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#Giuseppe Colizzi
alexlacquemanne · 10 months
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…più forte ragazzi! (1972)
Directed by : Giuseppe Colizzi
Cinematography : Marcello Masciocchi
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zaat · 11 months
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‘Dio Perdona… Io No!’ Aka ‘God Forgives… I Don’t!’ (1967) dir. Giuseppe Colizzi
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almeriamovies · 2 years
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“God Forgives… I Don’t!” AKA Dio perdona… Io no! by Giuseppe Colizzi (1967) Terence Hill in El Puntal (Polopos) #Almeria #Cinema #Western
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ilvostrobecchino · 1 year
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Terence Hill in press photography for BOOT HILL, (1969) dir. Giuseppe Colizzi
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r-roiben-r-blog · 3 months
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Brogliaccio di … Più forte ragazzi! di Giuseppe Colizzi (Aprile 1972)
[Disclaimer: il testo che segue non mi appartiene. È di creazione e proprietà di Giuseppe Colizzi, scrittore, montatore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, direttore artistico televisivo. Si tratta di una bozza di quello che in seguito diventerà la sceneggiatura di uno dei suoi film: ...più forte ragazzi! del 1972, con protagonisti Bud Spencer e Terence Hill. A fine testo i relativi crediti]
Più forte ragazzi, di Giuseppe Colizzi, Aprile 1972
Anni fa, quando ancora le grandi compagnie aeree non erano in grado di controllare con linee regolari tutto il paese, date le immense distanze del Sud America, i trasporti aerei sia di merci che di persone, il più delle volte, erano esclusivo appannaggio dell’iniziativa privata, di piloti cioè che con aerei il più delle volte inadeguati tecnicamente, sfidavano la foresta volandovi sopra con minuscoli monomotori privi di strumenti, fidando solo nel loro coraggio e nello spirito di avventura che li animava.
Un vecchio proverbio dice: “abbi fede in Dio, tocca legno e via” e loro toccavano legno e andavano senza porsi altri problemi.
Certo non erano tutti stinchi di santi!
PLATA Y SALUD, i nostri due protagonisti, hanno una cosa in comune: volare. Non molto, ma già qualcosa. Ovviamente, per il mestiere che fanno, vivono alla giornata anche se, prospetticamente nei confronti del futuro, hanno aspirazioni diverse.
Plata – del quale anche noi ignoriamo la reale provenienza (forse americano di origine o forse inglese o francese o tedesco, non lo sappiamo) in attesa, come un animale da preda, del colpo grosso che possa introdurlo nel ristretto mondo dei privilegiati, dei ricchi, di quelli veri.
Salud, di origine italiana, napoletana per l’esattezza, è invece di quelli che dove e come li metti continuano a star bene nella propria pelle.
In effetti la sua più grande aspirazione, anche se molto spesso la dimentica (e, certo, non ci perde il sonno a pensarci) è quella di possedere un piccolo monomotore, attaccarci dietro un bello striscione pubblicitario e fare un giretto la domenica sugli stadi, guadagnando abbastanza per spassarsela il resto della settimana. Sì, insomma, Salud, almeno nelle aspirazioni, è quel che comunemente si definisce uno stacanovista del non lavoro. Ovvio che nelle nostre peregrinazioni attraverso il Sud America incontreranno altri tipi, il mondo è fitto di tipi. Cercheremo, per quanto ce ne permetta il tempo, di accennarne qua là man mano che se ne presenterà l'occasione.
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Un vecchio, vecchissimo bimotore vola basso rasentando le cime degli alberi della foresta. Ha il motore di sinistra in fiamme che si lascia dietro una pesante scia di fumo nero.
All'interno, nello spazio riservato ai passeggeri, un negro con gli occhi bianchi dal terrore si tiene arpionato ai braccioli di un seggiolino di fortuna. Una pesante gabbia di galline, a seconda del beccheggio, viaggia come sui pattini a rotelle sbattendo contro le pareti quando se le trova davanti. A ogni colpo i polli starnazzano disperatamente. Nella cabina di pilotaggio, alla cloche, Salud. È un omone di trentacinque anni o giù di lì che madre natura ha tagliato fuori misura, come dire centoventi chili di ossa e muscoli, due spalle da ex massimo e un faccione coperto da una barba ispida sormontato da un berrettaccio a visiera unto d'olio.
L'uomo sembra osservare gli strumenti di bordo. In realtà sta leggendo con molto interesse le avventure di Paperon dei Paperoni.
Steso dietro di lui in una bizzarra cuccetta, nudo come l'ha fatto mamma, c'è Plata, l'altro pilota. Ha il volto bruciato dal sole dei tropici e dorme come un angelo.
I due, dopo un soggiorno di un mesetto nell'interno per recuperare il vecchio Dakota, stanno rientrando alla base.
Atterrano alla base mettendo l'aeroporto un po' in subbuglio, ovviamente, ma atterrano. Sono felici di tornare in città.
All'uscita dall'aerostazione, una signora distratta e frettolosa consegna a Salud le chiavi di un'imponente decappottabile, scambiandolo per un parcheggiatore, e Salud gliela parcheggia: con Plata al fianco, fanno un ingresso molto piacevole in città sulla molto confortevole automobile.
Naso Balsam è un uomo sui quarantacinque di chiara origine ebreoamericana, ormai in pianta stabile in Sud America.
Ha un bel ufficetto moderno e molto efficiente dove vende, compera, affitta terreni, aziende, case, barche, aerei e quant'altro c'è da comperare, vendere, affittare in una grande città. Ovviamente si occupa anche di turismo, di pullman, di trasporti. Ha persino l'esclusiva di un certo tipo di piscina “installazione e funzionamento nelle ventiquattr’ore” made in U.S.A.
Non è che tutti i suoi affari vengano conclusi alla luce del sole. Naso ha un fitto pelo sullo stomaco e c'è stato anche in passato chi ha tentato di introdurre attraverso quel pelo un paio di pillole nient'affatto curative, ma Naso è di quelli fortunati, è riuscito a digerire anche quelle, e c'è chi dice che tramite amici è persino riuscito a restituirle al mittente, nessuno può giurarci, naturalmente, comunque il tutto gli ha giovato in prestigio, come dire che molti in città lo considerano un duro e lui lascia dire e bada al sodo, il che significa badare solo e unicamente a concludere affari vantaggiosi.
Questo nei giorni migliori! Nel momento in cui facciamo la sua conoscenza ha le vene del collo talmente gonfie che sembrano scoppiargli e urla come un ossesso. Ma come? Lui paga per il recupero dell'aereo, lui paga le spese di andata e ritorno, paga perché ha un acquirente che ha bisogno di quell'aereo, paga al vecchio proprietario l'aereo, lui paga, anticipa e che si ritrova? Un aereo con un motore in meno. Che se ne fa di un aereo con un motore in meno...
Plata e Salud lo ascoltano senza scomporsi: sono usi a scene del genere. Al momento del saldo per il loro lavoro Naso Balsam, ogni volta, trova sempre una scusa, ha sempre qualcosina da ridire. Basta lasciarlo sfogare, basta avere un pochino di pazienza…
Al crepuscolo Salud, salendo verso una chiesetta sulla collina, compera un mazzo di candeline. Un omaggio alla sua protettrice alla quale fà anche un voto: per tutto il tempo in cui rimarrà in città, stavolta, rimarrà fedele alla sua sempre fedele fidanzata.
Plata invece si paga una birra nel solito bar, frequentato da piloti come lui.
Una birra veramente ghiacciata come da tempo non ne beve.
Ambedue hanno il portafogli ben fornito e puoi giurarci che ne approfitteranno per godersi a piene mani le gioie che le città più importanti possono offrire senza alcuna preoccupazione di trovare altri ingaggi.
Naso, invece, nonostante le apparenze, è in un momento difficile. Deve aver fatto alcune speculazioni sbagliate e non ha certo tempo da perdere in frivolezze. Convoca Melampo detto la Folaga, un altro pilota che saltuariamente lavora per lui e, insieme, raggiungono l'officina di Ciuenlay. Naso deve a quest'ultimo un bel po' di quattrini e il giapponese non molla certo il Beechcraft di cui ha appena finito di revisionare i motori senza prima vedere tra le mani il colore della carta moneta. Naso non si lascia smontare per così poco: sfodera il libretto d’assegni, domanda quant’è, e riempie l’assegno poi, mentre il proprietario dell’officina sta stropicciandosi le mani soddisfatto, si fa prendere dai dubbi:
E la prova in aria? – domanda.
No, la prova in aria ancora non è stata fatta.
Il dettaglio viene presto risolto: mentre Ciuenlay gli offrirà il thè può farla la Folaga, suggerisce Naso. Questione di cinque minuti. Un giretto sul campo controllando che tutto sia in ordine, e quando torna giù, lui paga. Ciuenlay abbocca. La Folaga è appena decollato che Ciuenlay cerca invano Naso Balsam: servendosi di un’uscita di “fortuna” sul retro di una toilette, anche il nostro uomo d’affari ha preso il volo, dimenticandosi, nella fretta, di lasciare l’assegno.
Ora il Beechcraft è al sicuro in un campetto fuori mano. Chi non si sente affatto al sicuro è la Folaga. Naso non gli ha fatto certo ritirare l’aereo per farci una passeggiatina, Naso desidera che l’aereo, durante un trasporto regolare, vada giù con tutte le regole per poter incassare il premio dell’assicurazione, e Melampo detto la Folaga sa bene che tirare giù un aereo non è uno scherzo: o ci affondi le mani e finisci all’ospedale se non peggio o ci vai leggero e i tecnici dell’assicurazione si accorgono del trucco e allora anche se riesci a evitare la galera per truffa, quantomeno ti tolgono il brevetto.
La Folaga, purtroppo, è stato costretto ad accettare. Quel figlio di puttana di Balsam lo tiene in pugno come una nocciolina, come dire che ha in mano carte abbastanza pesanti nei suoi confronti per non rischiare un rifiuto. Tirarsi indietro adesso è impossibile. Ci vorrebbe una “causa di forza maggiore”. Ma dove la trova la causa di forza maggiore se crepa di salute a parte quei maledetti piedi.
Già perché Melampo detto la Folaga, ci siamo dimenticati di dirlo, ha i piedi un po’ piatti ma questo non significa un fico secco in quanto, per tirare giù un aereo, non occorrono certo piedi da bersagliere.
Così mentre il sole, del tutto indifferente, tramonta, la Folaga pedala tristemente verso la città ciucciando bevande a forte percentuale alcolica da ogni bar che incontra e quando arriva in centro ne ha abbastanza in corpo per capire che o trova subito una soluzione o l’indomani mattina è la volta buona per dire addio alla vecchia pellaccia, e occorre dire che Melampo detto la Folaga, come ogni bravo cittadino, alla sua ci tiene mica poco.
Le auto corrono veloci lungo le grandi arterie. Il pilota le considera con molta attenzione. Sì, ficcarsi sotto una di quelle non è poi una brutta idea! Si fà il segno della croce, si prepara “Uno, due, tre!” ma il semaforo, in quel momento, scatta al rosso. Le auto si fermano e lui considera il tutto come un segno del cielo e riprende a pedalare. Comunque, deve riflettere, auto in giro ci sono tutta la notte, ha ancora tempo per una bevutina.
Plata e Salud stanno giocando a carte con Josè il Fischione, il Pellicano e con Santo detto anche la Poiana. Il Pinguino osserva e segna i punti e tutto fila nel più perfetto dei modi giù dallo Svedese quando la Folaga, ubriaco fradicio, fa il suo ingresso nel bar, e dopo un'occhiata in giro, e un'ennesima ciucciata alla vecchia bottiglia, comincia a sfottere Plata. “Lascia perdere” gli suggerisce il barista, ma alla Folaga l'inglès deve essergli molto ma molto antipatico se continua a intignare (1), e la faccenda va avanti finché non lo prende per il petto e allora Plata lo spedisce al tappeto con un pulisci denti, ma la Folaga si rialza e torna all'attacco e Plata lo rispedisce chiappe all'aria e quello torna a rialzarsi e il gioco chissà per quanto tempo andrebbe avanti se Salud, il bestione, non se ne stancasse e, per poter continuare la partita interrotta, la prossima volta che la Folaga torna alla carica non fosse lui a fermarlo e spedirlo nel mondo dei sogni con un carico da undici che è un punto a capo. Come dire che la Folaga adesso dorme con un sorriso soddisfatto sul grugno e la mascella che sembra del tutto indipendente dalle altre ossa del cranio tanto è fratturata.
Occorre chiarire a questo punto che fin da quando la Folaga entra nel bar tutti sanno quello che gli tocca l'indomani: le notizie nell'ambiente corrono e anche Plata lo sa, così non è vero, come sembra, che è giù di forma quando fa volare la Folaga via senza fargli troppo male. L'unico a esserne all'oscuro è Salud. Ma, ormai, la frittata è fatta: Melampo detto la Folaga viene spedito ancora nel sonno in un comodo ospedale e i nostri due amici, l'indomani mattina, sono costretti per onor di firma a prenderne il posto a bordo del Beechcraft.
Se tu vuoi buttare giù un aereo in una certa zona dell'interno non hai che l'imbarazzo della scelta: niente strade, niente case, niente occhi indiscreti, niente di niente, tanto niente di niente che una volta giù, per uscirne, magari ti tocca camminare nella foresta per un mesetto prima di trovare un mammifero della tua specie e loro, appunto dopo circa un mese, finalmente ne trovano uno. Da lì con uno sgangheratissimo monomotore e un’ora e mezzo di volo raggiungono un piccolo centro dove c'è il telefono e s'affrettano a chiamare Naso per farsi mandare il denaro necessario per tornare a casa. Ma Naso, nel frattempo, è fallito e non solo non è più al numero da loro chiamato ma nessuno sa attualmente dove si trovi visto che sono in molti a cercarlo.
Così, per sbarcare il lunario, i nostri due amici mettono insieme un antiquato biplano trovato in una stalla e fanno, per un po' di tempo, vita di garimpo portando viveri ai cercatori della zona.
Non che si annoino, tutt'altro, ma, col passare del tempo, la nostalgia per le grandi città si fa sentire e quando Naso torna a farsi vivo offrendo loro un “prosciutto” da trasportare in città non ci pensano certo due volte. Un prosciutto, per chi non sia uso al gergo aviatorio, è un cadavere regolarmente incassettato il cui ultimo desiderio evidentemente è stato quello di tornare nella città natale. Non che i piloti amino questo genere di trasporti, ma anche i morti hanno i loro diritti e Plata e Salud tornano finalmente in città con il loro prosciuttino e il ‘papa-defunto’ che lo accompagna.
Quando abbiamo occasione di rincontrarli sono nel Nord che trasportano, con una vecchia ‘Catalina’, quarti di bue dall’interno.
Un giorno, mentre volano a pieno carico, da un piccolo aeroporto nell’interno li pregano di scendere per caricare un malato.
Atterrano e il malato è un pazzo che arriva sotto il pesante bimotore accompagnato da due tipi armati. Il caldo sul campo è terribile. Il pazzo si lascia accompagnare tranquillamente fin sotto la Catalina poi, d’un tratto, con un balzo si impossessa di un fucile e lo spiana contro i due piloti e i tipi che lo hanno accompagnato, terrorizzandoli per alcuni minuti mentre il sole picchia su tutte le teste presenti e sul carico di carni macellate che rischia di imputridire. Infine, e altrettanto all’improvviso, prende a darsi degli ordini e a eseguirli. Presentat’ arm! e presenta il fucile, spall’arm e lo mette in spalla, avanti march! e via: unò dué, dietro front, unò dué, unò dué, dietro front, dietro front e quelli a guardarlo esterrefatti senza sapere a che santo votarsi, finché uno dei due piloti ha l’idea giusta. Improvvisandosi sergente è lui che comincia a dare ordini e il pazzo, dopo un momento di esitazione, li esegue. Unò dué e dietro front e fianco sinistr, il pazzo marzialmente sale a bordo. Ancora fianco sinistr e avanti march, si dirige nella toilette.
Squadra alt! e Plata, dopo averlo chiuso a doppia mandata, tergendosi il sudore che gli scorre copioso dalla fronte, ordina con voce stentorea:
“Riiiposo!” E, finalmente, il bimotore può ripartire.
Il Pellicano è un po’ di tempo che sta spupazzando quà e là con il suo piccolo bimotore un uomo d’affari nordamericano, quando gli capita che la moglie deve partorire e lui vuole stare accanto alla sua dolce metà, così chiede a Plata una sostituzione di un paio di giorni. Il nordamericano è alla fine del suo giro e deve rientrare in città. A Plata l’idea di una corsetta nella grande città lo allappa assai, così accetta. Salud resta a trasportare quarti di bue su nel Nord e lui carica l’uomo d’affari e fila in città. Quando arrivano, l’americano lo prega di passare nel pomeriggio in albergo per incassare. Plata trascorre una piacevole giornata nella immensa metropoli, si concede una magnifica colazione che gli va di traverso apprendendo, quando arriva in albergo, che il tipo è partito già da alcune ore su un volo di linea intercontinentale verso il suo paesello natio.
Plata ha in tasca sì e no i soldi per mezzo pacchetto di sigarette. Telefona a Salamandra, uno spagnolo zoppo che bazzica nel sottobosco locale. Vuole un incarico, uno qualsiasi, non ha altra scelta, e Salamandra non tarda ad accontentarlo: ha, appunto, tre tipi che hanno urgente bisogno di passare la frontiera. Tre rapinatori che alcuni giorni prima hanno alleggerito di una grossissima cifra una banca. Plata esita, non ha alcuna voglia di infilare il collo in una storia del genere, poi pensando al Pellicano che deve ancora finire di pagare le rate del suo aereo, ai figli del Pellicano (sette anzi otto, ormai) finisce coll'accettare. D'accordo, si farà trovare in un certo punto a una certa ora pronto al decollo. Salamandra organizza il resto ma, all'ultimo momento, qualcosa va storto e i tre arrivano all'Aereo Club con la polizia alle calcagna.
Salamandra ci rimette la pelle ammazzato brutalmente da uno dei rapinatori.
Il piccolo aereo, comunque, riesce a partire…
In volo, sentendosi ormai al sicuro, i tre cominciano a litigare tra loro e finiscono col farsi fuori l'uno con l'altro, e Plata, dopo aver rischiato anche lui di venire ammazzato, all'improvviso si ritrova padrone di un enorme cifra di biglietti di banca. È il colpo grosso stavolta!
Un piccolo aereo con un lungo striscione pubblicitario vola pacioso sulla città. Alla guida c'è un Salud molto soddisfatto di avere finalmente ottenuto il giocattolo più ambito della sua vita.
Plata gioca al golf. Vive ormai nell'ambiente che ha sempre sognato di frequentare.
Naso Balsam, in un ufficio favoloso che mai si è sognato di possedere, ormai lavora sul solido amministrando per Plata e Salud il capitale piovuto dal cielo, è il caso di dirlo.
Sembra tutto perfetto, tutto risolto. I nostri tre amici, ognuno per il suo verso, sono riusciti a realizzare i loro sogni più ambiti. Ma i sogni, quanto meno certi sogni, è meglio restino tali: a poco a poco, fatalmente, non solo i rapporti tra Plata e Salud si guastano ma ambedue, anche se per motivi diversi e senza rendersene chiaramente conto, finiscono col prendere a noia quel mondo in cui cercano di muoversi più o meno spigliatamente. È un mondo che non gli appartiene, un mondo che non ha niente a che vedere con loro.
Il primo a comprenderlo appieno è Salud che alla prima occasione e per un banale incidente, la cosiddetta goccia del cosiddetto vaso, ne viene fuori e senza compromessi. Capita un giorno in cui sono ospiti di una ricca villa. Il bestione, pur di uscirne, decide di farsi a piedi quattrocento chilometri che lo separano dal primo centro abitato e dopo aver detto senza uso di metafore a Plata ciò che pensa di lui, degli ospiti e della loro nuova esistenza, gli molla un leccamuffo (2) di quelli delle grandi occasioni, e se ne va senza che nessuno dei tanti che gli sono intorno osi trattenerlo, amareggiato per aver perso un amico, incurante della distanza, semplicemente mettendosi in moto e andandosene come dovesse attraversare una piazza o andare al caffè.
E il giorno dopo è ancora lì che cammina con la pervicacia, la caparbietà di un bufalo infuriato in quella immensa pianura che si stende davanti a lui a perdita d'occhio e, d'un tratto, ode alle spalle un leggero ronzio, dapprima confuso con il frinire dei grilli poi sempre più distinto...
Ma Salud non si volta, cocciutamente continuando a marciare… Poi il piccolo aereo scende in picchiata e allora è costretto a voltarsi e fa bene perché quel pazzo sta venendo dritto contro di lui, puntandogli addosso...
Il terreno acquitrinoso ha un fondo di melma densa, marrone come cioccolato liquido, ma non ne ha il sapore deve pensare Salud quando è costretto a infilarvi la faccia gettandosi a terra in tempo per evitare di essere investito dal Piper... e la cosa si ripete finché la rabbia impotente del bisonte, costretto ogni volta a tuffarsi nel fango come un giocatore di rugby placcante un immaginario avversario, non esplode e, come l'aereo gli passa sopra un'ennesima volta, gli spara addosso i due colpi della doppietta sentendo i pallettoni frinire come gragnuola di grandine sulla fusoliera e vedendolo impennarsi, scivolar d'ala, riprendersi all'ultimo momento, poi venir giù di fianco come un uccello ferito. “Sangre de Dios, l'ho ammazzato!” già in movimento, già correndo verso quel ciuffo d'alberi dietro il quale è scomparso venendo giù il Piper…
E arrivandoci senza fiato, al limite delle forze, disperato di aver fatto fuori l'amico, urlandone il nome e aprendo di scatto il portello in tempo per ricevere in pieno muso un terribile cazzottone che gli squassa la faccia spedendolo a terra.
“Così a quanto sembra la vita comoda non ti piace” sembra dirgli Plata mentre scende calmo a terra. “Dobbiamo chiarirci un po' le idee noi due” e si picchiano a morte senza esclusione di colpi: un modo come un altro per ritrovarsi...
Il Piper vola ora verso un gruppo di montagne, prende quota.
All'interno pesti, contusi, ammaccati, sanguinolenti ma con la luce di sempre negli occhi – quantomeno in quelli rimasti aperti, Plata y Salud siedono di nuovo uno accanto all'altro.
Di fronte a loro, in basso, c'è il Sud America, quella terra meravigliosa ancora tutta da scoprire per loro e che merita più di qualsiasi ricchezza...
Il piccolo aereo si allontana nel cielo, vi scompare come assorbito dal nulla…
fine
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Bibliografia
Terence Hill & Bud Spencer - la vera storia di Giuseppe Colizzi - l’uomo che inventò la coppia, di Francesco Carrà, edito da Falsopiano nel 2012
1 Intignare: verbo d'uso regionale, centromeridionale, con il significato di ostinarsi, intestardirsi
2 leccamuffo: espressione dialettale, Roma e provincia, con il significato di schiaffo, ceffone. In base alla zona, potrebbe variare di significato, indicando anche un pugno in faccia che produce lividura
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agrpress-blog · 3 months
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Un decennio senza Eli Wallach Un decennio fa moriva il grande attore... #eliwallach https://agrpress.it/un-decennio-senza-eli-wallach/?feed_id=5947&_unique_id=667b39b803b3d
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Grande successo della performance di Guido De Angelis al Teatro Comunale di Nardò con la direzione artistica di Marco Eugenio Di Giandomenico
Sabato, 16 marzo 2024, presso il Teatro Comunale di Nardò (LE) si è svolto con grande successo l'evento dal titolo "UN VIAGGIO NELLA BELLEZZA LUNGO UNA VITA. L’arte di Guido De Angelis tra musica, cinema, scrittura e tanto altro", organizzato da Ethicando Association di Milano in collaborazione con il Comune di Nardò (LE), con la curatela artistica e scientifica di Marco Eugenio Di Giandomenico.
E’ stato presentato il libro di Guido De Angelis dal titolo "IL SOGNATORE. Io, gli Oliver Onions e tutta una vita", edito da Mondadori Editore (2023).
L'iniziativa ha costituito un tribute all'artista Guido De Angelis, che negli anni settanta fonda insieme al fratello Maurizio il duo musicale Oliver Onions, noto al grande pubblico per la creazione di colonne sonore di successo, oltre a produrre molteplici pellicole cinematografiche e sceneggiati televisivi di rilevante riscontro mediatico.
La carriera di Maurizio e Guido De Angelis inizia nel 1970 con l’arrangiamento del pezzo “Tanto pè cantà” composto nel 1932 da Ettore Petrolini (musica) e Alberto Simeoni (testo). L’anno successivo compongono la colonna sonora del film “Per grazia ricevuta”, scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi, presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, dove vince il premio per la miglior opera prima.
Nel 1972 firmano le musiche del film “... Più forte ragazzi!”, per la regia di Giuseppe Colizzi, con la coppia Bud Spencer e Terence Hill, vincendo l’anno successivo (1973) il Nastro d'argento per la migliore colonna sonora.
Per più di un ventennio compongono le colonne sonore di vari film di successo in Italia e all’estero e collaborano con i più famosi musicisti dell’epoca (Lucio Dalla, Claudio Baglioni, etc.).
Alla fine degli anni novanta inizia la loro carriera di produttori cinematografici e televisivi con “Incantesimo”, la soap opera italiana trasmessa in prima visione tra il 1998 e il 2008 su Rai Due e su Rai Uno.
Seguono “Sotto il cielo dell’Africa” (1999), diretto da Ruggero Deodato, con Carol Alt e Tomas Arana, “Diamond Hunters” (The Diamond Hunters), la miniserie televisiva del 2001 diretta da Dennis Berry e interpretata da Alyssa Milano, Sean Patrick Flanery e Roy Scheider, “Giulio Cesare”, miniserie televisiva drammatica statunitense del 2002, diretta dal regista tedesco Uli Edel (premio oscar per i Ragazzi dello Zoo di Berlino).
Producono “Elisa di Rivombrosa”, la serie televisiva italiana, trasmessa dal 17 dicembre 2003 al 1º dicembre 2005 in prima serata su Canale 5. La fiction, partita con il 24% di share e un seguito in valori assoluti di oltre 5 milioni di telespettatori, arriva a toccare il 41% con oltre 12 milioni di telespettatori, rappresentando uno dei più grandi successi televisivi degli anni 2000.
Seguono altre fiction e film TV tutti di successo.
«Nel libro "IL SOGNATORE. Io, gli Oliver Onions e tutta una vita" - commenta il critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico - Guido De Angelis epiloga il percorso artistico e umano con sguardo disincantato e al contempo di meraviglia, ricostruendo, senza eccessiva dovizia di particolari, una miriade di aneddoti personali legati al suo universo affettivo (famiglia, amici) e alle situazioni artistiche vissute in quasi sessant’anni di instancabile attività. E’ un libro che si legge tutto di un fiato, dove il testo dialoga con le bellissime immagini senza tempo».
All'evento sono intervenute varie personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e dell'arte, tra cui: Sen. Roberto Marti (Presidente della 7ª Commissione permanente - Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica), Giuseppe Mellone (Sindaco del Comune di Nardò), Antonio Matarrelli (Presidente della Provincia di Brindisi e Sindaco del Comune di Mesagne-BR), Luigi De Luca (Coordinatore Poli Biblio-Museali Brindisi-Lecce-Foggia), Valentino Nicolì (Presidente Confindustria Lecce), Ernesto Toma (Sindaco del Comune di Maglie-LE), Fabio Vergine (Sindaco del Comune di Galatina-LE), Giuseppe Tanisi (Sindaco del Comune di Taviano-LE), Giorgio Salvatore Toma (Sindaco del Comune di Matino-LE), Giovanni Mauro (Sindaco del Comune di Aradeo-LE), Silvia Tarantino (Sindaco del Comune di Porto Cesareo-LE), Graziano Scorrano (Sindaco del Comune di Sannicola-LE), Flavio Filoni (Sindaco del Comune di Galatone-LE), Andrea Vito Barone (Sindaco del Comune di Alezio-LE), Antonella Miccoli (Assessore Lavori Pubblici e Ambiente Comune di Torchiarolo-BR), Giulia Puglia (Assessore alla Cultura del Comune di Nardò-LE), Roberta Iasella Vilei (Assessore Cultura, Turismo e Istruzione del Comune di Maglie-LE), Georgia Tramacere (Vice Sindaco del Comune Aradeo-LE), Barbara Paladini (Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Porto Cesareo-LE), Davide Miceli (Consigliere del Comune di Galatina con delega alla Cultura), Saulle Cavalera (Presidente del Rotary Club di Nardò - Distretto 2120), Elisabetta Branco (Operatrice culturale).
Hanno dialogato con l'artista e il curatore anche due esponenti del mondo imprenditoriale salentino, quali Fernando Nazaro (Imprenditore turistico) e Luciano Barbetta (imprenditore).
L'evento è stato patrocinato da: Provincia di Lecce, Provincia di Brindisi, Polo Biblio-Museale di Lecce, Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, Confindustria Lecce, Comune di Gallipoli (LE), Comune di Galatina (LE), Comune di Maglie (LE), Comune di Galatone (LE), Comune di Taviano (LE), Comune di Matino (LE), Comune di Aradeo (LE), Comune di Porto Cesareo (LE), Comune di Sannicola (LE), Comune di Alezio (LE), Comune di Mesagne (BR), Comune di Torchiarolo (BR), Rotary Club di Nardò (LE), Associazione Caffè Letterario Neritonensis di Nardò (LE).
L'iniziativa è supportata mediaticamente dalla piattaforrma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI) e da Estro Digitale di Milano.
Antonella Stifani ha curato le relazioni pubbliche dell'evento.
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reginadeinisseni · 11 months
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E la Nave Va (And the Ship Sails On) 1983- Federico Fellini
TONINO GUERRA FEDERICO FELLINI
1914 . PIROSCAFO GLORIA N. MOLO 10 PORTO DI NAPOLI
ANDREA ZANZOTTO FRANCO CRISTALDI
Fotografia Giuseppe Rotunno Montaggio Ruggero Mastroianni Effetti speciali Adriano Pischiutta, Valeriano Trubbiani Musiche Gianfranco Plenizio Scenografia Dante Ferretti, collaboratore Valeriano Trubbiani[2] Costumi Maurizio Millenotti
Freddie Jones: Orlando Barbara Jefford: Ildebranda Cuffari Victor Poletti: Aureliano Fuciletto Peter Cellier: Sir Reginald Dongby Elisa Mainardi: Teresa Valegnani Norma West: Lady Violet Dongby Paolo Paoloni: Maestro Albertini Sara Jane Varley: Dorotea Fiorenzo Serra: Granduca di Harzock Pina Bausch: Principessa Lherimia Pasquale Zito: Conte di Bassano Antonio Vezza: Comandante della nave Roberto De Leonardis Luigi Uzzo: Ufficiale di bordo Philip Locke: Primo ministro conte von Huppenback Colin Higgins: Capo della polizia Janet Suzman: Edmea Tetua Vittorio Zarfati: 2º maestro Ruberti[1] Fred Williams: Sabatino Lepori Ugo Fangareggi: barista Doppiatori italiani Ferruccio Amendola: Orlando Rita Savagnone: Ildebranda Cuffari (dialoghi) Mara Zampieri: Ildebranda Cuffari (canto) Alessandro Haber: Aureliano Fuciletto Oreste Lionello: Sir Reginald Dongby/Capo della polizia Giancarlo Sbragia: Maestro Albertini Massimo Giuliani: Conte di Bassano Sergio Rossi: Comandante della nave Roberto De Leonardis Pino Colizzi: Sabatino Lepori E la nave va è un film del 1983 diretto da Federico Fellini. 1914: il piroscafo "Gloria N." salpa dal molo n. 10 di un non meglio definito porto di Napoli con a bordo le ceneri della "divina" cantante lirica Edmea Tetua. Meta della crociera: l'isoletta di Erimo nel Mar Egeo, nelle cui acque - per ottemperare alle ultime volontà del soprano - le ceneri dovranno essere sparse.
A bordo della nave, celebrità varie, nobili e amici della defunta artista, descritti con un'ironia comprensiva e impietosa al tempo stesso dal giornalista Orlando, a bordo per redigere una cronaca dell'evento. A bordo è presente persino un rinoceronte, ammalato di tristezza d'amore, che saltuariamente viene visitato dai passeggeri.
Il corso della Storia irrompe però con forza: a Sarajevo il granduca Ferdinando è ucciso e scoppia la prima guerra mondiale; contemporaneamente, il comandante della nave si trova costretto a dover soccorrere dei naufraghi serbi.
In vista della meta, il piroscafo italiano incrocia una corazzata austriaca e viene colpito ed affondato.
Nell'ultima scena il giornalista Orlando informa il pubblico del fatto che i passeggeri non sono tutti morti[3]:
Un idrovolante ha recuperato i superstiti della scialuppa Aurora [...] La scialuppa Stella del nord è miracolosamente arrivata ad Ancona [...] Per quanto mi riguarda io ho una grande notizia da darvi: Lo sapevate che il rinoceronte dà un ottimo latte?
Nel dir questo il giornalista si scherma le labbra con la mano per non farsi sentire dal rinoceronte, il secondo passeggero della barca, che finalmente sereno, mangia un ciuffo d'erba.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️
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cinemasfutbol · 2 years
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diabolus1exmachina · 2 years
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Ferrari 375 America Vignale Cabriolet
As the name suggests, the Ferrari America series of high-end grand tourers was developed by the still-young Italian automaker to appeal to the American market. In the 1950s Americans tended to prefer large vehicles with prodigious engines and jet age styling – so that’s what Enzo gave them.
Each Ferrari America 375 was powered by a road-going version of the Lampredi designed “long block” V12 with a displacement of 4522cc. This engine was fitted with a bank of Weber carburetors, a twin coil and distributor ignition, and power was sent to the live axle rear end through an all-synchromesh manual transmission.
Upon ordering their car people could choose from a variety of final drive ratios depending on whether they wanted searing acceleration or more relaxed highway cruising at lower RPMs. As was common with Ferrari naming conventions the 375 was named for the displacement of a single cylinder – though in this case it was rounded down slightly from 376.8cc to 375.
The Ferrari America series would begin with the 340 America released in 1950 and sold until 1952 in very limited numbers. This would be followed by the 342 America in 1952, which was then succeeded by the America 375 in 1953.
The America 375 was one of the high points of the series, along with its successor the 410 Superamerica, which was followed by the 400 Superamerica, the 500 Superfast, and finally, the 365 California.
Lampredi V12s were used in all the cars up until the 400 Superamerica in 1959 at which point the lower displacement Colombo V12 was used. This would be the V12 that would power many of Ferrari’s most important cars through the 1960s and beyond, but there’s no denying the Lampredi engine was the king of the 1950s. The car you see here is the Ferrari 375 America Vignale cabriolet from 1954 and as mentioned further up, it’s both the only 375 cabriolet that was ever made and one of just three big-block cabriolets with 4.5 liter or larger engines built by Ferrari in the 1950s.
Enzo Ferrari sold this car to its first owner, Mrs Bianca Colizzi, the daughter of famous Italian film director Giuseppe Colizzi. For reasons lost to history it was parked up in storage a year later where it was seen by Luigi Musso, the future Scuderia Ferrari factory driver.
Musso mentioned the existence of the car to an American acquaintance named Harry Chambers, a TWA executive who had been sent to Italy to open the airline’s Milan division. Chambers was able to track down the Ferrari and buy it, he enjoyed driving it in Italy for two years, even visiting the Monza circuit on at least one occasion.
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sslimbo · 5 years
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Il bozzetto originale realizzato per il manifesto del film “I quattro dell’Ave Maria” (Giuseppe Colizzi, 1968), dipinto da Rodolfo Gasparri.
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alexlacquemanne · 9 months
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Décembre MMXXIII
Films
Chef (2014) de Jon Favreau avec Scarlett Johansson, Jon Favreau, Sofía Vergara, Emjay Anthony, John Leguizamo, Robert Downey Jr. et Dustin Hoffman
Y a-t-il un flic pour sauver Hollywood ? (The Naked gun 33⅓: The Final Insult) (1994) de Peter Segal avec Leslie Nielsen, Priscilla Presley, George Kennedy, Fred Ward, O. J. Simpson, Anna Nicole Smith, Kathleen Freeman, Ellen Greene et Ed Williams
Quai des Orfèvres (1947) de Henri-Georges Clouzot avec Louis Jouvet, Simone Renant, Bernard Blier, Suzy Delair, Pierre Larquey, Claudine Dupuis, Henri Arius, Charles Blavette, René Blancard et Robert Dalban
Maintenant, on l'appelle Plata (…più forte ragazzi!) (1972) de Giuseppe Colizzi avec Terence Hill, Bud Spencer, Cyril Cusack, Reinhard Kolldehoff, Riccardo Pizzuti, Ferdinando Murolo et Marcello Verziera
Moi, Michel G., milliardaire, maître du monde (2011) de Stéphane Kazandjian avec François-Xavier Demaison, Laurent Lafitte, Laurence Arné, Xavier de Guillebon, Guy Bedos, Patrick Bouchitey e Alain Doutey
Noël blanc (White Christmas) (1954) de Michael Curtiz avec Bing Crosby, Danny Kaye, Rosemary Clooney, Vera Ellen, Dean Jagger, Mary Wickes et John Bascia
Rendez-vous avec la mort (Appointment with Death) (1988) de Michael Winner avec Peter Ustinov, Lauren Bacall, Carrie Fisher, John Gielgud, Piper Laurie, Hayley Mills, Jenny Seagrove et David Soul
Bridget Jones : L’Âge de raison (Bridget Jones: The Edge of Reason) (2004) de Beeban Kidron avec Renée Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Gemma Jones, Jim Broadbent, Jacinda Barrett, Shirley Henderson et Sally Phillips
Les Trois Mousquetaires : Milady (2023) de Martin Bourboulon avec François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmaï, Eva Green, Lyna Khoudri et Louis Garrel
Y a-t-il un flic pour sauver le président ? (1991) (The Naked Gun 2½: The Smell of Fear) de David Zucker avec Leslie Nielsen, Priscilla Presley, George Kennedy, O. J. Simpson, Robert Goulet, Richard Griffiths, Anthony James et Jacqueline Brookes
Wallace et Gromit : Le Mystère du lapin-garou (Wallace & Gromit: The Curse of the Were-Rabbit) (2005) de Nick Park et Steve Box avec Jean-Loup Horwitz, Jeanne Savary, Philippe Catoire, Frédérique Cantrel, Patrick Messe et Mireille Delcroix
Rivière sans retour (River of No Return) (1954) de Otto Preminger avec Robert Mitchum, Marilyn Monroe, Rory Calhoun, Tommy Rettig, Murvyn Vye et Douglas Spencer
L'Ange de Noël (Christmas Magic) (2011) de John Bradshaw avec Lindy Booth, Paul McGillion, Derek McGrath, Kiara Glasco, Teresa Pavlinek et Tricia Braun
Joyeux Noël (2005) de Christian Carion avec Benno Fürmann, Guillaume Canet, Diane Kruger, Gary Lewis, Daniel Brühl, Dany Boon, Lucas Belvaux, Bernard Le Coq et Alex Ferns
L'Assassinat du père Noël (1941) de Christian-Jaque avec Harry Baur, Raymond Rouleau, Renée Faure, Marie-Hélène Dasté, Robert Le Vigan, Fernand Ledoux et Jean Brochard
Danse avec les loups (Dances with Wolves) (1990) de et avec Kevin Costner ainsi que Mary McDonnell, Graham Greene, Rodney A. Grant, Floyd Westerman, Jimmy Herman, Nathan Lee, Tantoo Cardinal et Wes Studi
Noël en trois actes (Christmas Encore) (2017) de Bradley Walsh avec Maggie Lawson, Brennan Elliott, Art Hindle, Tracey Hoyt, Mercedes de la Zerda, Mika Amonsen, Sherry Miller, Sabryn Rock, David Tompa et Erin Agostino
La Souffleuse de verre (Die Glasbläserin) (2016) de Christiane Balthasar avec Luise Heyer, Maria Ehrich, Franz Dinda, Dirk Borchardt, Robert Gwisdek, Max Hopp et Ute Willing
Le père Noël est une ordure (1982) de Jean-Marie Poiré avec Anémone, Thierry Lhermitte, Gérard Jugnot, Marie-Anne Chazel, Christian Clavier, Josiane Balasko et Bruno Moynot
Le Lion en hiver (The Lion in Winter) (1968) de Anthony Harvey avec Peter O'Toole, Katharine Hepburn, Anthony Hopkins, John Castle, Nigel Terry, Timothy Dalton, Jane Merrow et Nigel Stock
Les Mystères de Paris (1962) d'André Hunebelle avec Jean Marais, Raymond Pellegrin, Jill Haworth, Dany Robin, Pierre Mondy, Georges Chamarat, Noël Roquevert et Jean Le Poulain
Derrick contre Superman (1992) de Michel Hazanavicius et Dominique Mézerette avec Patrick Burgel et Évelyne Grandjean
La Classe américaine : Le Grand Détournement (1993) de Michel Hazanavicius et Dominique Mézerette avec Christine Delaroche, Evelyne Grandjean, Marc Cassot, Patrick Guillemin, Raymond Loyer, Joël Martineau, Jean-Claude Montalban, Roger Rudel et Gérard Rouzier
La Grande Course autour du monde (The Great Race) (1965) de Blake Edwards avec Tony Curtis, Natalie Wood, Jack Lemmon, Peter Falk, Keenan Wynn, Arthur O'Connell, Vivian Vance et Dorothy Provine
Séries
Life on Mars Saison 1, 2
Bienvenue en 73 - La Loi selon mon boss - Le Pari - Corruption - Rouge un jour, rouge toujours - Compte à rebours - Cas de conscience - Mon père - Meurtrier en puissance - La Chasse aux ripoux - Peur sur la ville - Pièges pour jeunes femmes - Kidnapping - Héroïne - Recherche du coupable - La Promesse
Doctor Who
La Créature Stellaire - Wild Blue Yonder - Aux confins de l'univers - Le Fabricant de Jouets - The Snowmen - A Christmas Carol - The Doctor, the Widow and the Wardrobe - The Return of Doctor Mysterio - The Church on Ruby Road - Eve of the Daleks
Les Enquêtes de Vera Saison 12
À contre-courant - Un homme d'honneur - Au nom de la loi - Une soirée funeste - Marée montante
Coffre à Catch
#144 : La Draft 2009 : Les bonnes affaires du mercato ! - #145 : La ECW débarque à Londres et l'Undertaker à Strasbourg! (avec Carole) - #146 : Christian enfin champion de la ECW ! - #147 : Un coffret à Noël, ça c'est une idée !
Kaamelott Livre III
Le Jour d’Alexandre - La Cassette II - La Ronde II - Mission - La Baliste - La Baraka - La Veillée - Le Tourment III - La Potion de fécondité II - L’Attaque nocturne - La Restriction II - Les Défis de Merlin II - Saponides et Détergents - Le Justicier - La Crypte maléfique - Arthur in Love II - La Grande Bataille - La Fête de l’hiver II - Sous les verrous II - Le Vulgarisateur - Witness - Le Tribut - Le Culte secret - Le Mangonneau - La Chevalerie - Le Mauvais Augure - Raison d’argent II - Les Auditeurs libres - Le Baiser romain - L’Espion - Alone in the Dark - Le Législateur - L’Insomniaque - L’Étudiant - Le Médiateur - Le Trophée - Hollow Man - La Dispute première partie - La Dispute deuxième partie
Affaires sensibles
Gérald Thomassin : l'étrange disparition d'un coupable idéal
Top Gear
Spécial Nativité
La Voie Jackson
Episode 1 - Episode 2 - Episode 3
Meurtres au paradis
L'étrange Noël de Debbie
Spectacles
Le Muguet de Noël (2021) de Sébastien Blanc et Nicolas Poiret avec Lionnel Astier, Frédéric Bouraly, Jean-Luc Porraz et Alexie Ribes
Sinatra (1969) avec Frank Sinatra, Don Costa & son Orchestre
Le Professeur Rollin a encore quelque chose à dire (2003) de François Rollin
Alain Souchon : J'veux du live au Casino de Paris (2002)
La Bonne Planque (1964) de Michel André avec Bourvil, Pierrette Bruno, Robert Rollis, Roland Bailly, Alix Mahieux, Albert Michel et Max Desrau
André Rieu : White Christmas (2023)
Michael Bublé: Home for Christmas (2011) avec Michael Bublé, Gary Barlow, Gino D'Acampo, Dawn French et Kelly Rowland
Michael Buble's Christmas in the City (2021) avec Michael Bublé, Leon Bridges, Camila Cabello, Jimmy Fallon, Kermit the Frog, Hannah Waddingham, Dallas Grant, Jarrett Johnson, Julianna Layne et Loren Smith
Michael Bublé's 3rd Annual Christmas Special (2013) avec Michael Bublé, Mary J. Blige, Mariah Carey, Red Robinson, Jumaane Smith, Patrick Gilmore et Cookie Monster
Un fil à la patte (2005) de Georges Feydeau avec Thierry Beccaro, Marie-Ange Nardi, Valérie Maurice, Églantine Éméyé, Ève Ruggiéri, Tex, David Martin et Patrice Laffont
Vintage Getz (1983) The Stan Getz Quartet live at the Robert Mondavi Winery, Napa Valley, California avec Stan Getz, Victor Lewis, Marc Johnson et Jim McNeely
James Brown : Live at Montreux (1981)
Livres
Le seigneur des anneaux, Tome 3 : Le retour du roi de J.R.R. Tolkien
Détective Conan, Tome 18 de Gôshô Aoyama
Lucky Luke, Tome 27 : L'Alibi de Morris et Claude Guylouïs
Détective Conan, Tome 19 de Gôshô Aoyama
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peter-ash · 4 years
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almeriamovies · 1 year
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“I Quattro Dell Ave Maria” AKA ‘Ace High’ by Giuseppe Colizzi (1968) Terence Hill and Bud Spence in tabernas desert #Almeria
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olvaheiner · 7 years
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God Forgives... I Don’t ! (1967)
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r-roiben-r-blog · 3 months
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Capitolo Uno
Il possente rombo di un trimotore che prende avvio lo ripesca di prepotenza dal suo sonno che, in quell’ultima ora, si è fatto più leggero e delicato. Socchiude un occhio, incerto, e sbuffa annoiato. La luce fuori è già bella forte e splendente, e quindi sa piuttosto bene che deve proprio prepararsi mentalmente a dire addio al comodo materasso che lo ha accolto per la notte e a darsi da fare per iniziare la nuova giornata. Borbotta. Sbuffa di nuovo, abbastanza seccato. Infine si arrende e abbandona le lenzuola per gettarsi nel mondo crudele che lo attende là fuori in agguato.
Salud si ritira a dormire, ogni notte, in un angolo dei magazzini del campo volo dell’amico Naso Balsam. Un’altra sistemazione non ce l’ha, non ancora per lo meno. Ma si accontenta facilmente. Salud non è tipo da lamentarsi per certe scomodità. Un tetto sopra la testa ce l’ha; pasti regolari, anche; ha perfino un lavoro, che gli rende qualcosina. Non è molto ma, appunto, lui si accontenta. Fa il meccanico, ripara un po’ di tutto; al momento ripara aerei. Il mestiere del meccanico glielo ha insegnato un altro amico, tempo fa; ormai saranno trascorsi quasi cinque anni, ma quell’amico è morto poi, da un paio d’anni, lasciandogli in eredità quel che sa fare meglio nella vita, a parte dormire e mangiare: riparare cose.
Avrebbe proprio un gran bisogno di caffè, quella mattina. È così difficile svegliarsi. Sarà che ha fatto un poco tardi la sera prima… che poi si è trasformata in notte. Ma sono cose che possono capitare, in fondo. Ha solo ventiquattro anni: un po’ di divertimento se lo può ben permettere, no? Dovrà provare a chiedere a Naso, a quel punto, dato che lui di caffè non ne ha, e se è per questo nemmeno il gas su cui prepararlo. Intanto si butta di peso sotto la doccia, acqua rigorosamente fredda, sperando che aiuti. E aiutare aiuta, ma non a svegliarsi. O meglio, non a risvegliare il suo cervello. Qualcosa d’altro però sì, e forse non era il caso.
«Ah, ma quale onore! Il nostro stimato meccanico che si presenta sul lavoro» lo accoglie la voce sarcastica del padrone della baracca, nonché amico di vecchia data, Naso.
Salud grugnisce qualcosa di indistinto, con buona probabilità un insulto. «Fatto tardi ieri notte» borbotta svogliato, sbadigliando. «Di’, ce l’hai mica un caffè?»
«Ma certamente!» esclama, occhi spalancati e sogghigno canzonatorio. «È risaputo che qui abbiamo un’ampia scelta di bevande e stuzzichini per placare gli appetiti più esigenti.»
Sbuffa. «Sei simpatico come una scimmia nelle mutande.»
«Perché, l’hai forse provata?» si informa Naso, intrigato.
Salud rotea gli occhi, esasperato. «Lascia perdere. Vado a vedere quanti danni hanno fatto ieri i tuoi grandi piloti» avvisa sarcastico, marcando a fondo su quel “grandi”.
«Sei solo invidioso perché a loro riesce di tenerli su e a te no» lo sfotte.
«Non ancora! Ma stai a vedere. Prima o poi ci riuscirò» prevede, pieno di speranza e con il pensiero già oltre, al suo vittorioso volo fra i cieli del Sud America.
«Come no, come no» concorda senza dar credito a una sola parola. «Ecco, prendi un po’ quella tazza di latta, quella che ti sta proprio accanto, sulla sedia, sì. Là dietro lo trovi il tuo caffè, è ancora caldo. Così magari non ti addormenti sul motore del de Havilland, eh.»
«Già, già» borbotta, recuperando la tazza un po’ ammaccata che gli ha indicato l’amico e facendosi largo nel ciarpame che ingombra il suo ufficio per tentare di raggiungere il retro e appropriarsi del famoso caffè. «Che ha il de Havilland, stavolta?» si informa dal fondo, tra un sorso e l’altro.
«E che ne so. Sei tu il meccanico, qui. Trovamelo tu il problema. Non si avvia, e quando lo fa borbotta peggio di te la mattina presto e poi tossisce e si spegne di nuovo.»
«Uhm…» riflette pensieroso, mentre la caffeina fa il suo lavoro. «La vedremo» mormora assorto. «A dopo, capo» si accomiata, sfarfallando una mano in segno di saluto all’indirizzo di Naso.
«Finiscila di chiamarmi capo in quel modo. Sembra una presa per il culo» protesta l’amico.
«Eh! Appunto» conferma, sghignazzando, mentre esce dall’ufficio per raggiungere il suo primo paziente della giornata.
Il de Havilland aveva solo un banale problema di iniezione che ha risolto in fretta nella mattinata. Poi però sono arrivati due dei piloti dell’amico, entrambi lamentando guasti al proprio velivolo, che loro insistono ad apostrofare “catorcio”. Salud pensa che il vero problema di quei poveri aerei siano i piloti che li portano in aria e che, per quanto può vedere lui, non hanno la minima cura delle macchine che hanno sotto le chiappe. E così gli aerei si rompono sul più bello e i piloti se la prendono con il loro velivolo e non alzano un dito per correggere i loro errori, aspettandosi che sia Salud, ogni volta, a sistemare il guasto. Un giorno o l’altro lo sistemerà davvero il guasto: un bel cazzotto e via, problema sistemato.
«Ehi, Salud. Oh! Salud!»
L’interpellato leva gli occhi al cielo e, lentamente, abbandona il lavoro in cui era immerso, letteralmente, per dare attenzione allo scocciatore di turno: un altro pilota, tanto per cambiare. Ha la faccia da faina, ed è per quello che lo hanno soprannominato tale, ma Salud pensa che il povero animale sia mille volte più interessante, nonché più intelligente del pilota che ne ha usurpato il nome.
«Che c’è?» borbotta scocciato.
«Il mio 10 Electra dà problemi in rullaggio. Ci dai un’occhiata?»
«Per favore» appunta Salud.
«Sì, ok: per favore, puoi dargli un’occhiata?»
Salud grugnisce, sempre più seccato. Ma il povero 10 Electra non ha colpa del pilota che si ritrova a bordo, quindi va bene così. «D’accordo. Finisco qui e poi vedo che ha il tuo bimotore» promette di buon grado.
«Bene. Ci si vede.»
«Grazie, eh!» sbotta sarcastico.
«Sì, sì. Grazie» conviene la Faina, mollandolo al suo lavoro.
«Deficiente» sibila fra i denti, sbrigandosi con quel carburatore per poter controllare che altra sciagura ha combinato l’ennesimo, maledetto pilota della malora.
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