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#Commemorazione
crazy-so-na-sega · 23 days
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21 maggio 2013
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Il mio feretro è pronto. È a casa mia. È una pelle di cervo cacciato nella foresta di Lyons. Un tempo vi avvolgevano i corpi dei re. La "nappa" del cervo è considerata immarcescibile. E si suonerà "J'avais un camarade" in tedesco.
Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà. Così come difendo l’identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
-Dominique Venner
accadde oggi.
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infogiotv · 7 days
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Commemorazione del Bombardamento di Rieti - Quartiere Borgo
5 Giugno 2024 – Chiesa di San Rufo, Rieti In occasione degli ottanta anni dal bombardamento del quartiere Borgo, Comunicazioni Sociali Rieti organizza una giornata di commemorazione e cultura presso la Chiesa di San Rufo a Rieti. L’evento si terrà il 5 giugno 2024 con ingresso libero e prevede un programma ricco di momenti musicali, liturgici e culturali per ricordare le vittime e riflettere…
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Commemorato l'agente Luca Benincasa, ucciso sul raccordo 22 anni fa La commemorazione ha avuto inizio presso il raccordo Perugia – Bettolle dove, esattamente ventidue anni fa, mentre si trovava in servizio, venne attin...
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laurav78 · 7 months
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Elogio funebre, cos’è e come scriverlo - Case Funerarie Giardino degli Angeli
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pietroalviti · 7 months
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La commemorazione dei defunti, il 2 novembre
L’idea di commemorare in un unica ricorrenza tutti i morti risale al secolo IX grazie all’abate benedettino sant’Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro dei quali solo Dio ha conosciuto la fede Qui altre info per restare…
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28 marzo. L'Aeronautica Militare, fondata da Italo Balbo, compie cento anni
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s-memorando · 2 years
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Rito collettivo
Nel pomeriggio a una certa ora mi sono collegata con la BBC per vedere in diretta la sfilata della gente comune alla camera ardente della Regina Elisabetta II. È stato uno spettacolo, incredibile, Vedere migliaia di persone che sfilano compostamente e in silenzio davanti al feretro è una vista inimmaginabile. C’erano persone di tutte le etnie e di tutte le età. Mi chiedo com abbiano fatto bambini…
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-~-~-~-~-~-~- Scrissi questa poesia un po’ di tempo fa, dal titolo, in minuscolo, molto chiaro: per dare una mia visione, e un’impressione, delle cose dopo i fatti avvenuti nel 2001. Vi assicuro che le parole erano tante, tantissime nella mia mente a riguardo.,Una sostituiva l’altra e quando sembrava “la migliore” ecco che ne arrivava un’altra a prendere il suo posto… e così via. Alla fine ho trovato la parola scritta in MAIUSCOLO, e niente è più stato come prima. Non c’è stata più nessun’altra parola che ne ha preso il posto, né ha preteso di farlo. ✍🏻 UNA parola, sola, che racchiude il male del mondo. Pensiero originale di @piccolepoesie_andrea🪶 Se condividi, citami, grazie. Diritti riservati © #torrigemelle #torrigemelle2001 #poesiaitaliana #commemorazione #pensiero #11settembre #piccolepoesieandrea #sabbia #pensiero (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CiX1LUtMKA_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ifattinews · 2 years
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Commemorazione Eugenio Scalfari in Campidoglio, le parole del Sindaco
Come riportato sul sito di Roma Capitale: presenza incontenibile di folla, il 16 luglio in sala della Protomoteca, per le esequie laiche di Eugenio Scalfari. Chi non ce l’ha fatta a entrare ha potuto seguire la cerimonia su due maxischermi collocati sulla piazza del Campidoglio. A porgere l’ultimo saluto al grande giornalista, fondatore de La Repubblica, scomparso a 98 anni il 14 luglio, le…
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filosofiameraki · 7 months
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🕯️ All Souls' Day 🕯️
❝𝑻𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒇𝒆 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒂𝒅 𝒊𝒔 𝒑𝒍𝒂𝒄𝒆𝒅 𝒐𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒗𝒊𝒏𝒈. 𝑻𝒉𝒆 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒈𝒂𝒗𝒆 𝒊𝒏 𝒍𝒊𝒇𝒆 𝒌𝒆𝒆𝒑𝒔 𝒑𝒆𝒐𝒑𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒊𝒗𝒆 𝒃𝒆𝒚𝒐𝒏𝒅 𝒕𝒉𝒆𝒊𝒓 𝒕𝒊𝒎𝒆. 𝑨𝒏𝒚𝒐𝒏𝒆 𝒘𝒉𝒐 𝒘𝒂𝒔 𝒈𝒊𝒗𝒆𝒏 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒂𝒍𝒘𝒂𝒚𝒔 𝒍𝒊𝒗𝒆 𝒐𝒏 𝒊𝒏 𝒂𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓'𝒔 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕.❞ ❤️
— 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐓𝐮𝐥𝐥𝐢𝐮𝐬 𝐂𝐢𝐜𝐞𝐫𝐨.
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l-incantatrice · 2 years
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La morte abolisce il presente e il futuro.
Ma il passato dei morti si fa enorme, incommensurabile, pieno di dettagli nuovi.
(Fabrizio Caramagna)
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infogiotv · 7 days
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Concerto del Coro CAI di Rieti - XXX^ Edizione della Festa Europea della Musica
Data: 9 Giugno 2024Luogo: Chiesa di San Rufo, RietiOrario: 18:30Ingresso: Libero In occasione del trentennale del Coro CAI di Rieti, siamo lieti di presentare un concerto speciale nell’ambito della XXX^ edizione della Festa Europea della Musica a Rieti. Questo evento straordinario si terrà presso la storica Chiesa di San Rufo e rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli amanti della…
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Il Comune non dimentica Alberto Cosentino e presenzia al Memorial organizzato a Canna "Era uno di noi; non era nato a Corciano ma in poco tempo si era fatto conoscere ed amare da tanti. Impossibile dimenticarlo, per questo, come amminis...
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elenascrive · 2 years
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Caro Joker, 
torno a scriverti in questa Giornata particolare, quella dedicata alla Commemorazione dei Defunti, per dirti che non passa giorno in cui Io non Ti pensi, per ricordarti quanto mi manchi. A gennaio saranno due anni eppure la ferita provocata dalla Tua prematura scomparsa, non si è ancora cicatrizzata. - Sento che ci vorrà ancora del tempo, quanto non lo so quantificare, quello che so per certa è che ce ne vorrà tanto, perché il dolore non fa altro che aumentare, proprio come la mancanza che avverto, la quale sta divenendo sempre più profonda. Sono stati e sono dei mesi difficili per Me, con quelle poche ultime certezze rimaste che sono andate in frantumi anch’esse, gettandomi nell’incertezza più assoluta. Mi sento smarrita, poiché orfana di uno dei Miei punti di riferimento importanti. Se fossi ancora qui con Me, non ci penserei su due volte a correrti incontro per abbracciarti, perché il calore del Tuo manto soffice e caldo aveva il potere di tranquillizzarmi immediatamente, ascoltando le pene del Mio piccolo cuore, mentre Ti appoggiavi il mento sul Mio ginocchio, asciugando perfino le lacrime, mentre mi leccavi la guancia, poiché non gradivi vedermi piangere. Quanto vorrei poter tornare indietro per rivivere tutto questo all’infinito! Quasi nessuno è mai stato in grado di capirmi come Te, nonostante non avessi il dono della parola ma quella dell’empatia che certamente vale molto di più. Noi comunicavamo con gli occhi, con i gesti e con i silenzi. A proposito di questo, credo di non averti mai ringraziato sino in fondo per aver compreso e accettato i Miei lunghi, profondi silenzi, gli stessi che alcuni temono e detestano ed invece Tu li hai valorizzati, dando loro il giusto senso. 
Sai le cose qui non cambiano. Sono costretta a dovermi difendere e giustificare di continuo, anche con chi mi dovrebbe conoscere piuttosto bene o quasi. Sono arci stufa di essere fraintesa, giudicata e peggio ancora accusata per cose che non ho commesso, per quello che non sono. Stufa di dover dimostrare il Mio valore, la Mia buonafede. Basta, lo grido ora a tutti quelli che mi puntano il dito contro senza avere idea di ciò che sono e di quello che sto attraversando. Facile parlare, difficile è ascoltare, andando oltre la superficie. Quello che appaio non sempre corrisponde a ciò che sono. Questo Tu lo sai bene, ecco perché con Te non dovevo avere timore di essere semplicemente Me Stessa, con i Miei pregi e Miei tanti difetti. Tu mi hai subito accettata per com’ero senza avanzare mai la pretesa di volermi cambiare per essere diversa. Ti devo tantissimo, più di quanto Tu possa immaginare! Ecco perché faccio ancora fatica ad accettare la Tua assenza terrena. Fortuna che posso contare sulla Tua Presenza Spirituale, la stessa che ritrovo ogni giorno in ogni piccolo, grande dettaglio che colora di vita le Mie giornate. Dall’alba al tramonto, dal vento alla pioggia, dal Sole alla Nostra Amatissima Luna. In ogni stagione, in ogni ricchezza della Natura, in ogni Musica che canto e ascolto, in ogni Parola, Verso che scrivo e racconto, Io Ti percepisco ovunque, come un tormentone musicale che non lascia mai la mente. Questo perché il Mio Cuore Ti appartiene, così come Tu appartieni a Me. Questo perché Tu vivi in Me! Quanta incredibile Forza mi dona ogni volta che lo penso. Menomale che ci sei Tu, Angelo Mio! Ti amo tanto, tanto e spero che anche da lassù Tu continui ad essere fiero ed orgoglioso di Me! 
Nel frattempo mi auguro di poter tornare a riabbracciarti in un bel Sogno, è un po’ che non passi a trovarmi, quindi vedi di sbrigarti perché non voglio aspettare ancora. Ho un disperato bisogno urgente di Te! 
Non mi resta che concludere questa lunga Lettera, ribadendo ora un concetto che mi sta molto a cuore: GRAZIE DI ESSERCI, GRAZIE DI ESISTERE! 
TI AMO A VITA
Tua Lellina 
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pietroalviti · 2 years
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Ceccano, per don Antonio tanta gente e tanta commozione
Ceccano, per don Antonio tanta gente e tanta commozione
Sono trascorsi 20 anni ma l’affetto è ancora vivo e l’emozione è stata tanta domenica sera a San Giovanni per la commemorazione di mons. Antonio Piroli a 20 anni dalla sua tragica morte in un incidente stradale. Per quasi 40 anni aveva guidato la comunità di S. Giovanni Battista: un grande prete, fiero di essere ceccanese, ma aperto al mondo, ha detto il vicario generale della diocesi, don Nino…
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gregor-samsung · 2 years
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“ Le anime ci conoscono, sono dei nostri parenti, e quindi non ci faranno del male, perché gli abbiamo cucinato anche la cena. Andrìa Bastìu a questo pensava, mentre si preparava alla notte del primo di novembre nella sua stanza. Si tolse le scarpe che usava in campagna, ma rimase vestito, che di dormire non aveva nessuna intenzione. L'anno precedente la madre lo aveva fatto stancare apposta tutto il giorno a raccogliere patate, e a sera si era addormentato senza volerlo, tradito dal corpo. Ma stavolta non l'avevano fregato, era sveglio e avrebbe visto le anime mangiare e prendere il tabacco trinciato lasciato sulla tavola, dove la mattina si trovavano impressi i segni delle dita. Così avrebbe saputo cosa rispondere a Maria, quando diceva che le anime non andavano in giro a tormentare nessuno, che la misericordia di Nostro Signore Gesù Cristo non lo permetteva. Se Nostro Signore Gesù Cristo aveva permesso che suo fratello perdesse una gamba, figurarsi se non permetteva ai morti di mangiarsi due culurgiones. Per questo in silenzio si era messo seduto su uno scannetto di ferula che usava da bambino, e che gli faceva sentire i chiodi sul culo, restando davanti allo spiraglio della porta con la determinazione della sentinella al confine. Dopo venti minuti il sonno già lo lusingava, ma Andrìa rimase acquattato dietro l'anta socchiusa, deciso a tenere sott'occhio la linea del corridoio che portava dall'uscio esterno alla mensa imbandita, in attesa delle anime dei morti. Di anime in quella notte ne vanno in giro tante, gliel'aveva detto Nicola, che l'anno precedente aveva visto persino l'anima di Antoni Juliu, il fratello grande della madre, che camminava per la strada verso casa loro. Antoni Juliu era andato emigrato nella miniera in Belgio, e ogni volta che tornava non sembrava nemmeno fosse a casa sua: si guardava attorno come uno che avesse creditori, e il nero del carbone da sotto le unghie non gli andava mai via. Non era felice di partire, ma di tornare ancora meno. Si era impiccato nel podere dei Gongius la terza estate, facendo venire un colpo ai mezzadri che lo avevano trovato appeso al ramo come una pera marcia, con la lingua di fuori, emigrato da sé stesso verso chissà dove. Magari sarebbe venuto proprio Antoni Juliu, quella notte. C'era il piatto preparato apposta con il bicchierino di abbardente vicino, che l'acquavite gli piaceva, e tanto anche. Se non fosse venuto a berlo, l'indomani lo avrebbe bevuto suo padre prima di pranzo, o Nicola, che Dio sa se ne aveva bisogno. Ma non poteva essere l'anima di Antoni Juliu la figura che percorreva il corridoio nera come una bestemmia, sfilando innanzi alla porta di Andrìa con un fruscio di gonna. Non poteva essere di suo zio quel capo coperto dal fazzoletto nero, quel passo sicuro di persona che non aveva mai lasciato la sua terra per bisogno. “
Michela Murgia, Accabadora, Einaudi (collana Super ET), 2014; pp. 86-87.
[1ª Edizione originale: Einaudi (collana Supercoralli), 2009]
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