#EDIFICIS RELIGIOSOS
Explore tagged Tumblr posts
ernestdescalsartwok · 9 months ago
Video
TEMPLE-SEPULCRAL-ESGLESIA-SANT ANTONI MARIA CLARET-VIC-ART-PINTURA-CLARETIAN-SPIRITUALITY-CENTER-PAISATGES-PINTOR-ERNEST DESCALS por Ernest Descals Por Flickr: TEMPLE-SEPULCRAL-ESGLESIA-SANT ANTONI MARIA CLARET-VIC-ART-PINTURA-CLARETIAN-SPIRITUALITY-CENTER-PAISATGES-PINTOR-ERNEST DESCALS- Con la fuerte y cálida luz de estos días de verano he pintado el paisaje urbano que forman el TEMPLE SEPULCRAL DE SANT ANTONI MARIA CLARET y el CLARETIAN SPIRITUALITY CENTER en la ciudad de VIC, calle de Sant Antoni Maria Claret con la arquitectura religiosa y los automóviles aparcados junto a la puerta del Templo, un coche rojo nos marca el ritmo plástico de la pintura para terminar en un cielo azulado. Cuadros de paisajes y edificios monumentales de la comarca de Osona, Barcelona, Catalunya Central sobre papel de 50 x 70 centímetros.
3 notes · View notes
foggynerdhideout · 2 months ago
Text
Le opere a tema religioso (edifici, statue, dipinti, letteratura, musica, cinema) sono spacciate per Cultura, ma non lo sono affatto: sono solo propaganda politica della peggior specie commissionata da istituzioni religiose nel corso dei secoli fino ad oggi.
0 notes
ilpianistasultetto · 1 year ago
Text
Ennesima polemica politica sul presepe nelle scuole. Il problema non e' la dx al governo che propone un disegno di legge per dare la possibilita' a chi voglia fare il presepe a scuola, di farlo. Il problema e' la sx che ogni volta che e' stata al governo non ha mai fatto niente per togliere ogni simbolo religioso da scuole ed edifici pubblici, visto che siamo uno Stato laico.
@ilpianistasultetto
38 notes · View notes
rideretremando · 9 months ago
Text
Una buona storia è fatta di questo: di un prima e di un dopo. Di un dopo necessitato dal prima, ma anche di un prima necessitato dal dopo. Tanti anni fa, in un bar dalle parti di Macchine – uno degli edifici della facoltà di Ingegneria della mia città, Padova – ebbe luogo una furibonda discussione a causa della morte, avvenuta in circostanze assai improbabili, di una persona a tutti nota – nota a tutto quel pubblico di pensionati impegnatissimi, alle dieci del mattino, nella compulsazione dei giornali e nella verifica di qualità del bianco della casa. Le due fazioni così si dividevano: quella morte, è stata fatalità, o destino? Fatalità (la discussione si svolgeva in dialetto, naturalmente) è il caso; destino è ciò che «sta scritto». Dopo aver lungamente e duramente discusso, unanimemente i due schieramenti pervennero alla decisione di ordinare un secondo giro di bianchetti, e di passare a un altro punto dell’ordine del giorno.
Un sacerdote al quale volli molto bene – è morto una quindicina d’anni fa – per molti anni frequentò in ospedale un reparto di malati terminali. Erano, all’epoca, soprattutto persone abbastanza giovani, in preda all’Hiv. Una sera, mentre nella sua 126 rossa andavamo da non so dove a non so dove, mi disse: «Andando lì ho capito una cosa. La vita umana non ha senso». Il che, detto da un sacerdote, potrebbe sembrare a prima vista blasfemo; in realtà è ortodossissimo. Se la vita umana come la conosciamo, se questa vita qui, sulla terra, avesse qualche chance di avere senso, a che cosa servirebbe l’immaginazione di un’altra vita, in un indescrivibile altrove? Dove non ci sarà né morte, né lutto, né dolore e, asciugati da ogni lacrima, i nostri occhi contempleranno l’origine e la fine di tutto.
Il romanzo, dico il romanzo così com’è andato assestandosi nelle sue forme e dei suoi modelli dal 25 aprile del 1719 in poi, è in fin dei conti stato a lungo un tentativo di fare a meno del mondo che verrà. Le vite dei personaggi trovano il loro senso, quasi immancabilmente, nello spazio compreso tra la prima e l’ultima parola della narrazione. Dico quasi: perché l’illuministico sforzo, in realtà, non riesce proprio a tappare tutti i buchi. Perfino nei «Promessi sposi», scolasticamente spacciato senza esitazioni come «il romanzo della Provvidenza», nell’ultimissima pagina, nelle ultimissime righe, Renzo e Lucia giungono alla conclusione che «i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani» (o, come si direbbe oggi, «la sfiga non ha regole precise»); e tale conclusione, «benché trovata da povera gente», pare al narratore «così giusta» da piazzarla lì, alla fine, come «il sugo di tutta la storia» (ed è chiaro che l’ulteriore considerazione, ossia che «i guai, quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore», è meramente consolatoria).
Peraltro nel corso dell’Ottocento i romanzieri, quasi in massa, caddero in preda a illusioni positivistiche: vedi ad esempio il grande affresco sociale di Balzac o le teorie pseudodarwiniane di Zola (che a Darwin, tra parentesi, avrebbero potuto solo fare ribrezzo). Ma una teoria pseudoscientifica (e vale la pena di ricordare che il positivismo, con tutto il suo idolatrare della scienza, fu un movimento di pensiero nei fatti antiscientifico) o l’ambizione di un «affresco sociale» (es. il «marxismo senza Marx», cioè senza filosofia, di Balzac) non riescono, non ce la fanno, a prendere il posto di un’immaginazione religioso-cosmologica del mondo.
I grandi romanzi modernisti, o acquisiti nel modernismo (è il caso del «Moby-Dick» di Melville), sono poi o romanzi sostanzialmente mitologici (es. «Ulisse» di Joyce, «Giuseppe e i suoi fratelli» di Mann) o romanzi in qualche modo mistici («Doktor Faustus» ancora di Mann, «L’uomo senza qualità» di Musil, «I sonnambuli e La morte di Virgilio» di Hermann Broch). Poi, certo, c’è Proust: che è Proust, e non mi pronuncio.
In mezzo tra questi e quelli ci stanno, giganteschi, Dostoevskij e Tolstoj: due romanzieri intensissimamente religiosi. L’ultima pagina del romanzo più bello di sempre (ovvio: secondo me), «I fratelli Karamazov», ovvero l’ultima pagina di Dostoevskij, mette in scena uno sperdutissimo Alëša Karamazov che, nonostante la sua profonda fede non riesce a trovare – al pari dei fratelli Ivan e Dimitri, che fede non hanno – un senso alla propria vicenda, alla vicenda familiare – quindi a nulla. E Tolstoj scrive un intero romanzo, e pure bello lungo, «Guerra e pace», per dimostrare che il lavoro degli storiografi è insensato, perché la vita umana è governata dal caso: peraltro le pagine in cui ci si impegna di più (quelle su Napoleone, l’epilogo «filosofico») sono di una bruttezza indicibile, mentre laddove rimane un senso magico, per non dire religioso, della vita la bellezza esplode impareggiabilmente: il ballo di Nataša, le nuvole in viaggio osservate dal principe Andrej ferito e a terra…
È una lotta, una lotta. Come tra le due fazioni al bar: sempre presi tra un’idea di destino – qualcosa su di noi, su tutti noi e su ciascuno di noi, «sta scritto» da qualche parte – e un’idea di fatalità – nulla ha senso, il caso domina. Questo fa, chi racconta storie: entra in questa lotta. Lo splendore da una parte, la macchina della necessità dall’altra; la perennità da una parte, il continuo crescere e poi distruggere dall’altra. Questo è il romanzo, il grande romanzo: è la messa in scena di questa lotta.
Giulio Mozzi
4 notes · View notes
alibelyene · 8 days ago
Text
Le opere a tema religioso (edifici, statue, dipinti, letteratura, musica, cinema) sono spacciate per Cultura, ma non lo sono affatto: sono solo propaganda politica della peggior specie commissionata da istituzioni religiose nel corso dei secoli fino ad oggi.
0 notes
faroukomar2910 · 10 days ago
Text
Abu Mina
Tumblr media Tumblr media
Il sito archeologico di Abu Mena, situato a sud-ovest di Alessandria d’Egitto, custodisce numerose strutture antiche, la maggior parte delle quali ha un significato religioso. Al centro si trova la tomba di San Menna (285–309 d.C.), un martire cristiano tanto venerato nell’epoca tardo-romana che l’area circostante prese il suo nome. Il suo sepolcro divenne un importante luogo di pellegrinaggio per i fedeli in cerca di benedizioni.
Con il passare dei secoli, attorno alla tomba vennero costruiti numerosi edifici: un battistero, diverse chiese, bagni pubblici, abitazioni, frantoi per l’olio e officine artigiane. Per accogliere i pellegrini furono realizzate foresterie e un cortile dei pellegrini, circondato da colonne in marmo. Oggi, itinerari come i Tour Classici in Egitto permettono di visitare questi luoghi sacri.
Nel tempo, la città e la tomba vennero sepolte dalla sabbia e dimenticate, fino alla loro riscoperta agli inizi del XX secolo da parte dell’archeologo tedesco Kaufmann. Le successive campagne di scavo condotte dal Museo Copto e dal Museo Greco-Romano riportarono alla luce le aree residenziali. Chi desidera esplorare questo patrimonio può farlo con pacchetti come i Pacchetti di Viaggio in Egitto.
Per la sua eccezionale importanza religiosa e storica, Abu Mena è stata inserita nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1979. Chi sceglie di viaggiare durante le festività religiose può vivere un’esperienza unica partecipando ai Tour di Pasqua in Egitto.
Esplorare questi luoghi è semplice grazie a servizi come i Viaggi in Egitto, che offrono tour guidati ai principali siti storici del paese. Anche i viaggiatori che soggiornano al Cairo possono visitare Abu Mena grazie alle Escursioni giornaliere dal Cairo.
Chi arriva in Egitto tramite crociera può usufruire delle comode Escursioni a terra in Egitto, che includono visite ad Abu Mena. Per chi ha poco tempo, le Escursioni giornaliere in Egitto sono un’opzione perfetta per vivere l’autenticità storica e spirituale del paese.
Abu Mena rimane ancora oggi un simbolo straordinario della fede cristiana antica, capace di emozionare chiunque sia alla scoperta dell’affascinante passato dell’Egitto.
0 notes
egyptattractions2024 · 4 months ago
Text
L'origine della storia: La Via Kabash, un racconto storico che unisce le civiltà faraonica, copta e islamica.
Il circuito di Kabash, vicino al Tempio di Luxor, rimane una testimonianza della storia dell'Egitto attraverso i secoli, dove il profumo delle civiltà faraoniche e la grandezza delle loro creazioni, insieme alle tracce del patrimonio copto e islamico, hanno aggiunto valore storico e culturale a questo luogo. Non è possibile visitare l'Egitto senza approfittare di uno dei nostri tour in Egitto, dove ci sono molte cose da fare, come visitare le Piramidi di Giza, una delle sette meraviglie del mondo, situate al Cairo.
Uno dei più grandi progetti archeologici che riflette l'armonia tra le diverse religioni e culture presenti sul territorio egiziano, la Via Kabash è un corridoio archeologico lungo 2.700 metri che collega il Tempio di Luxor e il Tempio di Karnak. La strada rialzata è caratterizzata da file di statue di pietra a forma di sfinge o di testa di ariete che simboleggiano il dio Amon-Ra.
Si pensa che la strada rialzata fosse utilizzata per processioni e cerimonie religiose. È quindi importante approfittare della guida di viaggio dell'Egitto per esplorare la terra dei Faraoni. Ad esempio, è possibile conoscere la civiltà egiziana visitando la Valle dei Re, dove si possono scoprire circa 63 tombe di re che si sono succedute nel corso dei secoli, oltre a visitare il tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahari.
L'importanza della strada rialzata di Kabash nella civiltà faraonica. La strada rialzata di Kabash era una parte essenziale delle cerimonie religiose, in particolare della festa di Opt, che si teneva ogni anno in onore del dio Amon. Il ruolo degli arieti: gli arieti simboleggiavano protezione e potere ed erano disposti su entrambi i lati in modo maestoso, riflettendo il prestigio reale e religioso. Decorazioni e iscrizioni: Le statue presentano elaborate iscrizioni che raccontano la storia dei re e delle loro imprese, un documento storico registrato nel pellegrinaggio: le processioni cerimoniali. Il corteo reale percorreva l'itinerario in un'atmosfera di maestosa festa, accompagnato da musica e riti religiosi.
La scoperta e il rimodellamento del percorso
Gli scavi della strada rialzata di Kabash sono iniziati nel XIX secolo e sono proseguiti per decenni, durante i quali gli archeologi hanno affrontato sfide importanti come l'invasione urbana: la strada rialzata è stata sepolta sotto case ed edifici moderni. Cambiamenti geografici: parti della strada sono andate perdute a causa delle intemperie. Restauro: l'obiettivo era ricostruire le statue danneggiate e proteggere le iscrizioni rimaste.
Restauro della strada di Kabash. È stato avviato un progetto su larga scala per rivitalizzare la strada e riportarla al suo antico splendore: scavi e rimozione delle incrostazioni. Restauro delle statue: sono state utilizzate tecniche moderne per ricostruire le parti mancanti e ripulire le statue dalla corrosione.
Riapertura della strada: nel 2021, la strada di Kabash è stata inaugurata durante una grande celebrazione mondiale, che ha messo in mostra il patrimonio egiziano e ha fatto rivivere la memoria di questa strada storica.
Se decidete di visitare l'Egitto, vi consiglio di partecipare a una delle attrazioni del Cairo, dove potrete vedere i meravigliosi monumenti che attirano migliaia di turisti ogni anno, come il Cairo copto e le sue famose chiese, il Cairo islamico, sede delle più antiche moschee egiziane, e il mercato di Khan El Khalili, dove potrete acquistare cose indimenticabili.
L'importanza culturale e turistica del percorso. Oggi la Via Kabash è una mecca turistica e culturale che attira visitatori da tutto il mondo.
Un ponte tra passato e presente: la strada è una finestra sulla grandezza della storia egiziana attraverso i secoli.
Un centro per le celebrazioni: è un fulcro per le esibizioni artistiche e i festival che mettono in mostra il patrimonio egiziano.
Rilancio del turismo: il progetto ha attirato milioni di turisti, con un impatto positivo sull'economia locale.
Tumblr media
0 notes
levysoft · 6 months ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Il quadrato magico di Subirachs
Barcellona (Spagna), all'ingresso della Sagrada Familia, la cattedrale ancora incompiuta di Antoni Gaudi(1852 - 1926). Le sculture e la misteriosa tabella numerica sono opera dell'architetto Joseph Maria Subirachs.
La tabella numerica di Subirachs ha una caratteristica subito evidente: la somma dei numeri di ciascuna riga, di ciascuna colonna e di ciascuna diagonale è sempre 33, l'età di Gesù Cristo quando fu crocifisso.
Questa tabella non è propriamente un quadrato magico perché non contiene tutti i numeri da 1 a 16. Mancano il 12 e il 16 mentre il 10 e il 14 sono ripetuti due volte.
Definizione di quadrato magico. In generale un quadrato magico si costruisce disponendo tutti i numeri interi da 1 a n2 in una griglia di n*n caselle in modo tale che la somma dei numeri di ogni riga, di ogni colonna e di ogni diagonale sia sempre la stessa. Il numero di righe (e di colonne) si chiama ordine del quadrato, mentre la somma di una riga (o colonna o diagonale) si chiama costante magica.
Può esistere un quadrato magico di ordine 33?
Quali sono le proprietà matematiche di questo quadrato numerico?
Ha un significato religioso o occulto?
Note (tratte da: http://it.wikipedia.org/wiki/Sagrada_Familia). La Sagrada Família, nome completo in lingua catalana Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona, Catalogna (Spagna) è il capolavoro di Antoni Gaudí, architetto catalano, definito l'architetto di Dio.
Nel 1866 nacque l'Associació Espiritual de Devots de Sant Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe), con l'intento di promuovere la fabbricazione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Tramite le donazioni che riceveva, l'associazione comprò il terreno su cui ora sorge la chiesa nel 1881 e in seguito si apprestò alla costruzione.
L'incarico fu affidato ad Antoni Gaudí nel 1884. Egli lavorò al progetto e seguì i lavori di costruzione per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 della sua vita.
La Sagrada Familia non è stata ancora finita: è completa per il 55%, ma si prevede che al suo completamento possa essere la più grande basilica del mondo.
Dal 1940 gli architetti Francesc Quintana, Puig Boada, e Lluis Gari hanno portato avanti i lavori. Le sculture di J. Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate.
La costruzione della chiesa è tutt'oggi finanziata dalle donazioni all'associazione e i lavori procedono lentamente, anche a causa delle difficoltà del progetto. Numerosi edifici circostanti dovranno essere abbattuti per far posto alla scalinata principale.
Risposte & riflessioni
Non può esistere un quadrato magico di ordine 4 e di costante 33. Infatti, la costante di un qualunque quadrato magico di ordine 4 è:
costante = (somma dei numeri interi da 1 a 16) / 4 = (16*17/2)/4 = 136/4 = 34
La tavola di Subirachs ricorda il quadrato magico di Durer.
163213
510118
96712
415141
Quadrato magico di Durer (Melencholia)
Ruotiamo il quadrato di 180°.
114154
12769
811105
132316
Quadrato magico di Durer ruotato di 180°
Sottraiamo 1 a quattro numeri opportuni.
114144
11769
810105
132315
Quadrato numerico di Subirachs.
Ma si può fare anche così, ad esempio.
114153
12669
711105
132216
Perché Subirachs ha scelto proprio quei numeri? Ecco una possibile spiegazione. I numeri che compaiono due volte sono 10 e 14. La loro somma è 10+10+14+14 = 48. Ma 48 è anche la somma delle lettere della parola INRI (nell'alfabeto latino). INRI = 9+13+17+9 = 48.
ABCDEFGHIKLMNOPQRSTVXYZ
1234567891011121314151617181920212223
Le lettere I N R I furono scritte sopra la croce di Gesù e sono l'abbreviazione di Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum (Gesù Nazareno Re dei Giudei).
Una interessante interpretazione di George Zimmerman del quadrato numerico si trova in questa pagina: http://www.markfarrar.co.uk/gzimmerman01.htm (Article About The Subirachs Magic Square).
(via Il quadrato magico di Subirachs)
0 notes
fotografoinviaggio · 8 months ago
Text
Braga: la gemma nascosta del Portogallo
Braga, conosciuta come la "Roma del Portogallo", è una città che riesce a incantare chiunque la visiti. Fondata dai Romani, Braga è una delle più antiche città del Paese, e ogni angolo racconta storie di un passato ricco e affascinante. Mentre passeggi per le sue strade acciottolate, ti ritroverai avvolto da un'atmosfera di meraviglia e bellezza. Le chiese maestose e i palazzi seculari si ergono come guardiani di una storia millenaria, ogni struttura un capitolo scritto nel libro della vita di questa città straordinaria.
Tumblr media
Un viaggio tra storia e architettura
Braga non è semplicemente una città; è un museo a cielo aperto. Tra le sue strade si trovano meraviglie architettoniche che spaziano dallo stile romanico al barocco, rendendo ogni visita un'esperienza visiva affascinante. La maestosa Sé de Braga, la cattedrale principale della città, è un esempio chiave di questo ricco patrimonio. Costruita nel XII secolo, la cattedrale non è solo un luogo di culto, ma anche un simbolo della storicità di Braga. Camminando al suo interno, rimarrai stupito dalla delicatezza dei lavori in legno e dalle decorazioni artistiche che adornano gli altari.
Tumblr media
Ma la bellezza di Braga non si limita alla cattedrale. Ogni via e ogni piazza raccontano una storia. Una tappa imperdibile è il Santuario do Bom Jesus do Monte, un luogo di pellegrinaggio situato su una collina. La sua scalinata monumentale, costellata di fontane e statue, offre una vista panoramica mozzafiato sulla città. Salire i numerosi gradini è un'esperienza che unisce spiritualità e avventura. Concludendo questa ascensione, ti sentirai non solo fisicamente soddisfatto, ma anche in armonia con l'energia storica di Braga.
Tumblr media
Un patto con il passato La storia di Braga è anche intrecciata con gli eventi che l'hanno plasmata nel corso dei secoli. Fondativa nell'epoca romana, la città ha visto passare diverse culture e dominazioni. Ogni periodo ha lasciato un'impronta unica, creando un mosaico di influenze che si riflettono negli edifici e nelle tradizioni locali. Passeggiando per il centro, scoprirai edifici medievali che raccontano storie di battaglie, di trionfi e di conquiste.
Tumblr media
Non dimentichiamo che Braga è anche un importante centro religioso. La città ospita diverse festività, tra cui quella della Settimana Santa, caratterizzata da processioni che ridestano l'entusiasmo dei locali. I visitatori vengono attratti non solo dalla bellezza architettonica, ma anche dall'eco delle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Qui, dentro i confini di Braga, il tempo sembra essersi fermato, permettendo a chi la visita di immergersi completamente in un'altra epoca.
Tumblr media
I sapori di Braga Non si può parlare di Braga senza menzionare la sua incredibile gastronomia. La cucina portoghese, ricca di sapori e tradizioni, raggiunge un apice a Braga, dove ogni piatto è una celebrazione della terra e della cultura. I ristoranti offrono una varietà di piatti tipici, dai freschi frutti di mare alle carni succulente, ognuno preparato con la massima cura e passione. Dirigiti verso un ristorante tradizionale e lasciati tentare da una porzione di "Francesinha", un panino farcito con carne e salsiccia, ricoperto da una salsa di pomodoro e birra.
Tumblr media
Oltre alla Francesinha, non puoi perderti il "Caldo Verde", una zuppa deliziosa a base di cavolo verde, patate e salsiccia, perfetta per riscaldarti nelle fresche serate portoghesi. La serenità della gastronomia di Braga risiede nella freschezza degli ingredienti e nell'arte della tradizione culinaria. Ogni piatto è un invito a scoprire le ricchezze agricole e marine che registrano la grande varietà del territorio portoghese.
Tumblr media
La magia della Cattedrale di Braga
La Cattedrale di Braga, con la sua straordinaria architettura e il suo profondo legame con la storia di Portugal, è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti da visitare nel quartiere di Braga. Immagina di camminare tra le strade acciottolate di questa antica città, dove il profumo del pane fresco e il suono delle campane che risuonano nell'aria ti accolgono come un abbraccio caloroso. Questo meraviglioso monumento, noto anche come Sé de Braga, è un ponte che collega il passato con il presente, e ogni angolo racconta una storia affascinante.
Tumblr media
Braga, una delle più antiche città del Portogallo, è spesso considerata la capitale spirituale del paese. Camminando verso la cattedrale, ti ritrovi immerso in un’atmosfera dove la sacralità si intreccia con la vita quotidiana. Le piazze animate, i caffè all'aperto e i mercatini offrono un contrasto vibrante con la solennità dell'edificio sacro che si erge fieramente contro il cielo blu. E così, il nostro viaggio alla scoperta della Cattedrale di Braga ha inizio.
Tumblr media
Il fascino dell'architettura
Già dalla prima vista, la Cattedrale di Braga cattura l’attenzione con la sua maestosa facciata romana, ornata da dettagli barocchi che raccontano di un'epoca passata. Costruita nel 1066, la cattedrale è un perfetto esempio di architettura che fonde diversi stili nel corso dei secoli. Avvicinandoti, puoi notare le intricate sculture che adornano le porte, raccontando storie bibliche e leggende locali. Ogni dettaglio è una piccola poesia visiva che si svela davanti ai tuoi occhi.
Tumblr media
Ma non è solo l'esterno a sorprendere. Entrando nella cattedrale, ti avvolge immediatamente un’atmosfera di tranquillità e sacralità. Il soffitto a volta, alto e imponente, sembra sfidare le leggi della gravità mentre riesci a scorgere i meravigliosi affreschi che decorano le pareti. Il gioco di luce proveniente dalle vetrate colorate crea un’atmosfera mistica, trasformando la cattedrale in un luogo di meditazione e riflessione. Senza dubbio, ogni visitatore resta colpito dalla bellezza di questo luogo, un rifugio spirituale nel cuore di Braga.
Tumblr media
Una storia intrigante
La cattedrale non è solo un capolavoro architettonico; è anche un custode della storia portoghese. Nel corso dei secoli, ha vissuto eventi cruciali, dall’incoronazione dei re alle cerimonie religiose più importanti. Ad esempio, è stato qui che il re Alfonso I, noto anche come Alfonso Henriques, ricevette la benedizione e il supporto della Chiesa nel 1140, un momento determinante per la fondazione del Portogallo come nazione indipendente.
Tumblr media
Inoltre, la Cattedrale di Braga è testimone di trasformazioni culturali e sociali. Durante il periodo della Reconquista, la cattedrale ha rappresentato la resilienza e la determinazione del popolo portoghese. Le sue mura hanno assistito a battaglie, celebrazioni e cambiamenti, mantenendo intatto il suo spirito. Visitare la cattedrale significa quindi immergersi in secoli di storia e passioni, in un luogo che ha visto la nascita e la caduta di imperi.
Tumblr media
Riti e tradizioni che ispirano
La Cattedrale di Braga non è soltanto un luogo di visita turistica; è anche un importante centro di vita religiosa e celebrazioni tradizionali. Ogni anno, migliaia di pellegrini si radunano qui per partecipare alle feste religiose, che sono elementi fondamentali della vita collettiva della città. Tra queste, spiccano le celebrazioni per il Santissimo Sacramento, un festival che si tiene in occasione della festa della Sacra Eucaristia. Durante questo evento, la città di Braga si riempie di colori, musica e fede.
Tumblr media
Le tradizioni locali si intrecciano così con la spiritualità della cattedrale, creando un'atmosfera unica che affascina i visitatori. Non è raro vedere famiglie locali recarsi in cattedrale per le celebrazioni, vestiti con costumi tradizionali e portando offerte ai loro santi. Questo senso di comunità è palpabile, e chiunque visiti la cattedrale potrà percepire l’amore e il rispetto che gli abitanti di Braga nutrono per questo luogo sacro.
Tumblr media
  Read the full article
0 notes
cleliaaconti · 11 months ago
Text
Tumblr media
Nome: Foro Romano (Forum Romanum)
Data di costruzione: VII secolo a.C. (inizio)
Tipologia: Area archeologica e spazio pubblico centrale
Funzione: Centro politico, religioso, commerciale e giudiziario dell'antica Roma
Posizione
Città: Roma, Italia
Collocazione specifica: Tra il Palatino e il Campidoglio
Principali Monumenti e Strutture
Tempio di Saturno: Uno dei templi più antichi, dedicato al dio Saturno.
Tempio di Castore e Polluce: Costruito in onore dei Dioscuri.
Tempio di Vesta: Santuario delle Vestali.
Basilica Giulia: Edificio per le attività giudiziarie e amministrative.
Basilica Emilia: Struttura utilizzata per attività commerciali e bancarie.
Arco di Settimio Severo: Arco di trionfo eretto nel 203 d.C. per commemorare le vittorie dell'imperatore.
Rostra: Tribuna degli oratori.
Curia: Sede del Senato romano.
Storia e Sviluppo
Origine: Nato come un mercato all'aperto e poi evolutosi in centro della vita pubblica romana.
Periodo di massimo splendore: Durante l'età repubblicana e imperiale, il Foro fu ampliato e abbellito con numerosi edifici e monumenti.
Declino: Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il Foro perse progressivamente la sua importanza, cadendo in rovina.
1 note · View note
ernestdescalsartwok · 1 year ago
Video
SANT SALVADOR DE GUARDIOLA-PINTURA-ART-ESGLESIA-ARBRES-PAISATGES-CONTRALLUM-PINTOR-ERNEST DESCALS
flickr
SANT SALVADOR DE GUARDIOLA-PINTURA-ART-ESGELESIA-ARBRES-PAISATGES-CONTRALLUM-PINTOR-ERNEST DESCALS por Ernest Descals Por Flickr: SANT SALVADOR DE GUARDIOLA-PINTURA-ART-ESGELESIA-ARBRES-PAISATGES-CONTRALLUM-PINTOR-ERNEST DESCALS- La iglesia de SANT SALVADOR DE GUARDIOLA, pueblos de la comarca del Bages en la Catalunya Central, entre los árboles que la acompañan en la parte más elevada del pueblo, el antiguo edificio religioso parece flotar sobre la húmeda hierba en un paisaje de contraluz, sensaciones de intensa mística con acentos paisajistas mientras el suave viento se mueve con lentitud. Pintura del artista pintor Ernest Descals sobre papel de 50 x 70 centímetros, pintar los lugares en su atmósfera.
1 note · View note
edicoladelcarmine · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
EDICOLE VOTIVE DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
Sul muro perimetrale dell'ex Monastero di Sant'Egidio, sec. XVII, è inserita l'edicola Sacra dedicata alla Madonna del Carmelo, in Via San Nicola, Roma (RM). Il Monastero, dedicato a Sant'Egidio, ospitò l'ordine religioso delle Carmelitane che, nel Rione Trastevere, dalla canonizzazione di Santa Teresa d’Avila, la mistica del monte Carmelo (1622), imposero il loro ordine con l’edificazione di numerosi edifici.
Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/EdRoma4.html
Per aggiungere informazioni: [email protected]
0 notes
raffaeleitlodeo · 1 year ago
Text
Molt* trovano la situazione paradossale. Ma il Sudafrica non può che accusare lo Stato (di Isr@ele) se vuole riferirsi alla "Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio" del 1948.
La quale infatti, oltre a qualificare il crimine di genocidio come atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, chiama in causa non solo le responsabilità individuali, ma anche la responsabilità dello Stato (per la commissione del reato o per omessa prevenzione e punizione del crimine). Non poteva fare altrimenti il Sudafrica, insomma, se voleva richiamarsi alla "Convenzione" (e se voleva farlo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU). Né si possono usare, nel dibattito attuale, altre parole che quelle della "Convenzione", se il quadro di riferimento del diritto internazionale è questo.
Cosa diversa dal capo di imputazione sono le accuse, da provare come in un qualsiasi dibattimento (in questo caso non un processo ma una disputa tra Stati). Lo Stato di Isr@ele può essere giudicato responsabile di "genocidio"?
I termini sono importanti, sempre. E ancor più nel diritto, dove sono - dovrebbero essere - chiari, precisi, monosemici. "Genocidio" non equivale a "crimini di guerra" né a "crimini contro l'umanità". Sembrano distinzioni di lana caprina, di fronte alla brutale escalation degli ultimi mesi, e alla morte di decine di migliaia di persone, ma sono distinzioni importanti, che è bene ricordare anche a chi fa informazione in questi giorni, e discutendo qui come altrove.
Della definizione di "genocidio" si è già detto. Fu, come noto, l'avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin a coniare il termine durante il processo di Norimberga per descrivere lo sterminio nazista di sei milioni di ebrei. Il reato di genocidio venne poi formalmente creato proprio attraverso la “Convenzione sul genocidio del 1948” come crimine internazionale: molto specifico ed anche molto difficile da provare, poiché - secondo la giurisprudenza - richiederebbe la prova della cosiddetta "motivazione mentale".
I "crimini di guerra" sono invece gravi violazioni del diritto internazionale commesse contro civili e combattenti durante i conflitti armati (art. 8 dello Statuto di Roma del 1998, col quale si è istituita la Corte Penale Internazionale dell'Aia). Lo statuto li definisce come "gravi violazioni" delle Convenzioni di Ginevra del 1949, che coprono più di cinquanta scenari, tra cui uccisioni, torture, stupri e presa di ostaggi, nonché attacchi a missioni umanitarie. Il suddetto articolo 8 riguarda anche gli attacchi deliberati contro civili o "città, villaggi, abitazioni o edifici che sono indifesi e che non sono obiettivi militari" nonché "la deportazione o il trasferimento di tutta o parte della popolazione" di un territorio occupato.
“Crimine contro l'umanità” è infine un concetto formulato per la prima volta l'8 agosto 1945, e codificato nell'articolo 7 dello stesso Statuto di Roma. Implica "un attacco diffuso o sistematico diretto contro qualsiasi popolazione civile", inclusi "omicidio" e "sterminio", nonché "riduzione in schiavitù" e "deportazione o trasferimento forzato" della popolazione. I crimini contro l'umanità possono verificarsi in tempo di pace (qui sta la principale differenza con i crimini di guerra) e includono torture, stupri e discriminazioni, siano esse razziali, etniche, culturali, religiose o di genere.
Non so – anzi, mi chiedo – se il Sudafrica abbia fatto 'tecnicamente' bene a chiedere la condanna dello Stato di Isr@ele in base alla “Convenzione” del 1948 di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia (soggetta, suo malgrado, all'influenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU), o se invece non occorresse potenziare l'azione della Corte Penale Internazionale (il cui mandato è però fortemente ostacolato da molti, e di difficile attuazione), reiterando le accuse nei confronti dei rappresentanti di quello Stato per “crimini di guerra” o “crimini contro l’umanità”.
Mi chiedo se una causa contro Net@nyahu e i membri del suo governo non sarebbe forse più diretta e penalmente dimostrabile e chissà – last but not least - capace anche di ridare fiato a quell'opposizione interna israeliana che le stragi del 7 ottobre hanno ridotto alla rassegnazione e alla paura (di finire in galera, ad esempio, se manifestano contro il primo ministro). E mi chiedo se così, forse, non si potrebbero anche separare le responsabilità e le scelte di un governo dalla storia di un popolo (che si identifica in quello Stato), togliendo dal quadro i paragoni impropri (vedi: processo di Norimberga), l'antisemitismo, l'Olocausto, e tutte le loro drammatiche implicazioni.
Lo dico altrimenti: bisognerebbe finalmente sgomberare il campo sia dalla minimizzazione dell’antisemitismo e della Shoah – che non dovrebbero essere paragonati a niente, per la loro specificità storica e per la loro tragica unicità – sia dalle accuse di antisemitismo verso chi esprime dolore e rabbia per le sorti del popolo palestinese e muove critiche verso le politiche del governo di Isr@ele e le azioni del suo esercito.
Temo (ma spero di sbagliarmi) che il dibattito intorno al processo in corso alla Corte di Giustizia Internazionale rischi invece sia di rendere ancora più compatta la (auto)difesa di Net@nyahu, sia di alimentare l'antisemitismo (come dimostra, appunto, il largo uso di paragoni impropri).
Personalmente, ho sempre cercato di contrastare - coi miei interventi pubblici e i miei lavori, a partire da "Parole contro" (2004) - l'antisemitismo, svelandone gli aspetti più insidiosi nella 'cultura popolare' e nel senso comune, e di usare con la massima cautela e sensibilità le parole “Shoah” e “Olocausto”, e trovo offensivo e diffamante essere accusato di antisemitismo se mi esprimo per il "cessate il fuoco" o per il rispetto dei diritti umani in P@lestina e Isr@ele, avendo tra l'altro detto parole chiare e univoche - vedi un post di qualche tempo fa - di condanna alle atrocità di Ham@s del 7 ottobre.
E spero oggi che il dibattimento in corso all’Aia – indipendentemente dai suoi esiti niente affatto scontati in termini penali, e da certe approssimazioni mediatiche - possa finalmente smuovere la comunità internazionale e mettere al centro gli orrori, le ingiustizie, i diritti umani negati, e le vite spezzate nella Striscia di Gaz@, in Palestin@, e in Isr@ele. A questa mattanza - e a chi la alimenta: il terrorismo nichilista di Ham@s e dei suoi sostenitori e l'ultra ortodossia colonialista israeli@na - occorre rispondere con il diritto internazionale (anzi, con il diritto alla vita, una vita dignitosa, per tutte le persone coinvolte) e con un piano di pace, di lungo periodo, che deve trovare consenso e forza, oltre i timidi equilibrismi e i vergognosi silenzi-assensi (della UE, ad esempio).
Soprattutto, non credo si possa più assistere a ciò che sta avvenendo pensando che l’unica opzione sia quella di un conflitto che duri indefinitamente, e che continuerà a fare migliaia di morti, per la stragrande maggioranza civili. Né posso credere che chi vive prigioniero nella Striscia di Gaz@ - da generazioni, e non ha mai avuto alcuna possibilità di essere liber* cittadin* del mondo - non possa avere un destino diverso. O che chi vive in Isr@ele debba sentirsi continuamente minacciato da atti terroristici e in guerra permanente, così come chi vive in P@lestina debba avere il terrore che da un giorno all'altro arrivi qualcuno a espropriarti della tua terra, della tua casa, del tuo futuro.
Ecco: spero che, paradossalmente, il dibattimento in corso all’Aia - spingendo innanzitutto per un cessate il fuoco - possa far(ci) ricominciare a parlare di futuro. Un futuro per due popoli, e per il diritto ad esistere di entrambi.
Federico Faloppa, Facebook
0 notes
cinquecolonnemagazine · 1 year ago
Text
Turchia e Sudafrica all'Aja contro Israele, cosa succede?
La Turchia e il Sudafrica hanno presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (CPI) contro Israele, accusandolo di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. La denuncia si basa sulle azioni militari di Israele nella Striscia di Gaza che da ottobre 2023 ad oggi hanno portato alla morte di oltre 20mila civili. Le due nazioni accusano Israele di aver bombardato deliberatamente obiettivi civili, come scuole, ospedali e case, e di aver ucciso indiscriminatamente civili. Israele ha respinto le accuse, affermando che le sue azioni erano necessarie per difendersi dai bombardamenti palestinesi. La CPI ha aperto un'inchiesta sulla denuncia, che potrebbe durare diversi anni. La denuncia di Turchia e Sudafrica contro Israele La denuncia presentata da Turchia e Sudafrica è la prima volta che un paese musulmano accusa Israele di genocidio. L'accusa di genocidio è particolarmente grave, in quanto implica la volontà di distruggere un intero gruppo etnico o religioso. La denuncia di Turchia e Sudafrica si basa su: - I dati delle Nazioni Unite, secondo cui sono stati uccisi oltre 20mila palestinesi durante le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza da Ottobre 2023 ad oggi - Le testimonianze di testimoni oculari, che hanno riferito di bombardamenti su obiettivi civili, come scuole, ospedali e case - Le immagini satellitari, che mostrano danni a edifici civili La risposta di Israele Israele ha respinto le accuse di genocidio, affermando che le sue azioni erano necessarie per difendersi dai bombardamenti palestinesi. Il governo israeliano ha affermato che le accuse di Turchia e Sudafrica sono "infondate e basate su propaganda palestinese". Israele ha anche affermato che la CPI non ha giurisdizione sul caso, in quanto la Striscia di Gaza non è un territorio sovrano. L'inchiesta della CPI La CPI ha aperto un'inchiesta sulla denuncia, che potrebbe durare diversi anni. L'inchiesta sarà condotta da un team di procuratori, che dovranno raccogliere prove e testimonianze. Se la CPI dovesse trovare Israele colpevole dei reati contestati, potrebbe emettere un mandato di arresto per i responsabili. Le conseguenze della denuncia La denuncia di Turchia e Sudafrica potrebbe avere importanti conseguenze sul conflitto israelo-palestinese. Se la CPI dovesse trovare Israele colpevole di genocidio, sarebbe una svolta importante nella storia del conflitto. La sentenza della CPI potrebbe portare a un isolamento internazionale di Israele e a una pressione maggiore per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Tuttavia, è importante notare che la CPI è un'istituzione complessa e che i processi davanti alla Corte possono essere lunghi e complessi. Potrebbero volerci diversi anni prima che la Corte si pronunci sulla denuncia di Turchia e Sudafrica. Foto di Sang Hyun Cho da Pixabay Read the full article
0 notes
personal-reporter · 2 years ago
Text
Festa di San Rocco 2023 a Crana
Tumblr media
A Santa Maria Maggiore la giornata di mercoledì 16 agosto sarà dedicata alla Festa patronale di San Rocco, presso la frazione di Crana, organizzata dall'Associazione Insieme per Crana. Comune del Parco Nazionale della Val Grande, che ha ottenuto il riconoscimento di Bandiera Arancione. Santa Maria Maggiore è considerata il cuore  politico e religioso della Val Vigezzo, storicamente fu sede del Mandamento, da cui il Pretore di Valle esercitava la propria giurisdizione, e della Chiesa principale, da cui si staccarono le parrocchie di tutti i paesi. Il paese ospita tre strutture museali, come il Museo dello Spazzacamino, la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini e il Locale del Costume Vigezzino. Le frazioni di Crana e Buttogno conservano ancora una struttura rurale, impreziosita da dipinti e edifici di culto realizzati con il sostegno economico di benefattori emigrati all’estero. Crana è la frazione alta di Santa Maria Maggiore, con una piazzetta dove si trovano   due edifici religiosi, la chiesetta dedicata a San Giovanni Evangelista e l’affascinante piccolo Oratorio di San Rocco, interamente affrescato con dodici grandi riquadri che figurano la vicenda biografica del Santo, si intersecano uno nell’altro. Inoltre Crana è stato comune indipendente per alcuni periodi, con vicende alterne, ma dal 1845 la sede comunale fu trasferita definitivamente a Santa Maria Maggiore. Fino al 1555, non ebbe una casa comunale e le vicinanze, che erano le assemblee dei vicini, cioè degli abitanti  del paese, si tenevano nella piazzetta antistante l’Oratorio di San Rocco. Un edificio comunale venne più tardi costruito grazie all’offerta di mille lire fatta da G.P. Femminis e al lavoro degli abitanti svolto per assolvere l’obbligo turnario di partecipazione ai lavori comunali. Circondato da boschi, Buttogno ha  uno schema architettonico che localizza a monte gli edifici rurali, e a valle le case signorili con giardino. La sua chiesa è dedicata a San Lorenzo e Sant’Antonio, e risale al 1652, dopo essere stata ricostruita sulla perimetria dell’Oratorio del 1421 e l’impronta rurale si osserva nel centro del paese, con le stalle e i cascinali in pietra eretti accanto ad architetture signorili, come la casa del pittore Lorenzo Peretti, riconoscibile per l’affresco con le iniziali LP sulla facciata, e la casa Simonis, in cui si uniscono la tendenza locale e il gusto barocco. Fra le vecchie strade del paese c’è il Centro Visite del Parco Nazionale Val Grande, noto per essere  un utile punto informativo del Parco. Read the full article
1 note · View note
castellsipalaus · 2 years ago
Text
Aalborghus Slot
Tumblr media
El castell d’Aalborg (en danès: Aalborghus Slot) és una edificació construïda amb el sistema d'entramat de fusta (bindingsværk, en danès) sota el regnat del rei Christian III entre 1539 i 1555, tot I que inicialment es va bastir com una fortificació.
Abans de la intervenció de Cristian III, ja existia un edifici, situat al sud del castell i datat cap a la dècada de 1340. Havia estat propietat de la reina Margarida I de Dinamarca (Margrete Valdemarsdatter) i va ser el lloc on va morir el rei Hans el 1513 en un accident mentre muntava a cavall.
La reina Margarida de Dinamarca va bastir el gran estat escandinau del segle XV sorgit de la Unió de Kalmar, que li va permetre reunir a les seves mans el regne de Noruega, el de Suècia (que llavors s’estenia fins a l’actual Finlàndia) i el de Dinamarca. Va ser regent  des de finals de la dècada de 1380 fins a la seva mort (1412).
Abans de que Christian III asumís la corona, el seu predeccessor i pare, Frederik I, va voler demolir l'edifici original (1530) i convertir el monestir franciscà d'Alborg en un castell, una intenció que insinuava els canvis religiosos que estaven a punt d’arribar al seu reialme.
Fredrik I va ser el darrer monarca catòlic de Dinamarca i de Noruega. Tot i que mai va assumir la corona de Noruega, era anomenat rei dels Vends i dels Gots i rei electe de Noruega.
Finalment, la decisió va quedar en mans d’en Christian III, que va executar la voluntat del seu pare i la demolició va arribar el 1539 seguida dels inicis de la construcció del nou castell. Christian III va regnar com a rei de Dinamarca des del 1534 i com a rei de Noruega des del 1537, fins a la seva mort el 1559.
Durant el seu regnat, Christian va estrènyer els llaços entre l'Església i la corona. Va establir el luteranisme com a religió d'Estat en els seus regnes en unir-se a la Reforma Protestant, i va ser el primer rei de Dinamarca-Noruega.
Però la construcció de Aalborghus Slot no es va aturar. Es va construir una muralla al llarg del fiord Limfjord i, més tard, el 1633, el rei Christian IV va construir una ala nord davant del port, que es va utilitzar com a graner per emmagatzemar queviures. Més tard es va construir una ala oest amb la mateixa finalitat, per emmagatzemar altres subministraments, com carn i peix. L'ala orientada al sud es va edificar entre 1808 i 1809, però tot el que queda avui del castell original és l'ala est.
1 note · View note