#Andrea Veneri

[marcogiovenale]

"metropolis", di fritz lang: nuova sonorizzazione, milano 11 maggio 2023, ravenna 16 giugno

Produzione Edison Studio 2023  nuova colonna sonora elettroacustica per il film METROPOLIS   (1927) di Fritz Lang versione restaurata del 2010, durata 148 minuti creata ed eseguita dal vivo da Edison Studio compositori – esecutori Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri con il contributo vocale di Anna Clementi e di Martin Figura, Eric Moser, Marco Noia,…

[bardic-tales]

I fiddled around with artbreeder trying to come up with a portrait of Amés and his lovely wife, Andrea. These are the veneri in the Planes of Existence universe. The veneri are the gods and goddesses of the universe.

The above pictures are examples of what they look like.

[themovieblogonline]

"Run The World," "Heels," and "Blindspotting" By STARZ, cancelled

  Three of STARZ's television series have been canceled. The news is now making the rounds about the premium channels' announcement. The news is that it will not be moving forward with "The Venery of Samantha Bird". The reports also state that the strikes are forcing the cancellation of the filming schedule for "Heels," "Blindspotting," and "Run The World" after each running for two seasons. Multiple sources have confirmed this cancellation. The season two finale of each will now also serve as the series finale since all three premiered their sophomore seasons in 2023 and have now completed their runs. Below are summaries of each of the three series. Heels: The Battle for Legacy and Identity in Small-Town Pro Wrestling The central theme of Heels is the pursuit of dreams by men and women in the world of small-town pro wrestling. Someone has to play the hero and someone else has to play the villain, or the heel, in the ring. However, in the real world, those personalities can be difficult to uphold or to let go of. Following a family-owned wrestling promotion two brothers and rivals (Stephen Amell and Alexander Ludwig) battle over their late father's legacy.  The series is produced by Lionsgate in association with Paramount Network Television, features a cast including Alison Luff, Mary McCormack, Kelli Berglund, Allen Maldonado, James Harrison, Roxton Garcia, and Chris Bauer.  Created, written, and executive produced by Leigh Davenport, "Run the World" follows a close-knit group of intelligent, funny, and vibrant Black women in their thirties who are best friends. They reside in Harlem and balance their careers, relationships, and personal growth while supporting each other. The show explores their journey as they aim for success while facing ups and downs in their careers and navigating the complexities of romance. At its core, the Starz series celebrates genuine friendship and the resilience to not just survive, but thrive together. The series also stars Amber Stevens West, Andrea Bordeaux, Bresha Webb, Corbin Reid, Stephen Bishop, and Tosin Morohunfola. Notable guest stars in season one included Erika Alexander, Nick Sagar, Jay Walker, and Tonya Pinkins. Blindspotting: Navigating Life's Chaos When the Unexpected Happens The Starz TV show "Blindspotting" revolves around Ashley. In the show, Ashley is on the verge of attaining a middle-class life in Oakland. However, Ashley's life is turned upside down when Miles, her partner for 12 years and the father of their child, is suddenly incarcerated. This unexpected turn of events forces her into a chaotic and humor-filled existential crisis. It's humorous but Ashley has to move in with Miles' mother and half-sister. Run The World: Pursuing Success and Friendship Through Life's Ups and Downs "Run the World" shows the exhilarating highs and heart-wrenching lows experienced by Whitney, Renee, and Sondi as they strive for success and dominance. Whitney embarks on a journey of self-discovery, determined to thrive in her life with or without Ola. Meanwhile, Renee and Sondi confront their desires for both love and career fulfillment. Whether they reconnect with past loves, taste the luxuries of wealth, or see their professional lives take unexpected turns, these resilient Black women, strengthened by their unbreakable friendship, will overcome any obstacle in their path. Furthermore, STARZ has announced that they will not proceed with 'The Venery of Samantha Bird,' a series that had to pause filming due to strikes and still had two episodes remaining. The show, created by Anna Moriarty and featuring Katherine Langford in the lead role, will not be continued. Perhaps the most well-known programs that Starz has hosted include Power, The Serpent Queen, Minx, and Outlander. Its back catalog has now lessened, though, as four of its original series have either been canceled completely or brought to an end. With The Venery of Samantha Bird no longer airing, only Heels, Run the World, and Blindspotting remain, with the most recent season serving as each of those shows' final one.   Read the full article

[lamilanomagazine]

Castro, Nociglia, Spongano: al via "Ultimi Fuochi Festival", teatro al tramonto in luoghi segreti

Castro, Nociglia, Spongano: al via "Ultimi Fuochi Festival", teatro al tramonto in luoghi segreti. Torna Ultimi Fuochi Festival, il festival di teatro e musica ideato da Alessandra Crocco e Alessandro Miele interamente realizzato in luoghi naturali segreti. Dal 5 agosto all’8 settembre, Ultimi Fuochi Teatro ospiterà in luoghi insoliti gli spettacoli di Roberto Magnani (Teatro delle Albe), Marco Baliani, Claudio Morici, Rita Felicetti, una cir-conferenza dell’antropologo Piergiorgio Giacchè e gli interventi musicali di Dimaggio e Cristiana Verardo. In programma anche performance site-specific di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele. Ultimi Fuochi Festival è il festival ebdomadario (la programmazione è settimanale) che mette in contatto la creazione contemporanea con l’anima più ancestrale del Salento, portando il teatro e la musica in luoghi segreti immersi nella natura e illuminati dalla luce del tramonto, “quel brillio disperato e finale / che arrugginisce la pianura / quando il sole ultimo si è sprofondato” (J. L. Borges). Il festival, alla sesta edizione, riconferma la particolarità del suo format, lasciando le location top secret fino all’ultimo momento. Solo poche ore prima dello spettacolo verranno comunicate a chi effettuerà la prenotazione le indicazioni per scoprire i luoghi naturali nascosti, scelti tra i comuni di Castro, Spongano e Nociglia. Ogni serata sarà un’esperienza, un rito di condivisione della bellezza che inizia con un viaggio e prosegue con un concerto, la degustazione di vini locali e uno spettacolo di teatro contemporaneo. Ultimi Fuochi Festival è organizzato da Ultimi Fuochi Teatro, impresa di produzione teatrale nell’ambito della sperimentazione riconosciuta dal Ministero della Cultura che si occupa di produzione, programmazione e formazione teatrale. IL PROGRAMMA DELLA VI EDIZIONE: La sesta edizione del festival si aprirà il 5 agosto con il giovanissimo cantautore leccese Dimaggio, a seguire il Teatro delle Albe presenterà lo spettacolo Siamo tutti cannibali, Sinfonia per l’abisso, una personale rilettura del Moby Dick di Melville proposta da Roberto Magnani, in scena insieme a Giacomo Piermatti al contrabbasso e con Andrea Veneri alla regia del suono. L’11 agosto partirà Prima che sia notte, una nuova sezione di Ultimi Fuochi Festival che propone spettacoli, reading e passeggiate che iniziano al tramonto e si concludono con il calare del buio: - 11 agosto, Suicidi editoriali, un reading sul bello e il brutto di scrivere e pubblicare in Italia con l’attore e scrittore romano Claudio Morici; - 12 agosto, Sola con un cane, spettacolo semicomico di Rita Felicetti, attrice e musicista; - 13 e 14 agosto, Microcosmo estate, un reading in cammino a cura degli ideatori di Ultimi Fuochi Festival, Alessandra Crocco e Alessandro Miele. Il festival proseguirà il 18 agosto con la performance al tramonto di Cristiana Verardo, anima e responsabile musicale di Ultimi Fuochi Festival fin dalla prima edizione, e con lo spettacolo Del coraggio silenzioso di Marco Baliani, attore, autore, regista e maestro del teatro di narrazione italiano. Il 20, 21 e 22 agosto ci si sposta in un interno, a Spongano, in una casa d’artista, la Casa dei disegni grazie all’ospitalità dei designer Luciana Di Virgilio e Gianni Veneziano; la compagnia Ultimi Fuochi Teatro, abiterà per tre giorni la loro casa con Come va a pezzi il tempo, uno spettacolo immersivo per pochissimi spettatori alla volta che Alessandra Crocco e Alessandro Miele portano in giro dal 2018 in appartamenti di diverse città italiane. Ancora un progetto site-specific di e con Crocco e Miele il 2, 3 e 4 settembre : Demoni – Frammenti, brevi performance per uno o pochi spettatori ambientate in luoghi non teatrali. Ogni giorno un personaggio diverso del romanzo di Dostoevskij per un incontro capace di lasciare il segno. La sesta edizione di Ultimi Fuochi Festival si chiuderà l’8 settembre, con la Cir-conferenza (In) Memoria dello spettatore, restituzione di una ricerca di antropologia teatrale a cura di Piergiorgio Giacchè organizzata e coordinata da Ultimi Fuochi Teatro. BIGLIETTI: 12€ intero - 10 € ridotto (under 30 e over 65) Prima che sia notte e Come va a pezzi il tempo 5€ Demoni-Frammenti e (In) memoria dello spettatore 3€ Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 388 1271999 - mail infoultimifuochi@gmail.com. Le indicazioni per raggiungere il luogo segreto saranno fornite a chi effettuerà la prenotazione poche ore prima dello spettacolo. I biglietti potranno essere acquistati sul posto prima dello spettacolo oppure online. Biglietteria online: https://www.diyticket.it Anche chi comprerà il biglietto online, dovrà contattare Ultimi Fuochi per ricevere le indicazioni sul luogo segreto. Maggiori informazioni su: https://www.ultimifuochifestival.it/ SCHEDA SPETTACOLO 5 AGOSTO: 5 AGOSTO - ore 19, luogo segreto - Castro. L’evento è organizzato da Ultimi Fuochi Teatro in collaborazione con il Comune di Castro, performance musicale al tramonto. DIMAGGIO: Riccardo Roma, in arte Dimaggio, è un cantautore leccese nato nel 2003. Dopo la partecipazione nel 2021 alla prima edizione del Sei d’autore,contest per giovani cantautrici e cantautori under 30 all’interno del progetto SEI FESTIVAL – Tutto l’anno, nel 2022 pubblica la sua prima canzone Incoerente, a cui seguiranno Ghiacciai, Senza il tempo di reazione, Venere ha toccato la terra e altri singoli. Spettacolo teatrale: Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Siamo tutti cannibali - Sinfonia per l’abisso da Moby Dick di H. Melville con Roberto Magnani (voce) e Giacomo Piermatti (contrabbasso) / musiche Giacomo Piermatti, Andrea Veneri / live electronics e regia del suono Andrea Veneri / tromba registrata e ammutinamento Simone Marzocchi / elaborazione drammaturgica Roberto Magnani / sprofondamenti Marco Sciotto / consulenza drammaturgica Iacopo Gardelli / spazio scenico Roberto Magnani / disegno luci Alessandro Pippo Bonoli / realizzazione scene Antonio Barbadoro / interventi pittorici Bacco Artolini / assistenza tecnica Enrico Isola, Fagio / realizzazione bozzetti di scena Federica Famà / foto di scena Marco Parollo / grafica Nicola Varesco / promozione e organizzazione Francesca Venturi / regia Roberto Magnani / ringraziamenti Francesco Giampaoli, Marco Olivieri, Flaminia Pasquini Ferretti / residenza artistica Masque Teatro, Ultimi Fuochi Teatro / produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro in collaborazione con festival Crisalide, Operaestate Festival, Associazione Perda Sonadora, Cisim. Siamo tutti cannibali è una “sinfonia”, nata da una personalissima selezione di brani tratti dal capolavoro letterario di Herman Melville, in cui il contrabbasso diventa la voce dell’intero Pequod, pervaso dagli scricchiolii del ponte sotto i piedi dell’equipaggio come dal furioso sbattere di code degli squali affamati contro la prua. Una sinfonia in cui la musica, creando uno spazio sia emotivo che fisico, tenta di manifestare tutto quello che le parole lasciano solo intuire, mentre le variazioni timbriche della voce di Roberto Magnani vengono amplificate attraverso l’uso di riverberazioni digitali che ne variano la spazialità, l’enfasi o la crudezza. Moby Dick è da sempre, da quando l’ho letto per la prima volta poco più che ventenne, il mio livre de chevet. Il più grande libro di mare mai scritto, forse il più bel romanzo americano, un caposaldo della cultura occidentale. Un libro sulla rovina, sul tramonto della nostra società, canto straziante e psicotico, mistico e delirante. Leggerlo provoca lo stesso effetto che deve aver sperimentato chi ha potuto ascoltare Jimi Hendrix suonare dal vivo, a Woodstock, The Star Spangled Banner nel 1969. L’ho letto oramai diverse volte, ci torno spesso e, come un libro magico, aprendolo a caso ottengo indicazioni sul futuro. Credo che non esaurirò mai il mio rapporto con questo libro, continuerò a lavorarci per tutta la vita, come una fonte di inesauribile sapienza. Roberto Magnani Roberto Magnani si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola, e nel 1998 entra a far parte stabilmente della compagnia. Nel 2009 debutta con ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, nel 2015 con E’ BAL, poemetto in lingua romagnola di Nevio Spadoni. Nel 2018 firma la regia e la drammaturgia di Macbetto, dal testo di Giovanni Testori. Giacomo Piermatti studia contrabbasso con Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio. Fortemente attratto dalla musica contemporanea, si è misurato con il repertorio solistico più significativo del ‘900 per contrabbasso solo e ha collaborato con i più importanti compositori di oggi. Suona nel “Ludus Gravis”, unica formazione in ambito europeo costituita da soli contrabbassi. Andrea Veneri si laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio O. Respighi di Perugia. Compone musica elettronica dal 2014 e collabora con Luigi Ceccarelli, compositore e performer italiano, tenendo concerti di improvvisazione, sonificazione dal vivo di film muti e lavorando a spettacoli teatrali. BIGLIETTI: 12€ intero - 10 € ridotto (under 30 e over 65) Prenotazione obbligatoria. Tel. +39 388 1271999 - mail infoultimifuochi@gmail.com. Le indicazioni per raggiungere il luogo segreto saranno fornite a chi effettuerà la prenotazione poche ore prima dello spettacolo. I biglietti potranno essere acquistati sul posto prima dello spettacolo oppure online. Biglietteria online a questo link. Anche chi comprerà il biglietto online, dovrà contattare Ultimi Fuochi per ricevere le indicazioni sul luogo segreto. Maggiori informazioni su: https://www.ultimifuochifestival.it/... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article

[recherchestetique]

Harmonia Macrocosmic star atlas written by Andreas Cellarius

a stat atlas and an attempt on celestial cartography showing our known cosmos. The creator of this is Andreas Cellarius a Dutch cartograph living from 1596 to 1665. Together with some other dudes they took on this huge project they named Harmonia Macrocosmia which featured a lot of those graphics and detailed descriptions about towns cities and places around the world. This graphic shows the terra centered worldview so as you can see the earth is the middle of the universe. The rings represents different celestial bodies, I'll translate from earth to outer cirlcle: sphera luna- moon's sphere, sphera mercuri - mercury's sphere, sphera veneris - venus' sphere, sphera solis- suns sphere, sphera martis- mars sphere, sphera iovis- jupiters sphere, sphera saturni- saturns sphere. Next you can see a ring with all the zodiacs they represent the zodiac. Circulus Aequinoctialis is the equinox, the time where day and night have abour the same lenght. It's a nice historic graphic: the Harmonia Macrocosmica is a star atlas written by Andreas Cellarius and published in 1660 by Johannes Janssonius. The first part of the atlas contains copper plate prints depicting the world systems of Claudius Ptolemy, Nicolaus Copernicus, and Tycho Brahe. At the end are star maps of the classical and further constellations, the latter ones as introduced by Julius Schiller in his Coelum stellatum christianum of 1627.

The first part of the atlas contains copper plate prints depicting the world systems of Claudius Ptolemy, Nicolaus Copernicus, and Tycho Brahe. At the end are star maps of the classical and further constellations, the latter ones as introduced by Julius Schiller in his Coelum stellatum christianum of 1627.

[lionofchaeronea]

Under the Seal of Darkness

Andrea Navagero (1483-1529), Carmina 22 “Ad Noctem” (= Perosa and Sparrow, Renaissance Latin Verse 146), ll. 1-6 O kind night, you who hold the Earth In silent embrace and cover up the sweet Secret deeds of pleasurable Venus, While I hasten to the embraces and soft kisses Of my dear Hyella, may you be Comrade with me together on my way; And lest anyone be able to find out Our love-affair, gather up the air And thicken it into black swirling clouds. Nox bona, quae tacitis terras amplexa tenebris     dulcia iucundae furta tegis Veneris, dum propero in carae amplexus et mollia Hyellae     oscula, tu nostrae sis comes una viae, neve aliquis nostros possit deprendere amores     aera coge atras densius in nebulas.

Night, Jean-Léon Gérôme, 1850-55

[paoloxl]

"Perché la vita non sia un valore che si possa perdere nel tempo". Così un gruppo di attivisti ricorda Nicola Tommasoli, il giovane che è stato aggredito nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008 in Corticella Leoni. Là dove Nicola ha perso la vita, non certo e non solo per una sigaretta negata, il ricordo non si spegne e sono deposti i fiori. IL PROCESSO.Nella notte tra 30 aprile e il primo maggio del 2008 il ventinovenne di Negrar, grafico per professione, fu picchiato a morte da un gruppo di cinque giovani dell'estrema destra in via Leoni mentre si trovava con amici. Il motivo scatenante sarebbe stato una sigaretta negata.  I responsabili vennero arrestati nei giorni segiuenti.. Complesso articolato l'iter processuale. Dopo undici anni di processi e una giornata intera chiusi in Camera di Consiglio, i giudici della Suprema Corte di Cassazione  il 16 ottobre 2019 confermarono - pronunciandosi per la terza volta e in via definitiva - la sentenza d’Appello dell’ottobre 2017 nei confronti di Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini condannati a scontare 6 anni e 8 mesi ciascuno per l’omicidio preterintenzionale di Nicola Tommasoli. Sono gli ultimi due del «branco»  che aggredì Nicola in Corticella Leoni mandandolo in coma a suon di botte e provocandone la morte arrivata dopo giorni di agonia. Per quell'aggressione mortale a Montorio si trova Raffaele Dalle Donne (condannato a 7 anni e 5 mesi), mentre Nicolò Veneri e Federico Perini hanno già scontato la pena di 11 anni e un mese di galera. Un caso chiuso dopo quasi 12 anni di aule di tribunale, di colpi di scena, di aspettative disattese, di tempi infiniti per mettere insieme tutti i pezzi di questa terribile vicenda

[persinsala]

Kilowatt Festival: Cuoro / Nella lingua e nella spada / Tinaos / Concerto Fisico

Kilowatt Festival: Cuoro / Nella lingua e nella spada / Tinaos / Concerto Fisico

La nostra permanenza a Kilowatt 2019 inizia nel migliore dei modi. Lunedì 22 luglio ci attendono una serie di spettacoli di qualità, fra cui spiccano Nella lingua e nella spada di e con Elena Bucci, e il tumulto creativo di Concerto Fisico firmato Balletto Civile. (more…)

[goodbearblind]

Repost @supercalifragilistiche Erano le 2.50 del primo maggio del 2008 quando a Verona venne massacrato a pugni e calci Nicola Tommasoli, dieci anni fa. Aveva 28 anni, oggi ne avrebbe 38. Ma quella notte per le strade di Verona si aggirava un branco di giovani picchiatori neofascisti. Cinque ragazzi, tutti tra i 18 e i 20 anni, militanti della destra radicale, in cerca di persone che avessero un modo di vestire o di pensare diverso dal loro. Tutti i giornali parlarono, come al solito, di una «rissa». «È stato aggredito per aver negato una sigaretta», fu la versione ufficiale diffusa mentre Nicola moriva, dopo 72 ore di agonia, per l’emorragia cerebrale susseguita al pestaggio. Ma non era la prima aggressione neofascista a Verona. Anzi, era da anni che gruppi di squadristi spadroneggiavano intimidendo, minacciando e malmenando giovani che a loro parevano malvestiti o anticonformisti o felici. E il sindaco Flavio Tosi minimizzava sempre, parlando di «risse» ed «episodi occasionali». Mentre Nicola moriva, vennero fermate cinque persone accusate di averlo picchiato e ucciso: Raffaele Dalle Donne, il «Raffa», 19enne; Guglielmo Corsi detto «il biondo», 19enne; Andrea Vesentini, 20enne; Federico Perini, detto il «Peri» e Nicolò Veneri, il «Tarabuio». Questi ultimi due avevano tentato di scappare a Londra. Alcuni erano militanti di forza nuova che all’indomani degli arresti, secondo il solito copione, si affrettò a disconoscerli e li liquidò come «riempi-lista».Ora, dopo tre processi d’appello, dopo menzogne, cavilli, montature, sofismi e assoluzioni, gli ultimi due picchiatori di quella sera hanno fatto ricorso in Cassazione. Intanto Verona è rimasta indifferente e i media preferiscono trascurare tutto quello che ha che fare con la violenza neofascista. Resta una lapide in Corticella Leoni, dettata dalla madre: «Qui il 1° maggio 2008 è stato strappato alla sua giovane vita Nicola Tommasoli. Il suo ricordo sia per tutti un richiamo ai valori di rispetto della vita umana, di tolleranza e convivenza civile il cui smarrimento fu causa della sua scomparsa». Un rispetto della vita umana sempre più incerto ed evanescente. Contro ogni violenza e fascismo!! #antifa https://www.instagram.com/angrybeargram/p/Bw337lpFFue/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=rq85bx0nk9ki

[nonej]

Quma y Las Bestias - Making of - 02 from Tamandua Estudio on Vimeo.

Luego de más de tres años de trabajo en “Quma y las Bestias”, les presentamos el segundo clip de making of. Les agradecemos enormemente a nuestras familias, al equipo de trabajo, nuestros colegas, mentores y tutores por acompañarnos en este proceso.

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After three years of working on “Quma and the Beasts”, we introduce you to the second “making of” clip. We want to thank our families, the crew, our collegues, mentors and tutors for joining us in this process. /// Dirección e idea original: Iván Stur - Javier Ignacio Luna Crook Producción General: Fernanda Torrera Guión: Diego Salinas Slemelson Dirección de Animación: Iván Stur Dirección de Arte: Verónica Arcodaci Dirección de Fotografía: Lucas Timerman Asistente de Iluminación: Julian Planes Dirección de Sonido: Julia Castro Música Original: Julián Stur Storyboard y Color Script: Constanza Oroza Asistente de Storyboard: Sebastián Conen Asistente de Dirección: Javier Stoyanoff Jefa de producción: María Fernanda Torrera Producción ejecutiva: Gustavo Alonso Coordinación de producción: Mailén Gayoso Coordinación administrativa: Lucila Aguilar Asistente de producción: Jeannely Iriarte Animación Stop Motion: Iván Stur - Belen Tagliabue - Gala Moser - Alejandro Samandjian - Malena Martínez - Mariana Dias Animación 2D: Franco Pelliciaro - Alejandro Samandjian - Sebastián Conen - Adrián Mirandeborde Concept Art: Nacho Malter - Graciela Goncalves - Giancarlo Rojas Marin Diseño de personajes y bestias: Roger Hoyos - Verónica Arcodaci Diseño de escenarios: Verónica Arcodaci Vestuario: Tamara Gómez Asistente de Vestuario: Eugenia García Asistentes de arte: Natalia Belén López - Mariana Dominguez - Eugenia García - Ángela Molina - Vanesa Bettinelli - Nayla León - Quimey Orcellet Producción de Puppets y Estructuras: Andrea Godoy Coordinación de Puppets: Javier Ignacio Luna Crook Supervisión de Puppets: Luciana Digiglio Finish Puppets: Verónica Arcodaci Asistentes de puppets: Agustina Daniela Ceballos Ghibaudi - Antonela Pires - Mariana Dominguez - Maximiliano Cuevas - Leila Antonovska - Indiana Simanauskas Battistoni - Ivan Zen - Florencia Tabanera - Luciana Chanllio Escultores: Maximiliano Canosa - Juan del Prado - Juan Ignacio Clo Diseño y prototipado 3D: Emilio Ibarra Warnes Diseño, modelado y realización de mecanismos: Giancarlo Rojas Marin Impresión prototipado 3D: Gonzalo Fernández - Paolo Cavalieri (SOLID INK) Diseño y realización de estructuras metálicas: Zacarías Iglesias Santi Diseño y realización de estructuras resina acetálica: Luis Liendo Realización de Estructuras metálicas: Fernando Alvino - Maximiliano Cuevas - Ignacio Viana - Gala Moser - Rigoberta del Tesouro Supervisión de Postproducción: Diego Gambarotta Postproducción y Motion Graphics: Adrián Mirandeborde Identidad Gráfica: Paula Caia - Verónica Arcodaci Consultoría Paleontológica y Arqueológica: “Equipo extensionista "Caminando..." de la UNLP Consultoría Arqueológica: Nora Flegenheimer y Natalia Mazzia Consultoría Paleoarte: Jorge González Agradecimientos: Cristina Sommer (Itaú Cultural) - Adrian Giacchino (Fundacion Azara) - Alberto Arcodaci y Guillermo Schödlbauer (Fundasur) - Hugo Nicolás Pailos (Laboratorio de Animatrónica y Control Dinámico. FCEFyN) - Juan María Raggio (Jumara Films) - Francisco González Táboas / Claudia Nardini (Aves Argentinas) - Esteban, Sergio, Analía, Facundo, Mechi, Victoria y Wone ("Caminando...") - Yiyo Adam e Isabel Macias (IDAC) - Fabian Ortega (Platamadre) - Noemi Bono - Diana Cordoba - Pablo Turcatti - Abril Barrado - Dani Soto - Ayelen Mattaini - Santi Pozzi - Fer Arditi - Ana Godoy - Matias Veneri - Malena Laiño - Marthe Pierot - Andreina Alessio - Marcelo Arias - Mariangeles Gelosi - Florencia Giacomini - Catalina Sirkoski - Axel Oil - Paula Suko - Lucas (Kino) - Léa Enjalbert - Ana Luz Chiarello - Lis González - Josefa Carla Claude Celsi - Gimena Ruiz Díaz - Emi Ávalos - Magalí Tyszberowicz - May Gil - Lucila Manara - Romane Nardreb - Florentina Gonzalez - Julieta Juncadella - Nayra Insua - Aldana Puchetti - Maribel Rombolá - Lui Salas - Agustina Buigues - Matías Castellano - Mauro Aversa - Kevin Bouchet - Dan Gorosito - Neyen Lencina - Guido Claverie - Lu Rossi - Mariela Sartori - Julian Villanueva - Gabriela Peró - Lucia Feulliet - Gabriela Fernandez - Juan y Caro (Estudio Guardabosques) - Santiago Riquelme - Tomás Montalvo - Mart Aire - Cof - Inés Fragueiro - Guadalupe Perez Cortés - Luis Avila - Nadia Banicki - Vivi, Diego, Zule, Pato y Fran (Semillero BA) - Lean y Sophie - Juampa Zaramella - Mab, Becho y Sebas.

Tamandua Estudio 2017

[marcogiovenale]

"metropolis", di fritz lang: nuova sonorizzazione, maggio 2023

Produzione Edison Studio 2023  nuova colonna sonora elettroacustica per il film METROPOLIS   (1927) di Fritz Lang versione restaurata del 2010, durata 148 minuti creata ed eseguita dal vivo da Edison Studio compositori – esecutori Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri con il contributo vocale di Anna Clementi e di Martin Figura, Eric Moser, Marco Noia,…

[bardic-tales]

Late in the Endless Hunger’s existence on the Ven-Plane, anger, fear, and grief echoed through the land. It left a permanent scar in the ven itself. The ven itself cried out in protest at what the veneri and the Endless Hunger were doing.

Deep within the bowels of the Death Plane, it manifested into a small feminine spirit. She names herself Laelithra. As spirits were being absorbed into the landscape of the Death Plane, the spirit was the only beacon of Light in that dark place.

Laelithra suffered many indignities while she was in the death plane. The spirits that were not absorbed into the Death Plane hunted the small spirit. She was always on the move, and there was nowhere safe to hide.

When Amés and Vittore locked the Endless Hunger into the Death Plane, Laelithra took that time to escape. When Amés created the new souls for Arathea, she thought that she would hide among those. She journeyed to Arathea to experience life.

After she journeyed on Earth, died, and returned to the Ven Plane, she befriended the vener Amés. As she spent time with him, she fell deeply in love with the Vener of Love. There were many times that she wished that she was his wife; not, Andrea.

As Amés forced the union of Cyras and Vaene, Amés and Laelithra started up a love affair. She would keep him company; he would love her as the only way that he could. They started to have an intimate relationship after he confided in her that he suspected that Vittore and Andrea were trying to end everything.

Powers When Laelithra knows that she is the ven personified, she has access to Blood Magick. She can pop someone by willing it in her mind. Their blood boils until they explode in a puff of blood.

She becomes the most powerful person on Arathea.

[magic system]

[lamilanomagazine]

Bologna, al Teatro delle Moline va in scena “Siamo tutti cannibali” di Roberto Magnani

Bologna, al Teatro delle Moline va in scena “Siamo tutti cannibali” di Roberto Magnani.   Al Teatro delle Moline di Bologna dal 6 all’11 dicembre va in scena SIAMO TUTTI CANNIBALI. Sinfonia per l’abisso, un’esplorazione sonora e musicale all’interno delle vicende narrate in Moby Dick di Herman Melville, una delle opere capolavoro della letteratura americana. Lo spettacolo nasce dall’incontro artistico tra l’attore e regista Roberto Magnani, componente storico del Teatro delle Albe, e il contrabbassista Giacomo Piermatti, a cui si unisce anche il sound designer Andrea Veneri. Nel tentativo di manifestare quello che le parole del romanzo lasciano solo intuire, la musica crea uno spazio emotivo e fisico. Ma il luogo appare misterioso e il tempo ignoto: siamo tornati indietro o all’inizio di una nuova umanità? Le variazioni timbriche della voce si succedono, rimodulate attraverso riverberazioni digitali che ne variano la spazialità, l’enfasi o la crudezza. Il suono della baleniera Pequod – disturbato dagli scricchiolii del ponte e dal furioso sbattere delle code degli squali affamati sotto la prua – è una sinfonia in cui il contrabbasso viene amplificato, in modo da creare piani sonori differenziati, ed elaborato attraverso ritardi e moltiplicazioni. “Moby Dick è un libro sulla rovina, sul tramonto della nostra società – commenta Magnani – canto straziante e psicotico, mistico e delirante. Leggerlo provoca lo stesso effetto che deve aver sperimentato chi ha potuto ascoltare Jimi Hendrix suonare dal vivo, a Woodstock, The Star Spangled Banner nel 1969. L’ho letto oramai diverse volte, ci torno spesso e, come un libro magico, aprendolo a caso ottengo indicazioni sul futuro”. Cogliendo nell’opera il riferimento al mito tragico di Narciso, lo spettacolo parte da qui per affrontare il tema della ricerca dell’identità attraverso l’esperienza dell’abisso che abita ognuno di noi. “Secondo i miti orfici – racconta il regista – Dioniso fu ucciso dai Titani mentre si guardava allo specchio. Specchiandoti crei il mondo, ma la creazione e la conoscenza di questo mondo non rispondono alla realtà. La fonte d’acqua agisce come uno specchio, mettendo insieme, dunque, superficie riflettente e profondità oscura. Così, nel gioco del Teatro, una bacinella può per incanto tornare a trasformarsi in uno specchio d’acqua che raccoglie in sé tutti gli oceani del mondo”. Roberto Magnani si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe partecipando alla non-scuola e nel 1998 entra a far parte stabilmente della compagnia. Nel 2009 debutta con ODISÉA “lettura selvatica” di Tonino Guerra, in cui per la prima volta si cimenta da solo in un lavoro-esercizio per affinare l’uso del dialetto romagnolo come lingua di scena. Nel 2015 debutta con E’ BAL, poemetto in lingua romagnola di Nevio Spadoni, ideato e realizzato insieme a Simone Marzocchi, compositore e trombettista. Nel 2018 firma la regia e la drammaturgia di Macbetto, dal testo di Giovanni Testori, nel quale è in scena insieme a Consuelo Battiston e Eleonora Sedioli. Giacomo Piermatti studia contrabbasso con Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio. Fortemente attratto dalla musica contemporanea, si è misurato con il repertorio solistico più significativo del ‘900 per contrabbasso solo, e ha collaborato con importanti compositori contemporanei. Suona nel Ludus Gravis, unica formazione in ambito europeo costituita da soli contrabbassi, con il quale ha partecipato a numerosi festival internazionali. Andrea Veneri si laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio O. Respighi di Perugia. Compone musica elettronica dal 2014 con un maggiore interesse per le possibili interazioni tra le arti performative: composizione cinematografica, musica per teatro e danza, live electronics e improvvisazioni. Collabora con Luigi Ceccarelli, compositore e performer italiano, tenendo concerti di improvvisazione, sonificazione dal vivo di film muti e lavorando a spettacoli teatrali. SIAMO TUTTI CANNIBALI. Sinfonia per l’abisso, da Moby Dick di H. Melville, con Roberto Magnani (voce) e Giacomo Piermatti (contrabbasso); musiche Giacomo Piermatti, Andrea Veneri; live electronics e regia del suono Andrea Veneri; tromba registrata e ammutinamento Simone Marzocchi; elaborazione drammaturgica Roberto Magnani; sprofondamenti Marco Sciotto; consulenza drammaturgica Iacopo Gardelli; spazio scenico Roberto Magnani; disegno luci Alessandro Pippo Bonoli; realizzazione scene Antonio Barbadoro; interventi pittorici Bacco Artolini; assistenza tecnica Enrico Isola, Fagio; realizzazione bozzetti di scena Federica Famà; foto di scena Marco Parollo; grafica Nicola Varesco; promozione e organizzazione Francesca Venturi; regia Roberto Magnani; ringraziamenti Francesco Giampaoli, Marco Olivieri, Flaminia Pasquini Ferretti; residenza artistica Masque Teatro, Ultimi Fuochi Teatro; produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro in collaborazione con festival Crisalide, Operaestate; Festival, Associazione Perda Sonadora, Cisim.  Teatro delle Moline, via delle Moline, 1/b, Bologna.  Dal 6 all’11 dicembre: martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 21.00; mercoledì ore 19.00; domenica ore 18.30. Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna. Prezzi dei biglietti: da 7 € a 15 € esclusa prevendita. Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00. Tel. 051 2910910 - biglietteria@arenadelsole.it, www.emiliaromagnateatro.com  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article

[mardev]

"I fili sottili del tessuto urbano" raccontano il #pattodicomunità! Il giorno 2 luglio 2021, alle ore 18.00, presso la Casa del Municipio in Via Galilei 53, inauguriamo la mostra dedicata al nostro Patto di Comunità. In questo anno difficile abbiamo messo in rete la nostra comunità stringendo un Patto fra tutte e tutti, per non lasciare nessuno indietro. Venti artiste e artisti, sull'idea di Simona Sarti, hanno rappresentato cos'è per loro "comunità", per raccontare con l'arte questa fase di storia urbana, dipanare con immagini i fili immaginari che ci legano gli uni agli altri. Il Finissage è previsto per il giorno 8 luglio ore 18.00, sempre presso la Casa del Municipio. Vi aspetto! Le Artiste e gli Artisti partecipanti: Silvia Agostini, Isabella Angelini, Norberto Cenci, Martina Cristetti, Marco Delli Veneri, Antonio Esposito, Simone Fichera, Giovanna Gandini, Florian Heymann Guglielmi, Metello Iacobini, Felice Leonardi, Brunella Martucci, Paolo Andrea Pandolfi, Michel Patrin, Elisabetta Piu, Gabriella Sabbadini, Simona Sarti, Antonella Tofi, Ginevra Tonini Masella, Tsuyobn. (presso Via Galileo Galilei, 55) https://www.instagram.com/p/CQrSRzEnZWO/?utm_medium=tumblr

[trylkstopocket]

The future of money: The digital currency revolution is here, and may sweep away 5,000 years of monetary history

theglobeandmail.com

A late 19th-century rai stone, from the Micronesian island of Yap, sits in the Bank of Canada's Ottawa office building.

NATIONAL CURRENCY COLLECTION/Bank of Canada Museum

For several hundred years, the people living on the Pacific island of Yap used giant rocks as a basic form of money. The most valuable of these massive limestone rings, called rai stones, weighed several thousand kilograms. As a result, they weren’t easily exchanged when an item was bought or sold. Boulders that were too big to roll from one owner to the next were left in a permanent resting place.

Over time, the community devised a way to maintain the value and ownership of each rai stone by creating a shared oral history, a public account of the ledger. Each time a stone changed hands, metaphorically, members of the community spread word of the transaction and amended their memories.

Trust was implicit because everyone knew the story, rendering each transaction immutable. Over time, money transformed from an object to an idea, while the rocks sat in a forest somewhere, untouched.

A 2,000-kilogram rai stone, like a towering zero, hangs over a shallow pond at the Bank of Canada’s Ottawa headquarters, part of its renovated main floor. The Yap islanders used rai stones until the 1960s (eventually relenting to U.S. dollarization), and over that time the concept of money didn’t really change much.

But there is a coming storm in the world of finance.

At the onset of the COVID-19 pandemic, the Bank of Canada, the country’s central economic authority, realized that physical cash, which had already been in decline for several years, was in danger of reaching a tipping point. This threat to the centrality and basic functions of the loonie, along with looming outside forces of change brought on by cryptocurrencies, big tech and potentially proliferating central bank digital currencies (CBDC) such as China’s digital yuan, has forced the Bank of Canada to accelerate its plan to explore developing a digital loonie.

Governments around the world are now engaged in a global contest to digitize their currencies, and this is becoming the most disruptive force in finance and potentially geopolitics. The digitization of money could create an opportunity for a new benchmark currency. Will China outinnovate the United States in the race to become the dominant global digital reserve currency? Or will it be Big Tech player such as Facebook?

Whoever emerges the victor from the coming money revolution will wield one of the most powerful and truly global tools in human history. Money will be smart and designed to do what its backers want, which promises efficiency and peril in equal measure.

All of this has served as a call to action for the Bank of Canada. For nearly 10 years, the central bank has been quietly developing a contingency plan for the day the future arrives.

In March of 2020, the bank put out a call to action to Canada’s universities to help develop a CBDC. It sought proposals for a digital loonie from the brightest minds in finance and computer science to help accelerate the plan for a central bank digital currency in what it called the Model X Challenge.

Those experts are saying that the future is now — and many worry that Canada and other countries are already running late.

Model X – Designing the future of money

In Canada, less than 5 per cent of what we think of as money is physical cash. The rest exists as commercial bank deposits, not in vaults in the back of a building, but merely data points on spreadsheets and other records, tracking millions of agreements and transactions with people, businesses and other banks and institutions.

Cash has been in declining use for years, outdone by the clinical power of swipe, chip and tap cards, and the convenience of e-transfers. The pandemic has hastened the functional demise of cash by two to three years, according to Andreas Veneris, a Connaught Scholar and professor of electrical and computer engineering at the University of Toronto who researches cryptofinance.

In February, 2021, the Bank of Canada announced three teams it asked to submit detailed proposals for its Model X Challenge to help shape the design, technology and vision for a digital loonie. Prof. Veneris and his colleagues are one of three winning teams of researchers. The other two are from the University of Calgary and McGill University.

Model X’s call for proposals was purposefully vague, according to those who participated, but one detail was made clear throughout the process: The bank does not want to leave it to outside actors to determine the fate of the loonie.

“They seem to want something down the hall, part of the bank, legally,” says Poonam Puri, a law professor at York University and a member of the U of T-York team along with Prof. Veneris, Prof. Fan Long of the computer science department and Andreas Park, an associate finance professor at U of T’s Rotman School of Management. “The Bank of Canada wants to have a direct relationship with all of us, through an e-wallet.”

The bank has long held that while it explores a central bank digital currency, there remains “no compelling case” to issue one at this time. Even so, its leaders now acknowledge the rapid pace of global change signals the inevitability of a digital loonie.

The Manhattan Project - How crypto made analog cash obsolete

Representations of the virtual currency Bitcoin stand on a motherboard on May 20, 2021.

DADO RUVIC/Reuters

Bitcoin was invented in 2008 by an unknown person or group using the pseudonym Satoshi Nakamoto, and came into use in 2009. For the first couple of years, it was basically a plaything of libertarian-leaning software nerds, but soon caught on.

The first known purchase with bitcoin took place in May, 2010, when a programmer in Florida jokingly paid a stranger in the U.K. to order him two pizzas from a local Papa John’s for 10,000 BTC, then worth about $60. (At this week’s rates, those pizzas cost roughly $477-million).

Before it became a speculative boon seemingly out of thin air, bitcoin survived its beta stage because it could do things that fiat money and the global banking system could not. Instant and direct cross-border payments didn’t require a costly intermediary or that you trust the person on the other end of the exchange.

Just like those giant rai stones, there was no need for an intermediary. Bitcoin is built on a blockchain, which is conceptually the same as the Yap islander oral history. Each computer in a blockchain network, called a node, holds a copy of the entire history of every coin and each transaction conducted with it, called a block, and does the work of executing new transactions.

The Yap islanders didn’t require a trusted third party, such as a bank, to maintain one true copy of the oral history – and, of course, charge fees for storing it, accessing it and updating it. Until 2009, the ease of a dedicated bank made a lot of sense in a world dependent on an analog approach to payments and finance. Bitcoin upended that assumption with one pizza order.

“It was the Manhattan Project of money,” says Campbell Harvey, a Canadian economist at North Carolina’s Duke University who is an expert in how cryptocurrency technologies are decentralizing finance. “Bitcoin is really elegant. It was not done by finance people, who tend to be stuck in the past. This is not a renovation, it is a rebuild. And it’s very exciting.”

But bitcoin is limited in what it can do. And because it has become an enormously volatile and valuable speculative asset. While all currencies experience minor ups and downs in their worth, bitcoin can gain or lose thousands of dollars in value in a single day. Using bitcoin to, say, pay for a pizza feels more like a game of roulette than a simple transaction.

Like other members of finalist teams in the Bank of Canada’s Model X challenge, Prof. Veneris says that although bitcoin introduced him to the revolutionary potential of blockchain technology, he saw a more plausible future in the Ethereum network.

Unlike bitcoin, which was only designed for a single purpose, Ethereum is more than just a cryptocurrency. It’s a competitive and creative ecosystem that can host any number of other transactions on its network, and execute so-called smart contracts with its native currency, called ether.

The idea of the smart contract had been kicking around for years. In 1996, the American cryptographer Nick Szabo wrote a magazine article called “Smart Contracts” that foresaw what is now capable on a blockchain.

Mr. Szabo used a vending machine as a metaphor to explain its basic function: You put money in, a specific code is entered and a candy bar comes out (unless it gets stuck, of course).

In the digital world, these actions could be programmed to take place automatically. Basic forms of smart contracts have been in use for years, such as setting up automatic payments on credit cards. But because financial systems around the world are built on analog design, the concept has been capped at simple spreadsheet formulas.

Alfred Lehar, a member of the University of Calgary Model X team, believes that smart contracts are essential for any future CBDC, and will effectively change the world. “With a few lines of code, we will be able to make complex agreements without the need for an intermediary. No clerks, no lawyers, no waiting. You know you can trust the computer program,” he says.

“Think about how much the payment sector costs, as a percentage of GDP. It’s huge. We could use that money for other things,” he adds.

Prof. Lehar uses the analogy of buying a house to illustrate the shakeup programmable money will cause. When you buy a house, he says, you provide a deposit to a lawyer, and you pay fees to the lawyer and a bank for that.

When the transaction is complete, they release the money to the seller. “But that’s a fairly simple contract to automatically code,” Prof. Lehar says.

The deed for the house would be digitized and connected to the transaction. “If the transfer fails, it will send the money back. If it succeeds, it will release the money automatically. A smart contract makes it safer, more reliable, direct, immediate, and much cheaper than the current system.”

Katrin Tinn, a finance professor at McGill who co-authored the third finalist proposal, also argued that government-backed digital currencies be aligned with fiscal or public policies, unlike cash in its current form and the proxy system in banks.

Governments could, in effect, program public policy into money. “There could be a lot of innovation built on top of a CBDC,” she says. “Take student loans. They could be programmed on a sliding scale to promote equity, reacting to how much you earn as you pay them off. If you earn more, you pay back more, but if you have a tougher time, the loan auto-corrects to allow you to pay back less.”

Prof. Tinn also says a programmable loonie would allow for wholesale social change in everything from paying your taxes allowing artists to leverage the power of a non-fungible token in order to be directly compensated in real time if their artwork is resold, their story is read or their song is streamed.

We would no longer need to trust the system or that the buyer and seller will comply with the rules, she points out. Just like the rai stone, the currency could do that for you.

The U of T-York team’s legal expert, Poonam Puri, says the government needs to think deeply about how its policies will be shaped with a central bank digital currency. She says a government might be tempted to tailor smart contracts to, say, impose restrictions on how benefits could be spent, which could turn the loonie into an ideological weapon.

The finalist proposals – Three blueprints from Canadian academics

All three finalist proposals share key similarities that posit an idea of the future. Each recommends the Bank of Canada maintain a closed blockchain, in place of leaning on retail banks or other private-sector players to create and maintain the core platform. This closed blockchain would issue and monitor the CBDC, with a certain level of day-to-day anonymity for Canadians doing basic transactions, such as small retail purchases.

All three models pitch the need for a digital wallet, which is a basic smartphone and desktop app. The wallet functions much like today’s banking apps, but with fewer features and products. It would only facilitate holding government tokens, and would be able to connect to an existing bank account and app. Retail banks may be allowed to develop their own version of a digital wallet as well.

For Canadians who do not have a smartphone or reliable access to the internet, all three teams proposed a card with an NFC chip that could accept and receive payments by tap, and could be connected to a digital wallet.

The U of T-York University proposal differs from the other two in this first phase of development, because it explicitly recommends that the Bank of Canada go on its own as a “narrow bank,” directly offering Canadians a basic digital wallet and access to its coins.

The authors suggest only engaging with retail banks after the CBDC is established and its value shown to Canadians. Retail banks might see the central bank offering a basic digital wallet as a challenge to some of their basic services, but the team believes that winning buy-in from Canadians first will force retail banks to embrace a CBDC.

“Involving the Big Six banks too early would allow them to slow walk the process,” says Prof. Park, who points out that these institutions will, naturally, resist giving up a lucrative part of their business model. According to a McKinsey report, the global payments market is worth US$1.9-trillion and accounts for, on average, 39 per cent of banking revenues.

“We’ve got to tear the Band-Aid off,” Prof. Veneris adds. ”When Canadians see the value and positive change brought on by a CBDC, they will want it, and commercial banks will have to fall in line.”

Prof. Lehar, who led the Calgary proposal, shares in the excitement about the promise of digital banknotes that can be programmed to settle and process transactions themselves. “To me, there has to be a value proposition to Canadians to go through with such a big change.”

The McGill proposal differs slightly from the other two in how it handles privacy, which is a key feature of its design. For the vast majority of small day-to-day transactions, the user of the CBDC would be completely anonymous, buying tokens with an e-wallet on an encrypted system that can only be unlocked with a court order, similar to how things work with conventional bank accounts. The person or business on the receiving end of the payment would be visible, however.

Prof. Tinn says the combination of direct access to this system and smart contracts could revolutionize how the government could deploy financial aid. “During the pandemic, many Canadians received CERB payments,” she says. “With this system, all payments could have been made automatically and immediately, with no confusion over who was eligible and who wasn’t, without the need for a bank account.”

Both the Calgary and Toronto concepts propose a second phase that invites major financial institutions to host a node on a secondary layer running a permissioned blockchain, so Canadians can have seamless access to loans and other financial products. The final step would be to deploy application programming interfaces (APIs), which are like limited keys for fintech firms to access the blockchain and offer new smart-contract-driven services on the platform.

Earlier this year, when all three teams met virtually with the Bank of Canada to discuss their respective projects, the bank was careful not to reveal its own plans. “They asked a lot of pointed questions about why blockchain, how each platform could be built and how smart contracts would work,” Prof. Veneris said.

“But my sense was that they already knew all of this, were asking questions about concepts they felt comfortable with or excited about and knew exactly what they were doing. They keep saying, ‘We don’t have a plan to release a CBDC, we are merely keeping all options open with a contingency plan.’

“But I get the sense that we’re going to wake up one morning soon, and we’ll be reading about an announcement from the Bank of Canada about a digital loonie. That it will use blockchain technology to some degree, will be a project at the Bank itself, and will hopefully include the ability to write smart contracts.”

In a statement to The Globe and Mail, the Bank of Canada referred to earlier comments by Governor Tiff Macklem and Deputy Governor Timothy Lane that acknowledged “the pandemic may bring us to a decision point sooner than we had anticipated,.” The bank is also monitoring Big Tech private digital currencies and other private stable coins. Even so, deploying a CBDC remains “a contingency plan.”

Threat No. 1 – Facebook and private digital currencies

For central bankers, Sept. 16, 2019, might be seen as their Battle of Waterloo.

It was a Monday, and representatives from 26 central banks from around the world, including Canada, hurriedly shuffled into the headquarters of the Bank of International Settlements in Basel, Switzerland.

The 20-storey modernist concave cylinder of smoked glass and sheet metal lords over the neighbourhood, and was the location for one of the most consequential showdowns in the history of finance.

Some bankers were angry, others no doubt afraid. Across the table sat representatives from Facebook, summoned there to explain the tech giant’s recently announced bombshell of a project – Libra, the world’s first truly borderless private digital currency.

The stakes for central banks were suddenly extremely high. If Libra caught on with the social network’s 2.8 billion users, it could topple the conventional payments sector, and pose a serious threat to the financial sovereignty of pretty much every country. Facebook’s announcement quickly scared some central banks into action, including China’s.

“They wanted to test central banks and see what their reaction would be,” says Hanna Halaburda, a professor at New York University and a former Bank of Canada economist. Prof. Halaburda was hired by the Bank in 2012, joining its e-money group, in part because she’d been researching unusual micro-economies, such as those in the video games World of Warcraft and Second Life.

One of her areas of interest was Big Tech, and she noticed that companies such as Facebook and Amazon were, in effect, prototyping currencies with their credits and tokens.

“This was back in 2012, and at first the impact of bitcoin was our primary concern, and should central banks start issuing digital currencies as well,” she says. “Back then, when we talked about the private sector, we had retail banks in mind, not Facebook.”

Prof. Halaburda, who left the bank in 2019, says that the tech giant simply identified the severe inefficiencies in the payments sector that it could uniquely exploit with its massive global reach and sophisticated platform.

“They were no doubt targeting remittance payments,” says Prof. Park of the U of T-York Model X team. He says workers send about US$800-billion a year to their home countries. ”Right now it’s extraordinarily expensive, slow and inefficient, and around 10 per cent of that gets extracted by the financial sector in fees.”

Getting ahead of countries in developing a powerful new digital currency would give Facebook an overwhelming advantage. The company also saw an opportunity to fill in one of its remaining holes in collecting our personal data.

“Our children could very well be using Facebook’s currency,” Prof. Veneris says, if Canada and other countries don’t fortify their financial sovereignty. The next generation “would have no idea what the loonie was.”

Since the meeting in Switzerland, the Bank of Canada has issued multiple statements that reinforce the view that a Big Tech-backed currency could be a threat to the loonie.

In December, 2020, Facebook retreated from Libra, refashioning the project as Diem, and focusing solely on the U.S. market.

Threat No. 2 - China’s DCEP and money as Big Data

Last October, while much of the Western world was in the throes of the second wave of COVID-19, the People’s Bank of China made history in the city of Shenzhen.

One of the 50,000 lottery winners of a virtual red envelope walked into a shop in the city’s trendy Luohu shopping district, picked up an item, held their phone up to a scanner at a self-checkout kiosk and became the first person to use China’s central bank digital currency, the most advanced form of fiat money in the world.

China unveiled its concept for a national digital currency with a splash, giving away 10 million yuan (or roughly $1.9-million) in 200-yuan packets for use in a controlled experiment – a one-week shopping splurge in more than 3,000 stores, just to see how the system would react to real-world transactions.

The new currency doesn’t have a name, but is being referred to as China’s Digital Currency Electronic Payment system, or DCEP, although some more informally call it the digital yuan or digital renminbi.

For the participants, the experience was indistinguishable from their usual method of transacting, which is overwhelmingly by smartphone through one of two dominant platforms, WeChat and Alipay.

The two private digital payment systems were borne out of the massive ecosystems built by their respective parent companies, Tencent and Alibaba. These twin forces represent more than 80 per cent of total payments in the world’s largest digital economy and their power and reach are perhaps one reason why Beijing has been hard at work developing a digital currency.

But some experts believe that DCEP is just a part of a much broader strategy. Together with China’s Belt and Road Initiative, the country’s long-term global financial influence campaign, the development of its Blockchain Service Network (BSN) and the export of smart city projects by government-associated firms export, China seems to be taking a unified approach to data, surveillance and state control of the economy, with an eye on becoming an even bigger economic player.

Carolyn Wilkins, the former deputy governor of the Bank of Canada, says one big question will be if a digital yuan can have the reach its analog forebear did not.

In addition to how DCEP could factor into a long-term Chinese challenge to the U.S. dollar as the premier reserve currency, the reach and influence of a digital yuan raises serious short-term questions for countries such as Canada when it comes to international payments.

Ms. Wilkins also warns that China’s attitude toward data privacy and potential use of personal data “don’t correspond with democratic and open-society values.”

“China is a data-based economy,” says Yaya Fanusie, a former CIA analyst and now a senior fellow at the Center for New American Security in Washington. “DCEP is as much about data as it is about money.”

Mr. Fanusie warns that while blockchain-based ideas are siloed in North America, China is laying down the infrastructure for a broad, fully integrated future internet.

Dr. Matthew Johnson, who studies China’s digital financial strategy at the Australian Strategic Policy Institute, says this matrix of tools is part of a grander data infrastructure that will link in with the Chinese Communist Party’s individual and business social credit system, and leverage the connectivity of the Internet of Things, which includes the world’s widest-reaching array of facial recognition cameras.

Mr. Fanusie points out that when China released its fintech plan for the country a few years back, it framed DCEP primarily as the missing piece of a surveillance data puzzle. And, unlike in the West, China’s security laws allow it access to user data.

What about the Big Six? – Canada’s banks will have to adapt to adapt – and fast

A Royal Bank of Canada is one of the Big Six mulling over digital currency.

MARK BLINCH/Reuters

All three Model X finalists recognized that Canada’s powerful Big Six banks need to play a role or the financial sector could be severely disrupted.

“The danger in developing a CBDC is that retail banks will just drag their heels, resisting change, or could rebel and decide to develop their own private coins,” says Duke’s Prof. Harvey. He believes that Canada’s banking system has become oligopolistic – borrowing rates are too high and savings rates are too low, and that easy profits have created complacency.

Prof. Harvey says distributed ledger technologies are already taking other parts of the financial industry by storm. Just before the pandemic, he was flown to New York to speak with the board of a major stock exchange. “I didn’t know why they wanted to speak with me, but when I got there and got in front of them, they just had one question: ‘How long do we have?’ ”

He says that retail banks, insurance companies and other financial institutions need to embrace this uncertain future, just as that unnamed exchange has, and make their own contingency plans for a bold yet perhaps less profitable future. “With this change, we’ll be asking commercial banks to spend more money so they can learn how to make less. My view on this is that the banks are too late to react to this change,” he says.

Prof. Harvey says smaller fintech firms designed to thrive in a decentralized environment could quickly challenge large bedrock institutions as technologies take hold, much like how Netflix devoured the once giant bricks-and-mortar home-video market.

Each time Prof. Harvey speaks with leaders at a major financial institution, he asks them how much blockchain research they are doing. “When they say, ‘We’ve got a dedicated team and we’re actively pursuing new ideas,’ I think to myself that they may survive what’s to come. But when they dismissively state, ‘We’re looking into it,’ I know I’m talking to a doomed institution.’

In 2019, Prof. Harvey was speaking at Toronto’s Rotman School and relayed that analogy to the crowd. The following speaker, a representative from the Bank of Canada, didn’t hear his speech, and when asked by a member of the audience where the bank was with blockchain research, the representative said, ‘We’re looking into it.’

“The crowd burst into nervous laughter,” Prof. Harvey says. “I hope their perspective has changed.”

After nearly a decade of doing its due diligence on the future of money, the Bank of Canada now seems on the precipice of having to make tough decisions, and act on its contingency plan.

“Given all that has happened, and this sudden momentum caused by outside forces all around us, I feel it’s now not a question of if but when the Bank of Canada launches a CBDC,” Prof. Veneris says. “My fear is that the answer to the question of when we should launch this was, well, yesterday.”

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[paoloxl]

A Verona, neofascisti uccidono Nicola Tommasoli.

Forse la sua colpa fu quella di avere il codino o forse rispose con fare seccato alla richiesta di una sigaretta ma certamente il suo omicidio maturò nell’humus fascio-alcolico che spesso la sera trabocca nelle strade e nelle piazze della “città dell’amore”. Cinque ragazzi, tutti molto giovani, in giro per i vicoli del centro, ne incontrarono altri tre, un po’ più anziani e probabilmente “non conformi”. La richiesta di una sigaretta, negata, e poi quattro urla, uno spintone, schiaffi e pugni. Una violenza che ebbe conseguenze pesantissime. Nicola Tommasoli, 29 anni, di professione grafico, uno dei tre aggrediti, morì dopo cinque giorni di coma.

I cinque, quella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, fuggirono tutti, lasciando Nicola a terra.

La città si svegliò attonita, interrogandosi sui propri figli ma ci fu anche chi non si stupì, perché dal 2001 quello era “soltanto” il quindicesimo episodio di violenza, contando solo i fatti più gravi, compiuto da gruppi od esponenti del mix esplosivo ultras Hellas-destra radicale.

Particolarmente originale il commento sull’accaduto del sindaco Flavio Tosi, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” (3 maggio 2008): “Non fa storia, capita una volta su un milione”. Una frase evocata ancora oggi, che offende la memoria della città.Il 4 maggio Raffaele Dalle Donne, 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei ed ex attivista di Blocco Studentesco, propaggine di CasaPound, si costituisce e finisce in carcere con l’accusa di “lesioni gravissime”. Il Dalle Donne è già noto alle forze dell’ordine, in quanto colpito dal Daspo, il provvedimento che allontana gli ultras violenti dagli stadi e implicato nelle indagini della Procura veronese su un gruppo di 17 giovani ritenuti responsabili di vari pestaggi avvenuti tra il 2006 e il 2007, per i quali si ipotizza il reato di “associazione a delinquere con l’aggravante della Legge Mancino”. La Digos comunica anche di aver individuato altri due del gruppo aggressore, che però sarebbero fuggiti in Austria.

Lo stesso giorno, il solerte sindaco Flavio Tosi, che meno di cinque mesi prima aveva sfilato con Piero Puschiavo ed altri simpatici elementi in un corteo neonazista con codazzo di pestaggio ai danni di tre militari “terroni”, dichiara che “Verona non è una città fascista né neofascista, la matrice politica non c’entra” e chiede “pene severe” per i colpevoli (L’Arena, 5 maggio 2008). Non contento, in un’intervista al Corriere della Sera, anche questa pubblicata il 5 maggio 2008, alla domanda della giornalista: “Sindaco Tosi si dice che siano suoi elettori i ragazzi che hanno aggredito Nicola. Gente dell’estrema destra …”, il primo cittadino risponde: “Mi viene da ridere. Pensi che nella nostra coalizione abbiamo bandito tutto ciò che ha a che fare con l’estrema destra, a cominciare dai simboli. Ci sono milioni di persone che ci hanno votato. Può anche darsi che qualcuno sia un criminale …” (vedi il capitolo sulla Lista Tosi). Dal canto suo l’avvocato di estrema destra Roberto Bussinello, che ha assunto la difesa di Dalle Donne, fa una sviolinata sul dramma in cui – sostiene – “ci sono solo vittime …, il giovane disegnatore in coma, i suoi genitori e i genitori di questi ragazzi” (L’Arena, 5 maggio 2008), un assaggio di quella che sarà la sua linea di difesa in tribunale al processo per l’omicidio di Nicola.

Alle 18 del 5 maggio 2008 Nicola Tommasoli viene dichiarato morto. L’accusa di “lesioni gravissime” si trasforma per Raffaele Dalle Donne in quella di omicidio. E non solo per lui. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio la Digos preleva dalle loro abitazioni altri due giovani implicati nell’aggressione, ambedue di Illasi: Gugliemo Corsi, 19 anni, operaio, tifoso dell’Hellas e fondatore di un gruppo di supporter, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, del tutto sconosciuto sia nell’ambiente calcistico che politico. Il dirigente della Digos Luciano Iaccarino comunica che i due giovani fuggiti all’estero sono stati individuati, volti e nomi noti per la loro militanza in gruppi di estrema destra e nella tifoseria ultras, i loro soprannomi sono “Peri” e “Tarabuio”. Uno dei due, come Dalle Donne, è nella lista dei 17 indagati e perquisiti dalla Procura per le violenze 2006/2007. Iniziano le prime ricostruzioni dell’accaduto, la serata al bar Malta e poi in giro per il centro fino all’incontro con Nicola e i suoi amici a Porta Leoni: “Codino, dame na sigareta”, il rifiuto, le parole, gli spintoni, l’intervento degli altri, Nicola a terra, la fuga. E le reazioni dei cinque, il silenzio di Vesentini e Corsi, apparsi “strani” ai genitori, il tentativo di fuga di Dalle Donne, fermato dal padre e convinto a presentarsi in questura, gli altri due che spariscono. Notti insonni per la polizia e per il magistrato Francesco Rombaldoni. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due ricercati, che erano fuggiti a Londra, tornano in Italia. Sono Federico Perini, “Peri”, 20 anni, di Boscochiesanuova, e Nicolò Veneri, “Tarabuio”, 19 anni, già indagato nella lista dei 17; ambedue sono ultras dell’Hellas, colpiti da Daspo. Perini è stato candidato di Forza Nuova alle ultime amministrative per la seconda e l’ottava Circoscrizione.

Sui media locali i commenti si sprecano, dai paesani dei giovani in carcere, compresi sindaci e parroci, a sacerdoti, capi scout, psicologi, pedagogisti, educatori, scolastici e non, e, ovviamente, politici di ogni ordine e grado. L’emergenza “educativa” e la “crisi dei valori” diventano pane quotidiano, qualcuno si azzarda anche a nominare gli ultras e a criticare l’ex ministro Castelli (Lega Nord) che, in una trasmissione radiofonica andata in onda il 5 maggio ha stigmatizzato l’accaduto come “statisticamente irrilevante”. Ma il più divertente, seppur nella tragedia, resta il presidente della Provincia ed ex rettore della locale università Elio Mosele, il quale afferma (L’Arena, 6 maggio 2008) che quanto successo dipende dal venir meno della “figura materna, intesa come principio di organizzazione familiare e certezza relazionale”. Intanto, sul luogo dell’aggressione, uomini e donne, giovani e anziani, portano fiori, lasciano biglietti e poesie, si fermano in raccoglimento. La città è presa d’assalto dai media nazionali e non, al presidio antifascista che si svolge nel pomeriggio del 6 maggio partecipano centinaia di persone come centinaia sono le lettere di cittadini e cittadine alla rubrica del quotidiano locale “L’Arena di Verona”. L’assedio dei media, in particolare l’attenzione sulle frequentazioni e alleanze politiche del primo cittadino, produce strani effetti persino sul quotidiano storico dei veronesi, da sempre schierato dalla parte dei “potentati” cittadini. Stavolta neanche “L’Arena” può esimersi dal pubblicare notizie e interviste che smentiscono le dichiarazioni di chi intende minimizzare l’accaduto o escludere la matrice politica.

Il 7 maggio il quotidiano dedica nove pagine al delitto Tommasoli, dieci con quella delle “Lettere”. A p. 7 troviamo la notizia della seduta straordinaria del Consiglio comunale e della manifestazione silenziosa previste per il giorno successivo, con la richiesta al sindaco del presidente dell’assemblea Pieralfonso Fratta Pasini (Fi) di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Nicola Tommasoli. Il Fratta Pasini, collega di partito delll’ex sindaca Michela Sironi (2 mandati, 1994-1998 e 1998-2002), la prima a sdoganare i fascisti nelle istituzioni comunali, ci tiene a far sapere di voler mantenere “il profilo istituzionale di questo Consiglio straordinario, non entrando nel merito delle polemiche politiche …”. Polemiche peraltro già in atto, visto che il capogruppo dei Comunisti italiani, Graziano Perini, si è rifiutato di sottoscrivere il documento comune contro la violenza firmato da tutti i consiglieri comunali. Non bastasse, a p. 10 c’è un’intervista con un ragazzo massacrato dai fascistelli un anno prima in centro storico, che denuncia come i suoi aggressori siano ancora in giro “da un bar all’altro in cerca di risse”, tanto che lo stesso giornalista è costretto a rintuzzare il commento del sindaco Tosi sull’aggressione a Tommasoli “è un caso isolato”, ricordando le decine di pestaggi avvenuti in città nell’ultimo anno e mezzo e l’allarmante rapporto del Viminale (marzo 2007) sull’estremismo politico a Verona, in cui veniva scritto chiaro e tondo che i gruppi dell’ultradestra avevano intensificato le iniziative di impronta razzista.

Il procuratore Guido Papalìa, che aveva già parlato di una “nuova area dell’estrema destra disomogenea che si è aggregata spontaneamente” (L’Arena, 5 maggio 2008), rincara la dose parlando di “matrice nazifascista” del delitto; secondo il magistrato, passato alla storia della città non solo per aver condotto tante scomode inchieste ma anche per essere stato prematuramente “sepolto” in una aiuola di piazza Bra durante la manifestazione che la Lega organizzò nel 2005 proprio per “difendere” i suoi militanti accusati di violazione della legge Mancino in relazione alla campagna del 2001 “contro gli zingari”, dall’ideologia nazifascista questi ragazzi hanno preso “la caratteristica razzista, nel senso che si è voluto colpire il diverso. Ma non solo il diverso per razza, bensì il diverso perché si comporta in modo diverso, la pensa diversamente, perché ha un atteggiamento diverso, si veste in modo diverso e secondo questa ideologia non può convivere nel centro storico della mia città. Sono scuse per colpire chi non è omologabile a me”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Non è il caso di un certo numero di esponenti politici, dai prudentissimi Pd che fanno sapere di non voler strumentalizzare politicamente la vicenda ma invitano il sindaco Tosi a “smarcarsi definitivamente da certe forze” (Stefania Sartori, capogruppo Pd in consiglio comunale) allo stesso Tosi, che, oltre a prendersela con Perini, reo di “strumentalizzazione politica”, si produce a p. 15 in un’imbarazzante intervista. Prima invoca per le persone coinvolte nel pestaggio “una condanna durissima e pesantissima”, poi, quando gli viene ricordato (durante la trasmissione radio “Unomattina”) che i giovani fermati sono indicati come vicini alla destra più estrema, ricorda che lo stesso procuratore capo (!) ha detto che non facevano parte di un partito organizzato, sono dei disgraziati, tra l’altro non sono neanche di Verona, ma della provincia”. Dopo essersela presa con Paolo Ferrero (Prc, ministro uscente) per “l’uso fatto del tragico e brutale assassinio di Nicola Tommasoli” dichiara che tale uso “assomiglia molto alla richiesta della sigaretta fatta dal branco alla povera vittima: un puro pretesto per massacrare mediaticamente la città”. E poi avanti tutta con il “caso Marsiglia”, il professore di origine ebraica che denunciò falsamente di essere stato picchiato, mettendo la città sotto una luce ingiustamente negativa, il “disagio giovanile e l’emergenza educativa” e, infine, la replica al consigliere regionale Franco Bonfante (Pd), reo di ricordare la visita fatta da Tosi nel 2005, insieme ad Andrea Miglioranzi e Federico Bricolo, ad altri cinque giovani di estrema destra, in carcere in attesa di giudizio per il pestaggio e l’accoltellamento di Volto san Luca (2005, vedi Cronologia). Da questo momento in poi la posizione del sindaco Tosi e dei suoi sodali resterà inalterata. Verona e la sua fama di “città dell’amore” va difesa a tutti i costi e nonostante qualsiasi evidenza. Quindi nonostante la costituzione di parte civile del Comune di Verona al processo Tommasoli e la richiesta di 150mila euro di risarcimento per i danni patiti dall’immagine della città (il tribunale fisserà la cifra a 50mila euro), nonostante il successivo pestaggio di Francesca Ambrosi da parte dei soliti “disgraziati” della Curva, nonostante i raid in Veronetta di Marcello Ruffo (CasaPound e Lista Tosi) , nonostante l’approvazione in consiglio comunale di ordini del giorno ributtanti come quello proposto da Zelger sul “numero verde” per denunciare chi parla di “gender” nelle scuole.

Nonostante tutto Flavio Tosi, convenientemente aggiustato dal suo addetto stampa, partecipa a miriadi di talk-show sulle tv nazionali, dove fa la parte del gigione di famiglia, tanto amante del calcio ma in fondo dotato del tipico buonsenso della casalinga veneta. Del resto, non è il solo. La città ha dimenticato, la città dimentica in fretta.

Ma c’è ancora chi la memoria la coltiva, e sono gli estremisti tanto invisi a Tosi e ai suoi, quelli che Vittorio Di Dio vorrebbe fossero “sistemati” per la strada, gli unici che tutti gli anni, da quel 30 aprile 2008, organizzano manifestazioni, presidi, spettacoli teatrali (tra i tanti ricordiamo “Verona caput fasci” scritto e interpretato da Elio Germano ed Elena Vanni), reading, invitano madri di altri ragazzi uccisi dalla violenza di destra, intellettuali, esponenti politici, musicisti per ricordare Nicola.

Nicola, poteva essere qualsiasi di noi.