Tumgik
#Caffè Fausto
dnllpgt · 16 days
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Harry Adams (00 Characters)
Dear all,
today around midday I went to a very nice café with a terrace called Hinterhof Café in the area where I work, right next to the Salesians (www.salesianum.de) where I am the night porter for 4 nights a week (Mon-Fri 10pm to 6:30am).
The last two weeks, however, and for another two or three weeks I have been working in the afternoons in Sales (3pm-24pm) and tonight after the midnight shift I continued as night porter so that until 6.30am I was at Reception because my colleagues O. (the nice and fussy ex-Croatian financial police officer) and Jo (the very funny black man from Asmara, who has been a day porter here for more than 30 years) are at their respective relatives outside Germany, at home.
Brother S.K. and I (a Salesian who deserves a beautiful chapter of his own) hold the position. Our boss L.D. is ill until October, so there is a lot to do. Now, however, I am at Reception on duty and am interrupted every minute or so by a phone call or one from the 500 guests we have: the Salesians from Bavaria and the provincialate from all over Germany is full, I would say almost full. This Mail will be very technical with various references and I have called it (00-Sept. 2004) because I am sending you references so that you can get to know my world here at Rosenheimer Platz and in Munich as well as in Turin where I lived my first 32 years.
My son Marcolino (now 14 years old), whom I adore, just stopped writing and wrote the following to me on WhatsApp: ‘ch würde am Samstag kommen 1 tag’. ‘Passt’ I replied!
But why is this Mail called Harry Adams? Well, after sleeping for two hours, I had an online lesson with C.B. (a medical oncologist who lives in Tuscany in the province of Grosseto) who wants to learn Italian to live in the villa she has built with a swimming pool, various facilities and wants to become Italian: the people are nice, friendly, authentic… this is what she tells me in the daily lessons we do with Zoom or WhatsApp.
Sorry, I just sold ice cream to a mother of two beautiful children (about 5 and one year old), but she couldn't read the prices, a bit complicated.
After class I had an appointment with Gabriella aka Gabi (but she doesn't like the nickname Gabi) whom I have been seeing since 2016 at least twice a month and to whom I teach Italian who now speaks C2. She is a well-off retired English teacher with no children who lives with her partner W., a retired engineer who did all the statics for Caffè Fausto where I worked as a roaster, bartender and waiter for 7 wonderful years.
Gabriella was late arriving and on the terrace next to my table sat an Englishman who talked to me for 30 minutes and then talked to Gabriella all at once. He spoke English from London because he lives in the suburbs of the metropolis and explained to me that he is an Arsenal fanatic even though his whole family is from Leichester: when a short time ago this won the championship with Ranieri they were still rooting for Arsenal with dismay.
To get to the stadium from the London suburb the train costs in Euro 200-, very very expensive so very little goes to the stadium. Harry Adams, however, is the first cousin of Chè Adams the new striker of Torino F.C., that is to say the granata, that is to say many of my people. I was in fact at home and watched Torino-Cosenza 2-0 and I'm very happy. The match was not good, the marathon was active but torn by Cairo's management and the bitterness of the granata I read in the pages of Alessandro Costantino (Toro News) a peer who advised my father.
In short Adams came in, the crowd was enthusiastic and Harry Adams sat on the edge of the round table assuring me that his cousin is strong, that he is good in the header and I could see him in action in the championship matches Venezia Torino 0-1 Milan Torino 2-2 (I feel sorry for Luca C. my classmate from the Liceo Scientifico A.Volta many years ago!) and Torino Atalanta which took us to the top of the table, for a moment first.
That is why this e-mail is entitled Harry Adams. I extremely need to write, but I have no time. I'm better now. I hope to tell something again. ‘I thought it was an adventure instead it was life’, Joseph Conrad quote from memory, not sure.
Kisses Daniele
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lamilanomagazine · 2 years
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Trento, Art & Ciocco: il Tour dei Cioccolatieri
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Trento, Art & Ciocco: il Tour dei Cioccolatieri.    Torna a Trento, per la settima edizione, ART & CIOCC® Il Tour dei Cioccolatieri la grande festa itinerante dedicata al cioccolato artigianale. Da venerdì 24 a domenica 26 marzo 2023 saranno aperti in Piazza Fiera gli stand dei maestri cioccolatieri provenienti da tutta Italia. Lungo tutte le tre giornate di evento con orario no-stop dalle 9:00 alle 21:00 i cioccolatieri proporranno degustazioni e vendita di cioccolato di ogni forma e dimensione e prodotti di pasticceria; dalle sorprendenti novità alle specialità regionali sino a oggetti e sculture commestibili di ogni tipologia e grandezza. Insomma, una vera e propria festa per occhi e palato! Praline, cremini, tartufi, ganache di cioccolato, alla frutta, alle spezie, praline, pasta di mandorle, sfogliatelle e pasticceria napoletana, strudel, crepes con creme spalmabili, Cioccolato di Modica IGP e chi più ne ha più ne metta. Non mancheranno coccole personali e attenzione al benessere fisico a alle diverse esigenze alimentari con prodotti biologici e privi di zucchero. I cioccolatieri presenti a Trento, provengono infatti da varie regioni e così, dal Piemonte alla Calabria, passando per Lombardia, Veneto e Umbria sarà possibile fare un vero e proprio viaggio attraverso tutte le declinazioni del cioccolato. Sarà presente anche un cioccolatiere Belga e due aziende di Trento con degustazione di caffè e cioccolato, birra al cioccolato e vari prodotti di pasticceria. “È un gradito e goloso ritorno quello della manifestazione Art & Ciocc, che porta nella tradizionale sede di piazza Fiera un’infinita varietà di cioccolato – dichiara il vicesindaco Roberto Stanchina - Sarà un’occasione per degustazioni inedite e soprattutto sarà un invito per tutti, residenti e turisti, a visitare il nostro bel centro storico nel prossimo weekend”. ART & CIOCC® Il Tour dei Cioccolatieri è anche un’occasione per vivere la città ed offrire a cittadini e turisti un evento di qualità; non è solo un’esperienza per il palato, è una festa per tutti! Tra le simpatiche novità del tour il totem #faccedaciocc, per scattare foto e selfie da condividere sui social. ART & CIOCC® Il Tour dei Cioccolatieri ART & CIOCC è organizzata da Mark. Co. & Co con il Patrocinio del Comune di Trento e la collaborazione di Confcommercio Trentino e Associazione Pubblici Esercizi Trentino. PROGRAMMA: Gli orari di apertura degli stand dei cioccolatieri in Piazza Fiera: - Venerdì 24 marzo dalle 9 alle 21 - Sabato 25 marzo dalle 9 alle 21 - Domenica 26 marzo dalle 9 alle 20 Nei tre giorni di manifestazione, si alterneranno i laboratori nella postazione della Ciokoschool a cura del Maestro Cioccolatiere Fausto Ercolani titolare dell’azienda “L’Artigiano Perugino” di Torgiano (PG): il programma potrà variare a seconda del pubblico presente: - “Dalle fave di cacao al cioccolato”: dimostrazione del processo tecnico-produttivo del cioccolato a partire dalle fave fermentate - “Come fare una pralina a casa”: breve dimostrazione per la realizzazione a casa di una pralina senza l'ausilio delle attrezzature professionali - “Il Cioccolato di Modica” origine e segreti della lavorazione Le prossime date del tour: • 8 – 10 aprile | GARDA • 12 – 16 aprile | VILLACH Per informazioni: Mark. Co. & Co. Srl – Padova - [email protected] - T. 349.6900875 iltourdeicioccolatieri... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 2 years
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Gran Fondo di Alassio 2023
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La decima edizione della Granfondo di Alassio, tra le più note corse internazionali di ciclismo su strada per amatori, si terrà domenica 12 marzo con partenza dal famoso Muretto di Alassio e arrivo al Santuario di Madonna della Guardia. I due percorsi della Granfondo Internazionale Alassio saranno di 65 km e 106 km,  avranno inizio da Corso Dante Alighieri e termineranno in cima al Santuario della Madonna della Guardia, con un arrivo in salita a picco sul mare, da cui sarà possibile scendere fino a tornare al quartier generale di gara, dove si svolgeranno le premiazioni. Alassio venne fondata nel X  secolo,  quando nei pressi della chiesetta di Sant'Anna ai Monti sorse il primo nucleo e oggi, sulla collina presso la  borgata Madonna delle Grazie,  si può ancora vedere uno dei più antichi stemmi della città. Il feudo era dei monaci Benedettini provenienti dall'isola Gallinara e poi passò sotto il controllo di Albenga che lo amministrò fino al XVI  secolo. Ceduto alla Repubblica di Genova, Alassio partecipò nel 1528 alla guerra contro la Francia e ottenne da Genova ampie autonomie specie nel settore economico. Nel 1540 divenne sede della locale podesteria e degli scambi commerciali con la Francia, Spagna, Portogallo, Sicilia, Sardegna e Paesi Bassi, infatti fu particolarmente attiva la raccolta e il commercio del corallo rosso. Alassio partecipò alla battaglia di Lepanto del 1571 con un'intera flotta navale e nel 1625 entrò in possesso dei Savoia,  ma fu riconquistata dalla repubblica genovese. Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupò il comune durante la campagna d'Italia e inglobò il territorio nella nuova Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. La città nel 1815 entrò a far parte del Regno di Sardegna e dal 1861 del Regno d'Italia, poi divenne un importante centro turistica, con Portofino e Sanremo. Simbolo della sua storia è Muretto di Alassio, che si trova in corso Dante Alighieri di fronte allo storico Caffè Roma, ideato dal proprietario del locale Mario Berrino in collaborazione con Ernest Hemingway. Berrino aveva l’abitudine di raccogliere gli autografi degli esponenti del jet-set in vacanza ad Alassio, e vedere il muretto davanti al suo locale così spoglio e poco curato gli fece venire in mente un’idea, mentre Hemingway lo aiutò a riportare le firme raccolte sul suo libro degli autografi su piastrelle in ceramica colorata, ciascuna utilizzata come decorazione. L’attività di decorazione del muretto durò a lungo, e oggi ci sono circa mille firme sulle sue piastrelle, che rendono il Muretto di Alassio un grandioso monumento a cielo aperto. Tra le firme ci sono cantanti  come Adriano Celentano, Antonello Venditti, Claudio Villa, Fabrizio De André, Domenico Modugno e Louis Armstrong, attori e registi del calibro di Carlo Verdone, Dario Fo e Woody Allen, del mondo dello sport come Adriano Panatta, Alberto Tomba, Christian Panucci e Fausto Coppi e dei grandi poeti e scrittori che nel tempo sono passati da Alassio come il poeta francese Jacques Prévert e l’italiano Salvatore Quasimodo. Il Muretto di Alassio si è anche arricchito anche di altri elementi, come la statua in ferro dei due innamorati che simboleggia l’amore. Read the full article
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cerentari · 2 years
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Gioielli Rubati 217: Fausto Torre - Maria Allo - Cipriano Gentilino - Anna Maria Bonfiglio - Carlo Becattini - Loredana Semantica - Raffaele Marcos Delle Femine - Luciana Luzi.
Gioielli Rubati 217: Fausto Torre – Maria Allo – Cipriano Gentilino – Anna Maria Bonfiglio – Carlo Becattini – Loredana Semantica – Raffaele Marcos Delle Femine – Luciana Luzi.
DEBIT CARD . ci sono voluti due soldi per il traghetto come ben suppliva all’eternità che la riva terrà con una rientranza, è vero ci si potrebbe improvvisare un piccolo auditorio in cui il caffè andrà per la maggiore Però facciamo un passo indietro in alternativa allo stress accenderemo il soffiatore e io terrò il disegno di un pulcino come si guarda intorno: sai la quiete dopo la tempesta Così,…
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coffeenewstom · 3 years
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Crema Coffee Guide 2022
Crema Coffee Guide 2022
Die erste Ausgabe des Crema Magazins im neuen Jahr ist immer etwas besonderes. Schließlich liegt ihr der aktuelle Coffee Guide bei, rund 370 Seiten wo man den besten Kaffee in Deutschland, Österreich, der Schweiz und Italien bekommt und wo man ihn am besten trinkt. Für mich ist das immer auch eine Art Check-up. Wie stark decken sich meine Erfahrungen und Vorlieben mit denen der Crema-Redakteure?…
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marcogiovenale · 2 years
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jazz from new york: roma, caffè letterario, 15-16-17 set. 2022
jazz from new york: roma, caffè letterario, 15-16-17 set. 2022
click to enlarge / cliccare per ingrandire _  
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corallorosso · 4 years
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Ha detto che lui gli Stati Generali dell’Economia li avrebbe disertati perché non poteva “perdere tempo con sfilate e passerelle”. Ha detto che lui avrebbe “lavorato”, in quei giorni, mentre gli altri avrebbero perso tempo in chiacchiere. E ha detto che lui sarebbe stato disposto a partecipare a simili incontri, ma solo in sedi istituzionali: ignorando (ovviamente) che Villa Pamphilj è sede di rappresentanza del Governo italiano e non la casa in campagna di Conte. Ma allora andiamo a vedere quanto ha lavorato nelle sedi istituzionali Matteo Salvini mentre il governo, da venerdì, incontra parti sociali e soggetti istituzionali per rilanciare il Paese dopo la crisi della Pandemia (tutto ciò definito da Salvini: passerella in villa). Venerdì, mentre Conte avviava il lavori, Salvini ha pubblicato un post sugli errori grammaticali di Gabriele Muccino, un post sugli immigrati, uno (non manca mai) sul suo adorabile Giletti, un selfie con brioche e granita. E poi via con selfie e foto con ciliegie e fan in giro per Porticello, Bagheria, Chiusa Sclafani, Cefalù, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, e così via, in giro per la Sicilia a cercare voti per le sue poltrone. Ma questo è lavorare per l’Italia in sedi istituzionali eh, mica fare passerelle per i voti. Poi il weekend è stato un altro susseguirsi di selfie con caffè, selfie con fidanzata, video di lui che guida e canta Baglioni, video con le vacche, selfie con i fan durante i comizi a Reggio Calabria, Maropati, Tropea. Poi il lavoro in sede istituzionale per eccellenza: comizio negli studi (istituzionali eh) di Barbara D’Urso, sotto il fuoco di fila di domande di acuti e scomodi interlocutori del calibro di Orietta Berti, Elenoire Casalegno, Riccardo Fogli e Fausto Leali. Oggi gli impegni di lavoro in sedi istituzionali di Matteo Salvini (il Parlamento non lo vuole vedere mai questo) proseguiranno oggi con visita a Castelli Calepio alle 11:30, Gardone Val Trompia alle 15:30 e infine tutti all’Osteria Al Borgo di Verona alle 16:30 Domani alle 10 ai Chiostri di Santa Corona. Tutto con i soldi dei contribuenti che lo pagano per lavorare in Parlamento e non per cercare voti per il suo partito in Italia a qualunque orario. Ma tant’è. Lui lavora nelle sedi istituzionali per il Paese. Mica come Conte che fa le passerelle. Conte. Emilio Mola
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apisonadora60 · 6 years
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In March 1946, Fausto Coppi was leading the race by ten minutes when he slowed down and stopped. Gingerly placing his bike against a railing, he walked in to Caffè Piccardo in Imperia, ordered an espresso, drank up, paid and left. He went on to win the Milan to SanRemo by 14 minutes. The next time someone asks why cyclists stop for coffee - tell them this story. ☕
Find the hand! 🖼️Bruce Anderson / via Team Dimension Data for Qhubeka
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sounds-right · 2 years
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Fam - Desenzano (BS), un agosto di musica: Roberto Ferro (27/7 e 3/8), Chicco Summer Show (28/8), Maurizio Danesi (31/7, 7/8)
Chi ama stile e relax sul Garda conosce ormai Fam a Desenzano (BS). Fam sta per Family Lifestyle ed è un Beach Club aperto fin dal mattino perfetto per chi ha voglia di guardare e farsi guardare… e non solo. La cucina dello chef Davide Ciola è eccellente, una carta dei vini d'eccellenza, il servizio curato in ogni dettaglio. E spesso prendono vita eventi musicali perfetti per godersi lo scenario del lago, magari un drink o un cocktail in mano.
Cosa succede, in particolare, tra fine luglio 2022 e tutto il mese d'agosto? Alcune sorprese arriveranno, ma quanto già oggi in programma è decisamente all'altezza della situazione:
Mercoledì 27 luglio al Fam - Desenzano (BS) il sound è quello dei vinili di Roberto Ferro. I suoi dj set mettono insieme tutti i diversi colori della house. Con oltre 25 anni di esperienza, è uno dei più stimati dj italiani e al Fam propone un sofisticato dj set. Lo fa usando solo e soltanto i suoi vinili, che hanno un sound unico.
Giovedì 28 luglio invece ecco Chicco Nember (nella foto), con il suo dinner party con menu guidato Chicco Summer Show. Alla musica e all'energia pensa Chicco, che spinge sempre con canzoni e buon umore. Il menu è all'altezza della situazione: snack di benvenuto, burrata e pomodorini, cuberoll con mix di verdure, tiramisù  (50 euro a persona, compresi acqua, coperto e caffè).
Domenica 31 luglio ecco Maurizio Danesi. E' un professionista capace di spaziare tra pop, musica italiana ed internazionale. Cantante di razza e polistrumentista (è clarinettista e saxofonista), ha collaborato con Ornella Vanoni, Fausto Leali, Franco Califano e con l'Orchestra dalla Rai. Ha al suo attivo anche la formazione del «Maurizio Danesi Jazz Quartet» ed esibizioni in tutta Europa e negli Stati Uniti. Si cena alla carta, scegliendo dai nuovi piatti del menu, appena rinnovato.
Il 3 agosto, ecco ancora Roberto Ferro con i suoi vinili.
Il 7 agosto al Fam - Desenzano (BS) ecco, infine, ancora la musica di Maurizio Danesi...
////
Un pranzo d'eccellenza con vista lago a un costo contenuto? Al Fam si può
Fam è perfetto per una serata speciale o per un aperitivo al tramonto. Ma l'idea giusta, per spezzare la routine della settimana, è frequentarlo anche per un pranzo con vista. Ad esempio, il 13 luglio, il menu guidato propone riso saltato con verdure, controfiletto alla griglia e insalata di finocchio con acqua e caffé (18 euro).
La cucina di Fam: pescato del girono o carne alla griglia? 
Il menu di Fam - Desenzano (BS) mettono d'accordo gli appassionati di carne e chi preferisce il pesce. Dalla griglia arrivano fiorentine, costate, cube roll e galletti da sogno, mentre molti scelgono il pescato del giorno al forno. Tra i primi: raviolo di rana pescatrice, ovviamente fatto in casa, risotto ai gamberi, paccheri al pomodoro bruciato e cacio e pepe con eventuale aggiunta di tartare di scampi. E per iniziare? Per chi ama il pesce, Crudi di mare o polpo alla brace, oppure battuta affumicata, fois gras d'anatra, culaccia, dripping di verdure di stagione…  Tutto il menu è disponibile qui: https://famlifestyle.it/listini/menu-restaurant.pdf
Lo chef di Fam - Desenzano: Davide Ciola
Quanta pazienza ci vuole poi per gestire la cucina di uno spazio vivace come Fam? Davide Ciola il giovane chef di Fam, lo sa bene! Con creatività, carattere e competenza idea e realizza i piatti del ristorante, del bar, e le proposte dedicate ai gruppi. Tra i suoi cavalli di battaglia, ecco primi piatti da sogno: risotti micidiali e carbonare. 
La carta dei Vini di Fam - Desenzano (BS) rilassa: 5 proposte di bollicine al bicchiere
Basta dare un'occhiata qui per iniziare a rilassarsi: https://famlifestyle.it/listini/wine-list.pdf. Le bollicine, perfette per l'estate, tra Champagne, Prosecco, Spumanti e Franciacorta, sono praticamente infinite…. Non mancano le proposte al bicchiere, ben 5 solo per quel che riguarda le bollicine. Perché Fam è perfetto anche per una pausa pranzo di stile e sostanza, non solo per una serata o un pomeriggio speciali on the beach, nello scenario unico del Garda. 
La filosofia di Fam: Family & Lifestyle
Nello "slang" americano, Fam sta per famiglia, non solo come nucleo vero e proprio, ma indica un gruppo di amici legati tra loro da una stessa passione comune.Il calore dei fratelli Guidetti, che insieme gestiscono il locale, si rispecchia proprio in questo termine che oltre a rimandare all'affiatamento della loro famiglia numerosa. Fam abbraccia gli ospiti facendoli sentire parte di quello che, più che un progetto imprenditoriale, è un vero e proprio stile di vita.
Fam
www.familylifestyle.it [email protected] +39 030 9120281 Via Zamboni, 5 25015 – Desenzano del Garda (BS)
https://www.instagram.com/fam.lifestyle/
https://www.facebook.com/fam.lifestyledesenzano/
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tarditardi · 2 years
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Fam - Desenzano (BS), un agosto ricco di musica: Roberto Ferro (27/7 e 3/8), Chicco Summer Show (28/8), Maurizio Danesi (31/7, 7/8)
Chi ama stile e relax sul Garda conosce ormai Fam a Desenzano (BS). Fam sta per Family Lifestyle ed è un Beach Club aperto fin dal mattino perfetto per chi ha voglia di guardare e farsi guardare… e non solo. La cucina dello chef Davide Ciola è eccellente, una carta dei vini d'eccellenza, il servizio curato in ogni dettaglio. E spesso prendono vita eventi musicali perfetti per godersi lo scenario del lago, magari un drink o un cocktail in mano.
Cosa succede, in particolare, tra fine luglio 2022 e tutto il mese d'agosto? Alcune sorprese arriveranno, ma quanto già oggi in programma è decisamente all'altezza della situazione:
Mercoledì 27 luglio al Fam - Desenzano (BS) il sound è quello dei vinili di Roberto Ferro. I suoi dj set mettono insieme tutti i diversi colori della house. Con oltre 25 anni di esperienza, è uno dei più stimati dj italiani e al Fam propone un sofisticato dj set. Lo fa usando solo e soltanto i suoi vinili, che hanno un sound unico.
Giovedì 28 luglio invece ecco Chicco Nember (nella foto), con il suo dinner party con menu guidato Chicco Summer Show. Alla musica e all'energia pensa Chicco, che spinge sempre con canzoni e buon umore. Il menu è all'altezza della situazione: snack di benvenuto, burrata e pomodorini, cuberoll con mix di verdure, tiramisù  (50 euro a persona, compresi acqua, coperto e caffè).
Domenica 31 luglio ecco Maurizio Danesi. E' un professionista capace di spaziare tra pop, musica italiana ed internazionale. Cantante di razza e polistrumentista (è clarinettista e saxofonista), ha collaborato con Ornella Vanoni, Fausto Leali, Franco Califano e con l'Orchestra dalla Rai. Ha al suo attivo anche la formazione del «Maurizio Danesi Jazz Quartet» ed esibizioni in tutta Europa e negli Stati Uniti. Si cena alla carta, scegliendo dai nuovi piatti del menu, appena rinnovato.
Il 3 agosto, ecco ancora Roberto Ferro con i suoi vinili.
Il 7 agosto al Fam - Desenzano (BS) ecco, infine, ancora la musica di Maurizio Danesi...
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Un pranzo d'eccellenza con vista lago a un costo contenuto? Al Fam si può
Fam è perfetto per una serata speciale o per un aperitivo al tramonto. Ma l'idea giusta, per spezzare la routine della settimana, è frequentarlo anche per un pranzo con vista. Ad esempio, il 13 luglio, il menu guidato propone riso saltato con verdure, controfiletto alla griglia e insalata di finocchio con acqua e caffé (18 euro).
La cucina di Fam: pescato del girono o carne alla griglia? 
Il menu di Fam - Desenzano (BS) mettono d'accordo gli appassionati di carne e chi preferisce il pesce. Dalla griglia arrivano fiorentine, costate, cube roll e galletti da sogno, mentre molti scelgono il pescato del giorno al forno. Tra i primi: raviolo di rana pescatrice, ovviamente fatto in casa, risotto ai gamberi, paccheri al pomodoro bruciato e cacio e pepe con eventuale aggiunta di tartare di scampi. E per iniziare? Per chi ama il pesce, Crudi di mare o polpo alla brace, oppure battuta affumicata, fois gras d'anatra, culaccia, dripping di verdure di stagione…  Tutto il menu è disponibile qui: https://famlifestyle.it/listini/menu-restaurant.pdf
Lo chef di Fam - Desenzano: Davide Ciola
Quanta pazienza ci vuole poi per gestire la cucina di uno spazio vivace come Fam? Davide Ciola il giovane chef di Fam, lo sa bene! Con creatività, carattere e competenza idea e realizza i piatti del ristorante, del bar, e le proposte dedicate ai gruppi. Tra i suoi cavalli di battaglia, ecco primi piatti da sogno: risotti micidiali e carbonare. 
La carta dei Vini di Fam - Desenzano (BS) rilassa: 5 proposte di bollicine al bicchiere
Basta dare un'occhiata qui per iniziare a rilassarsi: https://famlifestyle.it/listini/wine-list.pdf. Le bollicine, perfette per l'estate, tra Champagne, Prosecco, Spumanti e Franciacorta, sono praticamente infinite…. Non mancano le proposte al bicchiere, ben 5 solo per quel che riguarda le bollicine. Perché Fam è perfetto anche per una pausa pranzo di stile e sostanza, non solo per una serata o un pomeriggio speciali on the beach, nello scenario unico del Garda. 
La filosofia di Fam: Family & Lifestyle
Nello "slang" americano, Fam sta per famiglia, non solo come nucleo vero e proprio, ma indica un gruppo di amici legati tra loro da una stessa passione comune.Il calore dei fratelli Guidetti, che insieme gestiscono il locale, si rispecchia proprio in questo termine che oltre a rimandare all'affiatamento della loro famiglia numerosa. Fam abbraccia gli ospiti facendoli sentire parte di quello che, più che un progetto imprenditoriale, è un vero e proprio stile di vita.
Fam
www.familylifestyle.it [email protected] +39 030 9120281 Via Zamboni, 5 25015 – Desenzano del Garda (BS)
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ire-de-luca-blog · 3 years
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giancarlonicoli · 4 years
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19 mar 2021 20:02
"AGO-DAGO!" - QUANDO A DAYTONA GIACOMO AGOSTINI SI MANGIO’ KENNY ROBERTS CHE LO AVEVA DENIGRATO (“AGO-DAISY”) E APOSTROFATO CON TERMINI RAZZISTI ("DAGO" NEGLI STATES È IL TERMINE SPREGIATIVO PER DEFINIRE PERSONE DI ORIGINE LATINA) -  "A SORPRESA A CENA ARRIVÒ MIREILLE DARC, COMPAGNA DI DELON. ALAINMI CHIESE DI FINGERMI IL FIDANZATO DELLA SUA AMANTE. NON ASPETTAVO ALTRO" – E POI LA DAMA BIANCA, VALENTINO ROSSI E MARQUEZ, LA FERRARI E…PUTIN – VIDEO
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Flavio Vanetti per il “Corriere della Sera”
Giacomo Agostini, quando gareggiava era più importante lei o la Ferrari?
«La Ferrari era la Ferrari. Però io ero Agostini, correvo con la Mv Agusta e l'Italia la reclamizzavo pure con il casco tricolore. Un messaggio perfetto, piacerebbe anche al marketing di oggi».
Colline di Bergamo. Su un'altura con vista impagabile c'è la reggia del re non ancora detronizzato delle due ruote: Ago per tutti, 15 titoli mondiali, 2 in più rispetto al numero delle stagioni disputate. Nessuno come lui, forse per sempre. Entrare nel museo annesso alla villa significa viaggiare a ritroso nel tempo e assaporare imprese cominciate nell'era delle tute nere e di un motociclismo romantico e pericoloso.
Agostini è più bresciano o bergamasco?
«Sono nato a Brescia, però a 12 anni ho lasciato la città per la provincia. Le radici sono più sbilanciate su Bergamo: le gioie motoristiche le ho vissute lì».
Nello sport aveva un'alternativa alle moto?
«No, sono nato su due ruote. Papà usava la moto, ma solo per andare in ufficio e col sole. Io sognavo di correre e guidare autotreni».
Autotreni?
«Avevamo un'azienda di trasporti sul lago d'Iseo, lì trovavo i camion: non appena possibile salivo sopra, ma guidavo in piedi perché da seduto non toccavo terra».
Le gare dell'inizio erano «clandestine».
«A Lovere frequentavo i paesi della riviera. Tra gli amici del bar c'era uno sbruffone che esibiva moto bellissime, mentre io, taciturno, avevo una semplice Moto Guzzi Lodola. Un giorno mi provocarono: "Volete fare una gara con quel pistolino?". Rilanciai: "Giochiamoci qualcosa". Partimmo, non li vidi più. Li ritrovai al bar: li avevo seminati dopo quattro curve».
Papà non voleva che lei gareggiasse e per dare il permesso si consigliò con un amico notaio. Però costui era sordo e non capì.
«Non era sordo. Aveva compreso male: il ciclismo era popolare, credeva si parlasse di biciclette. Disse: "Lascialo fare, lo sport fa bene". Trasalì quando l'equivoco fu chiarito. Però mio padre s' era ormai impegnato».
È vero che le sabotavano le moto?
«In una gara accadde. Esperienza pericolosa. Le moto erano in un parco chiuso simile a un pollaio. Grattarono il cavo dell'acceleratore: quando diedi gas, si spezzò».
Ha amato la Moto Morini più della Mv?
«La Morini mi ha dato la prima vittoria e ha indirizzato la carriera. Da senior l'ho avuta solo nel 1964, ma è rimasta nel mio cuore».
Il rapporto con il conte Domenico Agusta?
«Era il padrone, io il dipendente: te lo faceva capire. Però ho legato con il team: sento ancora chi è in vita; di recente è morto un meccanico di 100 anni, ero con lui quando è mancato».
Poi dalla Mv divorziò...
«Fu a causa di una moto nuova, una 4 cilindri. Era potente, ma mi trovavo meglio con la più rodata 3 cilindri. Tuttavia a Hockenheim, circuito veloce, chiesi la 4 cilindri. Rocky Agusta, figlio di Corrado, me la negò. Era team manager, faceva il galletto. Ma fu una scelta stupida: se vincevo io, vinceva pure Mv. Mi raffreddai e nel contempo capii che il futuro erano i motori a due tempi. Così scelsi Yamaha».
Oggi sarebbe stato linciato sui social.
«Anche all'epoca: dissero che Agostini era un traditore. Ma ripagai i tifosi vincendo subito, prima a Daytona e poi il Mondiale 350».
Agostini era popolare. Ma vedendo Valentino Rossi non pensa che avrebbe fatto meglio a nascere dopo?
«Non rinnego i miei tempi. Ero felice, era tutto più umano. Eravamo una famiglia anche se l'amicizia era relativa, essendoci di mezzo la rivalità».
Ha visto morire tanti colleghi...
«In certi anni addirittura uno a gara. Al Tourist Trophy, dove ho vinto 10 volte, sono deceduti, a oggi, 250 piloti. È pericoloso. Però correre lì dà emozioni uniche: hai buche, asfalto, salite, discese, salti, rotaie, dossi. In ogni giro, da 60 km, trovi le quattro stagioni. Ma se guardi al pericolo... Ecco, non devi pensarci. Certe cose le fai solo da giovane. Quando torno per i revival mi dico: Mino, eri matto».
Poi c'era la famosa «dama bianca»
«Mi aspettava ogni mattina alle 4.45. Apriva la porta di casa, sulla strada della corsa, e usciva con un vestito bianco: lo alzava e faceva vedere le cosce, quindi lo abbassava».
Agostini contro Pasolini. Era il Coppi-Bartali delle moto?
«All'inizio correvo spesso in Emilia-Romagna, dunque chez Pasolini . Renzo aveva più tifosi, ma poi molti sono passati dalla mia parte. Devo ringraziare Paso: senza di lui come rivale non sarei cresciuto in fretta. Come Coppi e Bartali? Sì. All'estero Renzo rendeva meno: si sentiva spaesato. In Italia era un fulmine».
Lei è stato molto amico di Nieto.
«Ho avuto un rapporto eccezionale, Angel correva nella 50 e nella 125, classi che non erano le mie. Non essere avversari ha aiutato, ma ci volevamo bene. Mi emozionava quando diceva: "Voglio fare quello che fa Giacomo; se lo fa e vince, ha ragione lui"».
I 78 anni: pesano o sono un orgoglio?
«Un po' pesano. Per fortuna mi sento sempre giovane: giro ancora in moto, partecipo a revival, corro, vado ai Gp. Però quando penso che ne ho pochi davanti...».
Valentino Rossi è in fase calante, Marc Marquez s' è infortunato seriamente a un braccio:
Giacomo Agostini ha lanciato macumbe?
«Valentino ha avuto una gran carriera. Alla sua età è difficile emergere, ma finché c'è vita c'è speranza. A Marquez, invece, ho solo detto: "Mi hai dato un anno di respiro in più"».
Il record di Ago è inattaccabile?
«Dipende da Marquez: potrebbe batterlo. Valentino si era avvicinato, ma ora non vince da un po'. E si diventa vecchi, non giovani».
La vostra era una vita dura, non è così?
«Terminavo una gara sotto la pioggia e non potevo cambiare la tuta. Al box preparavano la moto per l'altra prova e prima del via mi portavano una pentola d'acqua calda: mettevo dentro i piedi per qualche minuto, poi sostituivo le calze. Ma tuta e stivaletti restavano fradici».
Quale visione ha Agostini dell'Italia?
«Siamo un gran Paese, però non riusciamo ad andare d'accordo. La politica è pazzesca e mi rifaccio a Zingaretti: tutti sono lì per la poltrona. Poi c'è troppa incompetenza per una Nazione che prima di tutto è un'azienda».
Lei ha casa in Spagna: si trasferirebbe lì?
«È il luogo natio di mia moglie ed è un posto meraviglioso, ma io sto bene in Italia. Quando vado in vacanza non vedo l'ora di tornare».
Ma la Spagna è meglio dell'Italia?
«Meglio no, è simile. Conosco il Sud, bello e con gente come una volta. Le case sono senza barriere. Un giorno la mamma di Maria si trovò un tipo tra i piedi: era un ragazzo ed era venuto a rubare. Dopo un quarto d'ora erano seduti a bere un caffè...».
Una volta a Parigi lei cenò con Alain Delon e Carlos Monzon. E soffiò una bionda a Delon...
«Eravamo al Teatro Dassault a Champs-Élysées. Alain era con una splendida amica, ma a sorpresa arrivò Mireille Darc, compagna dell'attore. Così mi chiese di fingermi il fidanzato della ragazza. Non aspettavo altro... Serata fantastica. Con l'amante di Delon».
Nel 1974 a Daytona la sfotterono chiamandola «Ago-Daisy» e «Ago-Dago».
«La General Motors mi diede un'auto con la scritta "Agostini 13 volte campione del mondo". Ma Kenny Roberts, campione Usa, in un'intervista disse che il mondo è l'America, non l'Europa. Quindi l'iridato era lui. Rimasi male, ma non ribattei».
Kenny aggiunse: «Me lo mangio crudo».
«A metà gara ero già in testa. Però ero disidratato, cercavo il sudore con la lingua per avere un liquido. Volevo fermarmi ma a Daytona c'era il pienone: avrei deluso tutti. Andai avanti e questo spiega quanto contano testa e grinta. Alla fine non stavo in piedi, mi fecero una flebo. Andando alla premiazione incontrai Roberts. Gli dissi: "Hai capito chi è il campione del mondo?". E lui: "Non sei umano"».
Il Drake le avrebbe affidato una monoposto
«Ci incontravamo a Modena, usavamo la stessa pista per i test. Provai la Rossa, andai bene, Ferrari mi fece la proposta. Feci una riflessione, conclusi che ero nato per le moto». Ferrari che cosa disse? «Solo "bravo". Aveva capito che non era giusto che tradissi un amore».
Agostini è stato anche il primo, nelle moto, a curare l'immagine
«Ho vissuto la fase in cui dalle tute nere si passava a quelle colorate, con l'apparizione degli sponsor. Sono stato la transizione tra il pilota povero e quello ricco».
Arrivò l'offerta di Germi per il cinema.
«Avevo già fatto tre film. Germi mi propose un copione, io mi schermii: non sono all'altezza. E lui: "Segui me, farai bene. Cominceremo a marzo". E io: "Ma il Mondiale parte il 19". Germi rimase di stucco: non si capacitava che preferissi le "motorette". Lo ringraziai, finì lì».
Agostini ha saputo dire dei no importanti...
«Nel nome della mia passione: la moto».
È mancato da poco Fausto Gresini
«Correva quando stavo finendo. Persona squisita, aveva il pregio di guardarti sempre negli occhi. L'ho sentito durante il ricovero, ero convinto che ce l'avrebbe fatta».
Quali personaggi ammira?
«Nello sport Muhammad Ali, che ho conosciuto. Tra i politici Kennedy, ma anche Putin. Sarà discutibile, ma non cala mai le braghe».
Che cosa c'è da sperare per il futuro?
«Che la gente sappia scegliere chi ha testa, conoscenza ed è onesto. I messaggi forti sono decisivi. Penso a Maradona, che ho stimato come campione. Ma con la sua vita sregolata che cosa ha lasciato ai giovani?».
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alfredomedici · 4 years
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PAGINA 53
Alla bossa nova del cellulare si accompagnò il nome di Albert.
Con la tazzina del terzo caffè mattutino Arturo rispose con un affettuoso: 《oooooh...》.
Albert continuò: 《eeeeeh...》.
《Che c'è?》riprese Arturo.
《È morto Gianni》.
Gianni, amico di liceo, gran giocatore di poker "barato", gran fornitore di Marlboro a noi che andavamo a nazionali con o senza filtro.
Viveva nel cesso della scuola ma conquistava promozioni incredibili.
Scommetteva su tutto. Era stato il primo amico nei primi mesi di liceo.
Anno 1969 e poi tutto il ciclo.
Possedeva coltelli da lancio e suonava (male ma nessuno glielo faceva notare) un organo Farfisa.
Amava la musica classica e Fausto Papetti.
Le giornate con lui erano sempre autunnali.
Fumavamo tantissimo e non amava il calcio.
Era l'unico in classe che aveva scopato, o così diceva, cosicché diventò il sessuologo di riferimento per noi, maschi e femmine, che eravamo nel corso C.
Gianni era morto e un altro pezzo di giovinezza andava via.
《Cazzo 》fu la risposta ad Albert.
《Funerali?》
《Dopodomani all'Immacolata 》
《Come è morto?》
《pare infarto mentre giocava a poker su un sito internet 》
《Secondo me stava vincendo》disse Arturo.
《C'hai azzeccato. La moglie si ritroverà con oltre centocinquanta milioni》
《Questa si che è proprio una "buona uscita"! Grande Gianni: bella morte e sempre generoso》
《La moglie lo ha trovato seduto al computer con la sigaretta spenta ma con la cenere ancora attaccata al filtro》comunicò Albert.
《È andato alla prima boccata, che sfiga: non ha gustato l'ultima sigaretta 》
《 Una morte ingiusta, l'ultima sigaretta non si nega manco al peggiore dei morituri. Io per fortuna non fumo》si rassicurò Albert.
《Ti comunico che morirai anche tu. E prima di morire chiederai di fare l'ultimo progetto, uno dei tuoi, e te lo porterai per una ventina di anni. Ma morirai caro Albert》.
Come da adolescenti avevano dimenticato Gianni e avevano preso a cazzeggiare sulle date e modalità di morte.
《Ma tu non dovevi essere già morto, Artù? Dovevi suicidarti a quarant'anni? Così ricordo. Eppoi?》
《Il film era diventato interessante e ho deciso di rimanere ancora un po in sala. Mo vediamo come si svolge la pellicola》rispose Arturo e continuò:《Nel caso ti può interessate l'articolo, visto che sei parsimonioso e senza vizi che dici se quando mi suiciderò non approfitti della pallottola della mia 44 Magnum? Ti basterà appoggiare la tua tempia alla mia tempia libera dalla canna del revolver. Cosi con una pallottola approfitti anche tu: "una pallottola per due"》.
Albert: 《Revolver? Che? Chiamarla pistola involgarisce la tua morte?》
《Oddio Santo Albè! È un modo antifascista di vendicare il termine "revolvere" voluto dal duce nel doppiaggio dei film americani per quella stronzata della autarchia linguistica》.
Risata di Albert.
Gianni era già lontano quando Arturo chieste all'amico se avesse avvisato anche Ines.
La risposta fu positiva.
Arturo pensò che sarebbe stato il più bel funerale al quale avrebbe partecipato.
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johnsellph · 5 years
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We’ll Always Have Sanremo
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There’ll be a light tailwind on the Poggio today. Even if the race is not happening it’s important in a small way to think of these places and the people there.
In the absence of the race if you want something to read about it, the history, the places around it and more here are a few pieces from the past…
The Sanremo Paradox, March 2018: the longest race of the year but the least suited to breakaways, where the winning move always goes later than any other classic (7km is the longest range winning move in the last 25 years)… yet one that is gripping to watch, even from far out.
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The Longest Race in the World looks at the course as a whole. While the Tour of Flanders loops around and Paris-Roubaix’s changes in scenery are subtle, Milan to Sanremo means covering a huge distance and ever-changing landscapes, from the city to the plains, rice fields to olive groves and more.
Milan-Sanremo’s Ever-Changing Route looked at the way the course has changed over the years. First the Poggio was added to thwart the sprinters (sotto voce: foreigners), then the Cipressa and more recently we were going to have Pompeiana until Mother Nature intervened.
Roads to Ride – The Cipressa: the harder of the two final climbs, twisty with some steep ramps which don’t show when you glance at the stats because the top of the climb is a flat balcony section across to the village of Cipressa.
Roads to Ride – The Poggio: a leitmotif for the “roads to ride” series here, this is a very ordinary road that winds its way up the hillside past ramshackle greenhouses and pastel-painted villas. The moderate gradient and smooth tarmac make it unusual for such a decisive climb, you think about braking before entering a hairpin bend as you climb up.
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The Cipressa Conspiracy Theories: when Arnaud Démare won in 2016 a string of false claims, phoney photos, statistical sleights and more. The piece had two points, one to explore the issues particular to that year’s race; the other to suggest the same conspiracy theory techniques can be used to stir up people over issues much more important than a bike race and if you don’t believe it, take the first letter from each paragraph in the piece and see what they spell.
The Caffè Pasticceria Piccardo in Oneglia where Coppi stopped. It’s been in business ever since but closed in these times
Coppi, Coffee, The Past and The Present looked at Fausto Coppi’s famous 1946 solo win. Against the backdrop of Italy recovering from the war here was a champion riding from “the austerity of the Val d’Orba… to the Ligurian riviera and its social Eldorado” as Philippe Brunel writes this morning’s L’Equipe. Coppi was so far ahead of his rivals he stopped for a coffee along the way and when he crossed the finis line the radio went to a musical interlude to fill the airtime until the next rider arrived, a glorious story, but imagine that today? If the lone leader stopped for a coffee viewers would switch off complaining about a lack of action, while corners of social media and forums would erupt with conspiracy theories about the rider trying to mask or flush a secret potion.
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Sanremo or San Remo? the road signs all say “Sanremo” but the railway station says “San Remo”. It’s officially Sanremo these days, the story is that San Remo has connotations to Mussolini and the fascist era so the town’s authorities issued a decree ordering Sanremo to settle it once and for all. Whatever the name here’s hoping the people of Milan, Sanremo and all the places in between can rediscover the joy of sport some day soon.
We’ll Always Have Sanremo published first on https://motocrossnationweb.weebly.com/
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coffeenewstom · 3 years
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Toms Kaffee Erinnerung: Zwischenstopp beim Fausto
Toms Kaffee Erinnerung: Zwischenstopp beim Fausto
Nicht nur die Webseite der Münchner Kaffeerösterei Fausto ist modernisiert worden, auch die Rösterei selbst hat einen neuen Anstrich bekommen. Das war beruhigend, hatte mir doch kurz zuvor ein Fahrgast verkündet, Rösterei und Kaffee in der Kunstmühle am Auer Mühlbach seien verkauft und es würde da bald etwas anderes reinkommen. Gut, dass sich diese Prophezeiung nicht erfüllt hat. Ursprünglich…
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aitan · 5 years
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Storie di perdite, serrande, martelli, bottoni, chitarre e coltelli
“Il lanciatore di donne” è un libro da sentire e un album da leggere, un'opera in cui nove canzoni accompagnano nove racconti e possono essere fruite prima, durante o dopo la lettura.
Detto in termini pratici, siamo di fronte a una raccolta di narrazioni che hanno in appendice dei codici QR che, inquadrati con uno smartphone (o con qualunque altra diavoleria elettronica collegata a internet), permettono di ascoltare o di scaricare delle canzoni composte prima della stesura dei relativi racconti.
Un progetto molto attinente con lo specifico artistico di Jennà Romano che ha sempre sostenuto l’esigenza di un’arte priva di barriere e di etichette, capace di percorrere le “più disparate e disperate espressioni” della creatività.
Nel loro insieme, i nove racconti sembrano dei frammenti di un Bildungsroman, capitoli sparsi di un romanzo di formazione di un cantante, musicista e autore di canzoni nato nell’area Nord della grande città metropolitana di Napoli, tra Grumo e Casandrino; un “provinciano universal” che ha collaborato con artisti locali come Tony Esposito, Franco Del Prete, James Senese, Patrizio Trampetti, Fausto Mesolella, Peppe Lanzetta e Daniele Sanzone e che ha incrociato la sua attività artistica con mostri sacri di altre… province, come Dalla e De Gregori, o di altri ambiti artistici e comunicativi, come Erri De Luca e Sandro Ruotolo.
I racconti hanno vita autonoma rispetto alle canzoni che li hanno ispirati, ma, nella maggior parte dei casi, canzoni e racconti si illuminano a vicenda di nuova luce e aggiungono nuove sfumature alla nostra percezione.
Una vena di malinconia e un senso perenne di perdita li tiene insieme. Storie e testi pervasi di disincanto, disperazione, nostalgia e mancanze. Quello di Jennà Romano è un mondo, il nostro mondo, in cui mancano ideologie, costumi, odori e abitudini del tempo andato; manca un senso di comunità capace di tenere insieme le generazioni; manca la manualità degli artigiani e dei musicisti e, soprattutto mancano, le persone che hanno dato senso alla nostra vita: nonni, madri, padri andati via troppo presto; amori che diventano serrande, che diventano muri...
Nell’Abitudine a veder morire, in un ordito borgesiano, la voce narrante di un adulto si incontra con la sua infanzia… “Osservavo stupefatto ciò che di più caro non avevo ormai: mio nonno, la mamma, me bambino.”
Col tempo, sai, tutto se ne va. E cominciamo a mancare anche a noi stessi.
Ma restano i suoni e i sapori dei primi anni: l’odore intenso di acquaragia; il ritmo dei martelli battuti sul ferro rovente nella costruzione di carri e carretti; le canzoni che hanno accompagnato la nostra vita (su tutte, quelle di Piero Ciampi, Lucio Dalla e Jeff Beck), “l’odore di fagioli freschi messi a bollire dalla mattina, mischiato al profumo del caffè”, la campanella della merceria di famiglia che "tintinnava una nota ripetuta una, due, tre, quattro volte, a seconda del grado di fretta del cliente e del suo stato d’animo”; squilli di telefono che preannunciano tragedie di esistenze ordinarie; silenzi e chiacchiericci nei corridoi degli ospedali…
Non glielo ho mai detto, ma credo che oltre al senso disperato della vita del suo amato Piero Ciampi, ci sia qualcosa di pasoliniano nello sguardo retrospettivo di Jennà. Il vuoto della scomparsa delle lucciole. Lo sguardo retrospettivo di chi ha perso la madre troppo presto ed è morto a 10 anni.
“Il calendario appeso al muro regalato dalla Farmacia del popolo era sempre inclinato da un lato per la corrente d’aria che faceva sbattere la porta d’ingresso quasi per dispetto e lo costringeva a una vita obliqua. Era sulla pagina di settembre, settembre 1980, quando quel battente smise di picchiare contro lo stipite e rimase chiuso per sempre.”
E poi ci sono le canzoni dei Letti Sfatti, il gruppo che Jennà condivide con Mirko Del Gaudio, percussionista di grande estro e perizia ritmica. Alcuni brani vengono da loro album precedenti, altri sono primizie assolute (“Il lanciatore di donne”, che dà il titolo a tutta l’operazione, e la bellissima e struggente “L’abitudine a veder morire”, un reggae melodico puntellato dalla voce di una speaker della CNN che annuncia morti e sopravvissuti di un'imbarcazione di migranti sulle coste della Sicilia, mentre noi guardiamo la TV e mangiamo). Sono la colonna sonora e la fonte di nove storie, nove scene e decine di spaccati di provincia in cui si trascinano esistenze di uomini vinti, ma ancora capaci di sogni, di desideri, di ossessioni e di musica.
Io sono quello
Che è morto vivo a dieci anni
Che ha visto solo la musica così da lontano
E si è fatto prendere la mano
Sono le cose che guardo la sera
Che mi fanno capire che il mio stomaco è vivo
È vivo anche se vivo male. È vivo per me
Io sono questo
E non mi chiedere altro.
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