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#Giulio Tremonti
dadsinsuits · 3 months
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Giulio Tremonti
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gregor-samsung · 1 year
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“ Invece di seguire il programma di austerità del suo predecessore Hoover, il presidente del New Deal, come ha notato Barbara Spinelli su «la Repubblica», «aumentò ancor più le spese federali. Investì enormemente sulla cultura, la scuola, la lotta alla povertà». Purtroppo, aggiunge la Spinelli, «non c’è leader in Europa che possegga, oggi, quella volontà di guardare nelle pieghe del proprio continente e correggersi. Non sapere che la storia è tragica, oggi, è privare di catarsi e l’Italia, e l’Europa». Già: addirittura una «catarsi». Ma è proprio quello che ci vorrebbe. Roosevelt, infatti, non mise solo i disoccupati a scavare buche e a riempirle, come tanto spesso si dice. Tre dei più importanti progetti della Works Progress Administration, i più singolari, innovativi e duraturi, furono quelli compresi nel cosiddetto Progetto Federale numero 1, altrimenti noto come Federal One, che sponsorizzò per la prima volta piani di lavoro per insegnanti, scrittori, artisti, musicisti e attori disoccupati. Il Federal Writers’ Project, il Federal Theatre Project e il Federal Art Project misero al lavoro per qualche anno più di ventimila knowledge workers (come li chiameremmo oggi), tra i quali c’erano Richard Wright, Ralph Ellison, Nelson Algren, Frank Yerby, Saul Bellow, John A. Lomax, Arthur Miller, Orson Welles, Sinclair Lewis, Clifford Odets, Lillian Hellman, Lee Strasberg (il fondatore del mitico Actors Studio) ed Elia Kazan. Non si trattò di elemosina: checché. Oltre a produrre opere d’arte (migliaia di manifesti, disegni, murales, sculture, pitture, incisioni...), gli artisti plastici e figurativi vennero impiegati nella formazione artistica e nella catalogazione dei beni culturali, e crearono e resero vivi anche un centinaio di community art centres e di gallerie in luoghi e regioni in cui l’arte era completamente sconosciuta. In tre anni, nella sola New York, più di dodici milioni (12.000.000!) di persone assistettero agli spettacoli teatrali incentivati dal Federal Theatre Project. Quanto al Writers’ Project, che costò ventisette milioni di dollari in quattro anni, produsse centinaia di libri e opuscoli, registrò storie di vita di migliaia di persone che non avevano voce e le classificò in raccolte etnografiche regionali, ma soprattutto, con le American Guide Series, contribuì a ridare forma all’identità nazionale degli Stati Uniti, che la Grande Depressione aveva profondamente minato, fondandola su ideali più inclusivi, democratici ed egualitari. E scusate se è poco. Tuttavia anche lì, e anche allora, non mancavano i sostenitori dell’idea che la cultura è un lusso e, soprattutto, un lusso di sinistra. Dal maggio del 1938, sotto la guida di due «illuminati statisti» come Martin Dies e J. Parnell Thomas, la Commissione della Camera contro le attività antiamericane non smise di accusare i tre progetti di essere al soldo di Mosca e non si arrese fino a quando non furono fermati. Poi, venne la guerra e molti sogni si infransero. Ma intanto, con quel solido lavoro culturale alle spalle, le fondamenta di una nuova consapevolezza di sé e di una nuova idea di futuro erano comunque gettate. E da lì, dall’idea di fondo della necessità dell’intervento statale per vivificare la cultura e modificare così la specializzazione produttiva di un Paese, partirà, già durante la guerra, un altro liberale illuminato, Vannevar Bush, consigliere di Roosevelt, per elaborare il famoso rapporto Science: the Endless Frontier, che rappresenta un po’ il manifesto della politica culturale e scientifica – e a ben vedere anche economica – che avrebbero seguito gli Stati Uniti nei successivi decenni fino a Barack Obama. “
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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falcemartello · 2 years
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Professor Tremonti, dopo l'intervento della Bce sui tassi d'interesse la Borsa ha perso il 7% in due giorni e lo spread è arrivato a 237 punti. Che succede?
«What's past is prologue (ciò che è passato è il prologo, La Tempesta, atto II, ndr). Questo verso di Shakespeare è saggiamente scritto sul frontone degli archivi nazionali di Washington. Da ieri è iniziata la tempesta sul mercato finanziario europeo. È evidente nei volumi delle vendite, nel loro oggetto, nella rapidità e nell'azione che viene dal mercato finanziario nel suo insieme. Vista l'intensità di questa tempesta, per comprenderla bisogna capire da dove e da quando arriva. Il prologo era già nel passato. E si può andare anche più indietro dell'ultimo decennio. Seguendo una esoterica traccia della storia».
La Bce termina gli acquisti di titoli e alza i tassi: in pratica affronta la tempesta con il metodo opposto a quello utilizzato fino a ora per le crisi. Ci aiuta a capire?
«Attualizziamo: tracce si trovano nelle leggende alchimiche. Alchimia: la trasformazione della materia in oro. Leggende che transitano nel Faust di Goethe, che per inciso ha fatto il ministro del Tesoro a Weimar ed è stato così che ha acquisito interesse tanto per il denaro quanto per la sua magia. I biglietti alati voleranno più in alto di quanto l'umana fantasia, per quanto si sforzi, può arrivare. Nel Faust c'è l'intuizione della carta moneta, che è la via maestra. Ma c'è anche la via storta: il sovrano è disperato, le casse sono vuote, arriva Lucifero. Il sovrano dice: Non ho più denaro neanche per pagare i minatori che cavano l'oro dalla miniera. Lucifero ha la soluzione: Non è necessario che tu estragga l'oro, è sufficiente che tu dica che l'oro c'è. E tutti ti crederanno».
Ci parla della moneta per colti paradossi. Dove vuole arrivare?
«Un po' tutto questo l'ho scritto in Le tre profezie: la prima è quella di Marx sulla globalizzazione, che evoca demoni non più controllabili; Leopardi è sulla fine della globalizzazione, come è stato per l'Impero romano quando tutti diventano cittadini romani ma nessuno si sentiva più romano; e infine quella di Goethe, che è il passaggio dal reale a quello che oggi chiameremmo metaverso. Dal cogito al digito ergo sum. Ma servono altri due passaggi».
Dica i due passaggi.
«Uno serio e drammatico è nella Montagna Incantata di Thomas Mann. Ed è il dialogo tra il massone Settembrini e il gesuita Naphta. Il denaro sarà imperatore fino alla completa demonizzazione della vita. Poi, semplificando, arriviamo a Pinocchio e all'albero degli zecchini d'oro, al gatto e alla volpe. È ancora l'illusione della facile moltiplicazione del denaro. La fine è nella scomparsa del denaro. Compresi i quattro zecchini incautamente affidati».
Capisco che a questo punto stiamo parlando della Bce: dica chi sono Gatto, Volpe e Pinocchio.
«Non abbia fretta. Veda, nel 2009-2010 si pensa che la crisi della globalizzazione possa trovare una soluzione finanziaria e non strutturale. Il governo Berlusconi propose di adottare un Global legal standard passando dal free al fair trade. L'idea, pure votata dall'Ocse, fu battuta dal Financial stability board, efficacemente presieduto da Mario Draghi. Il quale, sfortunatamente, di stability ne produsse ben poca. Ed è così che si passa al piano B: la illimitata creazione dal nulla del denaro. È così che in Europa la Bce ha superato i due principi dell'euro: l'inflazione come un plafond e il divieto di finanziare i governi».
L'inflazione sembrava sparita.
«Il plafond diventa un target da raggiungere e nel corso degli anni l'obiettivo è stato infine centrato, anzi superato. Tanto che dal 2% siamo già arrivati all'8 per cento».
E il finanziamento ai governi?
«Il divieto è stato aggirato con la triangolazione governi-banche-Bce: i governi emettono titoli che vengono sottoscritti dalle banche per essere poi venduti alla banca centrale. È così che si crea la moneta dal nulla e la Bce diventa una specie di bad bank. Quella che poteva essere una tecnica di emergenza, è diventata una lungodegenza. Durata 10 anni, con illusoria e universale soddisfazione. Ed è così che il whatever it takes è diventato un whatever mistakes: son stati commessi tutti gli errori possibili. Due anni fa, all'Eurotower, per il cambio di consegne tra i presidenti, in platea ad applaudire c'erano i Capi di Stato e di governo di tutta Europa. Sarebbe stato difficile vedere De Gasperi o Adenauer, Mitterand o Cossiga correre ad applaudire i banchieri».
Cosa significa?
«L'immagine che ci trasferisce tale iconografia è questa: l'asse del potere si è spostato dai popoli e dai governi alla finanza. Oggi il potere dei banchieri viene contestato dal mercato e dalla realtà. È la fine di un decennio. Dieci anni iniziati con l'austerità e passati attraverso la magia, che a un certo momento ha avuto anche l'evoluzione nell'idea del debito buono. E adesso il processo si è fermato».
Chi sono allora gatto, volpe e Pinocchio?
«Pinocchio è evidente, è il poveraccio che sta perdendo i suoi zecchini. Il resto lo lasciamo all'immaginazione del lettore».
Adesso come si procede? L'orizzonte europeo è cupo e in Italia ancora peggio.
«C'è da chiedersi se, sgretolata la Montagna incantata, sia arrivato il momento per una politica seria, basata sulla realtà responsabile. Verrebbe da dire che chi di spread colpisce, politicamente, oggi di spread rischia di perire».
E chi è che perisce?
«Contrariamente alle aspettative di alcuni, il tempo della crisi non si è allineato con le elezioni. La crisi è arrivata prima e si svilupperà drammatica nei prossimi mesi, con il forte impatto dell'inflazione sugli strati più bassi della società. Nel dopoguerra la lira fu salvata e l'inflazione, allora detta carovita, fu bloccata da Einaudi. In questo momento è difficile vedere una politica capace di fare lo stesso».
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thenationview · 2 years
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Candidate of Giulio Tremonti with the Brothers of Italy: "Through taxes on accounts, this is how families are helped"
Candidate of Giulio Tremonti with the Brothers of Italy: “Through taxes on accounts, this is how families are helped”
“It is necessary to eliminate taxation on energy, particularly on lower incomes, and then intervene in speculation, because not enough is being done.” Word from Giulio Tremonti, interviewed yesterday on the program «another half hour»By Lucia Annunziata. For Tremonti, the decree on extra profits “was supposed to give ten billion, but it only gave one and it won’t give more than one, because it’s…
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mariacallous · 5 months
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PARIS, Dec 11 (Reuters) - More than a hundred senior European lawmakers will send a joint letter to their counterparts in the United States on Tuesday, pleading for Congress to unlock further military aid to Ukraine at a time U.S. lawmakers have struggled for a deal.
The open letter, reviewed by Reuters, was signed by lawmakers from at least 17 countries including France, Germany, Italy, Poland and Ireland, and is a sign of mounting concerns in Europe about the continuity of U.S. support to Ukraine.
It also comes just as Ukraine President Volodymyr Zelenskiy flies to Washington to make his case, ahead of a tight deadline for Congress, which is scheduled to go into recess for the year by Friday.
"We hear the concerns expressed by our American friends. For years, American leaders, Democrats and Republicans, have asked Europeans to take more responsibility for their own security. We agree with this legitimate request," the lawmakers, led by Benjamin Haddad, a French MP in President Emmanuel Macron's party, said in the letter.
The European lawmakers, which also include Germany's Michael Roth, the chairman of the Bundestag Foreign Affairs Committee, as well as Giulio Tremonti, his Italian counterpart, said Europeans had contributed as much as the U.S. on Ukraine since Russia's invasion.
"Moreover, military spending has risen all across Europe," they said. "American military aid however is critical and urgent."
The next round of Ukraine aid has been held up by a demand from House of Representatives Speaker Mike Johnson and other Republicans that no more funds be dispatched unless steps are first taken to harden the U.S. border with Mexico.
President Joe Biden has urged Congress to act by the year's end and Democrats in Congress were trying to win approval of about $50 billion in new security assistance for Ukraine.
"A Putin victory would embolden our enemies around the world: they are watching and hoping we grow tired. Ukrainians are fighting so we don't have to," the European lawmakers said.
European Union leaders will meet for a summit in Brussels on Thursday and Friday to decide on proposals to grant 50 billion euros of economic support to Kyiv, assign a further 20 billion euros to Ukraine's military and launch accession talks.
But for that they would need to convince Hungarian Prime Minister Viktor Orban, who touts his ties with Russian President Vladimir Putin and has threatened to veto the aid and enlargement talks.
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b0ringasfuck · 1 year
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Quel Rapporto in realtà non ha niente di così segreto. Ma registra un fatto forse considerato scomodo per l'attuale maggioranza: la lotta all'evasione digitalizzata funziona in termini di riduzione del tax gap e di recupero di gettito, come pure danno frutti la dichiarazione precompilata, la fattura elettronica, i Pos, gli scontrini elettronici, l'incrocio delle banche dati.
"Noi l'abbiamo chiuso nei tempi, il resto dipende dalla politica. Mi sento solo di dire che rinunciare all'analisi del rischio evasione tramite l'incrocio dei dati farebbe fare un passo indietro all'Italia e di sicuro metterebbe a rischio l'obiettivo del Pnrr di ridurre il tax gap al 15,8% entro il 2024, dal 18,5% del 2019". (Alessandro Santoro)
"Vogliamo ancorare i risultati dell'Agenzia agli importi effettivamente incassati da recupero dell'evasione fiscale e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora", ha detto martedì alla Camera.
In realtà non succede più dal 2009. Di qui lo stupore dell'Agenzia delle entrate, guidata da Ernesto Maria Ruffini, in sella col governo Renzi, Conte II e Draghi: "Ma se è stato proprio un governo di centrodestra a cambiare questa regola più di dieci anni fa!". Se ne incaricò l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel Berlusconi IV, l'esecutivo in cui Giorgia Meloni era ministro della gioventù.
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fridagentileschi · 2 years
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🔴🔴La signora Giorgia Meloni entra all'Aspen Institute nel 2021. Fine della sua vocazione sovranista! Inizio del suo asservimento ai poteri mondialisti
🔴L'Aspen Institute è un'organizzazione internazionale non profit, fondata nel 1950. Tra i suoi fini quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei.
La sede centrale dell'Istituto è a Washington D.C.; vi sono dei campus ad Aspen, in Colorado, e a Chesapeake Bay, nel Maryland.
La sua rete internazionale comprende partner a Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest; sono presenti delle iniziative sulla leadership negli Stati Uniti, in Africa, India, e Centro America.
L'Aspen Institute è finanziato ampiamente da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali. Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell'economia e intellettuali. Dan Porterfield, succeduto il 1º giugno 2018 a Walter Isaacson, è il suo presidente e CEO.
Presidente dell'Aspen Institute Italia è Giulio Tremonti.
🔴Bellina la foto in prima pagina dell'Ucraina 😆
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solo-stef · 2 years
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Giulio Tremonti
Nel 2022
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noisynutcrusade · 4 months
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Tremonti: “The Bolkestein directive is overtaken by history”
Before talking about the Bolkestein directive, “which is now outdated by history”, the legacy of the ESM and the fate of the European Union in the next clash of civilizations with Russia, Giulio Tremonti, now president of the Foreign Affairs Committee in the Chamber, would like to focus on the case of the Fratelli d'Italia deputy, Emanuele Pozzolo, who brought a gun with him to the New Year's Eve…
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Online i redditi dei parlamentari, Renzi in vetta
AGI – Matteo Renzi in vetta ai ‘paperoni’ del Parlamento in ‘compagnià dell’archistar Renzo Piano, di Giulio Tremonti, dell’avvocato Cristina Rossello eletta nelle fila di Forza Italia e del presidente della Lazio e senatore ‘azzurro’ Claudio Lotito. Si chiude il 2023 e questa è la ‘fotografià che emerge dalle dichiarazioni dei redditi, riferite all’anno 2022, di parlamentari e membri del governo…
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giancarlonicoli · 7 months
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4 ott 2023 11:55
GIULIETTO E IL PULCINELLA A 5 STELLE: CONSULENTE PER SANARE I DANNI PRODOTTI DALLA SUA LEGGE! - L'ONOREVOLE MELONIANO GIULIO TREMONTI CHE IERI TUONAVA CONTRO ''LE TRUFFE DEL SUPERBONUS EDILIZIO" E OGGI ACCUSA DRAGHI DI NON AVERLO STOPPATO (“SE NON CI FOSSE STATO UN TIZIO CHE VOLEVA ANDARE AL QUIRINALE I CONTI ITALIANI STAREBBERO MEGLIO”), E' LO STESSO TREMONTI CHE HA ARRUOLATO COME CONSULENTE NEL SUO STUDIO TRIBUTARIO IL GRILLINO RICCARDO FRACCARO, EX SOTTOSEGRETARIO DEL GOVERNO CONTE E “PADRE” DEL SUPERBONUS E DELLA FAMIGERATA LEGGE PER LA CESSIONI DEI CREDITI D'IMPOSTA? - AVVISATE GIORGIA: IERI SERA AL RICEVIMENTO ALL’AMBASCIATA TEDESCA, CONTE E TREMONTI SI SONO APPARTATI 30 MINUTI A PARLARE FITTO FITTO… -
DAGO-FLASH
Ieri sera al ricevimento dell’ambasciatore tedesco, sono stati avvistati Conte e Tremonti. Dopo il discorso di benvenuto, Peppiniello Appulo e il commercialista di Sondrio si sono appartati 30 minuti a confabulare di Superbonus 110% e di Draghi...
DAGOREPORT– MELONI AVVERTE TREMONTI: IL "NEMICO" NON E' DRAGHI MA CONTE – IL CALCIONE RIFILATO DALL'EX MINISTRO DELL'ECONOMIA A MARIOPIO, ACCUSATO DI NON AVER STOPPATO IL SUPERBONUS GRILLINO (“SE NON CI FOSSE STATO UN TIZIO CHE VOLEVA ANDARE AL QUIRINALE I CONTI ITALIANI STAREBBERO MEGLIO”), METTE IN DIFFICOLTÀ LA SORA GIORGIA – LA DUCETTA HA SCELTO COME NEMICO NUMERO UNO CONTE E IL POPULISMO GRILLINO. E GLI ATTACCHI A DRAGHI SPOSTANO L'ATTENZIONE DAL VERO BERSAGLIO DA COLPIRE, SOPRATTUTTO IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE…
LA SECONDA VITA DI FRACCARO: CONSULENTE PER I DANNI DEL SUO SUPERBONUS. E LAVORA ANCHE CON TREMONTI
Simone Canettieri per https://www.ilfoglio.it dell’11 maggio 2023
Riccardo Fraccaro da sottosegretario di Giuseppe Conte nel governo rossogiallo ha creato il controverso Superbonus 110 per l’edilizia (“sono il papà di questa riforma”), poi lo ha difeso da deputato  mentre Mario Draghi guardando  i conti e le truffe si metteva le mani fra i capelli e adesso, che non siede più in Parlamento, lavora come consulente per sanare i danni prodotti dalla sua legge.
E lo fa, da libero professionista, anche con il prestigioso studio tributario che fa capo a Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, attualmente onorevole di Fratelli d’Italia, il  partito di Giorgia Meloni che gli ha affidato la presidenza della commissione Affari esteri e comunitari della Camera.
D’altronde: chi conosce meglio dell’ex grillino Fraccaro il pasticcio (per le imprese e per le casse pubbliche) della cessione dei crediti d’imposta causato dalla  legge di cui è stato artefice? Questo intreccio, di cui è venuto a conoscenza il Foglio, è un piccolo grande apologo su un protagonista del vecchio M5s.
Che in questo caso ha prima creato il problema e poi, una volta uscito di scena perché non più ricandidabile per la regola dei due mandati, dovendo mettere insieme il pranzo e la cena, ha pensato bene di diventare (legittimamente) consulente del guasto procurato.
Sicché dallo studio di Tremonti è arrivata poco tempo fa  una commessa a otto zeri per piazzare i crediti d’imposta acquistati dalle banche. Il compito della società di Fraccaro è quello di riempire il plafond che gli è stato affidato girando per le imprese che si ritrovano con questi crediti incagliati perché non riescono a scalarli dalle tasse o a cederli.
Un tema che Tremonti ben conosce, da politico e da tecnico. Tanto che lo scorso 25 giugno dalle pagine del Sole 24 Ore tuonò contro “le truffe del Superbonus edilizio”. Aggiungendo che dopo le prime grane il “governo sarebbe dovuto intervenire subito perché il settore ormai è drogato”.
Fraccaro, 42 anni, veneto di Montebelluna, ma trentino d’adozione, ha rappresentato da sempre la parte più attenta alle nomine, ai tributi e alla finanza del M5s. Da ministro del Conte I, governo gialloverde, si propose fin da subito come cinghia di trasmissione fra il grillismo di piazza (e di balcone) e il mondo milanese della Casaleggio associati.
La scintilla con Tremonti scoccò alla luce del sole, anzi di un portone, grazie all’inviato della trasmissione “Tagadà”, di La7, Luca Sappino. Erano i tempi dei giorni folli del Quirinale quando a un certo punto Salvini e Fraccaro vennero pizzicati, quatti quatti, mentre entravano in un palazzo di Via della Scrofa, sede di studi di commercialisti dove una volta c’erano anche gli uffici di Tremonti. Tra mille smentite di rito, si venne a sapere che Fraccaro aveva promesso un gruzzoletto di voti grillini a Salvini per l’elezione di Tremonti al Quirinale.
Una mossa che per poco non gli costò l’espulsione dal M5s, appena Conte se ne accorse, scoprendo poi che il suo ex ministro era anche nel collegio dei probiviri (quindi si sarebbe dovuto cacciare da solo). Com’è finita la faccenda è abbastanza noto: Sergio Mattarella è stato rieletto, dopo qualche mese il governo è caduto, si è andati a elezioni anticipate. 
Con Fraccaro che è uscito di scena, una volta esaurito il bonus mandato, e Tremonti che è tornato grazie a Meloni alla ribalta (immortale il suo debutto alla convention del maggio scorso di FdI a Milano contro “Draghi, l’inglese e il governo dei migliori”). Mentre, nel frattempo, il Superbonus continuava a macinare debiti (75 miliardi il costo complessivo) e crediti incagliati (circa 20 miliardi).
Adesso le strade del grillino e dello studio del professore (un’eccellenza che offre “un’ampia gamma di servizi in materia di consulenze fiscali”) sembrano essersi di nuovo incontrate. Attraverso una commessa da capogiro. C’è chi parla – anche se è sempre volgare tirare fuori i soldi – di una missione da 200 milioni di euro di crediti d’imposta.
Chissà. Lontano dai radar della politica l’ex grillino di tanto in tanto difende la sua riforma, osteggiata da Draghi e poi da Meloni. E se ne va in piazza, con Conte, fra gli esodati del Superbonus. Per convinzione e per lavoro (contattato da questo giornale Fraccaro non vuole commentare).
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dadsinsuits · 2 months
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Jean-Claude Juncker & Giulio Tremonti
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falcemartello · 1 month
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della vita politica italiana, con particolare riferimento agli ultimi due inquilini del Quirinale.
Si tratta di parole il cui tenore letterale non è equivocabile, tanto è chiaro.
Parole pesanti come macigni perché Juncker è stato presidente della Commissione dal 2014 al 2019 e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013.
Due crocevia fondamentali per la gestione della crisi finanziaria del 2009 e della crisi del debito del 2011-2012, che hanno messo in serio pericolo la tenuta dell’unione monetaria e della stessa #UE.
Juncker ricorda che “Vi sono personalità italiane che mi hanno profondamente marcato – risponde –.
Prima di tutto, Carlo Azeglio #Ciampi, uomo saggio e ponderato, ma anche Giorgio #Napolitano.
In questi anni di dibattiti feroci, gli italiani hanno dimostrato finezza nello scegliere i loro presidenti che si sono sempre differenziati dalla maggioranza delle personalità politiche italiane per la loro serietà e per la loro capacità a riflettere oltre la loro persona. Non amavano la combinazione, ma l’armonia”. In francese, il termine combinazione si riferisce al bizantinismo della politica italiana, agli accordi sottobanco, all’opportunismo fine a sé stesso.
“Con Giorgio #Napolitano e poi con Sergio #Mattarella, che appartiene alla schiera dei presidenti che ho appena citato, ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani.
O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea.
Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…”.
Si tratta di parole pronunciate non da uno di passaggio, ma da chi ha cominciato a frequentare i corridoi e le stanze dei bottoni di #Bruxelles circa 40 anni fa, i cui ricordi potrebbero riempire più di un libro.
Ma sentirsi dire che, quando i primi ministri italiani avevano problemi con la Commissione, lui “negoziava” (in segreto, o meglio, senza troppa pubblicità) con Napolitano e Mattarella è come fare entrare un elefante in una cristalleria.
A quale tipo di problemi si riferisce?
Forse a qualche tentativo di resistenza del governo Berlusconi e del suo ministro Giulio Tremonti, rispetto a soluzioni di politica economica che hanno zavorrato il nostro Paese per 10 anni?
Oppure all’indecente pressione esercitata.
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telodogratis · 2 years
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Governo Meloni, ministro dell'Economia: in 20 anni solo 2 politici
Governo Meloni, ministro dell’Economia: in 20 anni solo 2 politici
Read More(Adnkronos) – Solo Giulio Tremonti, tre volte, e Roberto Gualtieri, si sono sottratti alla ‘legge dei tecnici’economia(Adnkronos) – Solo Giulio Tremonti, tre volte, e Roberto Gualtieri, si sono sottratti alla ‘legge dei tecnici’Adnkronos – ultimora
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mariuskalander · 2 years
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Se la Meloni fosse stata fascista sarebbe anti-UE anti-NATO anti-Euro, nazionalista, socialista, corporativista. Non è nessuna di queste coste E' liberista, atlantista ed europeista... purtroppo.... Confido solo in Giulio Tremonti #ElezioniPolitiche2022
— Mario Calandra (@MariusKalander) Sep 26, 2022
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grifo80 · 2 years
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Se anche tu non vuoi più vedere Tremonti in Parlamento, sostieni il nostro progetto. Dona qui: https://dona.movimento5stelle.eu/?o=9 Dopo una lunga avventura con Forza Italia e poi con la Lega, Giulio Tremonti ha scelto Giorgia Meloni. Sì, stiamo parlando dello stesso Tremonti che, da ex ministro dell'Economia del governo Berlusconi, ha fatto enormi danni al nostro paese. Lo stesso che, più di ogni altro, ha tagliato fondi alla scuola: ben 8 miliardi. Lo stesso che non crede che il cambiamento climatico sia un problema, perché ""c'è sempre stato"" e ""fa parte della nostra storia"". Se anche tu, come noi, non vuoi più vederlo tra i banchi della politica, sostienici con una piccola donazione. (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CiXn0uGsAzc/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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