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#Casa Vacanze Campania
inesistenzadellio · 4 years
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Rabbia pandemica.
Io la rabbia la capisco. Lasciamo stare il modo, il fatto che ci sono più voci che dicono che siano state fomentate dalla camorra o qualunque altra cosa che possa essere solo deprecabile. Parliamo della rabbia, dimenticandoci di tutto il resto. Voi volete dirmi che non siete arrabbiati se richiudono tutto. Io si e a me è piaciuto un sacco il primo lockdown, mi ci sono proprio divertito e sono serissimo. Però la rabbia delle persone la capisco, perché parliamoci chiaro, questo rancore viene dal fatto che tutti abbiamo avuto il sentore che quando le cose andavano bene chi ci governa non abbia fatto un cazzo se non questionare sulle inutilità. Che sia davvero così o meno, ne possiamo pure discutere, ma il messaggio trasmesso è stato quello, e il messaggio è tutto, Salvini docet. 
Nella mia testa si affollano domande come: 
- Perché quando avevamo solo 80 contagi al giorno non hanno fatto un piano per il trasporto pubblico invece di perdere tempo con i monopattini? Bellissimi per carità, ha pure senso nell’ottica di misura accessoria, non però come pilastro portante della nuova mobilità. Poi avete presente che le stagioni cambiano, l’inverno, la pioggia.
- Perché abbiamo disincentivato lo smartworking? Io mi ricordo Sala quando ha deciso che era l’ora che i milanesi tornassero in ufficio non so per quale cazzo di motivo. Certo che alcune cose possono essere fatte meglio in persona, ma insomma, si poteva evitare, o comunque modulare meglio il tutto. 
- I banchi a rotelle. Abbiamo perso settimane dietro sta stronzata. I nostri figli devono tornare a scuola. Col cazzo. Ora non dico tutti, ma almeno da una certa età in cui si è sufficientemente autosufficienti, dovevano stare a casa. Davvero mi volte dire che le scuole non c’entrano niente con l’aumento dei contagi? Qual era il problema? L’impatto psicologico di altri sei mesi di scuola a distanza? Perché l’impatto psicologico di lockdown totali e riaperture ad intermittenza è meglio? Senza poter uscire mai, andare a bere o farsi una passeggiata giusto per il piacere di farla.
- Le vacanze all’estero. Ce n’era bisogno? Non era il caso di vietarle proprio. Noi stavamo andando bene e intorno a noi tutti avevano migliaia di contagi al giorno. E dovevamo sorbirci ogni giorno le lamentele di sti stronzi che tornavano dalla Francia e da Malta (cazzo andate a fare a Malta) e dovevano farsi il tampone, poverini. Dopo ferragosto questo. Prima abbiamo girato lo sguardo dall’altra parte. Non dovevamo farci le vacanze in Italia per aiutare il nostro settore turistico? No. E si, c’erano dei motivi economici per cui le vacanze all’estero andavano lasciate stare, ma tanto ora con quei pochi soldi guadagnati, con un nuovo lockdown possibile, ci si puliscono il culo.
Potrei continuare all’infinito. Davvero pensavamo di averla scampata, quando tutte le fonti più autorevoli dicevano che una seconda ondata ci sarebbe stata? Quando intorno a noi tutto bruciava. Ma a noi piaceva ascoltare Zangrillo dire cose. Ecco, a me pare che come al solito non siano riusciti a guardare ad un palmo dal loro naso, o per meglio dire, non abbiano voluto perché avrebbero perso voti, che adesso perderanno lo stesso, perché il detto “meglio una gallina domani che un uovo oggi” è sacrosanto, ma questa gente che ci governa non sa manco cosa sia una gallina. Ed infatti quest’estate le spiagge affollate, le discoteche affollate, gli aperitivi affollati e poi i giornalisti vanno ad intervistare il povero cristo che alle 17:59 si stava bevendo la sua birra in piena solitudine a un minuto dall’ora del divieto. Non era meglio dedicare più tempo a gestire questi situazioni in modo consono, invece di parlare di plexiglas? E ma le discoteche sono comunque esercizi, ci sono persone dietro che hanno bisogno di lavorare. Giustissimo, ed infatti adesso lavoreranno tantissimo. Oltre a dare soldi a loro per continuare a farli campare, dobbiamo darli anche a tutti gli altri. Ed invece biblioteche, teatri, e luoghi ed eventi che potevano fare da valvola di sfogo sociale oltre che fare bene in generale, chiusi da marzo, Posti in cui sarebbe stato facilissimo fare contigentazione, in modo da far lavorare altra gente che adesso avrà bisogno di sussidi.
Per non parlare del fatto che dovevano creare molti più posti letto in terapia intensiva di quello che hanno fatto. C’era un piano, solo 3 regioni su  21 lo hanno rispettato. La Campania per esempio non l’ha fatto. Per non parlare di confindustria, ma mi sto dilungando troppo e tanto si va sempre a parare sulla stessa cosa.
Ecco, io la rabbia la capisco. La capisco bene. Perché la prima volta non si sapeva che cazzo fare e ci stava tutto, Ora però lo sapevano benissimo e non hanno fatto niente di importante ed impattante, o hanno fatto troppo poco. E girano i coglioni pure a me che dopo 8 mesi mi sarei pure rotto le palle di stare chiuso in casa mentre gli stronzi per mesi sono andati ai comizi e a manifestazioni contro la dittatura sanitaria. 
Ecco, io la rabbia la capisco.
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portalinowebblog · 6 years
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Residence Villa Arcangelo Marina di Camerota Salerno immerso nel verde degli ulivi secolari e a soli 700 metri dal mare www.villarcangelo.it Residence Villa Arcangelo, Marina di Camerota, Salerno. Situato in una posizione tranquilla, immerso nel verde degli ulivi secolari e a soli 700 metri dal mare, rappresenta la cornice ideale per chi vuole trascorrere una vacanza comoda e piacevole.
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tifatait · 2 years
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Benvenuti a Napoli! - Casa Baby & Pet Friendly - Case vacanze in affitto a Napoli, Campania, Italia | www.airbnb.it
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svediroma · 3 years
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In giro per l’Italia - pt 1
Dopo un anno chiusi per la pandemia ho avuto l’opportunità di tornare a viaggiare. Quando ho saputo che mi dovevo trasferire a Roma per fare un anno di volontariato presso la UILDM, e tramite il Corpo Europeo di Solidarietà, mi sono sentita veramente molto grata e privilegiata. La scelta dell’Italia non è stata fatta a caso, tra diversi motivi ho deciso di recarmi qui per avere l’opportunità di continuare a scoprire tutte le meraviglie culturali, gastronomiche e naturali del bel paese.
Roma, la città eterna, è stata la prima sosta e il punto di ritorno di tutti i viaggi. In ogni angolo c’è qualcosa da scoprire, rimango affascinata ogni volta che scendo in centro e passeggio per le strade e i vicoli della capitale italiana. A parte tutte le ricchezze storiche e artistiche, mi ha sorpreso la quantità di parchi e zone verdi che si trovano immerse fra i quartieri romani. E infine il cibo! Cosa scegliere fra la carbonara, la cacio e pepe, la gricia o l’amatriciana? Impresa tosta questa...
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La prima gita fuori porta è stata ad Ariccia, il regno della porchetta. Quando si tratta di carne quella che preferisco in assoluto è la suina, perciò dovevo per forza andare in questo paese ed assagiare il suo prodotto più tipico. Arrivarci con il treno è stato molto semplice: sono scesa ad Albano Laziale e da lì ho camminato per 20 minuti fino al centro di Ariccia. Che bello scoprire che la gita vale la pena non solo per il cibo, ma anche per la belezza della piccola località e del paesaggio che ci offre!
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Dopo Ariccia toccava fare il primo viaggio un pò più lungo. Ho preso lo zaino, sono salita sull’autobus e dopo qualche ora sono arrivata a Verona. La conoscevo già perché cinque anni fa ho abitato per nove mesi in un paese molto vicino, però non vedevo l’ora di girare a spasso per il centro storico e così rivedere la casa di Giulietta, l’Arena, il Ponte Pietra, Castel San Pietro, Castelvecchio, piazza delle Erbe... Che meraviglia di città! Dopo cinque anni continua ad essere così bella come la ricordavo.
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E qual è stata la tappa succcessiva?... Napoli! Che emozione conoscere finalmente il capoluogo della Campania. Fin da quando sono arrivata ho sentito un’energia che mi ha affascinato e mi ha fatto sentire molto a mio agio, come se fossi tornata a Barcellona. È un po’ caotica però autentica e ospitale, ha un centro storico da girare una e mille volte, e si mangia benissimo spendendo poco! Ricorderò per tutta la mia vita l’ultima cena prima di rientrare a Roma: pizza margherita con stracciata di bufala e il cornicione ripieno di ricotta, da uscire fuori di testa!
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Il viaggio successivo è stato un po’ diverso dai precedenti. In Puglia sono andata con i miei, che sono venuti a trovarmi con Opi, la mia opel corsa. Era la prima volta che questa macchina faceva così tanti chilometri e prima di arrivare a Roma hanno avuto qualche problema tecnico. Nonostante ciò sono riusciti a sistemare tutto quanto, e siamo partiti per 5 giorni a goderci l’estate in una delle regioni più belle dell’Italia. Abbiamo visitato Bari, Alberobello, Polignano a Mare, Lecce e il Parco Naturale di Porto Selvaggio, e siamo rimasti più che contenti perché ci sono piaciuti tutti i posti! E ovviamente abbiamo fatto il bagno sia nel mare Adriatico che nel mare Ionico.
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Non è mai facile ritornare dalle vacanze, però avere vicino località come Grottaferrata o Castel Gandolfo mi ha permesso di uscire un po’ dalla routine. Entrambi sono paesi della zona dei Castelli Romani, quindi sono circondati di natura e acqua. A Grottaferrata si trova l'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, fondata nel 1004, e da Castel Galdolfo si può godere delle splendide viste del lago di Albano.
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Per sfruttare al massimo il resto dell'estate, ho deciso di andare con Opi a San Felice Circeo. Lì ho scoperto la "Grotta delle capre", insieme ad altre, e sono rimasta affascinata dal paesaggio, in quanto è una perfetta combinazione tra una zona di mare roccioso e il Monte Circeo. La temperatura dell'acqua era perfetta e, nonostante la folla, sono riuscita a trovare un angolo nascosto dove ho potuto godere pienamente della giornata.
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E con l'arrivo di settembre, ho lasciato la capitale italiana per visitare due belle cittadine. Uno di questi è Torrealfina, che si trova molto vicino all'Umbria. Un meraviglioso castello corona la parte più alta della città, e sotto di esso sorgono le piccole case di pietra che fiancheggiano le strade strette.
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Per continuare la mia giornata, mi sono diretta verso Civita di Bagnoregio, un villaggio da favola arroccato sulla cima di una collina. Mi sono goduta la vista della piccola città da lontano, dato che chiunque voglia raggiungerla deve pagare un biglietto d'ingresso e attraversare un lungo ponte che la collega con Bagnoregio.
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Il caldo non molla ed è per questo che ho deciso di continuare la mia scoperta del Lazio visitando uno dei laghi più famosi della regione: il lago di Bracciano! Devo ammettere che non me l'aspettavo, ma sono rimasta sorpresa dal lago e dalla città. Il centro storico di Bracciano è affascinante: strade strette fiancheggiate da case in pietra. E che dire del lago, uno spazio pulito e ben tenuto, con acqua cristallina che lascia intravedere il fondo coperto di piccoli sassi.
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- Alba Alvarez Amaya
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novalistream · 4 years
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Perché la seconda ondata è peggiore della prima Di Selvaggia Lucarelli Sembra quasi impossibile da affermare perché se ci guardiamo indietro nulla può sembrare più spaventoso della primavera scorsa, eppure, ogni giorno che passa, la sensazione che la fase di ritorno dell’epidemia sia più maligna, più complessa, più devastante della prima è sempre più opprimente. Ed è così, in effetti, per molti motivi che ho provato ad isolare: 1) perché il virus non è più invisibile. La grave mancanza di tamponi nella prima fase ha nascosto una verità ormai evidente: il virus è tra noi e lo è in maniera capillare, massiccia, infestante. Prima sembrava che toccasse agli altri, che fosse sfortuna, disattenzione, che fosse una questione di coordinate geografiche. Oggi, la maggior disponibilità di esami e tamponi anche per gli asintomatici, ci racconta una realtà diversa. Abbiamo tutti, in buna parte dell’Italia, amici, figli, parenti, colleghi a casa in quarantena o positivi o preoccupati. E noi come loro. Non ci sono focolai, ma un unico focolaio esteso e ben infiltrato. Si ammalano i famosi e i vicini di scrivania. I nostri gradi di separazione dal virus sono diminuiti spaventosamente. Sentiamo il suo fiato sul collo. E anche se non abbiamo paura di stare male o di morire, abbiamo paura di farci i conti. 2) come popolo siamo sfilacciati, disuniti, sgangherati. A marzo, nella paura, c’è stata almeno coesione. Oggi le bandiere tricolore sui balconi hanno lasciato spazio alle guerriglie per strada. Alle discussioni sulle mascherine, alle piazze negazioniste, alle liti sui treni e al bar. Non ci sentiamo più compatti, atterriti dalla stessa paura. Siamo nemici, ostili, arrabbiati. A marzo cercavamo cure, soluzioni, conforto. Oggi cerchiamo le colpe. 3) i virologi, i professori, gli esperti continuamente interrogati, si sono trasformati in oracoli inaffidabili, destabilizzanti, talvolta irresponsabili. Più virali di quel che studiano al microscopio, si sono lasciati contagiare senza possibilità di guarigione dal virus della tv, dell’esposizione mediatica, della fama. Hanno tolto tempo e ore preziose al loro lavoro per lanciare messaggi incoerenti con i loro stessi messaggi del giorno prima, hanno battibeccato tra di loro in tv come showgirl al tramonto, hanno perso, tragicamente, autorevolezza. Alcuni hanno scelto di dire quello che il loro governatore volevano che dicessero, chi non l’ha fatto come Crisanti è stato fatto fuori. I virologi politicizzati, quelli che minimizzavano, sono stati il male peggiore, nella fase estiva, e oggi anziché essere ignorati dai giornalisti perché evidentemente inaffidabili e pessimi profeti, continuano a occupare colonne di siti e giornali, a sedere nei salotti tv come se niente fosse. E noi, frastornati, guardiamo basiti i selfie compulsivi in ospedale di Bassetti o Remuzzi che dice “Non c’è evidenza scientifica che il lockdown funzioni” o la new entry Palù che, forse geloso dell’allievo che supera il maestro, dà dello zanzarologo all’ex allievo Crisanti, come farebbe una soubrette a Domenica Live. Il risultato è che non crediamo più a nessuno, doveva salvarci la scienza e invece non abbiamo più riferimenti, siamo in balia di un narcisismo accademico, presuntuoso, arrogante. 4) stiamo peggio perché abbiamo meno soldi e sappiamo che con i bonus compri il pane, ma non c’è più futuro sugli scaffali. Chi cavalca questa terribile incertezza, minimizza il tema sanitario, tacendo una verità angosciante e indiscutibile, e cioè che “non c’è economia senza salute”. Stiamo provando a convivere col virus, tutti vorremmo poter gestire i contagi con freddezza burocratica, ma la verità è che l’epidemia travolge a cascata ogni settore della vita e del sistema. E quando la curva dei contagi sale, si può tentare di far finta di nulla quanto si vuole, si possono tenere scuole, ristoranti, stadi aperti, ma presto o tardi gli ospedali andranno in tilt. E se gli ospedali vanno in tilt la gente ha paura, smette di uscire, di andare al ristorante, allo stadio, di salire sui treni. Non esiste un circuito virtuoso in cui l’economia e un’epidemia che oltre una certa soglia di contagi entra nelle terapie intensive possano convivere senza fermarsi, quando è ora di fermarsi. Continuare a illudere la gente che l’economia e la salute siano compartimenti stagni è ingannevole e destabilizzante. E oggi, molti italiani sono destabilizzati da questo messaggio. 5) le vacanze e quel “liberi tutti” colpevole e superficiale hanno creato l’illusione che il peggio fosse passato. Ci abbiamo creduto, tutti. O quasi tutti. Abbiamo creduto al clinicamente morto, al virus mutato, alle cariche virali ammosciate, a tutto. Abbiamo viaggiato, ballato, brindato e ora ci ritroviamo increduli, con un conto salatissimo da pagare e la sensazione di aver mangiato solo gli antipasti. Siamo arrabbiati e disillusi. E sappiamo che le vacanze come le abbiamo vissute quest’estate non ci saranno più concesse per una periodo indefinito e angosciante. 6) i complottisti, i negazionisti, i no-mask in questi mesi, hanno avuto tempo e modo di infestare il web e i bar di bugie, fante-teorie, menzogne ridicole e teorie pericolose. Mentre sfilavano le bare di Bergamo tacevano, quando è iniziato il meccanismo di rimozione sono andati a infettare tutta quella fetta di popolazione più irrazionale, sciocca, narcisista, con ambizioni rivoluzionarie, purché le rivoluzioni non siano più impegnative che andare a insultare Burioni su fb. Il risultato è un esercito di ignoranti che “ci vogliono controllare”, “è un virus politico”, “non hanno fatto le autopsie”. E se rispondi “Istat dice che a marzo 2019 a Bergamo ci sono stati 1000 morti, a marzo 2020 6000, ti servono 5000 autopsie?” loro bofonchiano “Eh sì vedrai…”, lasciando intendere che loro sanno e tu no. 7) è peggio perché la gente si ricorda della prima ondata, delle persone lasciate a casa a morire, delle bombole di ossigeno che mancavano, di quelli che morivano boccheggiando come pesci. Di quelli che arrivavano in ospedale ormai malconci, con polmoniti nella fase acuta, con i tamponi mai fatti. “C’è l’assalto ai pronto soccorso”, dicono. L’assalto è la paura di rimanere senza cure. Ed è una paura legittima. 8) è peggio perché pensavamo di non rivedere più errori, trascuratezza, l’impreparazione della prima ondata. Invece scopriamo che ancora una volta non siamo preparati. Che la politica è rimasta immobile, che non si è pensato a prevenire il problema di trasporti, della mancanza di una rete territoriale capace di occuparsi dei malati a casa, dell’ ideazione di un piano razionale per gestire tracciamenti e quarantene. Ci sentiamo increduli e traditi. 9) traditi, soprattutto, dalla politica che ha pensato all’ondata delle elezioni regionali prima ancora che a quella del virus. L’immagine del sindaco De Magistris che ieri, in diretta tv, guardava la sua Napoli nel caos di un’oscena guerriglia con l’aria compiaciuta di chi stava assistendo non alla disfatta della sua città, ma alla disfatta dell’odiato De Luca, è il sunto di tutto. E De Luca, da parte sua, rimarrà lo sceriffo che ha riposto la pistola per farsi rieleggere e l’ha ritirata fuori dalla fondina dopo che è stato eletto. Dopo che aveva raccontato ai campani la favoletta spavalda e rassicurante della Campania più preparata del Nord, del Nord che s’è fermato a contare i morti, degli ospedali migliori d’Italia pronti a fronteggiare il virus, della macchina perfetta della sanità campana. Il giorno dopo la sua rielezione era già “Obbligo di mascherine all’aperto”, tre settimane dopo “Chiudo tutto”. Oggi è l’imbarazzo di dover rimettere i panni dello sceriffo mentre è scoppiata la rissa al saloon. 10) è peggio perché la politica ha paura di decidere. Perché la politica teme l’impopolarità più dei morti. E deciderà quando l’acqua sarà alla gola. 11) è tutto peggio di prima perché non sappiamo dove andremo. Perché siamo provati, stanchi, pessimisti. Perché ci spaventa questa costante sensazione di vivere al presente, ci angoscia l’idea del tempo e delle opportunità rubati ai nostri figli. Non vediamo scadenze, non vediamo futuro. 12) è peggio perché è autunno. Perché la primavera, certi giorni, era una carezza che entrava dalle finestre. Oggi abbiamo le finestre chiuse, il cielo opaco, la pioggia sui vetri. Ci attende l’inverno e sarà un inverno senza neve con cui divertirsi, senza ponti per viaggiare, senza programmi per Capodanno, senza una nuova stagione da vivere, attraversandola. Ci scorrerà accanto, saremo scaldati dai termosifoni, scopriremo cos’è il Natale senza i nonni, senza l’ultimo l’ultimo maglione da arraffare nel negozio pieno, senza l’aperitivo coi colleghi, le messe piene, i bambini spaventati dal Babbo Natale al centro commerciale. 13) è peggio perché non siamo terrorizzati. Siamo accasciati. Perché pensavano fosse uno tsunami e invece è una marea bassa ma uniforme. E non sappiamo quanto salirà.
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wemakecity · 4 years
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Si sale per capperi
Intraprendendo la salita Montevergine di Salerno, ci si immerge fin da subito in un verde inaspettato, caratterizzato da numerose piante di cappero che sembrano, a tutti gli effetti, i veri abitanti di questo percorso. 
Il cappero, nome scientifico Capparis Spinosa, è un piccolo arbusto che cresce spontaneo in cavità rocciose e su vecchi muri, si può trovare da 0 a 1000 m e la sua fioritura avviene tra maggio e giugno.
Di questa pianta si consumano i boccioli, (detti appunto capperi) e più raramente i frutti, noti come cucunci; entrambi si conservano sott'olio, sotto aceto o sotto sale.
E’ incredibile osservare come questa specie abbia prepotentemente invaso l’intera zona di Montevergine, affacciandosi dalle finestre dell’ex convento, percorrendo le mura delle ex carceri, diffondendosi e ramificandosi per tutto il quartiere. Le piante di capperi e l’insieme degli abitanti, vivono parallelamente questa striscia di città: dove l’uomo lascia il posto alla natura, il cappero si sviluppa rigoglioso e ricco, abbellendo i vicoli di Montevergine ha la capacità di riconoscere il valore nascosto, latente insinuandosi in fratture di luoghi oramai deteriorati o in stato di abbandono. Ci siamo chiesti quindi se queste due comunità, quella vegetale e quella umana, si incontrassero in qualche modo.  
Durante la mattinata di analisi conoscitiva e di esplorazione, ascoltando le testimonianze di alcune persone del centro storico di Salerno, Giggino, un anziano signore proprietario di una bottega in centro, vero e proprio custode delle memorie della città (come scoprirete in un altro dei nostri racconti) ci spiega che il cappero è largamente utilizzato nella cucina locale, ma ci sorprende scoprire che da poco è a conoscenza della presenza delle piante di capperi lungo le mura di salita Montevergine, e di sicuro non fa parte di quelli che ne raccolgono i prelibati boccioli. 
Così, dopo aver bevuto il caffè offerto di Giggino, e aver approfondito le memorie della città con lui e i suoi amici, decidiamo di addentrarci a salita Montevergine. 
In zona, un solo edificio è abitato: un paio di famiglie e una casa vacanze. Così arrivate all’altezza dell’ex convento femminile, ed individuata la fatidica palazzina, decidiamo di affacciarci. Una signora spazza il terrazzo con foga, due cani giocano in lontananza. Dopo aver richiamato l’attenzione, riusciamo a parlare con un vero abitante del quartiere. Questo giovane architetto ci spiega che è, invece, decisamente consolidata la tradizione di raccogliere i capperi per conciarli sotto sale. Svariate persone, quindi, frequentano il quartiere appositamente per compiere quello che in alcune zone della Campania è detto “Sciavichiello” ovvero il furto di frutti di piante non proprie. 
Può essere la pianta di cappero quindi il vero attrattore di salita Montevergine? E’ possibile immaginare una salita Montevergine dove un uso informale di alcune piante selvatiche divenga un uso formale, ridefinito dalla tradizione e dalla progettualità partecipata? Può il cappero divenire protagonista di una riqualificazione che metta in primo piano la richiesta di verde da parte delle persone che vivono concretamente la zona? 
Procediamo lungo la passeggiata, risalendo le rampe e le scale, superando l’ingresso dell’ex convento, ritrovandoci di fronte alle scuole. Siamo agli inizi di settembre e il complesso scolastico è chiuso, ma il cancello di fronte a noi è socchiuso. Decidiamo di addentrarci. 
Ad aprirci è una gentile signora, segretaria dell’istituto, che ci racconta qualcosa delle persone che vivono l’ambiente della scuola, gli orari di maggior affollamento, i momenti più vuoti. Le chiediamo cosa migliorerebbe del quartiere, ci risponde “Questo quartiere è perfetto, per me non ha difetti”. Infine le chiediamo delle piante di capperi, e scopriamo in lei una veterana nella raccolta spontanea dei boccioli. Ci spiega che li raccoglie spesso per la creazione dei barattoli di capperi sotto sale, che usa poi come condimento in cucina. Ci sembra, dopo svariate ore, di aver trovato in un certo senso un punto d’inizio, e quindi per capperi si scende.
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freedomtripitaly · 4 years
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Secondo un’indagine di Confturismo-Confcommercio, la maggior parte degli italiani non ha una grossa voglia di partire per vacanze. Colpa soprattutto dell’incertezza sulla situazione sanitaria e sulle misure adottate dalle strutture alberghiere, dagli stabilimenti balneari, dalle compagnie aeree. Secondo le previsioni, il 31% degli italiani ha previsto di fare almeno una o due settimane di vacanze e il 30% si accontenterà di fine settimana fuori porta o di brevi soggiorni. Quali saranno le mete dell’estate? Il turismo di prossimità è quello che convince più di tutti. Una persona su due predilige il mare. A seguire la montagna (36%) e i parchi nazionali o le riserve naturali (31%). Il 51% dei nostri connazionali dichiara di essere disposto a considerare le vacanze a contatto con la natura, in tenda (i più giovani), camper o roulotte (gli over 55), da trascorrere, comunque in Italia. Infatti, per due persone su tre le vacanze a contatto con la natura sono un’ottima alternativa all’hotel, nel rispetto delle distanze sociali così da evitare i luoghi affollati. Per il 41% degli italiani ciò è sinonimo di maggiore sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario, grazie all’utilizzo di oggetti e attrezzature proprie. Gli accessi contingentati agli spazi comuni incideranno sul numero di persone che potranno accedere alle strutture alberghiere. Tra chi pensa di trascorrere le vacanze in un albergo, bed and breakfast o agriturismo, il 37% sceglie l’hotel, mentre gli altri prediligono alternative come le case in affitto (30%) o, meglio ancora, la seconda casa (23%). Secondo le ricerche effettuate sul sito Casa.it in tutta Italia, risultano quadruplicate quelle di case in affitto con piscina in Sicilia, Liguria e Toscana. Nelle prime due settimane di aprile a Palermo le abitazioni con piscina sono state cercate sei volte in più rispetto al periodo precedente; sulla Riviera ligure è sicuramente Santa Margherita a fare da padrona, con un aumento di ricerche di ben 43 volte in sole due settimane. Forte dei Marmi conserva sempre il suo appeal con un aumento del 200% ma anche la costiera livornese conferma l’esigenza di una casa con piscina con un aumento delle richieste di questa tipologia di alloggio di 12 volte superiore rispetto all’inizio della crisi. Anche le case con giardino sembrano assumere una certa rilevanza nei criteri di ricerca. Raddoppiano nel Veneto, in Campania e nel Lazio. La località di Jesolo registra un +209% seguita da Venezia con +150%. Inoltre, scegliere di spostarsi con mezzi propri, da un lato permette la libertà di poter partire e tornare quando si desidera, dall’altro è un modo per ridurre al minimo il rischio di contagio. Ma non è l’unico motivo. Già nell’ultimo anno, secondo un sondaggio di YouGov per ManoMano.it, è cresciuto l’impegno personale che favorisce comportamenti più sostenibili, riduce l’inquinamento dovuto agli spostamenti e permette di prestare più attenzione alle proprie abitudini. Proprio il lockdown ha dimostrato che il nostro stile di vita ha un fortissimo impatto sul nostro Pianeta e preferire soluzioni più sostenibili, anche per le vacanze, è un atto di responsabilità che dobbiamo fare per noi è per gli altri. Chi è abituato a visitare Paesi lontani, quest’anno dovrà preferire le vicine Regioni italiane, quindi, per via dell’incertezza della ripartenza dei voli verso le mete estere. Restare in Italia sarà un modo sicuramente efficace per sostenere il settore del turismo, una filiera che rappresenta circa il 13% del PIL italiano (dati WTTC) e , negli ultimi mesi, ha subìto perdite per miliardi di euro, e rilanciare l’economia del nostro Paese. In base al Cerved Industry Forecast, uno studio che ha analizzato gli impatti dell’epidemia sull’economia italiana dopo due mesi di lockdown, quella del turismo sarà molto pesante. Tra i settori per cui si prevede per il 2020 il maggior calo di fatturato rispetto al 2019 si trovano il trasporto aereo di passeggeri (-50,8%), le agenzie viaggi, i tour operator e gli alberghi (-43% circa), le strutture ricettive extra alberghiere (-35%), l’organizzazione di fiere e convegni (-40%) e la ristorazione (-33,8%). https://ift.tt/3fKQzAu Che tipo di vacanze faranno gli italiani quest’estate Secondo un’indagine di Confturismo-Confcommercio, la maggior parte degli italiani non ha una grossa voglia di partire per vacanze. Colpa soprattutto dell’incertezza sulla situazione sanitaria e sulle misure adottate dalle strutture alberghiere, dagli stabilimenti balneari, dalle compagnie aeree. Secondo le previsioni, il 31% degli italiani ha previsto di fare almeno una o due settimane di vacanze e il 30% si accontenterà di fine settimana fuori porta o di brevi soggiorni. Quali saranno le mete dell’estate? Il turismo di prossimità è quello che convince più di tutti. Una persona su due predilige il mare. A seguire la montagna (36%) e i parchi nazionali o le riserve naturali (31%). Il 51% dei nostri connazionali dichiara di essere disposto a considerare le vacanze a contatto con la natura, in tenda (i più giovani), camper o roulotte (gli over 55), da trascorrere, comunque in Italia. Infatti, per due persone su tre le vacanze a contatto con la natura sono un’ottima alternativa all’hotel, nel rispetto delle distanze sociali così da evitare i luoghi affollati. Per il 41% degli italiani ciò è sinonimo di maggiore sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario, grazie all’utilizzo di oggetti e attrezzature proprie. Gli accessi contingentati agli spazi comuni incideranno sul numero di persone che potranno accedere alle strutture alberghiere. Tra chi pensa di trascorrere le vacanze in un albergo, bed and breakfast o agriturismo, il 37% sceglie l’hotel, mentre gli altri prediligono alternative come le case in affitto (30%) o, meglio ancora, la seconda casa (23%). Secondo le ricerche effettuate sul sito Casa.it in tutta Italia, risultano quadruplicate quelle di case in affitto con piscina in Sicilia, Liguria e Toscana. Nelle prime due settimane di aprile a Palermo le abitazioni con piscina sono state cercate sei volte in più rispetto al periodo precedente; sulla Riviera ligure è sicuramente Santa Margherita a fare da padrona, con un aumento di ricerche di ben 43 volte in sole due settimane. Forte dei Marmi conserva sempre il suo appeal con un aumento del 200% ma anche la costiera livornese conferma l’esigenza di una casa con piscina con un aumento delle richieste di questa tipologia di alloggio di 12 volte superiore rispetto all’inizio della crisi. Anche le case con giardino sembrano assumere una certa rilevanza nei criteri di ricerca. Raddoppiano nel Veneto, in Campania e nel Lazio. La località di Jesolo registra un +209% seguita da Venezia con +150%. Inoltre, scegliere di spostarsi con mezzi propri, da un lato permette la libertà di poter partire e tornare quando si desidera, dall’altro è un modo per ridurre al minimo il rischio di contagio. Ma non è l’unico motivo. Già nell’ultimo anno, secondo un sondaggio di YouGov per ManoMano.it, è cresciuto l’impegno personale che favorisce comportamenti più sostenibili, riduce l’inquinamento dovuto agli spostamenti e permette di prestare più attenzione alle proprie abitudini. Proprio il lockdown ha dimostrato che il nostro stile di vita ha un fortissimo impatto sul nostro Pianeta e preferire soluzioni più sostenibili, anche per le vacanze, è un atto di responsabilità che dobbiamo fare per noi è per gli altri. Chi è abituato a visitare Paesi lontani, quest’anno dovrà preferire le vicine Regioni italiane, quindi, per via dell’incertezza della ripartenza dei voli verso le mete estere. Restare in Italia sarà un modo sicuramente efficace per sostenere il settore del turismo, una filiera che rappresenta circa il 13% del PIL italiano (dati WTTC) e , negli ultimi mesi, ha subìto perdite per miliardi di euro, e rilanciare l’economia del nostro Paese. In base al Cerved Industry Forecast, uno studio che ha analizzato gli impatti dell’epidemia sull’economia italiana dopo due mesi di lockdown, quella del turismo sarà molto pesante. Tra i settori per cui si prevede per il 2020 il maggior calo di fatturato rispetto al 2019 si trovano il trasporto aereo di passeggeri (-50,8%), le agenzie viaggi, i tour operator e gli alberghi (-43% circa), le strutture ricettive extra alberghiere (-35%), l’organizzazione di fiere e convegni (-40%) e la ristorazione (-33,8%). Sembra che i nostri connazionali non vogliano rinunciare alle vacanze estive che, però, quest’anno saranno molto diverse. Lo scenario.
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giancarlonicoli · 6 years
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23 feb 2019 13:35
CELESTE NOSTALGIA – SALLUSTI: "FORMIGONI? TANTO ODIO, TANTO ONORE. I 5 STELLE STANNO OFFRENDO UNO SPETTACOLO INDEGNO" ECCO PERCHE’ - TRAVAGLIO: "FORMIGONI NON È ANCORA ENTRATO IN GALERA E GIÀ LO VOGLIONO FUORI. CON TUTTA LA FATICA CHE HA FATTO PER MERITARSELA. MA CHE DEVE FARE UN POLITICO ITALIANO, PER 18 ANNI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA, PER GUADAGNARSI UN MINIMO DI RIPROVAZIONE SOCIALE, SE NON BASTANO NEMMENO 6,6 MILIONI DI TANGENTI RUBATI AL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE?"
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Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano
A leggere le dolenti e lacrimanti dichiarazioni di politici e intellettuali di destra, centro e sinistra per l' arresto di Roberto Formigoni, condannato definitivamente dalla Cassazione a 5 anni e 10 mesi, cui farà seguito il consueto pellegrinaggio di vedove e orfani inconsolabili nella cella del nuovo Silvio Pellico, una domanda sorge spontanea.
Ma che deve fare un politico italiano, per 18 anni governatore della Lombardia, per guadagnarsi un minimo di riprovazione sociale, se non bastano nemmeno 6,6 milioni di tangenti (su un totale di 80) sotto forma di ville in Costa Smeralda, yacht in Costa Azzurra, vacanze ai Caraibi e in Sardegna, banchetti a base di champagne in ristoranti stellati, benefit vari e finanziamenti elettorali illeciti rubati al sistema sanitario nazionale, cioè sulla pelle dei malati? L' altroieri il Pg della Cassazione, chiedendo la conferma della condanna d' appello a 7 mesi e mezzo (poi un po' ridotta per la solita prescrizione), ricordava "l' imponente baratto corruttivo tenuto conto del suo ruolo e con riferimento all' entità e alla mole della corruzione, che fanno ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità".
Siccome una sentenza irrevocabile, non il teorema della solita Procura di Milano, ha accertato che tra il 2001 e il 2011, dalle casse della Fondazione Maugeri e del San Raffaele (cliniche private convenzionate e foraggiate dalla Regione, con l' aggiunta di favori indebiti per 200 milioni di denaro pubblico), sono usciti rispettivamente 70 milioni e 8-9 milioni, poi transitati su conti di società estere "schermate" e finiti nelle tasche dell' imprenditore Pierangelo Daccò, dell' ex assessore Antonio Simone, di Formigoni e di suoi prestanome, tutti ciellini di provata fede, la classe dirigente di un Paese serio si congratulerebbe con i magistrati per aver neutralizzato e assicurato alla giustizia un pericoloso focolaio d' infezione che per quattro lustri ha depredato la sanità pubblica di una delle regioni più prospere d' Italia.
Invece chi candidò questo bell' esemplare di nababbo a spese nostre col voto di povertà, chi lo sostenne (da FI ai centristi Udc alla Lega), chi finse di fargli l' opposizione (il Pd) e chi lo votò si vergognerebbe come un ladro. E tutti ringrazierebbero i 5Stelle per due meriti indiscutibili, acquisiti prima della cura Salvini: aver costretto i partiti a dare una mezza ripulita alle liste del 4 marzo 2018, cancellando almeno i più impresentabili fra gli impresentabili (senza i famigerati "grillini", FI avrebbe ricandidato Formigoni per la sesta volta); e aver approvato la Spazzacorrotti che equipara la corruzione ai reati di mafia.
Cioè la rende "ostativa" ai benefici penitenziari, pene alternative e altre scappatoie. E ci risparmia per il futuro il consueto spettacolo del potente di turno che "sconta" la pena ai domiciliari o ai servizi sociali senza un giorno di galera. Invece siamo un popolo che, non avendo conosciuto la Riforma protestante, non sa cosa sia l' etica della responsabilità. Infatti, all' ennesimo arresto di "uno del giro", il coro delle prefiche ha ripreso a lacrimare, passando senza soluzione di continuità da casa Renzi alla cella di Forchettoni. Il messaggio classista di queste lamentazioni è che i "signori" non si arrestano mai, neppure quando ce la mettono tutta per finire in galera nel Paese che li respinge sulla soglia, e alla fine ci riescono.
In fondo, la nostra infima "classe dirigente" rimpiange quei tempi e quei figuri. E anche nella presunta sinistra fioccano le riabilitazioni di B. purché ci (anzi li) salvi dal "populismo". Cominciarono Scalfari e De Benedetti ("Meglio B. di Di Maio"), proseguì Renzi ("Chiediamo scusa a B."), poi arrivò lo scrittore Veronesi ("Firmerei col sangue per il ritorno di B."). E ora Augias, su Repubblica, per poter sostenere restando serio che "questo governo è il peggiore della storia repubblicana", deve scrivere che i governi B. furono acqua fresca: "B. badava ai suoi affari e a scansare la galera" con qualche "legge su misura", che sarà mai, "ma non ha danneggiato struttura ed equilibri dello Stato come rischiano di fare questi".
In effetti B. si limitò a consegnare la democrazia e le istituzioni a un' associazione per delinquere che ha rapinato l' Italia, in miliardi e in diritti, per un quarto di secolo. Basta ricordare la lista dei condannati, imputati e indagati di quello che chiamiamo spiritosamente "centrodestra". Due dei tre leader fondatori, B. e Bossi, sono pregiudicati passati dai servizi sociali. L' altro, Fini, è imputato per riciclaggio. I creatori di FI , Dell' Utri e Previti, sono pregiudicati l' uno per mafia e l' altro per corruzione giudiziaria. Il leader della Campania, Cosentino, ha già totalizzato 25 anni di carcere per camorra. Quello della Calabria, Matacena, è latitante a Dubai.
E prima di Formigoni erano stati indagati, o arrestati, o condannati in vari gradi di giudizio o prescritti i governatori di centrodestra di quasi tutte le Regioni: Cota (Piemonte), Biasotti (Liguria), Maroni (Lombardia), Galan (Veneto), Polverini (Lazio), Pace (Abruzzo), Iorio (Molise), Fitto (Puglia), Scopelliti (Calabria), Drago, Cuffaro e Lombardo (Sicilia), Cappellacci (Sardegna). En plein. Per non parlare dei membri di Parlamenti e governi: Verdini, Scajola, Brancher, Papa, Luigi Grillo, Frigerio, Alfredo Vito, Matteoli, Sirchia, Romani, Angelucci, Sgarbi, Belsito, Sciascia, Minzolini, Farina per citare solo i migliori. Un esercito di perseguitati politici, un battaglione di vittime della malagiustizia. Prima c' erano quelli che "un avviso di garanzia non è una condanna" e "aspettiamo la sentenza definitiva". Ora piangono anche dopo le condanne in Cassazione. Formigoni non è ancora entrato in galera e già lo vogliono fuori. Con tutta la fatica che ha fatto per meritarsela.
2. FORMIGONI, TANTO ODIO TANTO ONORE
Alessandro Sallusti per il Giornale
A poche ore dall' aver sottratto a un processo, che per quanto ingiusto avrebbe portato a condanna sicura, il loro ministro degli Interni i grillini esultano per l' arresto di un altro politico, Roberto Formigoni, e se ne attribuiscono pure il merito per via di una recente legge che annulla i benefici ai condannati ultra settantenni.
Garantisti e addirittura per l' immunità quando i fatti riguardano se stessi, manettari con tutti gli altri: questi sono i Cinque Stelle che in queste ore stanno offrendo uno spettacolo indegno di una forza di governo.
Il fatto non mi sorprende, da tempo sappiamo di che pasta umana e politica è fatta questa gente.
Roberto Formigoni è stato condannato in via definitiva a cinque anni di carcere per il reato di «antipatia e arroganza» anche se la storia, come già dimostrano le numerose e trasversali dichiarazioni di queste ore, lo assolverà e sarà ricordato come un grande governatore.
Provino i grillini a chiedere al «popolo lombardo» che opinione ha dell' era Formigoni, della qualità degli ospedali, dell' assistenza, delle reti di trasporto e delle infrastrutture in generale che con la «ricetta Formigoni» un mix di pubblico efficiente e privati eccellenti ha fatto decollare la regione verso standard europei. E poi facciano la stessa domanda ai romani e ai torinesi le cui città sono precipitate per l' incapacità e l' insipienza delle sindache  Cinque Stelle.
Sarebbe un sondaggio assai interessante.
D' accordo, Roberto Formigoni non era un mostro di simpatia ma è stato politico di grande talento che ha sempre tenuto i conti pubblici a lui affidati ben in ordine. Chi se ne frega delle sue vacanze in Sardegna ospite di ras della sanità lombarda. È scivolato sull' ego, come tutti i sessantenni ha pensato che una botta di vita non fa male a nessuno ma non per questo deve finire i suoi anni in cella come un criminale comune quando le soluzioni e punizioni potevano essere ben altre se solo si fosse usato equilibrio e buon senso giudiziario. Cosa che sarebbe stata possibile se non fossimo precipitati in un clima politico di caccia alle streghe avvelenato dall' odio e dall' invidia.
La politica del «più manette per tutti», ovviamente non per loro e i loro parenti stretti (non c' è solo il padre di Renzi, ballano anche quelli di Di Maio e Di Battista ma ce lo siamo già dimenticati), farà soffrire tante persone ma non porterà da nessuna parte. Tanto odio, tanto onore.
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affitto-vacanze · 7 years
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La Locanda Cinciarella è una raffinata villa di campagna all'interno del parco regionale del Partenio, confinanti con L'Oasi del WWF Montagna di Sopra.
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portalinowebblog · 6 years
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Casa Vacanze Villa Ambrosia Castellabate Salerno a 2 Km dalla spiaggia e dal porto turistico di S. Marco escursione nel Parco Nazionale del Cilento www.villaambrosia.it Casa Vacanze Villa Ambrosia, Castellabate, Salerno.  La struttura si trova a 2 Km dalla spiaggia e dal porto turistico di S.
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Intervista ad Angela De Caro, giovane imprenditrice di Salerno
TesOri.Italian Treasures Worldwide racconta, sin dalla sua nascita, il Made in Italy poco noto ma ugualmente ricco di valori ed interpretato nei vari settori, storie di persone che, con audacia, hanno inseguito e realizzato i loro sogni. Come il caso di Angela De Caro, giovane imprenditrice che, con dedizione e sacrificio, é divenuta un punto di riferimento nel settore dell’ospitalità ed accoglienza ricettivo-alberghiera e ristorativa della sua città, Salerno. Benvenuta Angela, raccontati per noi e per chi ci segue.
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Grazie TesOri per l’opportunità, mi racconto tutta d’un fiato.
Sono nata e cresciuta nella campagna salernitana con mio padre Vincenzo, appartenente all'ultima famiglia di contadini che ha abitato nel castello Arechi e mamma Anna, donna dal cuore grande ed umile. Loro sono stati e sono tuttora i miei pilastri, mi hanno insegnato tanto e da loro ho incamerato i veri insegnamenti di vita. Sin da piccola coltivavo il desidero di far sorridere e stare bene le persone; ricordo che durante le molteplici cerimonie di famiglia (comunioni, matrimoni, battesimi) non vedevo l’ora di ritrovarmi al ristorante per osservare, incantata, l’eleganza nell’abbigliamento e modi di fare dei camerieri. Ne osservavo attentamente ogni movimento, ogni parola e compresi che da grande avrei voluto un lavoro simile, che avesse a che fare con cibo - vino ed il far star bene gli altri!
Pertanto raggiunta la giusta età, senza battere ciglio, ho avviato la formazione in quella direzione frequentando l'alberghiero e mettendo a frutto, da subito, i primissimi insegnamenti, lavorando nei weekend in vari ristoranti. La mia passione è cresciuta sempre di più: guardavo, chiedevo, sbagliavo, ero stanca, ma felice. Niente e nessuno poteva distogliermi da quel mondo, non esisteva più un bagno al mare, né una tombolata la Vigilia di Natale, né un brindisi di mezzanotte all'arrivo del nuovo anno.
Ho alternato le vacanze scolastiche con le stagioni estive/invernali in giro per l'Italia -Scario-Lago di Garda-Trentino - Claviere -Forlì - Isola d'Elba-Bergamo- solo per citare alcune destinazioni.
Non era importante dove fossi diretta o di trovare un alloggio umido o ricevere una paga esigua, mi interessava solo partire, certa che avrei accresciuto il mio background e conosciuto tante belle persone.
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- Raccontaci dei tuoi progetti VelAmare B&B e Dà Gusto Campano Tipico che hai avviato a Salerno.
Racimolato qualche soldino sono tornata definitivamente a Salerno per investire i frutti dei tanti sacrifici nella mia città. Ammetto che l’impatto iniziale è stato parecchio sconfortante. Iniziai a lavorare come cameriera in un ristorante e per la prima volta in vita mia, mi son sentita un mero numero, l’esatto opposto di quel che avevo costruito negli anni. Pertanto decisi di aprire il B&B VelAmare ricavato all’interno di un antico palazzo sito tra il Porto Turistico e il Porto Commerciale, dove ogni camera non è contraddistinta dal classico numero ma dai nomi dei nodi marinari. Poi solo 5 mesi fa, al piano terra dello stesso palazzo, in un locale tufaceo, ho avviato Dà Gusto Campano Tipico, una bottega di storie e tradizioni della mia amata regione, un luogo ove é possibile non solo acquistare ma anche degustare i prodotti delle migliori qualità Made in Campania che ho selezionato personalmente uno ad uno, dalla pasta all’olio, dalle varietà di pomodori ai legumi, dal cioccolato al vino, dal miele alle confetture, dai fichi alle nocciole e tanto altro ancora.
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-Nel delicato momento attraversato dall’emergenza Covid-19 come è cambiata la tua vita?
Purtroppo, come tanti, ho dovuto chiudere bottega e B&B e sono rimasta rinchiusa in casa per oltre 3 settimane. Avevo perso ogni speranza di ripresa.
Poi un giorno mi son recata in bottega per controllare i frigoriferi ed entrando sentivo le gambe tremare, con gli occhi lucidi ho scattato qualche foto ai cioccolatini che avevo preso per un cliente appassionato, gli ho scritto un semplice sms “E pensare che li avevo presi proprio per Lei", dopodiché sono scoppiate a piangere. Guardandomi attorno sembrava che quegli scaffali, colmi di prodotti, mi crollassero addosso.
Dopo pochi secondi, quel cliente ha risposto al mio messaggio chiedendo di poter ricevere il cioccolato e vi giuro....questo gesto ha ricaricato il mio animo e la mia voglia di fare.
Ho trovato la forza di scattare altre foto e inviarle ad ogni singolo cliente. Per me i rapporti umani valgono più di ogni altra cosa e credo che questa sia la chiave di crescita di ognuno di noi, bisogna lasciare il segno, del resto regalare un’emozione non è poi così difficile, basta fermarsi un attimo, pensare ed agire.
E se è vero che ognuno di noi ha un'anima la mia non è poi così povera da non concedere emozioni. Ho tanta voglia di emozionare e spero di poter continuare a farlo con le storie e le eccellenze enogastronomiche della mia terra.
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- Anche se a distanza, vorremmo ci facessi compagnia presentando i gustosi e salutari prodotti che danno lustro ad eccellenti aziende della Campania, sarai dei nostri?
Certamente, il mio obiettivo é donare ai miei clienti e a voi di TesOri esperienze dai sapori entusiasmanti. Lo farò con enorme piacere.
Ringraziamo Angela De Caro per la fiducia riposta in noi, le facciamo il nostro più grande in bocca al lupo ed ancora tanti complimenti per i traguardi raggiunti.
In questo delicato momento se aveste voglia di osservare la sua vetrina e chiederle info potrete contattarla al +393280248775
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italianaradio · 5 years
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Turismo: 3 italiani su 10 viaggiano a settembre
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/turismo-3-italiani-su-10-viaggiano-a-settembre/
Turismo: 3 italiani su 10 viaggiano a settembre
Turismo: 3 italiani su 10 viaggiano a settembre
Settembre mese di vacanze, complici i prezzi convenienti e le spiagge semi-deserte che invogliano gli italiani a godersi il mare in tranquillità. Tre connazionali su dieci prediligono le ferie in questo mese e per uno su cinque quella di settembre è la vacanza estiva principale, con una durata media di 6 notti fuori casa. Sono soprattutto i giovani che preferiscono fare la valigia adesso, grazie anche all’aumento delle offerte, al minor affollamento e ai costi decisamente più abbordabili.
L’Italia rimane in cima alle preferenze di viaggio del prossimo trimestre per quasi 8 italiani su dieci. Le mete preferite sono Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Puglia e Campania, mentre per quanto riguarda le destinazioni estere si pongono in evidenza Spagna, Grecia e Francia. Quasi tre italiani su quattro, nel momento della scelta di una destinazione, sono disposti a pagare qualcosa di più per ricevere servizi che tutelino maggiormente l’ambiente e al tempo stesso vorrebbero avere sempre più informazioni riguardo alla gestione sostenibile adottata dagli operatori.
Sono questi, in sintesi, i risultati dell’analisi mensile di Confturismo/Confcommercio e Istituto Piepoli, sull’indice di fiducia del viaggiatore italiano, che nel mese di agosto ha raggiunto 74 punti, tre punti in più rispetto allo stesso mese 2018, valore mai registrato in precedenza. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno la fiducia è cresciuta di 3 punti, mentre è di 2 punti l’incremento rispetto a luglio.
Settembre mese di vacanze, complici i prezzi convenienti e le spiagge semi-deserte che invogliano gli italiani a godersi il mare in tranquillità. Tre connazionali su dieci prediligono le ferie in questo mese e per uno su cinque quella di settembre è la vacanza estiva principale, con una durata media…
Eleonora Marini
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cento40battute · 7 years
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Le destinazioni da Sogno in Italia e all’estero con Kayak.it: viaggi a Cinque Stelle
Il motore di ricerca viaggi KAYAK.IT rivela le mete con la più alta concentrazione di hotel di lusso e la classifica dei viaggiatori che per le vacanze non badano a spese
Per delineare i trend del turismo di lusso il motore di ricerca viaggi KAYAK.it ha stilato la top dieci delle destinazioni nazionali ed estere dove si concentra il maggior numero di hotel a cinque stelle e ha individuato la provenienza dei viaggiatori amanti della dolce vita. Non a caso, per molti il viaggio è sinonimo di lusso, una fuga dalle incombenze quotidiane all’insegna dello stile e dell’esclusività. Infatti, Gardone Riviera e Dubai sono le destinazioni imperdibili per gli amanti del lusso nel Bel Paese e nel mondo, mentre provengono da Danimarca, Austria ed Emirati Arabi i viaggiatori che anche lontano da casa non rinunciano ad eleganza, esclusività e servizi a cinque stelle.
Italia: scorci di lago e cartoline campane 
Gardone Riviera
Il glamour si concentra sulle rive del Lago di Garda, in particolare a Gardone Riviera, in vetta alla classifica del lusso italiano, vantando oltre il 9% di alberghi a cinque stelle. Tra le numerose proposte di KAYAK.it da non perdere Villa Eden Luxury Resort, incastonato in un ampio uliveto, particolarmente apprezzato anche per il ristorante con terrazza panoramica e per il centro benessere interno.
Sul secondo gradino del podio sale Abano Terme, dove gli hotel a cinque stelle sono il 7,5% del totale, mentre a chiudere la top 3 è Capri con 5,5%.
Tra le strutture da sogno dell’isola di Capri spicca il Capri Tiberio Palace, boutique hotel nei pressi della Piazzetta che sorge in un edificio del XIX secolo. L‘isola del golfo di Napoli è solo una delle molte meraviglie della Campania che attraggono i turisti del lusso: quasi metà della classifica, infatti, è dominata da località della regione, da Positano, in quarta posizione a Ischia e Sorrento, rispettivamente al sesto e settimo posto.
Taormina, in quinta posizione, è portavoce della ricercatezza siciliana, mentre Venezia e Firenze chiudono la classifica. Grande assente Roma: nonostante si tratti della città con il più alto numero di alberghi in Italia, nella capitale la percentuale di cinque stelle non raggiunge l’1% del totale.    
Extra comfort fuori dal Bel Paese: Medio Oriente, Asia ed Europa
Agli appassionati delle destinazioni da mille e una notte KAYAK.it suggerisce di partire alla scoperta di Dubai, dove circa il 13% delle strutture vanta cinque stelle. In media per un volo di andata e ritorno dall’Italia quest’estate si spendono solo 360 €: i prezzi favorevoli per l’aereo non fanno che aumentare le occasioni per investire in soggiorni di lusso una volta a destinazione. Lo staff del Burj Al Arab Jumeirah di Dubai coccolerà i viaggiatori che scelgono di trascorrere la vacanza all’hotel da fiaba all’interno del celebre edificio a forma di vela. Oltre a cinque piscine e a una spiaggia privata, offre ai suoi ospiti servizi aggiuntivi unici. Qualche esempio?  Un maggiordomo privato, transfer in elicottero o spostamenti in Rolls Royce.
La seconda destinazione è Singapore, dove il 10% degli alberghi rientra nella categoria luxury. Anche i voli richiedono un investimento non indifferente, se si considera che la metropoli asiatica è, dopo South Kuta in Indonesia, la seconda meta più cara della top 10 per quanto riguarda i collegamenti aerei (676 € per un volo di andata e ritorno). Non è però necessario intraprendere lunghi viaggi per un soggiorno esclusivo, dal momento che anche l’Europa è ricca di destinazioni dal grande charme.
Ginevra, con il 7,4% di hotel a cinque stelle, conquista il terzo posto, seguita da Saint-Tropez (7,3%), meta chic per eccellenza degli anni ‘60, ma che si rivela la più conveniente da raggiungere in aereo (in media bastano 70 € per un volo di andata e ritorno dall’Italia a Nizza). Segue al quinto posto Mykonos: non solo feste e divertimento, ma anche relax a cinque stelle con il 5,5% di strutture esclusive. Il sesto posto invece va a Marrakesh, a seguire Hong Kong, South Kuta, Tel Aviv e New York.
Ma chi è che spende di più per questi viaggi a cinque stelle? KAYAK.IT ha la risposta
Quando si tratta di vacanze esclusive, i danesi scelgono di non badare a spese, tanto da arrivare a investire in media 350 € per una notte in un hotel a cinque stelle. Salgono sul podio anche Austria ed Emirati Arabi, che spendono rispettivamente 289 € e 265 € a notte. Sebbene gli italiani occupino solo la sesta posizione di questa speciale classifica, con una spesa media di 251 € mostrano una disponibilità a investire nelle vacanze di lusso del 13% più alta rispetto alla media dei viaggiatori di tutto il mondo.
Infatti, Gurhan Karaagac, esperto di viaggi KAYAK, ha così commentato: “Che si cerchi un resort di lusso o un piccolo agriturismo per una fuga dalla città, su KAYAK è possibile trovare la soluzione ideale per la propria vacanza. Gli utenti possono individuare la meta che meglio si adatta al proprio budget utilizzando Explore e ottimizzare le loro ricerche di hotel in quella destinazione con utili e comodi filtri, tra cui il numero di stelle della struttura e l’atmosfera desiderata. Organizzare la vacanza dei propri sogni non è mai stato così semplice”. Ma, se avete ancora curiosità potete visitare Il blog di KAYAK, il quale contiene queste e tante altre informazioni utili per pianificare i vostri viaggi.
Vi è venuta voglia di organizzare un viaggio? Consultate il sito http://www.kayak.it e partite per la vostra meta.
Barbara Corsalini
Viaggi a Cinque Stelle con KAYAK.IT Le destinazioni da Sogno in Italia e all’estero con Kayak.it: viaggi a Cinque Stelle Il motore di ricerca viaggi…
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portalinowebblog · 6 years
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Casa Vacanze Residence Trivento Palinuro Salerno per Vacanze in Famiglia con piscine animazione ristorante e servizio spiaggia www.trivento.it Casa Vacanze, Residence Trivento, Palinuro, Salerno. Il tuo Residence a Palinuro per Vacanze in Famiglia. Il Residence Trivento è la soluzione perfetta per le tue vacanze in famiglia a Palinuro!
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portalinowebblog · 6 years
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Country House Agriturismo Rifugio degli Dei Positano Salerno ubicato a Positano nel quartiere di Arienzo nel cuore della Costiera Amalfitana Country House Agriturismo Rifugio degli Dei, Positano, Salerno. Il “Rifugio degli Dei” nasce dall’antico fabbricato rurale costruito a metà dell’ottocento dal nostro bis-nonno, che, con sapienza e passione, si dedicava alla coltivazione e alla cura del vasto uliveto, dei giardini e del bestiame.
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portalinowebblog · 6 years
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Casa Vacanze La Residenza Tochiara Torchiara Salerno distante solo 5 Km dal mare Immersa nel verde del Parco nazionale del Cilento e di Valle di Diano www.laresidenzatorchiara.it Casa Vacanze La Residenza Tochiara, Torchiara, Salerno. La Residenza Torchiara vanta una posizione ottimale per raggiungere agevolmente le splendide località del Cilento, distante solo 5 Km dal mare.
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