#Effigent
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corrudaily · 3 months ago
Note
the effigys maybe..? i love them
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167. i think a group of effigies should be called a garden
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reptilliancrocs · 2 years ago
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Sorry for not having posted in a while, as an apology here is Zane shadow knight edition… IT TOOK 5 EFFIG HOURS DUDE
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t-annhauser · 5 months ago
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l'aquilifero
La società S.S. Lazio da anni ha un falconiere che fa volare sopra lo Stadio Olimpico un'aquila prima di ogni partita casalinga, essendo l'aquila romana il simbolo della società S.S. Lazio. Si immagini qui la società A.S. Roma, a titolo di esempio, liberare un branco di lupi o la società F.C. Internazionale Milano un panierino di bisce prima di ogni partita a San Siro, per non parlare della società Juventus Football Club, a cui spetterebbe il non facile compito di contattare un circo per scritturare un branco di zebre. Presso l'esercito romano l'aquilifero era incaricato di custodire l'aquila in effige e la sua perdita sul campo di battaglia era considerata un evento infausto. L'aquila venne persa per esempio a Carre, dove trovarono la morte Marco e Publio Licinio Crasso, e nella disfatta di Teutoburgo, quando vennero annientate tre legioni. In entrambi i casi le effigi vennero recuperate e portate in trionfo a Roma, con grande sollievo per la popolazione. Numerosi i casi di aquiliferi che con il loro ardimento hanno trascinato alla battaglia l'esercito titubante, come per esempio al primo sbarco di Cesare sulle coste del Kent, quando, intimoriti dagli avversari, i legionari si decisero a sbarcare per proteggere un aquilifero che era scappato da solo verso il nemico. Per sua fortuna, chiamate ormai le aquile a cimenti ben più pacifici, la perdita momentanea del falconiere potrebbe costare alla Lazio solo una passeggera flessione nella media inglese.
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anchesetuttinoino · 5 months ago
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Save the date
Mercoledì 15 gennaio 2025 alle ore 18:00 in Vicolo del Fico n. 3 a Roma appuntamento IMMANCABILE:
🎶 🎵🎧Aperitivo e DJ Set con la star Roberto Speranza (già Ministro della Salute). 🥤🥃
💉 Karaoke all together con la nota canzoncina "Sisisi vacci-nia-moci" 🎶
💉Balli di gruppo ospedalieri con la Gang degli Infermieri
💉Sfilata carrozzellati lesionati dai vaccini con molotov in mano fuori dal locale
💉Svendita libri destinati al macero "Perchè guariremo". Un libro che ha battuto tutti i record di ritiro fast dalla vendita, categoria umorismo.
💉Prenotazioni prossimo libro: "Come ho imparato a non preoccuparmi e amare il vaccino", che verrà messo in vendita postumo.
💉Gara lancio siringhe sul cartonato della sua effige
💉Sketch umoristici tratti dal suo spettacolo itinerante "Avevate firmato il consenso"
💉Domande del pubblico a cui non darà risposta ma farà le faccette buffe
💉Spettacolo di Illusionismo, già vincitore di diversi talent show, dove il ministro incatenato e ammanettato si farà chiudere in una cabina sul palco, e una volta riaperta SARA' SPARITO!
Vi aspettiamo numerosi!
📣 (L'ex ministro DJ HOPE è disponibile anche per feste a tema, pigiama party addii al celibato, matrimoni, compleanni, lauree, funerali)
❓FAQ: "Sì, la locandina E' VERA. Il programma della serata è la mia interpretazione della medesima"
Segui ➡️ 🌐  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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hollowforhollow · 7 months ago
Note
@levireonhato
*Non esiste uomo che percorra la proprio strada senza che essa gli venga sbarrata dinnanzi.
E' così caotica la vita. Sembra quasi senza senso.
Le persone temono troppo il futuro, così tanto da non godersi il presente.
E quando quel futuro arriva, sono sempre le prime a piangersi addosso e a rimuginare sui rimpianti del passato. Non si riesce più a godere del presente.
Ed è proprio in questo presente che fonderai nuovamente le tue radici, Dimitri. E' in questo presente che l'eco del tuo spirito inizierà a progredire con un crescendo sempre più imponente.
Una marcia militare la tua. Imperterrita, costante, retta sulla tua via, ed incalzante come un coro che si innalza all'interno di uno stadio.
Bhe, che dire: Showtime!!.
Rieccoci. Rieccoti!. Camminare lungo quelle fredde strade che non scorciavano la tua presenza da parecchio tempo.
Ed effettivamente era così. Sei sparito per molto tempo, e solo tu sai cosa è successo in quell'asso temporale che ti ha visto profondamente cambiato.
Nessun'altro deve saperlo.
La tua siluette camminava composta ed eretta in quella strada del centro città formata da pavimentazione a sanpietrino.
La suola delle tue scarpe eleganti rintoccava sui ciottoli dell'asfalto intonando un eco simile ad una goccia che lentamente sgorga da un tubo.
Postura dritta e signorile, con le braccia incrociate dietro la schiena a sorreggere quello che all'apparenza sembrerebbe un bastone, e spalle larghe e rigide.
Le iridi rosse brillavano di luce propria nell'oscurità della notte, così come quel tuo sorriso sornione a 32 denti che non si abbandonava ad ulteriore espressione facciale alcuna.
Un sorriso spettrale, che dava un senso di autorevolezza e carisma ma al contempo un effimero sorriso autoimposto per celare qualcosa di ancora più oscuro e tenebroso, qualcosa che ad occhio non esiste, ma c'è.
Quando la luce dei lampioni andava ad illuminare quel che bastava della tua figura, l'ombra che veniva riflessa sui prospetti delle case era ben diversa dalla figura umanoide che in realtà possiedi.
Era spettrale, dai denti aguzzi e grosse corna, da dita affilate come lance ed una struttura corporea dall'altezza smisurata e molto magra.
Sembrava che anche l'ambiente, senza il tuo volere, venisse condizionato al tuo passaggio totalmente privo d'intenzione.
Un pò come se la tua essenza maligna e demoniaca non riuscisse a rimanere totalmente assopita.
Eri inquietante, sei inquietante.
Dalla parte opposta della strada, venendo in tua direzione, scorgi una figura maschile.
Riuscivi a sentire la sua presenza sulla tua pelle, come se fossi entrato in campo elettromagnetico, o quando ti strofini un palloncino sulla pelle.
Non ti era per nulla nuova quella energia.
L'avevi già sentita, parecchio tempo fa.
Più vi avvicinavate e più potevi ricongiungere quell'aura a qualcuno a te di familiare.*
< James?...... >
*Dissi tu mantenendo sempre vivo e costante quel sorriso che come un effige indelebile solca la tua faccia.*
< James Rehonato?. No, probabilmente mi sto sbagliando. >
*Continuasti andandoti ora a fermare piantandoti con piedi uniti dinnanzi al ragazzo a qualche passo di distanza.
La tua elegante e nobile postura eretta, avvalorata dalla tua altezza, ti costringevano ad abbassare leggermente la testa, la quale ora era chinata leggermente di lato per poterlo guardare meglio.
I tuoi occhi penetranti e serpentini sembravano lame che si conficcavano sull'altrettanto sguardo del ragazzo*
< Mi devi perdonare, avvolte faccio fatica a ricordarmi quanta progenie ha popolato questo mondo. Dimmi ragazzo, quale dei tanti, oramai ex pargoli, del mio buon vecchio amico James sei tu? >
*Al termine della domanda ecco che vai a far roteare quel tuo bastone che fino poc'anzi tenevi dietro la schiena poggiandolo con la punta per terra dinnanzi a te avendo così un comodo appoggio per le mani, le quali reggevano entrambe il pomello posto al vertice.
La tua voce non sembrava arrogante o in qualche modo spaventosa o minacciosa.
Al contrario era, si particolare, quasi gracchiata, ma al contempo molto magnetica e persuadente, surrogata anche da quel tuo aspetto sornione*
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fayesemblemring · 2 years ago
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Faye's Fòdlan Journal: Season 1 - Episode 3: A Mystery Crest and a Mysterier Roster
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Had to cut it short on the last episode, so let's just get to the point.
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No promises, Rhea.
By the way, I appreciate the color of the border changing to the one of the house you've chosen to teach. Really nice touch.
Shortly after making our choice, Seteth's younger sister Flayn enters the room. Say hi to her.
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She seems nice and well-mannered. I swear though, her in-game hair looks like a piece of candy.
After being dismissed, Byleth goes to meet their new class, who are obviously surprised to learn they're the new professor.
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Byleth, interestingly enough, asks to be treated as a friend instead of their professor. Something that really makes me think my idea they really are uncomfortable with their new position at this point. Or at the very least in being in a place of authority. Makes sense, from what we know they've been at Jeralt's side the whole time, so the idea of leading is completely new to them.
The Lions are reluctant to accept their request but eventually relent, since they speak to Dimitri in pretty informal terms and he's their future king. All except Ingrid, who still doesn't feel she could manage not paying the respect she feels owes her superiors. Luckily, Byleth is fine with it.
With Felix proposing a mock battle with Byleth in the future and most of the other students joining in, we bid them farewell for now.
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Understatement of the century, buddy.
Two days pass, and we recieve a pitiful sum of 1000 gold for funding our monthly activities. So we have 1500 gold in total.
Granted, we started the game on 4/20 (yes, really) and we're at 4/26 at this point such a low budget for barely a week of teaching is a bit more forgivable but still, there's a good chance the Officers Academy is underfunded on top of being understaffed.
Also, we heard nothing about a salary. Is Byleth even getting paid for this?
Because if not, no wonder Rhea can't find any teachers.
Her management issues aside, today we're meeting with Hanneman, who really wants to see if Byleth has a Crest using a mysterious device we never see on screen. But since Byleth doesn't know about Crests, Hanneman is more than happy to infodump before that.
I mention they're this world's Holy Blood, and they do work pretty similarly to Jugdral: Really powerful, granted by a goddess, passed down through bloodlines.
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Hanneman claims Crests have a power beyond mortal understanding, but given I have checked and do things like minor situational boosts that are neat but not that impressive (such as Dimitri's Crest occasionally doubling his weapon's Might)... yeah, I'm afraid I am going to need a citation for that.
If they are super powerful in the narrative, then they are doing a poor job at showing it. Which is weird because between the Holy Blood and the Emblems, this series usually does a good job at demonstrating superhuman powers in gameplay.
The reason Crest Detectors exist at all is because unlike Holy Blood, children of a Crest Bearer are not guaranteed to bear it themselves. Crests can in fact, stay dormant for generations only to reawaken in a random descendant.
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Anyway, he believes Byleth has a Crest. We of course know that's the case, because we checked the Status Screen. And given it's listed as a Mystery Crest, this makes his next reaction very understandable.
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True to its name, Byleth's Crest is one that has never been seen before, something that immediately sparks Hanneman's curiosity as he begins to investigate straight away.
But no matter what he finds out, it's pretty much a guarantee their Crest will turn out to be the strongest of them all. We're already beginning to see where the story is going with Byleth and it's not promising.
Hell, their Crest is also identical to the effige Sothis wears so, you know. (I am not even going to try and guess what that jewelry is called)
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Another thing not promising at all is the ingame cutscenes.
This is my biggest criticism of Engage as well: instead of doing anything interesting with them, they consist of all the characters in it standing around talking and having a few stock animations with the same camera movements every time. And if there are any objects, they will at best be shown with a sprite, which is not even the case for Hanneman's device. As of know, I have no idea what it looks like.
I am a bit more forgiving towards Three Houses is only for its much, much larger scope, but given that most of 3H's criticism I see online has to do with poor pacing and padding, reused content and inconsistent characterization... you kinda have to wonder if having such a big scope was even worth it.
In Engage the ingame cutscenes were saved only due to the voice acting and music. I hope I'll be able to say the same for this game.
These criticisms aside, we leave Hanneman to nerd out over Byleth's Crest.
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The next day Rhea introduces us to the Calendar, the defining feature of this game which... looks really daunting. Not gonna lie, my head is starting to spin already.
Luckily for me, we are not going to engage with it this episode. I have a few things I still have to discuss from last episode, after all.
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Let me introduce you to the Roster. It's an option on the Monastery Menu which, contrary to its 3DS incarnation, gives us a LOT of insight on every character, even those not from the house you chose.
On top of the gameplay relevant information like stats, items, skills, classes mastered, Combat Arts and Abilities, you also learn some fun extra information such as their personal history, their height and their age.
This is true for every character... except for one.
You see, Byleth's age is missing.
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As far as I looked, they are the only character for which this happens.
And if other characters claim them to be a child or around the same age of the students who are around 17 but they're actually not... well, there's only one explanation in this series.
Granted Byleth doesn't have pointy years, but I'm pretty sure not counting Alear who came after Byleth, there may be a few other examples of dragons having regular ears? Half-dragons, at least.
Speculations about Byleth's true nature aside, one thing's for sure: the fact the year of their birth as the child of Jeralt is listed as unkown kinda makes me doubt the claims they're his biological child. Because if that was the case, surely he'd know the year they were born, right?
The other thing that caught my eye was reading Dimitri's personal history.
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The Tragedy of Duscur.
We haven't heard this event mentioned in the game proper yet, but the fact Dimitri is listed as the sole survivor and I couldn't find Duscur anywhere on the Fòdlan map (I even checked again)... makes me assume the worst.
It also happened four years before the game's start. Which is also the year Dedue, the only character we know comes from Duscur, swore loyalty to him. At least something good came out of it....?
Oh, and it also means Dimitri got horribly traumatized when he was thirteen. Dear Sothis, no wonder he doesn't want to talk about his past.
Also I'd be very, very suprised if this doesn't come up later during his slippery slope into... whatever his deal in the timeskip is.
In any case, I'm gonna end this short episode here. Next time, we will start our first proper day on the job.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Elefanti e zanzare
Ci sono tanti modi di riempirsi di debiti, dai più nobili ai più beceri. C’è chi firma cambiali per comprarsi l macchinone, chi è costretto ad aprire un mutuo per pagare le spese mediche a un figlio. C’è chi compra una casa per la sua famiglia e chi, moderno Dimitri Karamazov, si sputtana tutto in feste donne alcol e droghe. C’è chi lo fa per se, chi per i propri familiari, chi per investimento e chi per vanagloria. E poi c’è Novello Malatesta, mio nuovo eroe. Siamo nel 1400, a Cesena. Si respira aria di Rinascimento, ma la vita non è affatto facile: l’Europa è devastata da ondate successive di peste nera, l’Italia è dilaniata da guerre. Le condizioni igieniche sono terribili, la mortalità infantile è altissima, l’aspettativa di vita media è di trentacinque anni. La cultura? Roba per pochi. La stampa devono ancora inventarla, la carta è poco diffusa, i libri sono rari e difficili da realizzare. Costosissimi. In un’epoca in cui potere e ricchezza si misuravano in terra, un manoscritto in pergamena arrivava a costare l’equivalente di due o tre poderi. Bene, in questo scenario si svolge la storia di Domenico Malatesta, signore di Cesena, soprannominato Novello. L’emblema dei Malatesta era l’elefante indiano, e Novello scelse come effige un Elefante accompagnato dall’epigrafe: “L’elefante non teme le zanzare” Era un bel personaggio Novello. Costantemente in lite col fratello Sigismondo, signore di Rimini; liti che per anni sfociarono in una sanguinosa guerra, terminata solo grazie all’intervento pacificatore degli Este. Ma le guerre col fratello erano solo una distrazione da quello che era il suo intento principale: far grande la sua città. E così, malgrado le guerre e le liti familiari, durante gli anni illuminati del suo governo commissionò fortificazioni, ospedali, importanti opere di ingegneria civile (tra cui addirittura un traforo nel quale far scorrere un canale che doveva alimentare mulini). E poi iniziò la costruzione di quello che era il suo sogno, e che diventò la sua ossessione: la grande Biblioteca Malatestiana, quella che diventerà la prima biblioteca civica d’Italia. Commissionò la costruzione all’architetto Matteo Nuti, e insieme a lui concepì quella che è uno dei più palpabili esempi di amore per la cultura. Il fuoco, nemico per definizione dei libri, era bandito, quindi niente candele. Per poter leggere serviva la luce, quindi la struttura doveva essere piena di finestre. Anche l’acqua è nemica dei libri, quindi serviva un giusto grado di umidità e un’adeguata areazione. Il risultato è una biblioteca pensata come una chiesa, dove però la divinità venerata sono i libri. I libri, preziosissimi, sono incatenati ai banchi, i meravigliosi “Plutei” in legno, che fanno da panche, scaffali e leggio. La particolarità qui è che non �� il libro che viene portato al banco di lettura, ma è lo studioso che deve andare dal libro, che ha una sua posizione fissa. Il libro al centro, più dell’uomo che lo legge; il libro come oggetto di culto di rispetto e venerazione, in una biblioteca che sembra una Cattedrale. Così il nostro Novello, dopo aver definito il progetto, inizia a spendere per le opere di realizzazione. Intanto c’è la Peste, ci sono le guerre col fratello, ci sono le carestie: Novello non si fa distrarre, e porta avanti il suo sogno. La biblioteca sarà dichiaratamente pubblica, a beneficio della cittadinanza, ma ad un tratto le autorità cittadine, spaventate dall’aumentare vertiginoso dei costi, decidono di tagliare i fondi, dirottandoli su capitoli di spesa più concreti, e bloccano il progetto: Novello non si scoraggia, mette mano al suo ingente patrimonio personale, e di tasca sua continua a finanziare i lavori e ad acquistare volumi. I suoi consiglieri finanziari sono molto preoccupati, i fondi, pur abbondanti, sono agli sgoccioli, cercano di dissuaderlo e fermare quel suicidio economico: Novello se ne frega e compra sette rarissimi testi ebraici. Le casse sono ormai vuote, la biblioteca è completa ed inaugurata, ma non porta alcun reddito perché aperta gratuitamente a tutti gli studiosi; Novello riceve una lettera da Costantinopoli dove un suo agente ha reperito quattordici manoscritti greci, acquistabili per una somma da capogiro: Novello non ci pensa un attimo, si indebita mettendo a garanzia il suo patrimonio immobiliare personale e, contentissimo, perfeziona l’acquisto. Alla sua morte lascerà per testamento la biblioteca alla città di Cesena, con precise disposizioni sulla pubblica fruibilità e sulla figura professionale che dovrà prendersi cura dei libri (per i quali aveva previsto in pagamento di un fondo a parte). Ho un debole per chi vive di passioni. Se poi queste passioni sono destinate al bene collettivo, mi emoziono. Me lo immagino Novello, dopo aver firmato il mutuo per l’acquisto dei 14 codici greci; mi sembra di sentire la sua impazienza, nell’attesa che i libri arrivino da Costantinopoli; mi sembra di percepire il suo orgoglio, nel pensare a quanti potranno accedere gratuitamente a quella immensa fonte di cultura altrimenti preclusa a tutta l’Italia. Mi sembra di sentire i bisbigli e i mormorii dei suoi grigi burocrati, dei contabili, dei concittadini benpensanti che lo prendevano per pazzo: riempirsi di debiti per regalare libri al popolo, che follia! Ma gli elefanti non temono le zanzare E allora vai avanti Novello, per la tua strada. Da parte di tutti noi , amanti della lettura che hanno la fortuna di vivere in un’epoca in cui i libri sono accessibili a tutti, ti giunga un immenso ed imperituro grazie. E che questa storia possa aiutare tutti noi, ognuno di noi, a ricordarci ogni giorno come vogliamo vivere la nostra vita. Ogni giorno facciamo scelte che in qualche modo definiscono quello che siamo: Sta a noi decidere se essere Elefanti o Zanzare Foto di Andrea Sylos Labini per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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abcpoesia · 1 year ago
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Fluisce fra me e te nel subacqueo un chiarore
Fluisce fra me e te nel subacqueo un chiarore che deforma, un chiarore che deforma ogni passata esperienza e la distorce in un fraseggiare mobile, distorto, inesperto, espertissimo linguaggio dell' adolescenza! Difficilissima lingua del povero! rovente muro del solitario! strappanti intenti cannibaleschi, oh la serie delle divisioni fuori del tempo. Dissipa tu se tu vuoi questa debole vita che non si lagna. Che ci resta. Dissipa tu il pudore della mia verginità; dissipa tu la resa del corpo al nemico. Dissipa la mia effige, dissipa il remo che batte sul ramo in disparte. Dissipa tu se tu vuoi questa dissipata vita dissipa tu le mie cangianti ragioni, dissipa il numero L' troppo elevato di richieste che m'agonizzano: dissipa l'orrore, sposta l'orrore al bene. Dissipa tu se tu vuoi questa debole vita che si lagna, ma io non ti trovo e non so dissiparmi. Dissipa tu, se tu puoi, se tu sai, se ne hai il tempo e la voglia, se è il caso, se è possibile, se non debolmente ti lagni, questa mia vita che non si lagna. Dissipa tu la montagna che m'impedisce di vederti o di avanzare; nulla si può dissipare che già non sia sfiaccato. Dissipa tu se tu vuoi questa mia debole vita che s'incanta ad ogni passaggio di debole bellezza; dissipa tu se tu vuoi questo mio incantarsi, - dissipa tu se tu vuoi la mia eterna ricerca del bello e del buono e dei parassiti. Dissipa tu se tu puoi o la mia fanciullaggine; dissipa tu se tu vuoi, o puoi, il mio incanto di te, che non è finito: il mio sogno di te che tu devi per forza assecondare, per diminuire …
Amelia Rosselli
da La libellula [1958]
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edicoladelcarmine · 4 months ago
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RELIQUIARI DEL TERRITORIO DEDICATI ALLA MADONNA DEL CARMINE
Reliquiario a capsula con la Madonna del Carmelo di Chieti (CH) Descrizione: cornice formata da doppio filare di ferro trafilato intrecciato; teca a luce ovale; all'interno decoro in carta dorata e argento filato; sul retro effige della Madonna del Carmelo su carta stampata. Iscrizioni documentarie: (teca, interno, a destra, cartiglio) "S. Petr[...]", note: identificazione della reliquia; (teca, interno, in basso, cartiglio) "S. Cri[spi]nii M.", note: identificazione della reliquia. Materiali e tecnica usati: ferro trafilato; vetro; carta dorata; carta stampata. L'autore proviene da bottega abruzzese. La datazione risale alla seconda metà del secolo XVIII e misura cm 7.0x5.4 (HxL). Non si conosce l'esatta collocazione del bene ma risulta nell'inventario dei beni storici e artistici della Diocesi di Chieti - Vasto (CH). Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Reliquiari.html
Per aggiungere informazioni: [email protected]
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michelangelob · 6 months ago
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Il Bugiardini e quel mio ritratto con un'occhio sulla tempia
Fu Ottaviano de’ Medici a commissionare al mio caro amico Giuliano Bugiardini un mio ritratto da collocare in casa sua. Ottaviano possedeva una cospicua collezione di ritratti di personaggi illustri e desiderava aggiungere anche la mia effige. Il Bugiardini mi fece stare seduto per due ore di fila per ritrarmi: un’impresa che a nessun altro pittore avrei concesso di fare. Non credo avrei posato…
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jacopocioni · 7 months ago
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Per chi abita in… Via Taddea
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Via Taddea è sita nel quartiere di San Giovanni e va dal Canto al Bisogno, dove incrocia con via Guelfa, a via Panicale. In via Taddea si immettono via Rosina, via Sant'Orsola e via della Stufa. In origine la via si chiamava via Baccanelli, forse per qualche riferimento al culto di Bacco e quindi del vino, in seguito assunse il nome di via al Bisogno, ed infatti il Canto su via Guelfa ha mantenuto questo nome. Probabilmente la dicitura "al bisogno" stava ad indicare un'area piuttosto povera, dove l'unica cosa che abbondava era il bisogno stesso. La via prese poi il nome di via Sant'Orsola a causa della costruzione del monastero omonimo fondato nel 1309 e realizzato come piccolo monastero femminile, struttura distaccata della chiesa di San Lorenzo. Il monastero nel 1320 fu ampliato e poco prima del 1400 fu concesso alle monache benedettine ed in seguito alle francescane. L'allora via Sant'Orsola cedette questo nome ad una sua traversa e l'incrocio generato prese, appunto, il nome di Canto di Sant'Orsola.
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Nel 1810 il monastero fu sconsacrato e vi fu realizzata la manifattura tabacchi. durante la Seconda Guerra Mondiale fu trasformato in centro di ricovero per gli sfollati dei bombardamenti. I seguito fu approvato un progetto per la sua trasformazione in caserma della Guardia di Finanza, progetto mai cominciato e mai portato a termine. Oggi, dopo anni, decenni, di abbandono è ancora "ingabbiato" da una struttura di cemento, con le finestre accecate e l'aspetto triste e lugubre di un mastodontico obbrobrio che nessuna amministrazione ha voluto riqualificare, nonostante un progetto in essere. Una ferita sanguinante all'occhio umano nel cuore di Firenze. Forse, si spera, adesso verrà riqualificato, si parla del 2025, ma siamo alla fine del 2024 e non sembra si proceda alacremente. Ricordiamo che nel 2011/2012 si è ipotizzato che nella chiesa del monastero riposi Lisa Gherardini del Giocondo, probabile modella della Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci. Il nome attuale della via deriva dal fatto che, all'angolo con via Guelfa, c'era il palazzo della famiglia Taddei. Il capostipite conosciuto di questa famiglia patrizia fu Filippo di Taddeo, Gonfaloniere di Compagnia. La famiglia si occupava del mercato della lana e di banche, da sempre sostenitori dei Medici. Taddeo Taddei fu l'esponente più importante della famiglia, tanto da avere contatti con svariati personaggi illustri come Raffaello, Pietro Bembo e Michelangelo. Fu, all'epoca, gradito ospite del palazzo proprio Raffaello Sanzio. Oggi il palazzo, al civico 19 di via Guelfa, è noto come Palazzo Tolomei Biffi.
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Lungo la via è presente un tabernacolo la cui effige è stata realizzata da Antonio Sogliani. Questo tabernacolo si porta dietro una vicenda piuttosto curiosa. In origine era posizionato sulle mura di Palazzo Taddei ma in una data indefinita del 1800 fu spostato, dall'allora proprietario del palazzo, sull'altro lato della strada. Il motivo era di tipo religioso, il proprietario era ebreo ed evidentemente non sopportava l'effigie cristiana.
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Non fu questa però la cosa curiosa. Lo spostamento determinò un errore toponomastico. Per individuare palazzo Taddei si segui le indicazioni di Vasari che però si basavano sull'originale posizione del tabernacolo. Fu quindi individuato palazzo Taddei come l'edificio presente sull'angolo nord tra via Taddea e via Guelfa, mentre invece era sull'angolo sud. Questo provoca, tutt'oggi, un altro errore. Infatti la targa commemorativa del soggiorno di Raffaello presso il palazzo Taddei è stata posizionata sull'edificio sbagliato, al civico 17 di via de' Ginori dove il celebre pittore e architetto non ha mai vissuto.
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Altra targa che ricorda un celebre personaggio è quella presente al civico 21. Posizionata a memoria del luogo di nascita di Carlo Lorenzini, più conosciuto con il nome di Carlo Collodi, padre della fiaba più conosciuta al mondo: Pinocchio.
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Ben altro motivo, ben più triste, ha la targa presente al civico 2. Questa ricorda l'uccisione, nel 1921 da parte di un commando fascista, del giornalista e sindacalista Spartaco Lavagnini; un personaggio celebre del socialismo fiorentino, dirigente del Sindacato Ferrovieri Italiani, e redattore del periodico socialista La Difesa. Fu ucciso proprio al n° 2 di via Taddei dove aveva la sede il sindacato ferrovieri. Oltre una targa a memoria di Spartaco Lavaglini a lui è stato dedicato un viale di Firenze che va dalla Fortezza da Basso sino a Piazza della Libertà.
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La strada subisce un restringimento notevole prima di arrivare in via Guelfa, a cominciare dal palazzetto dei Serragli che si aggetta sulla strada con un avancorpo sulla cui sua sommità c'è una caratteristica loggetta. Questo palazzo, che ospita l'Hotel Botticelli, presenta una chiara dimostrazione del detto: "necessità fa virtù". Infatti alla necessità di rafforzare l'integrità strutturale del palazzo si è posto rimedio "abbellendo" lo stemma (probabilmente della famiglia Serragli) con la virtù di un tirante. Ultima curiosità, in via Taddea nel 1800 era presente la sede delle "Diligenze Toscane" di proprietà del famoso piacentino Luigi Orcesi. Da qui le diligenze partivano alla volta di Milano, Bologna, Roma, Napoli, Livorno e Pisa. Partendo da via Taddea con direzione Pisa, a bordo di una diligenza a cinque cavalli, si poteva giungere "comodamente" la destinazione dopo "solo" 9 ore di viaggio.
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Jacopo Cioni Gran Cerusico Read the full article
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m4nt1dr4x · 18 days ago
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He wants this cookie so effig bad
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Dagur loves his strong and tall wife
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barxlupin · 10 months ago
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Ted Geisel: Greek Myth (EPIC / Hades) AU
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How Theódoros came to be is a tale lost to myth.
His mothers were two women from Delphi who couldn't have children, but deeply desired one. One day, they created a clay effige in the shape of an infant, which they offered to the local Temple of Apollo, of whom they were devout followers. When they returned the following day, it was to find a live, flesh and blood infant in place of the effige, crying from cold and hunger; only when they held him, the child stopped crying, thus they were told the child was meant to be theirs.
Viewing the child as a gift from the gods, the women named their newly adopted son Theódoros (Θεόδωρος, "gift of God") and raised him with love. Growing up, Theódoros showed a natural talent for archery and the arts, particularly sculpting and pottery. He rarely spoke, but could sing and play the flute and the lyre like he'd been blessed by the Muses themselves.
When he was 19, Theódoros' mothers died and he left Delphi, the city where he was born and raised, to travel around Greece, using his talents to make a living. Eventually, he arrived in Ithaca, where he's taken up permanent residence after befriending (and falling in love with) Telemachus, the young prince. With an emotionally distant mother and the palace full of intruders conspiring to get rid of the young prince, Theódoros has taken it upon himself to both protect and love Telemachus.
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intolerancecare · 1 year ago
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F* Connection
One of my brothers and one of my sister's transferred in a non-sectarian HS. For 4 years. Both of them were grade school valedictorian. One became an honorable mention, one was able to maintain her valedictorian status making her 100% free tuition fee student. Do we personally owe that to the owner? If she isn't the top student are they still going to let her study for free? Duh! It was a right that we don't owe them.
When my brother had a business still because of them? The Owner are just lawyers. How much did they shell out for that business? Did they win a lottery to have millions of capital? A filipino lawyer can earn hundreds of million to sustain more than their usual expenses? What do we owe them?
Effig credit grabber. I haven't heard personal success from them like being voted during election or a celebrity being watched on a movie. Name. What a name.
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lost-little-fawn · 1 year ago
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me.
eponymously (anonymously) i am an echo,  a molded effig y of someone (i never knew how to forgive). lemon ^yellow &and& turning away from the glare of the    sun, hands warped into grasp:ing need, a future shaped like nucle ar warfare- writhing in the windows my ‘self’ shelves itself on the memories i can   not afford, moon> round and longing. the only survival and submission i can supply is surrender-    &  does this please-   you? intertwine with me, there are no <right> angles between the bodies of us as we hold each other. stars fall, ~curdling on the ground, spla ttered like ^spilt_   milk.
myself.
the !ghosts ive known since i was a (child) are applebrigh t: and    salty, pepper:ed with maggots. alligator never swims, dro wning in the windowshin  e. my unbecoming swells t o the size of your mothe>rs crackedpepper= body, bloated and clouded. (the ^moths invading her marrow spitsing hymns; b leeding knowing. (never planted.) i sleep off gods [tongue], pointing out her indeterminable    _terrorism,_    her lightning bug spine. she laug hs at me, teeth like <fish. 
i.
i calculate d the miles between myself and salvation. i dream   : nights worth of l ies, shrugging off the warfare. woven @and hole punched, mindfully painted,  i lovingly abandon my pain receptors, (firebran*ded. i slip between the vertebra in a cows spine, beg_ging the sun to forgive. you hum: me into holiness, grow into my clothes. it is only today i learned i am just a sidewalk stut  tering; this is not my fault, only a fire !escape promise. you cycle   into my synapses, *know the x-ray truth. indigo windowed, known in it s deepest  domicile,(    i pray to a mouse. ))
*a pastors> mouth will    curl around _“sin”_ more than it ever will /“forgiveness.” rose petals: fall like snow, heavytongued. kiss me/ until i bleed, 
seaglass   teeth and# cumulonimbu s. 
*know that my eye  s are starshine% dulled, emptied: of serotonin. know that- my shadow has more to hide. (know me),, in my abun dance, my negligence     .
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Vanessa Redgrave
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Oggi compie 87 anni un'attrice straordinaria, Vanessa Redgrave, una lunga e fortunata carriera vissuta all’insegna della libertà e degli ideali per la costruzione di un mondo migliore.
Ha vinto un Oscar e ricevuto cinque nomination, un Golden Globe (sette nomination), la Coppa Volpi e il Premio alla Carriera al Festival di Venezia, due Palma d’Oro al Festival di Cannes come miglior attrice, un David di Donatello, un European Film Awards, un SAG Awards, due Emmy e un Tony Award.
Ha il titolo di Comandante dell’Impero Britannico per il servizio reso alla recitazione.
Le sue interpretazioni si sono sempre distinte per l’asciutta e lucida intelligenza e la perfetta fusione fra controllo e trasporto. È l’interprete che ha meglio rappresentato il cinema inglese degli anni Settanta, fatto di personaggi, luoghi, situazioni, momenti interni che andavano di pari passo con i movimenti di protesta. In piazza e sullo schermo Vanessa Redgrave, ha dato il meglio di sé, scioccando il pubblico fra nudità e militanza politica.
Nata a Londra il 30 gennaio 1937, discende da una famiglia di celebri attori e attrici. I suoi genitori, Sir Michael Redgrave e Rachel Kempson, recitavano all’Old Vic Theatre. Suo nonno, Roy Redgrave, è stato uno dei più famosi attori del muto australiano e anche le sue sorelle sono attrici. Dopo aver iniziato a studiare danza ha dovuto lasciare perché considerata troppo alta e si è lanciata verso la recitazione. Ha studiato alla Central School of Speech and Drama di Londra e le sue prime esperienze sono state a teatro.
Il suo debutto cinematografico è stato accanto al padre, in Behind the Mask del 1958.
La carriera di attrice è andata di pari passo con il suo attivismo.
Da giovanissima ha fatto parte del Worker’s Revolutionary Party e apportato il contributo per diverse cause, per le persone rifugiate dall’Ungheria, per il disarmo nucleare, contro la guerra in Vietnam e accanto al popolo palestinese, posizioni che le sono costate aspre critiche e anche problemi giudiziari.
Il primo successo è arrivato con Morgan matto da legare del 1966, ruolo che le ha fatto vincere la Palma d’Oro a Cannes e ricevere la sua prima nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista.
Dopo il premiato Un uomo per tutte le stagioni con Orson Welles, è stata diretta da Michelangelo Antonioni in Blow-up.
Col film Il marinaio del Gibilterra con Jeanne Moreau, del 1967, ha vinto la sua seconda Palma d’Oro a Cannes e ricevuto una seconda nomination agli Oscar. Durante la manifestazione, mentre entrava nella sala di Los Angeles, era stata accolta da uno striscione che recava la scritta: «Un voto per Vanessa Redgrave è un voto per i Viet-cong».
Nel 1977 ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista per il film Giulia, recitato con Jane Fonda. Un trionfo avvenuto in mezzo a pesanti polemiche, si era messa contro la Jewish Defense League per aver prodotto il documentario The Palestinian e incontrato Yasser Arafat. Vennero impiegati cinquecento poliziotti fuori dal Dorothy Chandler Pavillion per prevenire eventuali scontri fra i membri della lega e i simpatizzanti arabi intervenuti in difesa dell’attrice. Mentre fuori dal teatro, si bruciava la sua effige con la scritta “Vanessa Assassina“, ha ringraziato l’Academy che non si era fatta intimorire dalle minacce di un “mucchio di teppisti sionisti“. 
La sua carriera è continuata inarrestabile, con ruoli cinematografici e televisivi diversissimi tra loro.
Composta nella sua recitazione, enigmatica e distante dal modello hollywoodiano, ha affrontato ogni sorta di personaggio, riconosciuta e sempre amata dal grande pubblico.
Ha continuato negli anni a coltivare la passione per il teatro, dove ha interpretato una vasta gamma di ruoli, dalla tragedia classica alla commedia contemporanea, dimostrando il suo incredibile talento e la carica interpretativa.
Ambasciatrice Unicef e presidente dell’International Artists Against Racism, a ottant’anni si è cimentata nella regia col documentario Sea sorrow, generoso appello alla solidarietà verso i rifugiati che documenta i suoi viaggi tra i campi profughi, nella Jungle di Calais, in Grecia e nel Libano, presentato per la prima volta al festival di Cannes.
Ispirazione per diverse generazioni, Vanessa Redgrave non smette di apportare il suo contributo all’arte e in favore dei diritti umani.
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