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#esequie
twistedwhitesnow · 1 month
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blogaccio · 1 year
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popolodipekino · 1 year
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esequie senza requie
Vedendo che la salma [di Giacobbe] stava per essere inumata nella grotta di Macpela, Esaù tentò di impedirlo sostenendo che il patriarca aveva già occupato la parte che gli spettava seppellendovi la moglie Lia, e che quella ancora libera spettava di diritto a lui [...] I figli di Giacobbe, però, sapevano che il loro padre aveva comprato il lotto di Esaù, e che di questa transazione esisteva un atto scritto, del quale l'empio ebbe buon gioco a negare l'esistenza, supponendo, non a torto, che fosse rimasto in Egitto. Ma Esaù non aveva fatto i conti con il corridore Naftali, subito inviato dai fratelli in quella terra a prendere il documento probante. Mentre le due parti litigavano animatamente, Usim figlio di Dan insorse e domandò come mai non si fosse ancora proceduto alle esequie: essendo sordo, infatti, non aveva afferrato una sola parola della diatriba fra Esaù e i figli di Giacobbe. Quando finalmente seppe che cos'era accaduto e capì che per la sepoltura si doveva attendere il ritorno di Naftali dall'Egitto, esclamò indignato: "Non sia mai che mio nonno debba aspettare tutto questo tempo prima di trovare degno riposo nella terra!", e, ciò detto, colpì Esaù con la spada tranciandogli di netto la testa, con tale vigore che gli occhi furono proiettati fuori dalle orbite e caddero proprio sulle ginocchia di Giacobbe, il quale per un istante aprì i suoi e sorrise. da L. Ginzberg, Le leggende degli ebrei, vol. III
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onoranzetriolo · 2 years
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è mancato Domenico Briganti
è mancato Domenico Briganti
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ambrenoir · 5 months
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Antonietta Portulano era affetta da "delirio paranoide" che la rendeva pericolosa per sé e per gli altri.
Per tale motivo fu rinchiusa in una clinica psichiatrica nel 1919 e ne uscì da morta nel 1959 , vale a dire che vi restò per ben 40 anni!
Sembra essere la storia di tante persone con la mente vacillante, se non fosse che la signora in questione era la moglie dello scrittore Luigi Pirandello, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1934
Sul dramma della moglie il silenzio di Pirandello fu sempre totale. Nei primi tempi andava spesso a farle visita, ma ne usciva sconvolto per cui smise di andarvi, raccomandando , però , sempre ai 3 figli di andare a trovare la madre.
La sua mente si rifiutava di riconoscere in quella donna insana di mente la ragazza di che aveva sposato dietro consiglio di suo padre e che gli aveva dato ben tre figli.
Per tale motivo la sua fu una vita da fuggiasco:
fuggiva per l'Italia e per il mondo per motivi di lavoro, ma soprattutto fuggiva dalle nebbie della follia che avvolgevano la mente di Antonietta.
La tragedia di sua moglie lo rese uno degli uomini più tormentati della terra e solo la responsabilità dei figli gli impedì di fare il terribile gesto a cui spesso pensava.
Egli stesso non si riconosceva più e faceva fatica a trovare una posizione sociale, anche perché afflitto perennemente da problemi economici. E questo disagio lo riversava anche nelle sue opere, i cui personaggi riflettono, infatti, i tanti dubbi esistenziali che furono i suoi.
Dopo anni di sofferenze e di mal di vivere Pirandello il 10 dicembre del 1936, all'età di 69, morì per una polmonite.
Il regime fascista avrebbe voluto esequie di Stato, ma lo scrittore aveva lasciato precise volontà scritte sulla sua morte nelle quali diceva: " Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Né annunci, né partecipazioni. Non mi si vesta, mi si avvolga nudo in un lenzuolo e niente fiori sul letto e nessun cero acceso.
Carro d'infima classe, quello dei poveri e nessuno mi accompagni...
Bruciate e disperdete le mie ceneri, se questo non si può fare l'urna cineraria sia portata nella campagna di Girgenti. "
Il giorno del suo funerale, pertanto, davanti alla sua casa si vide un misero cavallo con attaccato un carro poverissimo dove fu depositata una bara altrettanto povera.
I pochi amici che erano andati a salutarlo rimasero al cancello guardandolo andar via.
Il grande scrittore parti' solo per il grande viaggio, fu cremato e le sue ceneri furono tumulate al Verano di Roma.
Solo nel 1947 lo scrittore Andrea Camilleri si attivo' perché le ceneri di Pirandello fossero seppellite nel giardino della villa di contrada Caos, dove egli era nato e dove egli voleva che fossero.
* * * * *
"Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, metti le mie scarpe e percorri il cammino che ho percorso io"...
Questo il profondo monito dello scrittore.
Tratto da pagina FB
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falcemartello · 1 year
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ATTENZIONE
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amespeciale · 1 year
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Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima, il silenzio l'ho tenuto chiuso per anni nella gola come una trappola da sacrificio, è quindi venuto il momento di cantare una esequie al passato.
Alda Merini
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confessions-sm · 2 months
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okay i know my ethan rambles are annoying BUT,
i have another song.
Are You Bored Yet? - Wallows, Clairo
“What’s wrong, you’ve been askin’ // But I don’t have an answer” - ethan is very bad with their emotions, specifically pinpointing what is wrong. they can feel utterly horrible but they just, can’t figure out why. they don’t know because they weren’t really,, taught how to process their emotions as a kiddo.
“‘Cause we could stay at home and watch the sunset // But I can’t help from asking // ‘Are you bored yet?’” - i mentioned this in my last rant but i think ethan is a very mellow person, they prefer just relaxing and watching the sky over say,, partying, but they feel like they have to like that stuff. like people will be disappointed to find out what they’re really like and whenever they open up with someone they can’t help but feel boring. like, they could be just,, going on a walk with a friend and suddenly they’re terrified that they’ll lose this person because they’re too boring.
“And if you’re feeling lonely you should tell me // Before this ends up as another memory” - they’re just,, scared of losing people because they don’t think they’re enough.
much smaller rant but this song is probably the most ethan-esequie one i know
- 🐀
Excuse you because they're not annoying🖕!!! /silly /gen
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exterminate-ak · 1 year
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" - Frodo, ti sei svegliato!
- Gandalf, che è successo?
- Oh, ragazzo mio, ci sei riuscito. Hai gettato l’anello nel vulcano e con esso hai distrutto Sauron.
- Ce l’ho fatta…
- Hai salvato la Terra di Mezzo.
- Oh Gandalf, non vedo l’ora di rivedere tutti quanti.
- Li vedrai presto, Frodo. Ti stanno aspettando.
- Dove?
- Ai funerali di Sauron.
- Non ho inteso.
- I funerali di Sauron, è importante. È un evento. Lutto nazionale. Ci sono tutti i popoli della Terra di Mezzo.
- Perché?
- Come perché, per rendergli omaggio, per commemorarlo e celebrarne la vita straordinaria.
- Sauron.
- Sì.
- Ma Sauron è…
- Che?
- No, dico Sauron era un… un…
- Un?
- Un despota. Uno stregone malvagio. Ha devastato metà continente.
- Un po’ di rispetto, Frodo! Stai parlando di un morto, per la miseria!
- Ho capito, ma c’abbiamo combattuto per tre libri e tre film…
- Esatto. Non si può negare che abbia avuto un certo impatto.
- Un impatto di merda.
- Intanto ti devi sciacquare la bocca quando parli dell’Oscuro Signore. Lui non era malvagio.
- L’hai appena chiamato Oscuro Signore.
- Ma no, lui era… come dire… ecco, sì! Era un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.
- Un desiderio di gioia?
- Sì. Come ti sembra? Sai, mi hanno chiesto di dire due parole alle esequie.
- Sauron, il Crudele. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor era un desiderio di amore?
- Guarda che le cose che ha fatto lui tu te le sogni.
- Gandalf, ma che cose? Cosa stai dicendo?
- Tirala su te Barad-dûr. Dai, prova. Tirala su te una torre di millequattrocento metri su suolo vulcanico!
- Ho capito, ma era una fortezza di pura malvagità!
- Che dava lavoro a migliaia di persone.
- Orchi Gandalf! Orchi! Mostri! Nazgul! Te li ricordi, sì? Ti ricordi il fuoco, la lava, gli eserciti incazzati, le battaglie, l’ombra cupa che scende.
- Ha segnato la Storia di questo paese.
- In peggio!
- Ha dato a tutti la possibilità di essere suoi servi, senza chiedere niente in cambio.
- Voleva conquistare il mondo.
- Ma amava i cani.
- Gandalf, ti sei rincoglionito? È per via della tinta? Questo era uno stregone oscuro, non ha mai nascosto la cosa e si è comportato di conseguenza per tutta la sua vita.
- Bella gratitudine.
- Eh?
- Guarda che te senza Sauron non eri nessuno. Senza sta cosa dell’anello tu te ne stavi ancora lì in Contea a farti i drummini. Altro che eroe. Tu la carriera la devi a Sauron.
- Ma a me m’ha rovinato la vita Sauron. E pure a tanti altri.
- Quanto odio, Frodo. Che persona piccola. Da te proprio non me l’aspettavo. Sauron era uno di noi.
- Uno di noi? Io sono un postadolescente coi piedi pelosi e lui era un cristo di dio re malvagio che ha forgiato un anello per dominare tutti gli altri. Scusami eh, ma com’è passata sta narrazione che era uno di noi? Noi chi?
- Ascolta, era una persona coi suoi pregi e i suoi difetti. E magari sì, ha dedicato la sua vita all’accumulo di potere per rendere questo Paese un posto peggiore e ci è pure riuscito, ma tu dimentichi una cosa importante.
- Cosa?
- Era un grandissimo comunicatore.
- Gandalf, porcoddue…
- Di Sauron si può dire tutto ma non che non sapesse comunicare.
- Ho capito, c’hai centocinquant'anni, hai cambiato colore e mo non capisci più un cazzo e hai paura di morire e questo è un pezzo della tua vita che se ne va e tu guardi tutto attraverso un vetro spesso così di nostalgia, ma sticazzi! Proviamo a essere un attimo obbiettivi, vuoi?
- E proviamo.
- Questo c’ha fatto passare l’inferno a tutti e ha lasciato il mondo peggio di come l’ha trovato.
- Diciamo che era una figura unica nel suo genere.
- Diciamo che era letteralmente un essere spregevole. L’incarnazione di almeno cinque dei sette vizi capitali.
- Che brutta bestia l’invidia.
- Perché a Boromir non gli abbiamo fatto i funerali così?
- Boromir era divisivo.
- Théoden.
- Comunista col Rolex.
- E Sauron invece?
- Sauron, nel bene e nel male rappresenta la Terra di Mezzo.
- Ma proprio per un cazzo io mi son sentito rappresentato da questo.
- Tu non capisci, Frodo.
- Cosa?
- La Terra di Mezzo è un Paese fondato sul condono. E dopo la morte condoniamo tutto a tutti. Però recitando frasi fondamentali come “nel bene e nel male” oppure “ha fatto anche cose buone” non neghiamo che sia stato un figlio di puttana, anzi lo rimarchiamo. Perché ne abbiamo bisogno.
- In che senso?
- Abbiamo bisogno di santificare le merde. E più uno è merda, più lo dobbiamo celebrare. Sauron va santificato, è per il bene di tutti. Così i nostri egoismi, i nostri piccoli squallori, le ipocrisie quotidiane, smettono di farci star male, di metterci in crisi. Se pure Sauron incontra Dio, se pure Sauron va in paradiso, se alla fin fine riusciamo a raccontarci che anche Sauron era una brava persona, allora lo siamo tutti. E nessuno deve pagare i propri conti con la vita e con la Storia.
- Va be’, ma con questo ragionamento non finiamo per circondarci ciclicamente solo di gente che “ha fatto anche cose buone”?
- Certo.
- E quindi altri Sauron?
- Siamo un fantasy, Frodo. Noi adoriamo le saghe. "
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susieporta · 10 months
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(AL FUNERALE CON CAINO) - L’avviso di un sms arrivato: “Mi accompagneresti tu?” mi scrive l'altro giorno un signore che, nel tempo lungo della galera, mi è diventato un po’ amico. “Dove devi andare?” gli chiedo via sms. “Vorrei andare al funerale di Giulia. Ma da solo non ho il coraggio”. Lui è un signore ancora giovane che, anni fa, quand'era ragazzo, ha commesso la stessa mattanza che ha commesso Filippo. Oggi, dopo aver scontato tutta la pena che la giustizia gli ha inflitto, è un libero cittadino che si sta rimettendo faticosamente in piedi.
“Certo che ti accompagno, così andiamo assieme!” gli rispondo. “Non voglio entrare in chiesa, però: stiamo fuori, in Prato della Valle. Poi ti riconoscono e io non voglio le telecamere addosso. Mi bastano ancora quelle di quella volta”. Colgo la più bella delle occasioni inaspettate: partecipare al funerale di Giulia con Alessio (nome di fantasia) che è come fosse Filippo. Una cerimonia da brividi: guardavo il volto di lui, il volto di quelli vicini a lui, respiravo il silenzio freddo delle esequie funebri. Il silenzio della piazza attonita.
Al momento della comunione, un signore vicino a noi due, vedendolo così preso dalla cerimonia, gli chiede: “Ma se ti capitasse una cosa del genere, tu cosa faresti?” Non sa che quest'uomo, accanto a me, ha ucciso anche lui una donna. Quella che avrebbe voluto fosse "sua". Il mio amico scrolla la testa, tace, la abbassa. Io capisco tutta la sua fatica, l'altro capisce che anche il mio amico, in un'occasione simile, non saprebbe come comportarsi. Dall'altare parla il papà di Giulia: Alessio mi stringe la mano e da come me la stringe percepisco che le parole di Gino Cecchettin stanno incidendo la sua memoria come fossero un punteruolo. Aspettando il tram, mi dice: “Oggi, per me, è finita la galera: dovevo vedere coi miei occhi, respirare, le conseguenze di un gesto simile a quello che ho fatto io, visto che quella volta il funerale di lei io non l'ho visto nemmeno per televisione. Mi sono sempre chiesto cosa si provasse”. Colgo la palla al balzo: "Cosa si prova, Alessio?" Mi allontana dolcemente con la mano.
Siamo andati via dopo le parole di Gino, attaccate addosso come fango e diamanti: “Io non so pregare, ma voglio sperare”. Ha messo i soldi nella macchinetta, ha comprato il biglietto del tram, anche per me: “Prossima fermata: stazione”.
Anche oggi, per l'ennesima volta, Dio mi ha rieducato: mi ha fatto partecipare al funerale di Abelegiulia accompagnato (e invitato) da Cainoalessiofilippo. Ci sono giorni, questo è uno di quelli, che il Vangelo ti scotta in mano. Ma non lo puoi passare come se stessimo giocando in oratorio a “palla avvelenata”: devi accettare di tornare a casa con le tue ustioni.
Seduto accanto a Caino che non parla più.
E ad Abele che, nel frattempo, potrebbe essersi messo in moto per andare a recuperare il suo Caino personalizzato.
Cosi sia #sullastradadiemmaus
Don Marco Pozza
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Dovremmo sempre tener presenti le vicende umane. Mi hanno emozionato moltissimo i figli. Quei figli che commossi, si fermano davanti ad una folla gremita e urlante, al termine delle esequie, sotto un sole cocente e che sembrano voler congelare quel momento per non staccarsi ulteriormente dal loro papà. Quei figli che sembrano farsi forza in quell’unione, che unendo le mani, stringendosi tra loro, sussurrano alla folla in lontananza:”grazie”. Ringraziano in continuazione tutti e cinque, quasi a voler affidare quel grazie al vento, perché venga recapitato ad ognuno dei presenti, vicini o lontani. I figli che sembrano inchinarsi, grati, silenziosi, provati, forse perché di fronte a tante polemiche, oltre l’imprenditore, il comunicatore, il politico, il visionario, il rivale, loro sono lì , insieme a chi li sostiene, per accompagnare nel suo ultimo viaggio terreno in questa vita, l’uomo, il padre.
tizianacerra.com
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michelangelob · 7 months
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Non ha l'ottimo artista alcun concetto
“Non ha l’ottimo artista alcun concetto…”, comincia così uno dei miei più celebri sonetti, con una definizione netta dell’arte della scultura, ripresa poi dal Varchi nell’orazione funebre che scrisse per le mie esequie di luglio. Il superchio è il blocco che di per sé contiene l’opera, ovvero il concetto, l’idea stessa dell’opera che ne verrà tratta fuori per forza di levare, scalpellata dopo…
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abr · 1 year
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Una Murgia che chiede il funerale in una Chiesa Cattolica: non lo discuto, credo però segnali bene la confusa ipocrisia che anima un certo milieu diversamente intelligente. Nel nome del Padre ...
Credo inoltre che l'indegna gazzara da centro sociale generata dai suoi amichetti, approfittando dell'ospitalità un po' ingenua concessa, spieghi perché sono inaffidabili e irrispettosi - in primis delle scelte della loro amica.
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onoranzetriolo · 2 years
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è mancato Giovanni Saraceno
è mancato Giovanni Saraceno
Ad esequie avvenute ne danno il triste annunzio la moglie Pina Tripodi, i figli: Anna Maria con il marito Riccardo Franzolini, Antonino con la moglie Giuseppina Cannavò e Maurizio con Maria Luisa Contu, gli amati nipoti Livia, Jacopo, Edoardo e Alberto; il fratello, le sorelle, i cognati, i nipoti ed i parenti tutti.
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abatelunare · 2 years
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Piccola ricorrenza personale
Mi sia concessa una piccola autocelebrazione. Perché oggi cade una ricorrenza che mi riguarda molto da vicino. Il 26 ottobre del 2011 io esordivo su questo palcoscenico dopo aver presenziato alle esequie del mio precedente blog. Detto con parole differenti, sono qui da ben 11 anni. Mi trovo bene? Ancora sì, direi. Resterò ancora a lungo? Sarebbe mia intenzione, ma se questo postaccio dovesse divenire invivibile, saluterò chi ha avuto la bontà di dedicarmi la sua attenzione e me ne andrò. Questo posto è cambiato? Hai voglia, se è cambiato: molti iscritti se ne sono andati, prima e dopo la trovata di questa ipocrita censura (sulla quale non intendo sprecare ulteriori parole), e il livello dei contenuti ne ha risentito. Non c’è più la vitalità che lo caratterizzava in passato. C’era perfino la voglia di conscersi organizzando dei cosiddetti meetup. Qui a Parma ce ne sono stati due, ed entrambi sono rimasti nel mio cuore. Tutto qui. In caso dovessi avervi disturbato, perdonatemi. Non era mia intenzione.
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diceriadelluntore · 2 years
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Lutti
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Funerale ed esequie, sebbene sinonimi, non sono usabili indistintamente: funerale, (da funus, fune, con probabile aggancio alle funi con cui si depongono le salme alle sepolture) indica il complesso di riti e cerimonie che si fanno per l’accompagnamento di un defunto alla sepoltura o in commemorazione della sua morte; le esequie (dal lat. exsequiae -arum, der. di exsĕqui «andar dietro») indica in particolare il rito funebre che si compie in chiesa secondo gli usi liturgici, prima del trasporto della salma al cimitero. Per dire, un funerale può essere laico, ateo, civile, le esequie sono per definizione religiose.
Linneo definì homo un genere di primati della famiglia degli ominidi, la cui unica sottospecie vivente è l'Homo sapiens, cioè l'uomo moderno. Linneo era un creazionista (ricordo che visse nel XVIII secolo) e credeva ciecamente al disegno divino, la sua tassonomia è il più grande tentativo di organizzare il disegno divino della natura. I paleontologi moderni invece tendono ad affiancare una caratteristica culturale per la definizione di homo, cioè la capacità di creare manufatti attraverso altri manufatti: uno scimpanzé abilissimo a prendere un bastoncino per farne una sorta di “canna da pesca” per raccogliere le formiche non è un homo dato che non saprebbe come fabbricare una canna da pesca da un albero. Alcuni aggiungono un’altra caratteristica: il rapporto con i consimili defunti.
In questi giorni, due personaggi illustri sono morti, creando un sentimento, parallelo e diverso, di commozione e di emozione: Pelè, leggenda del calcio, e Joseph Ratzinger, papa emerito della Chiesa cattolica, figura storicamente importante dato che è la prima volta che in Vaticano si celebrano le esequie per una figura simile, tanto da definire un cerimoniale specifico.
Eppure molte cose sono simili: la fila ordinata per il saluto alla salma, la visita delle autorità più disparate, le reazioni, gli elogi funebri e le critiche, lo spirito “diverso” dal lutto propriamente familiare, ma allo stesso tempo una partecipazione sentita a volte persino in modo inaspettato, da annullare certe volte le distanze, fisiche e culturali, più disparate
In città, un funerale è solo un’interruzione del traffico. In un paese è una forma d’intrattenimento. George Ade
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