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#Grande Guerra
gregor-samsung · 6 months
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" Il mio bisnonno Dorino, classe 1888, diceva di aver combattuto tutte le più grandi battaglie della Prima guerra mondiale. Di certo, era stato protagonista di almeno due conquiste storiche, quella del Carso e quella del Monte San Michele. Militare semplice di fanteria, raccontava incredulo di aver assistito alla morte, al ferimento e alla mutilazione di decine di suoi commilitoni durante i combattimenti, ma di essere rimasto completamente illeso. Neanche un graffio, un proiettile di striscio. Nulla. Tirava fuori questa storia ogni volta, durante le feste di Natale, con la famiglia riunita e qualche bicchiere in corpo. Si commuoveva ricordando gli amici caduti e non si capacitava del proprio destino di miracolato. L’episodio più sbalorditivo però gli era accaduto dopo le battaglie del Carso e del San Michele, quando l’intero battaglione era stato inviato in Albania. In seguito ai successi conquistati anche su questo campo, la truppa aveva ottenuto una licenza premio per tornare a casa qualche giorno. Si era dunque imbarcata al porto di Valona su una nave diretta in Italia, ma pochi attimi prima della partenza è giunto un gruppo di ufficiali e per fare posto ai graduati alcuni militari semplici sono stati fatti scendere. Fra loro c’era anche Dorino. Le sue vibranti proteste per questa ingiusta e improvvisa sostituzione sono rimaste inascoltate. Tuttavia, pochi minuti dopo la partenza la nave è stata silurata e affondata dalle flotte nemiche e l’intero equipaggio è perito nell’attacco. Ancora una volta, la sorte aveva deciso di graziarlo, e nel modo più plateale possibile.
Per quanto fossi molto piccolo, mi ricordo del bisnonno che raccontava queste storie trattenendo a stento l’emozione, anche se solo diversi anni dopo ne avrei compreso il contenuto. Mi sono trovato anche a riflettere sui suoi racconti e sulla sua inspiegabile sorte. Forse è insito nel mio DNA: sono destinato a sopravvivere. È un lascito ereditario che scorre nel sangue della mia famiglia. Proprio come Dorino che ripeteva la sua incredibile storia a chiunque volesse ascoltarla, anche io sono sopravvissuto a una guerra perché il mio ruolo è raccontarla. "
Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta, Mondadori, 2023¹; pp. 57-58.
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libriaco · 7 months
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Accadde in una notte: Caporetto 24 ottobre 1917
CIVIDALE, 23 ottobre 1917. Sera Agitazione sempre crescente al Comando. Siamo qui in tre che non ripariamo a ricevere e mandar via telegrammi, fonogrammi.... Ogni tanto il Capo di Stato Maggiore, il Sottocapo entrano per leggere il non ancora interamente decifrato, per correggere ordini da trasmettersi; poi escono in furia. Altri ufficiali scendono e salgono le scale di corsa; arrivano e se ne vanno pezzi grossi. Nel cortile e nel giardino trepidano le automobili, scoppiano i motori dei syde-cars; la strada trema per il rotolio dei camions a precipizio.... Il generale Montuori, non mi è ancora riuscito di vederlo. Il generale Capello ha telegrafato da Padova che, sentendosi meglio in salute, è pronto a riprendere il comando. Ore appassionate d'intensa vita. L'attacco è cominciato all'ora precisa prevista, nel punto e nel modo stabiliti nell'ordine di operazione che conosciamo. Si aspettano con ansia i primi rapporti dei comandanti in linea. Tutti siamo su, intenti al lavoro. Il generale Capello è qui al Comando, si dice, ma nessuno sa nulla di preciso. Impossibile parlare con chicchessia, tanto è il daffare e l'agitazione di ognuno. Ore 4. Decifriamo i primi fonogrammi. Sorpresa dolorosa per le notizie che arrivano. Le nostre linee sono state arretrate davanti a Tolmino. Il nemico attacca da tutte le parti; avanza nella valle di Caporetto; cala dalla parte di Saga. L’ansia, l’angoscia di tutti qui, è terribile, sebbene dissimulata. Nelle facce pallide dei superiori, che s'intravedono mentre corrono da una stanza all'altra, danno ordini, spiccano ufficiali, ciclisti verso le linee, si legge l’inquietudine, il tormento dello spirito. Lorenzoni, il capitano Settimanni, i tenenti Onofri ed io, ritti in mezzo alla stanza, ci guardiamo in faccia senza osare di comunicarci i nostri pensieri. Consultiamo in silenzio le carte appese ai muri.... È possibile? Si sente che altre notizie ci sono nascoste, sebbene i dispacci che decifriamo con rabbiosa impazienza ne portino ad ogni istante delle più gravi. Altre linee sono state abbandonate. Arriva il capitano Ajraghi comandante del Quartier generale e ci ripete alcune voci che circolano nel comando, in paese.... — Che disastro! Che disastro!... Ma i nostri, i nostri, cosa fanno? Dopo il bombardamento nemico non si ode quasi più un colpo di cannone. Eppure si dice che le fortificazioni arretrate in quel punto siano formidabili, imprendibili. Abbiamo trasmesso ordini tremendi di resistenza sulla linea Monte Mia — Matajur — Monte Cucco — Kolovrat — Santa Lucia. — Restare su questa linea fino alla morte. Punire senza pietà ogni debolezza nella difesa, qualunque segno d'indisciplina. Le truppe nemiche sono entrate in Caporetto. I nostri resistono ancora sui monti. Ma le notizie si fanno più rare. Si vive come in un buio pieno di minacce. Si spera in una forte resistenza alla stretta di Saga. Qualcuno dice però che è già stata forzata. Che cosa avviene? Non si capisce più.... E questo silenzio, lassù!... Col viso disfatto, gli occhi annebbiati dallo sforzo sui cifrari, guardiamo come intontiti la gente che seguita ad andare e venire. 24 ottobre. All'alba, sono andato in camera mia per riposarmi un'ora. Dormiveglia tormentoso dopo l’atroce notte. L'atroce notte! Che cosa è mai successo? [...] Non ho il coraggio d'interrogare il Sottocapo o il generale Egidi, nero in viso e agitato. Ma capisco che qui avviene qualcosa di tremendo. Si parla della perdita del Matajur, dello sfacelo della linea; ma le notizie sono ormai confuse e contraddittorie. Non si sa più che pensare.
A. Soffici, La ritirata del Friuli, note di un ufficiale della seconda armata, Firenze, Vallecchi, 1919. Online su Archive.
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edizionimedusa · 6 months
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Viene in mente la battuta di Amleto che, deposto il teschio del buffone Yorick, ormai consunto, esclama “A che bassi servizi possiamo essere destinati, Orazio!”. Quello della guerra è uno di questi. Lo scrittore spagnolo, Ramón del Valle-Inclán, morto a Santiago de Compostela nel 1936, racconta, con lampi di linguaggio espressionista, le trincee dell’aprile del 1916 in Francia: La mezzanotte. Visione stellare di un momento di guerra. Enrico Lodi, curatore del volume – autore dell’altrettanto importante saggio Scrittura e violenza. Letteratura e guerra civile: il caso spagnolo – ci spiega la tensione che sorge tra la volontà di rappresentare la guerra nel suo insieme e l’impossibilità di farlo. È la guerra moderna, tecnica, illuminata dai riflettori che accecano e mostrano l’infamia della morte sotto la loro gelida luce. Del Valle-Inclán aveva composto un ciclo di romanzi dedicati alla guerra carlista che insanguinò la Spagna tra il 1833 e il 1839, il suo è lo sguardo disincantato di chi sa di cogliere, attraverso la guerra, il basso servizio a cui è destinata questa attività così peculiare all’uomo. Così almeno sembra. Oggi come ieri.
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satinea · 2 years
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Verdun - Chemin de mémoire
11 novembre 2018
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storiearcheostorie · 2 years
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MOSTRE / I luoghi della Grande Guerra in una mostra-reportage
#MOSTRE / I luoghi della Grande Guerra in una mostra-reportage A Palazzo Besta a #Teglio (SO) una mostra fotografica di Alessio Franconi ripercorre attraverso splendide immagini i sentieri della #GrandeGuerra (foto ©Franconi Alessio-Franconiphotos)
A Palazzo Besta a Teglio (SO) una mostra fotografica di Alessio Franconi ripercorre attraverso splendide immagini i sentieri della Grande Guerra, per non perdere la memoria di chi partì per non tornare. di Redazione (foto ©Franconi Alessio-Franconiphotos) Inaugura il 30 luglio alle ore 16.00 presso Palazzo Besta a Teglio la mostra Si combatteva Qui! 1914-1918. Sulle orme della Grande Guerra,…
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italianiinguerra · 2 years
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5 giugno 1920, Medaglia d'Oro alla bandiera di guerra dell'Arma del Genio
5 giugno 1920, Medaglia d’Oro alla bandiera di guerra dell’Arma del Genio
Tenace, infaticabile, e modesta, scavando la dura trincea, o gittando per ogni ponte una superba sfida al nemico, riannodando sotto l’uragano del ferro e del fuoco i tenui fili onde passa l’intelligenza regolatrice della battaglia, lanciandosi all’assalto in epica gara coi Fanti, prodigò sacrifici ed eroismi per la grandezza della Patria (Campagna di Guerra 1915 – 1918) Con questa splendida…
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tonisemitoni · 3 months
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte nona
Le carte del Mago per leggere il destino si chiamavano Navalde ed erano assai differenti dai tarocchi, ancestrali e lontani echi del misterioso Libro di Thot: esse non avevano Semi, Onori, Trionfi e Matto ma rappresentavano le persone, gli animali, gli oggetti, le situazioni, gli stati d’animo più ricorrenti nell’esistenza umana; come i tarocchi avevano doppio significato, quello evidente…
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giuseppearagno · 2 years
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Centomila omicidi di Stato
Centomila omicidi di Stato
Mentre siamo parte attiva in una guerra e in piazza si chiede la pace, è a dir poco singolare: dopo un secolo, la nostra repubblica parlamentare, che ha tra i suoi principi fondamentali il ripudio della guerra, celebra ancora un conflitto nel quale ci trascinò a tradimento un re criminale con un patto segreto ignorato dal Parlamento. Un conflitto feroce e insensato, un’infamia, universalmente…
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personal-reporter · 2 years
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Il grande sacrario di Redipuglia
Il grande sacrario di Redipuglia
Inaugurato il 19 settembre 1938, il Sacrario di Redipuglia è il grande cimitero monumentale militare dedicato alla memoria degli oltre 100.000 soldati italiani caduti nelle zone del Carso durante le battaglie dell’Isonzo della prima guerra mondiale. Il Sacrario si trova di fronte al colle Sant’Elia dove venne costruito il primo Sacrario monumentale militare della 3a armata, inaugurato nel 1923,…
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lucadea · 2 years
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Monumento ai Caduti della prima guerra a San Bernardo
Monumento ai Caduti della prima guerra a San Bernardo
Monumento ai Caduti della prima guerra a San Bernardo. Il 21 maggio 1922, esattamente cento anni fa, fu apposto questo monumento nella piazzetta della chiesa a San Bernardo, frazione di Sestri Levante, a ricordo dei caduti locali nella Prima Guerra Mondiale. La iscrizione recita: Agli oscuri Eroi morti combattendo per una Patria più Libera ed una migliore Umanità i concittadini memori e…
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wawamouse · 8 days
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Just some Chico moments for your consideration
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gregor-samsung · 6 months
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“ Stanno appoggiati al reticolato. Di quando in quando uno barcolla via, e subito un altro si mette al suo posto. I più tacciono, qualcuno mendica un mozzicone di sigaretta. Io vedo le loro figure brune, le barbe ondeggianti al vento. Nulla so di loro, se non che sono prigionieri di guerra, e ciò appunto mi turba. La loro vita è senza nome e senza colpa. Se sapessi qualcosa di loro, come si chiamano, come vivono, che cosa aspettano, che cosa lì affligge, il mio turbamento avrebbe un senso e potrebbe diventar compassione. Ma così non sento dietro il loro volto se non il dolore della creatura, la tremenda tristezza della vita e la crudeltà degli uomini. Un ordine ha trasformato queste figure silenziose in nemici nostri; un altro ordine potrebbe trasformarli in amici. Intorno a un tavolo un foglio scritto viene firmato da pochi individui che nessuno di noi conosce, e per anni diventa nostro scopo supremo ciò che in ogni altro caso provocherebbe il disprezzo di tutto il mondo e la pena più grave. Chi può più distinguere e giudicare, quando vede questi poveri esseri silenziosi coi loro volti di fanciulli e con le loro barbe d'apostoli! Ogni sottufficiale per la sua recluta, ogni professore per i suoi alunni è un nemico peggiore che costoro non siano per noi. Eppure noi torneremmo a sparare contro di loro ed essi contro di noi, se fossero liberi... Qui mi fermo spaventato: non debbo andare avanti. Questi pensieri conducono all'abisso. Non è ancora tempo per approfondirli; tuttavia non li voglio lasciar dileguare, li voglio serbare, chiudere in me, per quando la guerra sarà finita. Mi batte il cuore: è questo dunque lo scopo, il grande, l'unico scopo, al quale ho pensato in trincea, quello che io cercavo come sola possibilità di vita, dopo questa rovina di ogni umanità: è questo il cómpito per la nostra vita di domani, degno veramente di questi anni d'orrore? Mi tolgo di tasca le sigarette, rompo ciascuna in due parti e le do ai russi. Si inchinano e le accendono. Ecco che sui loro visi brillano qua e là punti rossi, e mi consolano; sembrano piccole finestrelle chiare su facciate di oscure capanne, che rivelano, dentro, rifugi di pace... I giorni passano. In una mattinata nebbiosa si fa il funerale di un russo: quasi ogni giorno ne muore qualcuno. Sono di guardia mentre lo seppelliscono. I prigionieri cantano un corale a più voci: neppure sembrano voci, sembra un organo che risuoni da lungi sulla radura. Il funerale è presto finito. A sera i russi stanno di nuovo al reticolato, e il vento viene a loro dai boschi di betulle. “
Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori (collana Oscar n° 30), 1965; pp. 158-160.
 NOTA: Il testo apparve dapprima sui numeri di Novembre e Dicembre del 1928 del giornale berlinese Vossische Zeitung, quindi in volume dal titolo Im Westen nichts Neues il 29 gennaio 1929 per l'editore Propyläen Verlag ottenendo un immediato successo internazionale.
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libriaco · 3 months
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Il signor maestro
[...] ognuno può diventar maestro di quello che sa: è così innato nell'uomo il piacere di comunicare agli altri le proprie cognizioni.
G. Stuparich, Guerra del '15 [1931], Macerata, Quodlibet, 2015
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einaudis · 4 months
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Por favor, las ganas que tengo de ver "La Sociedad de la Nieve", porque he leído un montón de comentarios y 99% de ellos afirma que es la mejor adaptación de la historia Y finalmente eligieron actores uruguayos para los papeles.
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cidraman · 5 months
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A Guerra dos Farrapos. Comix Zone - 2022.
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storiearcheostorie · 2 months
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LIBRI / Cimiteri militari della Grande Guerra, un patrimonio (anche archeologico) da conoscere e da salvare
LIBRI / Cimiteri militari della Grande Guerra, un patrimonio (anche archeologico) da conoscere e da salvare Presentazione il 21 marzo a Vicenza del libro edito dalla SAP
Redazione In occasione della Giornata nazionale del Paesaggio che si celebrerà il prossimo 14 marzo, istituita con l’obiettivo di contribuire a “promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati, attraverso specifiche attività da compiersi sull’intero territorio nazionale mediante il concorso e la collaborazione delle Amministrazioni…
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