il bagno.
“Sto aspettando, Levi”, provi ad attirare la sua attenzione, ma il tuo tentativo va a vuoto. Così ti alzi e in preda alla frustrazione spalanchi la porta del bagno rimasta socchiusa alle sue spalle.
Attorno al lavabo ci sono ora due scatole: un kit medico e uno per farsi la barba.
“Dammi altri 10 minuti”, ti fa lui.
“Facciamo 0 e facciamo che ti do una mano.” Le parole ti escono di bocca senza che tu nemmeno te ne renda conto. Prendi Levi per le spalle e lo metti a sedere sul bordo di una vasca al centro della stanza. Lui si lascia completamente manipolare senza opporre resistenza, deve ancora metabolizzare quel tuo cambiamento così repentino.
Prima ti occupi velocemente delle sue ferite. Nulla di serio, un po’ di disinfettante e qualche cerotto qua e là andranno più che bene. Per quella spalla invece non c’è nulla che tu possa fare, gli consigli di farsi vedere da qualcuno più tardi. Lui grugnisce e ti liquida con un “Si, si”. Sai che molto probabilmente non lo farà.
Poi torni al lavabo e inumidisci un asciugamano, servirà per ammorbidirgli la pelle prima di raderlo. Levi intanto ti osserva silenziosamente e un po’ si gode il momento.
Nessuno si è mai davvero preso cura di lui, nè in questo modo nè in alcuno a dire il vero. Non ha mai conosciuto suo padre, i ricordi di Kuchel - sua madre - sono troppo lontani per essergli vagamente di conforto, e Kenny suo zio… Beh, Kenny Ackerman è l’ultima persona da cui andare ad elemosinare un po’ di affetto.
Ti osserva e si gode il momento perchè in cuor suo l’unica cosa che desidera profondamente, forse disperatamente, è questa, il calore che si nasconde nelle piccole cose semplici della vita, nel tornare a casa e trovare qualcuno ad aspettarti, nel percepire l’apprensione nel tono teso di chi ti ha a cuore, nel sentirsi - in breve - amati.
Ti osserva e si gode il momento anche perché non ti credeva assolutamente capace di nessuna delle cose che stai facendo. Non ti ritiene una sprovveduta, ma conoscendo intimamente bene Erwin sa che di certo non è stato lui ad insegnarti come medicare qualcuno. Ti aveva sempre tenuta lontana anni luce da quel mondo e da qualsiasi oggetto vagamente contundente.
Però forse doveva essere stato lui a mostrarti come si rade un uomo con una lama. Come Hange era solita punzecchiarli, probabilmente solo lui ed tuo fratello continuavano ancora ad ignorare l’esistenza dei rasoi elettrici.
Incuriosito ti fa: “E questo dove lo hai imparato?”
Mentre gli massaggi il mento con un olio che hai trovato nella sua scatola dai conferma alle sue deduzioni: “Erwin, ovviamente. Non sai quante volte l’ho visto radersi. Potrei farlo ad occhi chiusi…”
Osservare tuo fratello farsi la barba al mattino era un vero e proprio rituale per te. C’era qualcosa di antico e ipnotico nella meticolosità con cui, ogni santa volta, ripeteva perfettamente quei passaggi. Non te lo saresti persa per nessun motivo al mondo, ed ora, mentre spalmi la schiuma da barba sui contorni appuntiti di Levi, ti sembra di tornare indietro nel tempo. Sei ancora lì, sulla soglia del bagno di Erwin, o alle sue spalle seduta sulla vasca, che lo spii e ti lasci cullare dal profumo fresco della spuma sulla sua pelle.
Quell’odore ti sembra così familiare. Chiudi gli occhi e inali forte dalle narici. Ti domandi se non sia proprio lo stesso prodotto. Forse lo è, è così probabile che lo sia.
Le mani di Levi lungo le tue gambe ti riportano alla realtà.
Riapri gli occhi e lo trovi lì sotto a fissarti con apprensione. Immagini di sentirlo chiederti se va tutto bene mentre le sue dita scivolano su e giù, lentamente, come a confortarti, sul retro delle tue cosce.
Gli fai un cenno con il capo. Va tutto bene.
“Ora per favore potresti dirmi cosa è successo?”
Levi sbuffa ma sa che non potrà girarci più di tanto intorno. “Ieri, quando mi hai chiamato, avevamo trovato un uomo…”
“Quando mi hai detto quasi?”, gli chiedi.
“Sì. Lui era il nostro quasi.” La sua presa sulla tua pelle si fa più stretta.
Lì, tra le sue gambe divaricate, ti fai più avanti fino ad essere a pochi centimetri da lui. Gli posi una mano sulla spalla come per rassicurarlo. La tua voce si fa piccola quando gli chiedi: “Poi cos’è successo? Chi è stato a farti questo?”
“Siamo finiti in un’imboscata. Eravamo solo io, Mikasa ed Hange. Avevamo trovato quell’uomo quasi per caso, un colpo fortunato… Forse troppo fortunato. Gli altri erano già rientrati, non eravamo pronti ad una roba del genere. Eravamo solo noi tre e loro… Beh, dopo un po’ ho iniziato a perdere il conto.”
“Mikasa??? E’ ferita anche lei?? E Hange? Loro come stanno? Dove sono adesso?”
Levi ti tranquillizza e ti dice che stanno bene. Più o meno. Più Mikasa, meno Hange. Dal suo racconto sommario deduci che il giovane Ackerman si è praticamente venduto la pelle affinché non succedesse nulla di grave a nessuna delle due. Ora capisci perché è conciato così male.
Il cuore ti si stringe nel petto.
“Pare siano venuti a riprenderselo. Ma comunque, meglio così-”
“Meglio così??”, lo interrompi sgranando gli occhi.
Lui ti guarda con aria stanca. Non c’è bisogno di agitarsi tanto. “Meglio così”, ripete. “Non è lui l’uomo che stiamo cercando. Ma sicuramente è l’uomo che ci serviva per trovarlo. Ci ha dato una pista e… Strano a dirsi, ma quella pista ci riporta di nuovo qui, alla Metropoli. Chiunque abbia ucciso Erwin, o anche solo orchestrato la sua morte, potrebbe essere più vicino di quanto crediamo…”
La presa della tua mano che fino a poco prima si era arricciata sulla sua spalla, tirando con sé una bretella della sua canotta, ora si allenta. Le dita ti scivolano giù lungo il suo petto, pigramente. Ti senti stordita.
Fai un passo indietro e vai a prendere la lama. Intanto continui a contemplare le sue parole. Ritorni tra le gambe di Levi e inizi ad occuparti della sua guancia destra.
“E ora che facciamo?”, gli chiedi dopo un po'. Passi alla sinistra.
“Che facciamo? Tu assolutamente niente. Io torno a Villa Ackerman, aggiorno gli altri e stasera andiamo ad incontrare-”
“Vengo anch’io”, lo interrompi.
“Te lo puoi scordare, Cass.”
La lama intanto scorre lungo la sua guancia, supera la mascella e si punta lungo il suo collo. Senza ferirlo gli tiri su il mento e dall’alto lo guardi con freddezza. “Non mi sembra questo il modo di rispondere a qualcuno che ti sta puntando una lama alla gola, Levi.”
Il giovane Ackerman si lascia sopraffare solo dall’imprevedibilità di quella tua risposta, ma un secondo dopo ti blocca il polso, fa cadere la lama alle sue spalle nella vasca e in una sola mossa ti fa ruotare su te stessa. Ora sei seduta su di lui, hai entrambe le mani bloccate dietro di te e la tua schiena è premuta contro il suo petto. Senti il cuore batterti all'impazzata, come sul punto di fuggirti fuori di pelle.
Gli occhi grigi e intensi di Levi raggiungono i tuoi che tremano riflessi nello specchio di fronte a voi.
Alle tue spalle, lui si fa appena in avanti e all’orecchio ti sussurra: “Ecco perchè non puoi venire con noi, Cass.”
In quel momento ti ricordi chi è quell’uomo sotto di te, con chi hai avuto a che fare davvero di recente. Levi Ackerman.
Deglutisci e scavi in fondo agli abissi delle tue viscere per trovare anche solo una briciola del coraggio che ti serve per dirgli: “Allora insegnami.”
“Cass-”, prova ad obiettare lui.
Irrigidisci la schiena. “Levi, sono stufa di rimanere nell’angolo a piangere. Sono stufa di essere completamente inutile e inerme. Sono solo una buona a nulla... Ti prego insegnami. Portami con te.”
“Non sei inutile. Non sei una buona a nulla, Cass.”
“Guardami bene, Levi. Guardami. Gua-guarda come sono finita. Ti sembro utile a qualcosa? O-o capace-”, balbetti.
“Hai solo scelto l’avversario sbagliato.”
“Levi. Non ho più tredici anni.” Hai le lacrime agli occhi, la voce ti trema ma tieni duro. “Smettila di trattarmi come una sprovveduta. Smettila di cambiare discorso. E smettetevela tutti di trattarmi come fossi fatta di porcellana.”
Il giovane Ackerman fa un respiro profondo e affonda la testa tra le tue scapole. Non ha intenzione di mollare la presa alle tue spalle.
“Chiedimi qualsiasi cosa, Cass. Qualsiasi. Ma non questa. Ho promesso ad Erwin-”
“Erwin è morto.”
Per qualche secondo l’umidità del bagno che vi avvolge sembra farsi brina tagliente. Il silenzio che segue le tue parole è quasi più letale di una lama dritta in gola.
Poi le dita di Levi affondano nei tuoi polsi e il suo volto fa di nuovo capolino da dietro la tua nuca. Digrigna i denti e sibila: “Ho promesso a tuo fratello che se gli fosse capitato qualcosa ti avrei tenuta lontano da tutto questo. Ho promesso a tuo fratello che saresti sempre stata al sicuro. Ho promesso a tuo fratello che non ti sarebbe mai accaduto nulla di male. Gliel’ho promesso e puoi continuare a frignare quanto vuoi, non cambierò idea a riguardo.”
“E pensi che continuare a non volermi insegnare come liberarmi da una presa del genere, come difendermi o come impugnare un’arma, possa salvarmi, Levi? Adesso sei tu a tenermi in questo modo, ferma, immobile. Domani potrebbe essere qualcuno con delle pessime intenzioni, tu potresti non essere nei paraggi e io potrei non sapere assolutamente cosa fare. Come in questo momento...”
Levi ti studia attentamente attraverso lo specchio. Ha di nuovo quella sensazione. Gli sembri diversa. La tua voce è diversa. Il modo in cui articoli i tuoi pensieri è diverso, eppure così familiare. Gli ricordi Erwin. Odia quanto gli ricordi Erwin. La sua fermezza, anche se nella sua mente la chiama testardaggine. La sua lungimiranza, anche se nella sua mente la chiama prematura voglia di schiattare.
Ti lascia andare e quando senti la sua presa allentarsi ti volti sulle sue gambe. Stai aspettando una sua risposta.
Vi guardate per quella che sembra un’eternità. Levi sente il peso dei secondi che passano, quello prima vorrebbe semplicemente baciarti e dimenticarsi di tutto il resto, quello dopo solo riportarti a casa e chiuderti a chiave, al sicuro da qualche parte. L’indecisione lo uccide perchè sa che hai perfettamente ragione. Sa che forse quella promessa fatta ad Erwin troppo tempo addietro è morta insieme a lui, diversi giorni fa.
Ma forse c’è un modo per non venir meno alla sua memoria e allo stesso tempo accontentarti. Per ora però è solo molto stanco, appoggia la sua fronte contro la tua.
“Senti, facciamo così”, ti fa. “Stasera è troppo rischioso. E’ troppo rischioso anche per noi. Ma nei prossimi giorni vedremo cosa si può fare, va bene? Ti prego non rendermi le cose più difficili di quanto già non siano.”
La voce di Levi non ti è mai suonata così morbida. Annuisci. La sua proposta è meglio di niente.
Cerchi i suoi occhi proprio lì di fronte a te, a pochissimi centimetri di distanza. “Promesso?”, gli chiedi tendendo la mano, solo il mignolo alzato verso di lui.
Il giovane Ackerman increspa le sopracciglia, confuso, e si limita a risponderti “Promesso” con un filo di voce.
Tu non contenta scuoti la mano come ad incitarlo a stringerti il mignolo. “Guarda che se non lo fai il patto non vale.”
“Ma tu senti che stronzata. Allora forse ce li hai veramente ancora tredici anni. O cinque-”
Prima che Levi possa continuare a prenderti in giro con quel suo solito modo di fare, le sue labbra vengono improvvisamente sigillate dalle tue, la sua voce ti si perde in bocca.
Ti fai leggermente indietro solo per dirgli: “Va bene così allora?”
A Levi non interessa davvero se lo hai baciato con l’intento di firmare quella vostra promessa, gli importa soltanto di poter posare di nuovo, un secondo dopo, le sue labbra sulle tue. Ti tira a sè cingendoti la vita e per un attimo, lì tra le sue braccia, ti sembra di dimenticarti persino il tuo nome, cosa diavolo ci fai a casa sua e perchè vi stiate baciando.
Le dita ti scivolano tra i suoi capelli, le sue lungo la tua schiena. Farebbe qualsiasi cosa pur di averti per sè, più vicina a sè, così premuta su di lui, contro di lui per sempre.
In questo momento hai l’impressione che non esista altro al di là di quelle quattro mura, di voi due e delle vostre lingue che si cercano disperatamente, ma all’improvviso il telefono di Levi inizia a vibrare rumorosamente sul lavabo e ti ricorda che in realtà, là fuori, c’è un mondo che vi aspetta.
Il riverbero non cede, continua e sembra diventare sempre più irritante. Levi apre un occhio solo per spiare da lontano chi diavolo lo sta disturbando proprio in questo momento. Da lì non riesce davvero a vedere nulla, ma ha già una pessima sensazione a riguardo. Dovrebbe fermarsi e rispondere, ma non vuole, proprio non vuole.
Non sa dove ha trovato la forza di costringersi a placarsi, ma tra un bacio e l’altro ti confessa che deve davvero rispondere. Tu tra un bacio e l’altro lo punzecchi: “Vedo che hai fretta di rispondere al telefono a tutti tranne che a me, buono a sapersi”.
A lui quasi scappa da ridere, ma fa sul serio. “Dammi solo un secondo.”
Controvoglia ti lasci guidare dalle sue mani lontano da lui, in piedi, mentre Levi si dirige al lavabo e risponde. Scambia poche parole con il suo interlocutore, poi aggancia afflitto da una visibile frustrazione.
Ti cerca nello specchio. “Kenny ha scoperto che sono tornato. Vuole vedermi.”
Nota che ti stai avvicinando e si volta. “Devo andare”, ti fa quando le tue mani trovano i suoi fianchi.
Annuisci sommessamente. Levi, è vero, ti ha fatto una promessa ma è pur sempre un Ackerman. Adesso deve proprio andare.
Lo accompagni in camera e lo contempli mentre finisce di prepararsi, poi scendente insieme ad un piano seminterrato. Quando le fredde luci di quel garage si accendono, una lunga fila di auto appare di fronte ai tuoi occhi. In fondo un paio di motociclette e sulla destra una parete di armi e attrezzi vari.
Le tue gambe si muovono da sole, procedi in avanti quasi inconsapevolmente. Non avevi idea che Levi possedesse tutte quelle macchine. Da quando Erwin gli ha regalato la sua Aston Martin, alcuni anni fa, non se ne è mai separato. Nessuno lo ha mai visto alla guida di nient’altro.
“Dov’è la AMG?”, ti chiede il giovane Ackerman.
“Nel parcheggio al pian terreno.”
“Lasciala lì.”
Perchè mai dovresti? Non capisci. Ti volti per cercare risposta, ma lui è chino su un piano da lavoro mentre raccoglie delle munizioni.
Non serve che lo chiami, un secondo dopo mette tutto ciò di cui ha bisogno in un borsone e procede verso la sua DBS, apre il bagagliaio e ti fa: “Non farti vedere in giro con altre macchine di Erwin. Né altre che avete a Villa Smith.”
“E con cosa dovrei andare in giro, scusa? La bici?”
Levi getta lo sguardo oltre le tue spalle e dà una rapida occhiata al suo arsenale di macchine. Ci pensa per qualche secondo poi trova quella giusta.
“Prendi quella”, ti dice facendoti un cenno con il mento. Ti giri e i tuoi occhi trovano una Ferrari Roma grigia, una coupé di lusso di cui esistono pochissimi esemplari.
All’erede Ackerman sembra l’unica scelta possibile: un'auto né bianca come il resto del tuo clan, né nera come il suo, ma qualcosa perfettamente in mezzo.
Inoltre nessuno sa che anche quello è un regalo di Erwin, l’ultimo per l'esattezza. Nemmeno un anno prima, Levi, di fronte all’immenso fiocco rosso posato sul cofano, gli aveva detto freddamente che gli era sembrato un inutile, gran spreco di soldi. Tuo fratello ci aveva riso sopra e gli aveva semplicemente risposto “Prego, sono contento che ti piaccia”.
Prima che tu possa protestare, Levi ti lancia le chiavi della macchina. Le prendi al volo. “Fai sul serio?”
“Serissimo”, ti dice prima di stamparti un piccolo bacio in fronte. Lo guardi inerme mentre entra nella sua macchina, ma un secondo dopo lo raggiungi bloccandogli lo sportello con una mano, non sai di preciso cosa dirgli ma non ti sembra giusto salutarsi così. Cosa devi fare adesso? Quando lo rivedrai?
Levi sa già cosa vuoi. “Torna a casa, Cass. Fai la brava e stai tranquilla”. Si sporge in avanti per chiudere lo sportello e sotto i tuoi occhi ti fa: “Mi farò risentire appena saprò qualcosa. Nel frattempo, se proprio hai bisogno, ti prometto che risponderò anche a te al telefono.”
A quelle parole lasci la presa sulla maniglia e gli sorridi.
“E ti prego, ti scongiuro, Cass, per l’amor di Dio, non ammaccarla. Quella macchina vale un pozzo di soldi.” E anche molto di più.
“Promesso.”
Un cenno del capo, lo sportello si chiude e il motore romba sotto Levi. Ora sei completamente sola nel suo garage. Non perdi altro tempo e sali su quel gioiellino.
Levi non sa che anche a te quella sembra l’unica scelta possibile: il giorno che tuo fratello gliel’aveva comprata c’eri anche tu con lui. Quell’auto in qualche modo ti è sempre appartenuta.
Ora lì dentro, con la pelle del sedile che sembra calzarti a pennello, hai ancora meno voglia di tornare a casa. Decidi di farti un giro per la città. Oltre quei finestrini persino la Metropoli sembra diversa, le ore scorrono senza che tu nemmeno te ne accorga.
Durante il tragitto ti balena per la testa l’idea di andare a trovare Mikasa, sei ancora così in pensiero per lei anche se Levi ti ha assicurato che sta bene.
Vorresti, vorresti tanto vederla. Sei sparita dalla circolazione da giorni senza dirle nulla, si merita una tua visita.
Vorresti ma temi che una volta in camera sua vuoterai il sacco e le racconterai tutto. Le racconterai che quella cotta adolescenziale per suo cugino non ti è mai passata, che il giorno in cui ha confessato i propri sentimenti a tuo fratello tu eri dall’altra parte della porta, pronta a bussare, ma che comunque non avevi mai smesso di sperare e che ora, quando lo baci, non ti sembra assolutamente strano, non hai bisogno di chiedergli se lo faccia solo per via del tuo cognome, sai che ti vuole tanto quanto lo vuoi anche tu.
Eppure non sei ancora pronta. Scuoti la testa e rimandi quella conversazione ad un’altra volta, a quando le acque si saranno calmate. Segretamente in realtà vuoi soltanto tenerti e goderti ancora un po’ questa cosa solo per te. Solo per e Levi.
Guardi distrattamente il cruscotto e ti rendi conto che ormai si è fatto tardi, è quasi ora di cena. Hai passato l’intera giornata a zonzo, un pit stop per un boccone in riva al mare e poi di nuovo in marcia senza meta, ma ormai è tempo di rientrare.
Non fai in tempo a superare il cancello di ingresso che qualcosa ti sembra subito fuori posto, o fuori luogo. Una fila di Lamborghini dai colori accecanti ha interamente occupato il vialetto di casa. Quei verdi e gialli metallizzati, quelle forme così ostentate cozzano con la sobrietà dell’edificio alle loro spalle. Istintivamente le palpebre ti si stringono alla vista.
A quanto pare avete ospiti. Ci sono gli Yeager a cena.
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hoshidiary · 2 years
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Frozen - Il regno di ghiaccio
Nella mia procrastinazione post-vacanze natalizie, mi sono ritrovata a riguardare alcuni film disney!
Non sono un asso nel "recensire", o per meglio dire "commentare" qualcosa che ho guardato o letto, ma volevo comunque esprimere il mio pare da quasi ventenne che ha rivisto questo film disney dopo anni. Quindi da persona quasi cresciuta, rispetto all'ultima volta che l'ho visto ;)
ATTENZIONE, non penso ci sia bisogno di specificarlo ma, SE PROSEGUI POTRESTI ANDARE INCONTRO A DEGLI SPOILER <3
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Partiamo dal fatto che io apprezzo molto questo film e che probabilmente adesso lo apprezzo più consapevolmente rispetto a prima.
Il film è uscito nel 2013(probabilmente dicembre come ogni film disney nuovo), facendo dei conti... ho appena realizzato che in quel momento avevo 11 ANNI! Probabilmente l'ho visto un po' dopo per la prima volta, forse avevo già compiuto 12 anni? Chissà... ero ancora alle medie e di questo ne sono certa. A quel tempo ero già sommersa nella mia testa piena di pensieri da tanti anni, per cui da fuori si poteva pensare che fossi un po' più matura rispetto alla mia età, eppure posso confermare che ero 24 su 24 nella mia testa e entrare poi alle superiori mi ha sconvolto la vita praticamente lol.
Ma passiamo oltre... non siete certo qui per ascoltare la mia storia :)
Il mio personaggio preferito, è sempre stata Anna.
Beh forse non sempre... probabilmente all'inizio era Elsa, insomma era introversa e quindi di sicuro mi ci rivedevo meglio. Ma diciamo così...
Anna lo è stata quasi sempre... Probabilmente quasi da subito, mi ci rivedevo probabilmente perchè anch'io sono la sorella minore, ma soprattutto perchè ho sempre un pochino amato i personaggi che sprizzano allegria e sorrisi ovunque xD
Ieri mi sono ritrovata a vedere per la prima volta i difetti di Anna, principalmente la sua ingenuità.
Insomma... Ti fidi di uno sconosciuto e te lo vuoi sposare, scopri che ovviamente non dovevi fidarti e che ti ha mentito, MA ti fidi di nuovo di uno sconosciuto che conosci da due giorni .-.
Certo ovviamente, è decisamente diverso il rapporto e soprattutto non hai già deciso di sposartelo(VERO?)
Detto ciò, continuo ad apprezzarla come personaggio e la adoro(stasera dovrei guardare Frozen 2 e scopriremo se continuerò con questo pensiero lol)
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Arrivando a ciò che penso riguardo al film in generale...
Lo apprezzo parecchio per un semplice motivo:
la Disney ha trasmesso il messaggio che il VERO AMORE non è solo l'amore "romantico"(se così si può definire), ma esiste l'amore della FAMIGLIA!
Per una volta, il lieto fine non riguarda due personaggi che si sono conosciuti si innamorano e finiscono insieme, ma è un finale legato al legame di due sorelle.
Fino alla fine ti fanno "credere" che l'atto di vero amore debba essere il BACIO, ma all'ultimo secondo Anna decide di sacrificarsi per Elsa.
Probabilmente avrei altre cose da dire, ma ritengo di aver già "parlato" a lungo e aver detto il succo di quel che volevo dire!
Per cui vi rimando al prossimo post, in cui molto probabilmente parlerò invece di Frozen 2, visto che non potevo guardarne soltanto uno ;)
Grazie di aver letto fin qua <3
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frankdeejay · 3 years
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L’album in foto è una compilation che la tedesca Bear Family pubblicò nel 1978: riguarda un artista minore del panorama anni ‘50 americano, un puro teen-idol, che smise con la carriera musicale nel 1965 per dedicarsi allo studio e alla sua aspirazione di essere un Professore (cosa che oggi, a quasi 80 anni, è ancora). Robin Luke era noto ai commercianti di dischi italiani grazie ad alcuni 45 giri stampati su London, tra i quali “My Girl” e il suo successo “Susie Darlin’“. Fu il primo, ‘My Girl’, che mi capitò tra le mani negli anni ‘80, e mi piacque al punto da ricercare altro su questo artista, quindi ordinai alla casa tedesca, nel 1989, questo album: oggi comprare un disco all’estero è semplice, vai su un sito, compri, paghi con carta di credito (che oggi hanno tutti) e ti arriva a casa il disco. Questo, invece, andai a ritirarlo allo Smistamento Pacchi delle Poste di Milano Cordusio, che era un ufficio che poi chiuse e fu sostituito dall’attuale Starbucks Roastery. Non prima di aver pagato con bonifico estero la mia ordinazione tipo due settimane prima, che comprendeva 5 o 6 LP, tra i quali, appunto, quello di Robin Luke. A parte “My Girl” e “Susie Darlin’“ di lui non conoscevo altro. Appena misi su il disco partì “Well Oh, Well Oh (Don’t You Know)”, datata 1960, pezzo gradevole che mi fece capire che Luke non fu una meteora degli anni ‘50, ma fece qualcosa anche nei ‘60. E capii che la musica anni ‘60, rispetto a quella del decennio precedente, aveva orchestrazioni maggiori, un senso della stereofonia avanzato e comunque una gradevolezza di contenuti simili a ciò che ascoltavo solitamente. Neitardi ‘80 mi ero tuffato anima e corpo nella musica anni ‘50, partecipando attivamente a svariati festival europei, prima come spettatore, in seguito come co-protagonista sui palchi eurpei, ma Robin Luke non lo incontrai mai (a differenza di molte altre stelle di quel decennio), sebbene di tanto in tanto, secondo alcune cronache, si conceda ancora al pubblico, per ricordare che quella canzone dedicata a sua sorella, “Susie Darlin’“, lo portò a una notorietà Internazionale.
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newsintheshell · 3 years
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Psychic Princess, l’anime sbarca in streaming su Crunchyroll
Tutti e 16 gli episodi della commedia romantica sono già disponibili sulla piattaforma.
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La serie animata “Psychic Princess” (Tong Ling Fei) si unisce oggi al già sterminato catalogo italiano di Crunchyroll. I 16 episodi della commedia romantica, tratta dall’omonimo manhua di Rou Rou, sono già disponibili in streaming per tutti gli iscritti, con audio cinese e sottotitoli in italiano.
Qian Yunxi, la figlia maggiore del gran consigliere, ha dei poteri sovrannaturali sin dalla sua giovane età. Dato ciò, è stata cresciuta nella Montagna delle Nubi Spirituali, dato che era vista come una ragazza inquietante. Quando era sedicenne, ha scoperto di essere stata sostituita dalla sua sorella minore che si è sposata al posto suo col principe di Ye. È comunque risaputo che il principe di Ye sia freddo, eccentrico e crudele.
La web serie, realizzata da HAOLINERS ANIMATION LEAGUE (Hitori no Shita - The Outcast, To Be Hero, A Centaur's Life) è stata trasmessa fra il 2018 e il 2019. Il fumetto che l’ha ispirata, attualmente giunto al 478° capitolo, viene pubblicato online da Tencent.
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Autore: SilenziO)))  - Twitter @s1lenzi0​
[FONTE]
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october24th · 4 years
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Resoconto Giorno 44
Anche stanotte ho dormito male, mi svegliavo in continuazione. Ho fatto tre sogni incasinati, senza senso e molto strani.
Mi sono svegliata verso le otto per sistemare casa e prepararmi prima del lavoro alle dieci, ma non ce l’ho fatta e mi sono riaddormentata senza accorgermene. Mi sono poi svegliata di colpo alle nove e mezza e ho fatto in fretta e furia per essere pronta per lavoro. Anche questa mattina la bimba è stata bravissima, abbiamo fatto molte cose ed è stata brava, vedo già miglioramenti ed anche la mamma è d’accordo con me. Quando poi ho finito di lavorare ho sistemato casa e aspettato gli altri per pranzo.
Dopo pranzo sono letteralmente crollata, ho dormito due orette con la cagnolina sulla pancia ed è stato bellissimo. Quando mi sono svegliata ho fatto il bagno in vasca ed ho lavato i capelli. Li ho asciugati con la spazzola e devo dire che sono venuti abbastanza bene nonostante la lunghezza. Dopodiché sono stata un po’ con mia mamma, mio cugino e mia sorella a parlare di tavole da pranzo, videogiochi, console, lavoro e cose informatiche. Questa sera non abbiamo assistito alla partita di calcetto di mio padre e mio cognato, ma abbiamo comunque cenato tutti insieme verso le dieci. È stata una cena tranquilla, piacevole. Mi piace quando ci riuniamo tutti, anche se magari non parliamo tanto o tutti insieme... però mi basta la loro compagnia... girare per casa e vederli tutti lì: mio cognato che fuma una sigaretta fuori al balcone con mamma, mia sorella maggiore sul divano che gioca alla PlayStation, mia sorella minore sul letto in camera da letto che parla al telefono con le amiche, mio padre seduto a quello che è il suo posto quando viene qui mentre beve il caffè che gli preparo. Mi fa strano vederlo in casa a volte. In ogni caso... ora ho acceso la PlayStation per giocarci e ho intenzione di spegnere tardi.
Man: indica una vocazione che vogliamo seguire anche se non siamo in grado di spiegarne il motivo. A metà strada tra testa e cuore, è un bisogno viscerale rafforzato dalla consapevolezza che quel desiderio rispecchia il nostro essere più autentico.
9 Ottobre
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Shadowhunters, ci rendiamo che potrebbe non essere facile raccapezzarsi in questo mare di nuovi personaggi – capire perché alcuni siano così amati o disprezzati, o perché alcune coppie siano già incredibilmente popolari, o chi sia imparentato con chi. Abbiamo quindi pensato, ora che di giorni all’uscita del libro ne mancano davvero pochissimi (tre appena!), di presentarvi almeno i principali, con la speranza che questa piccola guida vi torni utile.
NESSUNA DESCRIZIONE CONTIENE SPOILER DI CHAIN OF GOLD. Come sempre, ci teniamo a non rivelare nulla di nulla e a lasciare che vi godiate il viaggio senza spoiler. Non abbiamo inserito nelle descrizioni nulla più di quanto non fosse già stato dichiarato negli anni (tentando, quando possibile o necessario, di fornirvi anche le fonti dietro le nostre dichiarazioni).
Link nostri per acquistare il libro su Amazon.it: edizione italiana | edizione US | edizione UK | Kindle italiano | Kindle US | Kindle UK
NOTA BENE: abbiamo inserito alcune informazioni provenienti dall’albero genealogico di Clockwork Princess (sotto il tag spoiler: per visualizzarle dovrete cliccare sull’area sfocata). Tenete presente che l’albero genealogico è ricco di inesattezze, e che le date di morte/i matrimoni/i figli potrebbero essere falsi.
PS: nella sezione “Materiale per conoscerlo/a meglio” NON sono presenti snippet, ma solo le storie presenti nelle raccolte pubblicate nel corso degli anni e quelle che Cassie ha caricato gratuitamente durante gli ultimi dieci mesi.
PPS: quando verranno pubblicate ulteriori illustrazioni di Charlie Bowater, le aggiungeremo al post!
        CORDELIA CARSTAIRS
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Cordelia è la cugina di Jem Carstairs. I suoi genitori sono Elias e Sona Carstairs, e ha anche un fratello maggiore, Alastair.
Durante gli eventi de La Catena d’Oro, Cordelia ha diciassette anni (è nata nel 1885 a Tehran, in quella che allora era chiamata Persia). Ha i capelli rossi e gli occhi neri, ed è alta circa 175 cm. Il suo libro preferito è Layla e Majnun di Nizami (per maggiori informazioni, cliccate qui), mentre l’animale che ama di più è il gatto persiano.
È stata Cordelia a ereditare la spada di famiglia, e sappiamo che il suo legame con Cortana è molto forte (esempio: qui).
Entrambi i fratelli Herondale sono suoi amici d’infanzia (grazie alla cocciutaggine di Will, che ha fatto i salti mortali perché si incontrassero di frequente). A causa delle precarie condizioni di salute del padre, però, Cordelia e la sua famiglia hanno sempre viaggiato moltissimo, e questo le ha sfortunatamente impedito di stringere altre amicizie significative.
Il più grande desiderio di Cordelia e Lucie Herondale è di diventare parabatai, e logicamente Will non fa che incoraggiarle (qui, ad esempio).
Sin da bambina, Cordelia è innamorata di James Herondale. Cassie in persona l’ha rivelato anni fa, nel post in cui per la prima volta ci descriveva i personaggi di The Last Hours (qui). Almeno per il momento, però, Cordelia è costretta a nascondere i suoi sentimenti.
Benché si vogliano reciprocamente molto bene, il rapporto tra Cordelia e suo fratello Alastair è diventato sempre più complicato con il passare degli anni.
Non ha mai avuto la possibilità di frequentare particolarmente suo cugino Jem.
Soprannomi: Daisy (datole da James; alcuni esempi: qui, qui); Layla (utilizzato dai suoi familiari).
Materiale per conoscerla meglio: benché Cordelia non sia ufficialmente comparsa in nessuno dei racconti pubblicati in ebook, è stata comunque protagonista di alcune delle storie caricate gratuitamente da Cassie nel corso degli ultimi mesi: 1899, solo citata – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1897 – Parigi; 1898 – Devonshire; 1899 – Francia [Prima parte]; 1899 – Francia [Seconda parte].
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]ha sposato James Herondale. I due hanno avuto un figlio, Owen, nato nel 1912. È poi venuta a mancare nel 1962.[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”113″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Meet-your-new-heroine-Cordelia-Carstairs.-ChainOfGold-@[email protected][/KGVID]
      JAMES HERONDALE
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  James è il primogenito di Will Herondale e Tessa Gray. Ha una sorella minore, Lucie, e un parabatai, Matthew Fairchild.
Ha diciassette anni (è nato nel 1886 a Londra) e vive nell’Istituto insieme alla sua famiglia. Ha i capelli neri come Will, ma i suoi occhi sono di un dorato brillante (eredità del nonno demone). È alto circa 183 cm. Quando legge, indossa gli occhiali. Il suo libro preferito è Grandi Speranze di Charles Dickens; l’animale che ama di più in assoluto è il lupo.
Deve ovviamente il suo nome a Jem Carstairs (qui, ma anche qui).
Ha ereditato dal nonno demone l’abilità di trasformarsi in una sorta di “ombra”, cosa che gli ha fatto e gli fa vivere forti momenti di disagio.
I suoi più cari amici sono Matthew, Christopher Lightwood (suo cugino da parte di padre) e Thomas Lightwood. I quattro hanno affittato una stanza in una taverna (la Devil Tavern), e lì passano il loro tempo libero.
Sia Cordelia Carstairs che Grace Blackthorn sono sue amiche d’infanzia. La frequentazione tra James e Grace non è però di dominio pubblico, e Matthew sembra essere l’unico a conoscenza di questo legame (ed è chiaramente contrario: qui; tenete presente che l’estratto è sì tratto dal primo capitolo del libro, ma è stato pubblicato nel lontano 2014, e negli anni la scena è stata modificata/ampliata).
James ha frequentato l’Accademia Shadowhunters insieme a Matthew, Christopher e Thomas, ma a causa di un brutto “scherzo” di alcuni bulli (tra cui Alastair Carstairs) è stato espulso (e Matthew ha fatto il possibile per farsi cacciare a sua volta, portando accidentalmente Christopher via con sé. Thomas ha invece terminato l’anno scolastico, salvo poi decidere di non tornarci più).
Il periodo passato all’Accademia Shadowhunters l’ha logicamente spinto a provare una discreta antipatia nei confronti di Alastair.
Soprannomi: Jamie.
Materiale per conoscerlo meglio: 1888, in versione bambino – The Whitechapel Fiend | Il demone di Whitechapel (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1889, in versione bambino – Londra, Natale [Prima parte]; 1897 – Parigi; 1899 – Francia [Prima parte]; 1899 – Francia [Seconda parte]; 1899 – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900 – Londra; 1900 – La Città di Ossa; 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1903 – The Midnight Heir | L’Erede di Mezzanotte (contenuto nella raccolta cartacea: The Bane Chronicles | Le Cronache di Magnus Bane).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]ha sposato Cordelia Carstairs. I due hanno avuto un figlio, Owen, nato nel 1912. È poi venuto a mancare nel 1963.[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”56″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/James-Herondale.mp4[/KGVID]
      LUCIE HERONDALE
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Lucie Herondale è la secondogenita di Will Herondale e Tessa Gray. Ha un fratello maggiore, James. È nata a Londra nel 1887, e vive nell’Istituto con la sua famiglia.
È alta circa 162cm, ha i capelli castani e gli occhi azzurri (di una sfumatura più pallida rispetto a quelli blu del padre) e il suo libro preferito è Il Castello di Otranto di Horace Walpole. Deve il suo nome a Lucie Manette, personaggio di Racconto di Due Città di Charles Dickens. Il suo animale preferito è il passero.
Come il fratello, ha ereditato dal nonno demone delle abilità peculiari: non si sa ancora di cosa si tratti, però.
La sua migliore amica è Cordelia Carstairs: le due desiderano ardentemente diventare parabatai, e hanno il più completo appoggio di Will (qui, ad esempio). Benché le due abbiano avuto modo di vedersi solo di rado durante l’infanzia, a causa dei continui spostamenti della famiglia di Cordelia, si sono sempre tenute in contatto grazie alle lettere.
Lucie sogna di diventare una scrittrice (ne parla ad esempio nel prologo del romanzo, qui), e ormai da anni sta lavorando a un romanzo dedicato alla sua migliore amica, “The Beautiful Cordelia”. Le due si scambiano costanti aggiornamenti sul libro.
Lucie ha un ottimo rapporto con gli amici del fratello (in particolare con Thomas, come rivelato qui), ed è spesso in loro compagnia. Non sembra invece provare particolare simpatia per Alastair Carstairs (qui).
Da bambina, Lucie ha incontrato il fantasma di Jesse Blackthorn in una foresta e l’ha scambiato per un changeling (nel già citato prologo e anche qui). Pur non avendolo rivisto per sei anni, il mistero che lo circonda la affascina.
Soprannomi: Luce.
Materiale per conoscerla meglio: 1888, in versione neonata – The Whitechapel Fiend | Il demone di Whitechapel (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1897 – Parigi; 1897 – Londra; 1899, solo citata – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1899 – Francia [Prima parte]; 1900 – La Città di Ossa; 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1903 – Prologo di Chain of Gold.
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]la data di nascita di Lucie presente nell’albero è volutamente sbagliata, e dovremmo scoprire il perché nel corso dei romanzi. Lucie ha sposato Jesse. Non sappiamo quanti figli abbiano avuto (si consiglia di consultare l’albero genealogico dei Blackthorn per saperne di più), ma lei e Jesse dovrebbero essere gli antenati dei Blackthorn moderni. È morta nel 1959.[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”56″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Lucie-Herondale.mp4[/KGVID]
        MATTHEW FAIRCHILD
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Matthew Fairchild è il secondogenito di Henry Branwell e Charlotte Fairchild. Ha un fratello maggiore, Charles.
È nato ad Alicante nel 1886, e ha brevemente frequentato l’Accademia Shadowhunters insieme a James Herondale (di cui poi è diventato il parabatai), Christopher Lightwood e Thomas Lightwood. I quattro hanno stretto un legame fortissimo, e passano molto del loro tempo nella stanza della Devil Tavern che hanno preso in affitto.
È alto circa 178 cm, e ha i capelli biondi e gli occhi di un verde scurissimo.
Il suo scrittore preferito è Oscar Wilde (il libro che ama di più, invece, è Il Ritratto di Dorian Gray), e per lui prova una vera e propria venerazione – al punto da dare il suo nome al golden retriever che gli ha regalato James per il compleanno (dopo averlo trovato abbandonato in strada).
Matthew può sembrare superficiale, ma è una persona molto attenta e affettuosa. Sa comunque come covare rancore – in particolare nei confronti di Alastair Carstairs, per cui prova un odio profondo (le motivazioni dietro questa sua rabbia sono rese evidenti in Verità nell’Ombra).
Neanche i rapporti con suo fratello Charles sono propriamente idilliaci (del resto, Charles sa essere insopportabile…). È invece molto amico di Lucie Herondale, a cui chiaramente tiene molto, e di Anna Lightwood, che ammira tantissimo.
Non sembra provare particolare simpatia per Grace Blackthorn, benché sia a conoscenza dei sentimenti che James prova per lei.
Soprannomi: Math.
Materiale per conoscerlo meglio: 1899, solo citato – Francia [Prima parte]; 1899 – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900 – Londra; 1900 – La Città di Ossa; 1901 – Londra; 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: la famiglia Fairchild non è inclusa nell’albero.
  [KGVID width=”100″ height=”56″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Matthew-Fairchild.mp4[/KGVID]
      THOMAS LIGHTWOOD
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In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Thomas è il terzogenito di Sophie e Gideon Lightwood. Ha due sorelle maggiori, Barbara ed Eugenia. È il cugino di Anna, Christopher e Alexander Lightwood. Deve il suo nome al defunto Thomas Tanner (personaggio comparso ne L’Angelo).
Ha diciotto anni (è nato nel 1885 a Idris) e – con i suoi 195 cm – è in assoluto il più alto tra i personaggi di The Last Hours. Paradossalmente, da bambino era molto gracile e minuto, al punto da destare preoccupazione nei suoi familiari. Ha i capelli castani e gli occhi nocciola. Il suo libro preferito è Rubáiyát of Omar Khayyám (maggiori informazioni: qui), mentre l’animale che ama di più è il gufo.
I suoi migliori amici sono James Herondale, Matthew Fairchild e Christopher Lightwood. Va molto d’accordo anche con Lucie Herondale (come testimoniato anche da post e snippet come questo qui).
Ha recentemente terminato il suo anno di studio in Spagna. Durante il soggiorno all’estero, si è fatto un tatuaggio sul braccio.
Thomas è l’unico tra i “Merry Thieves” a non provare antipatia/detestare Alastair Carstairs: benché non si possano definire amici, sono comunque in rapporti cordiali, e Thomas sembra volergli sinceramente bene.
Soprannomi: Tom.
Materiale per conoscerlo meglio: 1889 – Londra, Natale [Prima parte]; 1889 – Londra, Natale [Seconda parte]; 1899, solo citato – Francia [Prima parte]; 1899 – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900 – Londra; 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]l’albero sostiene che Thomas sia morto a circa trent’anni, nel 1915. Non risultano mogli o figli (si consiglia di consultare l’albero genealogico dei Lightwood per saperne di più).[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”113″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Meet-ThomasLightwood-ChainofGold-TheLastHours-Credit-to-@[email protected][/KGVID]
      CHRISTOPHER LIGHTWOOD
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
  Christopher Lightwood è il secondogenito di Cecily Herondale e Gabriel Lightwood. Ha una sorella maggiore, Anna, e un fratello minore di circa tre anni, Alexander.
I suoi migliori amici sono suo cugino James Herondale, Matthew Fairchild e suo cugino Thomas Lightwood. Ha ovviamente un’ottima relazione anche con sua sorella Anna e sua cugina Lucie Herondale. Non sembra invece provare particolare simpatia per Alastair Carstairs.
Christopher ha un po’ la testa tra le nuvole e sa essere parecchio eccentrico, ma è estremamente intelligente: ama la scienza e prova una fortissima ammirazione per Henry Branwell. I due passano molto tempo insieme in laboratorio. Il suo sogno è inventare, un giorno, qualcosa che possa aiutare tutti gli Shadowhunters.
Ha i capelli castani e gli occhi blu. È nato nel 1887.
Lo stregone Ragnor Fell – che insegnava all’Accademia Shadowhunters nel periodo in cui Christopher l’ha frequentata – è terrorizzato dal suo potere distruttivo (dal momento che Christopher a volte si lascia talmente prendere dai suoi esperimenti da non rendersi conto di quanto i risultati possano essere pericolosi… o esplosivi).
Soprannomi: Kit.
Materiale per conoscerlo meglio: 1899, solo citato – Francia [Prima parte]; 1899 – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900 – Londra; 1901 – Londra; 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]ha sposato la figlia adottiva di Tatiana, Grace Blackthorn. I due hanno avuto un figlio nel 1908, Isidore. È morto nel 1938.[/spoiler]
        ALASTAIR CARSTAIRS
  #gallery-0-40 { margin: auto; } #gallery-0-40 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-40 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-40 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Alastair è il primogenito di Elias Carstairs e sua moglie Sona. Ha una sorella minore, Cordelia. È il cugino di Jem.
Ha i capelli neri, ma li ha recentemente tinti di biondo. I suoi occhi sono neri come quelli della sorella. È nato nel 1984 a Parigi, quindi nel corso de La Catena d’Oro ha circa diciannove anni. È alto circa 178 cm. Il suo libro preferito è Il Principe di Machiavelli, e gli piacciono i porcospini.
Durante la sua permanenza all’Accademia Shadowhunters è riuscito ad attirare le antipatie di James Herondale, Matthew Fairchild e Christopher Lightwood. Ha invece una relazione cordiale con Thomas (che rientra nella breve “Lista Delle Quattro Persone Al Mondo Che Piacciono Ad Alastair”, insieme a Cordelia, sua madre Sona e Charles Fairchild: qui).
Il rapporto con Cordelia si è fatto progressivamente sempre più complicato nel corso degli anni.
Alastair ha incontrato Charles a Parigi, e i due sono diventati davvero molto intimi. Matthew invece lo disprezza apertamente (soprattutto a causa degli avvenimenti raccontati in Verità nell’Ombra).
Soprannomi: //
Materiale per conoscerlo meglio: 1897, solo citato – Parigi; 1898 – Devonshire; 1899 – Francia [Prima parte]; 1899 – Francia [Seconda parte]; 1899 – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]non si hanno notizie di eventuali mogli e figli, e nell’albero viene spiegato che la documentazione manca o è andata smarrita. A lui vengono comunque collegati i Carstairs dei giorni nostri. È morto nel 1928. Il suo nome, sull’albero, è “Alistair”.[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”56″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Alastair-Carstairs.mp4[/KGVID]
        ANNA LIGHTWOOD
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Anna è la primogenita di Cecily Herondale e Gabriel Lightwood. Ha due fratelli minori: Christopher, vicino a lei per età, e il piccolo Alexander, che di anni ne ha circa tre.
Ha i capelli neri e gli occhi blu. È alta ben 180 cm. Il libro che ama di più sono i diari segreti di Anne Lister (per saperne di più su Anne Lister: Wikipedia in inglese). Il suo animale preferito, invece, è il serpente.
Anna veste da uomo, è apertamente lesbica ed è ammirata e rispettata dagli Shadowhunters di Londra. Ha un appartamento tutto suo a Percy Street. Ha ereditato la collana con il rubino di sua madre Cecily.
Anna è molto affezionata al gruppo di James Herondale, Matthew Fairchild (con cui condivide l’amore per la moda e le feste), Christopher e Thomas Lightwood (e a Lucie Herondale, ovviamente).
Ha un ottimo rapporto con i suoi genitori: quando il primo amore di Anna è naufragato tristemente, è stata Cecily a tirarla su di morale, e in quell’occasione i suoi genitori le hanno anche regalato il suo primo completo da uomo.
Ha giurato a se stessa di non lasciare mai più che una ragazza le spezzi il cuore.
Soprannomi: //
Materiale per conoscerla meglio: 1885 (circa) – L’annuncio della prima gravidanza di Tessa (una Anna bambina gioca con Charles Fairchild); 1888, in versione bambina – The Whitechapel Fiend | Il demone di Whitechapel (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1899 – Francia [Prima parte]; 1899, solo una breve menzione – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900 – Londra; 1901 – Londra; 1901, solo citata – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]è morta nel 1941.[/spoiler]
  [KGVID width=”100″ height=”56″]https://www.shadowhunters.it/wp-content/uploads/2020/02/Anna-Lightwood.mp4[/KGVID]
        JESSE BLACKTHORN
  #gallery-0-42 { margin: auto; } #gallery-0-42 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-42 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-42 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nei ritratti promozionali di “Chain of Gold”.
  Jesse è il figlio di Tatiana Blackthorn (nata Lightwood) e di suo marito Rupert, morto durante gli eventi de La Principessa. Ha una sorella adottiva più giovane di lui, Grace.
Jesse è nato nel 1879 – ed è venuto a mancare ad appena sedici anni, perché troppo debole e malaticcio per le rune degli Shadowhunters. Tatiana considera gli altri Nephilim responsabili della morte del figlio e sembra interessata a riportarlo in vita.
Lucie Herondale, Tatiana e Grace sono le uniche persone in grado di vedere il suo fantasma.
Pare essere in buoni rapporti con sua sorella Grace.
Quando Lucie aveva dieci anni, l’ha incontrata nella foresta di Brocelind (come ufficialmente rivelato nel prologo del romanzo, ma già accennato in passato da Cassie).
Ha i capelli neri e gli occhi verdi, e una cicatrice sulla mano a forma della runa della Vista (qui). Porta al collo il medaglione dei Blackthorn. In vita suonava il piano.
Soprannomi: //
Materiale per conoscerlo meglio: 1889 – Londra, Natale [Prima parte]; 1897, breve e vaghissima menzione – Parigi; 1897, breve e vaghissima menzione – Londra; 1903 – Prologo di Chain of Gold.
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]Jesse ha sposato Lucie. Non sappiamo quanti figli abbiano avuto (si consiglia di consultare l’albero genealogico dei Blackthorn per saperne di più), ma lui e Lucie dovrebbero essere gli antenati dei Blackthorn moderni. È morto (di nuovo?) nel 1938.[/spoiler]
        GRACE BLACKTHORN
  #gallery-0-43 { margin: auto; } #gallery-0-43 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-43 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-43 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
Carta dei tarocchi.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
Nelle illustrazioni promozionali di “Chain of Gold”.
  Grace Blackthorn (nata Cartwright) è la figlia adottiva di Tatiana Lightwood, e la sorella minore di Jesse Blackthorn.
È un’amica d’infanzia di James Herondale; i due sembrano avere una relazione complicata (che il parabatai di James, Matthew Fairchild, non appoggia).
Grace è stata cresciuta da Tatiana come un’arma di cui servirsi per vendicarsi di quegli Shadowhunters (leggi: Will, Gabriel, Gideon, ecc.) che considera responsabili della morte del marito, del padre e del figlio. Tuttavia, benché nel racconto L’Erede di Mezzanotte abbia puntato una spada contro Magnus, non sembra che Grace sia stata addestrata come Shadowhunter (difatti la sua arma preferita sono le forcine per capelli).
Sappiamo che è molto legata a suo fratello Jesse.
Grace è bella e gelida come una statua (come osservato ad esempio qui, nello snippet 35). Ha i capelli di un biondo argenteo e gli occhi grigi. È nata nel 1886 a Leeds, in Inghilterra. Il suo libro preferito è La Donna In Bianco di Wilkie Collins, mentre gli animali che ama di più sono le falene e i ragni. È alta circa 165 cm.
Soprannomi: //
Materiale per conoscerla meglio: 1899, breve menzione – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1900, menzionata una volta – Londra; 1903 – The Midnight Heir | L’Erede di Mezzanotte (contenuto nella raccolta cartacea: The Bane Chronicles | Le Cronache di Magnus Bane).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: [spoiler]ha sposato Christopher Lightwood. I due hanno avuto un figlio nel 1908, Isidore. È morta nel 1940.[/spoiler]
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      CHARLES BUFORD FAIRCHILD
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Dal primo post sui personaggi di TLH di Cassie.
In “Storia di Illustri Shadowhunters”.
  Charles è il primogenito di Henry Branwell e Charlotte Fairchild (che era incinta di lui nel corso de Il Principe e de La Principessa). Ha un fratello minore, Matthew.
È nato nel 1879, e ha i capelli rossi e gli occhi verdi. È un personaggio estremamente ambizioso: desidera infatti prendere il posto di sua madre, un giorno, e diventare il prossimo Console. Questo lo spinge spesso a prendere decisioni per interesse, più che per ragioni sentimentali, e col risultare insopportabile (qui, ad esempio, Anna sembra davvero arrabbiata con lui).
Nel corso dell’anno che ha trascorso a Parigi, gestendo l’Istituto della città, ha incontrato e fatto amicizia con Alastair Carstairs. I due sono molto vicini.
È fidanzato con l’unica figlia dell’Inquisitore Bridgestock, Ariadne.
Soprannomi: //
Materiale per conoscerlo meglio: 1885 (circa) – L’annuncio della prima gravidanza di Tessa (qui Charles era un tenero bambino che giocava con la piccola Anna); 1899, solo citato – Nothing But Shadows | Soltanto Ombre (contenuto nella raccolta cartacea: Tales from the Shadowhunter Academy | Le Cronache dell’Accademia Shadowhunters); 1901 – Cast Long Shadows | Verità nell’Ombra (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre); 1901 – Every Exquisite Thing | Croce e delizia (contenuto nella raccolta cartacea: Ghosts of the Shadow Market | Fantasmi del Mercato delle Ombre).
Secondo l’albero genealogico de La Principessa: la famiglia Fairchild non è inclusa nell’albero.
Aspettando #ChainofGold: chi sono i protagonisti? Shadowhunters, ci rendiamo che potrebbe non essere facile raccapezzarsi in questo mare di nuovi personaggi – capire perché alcuni siano così amati o disprezzati, o perché alcune coppie siano già incredibilmente popolari, o chi sia imparentato con chi.
12 notes · View notes
veronica-nardi · 4 years
Text
The Untamed, Finale
Seconda parte.
NON POSSO CREDERE DI ESSERE DAVVERO ARRIVATA IN FONDO E DI AVER SCRITTO TUTTI QUESTI COMMENTI (più che commenti sono scleri, diciamocelo), E SOPRATTUTTO NON POSSO CREDERE DI NON AVER PERSO LA MIA SANITÀ MENTALE (questo è ancora da vedere).
Ci sono stati momenti in cui mi sono detta "ma chi me lo ha fatto fare?", però mi sono anche molto divertita, emozionata, ho pianto e ripianto, ho rivisto la serie più lucidamente, ho pensato a cose a cui non avevo mai pensato. Insomma, aver fatto il rewatch mi è servito, e ne è assolutamente valsa la pena.
Ma andiamo con ordine che, tecnicamente, non ho ancora finito il rewatch dato che mi manca l'episodio 50.
Ero rimasta a Jin Guangyao che molto strategicamente crolla in ginocchio per cercare di ottenere pietà ed essere lasciato andare. Per quanto io ami la genialità di questo personaggio, una parte di me continua a ripetere agli altri personaggi di uccidere Jin Guangyao, e alla svelta, perché più lo lasciate in vita, più avrà la possibilità di trarre vantaggio dalla situazione e combinare qualche altra malefatta.
Ma sappiamo come è fatto Lan Xichen: basta che gli fai due occhioni tristi e dolci, e lui già comincia a esitare. Sempre detto che quest'uomo è troppo buono.
Comunque ci tengo a dire che rivedendo l'episodio 49 a un certo punto sono andata in trip perché guardando Jin Guangyao non sapevo più cosa fosse vero e cosa fosse falso. È talmente bravo a recitare, e ha recitato per così tanto tempo con così tante persone, che più volte mi sono ritrovata a chiedermi se fosse sincero o se stesse fingendo.
Lan Xichen sembra rimanere colpito dall'atteggiamento prostrato di Jin Guangyao, ma non vuole cedere. Si rivolge a lui in tono formale, cercando di rimanere distaccato, cercando di essere arrabbiato. Gli altri gli consigliano di non ascoltarlo perché finirà solo per manipolarlo, ma Jin Guangyao si attacca alla sua veste con fare implorante (è un po' tardi per implorare, no?) e racconta di aver ricevuto una lettera di ricatto da parte di qualcuno che avrebbe esposto tutti i suoi segreti al mondo in sette giorni.
E lui, giustamente, ha raccolto tutti i Clan ai Monti della Sepoltura per decimarli. Beh, capisco la sua tattica. In questo modo anche se i suoi lati più oscuri fossero venuti fuori, nessuno avrebbe avuto la forza e il potere di attaccarlo.
"Cos'altro potevo fare? Dovevo aspettare che tutto venisse a galla fino a diventare lo zimbello del mondo della coltivazione per secoli, per poi inginocchiarmi e chiedere perdono davanti a tutti? Non avevo altra scelta. Dovevo scegliere tra la mia vita e la loro."
Ok, è OVVIO che abbia sbagliato. Ma mettendosi nella sua posizione, a quel punto della storia, chi avrebbe avuto il coraggio di ammettere i propri crimini e farsi condannare? Siamo onesti: quasi nessuno.
Lan Xichen gli fa giustamente notare che ha agito per suo tornaconto personale, e che quella lettera di minaccia è il risultato di tutti i suoi piani malvagi. Poi si inginocchia di fronte a lui per porgli delle domande. Mah, non so, volete anche un caffè e dei pasticcini? Vuoi metterti comodo, Lan Xichen, già che ci sei? Ti portiamo un divanetto così puoi intervistarlo in tutta comodità?
E vai col quiz.
"Prima domanda. Tua sorella minore, Qin Su. Sapevi del legame di sangue che vi univa, perché l'hai comunque sposata?"
"Non avevo davvero altra scelta. Dovevo sposarla."
Ormai è un must. Jin Guangyao si avvale sempre della stessa scusa che ormai sembra un disco rotto. Lan Xichen rimane sconcertato, era il suo matrimonio, poteva decidere lui se sposarla o non sposarla, e meglio non farlo piuttosto che distruggere la vita di quella donna che lo amava ed era sempre gentile con lui.
"E non l'amavo davvero, io? Sì. Era il mio matrimonio. Ma potevo davvero non sposarla solo perché ero io a dirlo? Non puoi essere così ingenuo. Ho faticato così tanto per far sì che Qin Cangye accettasse la mia proposta di matrimonio. C'è voluto molto perché Jin Guangshan e Qin Cangye fossero soddisfatti. Se avessi annullato il matrimonio, che scusa avrei dovuto tirar fuori? Come facevo a spiegarlo a quelle due persone?"
Anche qui, non dirò che ha sbagliato a sposare la sorella perché è sottinteso. Ma prima di giudicarlo, chi avrebbe DAVVERO avuto il coraggio di annullare le nozze? Dopo aver faticato tanto per farsi ben volere dal padre di lei, a pochi giorni dal matrimonio, all'idea di essere punito dal proprio padre e di essere di nuovo gettato giù dalle scale e magari essere espulso dal Clan, avreste avuto il coraggio di annullare tutto e affrontare le conseguenze? E nel caso, quale giustificazione avreste portato?
"Erge, pensavo che stesse andando tutto alla perfezione, ma quando la Signora Qin è venuta in segreto a dirmi la verità, sai come mi sono sentito? Anche se mi avesse colpito un fulmine, non sarebbe potuta andare peggio."
Jin Guangyao afferma che amava quella ragazza (non so se è vero). Certamente deve essere stato un duro colpo venire a sapere che era sua sorella, quindi una donna che in teoria non avrebbe potuto amare. Venendo a sapere la verità, Jin Guangyao si è oggettivamente ritrovato in una situazione alquanto difficile e scioccante. Non so dire che cosa avrei fatto al suo posto.
"Sai perché non è andata da Jin Guangshan ed è venuta invece ad implorare me in segreto? Perché lui aveva abusato di lei. Il mio "buon" padre non ha nemmeno risparmiato la moglie del suo fidato subordinato di tanti anni e non ricordava nemmeno di avere un'altra figlia! Cosa pensi che sarebbe successo se all'improvviso avessi annullato il matrimonio? Avrebbe causato astio tra Jin Guangshan e Qin Cangye. Alla fine, avrei offeso entrambe le parti! Alla fine, a chi sarebbe toccato il tragico epilogo?"
Una delle prime cose che mi viene in mente leggendo queste parole è la vergogna. Io mi vergognerei come una ladra ad avere un padre come Jin Guangshan. Jin Guangyao non ha scelto che padre avere, quello che gli è toccato non si è mai interessato a lui, non l'ha mai considerato un figlio ma l'ha solo usato, l'ha sempre maltrattato; era un uomo crudele, avido, egoista, ipocrita, interessato solo al potere e alle donne, che ha avuto vari figli bastardi e non si è mai interessato a loro. Alla fine, suo figlio e sua figlia si sono ritrovati a sposarsi. Jin Guangyao ha commesso varie azioni malvagie, ma c'è anche una buona dose di innocenza in lui. Perché alla fine il padre gli ha rovinato la vita.
"Anche se non avevi scelta, avresti potuto ignorarla. Perché dovevi ancora...?"
(Nella novel Jin Guangyao dice di aver concepito il figlio prima del matrimonio, e di non aver più toccato la moglie dopo averla sposata, ma qui non è chiarito).
"A questo punto, non so se odiare quel padre che si è comportato come una bestia, o odiare l'uomo che sono diventato, paranoico e dubbioso."
In effetti, Jin Guangyao ha tentato in tutti i modi di farsi ben volere dagli altri, di farsi accettare dal padre, di costruirsi una buona reputazione nonostante le sue origini. È un lavoro che ha portato avanti per anni e anni, era la cosa più importante per lui: essere riconosciuto. Alla fine è diventata un'ossessione, c'era anche dell'ambizione personale, e penso che fosse anche una sorta di vendetta verso il padre e verso il mondo. A volte mi dimentico dell'immensa rabbia che Jin Guangyao deve sempre aver covato dentro di sé, una rabbia nascosta dietro i suoi sorrisi servili.
Anche Wuxian nasconde il dolore dietro il sorriso, ma c'è una differenza tra i due: uno è stato amato, l'altro è stato odiato. Wuxian è una persona molto empatica, Jin Guangyao pensa solo al proprio dolore. Wuxian è consumato dai sensi di colpa, Jin Guangyao non sa nemmeno cosa siano. Nelle avversità, Wuxian è comunque riuscito a mantenere un animo altruista, mentre Jin Guangyao è scivolato sempre di più nell'ossessione, nel disperato bisogno di farsi accettare, fino a farsi travolgere dalla rabbia e compiere atti crudeli.
"Quindi l'hai ucciso, tuo padre..."
"Sì. L'ho ucciso io."
"Hai usato quel metodo..."
"Sì."
Jin Guangyao lo ammette, ammette tutti i suoi crimini e le sue azioni. E mentre parla si rivolge e guarda solo Lan Xichen, come se gli altri non esistessero. So che si rivolge a lui perché Lan Xichen là dentro è l'unica possibilità che gli è rimasta di uscirne illeso, ma penso che lo faccia anche perché Lan Xichen è l'unico che potrebbe capirlo. È l'unico che lo ha sempre capito, l'unico ad essere stato sempre gentile e che non l'ha mai giudicato. Fino all'ultimo, Jin Guangyao sta cercando di essere accettato e amato.
Nel pensare al modo in cui Jin Guangyao ha ucciso suo padre, Lan Xichen si arrabbia talmente tanto che gli tira uno schiaffo. Lan Xichen è la persona più calma, comprensiva e pacifica di questo mondo. Se arriva a urlarti contro e ad alzare le mani... significa che l'hai fatta grossa, e che lui è davvero ferito.
I presenti rimangono sorpresi dal gesto. Lo stesso Lan Xichen solleva la propria mano e la guarda con uno stupore scioccato, come se non avesse mai pensato di poter fare una cosa simile.
La terza domanda riguarda un altro grande crimine di Jin Guangyao.
"Che mi dici di Jin Zixuan? Non cercare di giustificarti, rispondimi e basta. Hai pianificato tu la morte di Jin Zixuan?"
"È vero che non mi sono imbattuto in Jin Zixuan per caso."
Wuxian si arrabbia, non può farne a meno (lo capisco, gli ha rovinato la vita), lo afferra per il colletto e lo solleva da terra, gridandogli in faccia di dire che cosa ha fatto esattamente. Devo dire che nemmeno Wuxian è uno che alza la voce facilmente, ma qui è davvero sconvolto, arrabbiato e ferito.
In un flashback ci viene mostrato come Jin Guangyao abbia intenzionalmente indirizzato Jin Zixuan al Sentiero di Qiongqi, dove ha perso la vita perché Jin Guangyao e Su She hanno suonato una melodia del caos con cui hanno preso il controllo di Wen Ning.
Sconvolto, Jin Ling si avventa su Jin Guangyao in lacrime, chiedendogli ripetutamente perché lo ha fatto. E nonostante questo, continua a chiamarlo "zio". Poi crolla in ginocchio tra le braccia di Wuxian. Molto bella e simbolica l'inquadratura in cui Jin Guangyao allunga la mano per toccare il viso del nipote, ma poi la ritrae, cominciando a chiedere perché tutti sono stati così cattivi con lui. Per un attimo, Jin Guangyao è sembrato avere un lancio di umanità, compassione ed empatia verso Jin Ling in lacrime, ma ritrarre la mano è come scegliere se stesso sul nipote, è come preferire il proprio dolore al suo. Un gesto potenzialmente affettuoso e caritatevole, si è trasformato in un freddo egoismo concentrato sul proprio dolore.
"Perché? A-Ling, puoi tu dirmi... perché? Dimmi. Perché anche se io sono sempre cortese e sorridente con gli altri non ricevo mai rispetto in cambio?"
Ma... serio? Davanti a tuo nipote che piange per la morte del padre tu parli di quanto il mondo sia cattivo con te? Per carità, Jin Guangyao ha tutto il diritto di soffrire e di arrabbiarsi, non voglio certo negargli il suo dolore, ma il problema è che qui sembra che il suo dolore sia il più importante di tutti. Jin Ling, ti ho ucciso il padre? Sticazzi. Ascolta un po' quanto ho sofferto.
"Quanto a tuo padre, è sempre stato arrogante, ma la gente gli stava comunque accanto. Puoi dirmi perché pur essendo entrambi figli dello stesso uomo, tuo padre poteva oziare a casa con la sua cara moglie, a giocare con suo figlio, ma andava bene che io fossi comandato a bacchetta da mio padre per qualunque cosa?!"
Wow, che tatto. Davanti al nipote disperato, non solo non provi la minima empatia, ma addirittura critichi il padre davanti a lui.
"Perché pur condividendo lo stesso giorno di nascita, Jin Guangshan poteva organizzare uno sfarzoso banchetto per uno dei suoi figli e al contempo guardare mentre una delle sue guardie buttava l'altro suo figlio giù dalla Torre della Carpa Dorata a calci?"
In una scena flashback ce lo fanno proprio vedere: Jin Guangyao che viene gettato giù dalle scale per ordine del padre. Rotola fino a terra, poi, ferito, ammaccato e magari anche con qualcosa di rotto, si rialza e porge un inchino al padre. Nonostante questo trattamento, continuava a ricercare la sua accettazione, in tutti i modi possibili.
Jin Guangyao chiede a Jin Ling il perché di tutte quelle ingiustizie, ma ora vorrei porre io una domanda a lui: perché in tutto questo anche Jin Ling ha dovuto pagare un prezzo ingiusto? Perché hai tirato dentro anche lui nella tua vendetta/ambizione? Sapevi cosa stavi facendo quando hai mandato Jin Zixuan sul Sentiero di Qiongqi, non hai pensato nemmeno per un attimo a tuo nipote che stavi lasciando orfano? Non hai provato nemmeno un briciolo di rimorso nel rovinare la reputazione di Wuxian e distruggere completamente la sua vita?
Questo è il problema che io ho con Jin Guangyao. È un personaggio che ha indubbiamente sofferto, e anche tanto. Oggettivamente, è stato trattato come un cane. Se guardo le cose come stanno riconosco il suo dolore e mi dispiace per lui, ma nonostante tutto quello che ha passato, nonostante il trattamento che gli hanno sempre riservato... non riesco a piangere per lui. Nemmeno di fronte alla scena in cui viene buttato giù dalla scalinata mi viene da piangere. Nemmeno quando racconta come si è sentito costretto a sposare la sorella, o che genere di bestia fosse il padre. Penso che Jin Guangyao sia un personaggio fantastico, scritto molto bene, estremamente complesso, articolato, interessante, e non facile da decifrare. Mi ci è voluto un po' per capire che non riesco a provare pena per lui, perché lui per primo non prova pena per gli altri. È sostanzialmente egocentrico, egoista, narcisista. Quello a soffrire più di tutti sembra sia sempre lui, e al diavolo tutti gli altri. Rovino la vita delle altre persone? Eh ma io ho sofferto tanto.
"Non è che non volessi diventare una buona persona. Avevo davvero speranze per quel mio padre. Al tempo, se era un suo ordine, non importava che fosse di attaccare Wei Gongzi o di proteggere Xue Yang. Non importava quanto insensato o cattivo fosse, io lo avrei eseguito. A-Ling, sai cosa mi ha fatto perdere ogni speranza? Non fu il fatto che per lui io non sarei mai stato importante quanto un capello di Jin Zixuan, o che abbia accolto Mo Xuanyu, né che mi abbia impedito di tenerti in braccio, e non fu neppure perché poi fece di tutto per levarmi ogni potere, ma fu... Fu per le parole che diceva in tutta onestà alle ragazze di cui si circondava quando usciva a bere e a divertirsi. Sai perché un Capo Clan potente come lui, che spende soldi come fosse nulla, si rifiutò di impegnarsi per comprare la libertà di mia madre?"
"Gestire le donne è troppo faticoso. Se comprassi la sua libertà, poi mi starebbe addosso per il resto della mia vita. [...] Un figlio? Non vale neanche la pena parlarne."
"Come suo figlio, valgo solo quelle poche parole: non vale neanche la pena parlarne."
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Jin Guangyao si mette a ridere come impazzito. Mi ricorda Wuxian quando rideva come un pazzo alla Città Senza Notte. Forse Jin Guangyao si sente un buffone idiota per aver sempre cercato anche solo un briciolo di approvazione da parte del padre, nonostante il trattamento che gli riservava. In effetti è incredibile: con un padre così, uno vorrebbe solo prendere le distanze. Se Jin Guangyao ha continuato a provarci significa che era proprio disperato. Significa che per lui quell'approvazione era davvero importante.
Nonostante il dolore che gli ha raccontato, Lan Xichen continua a condannare l'omicidio del padre. Ora, se Jin Guangyao si fosse limitato a uccidere il padre e basta, lo avrei accettato. Ma, uno, ha usato quelle povere prostitute costringendole a quel lavoro infame. Due, non ha ucciso solo il padre, ma anche tanta altra gente. Alla fine ha oltrepassato il limite, ed è ingiustificabile.
Bene, ora che ha finito il suo spettacolino, Jin Guangyao pensa bene di prendere in ostaggio Jin Ling tenendolo con una corda attorno al collo.
(Una corda che teneva nascosta NELLA PELLE DEL POLSO. Sono basita. Come può aver pensato a uno stratagemma del genere? E come può aver avuto il coraggio di mettersela nel corpo???)
Comunque... wow. Ha appena finito di dire di volere della compassione, e minaccia la vita del nipote. Poi si chiede perché non viene più creduto da Lan Xichen, che poraccio vuole mettersi le mani nei capelli perché non riesce più a capire ciò che è vero e ciò che è falso.
Prima che possa succedere qualsiasi cosa, le porte del cortile si spalancano e qualcuno viene scaraventato all'interno del tempio: Sizhui. Sarò sincera, non ricordavo minimamente la presenza di Sizhui in questa scena. Ma quello che mi chiedo è: "come cavolo ci è arrivato lì? Perché si trova in città? Ha seguito Lan Zhan e Wuxian?" Ma naturalmente è un'altra cosa che non viene spiegata.
Quando si presenta Wen Ning con la sciabola di Nie Mingjue (dove l'abbia presa, Dio solo lo sa), tutti cominciano a farsela sotto, perché lo spirito dell'arma ha preso il controllo di Wen Ning, e tutti sappiamo quanto Wen Ning può diventare pericoloso.
Mi ha fatto molto ridere vedere Nie Huaisang nascondersi per la paura dietro la veste di Lan Xichen, ed è talmente spaventato che addirittura si nasconde dietro Su She Lol.
Wen Ning alza la sciabola e si lancia all'attacco contro Jin Guangyao, che ancora tiene tra le mani Jin Ling. Ho rivisto la scena alcune volte per essere sicura, e si vede chiaramente Jin Guangyao spingere via Jin Ling nel momento in cui Wen Ning sta piombando su di loro. Avrebbe potuto usarlo come scudo umano, invece l'ha salvato. Ora, di certo questo gesto non basta per farmi dire "ohh che carino, l'ha salvato! Dai in fondo non è poi così cattivo". Jin Guangyao rimane il villain egoista e manipolatore che è sempre stato, ma mi piace il fatto che in questa storia anche il più crudele dei villain può mostrare dei momenti più umani.
Le cose per lui si mettono decisamente male quando Lan Zhan gli taglia di netto un braccio dal corpo (la stessa cosa che era successa a Xue Yang, questi parallelismi... XD). Non è ben chiara la dinamica di come sia successo, se Lan Zhan lo abbia fatto di proposito o se si sia fatto avanti per bloccare l'attacco di Wen Ning e il braccio di Jin Guangyao è rimasto in mezzo. Fatto sta che ora Jin Guangyao è messo maluccio, Su She si precipita a soccorrerlo e implora Lan Xichen di aiutarlo.
Intanto Wuxian soccorre Jin Ling e rotola con lui a terra, Jiang Cheng subito corre dal nipote per assicurarsi che stia bene. Jiang Cheng non sarà lo zio più affettuoso di questo mondo, e avrà anche un temperamento difficile, ma ci tiene a Jin Ling, darebbe la vita per lui, era pronto a prendere il suo posto come ostaggio, ed è questa la cosa più importante. Alla fine Jiang Cheng è umano, ha i suoi difetti, un brutto carattere, ma alla fine sia il nipote che il fratello sanno che dietro quell'apparenza rabbiosa si nasconde una sincera preoccupazione e un vero affetto per loro.
Dunque, a questo punto Wuxian prova a prendere il controllo di Wen Ning fischiando, mentre i due fratelli Lan provano a calmarne lo spirito attraverso la musica. Wen Ning avanza verso un devastato Jin Guangyao, che continua ad avere Su She al suo fianco. Devo ammettere che gli è molto fedele.
Qui mi colpisce Jin Ling, che nonostante abbia appena scoperto chi è il vero assassino di suo padre, grida allo zio di scappare quando lo vede in pericolo, segno che comunque non riesce a odiarlo. Io direi che è anche ora che Jin Guangyao muoia, il suo spettacolino è durato abbastanza ed è giusto che paghi per i suoi crimini, però capisco Jin Ling, anche lui tanto tsundere come lo zio, ma alla fine nasconde un cuore d'oro.
Quando Wen Ning cerca di attaccare Jin Ling, Wuxian riesce a farlo tornare in sé chiamandolo per nome, ma il poveretto è ancora trasportato dalla spada, che non riesce a controllare. E qui mi fa ridere come Wuxian, Jiang Cheng e Jin Ling se ne stiano per diversi lunghi momenti a guardare il Generale Fantasma con aria da completi imbecilli, invece di scappare e togliersi da sotto la minaccia della spada.
Comunque, qui solo Wuxian può essere in grado di padroneggiare il risentimento della sciabola. Spronato anche dallo stesso Lan Zhan, che con un tacito incoraggiamento gli fa capire di essere dalla sua parte e che va tutto bene se vuole usare quel metodo, si mette dunque a fischiare, ma la svolta arriva quando Jiang Cheng gli lancia il suo vecchio flauto, quello che usava sedici anni prima.
Momento.
Ma... Come mai Jiang Cheng ha con sé il flauto nero di Wuxian? Io pensavo che fosse arrivato al tempio quasi per caso per riaccappare Jin Ling, ma a questo punto non me sono tanto sicura. Mi viene da pensare che si sia messo sulle tracce di Wuxian e Lan Zhan dopo che hanno lasciato il Pontile del Loto, e inseguendolo si è portato dietro il flauto per poterglielo restituire.
Da notare come, dopo sedici anni, Jiang Cheng sia ancora in possesso del flauto. Ricordiamoci che quel flauto era caduto nel dirupo il giorno del suicidio di Wuxian, quello stesso giorno Jiang Cheng è sceso dal dirupo per cercare il corpo del fratello, deve aver trovato solo il flauto, e invece che buttarlo o distruggerlo l'ha preso con sé e l'ha conservato, nella speranza di poterlo un giorno restituire al fratello.
BELLISSIMA l'inquadratura di Jiang Cheng che SORRIDE mentre guarda il fratello suonare. Piango.
Mentre Wuxian porta la spada verso la bara per seppellirla, seguito dagli altri, Nie Huaisang all'improvviso si mette a urlare e afferma che Su She lo ha colpito mentre tentava di scappare.
NIE HUAISANG, SO COSA STAI FACENDO. JIN GUANGYAO È UN BRAVO ATTORE, MA QUESTO LO BATTE!!!
Su She è ancora completamente allibito dalla situazione, quando la sciabola si risveglia e punta su di lui, uccidendolo.
Rip Su She.
Ci mancherai.
Wuxian chiude Sigillo della Tigre, sciabola e corpo di Nie Mingjue nella bara, e la sigilla. Finalmente cala un po' di pace, e tutti si siedono per terra per riposare.
E ORA AVVIENE LA GENIALATA.
Lan Xichen medica la ferita di Nie Huaisang, che strepita per il dolore, poi si volta per visitare anche Jin Guangyao. Ok, ma questo tizio quando lo uccidete??? Perché sta ancora respirando? Tra l'altro è anche ferito gravemente, uccidetelo e amen. Non capisco se vogliono portarlo davanti agli altri Clan per farlo confessare o se stanno aspettando un intervento divino, fatto sta che quest'uomo deve essere seccato il prima possibile.
Lan Xichen avverte Jin Guangyao di non provare a fare strani movimenti altrimenti lo ucciderà senza esitare, e lui lo ringrazia per il soccorso. Poi chiede a Nie Huaisang di passargli la medicina che gli ha dato poco fa e....
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Ed ecco che esplode la bomba.
Succede tutto nel giro di poco: Nie Huaisang finge di cercare la medicina, Lan Xichen si avvicina per prenderla, Nie Huaisang all'improvviso si allarma e grida all'amico di guardarsi le spalle, al che Lan Xichen non esita un attimo, prende la spada, si volta e infilza Jin Guangyao, CHE CI RIMANE DI MERDA.
Al che Jin Guangyao capisce subito: quel sempliciotto di Nie Huaisang gliel'ha messa nel culo.
UN APPLAUSO A NIE HUAISANG PER AVER BATTUTO IL GENIO DEL MALE. PER AVER TRAMATO NELL'OMBRA SENZA DESTARE SOSPETTI. PER AVER INGANNATO TUTTI MA PROPRIO TUTTI.
Alla fine, era lui la persona che ha fatto comparire la spada, che ha guidato Wuxian e Lan Zhan alla Città di Yi, che ha liberato la prostituta, che si è tanto adoperato per distruggere Jin Guangyao. Ha indossato la maschera del Signor Non Ne So Niente, e in realtà era il Signor So Tutto. GENIO.
Parlando della scena. Non è chiaro cosa lo abbia spinto ad agire proprio in quel momento. Forse è stato un incrocio tra: la paura che Jin Guangyao potesse in qualche modo sopravvivere magari supportato dalla compassione di Lan Xichen, e la rabbia provata per l'uccisione di suo fratello.
Comunque sia, Nie Huaisang ha deciso di farla finita. Ed è stata sì una genialata, ma è stata anche UN'INDICIBILE VIGLIACCATA.
Se voleva vendicarsi di Jin Guangyao (e ne ha tutto il diritto) avrebbe dovuto ucciderlo lui stesso, e non usare il povero Lan Xichen perché lui non ha coraggio. Se lo avesse fatto, chi avrebbe potuto dirgli qualcosa? Avrebbe giustamente condannando l'uomo che ha ucciso suo fratello (per non parlare di tutti gli altri crimini), chi lo avrebbe biasimato? Ma Nie Huaisang non ha avuto abbastanza fegato, e ha lasciato fare il lavoro sporco a qualcun altro. Del resto questo è stato il suo modo di agire in questi anni.
Al momento Lan Xichen è convinto che Jin Guangyao abbia davvero cercato di attaccarlo alle spalle. "Ti avevo detto che ti avrei ucciso, non mi hai sentito?"
"Certo che sì!!!"
Qua non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. Dentro di me ho pensato "e infatti non si è mosso!" LOL.
Jin Guangyao fa capire a Lan Xichen che in realtà non si è affatto mosso, e persino gli altri si voltano a guardare straniti Nie Huaisang, che comincia a sudare freddo e balbettare.
E Jin Guangyao esprime il mio stesso pensiero quando esplode con: "Ma quale Signor Non Ne So Niente!" La sua faccia è meravigliosa.
Jin Guangyao che attenta alla vita di Lan Xichen è semplicemente assurdo, e glielo fa notare con un discorso molto logico: in tutti quegli anni ha ucciso molte persone e commesso atti malvagi, ma non ha mai fatto del male a Lan Xichen. Anzi. Lo ha aiutato a scappare dai Meandri delle Nuvole quando erano attaccati dai Wen, ha aiutato il Clan Lan a ricostruire tutto, con lui non è stato altro che gentile e disponibile, e non gli ha mai toccato un capello. Perché, adesso, mentre Lan Xichen lo stava curando, avrebbe dovuto ucciderlo?
Lan Xichen è tipo: OH SHIT......
Grazie Nie Huaisang per aver distrutto quest'uomo un altro po'.
E comunque sono stupita che nonostante il veleno alla mano, il braccio tagliato e una spada infilzata nel petto, Jin Guangyao sia ANCORA VIVO e abbia ancora le forze di continuare a parlare e ragionare.
Ma a questo punto per lui è davvero finita, se ne rende conto lui stesso. D'un tratto afferra Lan Xichen e lo trascina verso la bara, su cui fa cadere il proprio sangue, che va a risvegliare il Sigillo della Tigre e tutta la magia risentita all'interno. La bara esplode. La magia risentita si disperde nell'aria. I personaggi sono presi dallo sgomento e dalla paura. Il tempio comincia a crollare facendo scappare i presenti.
Ma Jin Guangyao non stacca gli occhi da Lan Xichen:
"Moriamo insieme".
Ah tipo Romeo e Giulietta?
Lan Xichen ha la mano alzata, pronta per allontanarlo, tuttavia non lo respinge. Dopo qualche momento, come se dentro di sé avesse considerato la proposta, abbassa la mano e chiude gli occhi, come se stesse accettando il suo destino e fosse pronto a morire con lui.
Sei bipolare?
Appena cinque minuti prima era pronto a ucciderlo senza esitazione, e ora è disposto a morire con lui. Mah. Forse ha pensato "che cosa rimango in vita a fare? Ormai sono un fallimento". Forse ha pensato di andare incontro alla morte con l'uomo in cui ha voluto credere fino alla fine. O forse ha fatto appello a quella parte di lui che ancora tiene a Jin Guangyao.
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Jin Guangyao aspetta che Lan Xichen faccia la sua scelta, e solo dopo che lo vede abbassare la mano pronto a rimanere con lui, lo spinge via, salvandolo. Cosa che lascia scioccato Lan Xichen, che non si aspettava proprio una svolta simile.
Dopo che sono tutti scappati via, nel bel mezzo del tempio che continua a crollare, Jin Guangyao si volta verso la bara non più terrorizzato, ma pronto ad affrontare il fantasma del suo nemico. Sfidandolo, va incontro al suo destino, lasciando all'esterno un gruppo di persone piuttosto devastate, primi su tutti Lan Xichen e Jin Ling.
È il momento di chiudere le storyline.
Jin Guangyao e Lan Xichen.
Ho definito malata la relazione tra Xue Yang e Xiao Xingchen, e penso di poter dire lo stesso anche in questo caso. Anche se Jin Guangyao non è matto come un cavallo come il suo complice, non posso certo definire sana la sua relazione con Lan Xichen.
È stata una relazione basata sostanzialmente sull'inganno. Perché è vero che Jin Guangyao è sempre stato gentile e disponibile con Lan Xichen, così come quest'ultimo è stato gentile con lui, e non gli ha mai fatto del male, ma è anche vero che si è preso gioco di lui e l'ha usato per anni per i suoi scopi personali.
Gli avrà anche voluto bene, ma ha amato di più se stesso.
Non posso fare a meno di paragonare questa coppia a Daenerys Targaryen e Jon Snow di Game of thrones, e qui Lan Xichen ne esce vincitore. Jin Guangyao e Daenerys hanno entrambi amato se stessi, la propria ambizione e vendetta più di ogni altra cosa, e hanno trascinato nel fallimento le persone che li hanno amati. Ma laddove Jon Snow non alza un dito sull'amata dopo che l'ha vista massacrare una città, e fino alla fine si chiede se abbia fatto la cosa giusta a condannarla, qui Lan Xichen, tontolone quanto ti pare, ma almeno ha voluto indagare e scoprire la verità, si era detto pronto a colpirlo se si fosse mosso ed è quello che ha fatto.
L'azione finale di Jin Guangyao, quella di chiedere a Lan Xichen di morire con lui per poi spingerlo via, la trovo umana ed egoista allo stesso tempo. Jin Guangyao ha sempre messo se stesso al di sopra degli altri, e così ha fatto fino alla fine. Chiedere a Lan Xichen di morire con lui, è una cosa che chiede per se stesso. Perché vuole vedere se, nonostante tutto, Lan Xichen prova ancora una qualche considerazione per lui. La trovo una cosa umana. È qualcosa che ha cercato per tutta la vita, e ci ha provato fino all'ultimo.
Non mi sarebbe piaciuto se avesse avuto l'illuminazione divina dell'ultimo minuto (una cosa che non sopporto. My Country: sto ancora porconando!), e gli avesse detto una cosa come: "Mi dispiace di averti ingannato, non avrei dovuto, perdonami". No. Jin Guangyao è rimasto COERENTE nel suo egoismo fino alla fine, e questo lo apprezzo molto.
È vero che poi lo spinge via e gli salva la vita, ma anche qui si conferma egoista ed estremamente incurante dei danni che le sue azioni hanno provocato nelle altre persone. L'ha ingannato per anni e l'ha reso inconsapevolmente complice dei suoi delitti, non ha pensato a come questo lo avrebbe danneggiato? Non ha pensato ai suoi sentimenti? Al fallimento in cui lo stava trascinando? Che razza di vita potrà mai vivere quest'uomo d'ora in poi?
Ora, al di fuori del tempio, dopo che tutto è finito, Lan Xichen è completamente devastato, esaurito, fallito, ferito. Una volta era un giovane maestro sorridente, gioviale e pieno di speranza; ora è colui che ha appoggiato e aiutato un mostro assassino. È un uomo che è stato manipolato da quello che considerava un amico. Lo aspettano anni di rimorsi, dolore e sensi di colpa.
Chiede a Nie Huaisang se davvero Jin Guangyao si è mosso per attaccarlo alle spalle, e anche se l'altro non lo ammette, penso che dentro di sé capisca il giochetto di Nie Huaisang, ma ormai quello che è fatto è fatto.
Penso che Jin Guangyao sia un personaggio estremamente complesso e interessante, uno dei migliori di questa serie. Manipolatore, intelligente, egoista, narcisista, egocentrico, incapace di provare empatia o sensi di colpa o compassione. Come Xue Yang con Xiao Xingchen, ha amato (non in senso romantico) Lan Xichen in modo sbagliato, malato e egoistico, senza rendersi conto delle ferite che gli stava procurando (o forse se ne è reso conto ma se ne è fregato).
Ho passato gli ultimi giorni a spremermi il cervello su questo personaggio. Alla fine sento che i miei neuroni si sono suicidati, e ho l'impressione di aver compreso solo il 10% di questo personaggio.
Nie Huaisang.
Un genio e un vigliacco allo stesso tempo. L'UNICO che è riuscito a sconfiggere Jin Guangyao perché ha capito che per riuscirci doveva agire nell'ombra.
Hanno entrambi agito nell'ombra, entrambi hanno indossato una maschera, ma mentre uno lo ha fatto per i propri scopi, l'altro lo ha fatto per il bene superiore e per giusta vendetta.
Simbolica la scena in cui Nie Huaisang raccoglie da terra il copricapo di Jin Guangyao e si sporca di sangue le dita della mano. Segno che alla fine anche lui si è sporcato le mani per raggiungere il suo obiettivo.
Mi è piaciuta molto la scena in cui dice di non essere interessato alla posizione di Cultore Capo perché sa qual è il suo posto, perché quelli non sono affari suoi, perché non è interessato al potere, perché non sarebbe né degno né adatto a ricoprire quella carica. Nie Huaisang si rende perfettamente conto di aver agito in modo discutibile, di aver messo a rischio la vita di varie persone, di aver spinto il Signor Mo al suicidio, e quindi si rende conto di non essere la persona più adatta per essere il leader dei vari Clan.
Segno che è molto consapevole di se stesso, e che non è fiero di quello che ha fatto.
Quasi da brividi il momento in cui Wuxian gli va vicino e gli dice all'orecchio: "Sai qual è la regola più importante del Clan Lan? Non fare amicizia con persone malvagie."
E gli lancia uno sguardo molto loquace come per dire: "Io so chi sei veramente."
I discepoli.
Non posso chiudere il commento senza menzionare questi adorabili tesori. Dopo che tutto è finito, quando la tempesta è finita ed è arrivata la mattina, vari discepoli si precipitano al tempio per sapere cosa sta succedendo. Ma arrivare prima, no? Tra l'altro non capisco una cosa: ma tutta sta gente, al tempio, come ci è arrivata? Chi gli ha detto di andare lì?
Fatto sta che nel rivedere la scena sono scoppiata a ridere: in pratica tutti si precipitano nel cortile per raggiungere i loro maestri, e c'è il Maestro Lan che intima ai discepoli di non correre e non gridare, e il bello è che lo dice MENTRE STA CORRENDO E GRIDANDO LOL. Prima e ultima volta in cui vedo il maestro in questo stato.
(Ah piccola nota: apprezzo molto che, nonostante sia venuta fuori tutta la verità, tra Lan Zhan e suo zio rimanga un rapporto freddo e distaccato. Lo trovo molto realistico. Avrei mal sopportato una scenetta dell'ultima puntata in cui i due fanno la pace e si abbracciano felici).
Quei tesori dei discepoli si precipitano da Wuxian e Lan Zhan, chiedendo loro se stanno bene, e preoccupandosi subito per Wuxian quando vedono il segno rosso intorno al collo. Anche Jiang Cheng viene raggiunto dai suoi discepoli. Vedere questi ragazzi così rispettosi, così a proprio agio con questi adulti, così attenti e premurosi, mi fa sempre sorridere il cuore di tenerezza. E sopratutto sorrido per Wuxian, a cui i ragazzi hanno dato una seconda possibilità nella vita, lo hanno accolto tra di loro al di là della sua identità, lo hanno ascoltato e hanno imparato da lui, e penso che il bellissimo rapporto che si è creato tra le due parti abbia contribuito a rendere di nuovo felice Wuxian.
Sono molto orgogliosa di questi discepoli, il futuro del mondo della coltivazione. Sono fiduciosa che dove i loro genitori hanno fallito, loro sapranno fare meglio.
Jin Ling.
È sicuramente uno dei personaggi che dalle vicende del tempio ne esce più devastato. Quasi crolla in ginocchio nel vedere il tempio cadere davanti ai suoi occhi, perché simboleggia la caduta dell'ultima parte di famiglia che gli era rimasta.
Deve essere stato scioccante per Jin Ling scoprire tutti i crimini commessi da suo zio, primo su tutti l'omicidio di suo padre. Pensava che suo zio fosse una brava persona, che nonostante le sue umili origini, nonostante i maltrattamenti, era comunque riuscito ad arrivare in alto grazie alle sue capacità. E invece era tutta una menzogna.
Ora come potrà Jin Ling essere ancora così fiero del suo Clan? Come verrà guardato d'ora in poi il Clan Jin? Ringraziamo tutti quanti Jin Guangyao per aver completamente rovinato la reputazione di famiglia e per aver messo il nipote in una situazione sostanzialmente di merda.
C'è una cosa che accomuna zio e nipote: la ricerca dell'accettazione, il voler dimostrare il proprio valore nonostante le derisioni. Solo che, mentre lo zio si è scatenato nei più indicibili piani malvagi, il nipote è rimasto coi piedi per terra e non ha mai fatto del male a nessuno.
Ma penso che la differenza tra chi diventa cattivo e chi no, sta nell'essere più o meno amati. Mentre Jin Guangyao ha passato gran parte della sua vita a non essere amato da nessuno ma solo maltrattato (e quando finalmente è stato amato da Lan Xichen era troppo tardi, proprio come Xue Yang e Xiao Xingchen), Jin Ling al contrario è stato amato.
Se Jin Ling arriva a gridare a Jin Guangyao di scappare quando lo vede in pericolo, significa che per sedici anni questo zio qualcosa di buono deve averlo fatto. Credo che Jin Ling lo ricordi nel cuore come uno zio gentile, sorridente, accomodante, comprensivo, da cui potersi nascondere da Jiang Cheng. Lo ricorda come quello zio che gli ha regalato Fata. Quello zio che gli diceva di non combattere e di essere gentile con gli altri. Questo è stato l'uomo che Jin Ling ha conosciuto per sedici anni, ed è questa l'immagine di lui che si porterà dietro, e non l'immagine crudele degli ultimi giorni. Nonostante abbia ucciso suo padre, Jin Ling non lo odia.
E poi è stato amato anche dallo stesso Jiang Cheng, che può minacciare e sbraitare quanto vuole, ma alla fine gli vuole bene e si vede. Minaccia sempre gli spezzargli le gambe o di schiaffeggiarlo, ma alla fine nessuna minaccia va mai a segno.
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Molto carino il momento in cui Jin Ling porta Fata fuori dal cortile del tempio perché sa che spaventa tanto Wuxian. Una volta non gli importava e sorrideva quasi sprezzante se Wuxian correva via terrorizzato, ora allontana il cane dimostrando di rispettare la sua paura.
Nel futuro di questa storia, mi immagino Wuxian andare a caccia notturna con Jin Ling e vivere qualche altra avventura insieme.
Jiang Cheng.
QUANTO HO PIANTO RIVEDENDO QUESTA PARTE.
Usciti dal tempio, mentre sono circondati dai discepoli, Jiang Cheng sembra sul punto di voler dire qualcosa a Wuxian, ma poi se ne va senza dirgli niente. Apprezzo molto che nonostante il chiarimento che c'è stato tra i due, non sono finiti con baci e abbracci stile famiglia del Mulino Bianco. Come dice giustamente Jiang Cheng al nipote, anche se tutto è stato chiarito, non deve mica invitarlo a cena. Trovo la cosa piuttosto realistica.
E qui, Jiang Cheng ripensa a qualcosa accaduto sedici anni prima, ai tempi della distruzione del Pontile del Loto, quando i tre fratelli si erano rifugiati in una locanda lungo la strada. Shijie aveva la febbre e Wuxian era uscito per comprare delle medicine. Quello che avevo sempre creduto come un folle piano di vendetta di Jiang Cheng, in realtà era qualcos'altro.
Prima di uscire, Wuxian chiede a Jiang Cheng di stare attento a Shijie mentre lui sarà fuori. Invece che rimanere con la sorella, Jiang Cheng esce fuori, ma non per gettarsi tra le grinfie dei Wen e provare a vendicarsi. Sembra distaccato dalla realtà, è sotto shock per la morte dei genitori, si muove come un robot, forse aveva bisogno di fare due passi sotto la pioggia da solo. La sua attenzione è catturata da Wuxian, fermo a una bancarella a comprare da mangiare, sul punto di essere catturato dalle guardie. Allarmato, Jiang Cheng pensa subito a cosa fare. Si volta verso la locanda dove ha lasciato Shijie, ma dentro di sé ha già trovato la risposta:
"Stai attento. Lascio nostra sorella nelle tue mani."
Giuro che questa scena mi ha spezzato il cuore.
Quando l'ho scoperto ci sono rimasta di sasso, perché non me l'aspettavo per niente. All'epoca, ero super convinta che Jiang Cheng avesse lasciato la locanda per tornare al Pontile del Loto e vendicarsi. Ho sempre pensato che fosse stato un folle.
Sento ancora il pugno nello stomaco che ho ricevuto quando ho scoperto che in realtà si era fatto catturare per salvare il fratello.
Mi sono sentita in colpa per tutte le volte che mi sono tanto arrabbiata con Jiang Cheng, tutte quelle volte in cui avrei voluto tappargli la bocca e mandarlo a cagare, per tutte le volte in cui ho pensato male di lui.
Il problema non è la rabbia che spesso ho provato nei suoi confronti, quello ci sta, ma il fatto che non avessi capito quanto Wuxian fosse importante per lui e quanto gli volesse bene.
In quel momento, sotto la pioggia, Jiang Cheng si allarma subito nel vedere il fratello in pericolo, e non esita a farsi avanti per salvarlo. Solo il giorno prima, gli aveva urlato addosso e lo aveva incolpato di tutto, era sconvolto per la morte dei genitori e la distruzione della sua casa, ma nel suo cuore Wuxian faceva ancora parte della sua famiglia, e non avrebbe perso anche lui.
Lascia Shijie nelle mani di Wuxian, sicuro che saprà proteggerla e prendersi cura di lei. Poco prima Wuxian gli ha detto di stare attento alla sorella mentre lui era via, e questo è il modo di Jiang Cheng di proteggere la sorella: lasciarla nelle mani di Wuxian.
E ora capisco tutto il dolore che deve aver passato Jiang Cheng successivamente. Per aver salvato il fratello, perde il suo Nucleo. In seguito, quello stesso fratello lo abbandona, gli volta le spalle, diserta dalla famiglia e se ne va con degli estranei.
Jiang Cheng deve aver pensato: "Lui è importante per me, talmente importante che non ho esitato a salvarlo, ma io non sono altrettanto importante per lui."
Deve essersi sentito distrutto.
Tuttavia non ha MAI rinfacciato a Wuxian la perdita del Nucleo in seguito al salvataggio, e questo mi porta a pensare che Jiang Cheng NON SI È MAI PENTITO DI AVERLO SALVATO.
Si sono salvati a vicenda e si sono protetti senza dirselo perché troppo orgogliosi e troppo feriti, hanno entrambi combattuto in silenzio chiudendosi ognuno nel proprio dolore. La rivelazione della verità è stata la salvezza (ringraziamo tutti Wen Ning).
E per quanto riguarda Wen Qing e il fatto che Jiang Cheng non l'abbia salvata, non penso lo abbia fatto per vero menefreghismo o ingratitudine. Era ferito, solo e devastato. La rabbia e il dolore hanno preso il sopravvento su di lui.
Jiang Cheng per me rappresenta il concetto di perdono. Dopo aver passato sedici anni a covare una rabbia ingiusta verso il fratello, alla fine Jiang Cheng trova la pace. Il momento in cui ripensa a quando lo ha salvato, è il momento in cui si perdona per tutta quella rabbia. Ed è il momento in cui lo perdono anch'io.
La storyline di Jiang Cheng e Wuxian si chiude in modo pressoché perfetto per quanto mi riguarda. È una vera perla. Il loro rapporto è uno dei più belli che abbia mai visto. E mi piace un sacco come si chiude in maniera realistica e non sdolcinata. Lo trovo un finale molto dolceamaro.
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Sizhui e Wuxian.
Questa è un'altra scena che mi ha fatto piangere tantissimo, ma almeno sono state lacrime di gioia (più o meno).
Assieme a Wen Ning, con cui ormai è diventato inseparabile, Sizhui raggiunge di corsa Wuxian e Lan Zhan, perché ormai ha ricordato delle cose e deve assolutamente dirle.
E così ricorda quando Wuxian lo piantava nel terreno, quando giocava con lui, quando sono andati al ristorante con Lan Zhan e alla fine sono scappati lasciando pagare lui.
Wuxian che scopre chi è davvero Sizhui è per me uno dei momenti più belli della serie. Significa così tanto per lui.
Lan Zhan (sant'uomo) ha salvato il piccolo A-Yuan e l'ha cresciuto come se fosse figlio suo, e ora è meraviglioso per Wuxian scoprire che quel bambino è ancora vivo.
Lo credeva morto, così come credeva morti tutti i sforzi. La sua battaglia a difesa dei Wen la credeva morta nel momento in cui sono andati tutti a consegnarsi. Ha sempre creduto che fosse stato tutto inutile. Ha sempre sentito di aver fallito completamente.
Alla fine i suoi sforzi, la sua battaglia, tutto quello che ha passato, la lontananza dalla famiglia, l'uso della magia nera, è stato tutto ripagato.
Per Wuxian, Sizhui è la prova vivente che ne è valsa la pena.
E quale prova vivente! Un ragazzo responsabile, maturo, gentile, educato, intelligente, coraggioso, determinato, compassionevole, promettente, brillante.
Laddove Jin Ling rappresenta il fallimento e i sensi di colpa di Wuxian, Sizhui rappresenta tutta la sua bontà e tutti i suoi sacrifici.
Il momento in cui Wuxian realizza chi ha di fronte, e Sizhui che scoppia in lacrime e si getta ad abbracciarlo, è così bello e commovente. Sizhui si stringe forte a Wuxian dicendogli quanto ha sentito la sua mancanza, piangono tutti e due e alla fine ho pianto anch'io.
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Capisco perfettamente quando Sizhui dice di essere triste e felice allo stesso tempo. Mi sento un po' anch'io così. Felice per vederli di nuovo insieme, e anche triste per tutti gli anni persi e tutto il dolore che c'è dietro.
Ho sorriso tra le lacrime nel vedere Wuxian minacciare Sizhui di piantarlo di nuovo nel terreno, e lui che si getta ad abbracciare la sua gamba come quando era piccolo.
MA LA COSA PIÙ BELLA DI QUESTA SCENA È IL SORRISO DI LAN ZHAN.
È IMPAGABILE E MERAVIGLIOSO.
L'INQUADRATURA PIÙ BELLA CHE ABBIA MAI VISTO DI LAN ZHAN.
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Wen Ning.
Non posso dimenticarmi il coccolino della serie. Perché sì, Wen Ning alla fine è un coccolino. Ma quale Generale Fantasma!
Lui e Sizhui decidono di fare un viaggio a Qishan, la terra del loro Clan, per costruire una tomba in memoria dei loro famigliari. Andranno da soli, poi Sizhui tornerà ai Meandri delle Nuvole, mentre Wen Ning... beh, troverà la sua strada.
È già una buona cosa che voglia affrontare questo viaggio senza Wuxian, sua costante guida. Alla fine Wen Ning si rende conto di non poter dipendere sempre da lui, e decide che d'ora in avanti camminerà da solo.
Amore.
Wen Ning è sempre dipeso da qualcuno nella sua vita, ora questa consapevolezza, questa presa di coscienza, questo principio di sicurezza e voglia di indipendenza, lo vedo un po' come un'evoluzione del personaggio.
Sono molto orgogliosa di lui (e anche di Wuxian, perché è anche merito suo).
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Wuxian e Lan Zhan.
E mo, che dico?
Sono in seria difficoltà.
Il finale tra Wuxian e Lan Zhan è un attimo difficile da capire.
Penso di essere in difficoltà perché la serie stessa si è trovata in difficoltà. A questo punto bisogna chiudere la loro storyline, e bisogna farlo con quella barriera che è la censura.
Il problema è: questi due alla fine stanno insieme, come facciamo a far capire che stanno insieme senza farlo vedere chiaramente?
Alla fine esce fuori un finale che bisogna interpretare. Prima di tutto, Wuxian fa per proseguire per la sua strada e si accorge che Lan Zhan non ha intenzione di andare con lui, e la cosa lo lascia con le lacrime agli occhi. Capire questa scena è davvero difficile perché i due personaggi NON PARLANO.
Tornano ai Meandri delle Nuvole - scena inutile in cui suonano - dove poi si separano perché Wuxian parte per combattere il male in giro per il mondo.
Di tutta questa dinamica non ci viene spiegato assolutamente NULLA.
Cosa significa il silenzio di Lan Zhan?
Perché Wuxian quasi scoppia in lacrime?
Perché se ne va?
Dunque, io ho provato a darmi una spiegazione, ma non so se è quella giusta. Lan Zhan vuole che Wuxian vada a vivere ai Meandri delle Nuvole con lui, ma Wuxian non è pronto, quindi parte. Viaggia per un imprecisato periodo di tempo, e infine, torna a Gusu per stare con Lan Zhan.
Capire che quella è Gusu perché ci sta uno sputo d'acqua da una parte, è stata un'impresa.
Per quanto riguarda il finalissimo, non posso non amare il sorriso di Wuxian.
Mentre sta suonando le ultime note della loro canzone, Lan Zhan lo chiama da dietro, Wuxian abbassa il flauto e lentamente si volta. Quando si sono separati ha detto a Lan Zhan di trovare il nome a quella canzone, quindi mi piace pensare che Lan Zhan vada verso di lui rivelandogli il nome: WangXian. E Wuxian sorride.
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MA QUANTO È BELLO QUESTO SORRISO.
Alla fine, chiudere la loro storyline in modo chiaro e limpido era molto difficile. Questi due personaggi sono impostati per dichiararsi a un certo punto, e qui non potevano farlo.
Ma al di là del finale che va a interpretazione, in generale penso che la loro sia una bellissima, tragica e poetica storia d'amore.
Dico sempre di come Lan Zhan abbia salvato Wuxian facendogli ritrovare la gioia di vivere, ma anche Wuxian ha salvato Lan Zhan. Mi ricordo quando all'inizio Lan Zhan fosse un ragazzo completamente solo, e il fratello era contento dell'arrivo dei discepoli ai Meandri delle Nuvole, così avrebbe potuto farsi degli amici. Wuxian è stato l'unico a voler fare amicizia con lui. Ha voluto farci amicizia a tutti i costi, lo ha stalkerato alla grande, ma sono convinta che questa insistenza in realtà piacesse a Lan Zhan. Finalmente erano entrati il calore, l'affetto, la gioia e la passione nella sua vita solitaria e fredda. Finalmente qualcuno si era accorto della sua esistenza. Finalmente qualcuno voleva essergli amico.
Capisco tutti quegli sguardi glaciali che all'inizio gli lanciava. Per Lan Zhan era assolutamente insolito che qualcuno volesse stringere un legame con lui, e non sapeva come gestirlo. E poi, beh... parliamo di Wuxian. L'esatto opposto di Lan Zhan. Per Lan Zhan deve essere stato sconvolgente sentire di provare piacere per un ragazzo tanto spudorato, chiassoso, incurante delle regole, malizioso, sempre a bere e a scherzare. Ecco perché il povero Lan Zhan cercava di starci alla larga, per lui era inconcepibile provare interesse per una persona del genere, era combattuto, ma Wuxian ha continuato a insistere finché non è letteralmente diventato tutto il mondo di Lan Zhan.
Potrei davvero stare qui le ore a parlare di questi personaggi e della loro storia.
Su di loro concludo dicendo che sono molto felice per loro, sono felice che alla fine ce l'abbiano fatta, felice che siano riusciti a superare i rimpianti e il dolore. Sono felice che Wuxian abbia trovato il coraggio di perdonarsi ed essere felice, che abbia capito di dover pensare anche a se stesso oltre che agli altri. La parte più bella della sua evoluzione sta proprio in questo: alla fine dà a se stesso quel valore che si è negato per anni. Ciò mi rende orgogliosa e felice.
Non so bene come chiudere questo commento (è l'ultimo, rip).
Mi ricordo quando ho guardato la serie la prima volta. Credevo fosse una commedia romantica (tutta colpa del trailer ingannatore bastardo!!), e quando mi sono resa conto che era peggio di una tragedia greca sono rimasta sconvolta. La prima visione è stata devastante, ogni episodio del flashback era una tortura ed ero sempre in lacrime, mi ricordo che continuavo a dire di come questa serie mi avrebbe mandato in terapia (tanto che l'avevo soprannominata The Untamed, Come andare in terapia). Ma poi ogni cosa si è incastrata nel posto giusto e sono riuscita a trovare la pace con tutto il dolore precedente.
The Untamed prima ti spezza il cuore fino a ridurlo a brandelli, poi ti aiuta a rimettere insieme i pezzi accompagnandoti lungo la strada.
Arrivata alla fine, sento che tutto è nel posto giusto, e allo stesso tempo provo una marea di emozioni per questa storia, da cui nonostante tutto non riesco a staccarmi. Due giorni fa ho finito il rewatch, e arrivata in fondo all'episodio finale mi sono detta: "ora la ricomincio!"
L'ho seriamente pensato, ma no, non l'ho ricominciata.
Tengo a mente che devo:
1) scrivere il commento della novel (oh mamma mia....)
2) guardare il cartone animato, perché sì, c'è anche quello e prima o poi lo guarderò.
Ma almeno per un po' vorrei staccarmi da The Untamed e buttarmi su altri drama (Hotel del Luna, arrivo!!!).
Per concludere:
Serie assolutamente consigliata.
E per il voto, se dovessi guardare l'emotività darei un dieci. Anche i personaggi e le relazioni tra di loro sono veramente ottimi. La recitazione è ad alti livelli (Xiao Zhan merita un Oscar, io l'ho sempre detto).
Altre cose buone sono i dialoghi, i costumi, i dettagli delle scenografie, il buon equilibrio e ritmo della storia.
La colonna sonora è una delle più belle che abbia mai sentito nella mia vita. Chiunque l'abbia composta, ha tutta la mia stima e gratitudine.
Ma devo essere obiettiva, e oltre a tutti questi bellissimi pregi, la serie presenta anche dei difetti, in particolar modo due: gli scarsi effetti speciali (chi se lo scorda il brutto pupazzo del cane), e la trama che alla fine rimane con domande senza risposta. Il secondo difetto è quello che mi scoccia di più. Perché potevo passare oltre alla Tartaruga fatta male, in fondo non mi importa se gli effetti speciali non sono alla Game of thrones, non sono quelli che mi porto dietro; ma non posso fare finta di niente quando non mi spiegano i talismani usati da Wuxian, Wen Ning che corre a prendere la sciabola non si sa dove, la storia romantica tra Jiang Cheng e Wen Qing che non si sa perché è stata fatta, il Sigillo della Tigre che mai si saprà come è stato creato, ecc ecc.
Tante cose potevano essere spiegate in poche battute e non l'hanno fatto, e questo penalizza la serie.
Voto finale: 8 e mezzo (una parte di me vorrebbe dare di più ma non vorrei essere di parte).
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genevieveamelie · 4 years
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𝐓𝐲𝐥𝐞𝐫 & 𝐆𝐞𝐧𝐞𝐯𝐢𝐞𝐯𝐞 𝟎𝟒.𝟎3.𝟐𝟎 --------------------------------------
Era consapevole che il proprio carattere non era dei più facili, e non poche volte si era andato a scontrare con la sorella minore, proprio per quello, proprio per i loro caratteri così forti e determinati. Anche se i due non erano fratelli di sangue Tyler aveva sempre considerato Genevieve come sua sorella. Aveva un senso di protezione nei suoi confronti non indifferente risultando anche molte volte appiccicoso o pesante, ma al ragazzo non era mai importato.
In quel periodo non era stato molto presente a causa del lavoro e degli orari, ma soprattutto a causa della morte di quel ragazzo, di Jacob Ruiz. Essendo lui un veggente, del grado più alto, si era prestato per aiutare a risolvere quel caso che aveva mandato il tilt praticamente tutta la città, ma soprattutto chi aveva dei poteri. Tyler non era tranquillo, affatto, ma non per lui ma più che altro per la minore ecco il perché di quella richiesta.
La conosceva, sapeva quanto potesse essere testarda, quanto quella richiesta non le andasse a genio, lo aveva dimostrato, ma lui era più testardo di lei, ecco perché prima d'andarla a prendere passò a casa dei genitori per prendere la valigia che aveva fatto preparare dalla madre, ma anche per tranquillizzarli, ansiosi come erano dare di matto era la minore delle cose che potevano accadere.
Puntuale come un orologio svizzero il chirurgo era già davanti all'università pochi minuti prima della fine dell'ultima lezione della sorella.
Genevieve Amélie S. Hale
Scegliere di andare a vivere da sola era un passo che prima o poi la fata avrebbe compiuto comunque, qualunque cosa avessero detto i genitori e quel fratellastro che da sempre rappresentava il suo punto di riferimento. Testarda all'inverosimile, Genevieve difficilmente lasciava spazio per un possibile compromesso, soprattutto quando riguardava la sua vita. S'era infatti ritrovata a storcere il naso leggendo i messaggi con Tyler, soprattutto perché quando entrambi si mettevano in mente una cosa, era difficile che uno dei due cedesse, figuriamoci poi se avessero dovuto vivere sotto lo stesso tetto. Il giorno successivo a quello scambio di messaggi aveva cercato di rimanere il più possibile serena a quell'incontro che avrebbe avuto con Tyler, s'era preparata e aveva raggiunto il college come tutti gli altri giorni, nonostante ultimamente la mente fosse occupata da pensieri fin troppo complessi. La vicenda di Jacob aveva sconvolto ogni abitante di Ravenfire, e Genevieve non era stata da meno. La fine delle lezioni, tuttavia, non tardò ad arrivare e quando uscì vedendo il fratello già pronto ad attenderla, la fata non riuscì a non trattenere un sorriso. S'avvicinò così lentamente, uno sguardo acuto per studiarsi per un momento, prima di scoppiare a ridere e dargli un rapido abbraccio per salutarlo. « Puntuale come sempre, eh? » Un tono di voce mellifluo si elevò nel salutare quel volto da bravo ragazzo che aveva suscitato in lei così tante emozioni quando era più piccola, tuttavia, non riuscì a non notare che qualcosa di storto era pronto ad abbattersi non solo di loro, ma principalmente sul di lei umore.
Tyler Hale
Sapeva che chiederle di venire a vivere con lui, o meglio quasi obbligarla, era una bomba ad orologeria. Avevano due caratteri forti, entrambi cocciuto e testardi ma dopo quello che era successo a Jacob, Tyler voleva sapere che sua sorella era al sicuro. Si sarebbe preoccupato in ogni caso, come sempre, ma sarebbe stato più sereno nel vederla tutti giorni e non raramente come succedeva ultimamente. Il proprio lavoro era sfiancante e lui aveva dovuto rinunciare a del tempo con la propria famiglia. Era davanti all'università gia da cinque minuti quando la mora entrò dentro la macchina abbracciandolo. Tyler la strinse a se, le posò un dolce bacio sulla nuca e dopo che si mise la cintura si rimise in strada. 《 Sono mai stato in ritardo ? 》 Le chiese ironicamente, ma entrambi sapevano che dovevano affrontare quel discorso, e quasi sicuramente avrebbero litigato, come sempre, ma poco importava. 《 Senti Gen, fallo per me. Non devi rimanere a casa per sempre, anche perché non ti sopporterei, ma almeno fin quando non si scopre chi è stato ad uccidere quel ragazzo, devo sapere che sei al sicuro. Poi da me hai una camera più grande della tua e io ci sto poco a casa, lo sai. 》
Genevieve Amélie S. Hale
Una volta all'interno dell'abitacolo con Tyler, la fata aveva voltato il viso verso il finestrino per osservare come la vita scorresse velocemente, ma lo sguardo del fratello era sempre lì ad osservarla. Lo sentiva come un faro puntato su di lei, impossibile da ignorare, ma sapeva dentro di sé che la lite che ne sarebbe conseguita non avrebbe portato a nulla di buono. La Hale si ritrovò così ad inspirare sonoramente, il sorriso che era comparso era stato subito sostituito da un'espressione decisamente più stanca, e con un gesto lento, si voltò nella di lui direzione. « Non molli, eh? » Domandò quasi retoricamente. Solo quando lo sguardo le cadde sui sedili posteriori, la fata vide le sue valigie pronte per l'imminente trasferimento. Un sentimento di rabbia e sconcerto cominciò così a nascere nell'animo della giovane che subito si voltò furiosa verso il fratello. « Spero che tu stia scherzando. Che cosa ci fanno le mie valigie in macchina? Avevamo detto che ne avremmo parlato, non che avrei accettato. E ci manca ancora che dovrei rimanere chiusa in casa... Ho la mia vita, Tyler, il college, la palestra e la piscina, non vorrai mica segregarmi in casa per una paura infondata, non è vero? Dio... Lo sapevo che mi avresti incastrato. »
Tyler Hale
《 No che non mollo! 》 Con lei non lo avrebbe mai fatto, da quando quella bambina era entrata nella sua vita, nella propria casa Tyler le era sempre stato accanto, in ogni momento. Entrambi avevano fatto affidamento sull'altro in molte occasioni ma non lo avrebbero mai ammesso. 《 Stanno lì perché sei cocciuta come un mulo. Non ti ho mai detto che devi restare in casa porca miseria! Ho detto questo ? No quindi non mi mettere in bocca parole che non ho detto, sai quanto lo odio. 》 Era entrata in macchina da dieci minuti e già stavano litigando sonoramente. 《 Continuerai a fare tutto ciò che vuoi, università, amici, piscina, quello che stradiamine vuoi, devi solo venire a dormire a casa e avvertirmi se esci e fai tardi e basta. Non ti sto chiedendo molto e lo sai. 》 Erano a pochi minuti da casa del ragazzo quando si dovette fermare ad un semaforo. 《 E calmati! 》
Genevieve Amélie S. Hale
La fata ricordava come il loro incontro, quel semplice sguardo, avesse cambiato le loro vite in modo estremamente migliore, facendoli sperare in qualcosa di decisamente migliore, ma nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso. In quel momento, Genevieve sentì la rabbia montare dentro di sé, sentì una furia abbattersi su di lei, che la costrinse a voltarsi maggiormente nella sua direzione e stringere con forza i pugni. Come diavolo poteva pensare Tyler che avrebbe accettato senza dire la sua? Come poteva credere che la fata non avrebbe dato di matto alla scoperta delle sue valigie pronte e finite? « Tu continui a voler imporre la tua volontà su di me, Tyler! Sei diventato paranoico. » Nonostante il tono di voce s'era abbassato notevolmente dalla sua iniziale reazione, la fata continuava a scuotere il capo in segno di diniego. Voleva la sua indipendenza, avrebbe voluto andare a vivere da sola per tagliare quel cordone ombelicale che sentiva a volte stringerla fin troppo, e per non parlare di quella distanza che s'era creata ultimamente con il fratello. Si ritrovò così ad inspirare sonoramente, voltò il capo in direzione opposta a quella di Tyler e si girò poi incrociando le braccia al petto. « Ovvero renderti conto di tutto quello che faccio... No, no e ancora no. Sono settimane che siamo più distanti che mai, tu hai la tua vita, i tuoi impegni, come io ho la mia o quello che mi è rimasto, e ora dovremmo riadattarci entrambi per una paura che non sta né in cielo né in terra. Tyler, voglio la mia indipendenza e venire a vivere con te è come fare un passo indietro. E smettila con questa tua calma apparente, mi innervosisci ancora di più. »
Tyler Hale
Tyeler dovette accostare, non riusciva a risponderle come voleva se continuava a guidare, ecco perché si fermò in una piazzola di sosta. < Ti devi calmare, non ti sto dicendo un cazzo, non ti va bene quello che penso, quello che dico o ti sto chiedendo, ma non è la prima volta o sbaglio !? > Era arrabbiando, perché lui doveva mettersi nei suoi panni, ma lei non ci provava neanche, non provava minimamente a capire il proprio punto di vista e questo lo stava facendo, diventare pazzo. < POTEVI ESSERE TU CAZZO! Lo capisci ? capisci che non voglio che ti accada niente, che non ti sto segregando in casa ? Non ti sopporterei, sei già una spina nel fianco normalmente figurati se ti chiudo in casa, impazzirei! > Aveva alzato il tono della voce per poi calmarsi leggermente, entrambi non volevano cedere, ma in qualche modo dovevano fare, dovevano trovare un punto d'incontro. < Secondo te non ci sto male ? Non mi piace la distanza che si è creata tra di noi e lo so che è colpa mia, per il mio lavoro e per i miei impegni. Ma questo non cambia il fatto che ti voglio bene e voglio saperti al sicuro. Quello che ti è rimasto ? ma smettila Gen, nessuno ti ha mai impedito di fare qualcosa o d'essere chi volevi essere con tutti i tuoi sbalzi d'umore. Ti metti un secondi nei mie panni e mandare in un bel posto l'orgoglio eh ? > Tyler voleva il suo bene, voleva tornare ad essere come erano un tempo, amici, confidenti, migliori amici. < Gen non voglio impedirti d'andare a vivere da sola, sono il primo che vuole che tu faccia quell'esperienza perché è stato uno dei momento i più belli della mia vita, ma voglio, anche, che tu sia al sicuro ? Resta con me finchè le rivolte non si calmeranno, finchè non verrà preso l'assassino e poi ti aiuto a trovare casa. Fallo per me, e si ho sbagliato a prendere le tue cose ma sei cocciuta come un mulo! >
Genevieve Amélie S. Hale
Poter parlare come persone normali e civili sembrava assurdo in quella situazione. Le parole urlare prima dalla fata e poi dal veggente non avevano fatto altro che peggiorare la situazione. Inspirò sonoramente, una, due, tre volte, senza nemmeno rendersi conto che ormai avevano accostato sul ciglio della strada, non troppo distanti dall'appartamento di Tyler. La fata si ritrovò così ad appoggiare la nuca sul poggiatesta della macchina, chiudere per un momento gli occhi, e cercare di mettere da parte il suo carattere a volte irruento. In qualche modo ella comprendeva le paure del fratello, addirittura era lei stessa in apprensione per lui ogni volta che si trovava in ospedale o chissà dove, ma no voleva cadere in quel loop che conosceva fin troppo bene. Avrebbe fatto bene a mettere via l'orgoglio? Avrebbe fatto bene ad accettare quella dannata proposta? Sarebbe stato il loro suicidio, lo sapeva, ma per il suo bene poteva farlo, non è vero? Odiava che si fosse creata quella distanza, odiava sentire il suo punto di riferimento come se fosse perso nella nebbia, ma odiava essere rimasta sola. Spesso la fata veniva giudicata superficiale, ma Genevieve era ciò che più lontano poteva essere dall'essere superficiale. « Va bene. » Due semplici parole, un tono di voce decisamente più basso rispetto a prima, e gli occhi ancora chiusi. Sentiva il cuore battere incessantemente, il respiro affannato di Tyler per quell'ennesimo scontro che non aveva trovato nessuno come vincitore, ma agli occhi della fata era il veggente ad alzare la coppa della vittoria. « Ancora non sono d'accordo, ma se è quello che vuoi, va bene verrò a vivere con te. Almeno sarai più tranquillo, ma niente ragazze in casa, sia chiaro. »
Tyler Hale
《 E niente ragazzi in casa. Se dovete studiare è un conto, per altro no. 》 Sapeva che sarebbe stata una dura prova quella, vivere insieme sarebbe stato allucinante, ma lui sarebbe stato tranquillo. Non voleva impedirle di fare tutte le sue cose, uscire con i suoi amici ma Tyler aveva bisogno di sapere che lei fosse al sicuro. Era un sua paura, fin dal momento in cui era entrata nella sua vita aveva fatto di tutto per tenerla al sicuro, e molte volte si preoccupava più lui dei genitori. La sorella aveva ancora gli occhi chiusi quando scese dalla macchina e dopo aver fatto il giro e aperto il suo sportello la prese e l'abbracciò, la strinse a se come ormai non faceva da tempo. 《 Grazie. 》 Era una parola semplice, una parola che racchiudeva in sé tante cose ma sapeva che lei avrebbe capito anche tutti i significati nascosti. 《 Mi spiace non esserci stato in questo periodo Gen. 》
Genevieve Amélie S. Hale
Fin dal primo in cui la fata e il veggente s'incontrarono, sembrarono legati da un'affinità che era difficile spiegare a parole ma che li aveva condotti a diventare parte integrante della vita dell'altra. Che stesse male uno, l'altro c'era sempre con una carezza, una parola, un gesto che scaldava il cuore facendoli avvicinare sempre di più. Il fatto poi che ultimamente si fossero allontanati per circostanze ancora sconosciute era un qualcosa che rattristava la fata, ma doveva ammettere che tornare a vivere assieme a Tyler poteva essere anche il loro modo per ritrovarsi. Chiuse gli occhi per un momento, scese poi dalla macchina ed inspirò a pieni polmoni lasciandosi abbracciare e cullare da quelle braccia forti. « Dispiace anche a me. » Poche semplici parole simil ad un leggero cinguettio furono emesse dalle labbra della fata che, nonostante tutto, si sentiva per la prima volta dopo tanto tempo a casa.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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weirdesplinder · 3 years
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Libri romance con coppie mature
Molto spesso le protagoniste dei romanzi sono: giovani e belle, (diciassette-diciotto  anni), piene di vita  e accalappiano l'eroe bello e tenebroso (spesso molto più grande di loro) senza fatica apparente. Bene, è ora di finirla. Anche chi ha superato i trenta o quaranta ha il diritto di essere protagonista e di mettere in ginocchio un belloccio da sposare. I quattro romanzi che vi vorrei consigliare, oltre ad essere scritti bene, ad avere trame intriganti e divertenti, hanno delle protagoniste finalmente DIVERSE dal solito. Non più nel fiore degli anni, hanno ormai, trenta, quaranta anni, non sempre sono bellissime, ma trovano comunque l'amore in modi inaspettati.
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Il velo della notte di Lydia Joyce
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Trama: 1800. Inghilterra. Un conte misterioso vive quasi recluso nel suo maniero. Una nobildonna va a trovarlo per salvare dai debiti il fratello. Il conte le propone un patto. Lei acetta e così due vite segnate dal dolore e dalla solitudine si incontrano. Entrambi non più giovanissimi, entrambi pieni di ricordi dolorosi e di rimpianti. Riusciranno a guarirsi a vicenda?
La mia opinione: Un bellissimo romanzo, con due protagonisti di primo piano. Entrambi segnati dal loro passato hanno dei caratteri forti e fragili allo stesso tempo. Lui segnato da una misteriosa malattia che non gli permette di uscire alla luce del sole, lei piena di rimpianti per le sue stesse scelte che le hanno rubato la giovinezza. Insieme troveranno conforto e amore.
E infine la baciò di Laura Lee Guhrke
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Trama: Inghilterra. Fine 1800. Emmaline è la segretaria di un famoso editore. Seria, pacata e controllata, vive secondo le ferree regole dell'etichetta. Il suo datoro di lavoro, invece, scandalosamente divorziato se ne infischia delle regole della società. Emma si accorge che la sua vita non è quella che vorrebbe solo dopo l'ennesimo rifiuto a far pubblicare il suo libro, proprio il giorno del suo compleanno. Ormai trentenne ha passato la giovinezza sprecandola, così decide di dare una svolta alla sua vita. Si licenzia, trova un nuvo editore e pubblica il suo libro. Il suo ex datore di lavoro però non intende lasciarla andare, senza di lei il suo ufficio sembra crollare. Quello che non si aspetta però è di essere attratto dalla nuova Emma. Per la prima volta la vede veramente...
La mia opinione: Molto bello. I due protagonisti non sono preda di equivoci o spinti l'uno verso l'altro da elementi esterno o da altri personaggi, è semplicemente un lavoro interiore che li avvicina. Emma per la prima volta agisce impulsivamente e da quel momento cambia agli occhi del suo ex datore datore di lavoro Lord Marlowe. Egli crede, dopo un divorzio disastroso e doloroso, di essere immune all'amore e nemmeno riconosce ciò che prova per Emma, sa solo che deve aiutarla a liberarsi dalla prigione di regole che la soffoca. Un libro stupendo, romantico, ma con una vena di tristezza e gioia che ammalia il lettore. Da leggere assolutamente.
Il duca di ghiaccio di Mary Balogh
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Trama: Il glaciale e solitario Wulfric Bedwyn, duca di Bewcastle, ha visto i suoi fratelli e sorelle trovare l’amore e sistemarsi. Tuttavia non ha alcuna intenzione di emularli. Alla morte della sua amante si sente però improvvisamente solo e accetta un invito a un ricevimento, incontrando una schiera di dame che fanno di tutto per attirare la sua attenzione. Tranne una: Christine Derrick. Non più giovanissima e vedova, Christine ha comunque una vivacità e una carica sensuale che Wulf non riesce a ignorare. Eppure, nonostante l’inevitabile e corrisposta attrazione, lei rifiuta di diventare sua amante, e sedurla sarà per il “duca di ghiaccio” una sfida da vincere a ogni costo. Al punto di rendersi conto di non poter più fare a meno dell’amore…
La mia opinione: ve ne ho già parlato ampliamente in diversi post precedenti, romanzo bellissimo da leggere assolutamente, indipendentemente dall’età dei protagonisti che essendo più maturi sono comunque più interessanti. Tutta la serie Bedwyn sarebbe da leggere.
Mio unico amore di Mary Balogh
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Per la prima volta dalla morte del figlio e della moglie, George Crabbe, duca di Stanbrook, prende in considerazione l’idea di risposarsi. Riaffiora così nella sua mente l’immagine di una donna conosciuta un anno prima e mai più rivista: Dora Debbins. Dora, da parte sua, ha perso ogni speranza di contrarre matrimonio dopo lo scandalo che aveva investito la sua famiglia e i lunghi anni in cui si era dovuta occupare della sorella minore. Ora vive da sola nel Gloucestershire, dove insegna musica per guadagnarsi da vivere. Ma la visita del duca penetra nella sua vita come un raggio di sole…
La mia opinione: Questo appartiane a una delle serie più recenti della Balogh (serie Survivor) secondo me meno belle delle precedenti, ma la Balogh è sempre la Balogh e merita. Tengo comunque a dire che questo libro ha veramente poca trama, perciò se cercate letture che vi coinvolgano in modo particolare o vi regalino soprese cercate altrove. Qui è tutto corteggiamento e approfondimento psicologico e basta.
Semplicemente perfetto, di Mary Balogh
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Claudia Martin, colta e dai modi semplici, dirige con impegno una scuola per giovani signore poco abbienti. Genuino è il suo disprezzo per l’aristocrazia e per la superficialità dei rituali che la caratterizzano. Trovarsi quindi in viaggio da Bath a Londra in una splendida carrozza con Joseph Fawcitt, marchese di Attingsborough, è per lei un tormento. Che diventa autentico supplizio nel momento in cui scopre di essere attratta da lui. Per contro, Joseph si accorge al primo sguardo di quanto Claudia sia appassionata e gentile. Sarà possibile, per due mondi tanto diversi, trovare un punto d’incontro?
La mia opinione: Ultimo libro della serie Simply della Balogh, serie che vi consiglio di leggere tutta, e dopo aver letto la serie Bedwyn poichè le due serie hanno ersonaggi in comune. Libro bello quanto tutta la serie del resto, super consigliato e scritto benissimo, appartierne all’epoca d’oro della Balogh.
Qualcuno da desiderare di Mary Balogh
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Trama: Dopo la morte del marito, il conte di Riverdale, con cui ha vissuto per vent’anni senza sapere che era già sposato, Viola Kingsley è irrequieta e infelice sebbene circondata dall’affetto dei figli e di tutta la famiglia. Superati, o quasi, il dispiacere e la vergogna per essere stata privata del titolo nobiliare e del patrimonio, sente tuttavia che la sua vita è vuota finché un giorno, per caso, si imbatte in un vecchio spasimante respinto quattordici anni prima: Marcel Lamarr, marchese di Dorchester. Nonostante una fuga d’amore lontani dal mondo, però, nel giro di un paio di settimane il loro senso del dovere sembra avere di nuovo il sopravvento quando…
La mia opinione: questo fa parte della serie Westcott della Balogh, la sue serie che amo di meno, per carità è carino come libro ma diverse scene mi hanno ricordato altri libri precedenti dell’autrice, sa molto di già letto e visto mille altre volte questo libro.
Gli amanti dello scandalo (Scandalous lovers), di Robin Schone
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Trama:  Londra. Primi del 1900. James ha quarantasette anni, è un avvocato  difensore, e la morte di sua moglie gli ha fatto capire non averla mai  conosciuta, di non avere mai cercato di conoscerla. Lui fa parte con  altri uomini e donne di un club, Il  Club degli uomini e delle donne che  era nato per discutere delle differenze fra i sessi, ma che in realtà  non ha mai affronìtato argomenti reali. Gli stessi membri si conoscono  appena fra di loro. Ma l'entrata di una sconosciuta durante una riunione  del Club, cambierà tutto La sconosciuta è Frances, ha quarantanove  anni, è vedova ed è nonna di ben dodici nipoti. Dalla campagna è venuta  in città per una breve vacanza. Non sa che la sua sincerità nel  rispondere alle domande di James cambierà le dodici vite dei membri del  club e soprattutto cambierà per sempre la sua vita.
La mia opinione: qui l’età dei protagonisti è centrale alla trama. Il libro è stupendo anche se estremamente sensuale, visto che la sessualità e la libertà sessuale sono al centro della trama.
Scandalo inglese (The Trouble with Harry) di Katie MacAlister
https://www.eharmony.it/Harmony/Libri/Historical/Grandi-Romanzi-Storici/Grandi-Romanzi-Storici-giugno-2008/SCANDALO-INGLESE
Trama: Per evitare la rovina finanziaria, Frederica Pelham, detta Plum, decide di rispondere all'inserzione matrimoniale di un vedovo, e poco tempo dopo lo sposa. Solo in seguito il consorte le rivela di non essere il segretario di un ricco marchese, bensì Lord Harry Rosse in persona, e di avere addirittura cinque figli! Per Plum è un duro colpo, anche se non può certo lamentarsi dell'inganno visto che nasconde a sua volta dei segreti imbarazzanti, come l'accusa infamante che macchia la sua reputazione, o la presenza di un ex marito che minaccia di rivelare a tutti il suo scandaloso passato. Insomma, Plum desiderava soltanto un po' di pace e di sicurezza, ma come riuscirà a ottenerla tra tanti equivoci e ricatti?
La mia opinione: Qui la trama è avvincente, ironica e piena di equivoci e inganni. Se vi piace quel genere di libri allora questo fa per voi.
Inediti in lingua italiana:
Something Shady
Pamela Morsi
Inedito in italiano
Trama: Primi anni del 1900. America. Per venti anni lei ha amato in segreto il suo vicino, e fantasticato su di lui. Ormai, vicina ai quaranta sa di aver sprecato i suoi anni migliori dietro un sogno impossibile, finchè l'incredibile accade. Un malinteso avvicinerà lei al suo vicino, ed entambi scopriranno di essersi sempre piaciuti.
La mia opinione: La trama sembra inconsistente ma in realtà gli equivoci si susseguono pieni di ironia e i due protagonisti ormai maturi, riscoprono dentro di loro, una giovinezza interiore che li ripagherà di tutti i dolori subiti. Avrebbero potuto amarsi venti anni prima se solo uno dei due avesse parlato, ma a che serve rimpiangere il passato se il presente diventa meraviglioso?
Someone to remember di Mary Balogh
Inedito in italiano
Trama: Matilda Westcott da ragzza ha rifiutato la proposta di matrimonio del suo primo amore su consiglio dei genitori, ma ora trent’anni dopo ha una seconda possibilità di rimediare a quell’errore.
La mia opinione: Racconto della serie Westcott che sarebbe molto carino se non riuscisse a risultare prolisso nonostante la sua brevità. Non lo consiglio, ma l’ho messo in lista perchè i due protagonisti hanno superato la cinquantina ed è raro trovare protagonisti di questa età nel genere romance.
Another dream, di Mary Balogh  (racconto contenuto nell’antologia: Once upon a dream)
Inedito in italiano
Trama: Eleonor, la sorella di Christine moglie del Duca di Ghiaccio Wulfric Bedwyn, da sempre convinta di non volersi sposare dopo aver perso il fidanzato in guerra, si rende conto dopo aver pasdsato i quaranta che insegnare non le basta più e fortunatamente per caso in una locnda durante un temporale incontra un bel Conte, vedono con due bambini adorabili...
La mia opinione: Questo al contrario di Someone to remember, appartiene all’epoca d’oro di Mary Balogh e farebbe parte della serie Simply ed è collegato anche al Duca di Ghiaccio, perciò è molto carino e superconsigliato.
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isabelamethyst · 4 years
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     👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭 & 𝐝𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬      ❪    ↷↷     mini role ❫      rock       &      buy      10.01.2020  —  #ravenfirerpg
Tante erano le passioni della bella Hughes, eclettica il più delle volte, ma ve ne era sempre stata una che aveva accompagnato la sua vita, la musica. Cantare era ciò che le serviva per rilassarsi, ma non solo, anche poter ascoltare infiniti brani attuati e passati avevano un potere potentissimo sull'animo di Isabel. Dopo l'esperienza del rapimento, era sempre più difficile poter ritrovare la propria strada, ma cominciando dalle cose semplici, Isabel era riuscita pian piano a riprendere in mano la propria vita, nonostante i dubbi e quesiti fossero ancora molti. Almeno una volta a settimana, era tradizione per l'esperimento far visita al negozio di musica presente in città e, nonostante non fosse come quello che solitamente frequentava a New York, doveva ammettere che qualche chicca era riuscita a trovarla. Quel venerdì mattina, complice il fatto che l'ultima lezione al college fosse stata annullata per mancanza del professore, era la giornata giusta per fare una capatina al Rock & Buy, poco distante da dove si trovava. Infiniti brani e album erano presenti nel negozietto dove si trovava ora la Hughes, alcuni più recenti, altri più datati ma fu quando intravide una testa rossa come il fuoco che fu costretta a bloccarsi. Conosceva i Seered, come non conoscerli, Ashley era una delle sue migliori amiche, e Dylan era esattamente lì a pochi passi da lei. Da quando era successa tutta la questione del suo cambiamento, non v'era più stata occasione di parlare con Ashley, figuriamoci con Dylan. Con un sospiro decisamente più sonoro di quanto non avesse voluto, osservò con più attenzione il ragazzo chiedendosi se fosse meglio avvicinarsi o lentamente uscire dal negozio. Che diavolo doveva fare?
Dylan Marcus L. Seered
Se c'era un luogo in tutta Ravenfire — lago a parte ovviamente — in cui Dylan ritrovava totalmente se stesso, in cui poteva per un istante e abbandonare la messinscena del perfetto figlio di Edward Seered dedito alla famiglia, al cognome, alle regole, ed a i doveri, quello era il negozio di musica con il suoi vinili, i suoi cd, i suoi libri riguardo l'argomento. Era un periodo di enorme riflessione, quello, per il giovane rosso, da quando la relazione con Nevil era diventata una costante — e non che lo avesse creduto sin da subito, non era il tipo d'infilarsi a caso nei letti altrui senza provare sentimenti o quantomeno vero interesse — egli aveva sentito più forte che mai il richiamo della speranza che lo spingeva a non arrendersi, a non smettere di fomentare la rivolta che avrebbe condotto suo padre alla defenestrazione definitiva, a schierarsi, seppur non ancora apertamente, dalla parte di Ashley e consegnare a lei il potere. Certo, anche prima dell'arrivo del dooddrear la sua mente pianificava strategie per l'eliminazione dai giochi del genitore, ma non era per sé che lo faceva, era per le sue amate sorelle che meritavano una Ravenfire migliore, libera da idee razziste inutili. Adesso, però, le carte in tavola erano cambiate, adesso v'era anche il suo futuro in ballo, la felicità, quel benessere che Edward gli aveva tolto impedendogli di perseguire il suo vero sogno, ovvero la musica, perché no, non era abbastanza per uno che portava l'incombenza di quel nome. E dunque s'era decido a muovere le pedine sulla scacchiera, lo scacco matto non era ancora vicino, suo padre era potente, era astuto, era un nemico assolutamente da non sottovalutare, ma nemmeno lui lo era, del resto era comunque sangue del suo sangue, manipolazione e doppi giochi erano il suo pane quotidiano. Tuttavia, affinché una strategia riuscisse perfettamente, era necessario che chi ne tirava i fili avesse la mente lucida, calma, fredda, dunque servivano momenti in cui si doveva staccare la spina, era ciò che stava facendo in quel momento, il rosso, quando una presenza poco distante attirò immediatamente i suoi occhi. Rimase per un attimo attonito, indeciso sul da farsi, non vedeva Isabel da lungo tempo, non aveva idea di come avrebbe potuto reagire a lui. Ma Dylan non era un codardo, affrontava sempre tutto di petto, quindi avanzò verso di lei, con un sorriso appena accennato. « Se non vuoi vedermi cambio reparto. » Esordì, con tono però assolutamente esente da accuse o nervosismo, anzi. Albergava, nel suo cuore, la vana speranza che l'amica non lo scacciasse, teneva a lei, certamente sarebbe finito con il rimanervi decisamente male.
Isabel Amethyst M. Hughes
Impossibile sperare che il rosso non la vedesse, impossibile sperare che il loro incontro avvenisse in un luogo più appartato, ma Isabel non era mai stata il tipo di ragazza che si tirava indietro davanti alle situazioni difficili. In fondo, ciò che stava affrontando non era affatto una cosa così semplice, no? Con un lungo e forte sospiro che le fece perfino alzare le spalle, la Hughes alzò lo sguardo sul volto del giovane, l'amico di sempre e e quegli occhi che avrebbe ricordato ancora e ancora. Erano la rappresentazione della sincerità, della preoccupazione, ma anche attenti ad ogni dettaglio e con quelle parole, Isabel non poté non intristirsi per il suo stesso comportamento. « Non devi andartene a causa mia, è da stupidi. » Disse la newyorchese con reale sincerità. Sentiva il suo tumulto interiore, la di lui agitazione pronta a dilagare ma sperò dentro di sé che riuscisse a rimanere calmo. Era difficile per la giovane tenere a basa le sue sensazioni, il suo desiderio di instillare nel prossimo visioni di paura e morte, ma mai avrebbe voluto farlo con Dylan. Le sue labbra divennero una linea, un angolo di queste alzato mostrando un sorriso appena accennato e solo quando si sentì più sicura avanzò di un passo, stando però attenta a non sfiorare nemmeno erroneamente il giovane dai capelli rossi. « E' bello vederti, Dylan. »
Dylan Marcus L. Seered
V'era un aspetto di sé che Dylan mai avrebbe cambiato, neppure se un giorno non lontano avrebbe dovuto sacrificare la sua stessa vita per esso, ed era la lealtà nei riguardi di chi riteneva amico. Benché il cognome che portava avesse alzato ampi muri tra lui e chi gli stava intorno e ben pochi erano coloro che potevano fregiarsi di tale titolo, — quasi nessuno, infatti, andava oltre le dicerie od il terrore imposto da quell'insieme di lettere — il giovane rosso era loro fedele, scegliendo puntualmente il loro benessere al suo personale interesse. Godeva di un animo intriso di sani principi egli, un animo sognatore, idealista, un animo forgiato dai grandi romanzi cavallereschi letti da bambino, un animo colpito e dilaniato dalla follia di chi lo aveva messo al mondo, un animo che, tuttavia, non s'era mai arreso. Non conosceva il rancore, il Seered, e per questo non ne portava ad Isabel pur essendo ella svanita a lungo, senza dirgli una sola parola. Che le era successo? Non glielo avrebbe chiesto, era un altro il quesito che premeva per lasciare le sue labbra. « Stai bene? » Ecco cosa gli interessava sapere, questo e null'altro. Non la vedeva particolarmente sciupata, il suo bel viso era ancora tale, così come la sua figura. Forse, però, quella era solo apparenza, il finto sorriso disegnato sulle di lei labbra non lo convinceva affatto: quella non era la vera Isabel, non quella che Dylan aveva conosciuto.
Isabel Amethyst M. Hughes
Il rapporto con la sorella minore, Ashley, aveva subito una battuta d'arresto, ma quello con il rosso, beh, s'era ghiacciato completamente. Per quanto fossero stati legati in passato, ora tutto era cambiato perché ad essere cambiata era stata lei. Crebbe nella giovane una sensazione quasi di disagio che tuttavia non sapeva da chi dei due provenisse, e stringendosi nelle spalle, Isabel cercò di inspirare profondamente. Piccoli e lunghi respiri facevano sì che si calmasse e mostrasse con più enfasi quel sorriso appena accennato. « E'... E' difficile dirlo, ma sto bene. » Erano parole non semplici per la newyorchese, ma raccontare ciò che le era accaduto era fin troppo arduo. Inoltre, che cosa sapeva Dylan di tutto ciò che aveva dovuto affrontare? Le di lei labbra si incresparono per un momento ripensando a come dovesse partire da zero nella maggior parte dei suoi legami. Con Ashley s'era creata inevitabilmente una sorta di lontananza che aveva portato le due amiche ad avere una breve pausa, per non parlare del suo rapporto con Rosalie, messo a dura a prova dall'ennesima sfida, per non parlare di ciò che condividevano lei, Camille e James. Ma in qualche modo avrebbe dovuto incominciare, no? « E tu? E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti... »
Dylan Marcus L. Seered
Fu un sopracciglio il primo a reagire a quelle parole, guizzando leggermente in alto, un movimento impercettibile ma vero. Come poteva, si chiedeva il giovane rosso, Isabel affermare di stare bene dopo ciò che le era successo? Forse lei non ne era conscia, — e di certo lui non sarebbe stato così stupido da rivelarglielo, non amava essere un membro del Consiglio, ma ne rispettava le leggi e quanto in esso veniva rivelato — ma lui, come tutti gli altri rappresentanti, era al corrente della sua sparizione e del suo essere divenuta improvvisamente, dal nulla, una creatura sovrannaturale, era una delle questioni che tenevano banco nelle riunioni. Non era chiaro come questo potesse essere accaduto, né se vi fosse qualcuno dietro e nel caso specifico chi, ma la mora era sotto la lente d'ingrandimento dell'organo che si occopuva di tutte le creature di Ravenfire, probabilmente era per questo che scappava da lui. Non l'avrebbe certamente costretta, era ovvio, ma neppure lasciata andare completamente, teneva a lei, era una cara amica. « Isabel, io ci sarò sempre, ricorda solo questo, non importa cosa ci sarà di mezzo, sarò sempre dalla tua parte. » Ed era chiaro il fine doppio senso con chiaro riferimento ad eventuali provvedimenti che presto o tardi il consiglio avrebbe preso. Era fatto così, egli, sarebbe sempre stato leale alle persone a lui care, anche a costo di finire giustiziato. « Sono accadute diverse cose, ma non posso lamentarmi.» No che non poteva, al college andava tutto bene, in ospedale anche, in più aveva Nevil ora, benché la loro relazione dovesse restare segreta. Tutto sommato era un uomo felice.
Isabel Amethyst M. Hughes
Ogni volta che Isabel si ritrovava allo scoperto per le strade di Ravenfire, si sentiva sotto una lente di ingrandimento. Chiunque la conoscesse e la incontrasse le chiedeva la medesima cosa, come stava, eppure mai una volta la giovane era riuscita a trovare il coraggio di dire come stessero andando realmente le cose. Era trascorso un anno o poco meno dal suo rapimento, un anno pieno di insidie, di turbamenti emotivi e non solo, un anno in cui aveva perfino creduto di essere diventata pazza, ma in qualche modo sembrava che la newyorchese ne fosse uscita. Si ritrovò ad umettare le labbra, trovandosi quasi in difficoltà a rispondere soprattutto perché come avrebbe dovuto comportarsi con Dylan? Aggrottò appena la fronte, un movimento pressoché impercettibile, ma si costrinse a sorridere per quanto poté. « Io... Non so cosa dire, ma grazie Dylan. » Si sentiva a disagio la giovane, si sentiva come se non dovesse nemmeno trovarsi lì e quello stupido desiderio di musica doveva passare necessariamente in secondo piano. Perché aveva dovuto assecondare quella stupida ispirazione che le era venuta? Perché non poteva semplicemente starsene a casa? Dylan era il fratello di Ashley, non poteva non sapere che cosa fosse realmente successo, ma dirlo ad alta voce? No, impossibile. Con un passo incerto, Isabel indietreggiò, scosse per un momento il capo e rispose con un tono di voce fin troppo flebile per la mora. « E' meglio... E' meglio che vada, ma sono contenta di averti rivisto. Stammi bene, rosso... »
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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drewforesta-blog · 5 years
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Biografia di Drew Foresta
Drew Foresta (biologicamente Shaw) è un personaggio della soap opera statunitense Telenovela D'Amore, interpretato da Matthew Atkinson dal 2019. In precedenza è stato interpretato da Pierson Fodè dal 2015 al 2017 e nel 2018. Universo Telenovela D'Amore 1ª app. in 26 ottobre 2015 Interpretato da Pierson Fodè (2015-2017, 2018) Matthew Atkinson (2019-in corso) Voce italiana Stefano Crescentini Sesso Maschio Professione Stilista della Foresta Modello della Foresta Ex Co-Amministratore Delegato della Specchio Fashions Ex Capo Stilista della Specchio Fashions Parenti: Jennifer Foresta (madre) Dylan Shaw (padre) Donglas Foresta (figlio avuto da Kally Chiummi) Theo Foresta (fratello) Theresa Foresta (sorella) Donna Foresta (sorella, deceduta) Gina Foresta (sorella da parte del padre) Johny Foresta (nonno) Many Foresta (nonna) Haley Foresta (zia) Eva Foresta (zia) Thomas Foresta (nipote, figlio di Theo) Lucas Chiummi Jr. (nipote, figlio di Theresa, deceduto) A.J Young (nipote, figlio di Donna) Logan Foresta Jr. (nipote, figlio di Donna) Dylan Chiummi (nipote, figlio di Theresa) Donna Chiummi (nipote, figlia di Theresa) Errico Foresta (prozio) Stefaliana Foresta (prozia, deceduta) Gianni Foresta (procugino) Thot Foresta (procugino) Anita Foresta (procugina, deceduta) Kristel Foresta (procugina) Felina Foresta (procugina) Josh Foresta (procugino) Milena Foresta (procugina) Mirko Foresta (proprocugino, deceduto) Serena Foresta (proprocugina) Stefania Foresta (proprocugina) Claudia Foresta (proprocugina, deceduta) Rose Ligin (proprocugina) GJ Foresta (proprocugino) Alexandra Foresta (proprocugina, deceduta) Charlotte Foresta (cugina di II grado) Hope Foresta (cugina di II grado) Kally Chiummi (ex fidanzata) Immagine= *Drew sorride nella sigla iniziale con i capelli mori e con gli occhi marroni* PIERSON FODE' DREW FORESTA
Biografia del personaggio Drew Foresta è il primogenito di Jennifer Foresta e Dylan Shaw, e ha un fratello minore di nome Theo, e due sorelle minori gemelle, Theresa e Donna (deceduta). Drew giunge a Los Angeles per iniziare anche lui a lavorare come stilista e modello alla Foresta.
L'arrivo a Los Angeles e il flirt con Eva Foresta Drew arriva a Los Angeles e il primo incontro lo fa con sua sorella Donna. Quest'ultima racconta al fratello che Theresa è tornata in Canada dopo la perdita del bambino in grembo da Lucas. Drew dice alla sorella di odiare ancora Theresa per come si è comportata in passato nei loro confronti. Donna comprende l'odio che Drew prova per la loro sorella, ma per farlo sentire meglio gli dice che Theresa, non tornerà molto presto a Los Angeles, anche perchè ha lasciato Lucas trasferendosi per sempre in Canada. Il ragazzo poi aggiunge alla sorella che è venuto a Los Angeles per un motivo ben preciso che non riguarda Theresa ma per iniziare a lavorare nell'azienda della sua famiglia: la Foresta. Drew in seguito scommette con Donna che riuscirà a strappare la zia Eva da Chiummi. Sebbene la sorella faccia di tutto per convincerlo a lasciar perdere, Drew corteggia Eva, approfittando della propria posizione di stilista alla Foresta, e crea ad arte tutte le possibili situazioni per stare da solo con lei: durante una festa in maschera riesce persino a salvarla dalla caduta di un faro elettrico. Tutto ciò suscita le perplessità di Wak, che, però, si fida ciecamente della propria ragazza. Ma, durante un viaggio di lavoro dello Chiummi, Drew approfitta della sua assenza per presentarsi nella casa dove Eva ha deciso di passare la notte sola e, pur non riuscendo a portarsi a letto Eva, le strappa dei baci, rafforzando la loro intimità. Eva sembra comunque intenzionata a restare con Wak, quindi dice chiaramente a Drew di lasciarla stare. Ma, durante una conversazione tra i due in ufficio, Stefania Foresta ascolta di nascosto, capisce che Eva ha tradito Wak e va su tutte le furie, rivelandolo prima a Stuard e poi allo stesso Wak. Eva decide così di affrontare Stefania e tra le due sorge un battibecco durante il quale Stefania spinge accidentalmente Eva, facendola entrare in contatto con dei fili elettrici scoperti: Eva resta dunque folgorata, creandosi una situazione simile a quella che aveva visto Stefania coinvolta nella morte di Alexandra, ma Donna assiste all'incidente. Tuttavia, stavolta le cose andranno bene e Eva si riprenderà appieno. Il rapporto tra lei e Stefania però sarà fortemente compromesso, tanto che la prima chiederà un provvedimento restrittivo verso la seconda, ritirandolo poco tempo dopo. Successivamente, durante una discussione tra le due in casa Foresta, Eva cade dalle scale e tutti pensano subito a Stefania come colpevole, dato che era sola con lei, compreso Stuard, giunto subito dopo l'incidente. Stefania ripete più volte a Stuard di non essere stata lei a spingere la cugina, ma lui stenta a crederle. Essendo ormai compromessa la sua relazione con Wak (infatti Quata ha rivelato al figlio che Eva ama ancora Stuard) e avendo deciso Stuard di restare accanto a Stefania, Eva torna in Australia da suo padre Johny.
L'amore per Kally Chiummi e la nascita di Donglas Foresta In seguito, si scopre che il vero motivo per cui Drew è arrivato a Los Angeles è riprendersi la sua mai dimenticata ex fidanzata Kally, Infatti Drew quando incontra Kally, la riconosce perchè i due hanno avuto una storia a New York, quando Kally era andata a trovare le sue mamme e quando la stessa ragazza è stata investita da un'auto. Drew nel frattempo ricorda con Kally i loro bei momenti, anche quando Drew la ha soccorsa sulla strada e portandola in ospedale. Infatti Kally ringrazia Drew che grazie a lui, ora è riuscita a camminare. Drew vorrebbe tornare con Kally, ma scopre che la donna è sposata proprio con il suo parente Gianni, nonostante ciò, inizia a corteggiarla. Kally però quando ricorda che è stata a letto con Drew rimane titubante anche quando scopre che Drew è un Foresta, quindi parente del marito Gianni. Quest'ultima capisce che Drew gli ha mentito quando erano a New York, decide di chiudere la sua amicizia con lui. Nel frattempo Kally scopre che il bimbo che ha in grembo è di Drew e lo dice a Gianni rivelandogli anche di avere trascorso una notte con Drew a New York e quindi c'è possibilità che il bambino sia suo (anche perchè Gianni a Parigi ha fatto una vasectomia e quindi non può essere lui il padre del bambino). Quando Kally scopre davvero che il padre del suo bambino è proprio Drew, Gianni decide di non rivelare nulla a Drew sulla gravidanza della moglie e di crescere il figlio che ha in grembo Kally come se fosse suo. Tuttavia, Carmen che sa che Gianni non può avere figli e inizia a fargli delle domande, spinta anche dai dubbi di Josh, ma il Foresta non demorde, sostenendo la reversibilità dell'operazione. Al momento della gravidanza il parto avviene nella formula in acqua, in casa Foresta; una volta nato, Kally e Gianni decidono di chiamare il bambino Donglas, in onore della nonna defunta Stefaliana. Successivamente, il dottor Wolon, ex urologo di Gianni radiato dall'albo, venuto a conoscenza della nascita di Donglas e sapendo che il Foresta non può avere più figli, decide di affrontarlo, dopo che ha pranzato con Kally al ristorante "Il giardino". I due litigano e il tutto viene osservato da Angelica, a pranzo anche lei con suo marito Max, e, dopo che Gianni se n'è andato, decide di parlare con Wolon, cercando di capire le sue intenzioni, e il dottore le rivela che Donglas non può essere figlio di Gianni. Qualche ora dopo Wolon contatta Gianni, chiedendogli di vedersi poco fuori dal ristorante e, giunto nel luogo, chiede al Foresta centomila dollari entro ventiquattro ore in cambio del suo silenzio. Gianni minaccia di denunciarlo e se ne va, ma subito dopo il dottore viene investito da un camion mentre sta attraversando la strada, sotto gli occhi esterrefatti di Gianni, e muore. Saputo della morte di Wolon, Kally teme che qualcuno possa risalire a lei e Gianni e vorrebbe rivelare che Drew è il vero padre di Donglas, ma Gianni la dissuade. Qualche giorno dopo, Angelica chiede spiegazioni a Gianni riguardo alla sua discussione con Wolon, che le ha detto che il Foresta ha un grosso segreto da nascondere, cioè che Donglas non può essere suo figlio per la vasectomia, ma lui sostiene che quel medico era un incompetente, essendo stato radiato dall'albo. Dopo varie insistenze, Angelica riesce a far ammettere al Foresta di non essere il padre naturale di Donglas e dice alla donna che il suo vero padre è un donatore anonimo. Ma Kally si lascia sfuggire la verità e Angelica scopre così che Drew è il padre di Donglas. La Ligin impone a Gianni di confessare a Drew la verità: il giovane ne rimane sconvolto, ma vuole rivendicare la paternità e per questo porta Donglas di nascosto nello chalet di sua proprietà; tuttavia, Kally lo convince a mantenere il segreto, perché lei vuole crescere il bambino con Gianni. Poco tempo dopo, Max sente parlare Angelica e Drew di un segreto e chiede alla moglie di rivelarglielo: scopre così che Donglas è figlio di Drew, ma Angelica gli fa promettere di non parlarne con nessuno. Tuttavia, quando più tardi Carmen racconta a Max che Josh vuole partire per allontanarsi da Gianni, allo Chiummi sfugge il segreto. Dopo che il Chiummi ne ha parlato con Gianni, il Foresta ottiene il suo silenzio in cambio del coinvolgimento di Josh in alcune decisioni societarie. Ma Kally parla con Gianni del fatto che sia giusto nei confronti di Drew che il mondo sappia chi è il vero padre di Donglas; Gianni acconsente e la notizia viene rivelata. Successivamente, Gianni si rende conto dei sentimenti che Kally prova nei confronti di Drew e decide di chiederle il divorzio per dare una possibilità ai due di crescere insieme il bambino. Così, Kally e Drew si trasferiscono insieme a Donglas negli Hamptons presso la casa delle madri di Kally per provare a costruire una famiglia, ma pochi mesi dopo Drew ritorna a Los Angeles, informando la famiglia che la sua relazione con Kally è finita.
La relazione con Sacca Specchio e il ricongiungimento con Kally Chiummi Drew conosce a "Il giardino" la pronipote omonima di Sacca Specchio, venuta i città per rifondare la Specchio Fashions. Drew e Sacca iniziano una relazione. Tutto va bene fino a quando Drew scopre che Sacca ha rubato i modelli Foresta per rilanciare la Specchio. Inizialmente la lascia ma poi capisce che Sacca è stata istigata a farlo da sua nonna Shelley e da Max, che aveva scritto la prima falsa recensione sulla Specchio perché voleva l'immobile. Drew salva quindi l'azienda dalla chiusura e per questo è licenziato da Gianni. Il Foresta allora passa alla Specchio diventandone il capo stilista e co-amministratore delegato. La relazione viene turbata quando Kally torna in città con l'intento di riunire la sua famiglia. Drew la respinge ma in aiuto di Kally viene suo zio Max. Quest'ultimo vuole che Drew lasci la Specchio così che l'azienda fallisca e lui riesca ad impadronirsene. Decide così di dire a Drew che Kally è malata di una malattia incurabile e che quelli sono i suoi ultimi giorni di vita. Drew, per dare a Donglas degli ultimi momenti in famiglia, parte per New York chiedendo a Sacca di aspettarlo. Kally intanto non è felice di questa bugia ma Max la costringe a tener la bocca chiusa. Visto che la Specchio non fallisce, Max fa incendiare l'edificio distruggendolo. Nonostante Drew fosse venuto a veder come sta Sacca e gli viene detto che Kally è guarita facendo una cura innovativa, il Foresta lascia definitivamente Sacca per stare di nuovo a New York con Kally e Donglas.
Il ritorno a Los Angeles Nel Marzo 2019 Drew fa il suo ritorno a Los Angeles, ma non da solo: è infatti accompagnato dal piccolo Donglas, il figlio concepito dopo una notte di passione con Kally Chiummi Jr. Il giovane fa il suo ritorno per cercare conforto nella sua famiglia dopo la tragica scomparsa della compagna.
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