Tumgik
#Compulsivi
apropositodime · 1 year
Text
Voglio proprio dire
CHE PALLE
Tu non vuoi seguire una persona, non perché non ti piace, anzi. Ma non la vuoi seguire.
E c'è chi assattanato reblogga ogni cazzo che questa persona scrive.
Ancora un reblog e via elimino, blocco , banno dal pianeta.
Bastaaaaaa 😝
Mangerò del cioccolato.
9 notes · View notes
scienza-magia · 1 year
Text
L'importanza dei sogni per la salute mentale
Tumblr media
I sogni lucidi sono pericolosi per la salute mentale? Oltre ai sogni esistono i cosiddetti sogni lucidi, durante i quali si è coscienti che si sta sognando. Scopriamo cosa sono, come riuscire a controllarli e quali effetti positivi e negativi possono avere sulla psiche. Ogni notte durante il nostro sonno avviene un fenomeno misterioso: i sogni. Tuttavia, alcuni riescono a superare il confine tra il mondo dei sogni e la realtà, sperimentando i sogni lucidi. Le fasi del sogno durano circa due ore ogni notte. Tuttavia, alcuni hanno i cosiddetti sogni lucidi, cioè sogni durante i quali sono coscienti di sognare. Durante un sogno normale, il dormiente non agisce nel suo sogno, rientra nell’inconscio. Al contrario, durante un sogno lucido, il dormiente è perfettamente consapevole che sta sognando, può quindi controllare il suo sogno, cambiarne la fine e mantenere il controllo.
Tumblr media
I sogni lucidi sono un mondo affascinante ed è anche possibile esercitarsi per diventare un sognatore lucido. Tuttavia, in alcune persone, questi sogni lucidi possono portare a conseguenze sulla salute mentale. Come avviene un sogno lucido? Il sogno lucido o cosciente si manifesta come il sogno ordinario, nella fase del sonno detta paradossale. In termini di attività cerebrale, i sognatori “lucidi” mostrano modelli insoliti. Gli elementi del sonno e della veglia vengono effettivamente fusi, il che equivale ad una forma ibrida della coscienza del sognatore. Ma quali sono i modi per indurre un sogno lucido? Diversi metodi possono essere utilizzati per indurre un sogno lucido, e uno di questi è l’Induzione Mnemonica dei Sogni Lucidi (MILD), in cui il dormiente ripete a se stesso che quando sogna sarà consapevole del suo sogno. Questa affermazione viene ripetuta mentalmente prima di riaddormentarsi, solitamente dopo circa cinque ore di sonno e un periodo di veglia compreso tra 30 e 120 minuti. - Un’altra tecnica, “Wake Back to Bed” (WBTB), prevede di svegliarsi intenzionalmente presto la mattina e poi fare un pisolino, il che aumenta le possibilità di sogni lucidi . - Il sogno lucido avviato dai sensi (SSILD) prevede il risveglio dopo alcune ore di sonno, quindi la focalizzazione dell’attenzione su diversi stimoli come immagini, suoni e sensazioni fisiche prima di tornare a dormire. Infine, alcune persone utilizzano stimoli esterni per stimolare la lucidità durante il sonno, mentre altre utilizzano sostanze per disturbare direttamente i sistemi di regolazione del sonno. Quali sono le conseguenze dei sogni lucidi? Ovviamente non tutti i sognatori lucidi hanno problemi di salute mentale. Questi sogni lucidi, in alcuni casi, permetterebbero addirittura di scoprire nuove esperienze, sviluppando alcune facoltà psichiche. Nelle persone con disturbo da stress post-traumatico (PTSD), potrebbero, ad esempio, ridurre gli incubi, e sarebbero utili per le persone con disturbi d’ansia. Per quanto riguarda gli effetti negativi, riguarderebbero piuttosto le persone che già presentano psicosi, perché il sogno lucido può essere considerato uno stato mentale dissociativo. La sensazione di disconnessione dal corpo può portare a difficoltà nel distinguere il reale dall’immaginario. Insistendo nell’indurre sogni lucidi, le persone già mentalmente fragili si esporrebbero alla depressione, alla schizofrenia o addirittura ai disturbi ossessivo-compulsivi (DOC). Read the full article
2 notes · View notes
ambrenoir · 2 months
Text
Avete voglia a scrivere che il diario di facebook è solo ciò che volete mostrare di voi stessi, ma la verità è proprio un'altra.
Il nostro inconscio lavora sempre, a volte anche contro di noi, e ovviamente anche io non faccio eccezione.
Tutto ciò che scriviamo , pubblichiamo, non è altro che uno specchio di ciò che siamo, e da ogni post traspare un po' di noi, dei nostri problemi, del nostro ego, delle cose che ci piacciono, e di ciò che non ci piace.
Se siamo impulsivi, compulsivi, insoddisfatti, se siamo sereni, o infelici, e traspare anche ciò a cui segretamente aneliamo.
Ogni cosa che postiamo parla di noi, senza se e senza ma.
Anche se diciamo bugie, anche se facciamo ironia.
La verità è sempre in agguato, ma solo per chi la sa leggere!! Voi direte, siamo in un mondo di
analfabeti!
Non tutti però lo sono, c'è chi sa leggere bene tra le righe e nelle foto!!
Perché, come scrisse Nicola Tesla :
“Quando capirai che ogni opinione è una visione carica di storia personale, inizierai a capire che ogni giudizio è una confessione”.
dalla pagina FB di Lucia Linares
9 notes · View notes
greatmoonballoon · 2 months
Text
Like compulsivi ad animali carini e paesaggi bellissimi pur di fare capire all'algoritmo di Tumblr che non voglio roba p** sulla home.
10 notes · View notes
aitan · 5 months
Text
Tumblr media
"Comprare dischi mi tira su di morale... Ogni volta che mi sento giù, compro qualche nuovo disco."
Ho appena restaurato questa vignetta anni '50 di Charles M. Schulz.
Una storica vignetta dei "Peanuts" che dedico a tutti gli amici che, come me, sono o sono stati acquirenti compulsivi di musica.
16 notes · View notes
animatormentata · 3 months
Text
Io 🤝 acquisti compulsivi
8 notes · View notes
turuin · 4 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Fotodump così, tanto per fare. Sono stanco, questa è la verità. Di una stanchezza per la quale non c'è rimedio. Ho passato un paio d'ore a letto a sonnecchiare, nel tardo pomeriggio, quasi desiderando di averlo fatto per tutta la giornata.
Recentemente, ho acquistato tre giochi, quasi d'impulso.
Dread Delusion, su Steam. Praticamente vaporwave Morrowind. E' un gioco di ruolo retrò, in prima persona, ambientato in un mondo fluttuante conseguentemente a un evento catastrofico che ha reso la terra, sotto, inabitabile. In questo mondo, i popoli si sono ribellati agli dei viventi con cui avevano stretto patti millenari (spesso estremamente cruenti) uccidendoli, e domina un ordine apostatico che da la caccia a coloro che, in segreto, tramano per resuscitare queste divinità occulte.
Skald: Against The Black Priory, su GoG. Un gioco di ruolo estremamente retrò, pesantemente ispirato alla serie di Ultima e ai tempi d'oro del C64 e dell'Amiga500. Grafica retrò, meccaniche aggiornatissime, storia fin qui splendidamente lovecraftiana e ricca di spunti interessanti.
Wizardry: Proving Grounds of The Mad Overlord, sulla Switch. Un remake del primo, primissimo dungeon crawler della storia. Senza Wizardry non sarebbe esistito alcun gdr a turni in oriente o in occidente, Dragon Quest incluso. Un party di avventurieri pre-impostato o creato da zero deve sfidare un labirinto discendente che cambia sempre, pieni di segreti, mostri e trappole - morire spesso, altrettanto spesso essere rimpiazzati o resuscitati.
Perché questa riflessione sui miei acquisti compulsivi? Di me si sa che non resisto ai giochi di stampo retrò: sono sempre stato un fan dell'emulazione software e ho iniziato a videogiocare proprio a metà degli anni '80, per cui questo è esattamente il mio orticello. Ma al netto di ciò, e tornando piuttosto al mio stato di salute fisica e mentale:
Dread Delusion illustra bene il senso di smarrimento in un mondo alieno, le cui regole sono ormai campate per aria, e nel quale persino il rapporto tra umano e divino viene rimesso in discussione; le isole su cui è ambientato, le Oneiric Isles, già fin dal nome rendono omaggio alla sua qualità fluttuante ed evanescente, come un sogno. Dread Delusion, in pratica una illusione spaventosa; la paura, dread, non sconvolgente e orrorifica, ma sottile e insinuante, come camminare in un mondo in cui ogni passo è sospeso sul baratro di un abisso infinito. Una bella metafora per un mondo fatto di incertezze ad ogni svolta d'angolo.
Skald, con il suo mostrare la degenerazione mentale di una intera isola, in un mondo fantasy, ad opera di divinità cosmiche provenienti da ben oltre le più remote galassie, ricorda quel concetto tanto caro al solitario razzista di Providence: l'essere umano non è altro che una minuscola particella di polvere in confronto alla orribile, tremenda e implacabile vastità delle forze all'opera nell'universo. Eppure, queste particelle si agitano, combattono (a suon di willpower) e resistono alla loro sottomissione. Come piccole fiammelle in un buio che ingoia tutto, tranne loro. All the world's darkness can't swallow up a single spark, cantava Nick Cave, dopotutto. Una bella metafora per ricordarsi che quando l'orrore è estremo e sembra insuperabile, bisogna sempre fare un tiro salvezza su forza di volontà.
Wizardry, è un labirinto infinito. Non manca di momenti sciocchi (ed io ne sono più che lieto: vedeste i nomi che ho dato ai membri del party...) ma rimane una bella metafora del capriccio dei potenti nel quale (ancora una volta) rimangono invischiati i poveri avventurieri. Che, spesso soccombendo ma tornando sempre alla carica, mappando una casellina per volta, una stanza per volta, un segreto per volta, scendono di livello in livello. Perché, alla fine, ciò che ci salva non è il lignaggio, non sono le risorse economiche, non è l'amicizia coi potenti; ciò che ci salva è la perseveranza, perché chi ci domina, ricco e fiero, seduto sulla propria montagna di ricchezze ingiustamente accumulate, ha dimenticato cosa possa voler dire annaspare nel buio, torcia in una mano e spada nell'altra. Noi, no. E annaspiamo, si, ma una casella dopo l'altra facciamo ciò che per i nostri oppressori è ormai inaccessibile: ci superiamo, miglioriamo, ci evolviamo. E un giorno arriviamo alla fine del labirinto, e i suoi muri ci crollano intorno: non ci sono più segreti da scoprire, e i giochi sono fatti.
Sono stanco. Spesso indebolito, ancora più spesso molto demotivato. Ma sono un giocatore, fin dalla più tenera età. E, perdonatemi, ma ai miei tempi il ragequit non aveva ragione di essere. Si insisteva fino alla fine, e la fine non c'è finché non è finita.
7 notes · View notes
papesatan · 11 months
Text
Fuor di sesto
Mi dispiace. So bene che un essere con le mie compulsioni non dovrebbe mai e poi mai insegnare ai ragazzi. Non posso tormentarne lo studio con le mie stupide ossessioni, facendogli ripetere la stessa pagina trenta volte, finché non la dicono (perfettamente) come vorrei. Ho già fallito due lavori perché cercare di eseguirli al meglio esasperava in me atteggiamenti ossessivo-compulsivi che mi violentavano l’anima. La traduzione, per quanto l’amassi, m'era veleno nell’orgasmo. Nonostante scarsa riconoscenza e paga miserabile, le brevi scadenze, il dovere e la passione mi spingevano a frustarmi notte e giorno, alla ricerca della traduzione aurea, la frase distillata tra le fiamme di mille ripetizioni e infinite inflessioni, che mi avrebbe restituito la pace, come un povero guitto alla première (per poi acquistare il libro e scoprire che qualcuno, forse l’editor o chi per lui, aveva scambiato le mie con inique parole abusive che impresse d'inchiostro in eterno m’affossavano gelidamente il cuore). Tradurre mi ammalava, dovevo sopravvivere e per farlo l’abbandonai a malincuore. Da social media manager andò anche peggio. Ero bravo, ma un giorno, dopo un’intensa discussione, mia sorella, la mia titolare, arrivò a dirmi: “Questo è un lavoro che va fatto in velocità, a certe regole, e onestamente non credo proprio faccia per te”. Era fuggita in ferie smollandomi un lido extralusso nelle due settimane precedenti ferragosto. All’improvviso mi trovai a gestire i social di una finestreria, gli eventi del lido, a contattare dj, fotografi, musicisti, virtuosi del cocktail, rispondendo a tutte le richieste di info e prenotazione (tutte) a tutte le ore, nonostante mi fosse stato detto di ignorarle dopo una certa ora. Errore mio, chiaramente. Quando scoprii che molto semplicemente alcuni colleghi copiavano i testi da altri siti, capii cosa volesse dire con “farlo in velocità” e abbandonai, comunque licenziato. Ingenuamente pensavo fossero quei lavori a non andar bene per me, che col prossimo avrebbe funzionato. Ma la realtà è che sono io a non andar bene. E ciò varrà per qualsiasi lavoro mentale m’impegnerò a svolgere. Ma la mente è l’unico talento che ho, cos'altro potrei mai fare? È difficile accettare di non essere adatti alla realtà, un ingranaggio rotto, stridente e fuor di sesto, io non vado bene a questo mondo, non sarò mai atto a produrre, è bene accettarlo e chiudere tutto prima di contagiare anche i bambini. 
23 notes · View notes
thebutterfly0 · 1 year
Text
Ho parecchi comportamenti ossessivi/compulsivi, faccio sempre le stesse cose e se c'è qualche novità vado in crisi. Nel corso degli anni sono migliorata molto perché stava diventando quasi impossibile vivere così. Ieri sera, parlando con lui, gli stavo raccontando una piccola cosa che mi ha mandato un pochino in crisi durante la giornata. Lui mi ha detto che devo finirla con questi inutili problemi, che devo darmi una svegliata perché non si può andare in crisi per dei piccoli imprevisti. Ci sono rimasta male, molto male. Sa benissimo che prima ne avevo molti di più quindi perché dirmi così. Forse sono come al solito esagerata io, due lacrime sarebbero scese se non le ricacciavo dentro. Ma probabilmente esagero io in tutto. Ci metto troppo cuore in tutto quello che dico e che faccio e sbaglio.
24 notes · View notes
susieporta · 7 months
Text
IL LATO OMBRA DEL NON ESSERE STATI AMATI
Concludiamo indagando il lato ombra della ferita dei non amati.
Torniamo più all’aspetto energetico-psichico, mettiamo da parte il karma per un attimo e torniamo all’aspetto più pratico causa-effetto.
Esiste in noi una ferita o caratteristica principale che se ne sta ben nascosta in profondità.
Invece altre ferite, più facili da cogliere, sono quelle che siamo in grado di vedere meglio e sono quelle che la ferita principale manda avanti come soldati, a generare reazioni emotive, istintive e meccanismi di difesa.
Immaginiamo che c‘è una ferita principale, nascosta, quella karmica, che viene dalle vite passate e che questa poi muova tutti i meccanismi di difesa e agganci le ferite di questa vita, facendo scattare tutti i meccanismi di difesa.
Se noi riusciamo a lavorare, come abbiamo già spiegato, dall’interno verso l’esterno, sarà il cuore, l’essere, l’energia interna a pulire la ferita principale e tutte le altre ferite. Non ci interessa analizzare ferita per ferita. Quello che invece ci interessa è vedere il lato ombra di tutto questo.
Il lato ombra di non essere stati amati genera la sensazione di essere vittime dei genitori, vittime della famiglia, vittime della società, vittime del sistema, vittime della vita.
Vittime punto.
E può essere qualcosa di conscio, cioè mi sento vittima e so di sentirmi tale, oppure inconscio, cioè porto avanti la mia vita, però dentro qualcosa non va.
Questo è molto importante, perché dobbiamo vedere i problemi da tutti i lati.
Allora, quando ci si posiziona da vittime per non essere stati amati e non si riesce a coglierne la vera causa, (la causa radice dei nostri problemi), recitando anche molto spesso il ruolo di vittima, allora c’è un grande rischio, quello di passare da vittima ad abusatore.
Questa è una delle classiche reazioni della vittima.
Ci ricolleghiamo al capitolo della relazione vittima-carnefice.
Quindi, esiste la vittima passiva e la vittima attiva.
La vittima passiva spesso cade in stati di depressione, malinconia, va molto giù e non riesce a reagire.
Diverso è quando, per non essere stati amati, si cade nello stato di vittima attiva.
La vittima attiva reagisce molto spesso compensando e diventando l’esatto opposto.
Cioè, si posiziona da vittima, ma in realtà diventa un abusatore, e spesso diventa un vero e proprio stalker in amore.
Tantissime persone che vivono con un grande vuoto d’amore e non sono state amate, o sono state abusate, diventano così affamate d’amore che praticamente ossessionano chiunque gli dia un briciolo di attenzione.
Possono diventare davvero ossessivo-compulsivi, maniaci, stalker, pur di avere un briciolo d’amore. Perdono completamente il controllo del centro emozionale e di quello istintivo-motorio.
Però loro si sentono vittime a livello profondo. E quando non gli dai quello che si aspettano esce il peggio del peggio.
Bisogna stare molto attenti a queste ferite, perché da vittima ti puoi trasformare in un vero e proprio mostro. E non si capisce più bene il ruolo, a quel punto.
Se dovessimo dare voce alla ferita dalla quale ci stiamo relazionando, la ferita direbbe: “Siccome io ho sofferto tantissimo e non sono stato amato, voi dovete accettarmi, dovete amarmi, dovete riconoscermi, con le buone o con le cattive. La vita mi deve molto perché io non sono stato amato”.
Questo è il ragionamento della ferita.
Cosa succede?
Posizionandoci come vittime per non essere stati amati, cadiamo nell’illusione che il mondo ci debba qualcosa, perché abbiamo sofferto e non siamo stati amati.
Questo è ovviamente un meccanismo inconscio.
Chi entra nel ruolo di vittima sente che tutti gli devono qualcosa; quindi, non c’è solo il vittimismo, ma nasce un senso di orgoglio negativo, vanità negativa, egocentrismo.
Da bambini, quando eravamo molto, molto piccoli, tutto ruotava intorno a noi, tutti si preoccupavano di noi, avevamo la completa attenzione e questo ci piaceva un sacco.
Ma cosa succede quando i genitori stanno male e non c’è più questa attenzione?
O cosa succede quando nasce un altro bambino e la loro attenzione è diretta tutta a lui?
Anche queste sono sfumature che poi possono generare la ferita di non essere amati o accettati, perché nella nostra mente di bambini pensiamo che preferiscano i nostri fratelli. In verità, in quel caso, i genitori devono gestire molte cose e semplicemente danno precedenza ai più piccoli.
Però, se a questo si aggancia una ferita karmica pregressa, in cui c’è già un bel buco e una bella chiusura di cuore, ecco che la cosa si fa davvero pesante, soprattutto se preferiscono un altro fratello o sorella a noi e siamo noi i primogeniti.
A prescindere da fratelli e sorelle, quando abbiamo un grande buco di amore e tante ferite si attiva un meccanismo, per il quale è come se diventassimo molto, ma molto egocentrici. “Siccome ho sofferto, adesso gli altri mi devono qualcosa, devono ascoltarmi, devono rispondermi, devono, devono, devono…”
Questo in Quarta Via si chiama, in gergo tecnico, tenere i conti. È come se noi andassimo in giro con un libro nero dove segniamo ogni piccolo torto subito, ogni piccola offesa, ogni situazione dove non riceviamo in cambio ciò che secondo noi ci spetta di diritto, dato che abbiamo sofferto e non siamo stati amati.
Si dice proprio “tenere i conti”.
Piano piano, a forza di tenere i conti, il nostro cuore si tinge di nero come quel libro.
Questa è una delle cause profonde della rabbia e del risentimento che non riusciamo a lasciar andare.
Quante volte abbiamo parlato della difficoltà a lasciar andare la rabbia, a lasciar andare i vecchi torti, lasciar andare il passato?
È difficile farlo, perché abbiamo un libro pieno di cose che secondo noi gli altri ci devono. Teniamo i conti di ogni offesa. E quello è un po’ il nostro diario di bordo.
La cosa interessante però è che in questo libro dei conti scriviamo solo le cose negative, non scriviamo mai le cose belle che abbiamo ricevuto.
Non abbiamo un libro bianco.
Peccato che non teniamo conto anche di tutte le volte in cui abbiamo ricevuto del bene, e di tutte le volte che invece noi abbiamo ferito qualcuno in qualche modo, a causa delle nostre pretese.
Qui c’è qualcosa che non va. O tieni tutti i conteggi, da bravo ragioniere, oppure non puoi tenere solo le ferite.
Il problema è che se accumuliamo e ci segniamo ogni cosa, prima o poi il nostro inconscio farà il botto, e dovremo scaricare rabbia e frustrazione sul primo che capita. Ci dovremo vendicare.
Oppure, come succede molto spesso, se qualche persona si adatta, si incastra con i nostri buchi d’amore, ecco che diventiamo dei veri e propri stalker, dei maniaci, delle persone ossessionate da un’altra persona, come accade spesso nei film. Si parla di amore, ma in realtà è violenza, è compensazione.
Questo è proprio il campo della psicologia e psichiatria, non il nostro, però è importante vedere le cose da molti punti di vista diversi.
Insomma, si può diventare cinici, vendicativi, chiusi o ossessionati nei confronti degli altri, violenti, soprattutto quando chi ci interessa non ci dà ciò che vogliamo.
Di fatto nessuno ci deve niente e noi non dobbiamo niente a nessuno, ma vallo a raccontare alla tua ferita, che invece pretende amore, pretende attenzione, pretende riconoscimento, pretende all’infinito.
Per concludere è importante vedere che anche quando non ci sentiamo amati da adulti, allarghiamo la ferita di non essere stati amati da piccoli. La rinforziamo.
Ogni delusione d’amore, ogni tradimento, ogni abbandono allargherà la ferita di non essere amati.
E andrà sempre a cadere nel buco.
Un bambino che non è stato amato, riconosciuto nelle sue caratteristiche, nelle sue qualità, nel suo stesso amore verso i propri genitori, soprattutto quando non hanno mai tempo per lui, piano piano, si chiude in sé stesso, chiude il cuore e non gli interessa più condividere amore con nessuno: Non gli interessa più condividere sé stesso.
ROBERTO POTOCNIAK
10 notes · View notes
overcomeyhdessa · 10 days
Text
È l'ora dei reblog compulsivi prima di dormire
2 notes · View notes
precisazioni · 1 year
Text
ho aperto un profilo su goodreads e mi sto entusiasmando all'idea di recuperare ogni libro che ho letto. lo scorso anno ho fatto qualcosa di simile con letterboxd, glitchwave e prima ancora con rateyourmusic; giorni fa ricordavo come, nelle crisi depressive, passavo intere giornate a catalogare la mia collezione di dischi per poi cancellarla, e di nuovo catalogarla e cancellarla, dalla mattina fino alla sera: mi piazzavo appena sveglio al computer a catalogare migliaia di dischi; arrivava la sera a cancellavo tutto per poi il giorno dopo ricominciare
non ho idea di come abbia capovolto i disturbi ossessivo compulsivi: il recupero è in larga parte avvenuto per mano mia. non che ne faccia un vanto, per anni ho provato indifferenza nell'aiutare: la percezione era che nessuno, nel concreto, l'avesse fatto con me. non che ne sia sicuro, ma forse le cose non stavano esattamente così: a ripensarci, oggi non escludo che all'epoca, preso dai miei patemi, non mi rendessi conto di chi, vanamente, provava a darmi un aiuto
posso affermare con discreta fermezza di avere voltato pagina alla depressione, al disturbo ossessivo compulsivo e all'insofferenza altrui; ho smesso di cancellare tutto e di intendere la mia vita come surrogato di un'esistenza digitale mai soddisfacente. adesso è il turno di goodreads, dove a recuperare i titoli letti mi è venuta voglia di leggerne altrettanti, di moltiplicare il tempo che dedico tra i libri; un obiettivo di cui dovrei più spesso sentirmi lieto, dato che per anni non sono riuscito a concentrarmi abbastanza da permettermi di leggere
14 notes · View notes
soul72 · 8 months
Text
Gli acquisti compulsivi, il continuo accumulare beni materiali da sfoggiare, non riepirá mai i vuoti della vostra anima. Namastè
5 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
tradotto: come ti fottono con la tua stessa libertà di giudizio o pretesa tale. (Solo per commentatori compulsivi)...:-)
2 notes · View notes
roughentumble · 1 year
Text
god god god god i hate the story of the missent emergency alert in hawaii it literly makes me sick to my stomach. my brain just starts compulsivy imagining myself in that situation but real(<-my literal nightmare scenario worst case possible) and it spikes my anxiety through the roof
3 notes · View notes
fakesmile-2000 · 1 year
Text
i pensieri ossessivi compulsivi appena mattina.
mi stanno lacerando l’anima.
4 notes · View notes