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#Diritto di abortire
mucillo · 2 months
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(ANSA) - BOLOGNA, 18 APR - "Si è passato il limite. Non solo si negano i diritti delle persone riconosciuti dalla Corte costituzionale, ma si fa battaglia politica sulla pelle di pazienti che si trovano in condizioni drammatiche.
    L'Emilia-Romagna difenderà i propri atti e soprattutto il diritto di un paziente in fine vita a decidere per sé, senza dover chiedere il permesso al Governo e alla destra". Così Stefano Bonaccini su Facebook commenta il ricorso al Tar del Governo contro le delibere regionali sul fine vita.
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“Il diritto al divorzio non ti obbliga a divorziare.
Il diritto al matrimonio per gli omosessuali non obbliga nessuno a sposare un omosessuale.
Il diritto a una morte dignitosa non ti obbliga a morire.
Il diritto a cambiare sesso non ti obbliga a essere trans.
Il diritto all’aborto non ti obbliga ad abortire.
I diritti non sono obblighi.
Sono le destre estreme quelle che obbligano”.
(Gabriel Rufián, parlamentare spagnolo di Esquerra Republicana) è un attivista e politico spagnolo legato ai movimenti della sinistra indipendentista catalana.
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soldan56 · 1 year
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“Il diritto al divorzio non ti obbliga a divorziare. Il diritto al matrimonio per gli omosessuali non obbliga nessuno a sposare un omosessuale. Il diritto a una morte dignitosa non ti obbliga a morire. Il diritto a cambiare sesso non ti obbliga a essere trans. Il diritto all’aborto non ti obbliga ad abortire. I diritti non sono obblighi. Sono le destre estreme quelle che obbligano”. (Gabriel Rufián, parlamentare spagnolo di Esquerra Republicana)
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focacciato · 9 months
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Ricapitolando, uno Stato di Diritto in cui:
-se protesti ti menano
-se la pensi diversamente sei un problema
- se non fai parte della famiglia "tradizionale" non meriti di avere la tua famiglia
- se scappi da una guerra o cerchi miglior vita non puoi stare qui
-se applichi la legge ma va contro gli ideali del Governo sei un comunista e contro la nazione
-se ti stuprano e vuoi abortire non puoi perché sei donna e devi solo fare figli
Il patriarcato non esiste
Il femminicidio non esiste
L'omofobia non esiste
Il razzismo non esiste
I poveri devono restare poveri e quindi combattiamoli rendendoli ancora più poveri.
Uno Stato di Diritto che non ha nulla a che fare con quello che dovrebbe veramente essere
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raffaeleitlodeo · 1 year
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"PURTROPPO ROCCELLA"   A Torino al Salone del libro la ministra alla Famiglia, Eugenia Roccella, quella che “purtroppo”; l’aborto è una libertà delle donne, è stata fortemente contestata. Quindici persone sono state identificate dalla Digos e denunciate. Alla faccia della libertà di espressione. La parlamentare, Augusta Montaruli, Fratella d’Italia, quella condannata in Cassazione per “spese pazze”, anche lei sul palco ha attaccato duramente il direttore del Salone, Nicola Lagioia per non aver difeso la ministra.   Questa la cronaca. Nel frattempo il movimento “Pro Vita & Famiglia” ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che aggiunge il comma 1-bis all’art. 14 della legge 194/78, che recita così “Il medico che effettua l’IVG, (interruzione volontaria gravidanza) è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”. Il che significherebbe aggiungere al dolore altro dolore. Come se chi compie questo passo non abbia già il suo tormento interiore. Già che c'erano potevano pure mettere un paio di frustate prima e dopo l'ascolto. L’iniziativa è una scopiazzatura della legge sul “battito fetale” in vigore in Ungheria. In realtà, spiega la Ginecologia, i feti nella fase iniziale della gravidanza, quando si verifica la maggior parte degli aborti, non hanno ancora un cuore funzionante, ma solo gruppi di cellule che inviano segnali elettrici. Il suono del “battito cardiaco”; viene generato dal monitor a ultrasuoni per rappresentare questi impulsi elettrici. Non è un vero suono di valvole cardiache che funzionano come si sente in un adulto o in un bambino usando uno stetoscopio. Da quando Orbán, definito dalla Meloni “patriota d’europa”, è salito al potere nel 2010, il suo governo ha promosso i “valori tradizionali della famiglia“ e ha introdotto una serie di misure volte a rispondere al calo della natalità nel Paese. Tuttavia, in precedenza non aveva mai tentato di modificare le leggi, già restrittive, che regolano il diritto all’aborto. La legge ungherese prevede che si possa abortire in quattro casi: gravidanza in conseguenza di un reato o violenza sessuale, pericolo per la salute della donna, embrione con handicap fisico grave, situazione sociale insostenibile della donna. Con la nuova legge introdotta nel 2022 c'è scritto che i medici dovranno presentare un documento che attesti l'avvenuto ascolto del battito del cuore del feto, senza il quale la paziente non potrà accedere all'interruzione di gravidanza. Leggi simili sono state introdotte in molti Stati del sud degli Usa, come il Texas e il Kentucky, anche in seguito al rovesciamento della “sentenza Roe v. Wade” che ne regolava la pratica a livello federale. Il timore, che misura dopo misura, di restrizione in restrizione, anche da noi, possa accadere qualcosa di analogo è più che fondato. “La cosa più grave sta avvenendo in Umbria. - ha denunciato la parlamentare di Sinistra Italiana Elisabetta Piccolotti - Abbiamo segnalazioni di donne che vogliono interrompere la gravidanza ma sono costrette ad ascoltare il battito del feto. Non si può fare l'operazione prima di ascoltare questo battito. Una pratica presente per legge nell'Ungheria di Orban. In Umbria non c'è una legge del genere ma si sta attuando questa pratica, costringendo le donne a tornare in ospedale più volte”. Nel primo giorno di lavori in Parlamento, lo ricordiamo, Maurizio Gasparri ha presentato un Ddl per modificare l’art. 1 del codice civile. In parole povere, il senatore di “Forza Italia “, vuole riconoscere la capacità giuridica al concepito, garantendogli pieni diritti già all'atto del concepimento e non dopo la nascita, come succede ora.  Quindi, occhio. Le donne che decidono di abortire, al contrario, meritano di trovare nei nostri ospedali personale capace di assistenza vera, e non di subire sofferenze ulteriori. E quasi mai è così, visto l’abuso che viene fatto dell’obiezione di coscienza.
Alfredo Facchini, Facebook
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pallapallina-73 · 2 months
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abr · 1 year
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Difendereste il diritto di vostra madre ad abortire VOI?
E fino a che settimana, fuor d'utero s'intende - la duemillesima, la tremillesima ?
Pensieri sinceramente tesi a risolvere i problemi esistenziali di quelli della #UltimaGenerazione.
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situazionespinoza · 8 months
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Oh, Madre!
Il giorno in cui ho capito che non sarei mai diventata madre avrò avuto nove anni, quando per la prima volta ho tenuto aperto sulle ginocchia un libro di Oriana Fallaci.
Ero in bagno, intenta nel mio passatempo preferito per combattere la stitichezza: frugare nel cassetto della moglie di mio padre, l'unico a distanza ravvicinata dal gabinetto su cui trascorrevo ore e ore in attesa che qualcosa uscisse dal mio corpo.
In mezzo a pile di slip, riviste osé e reggiseni, quel giorno trovai il libriccino galeotto che avrebbe annientato il mio istinto materno: Lettera a un bambino mai nato.
La moglie di mio padre utilizzava il cassetto del bagno per nascondere i suoi segreti più intimi, forse credendo che il senso del pudore avrebbe trattenuto chiunque dal rovistare tra le sue mutande.
Ma io da bambina non sapevo dove il pudore stesse di casa. Vivevo confinata nei muri della mia camera, senza amici e senza infanzia, e il mio unico confronto con il mondo erano i romanzi di Isabelle Allende con descrizioni dettagliate di tutto ciò che accadeva in camera da letto.
La mia famiglia non ha mai amato la lettura, anzi direi proprio che al verbo detestare associassero la parola libro come complemento oggetto. Quindi loro non avevano la più pallida idea di cosa ci fosse tra le pagine di quei libercoli in cui annegavo le mie giornate.
Se un libro è letto da una bambina, significa che è adatto a una bambina, pensavano. E per vent'anni ne sono stata convinta anch'io.
Ma quel pomeriggio, seduta sul gabinetto, mi sorprese leggere il titolo "Lettera a un bambino mai nato" sulla copertina di un libro nascosto tra i calzini e una scatola di preservativi nel cassetto della moglie di mio padre incinta di sei mesi.
Divorai quel libro in una settimana, ringraziando la mia incapacità di andare di corpo come le persone normali per darmi la possibilità di trascorrere impunemente due ore seduta sulla ceramica fredda del cesso, fino a sentire le gambe addormentate e il bacino indolenzito.
Dopo ogni sessione di lettura, riponevo con cautela il libro nel cassetto della mia matrigna, facendo attenzione a incastrarlo perfettamente tra le pieghe dei reggiseni e dei pigiami.
Nessuno della mia famiglia ha mai saputo che a nove anni mi appassionai del racconto di una donna incinta che desiderava abortire, del suo calvario interiore e della lotta contro l'idea che un ammasso di cellule potesse essere ritenuta vita senziente.
A tredici anni mi trasformai in una paladina del diritto all'aborto. Lasciai di stucco la mia professoressa di Italiano quando le consegnai un pamphlet protofemminista sotto forma di foglio protocollo, spacciandolo per il mio elaborato del compito in classe sul testo argomentativo.
Gli altri miei compagni di classe non avevano mai sentito parlare di aborto, tantomeno di Oriana Fallaci, e forse erano fortunati nella loro ignoranza.
Ma io mi consideravo un'illuminata, una prescelta, una donna adulta, perché a tredici anni ero in grado di difendere con sforzi patetici e artefatti il mio sacrosanto diritto a non dare la vita.
Tanto ne ero convinta, che agli esami di licenza media dedicai il mio tema di italiano all'aborto, ancora una volta. Ero ossessionata, ero pazza, ero invasata: dovevo far sapere a tutti gli adulti che io a tredici anni sapevo di non volere figli, che non li avrei mai avuti, che avrei combattuto perché le donne come me potessero scegliere di non averli.
Quando, dieci anni dopo, la mia migliore amica mi informò di essere incinta, la prima cosa che le dissi fu: "Vuoi abortire, vero?".
E alle occhiate scettiche e divertite delle donne più grandi, che ridacchiavano sornione mentre mi ricordavano l'esistenza dell'orologio biologico, io ribattevo con rabbia di chiudere il becco.
Questo fino all'anno scorso, quando una seduta con la mia psicologa esperta di EMDR ha messo un po' di disordine tra i miei piani.
Non avevo mai riflettuto sulla possibile connessione tra il mio rifiuto della maternità e il suicidio di mia madre, ma quella tragica mattina di febbraio la mia terapeuta decise di spiattellarmelo in faccia senza troppi mezzi termini: il fatto che mia madre si fosse uccisa e mi avesse abbandonata non significava che io avrei fatto lo stesso con i miei figli.
Quella fu l'ultima seduta con la mia terapeuta, perché mal tollerai questa inferenza nelle mie decisioni sul mio utero. Non mi interessava sapere quale fosse la causa del mio odio verso la gravidanza e soprattutto non volevo ammettere che la morte di mia madre mi perseguitasse fino a quel punto.
Abbandonata la terapia e accolti gli antidepressivi, ho smesso di mettere in discussione il mio disprezzo per la maternità fino a quando a essersi suicidato non è stato un mio amico.
A quel punto mi sono resa conto che il mio bagaglio di affetti contava già due suicidi nell'arco di vent'anni, una percentuale non da poco considerando che la mia permanenza su questa terra non ha varcato ancora la soglia dei trent'anni.
La morte del mio amico è coincisa con la ricomparsa breve e fugace di mio padre.
Dopo cinque anni di ostinata assenza e disinteresse, mio padre aveva deciso di riallacciare i rapporti con me dopo la scoperta di un tradimento da parte di sua moglie.
Mio padre ritenne quel momento un'ottima occasione per mettermi a parte della storia del mio concepimento.
Così ho scoperto, davanti a un raffinato piatto di uramaki, di essere la classica figlia del "proviamo a fare funzionare questo matrimonio": mia madre aveva fallito il suo primo tentativo di suicidio e aveva confessato a mio padre che avere una figlia l'avrebbe aiutata.
Si vede che non ho svolto bene il mio compito, considerando che dopo sette anni dalla mia nascita la mia cara mamma si fece trovare morta in bagno con una calza di nylon legata al collo.
Mentre il peso di questa rivelazione si sedimentava tra la bocca dello stomaco e la gola, togliendomi la capacità di proferire parola e l'appetito, mio padre rincarava la dose lamentando il suo "non aver fatto nulla di male per meritarsi questa vita" da crocerossina, vedovo e cornuto.
La mia domanda, formulata silenziosamente nelle settimane successive, riguardava piuttosto cosa avessi fatto io di male per meritarmi di essere desiderata, partorita, traumatizzata e abbandonata da mia madre.
Con poca calma e tanta perizia, nei mesi ho messo insieme tutti i pezzi del puzzle che è la mia incapacità di vedermi madre: dal libro letto di nascosto sul cesso al tema sull'aborto, dal consiglio a denti stretti dato alla mia amica al rifiuto del parere della psicologa, fino alla confessione di mio padre.
Il risultato è stato un puzzle oscuro e strambo, in cui alcuni pezzi si incastrano a fatica con gli altri e restituiscono un'immagine grottesca e spezzata. Un'immagine di me che lotta tra l'odio per la mia famiglia, il desiderio di non essere mia madre, il determinismo di un patrimonio genetico malato.
Insomma, un'immagine non troppo lusinghiera. Ma che almeno mi dà ragione dell'irritazione e della saudade che provo quando ascolto le mie coinquiline scambiarsi ogni sera confidenze con le loro madri per telefono, tra risatine e battute.
Questo puzzle sgangherato è una prova ulteriore del mio non voler essere madre, del preferire crepare da sola piuttosto che correre il rischio di dare la vita a una persona solo per traumatizzarla.
Allo stesso tempo, quando guardo questo puzzle, mi rendo conto che il fervore di quella tredicenne che scriveva pagine e pagine sull'aborto era solo un tentativo di rispondere a quell'unica, atroce domanda:
"Oh, madre! Perché mi hai abbandonato?"
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lollyhabits · 1 month
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ATTENZIONE AI CONSIGLI SBAGLIATI NEI CONSULTORI ✔
Cosa succede quando una donna, che desidera abortire, viene consigliata in un consultorio di portare avanti la gravidanza "per generosità" nei confronti di coppie che non possono avere figli, e sarebbero pronti ad adottarlo?
Accade, specificatamente, che, oltre a subire una eloquente violenza psicologica, basata sulla moralità distorta che l'aborto sia un omicidio (illecita colpevolizzazione), quella specifica gravidanza indesiderata si trasformi in GPA, in Gestazione per Altri, che nel nostro Paese ancora non è diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
Non si può più parlare di semplice adozione (nazionale o internazionale o estera), perché il neonato non è stato portato volontariamente dalla madre, in un ospedale, per essere affidato alle cure di terzi, in virtù di non volersi fare carico di esserne la tutrice, dopo aver portato avanti una gravidanza indesiderata o divenuta indesiderata per fattori personali, privati, intervenuti durante quel periodo.
𝗖𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗯𝗲𝗻𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗳𝘂𝗿𝗯𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗣𝗿𝗼-𝗩𝗶𝘁𝗮, 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮𝗳𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗲𝗼𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗽𝗽𝗶𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶 - Pro Vita che, nel contempo, si battono affinché nessuno più ricorra alla contraccezione (https://www.adnkronos.com/.../sessualita-pro-vita...) , 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗮 𝗮𝗱𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝗲 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗼𝗻𝗲𝗿𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲; comprendo benissimo la difficoltà di chi ha già provato ad adottare un bambino, ma è stato rifiutato perché ritenuto non idoneo, perché un bambino traumatizzato è più difficile da gestire di un neonato, ma il dolore non giustifica la complicità di chi sostiene tale associazione Pro-Vita perché si attende un neonato in cambio! Mettetevi una mano sulla Coscienza!
Pertanto, vi informo che potete denunciarli. Denunciate, denunciate, denunciate!, qualora vi troviate in questa situazione: munitevi di registratori, se il caso lo necessita, e non andate mai sole in un consultorio. Meglio subire un pregiudizio, ma abortire, che essere complici di un traffico illegale di neonati.
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kegantodini · 2 years
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ABORTO, U.S.A
Non lo faccio mai. Oggi si. Oggi devo. Quello che è successo di recente in America è solamente aberrante e pauroso. Democrazia significa anche avere la possibilità di scelta. In una democrazia sana il popolo sceglie. Dove non è più garantita la scelta(il diritto) la democrazia è malata. In questo aberrante caso di democrazia malata è stata COLPEVOLIZZATA la donna( Ancor più grave, il corpo della donna), esatto, a quanto pare essere donna è una COLPA, essere creatura di riproduzione è una colpa, non ha più possibilità se essere o no. Non ha più la possibilità di scelta davanti ad uno stupro, davanti a una violenza, davanti a una gravidanza pericolosa, una gravidanza portatrice di problematiche per il feto, a una gravidanza semplicemente non voluta per mille motivi che se pur per qualcuno risultano futili semmai non lo sono per lei. Per non parlare che rendere illegale un qualcosa porta all'illegalità della cosa: aspettiamoci donne che si concederanno all'illegalità per la possibilità di abortire; nonostante la poca tutela, la poca sicurezza, le norme igienico-sanitarie raccapriccianti: aspettiamoci donne MORIRE in nome di un non diritto; aspettiamoci le donne POVERE morire in stanze chirurgiche illegali poiché non possono permettersi un viaggio in uno stato dove abortire sia consentito: e qui le due colpe: essere nata donna, essere nata povera. Io non voglio vivere in un mondo dove nascere donna o/e nascere povero siano delle colpe. Voglio vivere in un mondo che là: dove ci sia difficoltà, ci sia tutela,scelta, diritti. A qui chiedo una campagna di sensibilizzazione da parte di noi giovani, noi che subiamo queste tremende privazioni di diritti , noi che vogliamo vivere in un mondo fatto di tutela.
La democrazia sana ci sta per essere tolta e sostituita con una democrazia malata. Non permettiamolo. La democrazia va tutelata e la sua tutela siamo noi, esattamente come lei tutela la nostra libertà. Manteniamo l'equilibrio.
Fate girare
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gotaholeinmysoull · 2 years
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Qual è il tuo pensiero sull'aborto?
sono pro al 100000%
innanzitutto chi non ha l’utero non dovrebbe nemmeno avere il diritto di aprire bocca al riguardo
se una donna rimane incinta e non è pronta ad avere una famiglia (o proprio non la vuole) deve avere la possibilità di abortire.
se una donna viene stuprata e rimane incinta deve avere la possibilità di abortire.
se per caso si hanno dei problemi durante la gravidanza (ovviamente nei primi tre mesi) e ci sono alte possibilità che il bambino nasca con delle patologie o che ne so, deve esserci la possibilità di abortire.
anche per qualsiasi altro motivo una donna deve sentirsi libera di fare quello che le pare con il suo corpo.
e secondo me la maggior parte degli “uomini” che sono contro l’aborto sono convinti che si possa fare a qualsiasi mese della gravidanza, ma non è così. l’aborto è possibile farlo soltanto nei primi tre mesi, ovvero quando nella pancia non si è ancora formato un essere umano, ma c’è solo un ammasso di organi.
ah poi c’è anche chi la fa facile e se ne esce con “tanto puoi darlo in adozione”
per caso vi siete dimenticati che la gravidanza dura nove mesi??? NOVE?? che in quel periodo di tempo potrebbe succedere qualsiasi cosa??
per non parlare del fattore adozione. uno il sistema è una merda e due un uomo non ha la minima idea di cosa vuol dire per una donna dover lasciare ad uno sconosciuto il bambino che è stato dentro di lei per nove mesi.
certo in una coppia bisogna parlarne, vedere i diversi punti di vista e tutto, ma l’ultima parola andrà sempre alla persona incinta.
i partner che non accettano la scelta di abortire sono degli egoisti di merda, perché mettono al primo posto il loro sogno di diventare genitore alla salute mentale/fisica della persona che dovrebbero amare.
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ivanvolkovroleplay · 1 year
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Pogroms in nome di proteggere la fede cristiana ortodossa a causa del pericolo del re malvagio e iniquo ebreo di Israele:
*Dopo la rimozione delle statue di idolatria come quelle di Lenin e di Stalin che erano entrambi ebrei molto pericolosi, Ivan VII fece anche abolire la festa della liberazione di Auschwitz e fece invece festeggiare il martirio dei Romanov proclamati ancora una volta santi in modo ufficiale il giorno 17 luglio in cui i Romanov erano stati uccisi barbaramente e disumanamente a causa degli ebrei bolscevichi quindi il 27 gennaio è stato bannato,bloccato e censurato in tutta la Russia specificando che è un falso storico per rafforzare il potere ebraico che anche i Protocolli di Zion avevano avvisato del pericolo e specifica anche che non è una festa cristiana ma una festa ebraica bolscevica e quindi la sinagoga di Satana non è più benvenuta in Russia.
Subito dopo, gli ebrei russi piangono e si offendono minacciando di distruggere l'Europa e il cristianesimo  attraverso le armi nucleari e i terroristi e Ivan VII risponde invece che Israele sarà invasa e distrutta con le armi nucleari insieme al loro falso messia e al loro falso profeta, subito dopo la polizia russa inizia a fare arrestare i ricattatori ebrei russi e li manda in Siberia facendoli lavorare in modo forzato, morire di stenti,morire di malattia e li farà abortire e sterilizzare ogni giorno se non ritirano i loro ricatti anticristiani poi ci sono pochi ebrei russi che sono stati risparmiati dai pogroms per motivi che non loro non credono a nessun messia ebreo e sono più neutrali.
Il Sacro Romano Impero e il quarto reich supporta le azioni di Ivan VII in nome di proteggere la fede cristiana quindi fa consegnare gli ebrei italiani,austriaci e tedeschi alle autorità russe per farne ciò che vuole degli ebrei sionisti ricattori: ucciderli,torturarli,farli abortire, sterilizzarli e trasformarli in oggetti attraverso le loro ceneri per motivi che gli ebrei non capiscono nulla che Abu Qasim Muhammad è un distruttore nato e odia l'amore e il genere umano perché è Satana lui stesso, allo stesso tempo Heinrich III spera che in qualche modo i suoi alleati israeliani Jacopo Levi e Amir Menashe capiscono i loro errori e si convertano al cristianesimo in modo libero e con l'anima se proprio non desiderano continuare a vedere Abu Qasim Muhammad uccidere brutalmente i cristiani e I musulmani sunniti, anche il Sacro Romano Impero risparmia pochi ebrei, quei ebrei che rifiutano di riconoscere Abu Qasim Muhammad ed Ephraim Werner come i loro messia ebrei Ben David e Ben Joseph.
Ivan VII cita una frase della Profezia di Ezechiele che riguarda proprio appunto a un principe malvagio di Israele:
"A te, sconsacrato, empio principe d'Israele, di cui è giunto il giorno con il tempo della tua iniquità finale,  così dice il Signore Dio: Deponi il turbante e togliti la corona: tutto sarà cambiato: ciò che è basso sarà elevato e ciò che è alto sarà abbassato.  In rovina, in rovina, in rovina la ridurrò e non si rialzerà più finché non giunga colui al quale appartiene di diritto e al quale io la darò"
Ezechiele 21: 30-32
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furrycollectorsoul · 1 year
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Il corpo è Mio e lo gestisco come voglio Io.
Il corpo d'una persona appartiene a quella persona soltanto, che ha il pieno diritto di gestirlo come meglio pensa; ciò decade soltanto quando vi siano problematiche di salute pubblica. La nostra libertà termina quando i terzi (già nati) non incorrono in danni, attraverso il nostro comportamento.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una donna è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: solo lei, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno alcun diritto di intromettersi sulla gestione del Suo corpo.
I Diritti Civili non obbligano alcuno ad aderirvi, solo a rispettare le altrui scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le persone invece di favorirne la felicità.
L'aborto rientra nel diritto inalienabile di una persona ad autodeterminarsi; non è una ideologia, ma il riconoscimento oggettivo che il corpo di una donna appartiene solo a quella donna. Qualsiasi tentativo liberticida contro la gestione autonoma del proprio utero va considerato come reato: è uno stupro.
Chiunque, in veste religiosa o meno, pretenda perentoriamente di gestire il corpo altrui come se fosse il proprio, va trattato per quello che è oggettivamente: uno psicopatico e gentilmente invitato a sottoporsi a trattamento sanitario, di cui ha, senza alcun dubbio, urgente necessità.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree, ma segno di Civiltà - è la Civiltà che contraddistingue coloro che hanno messo da parte e superato disvalori religiosi, maleducazione religiosa, moralità, pregiudizi, per comportarsi con Etica.
Il fatto che la vita di molti organismi viventi, tra cui la nostra, si sia sviluppata ed evoluta, a partire da miliardi di anni fa, non significa in alcun modo che una donna debba sentirsi obbligata a partorire: una donna è una Persona, non una 'incubatrice di figli'. Coloro che hanno una visione strumentale della donna appartengono ad aree religiose - e la religione non ha nulla a che vedere con la Verità e il rispetto per le persone.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Esistono milioni di bambini nati in Paesi poveri, la cui speranza di vita è molto bassa; ci sono milioni di bambini oggetto di abusi, di violenza, di schiavitù d'ogni sorta: non è logico occuparsi di un 'grumo di cellule' incoscienti ignorando i diritti di chi è già nato, è minore, è cosciente e ha bisogno di protezione. Coloro che si battono per la Felicità dei bambini, si occupano di bambini, cioè di Persone nate.
Un ovulo fecondato non è una persona: perché lo diventi, deve affrontare una gravidanza, cioè un periodo di formazione, durante il quale non esiste certezza alcuna che il processo vada a buon fine. Per tali motivi scientifici, definiamo persone solo coloro che sono già nate.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro! - fanno ciò che meglio pensano. Si può essere pro-vita, ma non con gli uteri degli altri.
La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto, che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
È importante rispettare le decisioni delle donne sul proprio corpo, non giudicarle, nonché promuovere un dialogo rispettoso, un ambiente inclusivo, anche per garantire che le donne abbiano accesso a opzioni di assistenza sanitaria sicure, sostegno psicologico, quando vogliono abortire.
L'aborto non è omicidio, ma interruzione di gravidanza: ogni 'opinione' volta a colpevolizzare le donne relativamente alle scelte fatte sul loro corpo, sul loro diritto ad autodeterminarsi, si configura come molestia - e come tale va denunciata alle Autorità di Polizia.
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deathshallbenomore · 2 years
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torna il tuo anonimo ansioso preferito: dimmi che non potranno DAVVERO toccare la legge sull'aborto perché sennò e tutto un porcod
eccallà <3 ma buongiornissimo!
no allora purtroppo la 194 possono toccarla eccome, volendo. è una legge ordinaria e si abroga tranquillamente, tecnicamente parlando. chiaro, nel momento in cui una legge viene presentata al presidente della repubblica per la promulgazione, essa può anche essere rinviata alle camere, ad esempio in caso di dubbi sulla costituzionalità dell'atto che il PdR si trova per le mani. ma, non costituendo il rinvio un veto - proprio per la necessità di mantenere l'equilibrio tra i poteri dei vari organi costituzionali - alla fine la legge viene approvata ugualmente. spetterà poi alla corte costituzionale pronunciarsi, ex post - poiché non abbiamo il controllo preventivo in questo caso - se, nel corso di un procedimento, un giudice solleverà il quesito di legittimità costituzionale.
tuttavia, per quanto abbia finito lo stupore da un bel po' di tempo, al punto che qualsiasi scenario mi pare assolutamente plausibile, vedo più probabile non tanto l'abrogazione della 194, quanto invece quello che sta succedendo già in questi giorni, e cioè il deposito di ddl (consiglio sempre il post per recap) che, non toccando direttamente la 194, mettono comunque a rischio il pieno godimento del diritto di abortire. in alcuni casi in modo pericolosamente folkloristico (sono sarcastica, ovviamente) con le associazioni pro vita finanziate e abilitate a infestare i consultori etc. etc., le giornate sulla maternità e la famiglia, e varie altre cose per cui un signore del 1372 ci direbbe, per giunta a buon diritto, "ai miei tempi però era meglio". IN ALTRI CASI, ed è forse la faccenda più preoccupante (anche se, finché si tratta di ddl appena depositati, mi pare difficile capire che traino avranno poi nel corso dei lavori parlamentari. quindi è tutto da vedere), con proposte come la modifica dell'art. 1 del codice civile, che ora prevede che la capacità giuridica (= la capacità di essere titolare di diritti - tipo il diritto alla vita - e destinatario di obblighi) si acquisisca al momento della nascita, mentre il ddl propone di spostare l'acquisizione della capacità giuridica al momento del concepimento. che è un problema, poiché implica necessariamente uno scontro con la 194. e allora scacco matto
quindi sorry per lo spiegone ma direi che ci siamo abituat*, però la situa è più o meno questa, ahimè. mala tempora currunt, even
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stringlore · 1 year
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Il corpo è mio e lo gestisco come voglio io.
Il corpo d'una persona appartiene a quella persona soltanto, che ha il pieno diritto di gestirlo come meglio pensa; ciò decade soltanto quando vi siano problematiche di salute pubblica. La nostra libertà termina quando i terzi (già nati) non incorrono in danni, attraverso il nostro comportamento.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una donna è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: solo lei, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno alcun diritto di intromettersi sulla gestione del Suo corpo.
I Diritti Civili non obbligano alcuno ad aderirvi, solo a rispettare le altrui scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le persone invece di favorirne la felicità.
L'aborto rientra nel diritto inalienabile di una persona ad autodeterminarsi; non è una ideologia, ma il riconoscimento oggettivo che il corpo di una donna appartiene solo a quella donna. Qualsiasi tentativo liberticida contro la gestione autonoma del proprio utero va considerato come reato: è uno stupro.
Chiunque, in veste religiosa o meno, pretenda perentoriamente di gestire il corpo altrui come se fosse il proprio, va trattato per quello che è oggettivamente: uno psicopatico e gentilmente invitato a sottoporsi a trattamento sanitario, di cui ha, senza alcun dubbio, urgente necessità.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree, ma segno di Civiltà - è la Civiltà che contraddistingue coloro che hanno messo da parte e superato disvalori religiosi, maleducazione religiosa, moralità, pregiudizi, per comportarsi con Etica.
Il fatto che la vita di molti organismi viventi, tra cui la nostra, si sia sviluppata ed evoluta, a partire da miliardi di anni fa, non significa in alcun modo che una donna debba sentirsi obbligata a partorire: una donna è una Persona, non una 'incubatrice di figli'. Coloro che hanno una visione strumentale della donna appartengono ad aree religiose - e la religione non ha nulla a che vedere con la Verità e il rispetto per le persone.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Esistono milioni di bambini nati in Paesi poveri, la cui speranza di vita è molto bassa; ci sono milioni di bambini oggetto di abusi, di violenza, di schiavitù d'ogni sorta: non è logico occuparsi di un 'grumo di cellule' incoscienti ignorando i diritti di chi è già nato, è minore, è cosciente e ha bisogno di protezione. Coloro che si battono per la Felicità dei bambini, si occupano di bambini, cioè di Persone nate.
Un ovulo fecondato non è una persona: perché lo diventi, deve affrontare una gravidanza, cioè un periodo di formazione, durante il quale non esiste certezza alcuna che il processo vada a buon fine. Per tali motivi scientifici, definiamo persone solo coloro che sono già nate.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro! - fanno ciò che meglio pensano. Si può essere pro-vita, ma non con gli uteri degli altri.
La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto, che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
È importante rispettare le decisioni delle donne sul proprio corpo, non giudicarle, nonché promuovere un dialogo rispettoso, un ambiente inclusivo, anche per garantire che le donne abbiano accesso a opzioni di assistenza sanitaria sicure, sostegno psicologico, quando vogliono abortire.
L'aborto non è omicidio, ma interruzione di gravidanza: ogni 'opinione' volta a colpevolizzare le donne relativamente alle scelte fatte sul loro corpo, sul loro diritto ad autodeterminarsi, si configura come molestia - e come tale va denunciata alle Autorità di Polizia.
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Si può essere pro vita, ma non con gli uteri degli altri.
Non ho mai autorizzato alcun politico, alcuna religione, a decidere che cosa si debba fare di ciò che accade e si formi all'interno del mio utero.
L'utero è mio, e decido io come gestirlo: non terzi, che non ho mai delegato in alcun modo a gestire il mio corpo.
Se sei un medico obiettore di coscienza, cambia specialità: datti all'ippica. La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto - che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro - fanno ciò che meglio pensano.
Si può essere pro vita , ma non con gli uteri degli altri.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una DONNA è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: SOLO LEI, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno ALCUN Diritto di intromettersi sulla gestione del SUO CORPO.
I Diritti Civili NON obbligano alcuno ad aderirvi, solo a RISPETTARE le ALTRUI scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le Persone invece di favorirne la Felicità.
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donaruz · 2 years
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Ogni singolo individuo è responsabile delle proprie scelte, a prescindere da leggi o decreti; o tavole dei comandamenti scolpite nel marmo della superstizione. La libertà non è una parola al vento ma un anelito del nostro corpo, una fiaccola che deve ardere sempre. Le leggi possono essere parole senza senso, oscurantiste e violente ma non la libertà. Poiché essa non è una parola ma un diritto inalienabile del corpo stesso; e deve essere difesa con ogni mezzo necessario.
Le strade di ogni paese dovrebbero essere messe a ferro e fuoco quando il potere recide la libertà; a prescindere da Stati o confini o nazioni. Quello che è successo nel democratico e medievale paese oltreoceano riguarda ogni singolo individuo umano del pianeta, ogni singolo genere.
Le donne sono sotto attacco e la cosa riguarda tutti. Una volta si diceva:
"Ormai siamo nel duemila e ancora succedono queste cose?"
Oggi, la realtà è una sola: ogni singolo giorno che passa si fa un passo indietro. Questo significa che nel 2030 sarà peggio di oggi, e nel 2040 sarà peggio che nel 2030. La libertà scomparirà sotto i colpi dell'ignoranza, della religione, della violenza sistematica dei corpi stessi. E già avviene.
Il 70 per cento dei medici, in Italia, è obiettore di coscienza, questo significa che una donna incontra 7 vigliacchi su 10 quando entra in ospedale. La loro inutile ragione, la loro inutile scusa, la loro inutile presa di posizione è sempre la stessa:
"Siamo liberi di scegliere se far abortire o meno"
E invece no! non siete liberi, banda di saputelli deficienti. Dal momento che giurate su Ippocrate non siete più liberi. Volete essere liberi? fate le guide escursionistiche non i medici. I medici devono preservare la salute e sono obbligati moralmente alla salute del soggetto coinvolto. Non basta un foglio di laurea in una cornice, dietro tavoli di mogano idioti, per dire che siete medici, dovete meritarvelo l'attestato. E fare gli obiettori significa tradire il giuramento di Ippocrate. Vergognatevi!. Siete talmente egoisti da avere anche il coraggio di dire:
"Però quando state male venite da noi!"
Ma come avete avuta la laurea? con il lego? Eh certo che veniamo da voi! Quando mi si rompe il cesso di casa vado in un negozio di idraulica per cambiare il pezzo, perché non sono capace di costruirlo. Ad ognuno il proprio mestiere, e voi avete scelto un mestiere. Non vi gonfiate di ego, pensando di essere di più; siete solo medici, è un mestiere. E il mestiere è curare la salute delle persone. Non vi sta bene? cambiate mestiere. La vostra fortuna è che avete le persone che si inchinano sempre a una qualsiasi laurea: che sia notarile, avvocatura o medicina, quando in realtà basta leggere soltanto 50 libri per diventare medici. Rilassatevi. Mio nipote di 9 anni ne ha già letti 30.
Non si tratta di difendere le donne, si tratta di difendere la libertà. Che si cominci a sputare in faccia a chi la tradisce. Che siano persone comuni, politici o medici.
E i primi a difendere la libertà della cura dovrebbero essere proprio i medici. Quindi smettetela di pensare di essere degli Dei e urlate contro la privazione della libertà. Solo così vi rispetterò.
Per fortuna ci sono medici seri che, con umiltà, difendono il giuramento di Ippocrate. Sono solo il 30 per cento ma teniamoceli stretti. Loro ci cureranno e aiuteranno le donne in difficoltà.
Non inchinatevi mai davanti a nessuno, solo perché ha studiato più di voi. La saggezza, l'altruismo, la solidarietà e l'intelligenza sono cose diverse.
Olmo Losca
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