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#Guido Cavaliere
dance-world · 27 days
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Francesco Saverio Cavaliere - photo by Guido Mencari
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abatelunare · 5 months
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Di questi giorni è il tempo de' mediocri, talor degl'infimi; oggi trionfa chi puttanescamente si vende al favor popolare (Guido da Verona, Il Cavaliere dello Spirito Santo).
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lamilanomagazine · 10 months
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A Milano "Music Week" dal 20 al 26 Novembre 2023
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A Milano "Music Week" dal 20 al 26 Novembre 2023. IL PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 22 NOVEMBRE INCONTRI SPECIALI CON GLI ARTISTI Alle 16.00 CCCP - FEDELI ALLA LINEA al Teatro Fontana Alle 19.00 ARIETE al Teatro dei Filodrammatici GIOLÌ & ASSIA in Casa Milano Music Week talk e dj set powered by Spotify Rinasce l’iconica etichetta EMI Records Italy: talk e party in Torneria PANEL "Causa Rai-Vessicchio: cosa cambia per la musica in tv" con BEPPE VESSICCHIO presentato da NUOVO IMAIE "Music is future, future is music" con LYOR COHEN presentato da FIMI “Artisti, musica e promo: la strategia multi-formato su YouTube” presentato da YouTube "Spotify presenta GLOW: ascolta le voci della comunità LGBTQIA+" presentato da Spotify Nel distretto di via Tortona gli appuntamenti di Carosello Records “Carosello Fest – Musica, birrette e chiacchiere intelligenti” Tra i concerti: Francesco Libetta, I Ministri, POLO G, The Sherlocks, Meg Programma completo su questo link e su quest'altro link Tanti gli eventi in programma domani, mercoledì 22 novembre, per la Milano Music Week, promossa e fortemente voluta da Comune di Milano - Assessorato alla Cultura, ASSOCONCERTI, ASSOMUSICA, FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana, NUOVO IMAIE e SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, con il patrocinio del Ministero della Cultura, sotto la direzione artistica di Nur Al Habash (direttrice della Fondazione Italia Music Lab) e con la curatela speciale di Francesca Michielin. Main sponsor di questa edizione UniCredit, UniCredit Allianz Vita e UniCredit Allianz Assicurazioni. Due gli incontri speciali domani con gli artisti. In esclusiva per la Milano Music Week i CCCP - Fedeli alla Linea, il gruppo punk che ha trasceso il fenomeno musicale per scavare nell’immaginario collettivo sociale e culturale, si raccontano al Teatro Fontana alle ore 16.00 per celebrare 40 anni dall’uscita dell’ep “Ortodossia”, festeggiamenti cominciati con la mostra a Reggio Emilia "Felicitazioni! CCCP - FEDELI ALLA LINEA 1984-2024", il relativo libro e la raccolta “Felicitazioni!”. Sul palco Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici, Danilo Fatur con Giulia Cavaliere. Alle ore 19.00 la cantautrice Ariete è protagonista al Teatro dei Filodrammatici della registrazione del podcast "ARIETE meets Venticinque: un podcast dal vivo a teatro" presentato da Lifegate e Rockit. Con lei sul palco Dario Falcini, Giacomo De Poli, Marco Rip. Casa Milano Music Week in Torneria Tortona sarà aperta dalle ore 10.00. Il primo appuntamento è dedicato alle scuole del Comune di Milano, in collaborazione con NUOVO IMAIE. - I panel cominciano alle ore 12.15 con "Musica nei Film e nelle serie TV: come monetizzare i diritti connessi" presentato da SCF, con Carlo Tinuper, Guido Dall’Oglio, modera Davide Poliani; - alle ore 14.15 ospite speciale Beppe Vessicchio per "Causa Rai-Vessicchio: cosa cambia per la musica in tv" presentato da NUOVO IMAIE con Massimo Benini, Sergio Cerruti, Dario De Cicco, Andrea Miccichè, Beppe Vessicchio, modera Francesco Prisco; - alle ore 15.00 “Artisti, musica e promo: la strategia multi-formato su YouTube” presentato da YouTube, con Chiara Santoro, Marga Romero de Avila, introduce Lyor Cohen; - alle ore 15.15 "Diritti e welfare per chi lavora nel mondo della musica: conoscere il presente per cambiare il futuro" presentato da La musica che gira, Studio Metis, Fondazione Centro Studi Doc; - alle ore 16.15 "Music is future, future is music. A conversation with Lyor Cohen, Global Head of Music, Google and YouTube" presentato da FIMI, con Lyor Cohen, modera Marta Cagnola; - alle ore 16.15 “’Lezioni di Kayrós’ di Emmanuel Exitu: Universal Music incontra la comunità Kayrós di don Claudio Burgio" presentato da Universal Music, con Daniele Demartini, don Claudio Burgio, Emmanuel Exitu, modera Paola Gallo; - alle ore 18.15 "Spotify presenta GLOW: ascolta le voci della comunità LGBTQIA+" con Bel Aztiria, Carla Armogida, Giolì & Assia, Asteria, Kaput e Yosef, per proseguire poi con l’aperitivo impreziosito dal dj set di Giolì & Assia Sempre in Torneria Tortona, sarà protagonista anche l’iconica etichetta EMI Records Italy, parte di Universal Music Group, tornata con l’obiettivo di supportare gli artisti nello sviluppo della propria visione affinché possano lasciare un segno culturale. “Signing culture”, oltre ad essere il titolo del panel che organizza (con Michele Nudo, Lorenzo Prestia, Camilla Grassi, modera Greta Scarselli), è la parola chiave per rappresentare il passato, il presente e il futuro di questa celeberrima label con l’obiettivo di raccontare storie, persone ed emozioni. Dalle 21.15 EMI Records Italy terrà uno showcase che vedrà protagonisti i talenti Kid Yugi, Nerissima Serpe, Germo67 e Kuremino. RTL 102.5, radio ufficiale della MMW, seguirà gli eventi con collegamenti in diretta da Torneria Tortona e copertura social. Da domani fino a venerdì 24 novembre dalle 16.45 alle 20.10 uno speciale tram storico, appositamente allestito in chiave musicale, porterà per le strade del centro concerti live e dj set presentati da UniCredit, UniCredit Allianz Vita e UniCredit Allianz Assicurazioni. Mercoledì l’appuntamento è con Rossana De Pace, Dario Comparini e il dj set di Kharfi. Da domani 22 novembre il Distretto Tortona ospiterà anche Linecheck Music Meeting and Festival (BASE, via Bergognone, 34), prodotto da Music Innovation Hub e Main Content Partner della MMW. La prima giornata sarà tutta dedicata al tema dell’edizione #ManyKisses, concepito per celebrare la diversità e la molteplicità della musica, una comunità “poliamorosa” che cresce attraverso il dialogo continuo tra i suoi membri. Un omaggio all’eccezionale unione creativa di Cristina Moser e Maurizio Arcieri, noti come Krisma, duo tra i più rivoluzionari della scena musicale italiana. Molte realtà hanno organizzato eventi speciali intorno alla Milano Music Week in tutta la città. Nell’ambito di Milano come Music City di riferimento a livello europeo, domani si terrà al Base EMEE - European Music Exporters Exchange, il network europeo degli uffici music export, coordinati da Italia Music Export, per un focus sul mercato musicale italiano e la sua industria. Continuano gli appuntamenti con le etichette discografiche, LaTarma Records che aprirà i suoi uffici agli artisti e Carosello Records che quest’anno ha organizzato in collaborazione con Est Radio una tre giorni di talk, workshop, live showcase, dj set e occasioni d’incontro “Carosello Fest – Musica, birrette e chiacchiere intelligenti”, nella sede di Est Radio. Sony Music Publishing Italia terrà un panel a 21 House of Stories Navigli incentrato su BeatStars, il marketplace n°1 al mondo per la licenza e la vendita di beat online. A seguire ci sarà l’opportunità per il pubblico di partecipare a degli “speed date” con A&R di Sony Music Publishing, produttori e professionisti, tra cui un rappresentanti di BeatStars e Boh Magazine. Anche l’educational partner Master in Comunicazione Musicale – ALMED terrà un panel all’Università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano dal titolo “Il successo nella musica: cos’è e come funziona” con Gianni Sibilla, direttore del Master e Veronica Corno, responsabile eventi speciali e comunicazione di F&P Group. Apre la mostra “WHO ARE YOU: La mostra d’arte dedicata ai The Who” allo spazio Ex Fornace, un omaggio alla band che quest’anno celebra i sessant’anni di carriera. Molti gli appuntamenti con gli artisti in tutta Milano. In Santeria I Ministri raccontano “Per un passato migliore” in occasione del decennale dell’album. All’Ostello Bello si esibiscono in orario aperitivo Viaggi Andromeda e Monterosa e nell’atelier di Fioriartificiali si tiene il concerto di LOGO. Gli eredi Bosso e Sony Music presentano live alle Officine Meccaniche il primo progetto dedicato al repertorio per piano solo di Ezio Bosso grazie al lavoro di trascrizione di uno dei migliori pianisti italiani nel mondo Francesco Libetta. Modera Alessio Bertallot. Raissa Pardini, tra i migliori graphic designer dell’industria musicale, tiene un workshop in occasione degli appuntamenti di Today at Apple. Tanti i live alla sera, tra cui: POLO G all’Alcatraz, The Sherlocks al Circolo Magnolia, Meg in Santeria Toscana 31, Mario Biondi al Teatro Lirico Giorgio Gaber, Okkervil River con Will Sheff all’Arci Bellezza Tutto il programma è consultabile al seguente link Per ogni evento sono indicate le modalità di prenotazione o di acquisto della prevendita. Patrocinatore Istituzionale: Ministero della Cultura. Linecheck Music Meeting and Festival è Main Content Partner della MMW. Partner: A.F.I. Associazione Fonografici Italiani, EMUSA, Evolution, FEM Federazione Editori Musicali, PMI - Produttori Musicali Indipendenti e SCF. Main sponsor: UniCredit, UniCredit Allianz Vita e UniCredit Allianz Assicurazioni. Educational partner: Master in Comunicazione Musicale/ALMED (Università Cattolica), SAE Institute, Scuola Mohole, Scuola APM e Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sponsor: TicketOne, Amazon Music, M.A.S.T powered by Believe, Spotify, Vevo, YouTube. Radio ufficiale RTL 102.5. Media partner: Rockol, Rolling Stone Italia, Rockit, Cosmopolitan, belive, Mi-Tomorrow, Cromosomi, Billboard Italia. Si ringraziano i technical partners Torneria Tortona, Archiproducts e Santeria. Si ringrazia l’hospitality partner 21 House of Stories Hotel. L’immagine della Milano Music Week 2023 è curata da Pop-Eye Studio. Con il supporto di YES MILANO... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 11 months
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12 nov 2023 17:12
CI SONO LA MANINA E I SOLDONI DEL CAV DIETRO ALL’ASCESA DELLA MELONI – UN’INCHIESTA DI “REPORT” FA LUCE SULLA DISSOLUZIONE DEL PDL: NEL 2012, QUANDO LA SORA GIORGIA FONDÒ FRATELLI D'ITALIA, SILVIO BERLUSCONI FINANZIO’ IL NUOVO PARTITO CON 750MILA EURO, EROGATI DA FORZA ITALIA. UNA MOSSA PER INDEBOLIRE GIANFRANCO FINI – UN ANNO DOPO IL RICCO BONIFICO, GERONIMO LA RUSSA, FIGLIO DELL’ATTUALE PRESIDENTE DEL SENATO, VENNE NOMINATO IN TRE CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DELLA GALASSIA MILAN… – VIDEO -
Nel 2012 nasce Fratelli d’Italia: il via lo danno La Russa, Meloni e Crosetto. Berlusconi contribuirà con un finanziamento di 750mila euro. Un anno dopo, il figlio di La Russa, Geronimo, entra nel cda di 3 società collegate al Milan. Ne parliamo alle 20.55 su #Rai3 pic.twitter.com/s2J7D9Nd5y — Report (@reportrai3) November 12, 2023
Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it
Nel 2012, dopo lo scioglimento del Pdl, Silvio Berlusconi finanziò con 750 mila euro Fratelli d’Italia. È quanto emerge da una inchiesta di «Report». Il programma d’inchiesta su Rai 3, ricostruendo quella convulsa fase politica, ha recuperato una delibera di bilancio con la quale Forza Italia, ancora non appesantita debiti (oggi sono circa 90 milioni) , erogò l’importante aiuto al neonato partito fondato Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto.
[…]  fu proprio Meloni a contribuire alla dissoluzione del Pdl, partito per cui era candidata alle primarie, poi annullate. È da quel momento, dopo aver incassato appena l’1,96% alle elezioni politiche del 2013, che FdI inizia la scalata che lo porterà, quasi 10 anni dopo, a diventare il primo partito d’Italia.
«C’era una strategia di fondo da parte di Berlusconi, che, sostenendo un nuovo partito legato ad una identità della destra nazionale, pensava di togliere ulteriore spazio a Gianfranco Fini », ricorda Fabio Granata, deputato del Pdl e poi animatore appunto della scissione finiana.
Ma l’inchiesta di «Report» fa emergere anche la figura di Geronimo La Russa, figlio dell’attuale presidente del Senato, che un anno dopo i 750 mila euro donati da Berlusconi a FdI viene nominato in tre consigli di amministrazione della galassia Milan. Questi incarichi dureranno circa un anno, fino a quando il Cavaliere vende la squadra rossonera.
Poi La Russa jr entrerà però a far parte di due ulteriori cda più importanti. Il primo è la Holding Quattordicesima, la cassaforte attraverso la quale i tre figli di secondo letto di Berlusconi (Barbara, Eleonora e Luigi) posseggono il 22% di Fininvest. Ma Geronimo La Russa viene designato anche nel cda di H14, altra cassaforte di famiglia grazie alla quale i medesimi tre figli del Cavaliere gestiscono molti dei loro investimenti finanziari.
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xtruss · 1 year
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Silvio Berlusconi, Scandal-ridden Former Italian Prime Minister, Dies Aged 86! Health of Flamboyant Media Tycoon Who Led Three Italian Governments Had Deteriorated in Recent Years
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The media tycoon, who led three governments between 1994 and 2011 and whose Forza Italia party is a junior partner in Italy’s ruling coalition, had been diagnosed with leukaemia some time ago.
Berlusconi was one of Italy’s most flamboyant politicians, making a comeback in 2017 despite a career tainted by sex scandals, allegations of corruption and a tax fraud conviction.
He died at the San Raffaele Hospital in Milan, where he had spent six weeks this spring undergoing treatment for a lung infection linked to a chronic myelomonocytic leukaemia before being readmitted.
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Born in Milan in 1936 to a middle-class family, Berlusconi began his business career in property development before going on to found Mediaset, Italy’s largest commercial broadcaster. He also owned AC Milan football club between 1986 and 2017.
Forza Italia was founded in 1993. A year later, Berlusconi was the first prime minister to be elected without previously having held a government office. His second term in office, between 2001 and 2006, was the longest served by any Italian leader since the second world war. He returned to power in 2008 but was forced to resign in 2011 amid an acute debt crisis.
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Berlusconi was convicted of tax fraud in late 2012, for which he served his year-long sentence doing part-time community service at a residential home in Milan. His ban on running for office was lifted in time for the general elections in 2018, when Forza Italia ran in coalition with the League and Brothers of Italy but fell short of the 40% required to govern.
In 2019, Berlusconi won a seat in the European parliament, and in general elections in October 2022 his party returned to power in a coalition led by Giorgia Meloni’s Brothers of Italy. Berlusconi was also elected as a senator.
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Meloni said on Monday: “Silvio Berlusconi was above all a fighter. He was a man who was never afraid to stand up for his convictions, and it was exactly that courage and determination that made him one of the most influential men in the history of Italy.”
The two had recently disagreed over the war in Ukraine, with Berlusconi announcing that the Russian president, Vladimir Putin, had sent him bottles of vodka for his birthday. On Monday, the Russian embassy in Rome described Berlusconi as a great statesman and visionary, while Putin said he was a “dear person, a true friend”.
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Matteo Salvini, the deputy prime minister, described Berlusconi as “a great friend and a great Italian man”.
Nicknamed Il Cavaliere (the knight), Berlusconi was often considered the “kingmaker” in Italian politics. In 2016, he had surgery to replace a faulty aortic valve, and was admitted to hospital with Covid in September 2020. He had lingering complications related to the virus, an experience he described as “the worst of my life”.
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He married twice, and was in a relationship with Francesca Pascale, 37, for seven years before a relationship with 33-year-old Marta Fascina, an MP with Forza Italia with whom he had a “symbolic marriage” in March 2022. He is survived by five children.
Italy’s defence minister, Guido Crosetto, described Berlusconi’s death as “a great, enormous pain”. “He leaves a huge void because he was great. An era is over, an era is closing. I loved him very much. Goodbye Silvio.”
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His rivals, too, united in paying tribute. One of the first to react was the former European Commission president Romano Prodi, perhaps Berlusconi’s bitterest political foe.
“We represented different and opposing worlds, but our rivalry never turned into sentiments of animosity on a personal level, and the debate remained within the sphere of mutual respect,” Prodi said.
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The secretary of the centre-left Democratic party, Elly Schlein, expressed her party’s “deepest condolences”.
“Everything has divided us and divides us from his political vision, but the human respect to a person who was a protagonist of our country’s history remains,” she said. “Deepest condolences from the Democratic party.’’
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Italy’s former prime minister Matteo Renzi described Berlusconi as a history-maker. “Many loved him, many hated him; today everyone must recognise that his impact on political life but also on economic, sporting and television life was unprecedented.”
Pope Francis sent a telegram of condolences to Berlusconi’s family voicing “heartfelt participation in the mourning for the loss of a protagonist of Italian political life, who held public responsibilities with energetic temperament.”
The world of sport also paid tribute. “I have lost my brilliant friend,” said the former football coach Arrigo Sacchi, whose Milan team won the Champions League in consecutive years.
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Berlusconi left AC Milan ownership in 2017 and bought the Monza football club, taking it from Italy’s second division to the top flight. A statement from Monza said: “Forever with us. A void that can never be filled. Thanks for everything, president.”
Berlusconi’s body would be transferred to his home at Villa San Martino in Arcore, north of Milan, sources said. His funeral is likely to take place at Milan Cathedral.
— Monday June 12, 2023 | The Guardian USA
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monicadeola · 1 year
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Professor Vittorino Andreoli, lei sostiene che tutti possiamo avere un momento in cui potremmo uccidere. Lei questo momento l’ha avuto?  «Ho avuto l’istinto di ammazzare un collega psichiatra, uno che contava, e che molestava una dottoressa che lavorava per lui e mi aveva chiesto aiuto: era angosciata perché lui la toccava, la convocava solo per molestarla. E lei era terrorizzata: non voleva concedersi, ma aveva paura di perdere il lavoro. Mentre lo raccontava, ho sentito la pulsione omicida perché lo psichiatra dovrebbe invece aiutare le persone».
Lei è celebre anche per non aver mai legato un malato in 50 anni di mestiere: come ha fatto? E perché i suoi colleghi ancora oggi li legano?  «Quando trentenne, nel ‘71, divenni primario dell’Ospedale Psichiatrico di Marzana, a Verona, dissi a medici e infermieri di non legare più i malati gravi, ma che se avessero avuto bisogno, io sarei arrivato in cinque minuti. Contavo sul fatto di conoscere bene la farmacologia dopo le esperienze all’Istituto Farmacologico di Milano e in America. La mattina dopo, la caposala mi aspettava agitatissima, dice: venga, venga, un malato sta rompendo tutto, è pericoloso. Salgo, sento un rumore terribile in una stanza: urla, oggetti spaccati, bam bam. Fuori, tutti gli infermieri e i medici di turno. Dico alla caposala: apra la porta. Lei rimane ferma con la chiave in mano. L’infermiere più anziano mi fa: prof, conosco suo padre, la prego, non lo faccia».
La racconta come una scena da gladiatore col leone.  «Entro e vedo tutto divelto, il lavabo per terra, spaccato. Al che, inizio a rompere tutto quello che non era ancora rotto. Prendo il lavello o e bam bam, lo sbatto e risbatto per terra. Il malato si calma. Mi guarda. Io continuo. Lo ammetto: rompere mi dava una soddisfazione incredibile. Alla fine, prendo il malato sottobraccio, lo porto nel mio ufficio, gli dico di non rompere mai più niente fino al mio arrivo alle otto del mattino e lui così fece. Dopo, feci raccogliere i mezzi di contenzione e appiccai un falò in giardino. Sentii un piacere quasi fisico. Da allora, mai un malato mi ha dato uno spintone».
La percepivano come un fratello di follia?  «Sentivano che io a loro volevo bene. Se stabilisci una relazione, non hai bisogno di legare un malato. I miei collaboratori non l’hanno più fatto e nessuno ha più rotto niente. Poi, per controllare le pulsioni, servono i farmaci. Ma tuttora, l’80 per cento dei malati viene legato: la psichiatria è in grave crisi perché bisogna essere prima umani e poi psichiatri».
Lei racconta sempre che ha studiato da geometra per accontentare suo padre, ma che già allora voleva diventare «medico dei matti». Come nasce questa sua passione?  «Papà aveva iniziato come muratore ed era diventato cavaliere delle Repubblica. Ci teneva che continuassi la sua azienda edile, ma io studiavo di nascosto latino, greco, matematica perché, per l’università, serviva il liceo. E ora posso dire che, senza le tragedie greche, non saprei fare lo psichiatra. Comunque, dopo il diploma, gli dissi: papà, non me la sento, voglio occuparmi dei matti. Mi guardò, ma non disse niente. È stato il mio eroe. Feci l’ultimo anno di liceo ed eccomi qua».
Non mi ha detto come arriva la passione per «i matti».  «Perché frequentavo l’Azione Cattolica e alcuni miei compagni erano ossessionati dal demonio. Tutti ricevevamo un’educazione terrificante: il peccato era in agguato, il diavolo pure. Il mio amico Guido veniva a parlarmi di Satana, ne era spaventato. Io dicevo: non c’è. E lui: c’è, è qui. Non sapevo come aiutarlo. E mi venne la curiosità di visitare il vicino manicomio di San Giacomo Della Tomba».
Suppongo che le piacque.  «Mi colpirono soprattutto le donne buttate per terra, prive di ogni dignità, fascino. Il direttore mi disse: avrà cambiato idea. Risposi: no, queste persone hanno bisogno di tutto, perciò, forse, qualcosa di buono per loro posso farlo. Il direttore mi permise di tornare nei fine settimana per occuparmi dell’atelier di pittura dove i pazienti potevano esprimersi dipingendo e che poi ho seguito per tutta l’università. Ogni domenica, mamma sperava che portassi a casa una ragazza, ma io portavo un pittore matto».
Si laureò a Padova, lavorò a Cambridge, al Cornell Medical College di New York, quindi il neuroscienziato Seymour S. Kety le offrì una cattedra ad Harvard. Perché non accettò?  «Perché mia moglie, incinta della seconda figlia, mi disse: sono contenta, te lo meriti, però io e le bambine torniamo in Italia. Non le piaceva l’educazione empirica e superficiale che avrebbero ricevuto lì. Aveva ragione, ce lo diciamo ancora. E in Italia scelsi di fare clinica, nell’ex manicomio frequentato da studente».
Stare insieme da 60 anni è indice di amore folle o è da matti?  «È da persone che hanno capito che le modalità esistenziali cambiano, come l’amore nella vecchiaia. L’errore è un modello d’amore che vale solo a 40 anni».
Sulla vecchiaia, ha scritto per Solferino, «A una certa età». Com’è la sua certa età?  «Mi piace tanto lamentarmi. Dire: nessuno pensa a me. Ho tre figlie, cinque nipoti ed è stupendo perché la decodifica è: ho bisogno di voi, non mi sento amato. La vita va vissuta come un gioco».
La felicità è possibile?  «È un termine che odio perché riguarda l’io: prediligo la gioia perché riguarda il noi». 
Possiamo dire che è lei che ha trovato le tre ragioni della follia?  «Quando ho iniziato, c’erano la scuola deterministica Lombrosiana, in cui tutto era legato a un’alterazione del cervello, e quella “democratica” di Franco Basaglia che faceva dipendere tutto dalla società. Io, usando un metodo da scienziato, ho trovato una terza via, oggi prevalente: il comportamento dell’uomo, sano o disturbato, è sempre il risultato di tre fattori, ovvero biologia, esperienze e ambiente fisico e relazionale. La premessa è che, essendo il cervello plastico, si può intervenire per curare e anche questa premessa è una scoperta oggi accettata da tutti». 
I social hanno cambiato il funzionamento del cervello?  «Certo. È impossibile che uno che vive per ore della logica meccanica di Internet sappia usare la logica della mente, dei sentimenti. Ma il mondo è in mano a imbecilli da diagnosi psichiatrica».
Faccia nomi e diagnosi.  «Per non prendere querele, dico solo che uno che vuole portarci nello spazio o ibridarci col robot è incapace di affettività, un Asperger, oltre che un pazzo totale. E un altro, quello che crea mondi alternativi, è un oligofrenico: significa che ha poco cervello».
Fra baby gang e omicidi per futili motivi, vede un aumento dei disturbi psichiatrici?  «La risposta è sì. Il malato mentale è uno che ha trovato un modo per vivere in una situazione in cui le frustrazioni superano le gratificazioni, cosa frequente in questo mondo dominato dal denaro, dove dilagano violenza e stupidità».
Un antidoto c’è?  «L’unico sarebbe l’amore».
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b0ringasfuck · 3 years
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Cosa ne pensi del reddito di cittadinanza?
Penso che in un posto dove la gente si spacca di lavoro con contratti di merda e spesso pure in nero e poi ci sono percentuali spaziali di disoccupazione giovanile pagare qualcuno una miseria per non fare un cazzo è il minore dei mali.
Il darwinismo non è efficiente come cercano di piazzarlo quelli come Guido Barilla, che con il darwinismo non hanno mai avuto bisogno di confrontarsi.
E il mondo cambia. Banalmente un settore può non aver più bisogno dello stesso numero di addetti di prima o diventare totalmente obsoleto.
Quando paghi la gente una miseria e non gli dai occasioni di formazione è difficile che di fronte a questi cambiamenti riesca ad adattarsi in autonomia con le proprie risorse.
Il darwinista ingenuo direbbe "che cazzo me ne frega", salvo poi prendersela coi negri che gli rubbano il lavoro.
Ovviamente piantare in mezzo alla strada gente senza lavoro ha dei costi per tutti... per dire... anche i costi della polizia per riempirli di botte quando te li ritrovi incazzati quando hanno fame.
Ora io non ho fatto i conti su un foglio excel come fanno tutti i bravi economisti, ma direi che anche sparargli è come minimo anti ecologico se non anti economico.
Così che forme di salario di disoccupazione dovrebbero risultare convenienti anche a gente come il signor Guido, specialmente quando poi questi costi li deve sostenere in minima parte. E infatti questa gente è ben lieta che ci siano questi ammortizzatori sociali. È solamente preoccupata di spingere una narrazione che gli permetta di pagarti poco.
La borsa si impenna quando sale la disoccupazione o quando si allarga la borsa della BCE/Fed. Se chiedi 700 Euro sei un parassita, se chiedi qualche miliardo al mese di QE sei il motore dell'economia.
Certo, in un paese con 150 miliardi di evasione fiscale (senza contare l'elusione)... uno è un po' sospettoso a dare dei soldi a dei poveracci... metti che rubano.
E non è che non ci siano delle restrizioni, dei vincoli al reddito di cittadinanza in Italia, ma i vari Guido oltre all'indicare i soliti 4 furbetti, magari pure mafiosi che usufruivano del reddito di cittadinanza, rarissimamente hanno contestato implementazione e vincoli, ma l'hanno buttata in caciara dicendo che hey pigliate soldi a scrocco, il reddito di disoccupazione è una stronzata, mettetevi in gioco.
Che viste le premesse è un argomentazione del cazzo, specialmente in bocca a dei paraculi abituati a farsi sommergere da agevolazioni e sovvenzioni. Eppure sarebbe argomento interessante occuparsi dell'implementazione del RdC per esempio capire come in questo paese sia ancora difficile scoprire chi è ricco ma non per il fisco.
Ma direi che si potrebbe convenire che un'indennità di disoccupazione sia utile per tutti.
A questo punto si potrebbe discutere fino a che punto sia utile e conveniente per tutti. Tipo che so diamo 5000 Euro al mese a tutti per 10 anni o 500 per 3 mesi ma solo a chi ha un ISEE che si misura col resto in monetine?
Soltanto che anche in questo caso uno si sente un po' preso per il culo visti numeri e cifre coinvolte e l'attenzione alla "produttività" anche nel settore privato (nepotismo, finanziamenti pubblici, allergia allo "smart working"...).
Parliamo di un paese vecchio, con il 14% di lavoratori POVERI, contratti di merda con gente ipersfruttata, un sacco di nero, disoccupazione giovanile altissima, ricerca ed educazione sottofinanziate e scarsa innovazione.
Siamo sicuri che il più ampio margine di produttività lo recuperiamo tagliando gli ammortizzatori sociali? O siamo invece di fronte a parassiti che si rivendono come imprenditori che impoveriscono il paese fino a quando non è più competitivo per poi andare altrove? Elkann cavaliere del lavoro SUBI... oh wait...
No, perchè è di ieri la notizia che per dire in Islanda stanno benissimo con 4 giorni lavorativi a settimana con ripercussioni positive sulla produttività.
Ma d'altronde, in un paese che guarda al passato su cose come aborto, divorzio, ruolo della donna, laicità dello stato... voglia mai che si pensi di tornare a far lavorare i bambini 12h al giorno, così si mettono in gioco.
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corallorosso · 3 years
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“Non cambierei una virgola della mia vita, perché ho avuto la forza di prenderla per quella che è e renderla unica”. Oggi compie 26 anni Sammy Basso, il giovane biologo molecolare affetto dalla sindrome dell’invecchiamento precoce, impegnato a lottare contro la malattia assieme alla sua onlus - l’associazione italiana progeria. Sammy, che sogna di diventare un ricercatore, ha anche un nome navajo (Chaànaàgahiì) che significa “uomo che ha ancora tanta strada da fare” ed è stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella nel giugno del 2019. 1.12.2021 Guido Saraceni
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newsintheshell · 3 years
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Deep Insanity: The Lost Child, il nuovo trailer ci presenta il cast della serie animata
Il mondo dell’action horror sci-fi di Square Enix sbarcherà sulle tv giapponesi dal 13 ottobre.
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“Deep Insanity: The Lost Child” torna a mostrarsi in un nuovo video promozionale, che ne fissa il debutto sulle tv giapponesi per il 13 ottobre, oltre ad anticiparne la sigla di testa dal titolo “Inochi no Tomoshibi”, cantata da Konomi Suzuki (Deca-Dence, Re:ZERO -Starting Life in Another World-). 
Il franchise action horror sci-fi di Square Enix, del quale l’anime fa parte, è ambientato in un mondo invaso dalla misteriosa Sindrome di Randolph, che causa coma improvvisi. A quanto pare, l’origine della malattia è riconducibile ad un un massiccio regno sotterraneo scoperto al Polo Sud, ora conosciuto come Asylum. Pur di trovare una cura e raccogliere dati o preziose risorse finora sconosciute all’uomo, c’è chi si avventura all’interno del luogo, abitato da strane e pericolose creature.
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Di seguito la prima locandina ufficiale della serie animata.
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Il cast principale è composto da:
Daniel Kai Shigure: Hiro Shimono (Zenitsu Agatsuma in Demon Slayer)
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Vera Rustamova: Ami Koshimizu (Ryuuko Matoi in Kill la Kill)
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Leslie Blanc: Kousuke Toriumi (Guido Mista in JoJo's Bizarre Adventure: Golden Wind)
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Lawrence Larry Jackson: Yuuya Hirose (Yuuta Hibiki in SSSS.Gridman)
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Reika Kobato: Ruriko Noguchi (Sally in BOFURI)
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Sumire Motiki: Kaede Hondo (Maple in BOFURI)
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EL-Cee: Takako Tanaka (Hina in Hinamatsuri)
L’anime è diretto da Shin Oonuma (BOFURI, L’Epopea del Cavaliere Ripetente) presso lo studio SILVER LINK (Non Non Biyori, My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!). La sceneggiatura è curata da Kento Shimoyama (Armed Girl’s Machiavellism, We Rent Tsukumogami) e il character design è ad opera di Kazuyuki Yamayoshi (Chaos;Child, The Misfit of Demon King Academy). Le musiche sono, invece, composte da Mirai Kodai Gakudan (Grimms Notes).
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La storia della serie tv sarà ambientata a cavallo fra quella raccontata nel manga intitolato “Deep Insanity: Nirvana” e quella dell’imminente videogioco chiamato “Deep Insanity: Asylum”, che verrà lanciato su Steam e dispositivi mobili il 14 ottobre. Entrambe le opere seguono il punto di vista di personaggi diversi da quelli presenti nell’anime.
Il fumetto è scritto da Makoto Fukami (Magical Girl Spec-Ops Asuka) assieme a Norimitsu Kaihou (School-Live!) e illustrato da Etorouji Shiono (Übel Blatt). Lanciato sulle pagine delle rivista Big Gangan lo scorso gennaio, il manga vedrà pubblicati in Giappone i primi due volumetti il 25 settembre.
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Autore: SilenziO)))
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florence-castle · 4 years
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Florence Castle's HEROES OF CYBERTRON - Ep. 03: DRIFT
NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.
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PUNTATA 3: DRIFT, uno stoico samurai robot
I fan di primo pelo dei Transformers, quando sentono nominare un certo Autobot spadaccino dai tratti orientaleggianti e dal rigido codice d’onore, certamente si domanderanno: ma chi è ‘sto tizio? Ebbene, questo personaggio è stato creato dalla mente di Shane McCarthy e dalla matita dell’italiano Guido Guidi, mossi dall’idea di sapere cosa accadrebbe se un ex Decepticon diventasse un Autobot; nasce così DRIFT, uno spadaccino dall’apparente aspetto angelico per via della prevalenza del bianco nella livrea.
Dal punto di vista etimologico, il suo nome è basato sul “drifting” (cioè “derapare”),tecnica di guida giapponese che molti automobilisti professionisti usano spesso per superare le curve più strette del circuito senza perdere velocità: questo è il motivo per cui il personaggio in esame ha assunto l’altmode terrestre di un’auto sportiva, figlia di un bolide di Fast and Furious e una NASCAR. Nome e altmode a parte, sono le origini da Decepticon a renderlo unico e “stoico”. Infatti, prima di essere il Bot che noi tutti conosciamo e amiamo, Drift si chiamava Deadlock; dapprima uno sfortunato senzatetto che viveva in strada a rubacchiare Energon per sopravvivere, poi fedele guerriero al soldo di Megatron che “combatte contro gli Autobot con una coppia di potenti fucili”, prima di “raggiungere l’illuminazione” grazie ad un pugno di Cybertroniani neutrali del cosiddetto “Circolo della Luce”.
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L’esordio del personaggio risale al 2008 tra le pagine IDW, anche se in quel caso (All Hail Megatron #5) era solo una mera comparsa; per la prima vera apparizione in cartaceo dobbiamo aspettare l’anno seguente, per lo Spotlight: Drift, ma le aspettative sono state tutt’altro che rosee: ciò che leggiamo in queste tavole sembra la bozza di una sceneggiatura scritta troppo in fretta, con situazioni stereotipate scopiazzate a destra e manca e ributtate assieme alla rinfusa. L’effetto pathos e la voglia di leggerne ancora che l’autore, forse, si illude di creare non rivelando tutti gli elementi della storia di Drift non nasce nel lettore. Peccato, però, che non tutti la pensavano in questo modo, tanto che nel 2010 la IDW ha addirittura pubblicato una miniserie dedicata a Drift e sempre scritta da McCarthy. Il tiro è lievemente migliorato, perché questa volta leggiamo le origini del personaggio da rude Decepticon braccato da un feroce cacciatore di taglie, fino a ricevere finalmente l’aspetto che abbiamo imparato a conoscere. Negli anni Dieci del Duemila, nel frattempo, Drift diventa a tutti gli effetti l’Autobot preferito della IDW al punto da ritrovarlo come protagonista nella saga Empire of Stone e poi tra gli Autobot protagonisti di More than Meets the Eye prima e Lost Light poi. Da allora, sfortunatamente, Drift non è più comparso in altri media in quanto personaggio esclusivamente dei fumetti... fino al 2014.
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Quell’anno, infatti, segna il suo ritorno in chiave moderna col debutto sul grande schermo negli ultimi capitoli della saga Transformers live action diretta da MichaelBay, ovvero L’Era dell’Estinzione e L’Ultimo Cavaliere! In questo caso, se l’originale omonimo “cartaceo” ricordava in parte un samurai, il Drift bayformer appesantisce il concetto tanto nel look quanto nella parlata: una caricatura di MTMTE ed è pure un Triple Changer, poiché oltre alla modalità di Bugatti Veyron sfoggia anche quella di elicottero. In effetti, Drift è il primo “Tripla Azione” del Movie-verso, considerando i due altmode completamente diversi e non uno ibrido dell’altro. E sebbene sia un’altra caratteristica fondamentale del Drift originale e che sia menzionata nelle Bio dei personaggi, il fatto di essere un ex-Decepticon non viene mai detto nel film. Magari gli sceneggiatori sono partiti da Springer (famoso Autobot nel brand armato di spada e con due altmode proprio di auto ed elicottero) per creare il personaggio che poi è divenuto Drift. Guerriero giapponese a tutti gli effetti, seppur stereotipato fino al midollo, e con una nuova livrea nera e blu con tocchi dorati... per poi diventare rosso e nero e con l’altmode di Mercedes AMG GT R nel successivo capitolo della saga di Bay.
Ovviamente non possiamo non menzionare delle brevi particine in altri universi TF. Ad esempio, per la serie Animated, c’è un Drift nel volume The Complete AllSpark Almanac del 2010, sebbene il suo design somigliante a Blurr/Cheetor non piacesse al padre della serie in persona, Derrick J.Wyatt. Due anni dopo, riappare nell’universo speculare Shattered Glass nei panni di un guerriero sempre pronto a “spazzare via quegli invasori che osano varcare la soglia del suo universo”. Quest’ultima versione, inoltre, nasconde una piccola, divertente curiosità: Drift è stato per la prima volta descritto dalla Fun Publications (cioè la casa proprietaria dell’officiale Club dei Collezionisti Transformers e della Convention ad essa dedicata) come “il Bot chiacchierone”. Infatti, se il G1Drift è un “oscuro ninja” cauto, silenzioso e prudente, lo Shattered Glass è letteralmente il suo esatto opposto; un folle mercenario, appunto, che è solito rompere la quarta parete spesso e volentieri esattamente come l’(anti)eroe più pazzo e degenerato della Marvel, Deadpool!
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Nella primavera del 2015, in occasione dell’arrivo della nuova serie animata successiva a Prime, Drift esordisce anche in TV in Robots in Disguise, più precisamente nel dodicesimo episodio della Stagione 1, intitolato La Stagione di Caccia: qui la squadra di Bumblebee si ritrova ad affrontare il noto robot-samurai e la sua nemesi, il Decepticon Fracture, impegnati ad aggiudicarsi la taglia che l’Alto Consiglio ha posto sulla testa di Bee dopo la sua irruzione in un certo museo su Cybertron. Solo cinque episodi dopo, Si è Perso un Minicon!, si assiste al suo ingresso permanente nel Bee Team, diventando uno degli Autobot principali del cast. Curiosamente, in questa serie, Drift ha mantenuto sì il look da samurai, ma più edulcorato e con un’inedita combinazione di arancione/nero/rosso che ironicamente era il primo schema cromatico usato nei primi concept art della sua controparte cinematografica. In realtà, troviamo diverse parti in comune tra i due Drift: in primo luogo, usano lo stesso codice d’onore personale in combattimento, quindi condividono quella magica aura stoica che rende entrambi i personaggi “mistici”; in secondo luogo, l’altmode del RiD Drift ricorda una Bugatti Veyron, appunto lo stesso veicolo nel quale si trasformava la sua controparte filmica; infine, il rapporto tra lui e Bumblebee è simile sia nel cartone che nel film, in quanto hanno pareri contrastanti su leadership, strategia e combattimento tali da far nascere in loro una lieve rivalità. Ciononostante, si comportano come dei buoni compagni di squadra tanto sul campo di battaglia quanto fuori.
Ben più innovativa è la controparte Cyberverse del 2018/19, in cui il personaggio intraprende un vero e proprio percorso di transizione: questa, infatti, è indubbiamente la prima versione di Drift a essere sempre stata un Decepticon, rompendo la tradizione dei suoi predecessori permanentemente radicati alla fazione degli Autobot. Esteticamente Deadlock appare come una versione modificata del G1 Springer di Guido Guidi – seppur con alcune differenze quali la posizione del simbolo Decepticon e la cabina dell’altmode sul petto – mentre Drift è identico in tutto e per tutto all’omonimo G1 salvo per licenze stilistiche minori (i piedi che assomigliano alle calzature tradizionali giapponesi simili alle nostre infradito, per esempio).
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Come promesso dai rumor susseguitisi durante la sua creazione e apparizione nei fumetti, anche Drift è stato riprodotto come modellino: il primo di una lunga serie ha inaugurato la linea Generations del 2010, quest’ultima allo scopo di proseguire idealmente lo stile delle precedenti Classics ed Universe 2.0. In altmode questo Deluxe si presenta come un ibrido tra una Nissan Silvia S15 e una Mitsubishi FTO e, nel complesso, è fedelissimo al design di Guidi, ogni dettaglio è riprodotto superbamente! Altmode dalla colorazione tamarra come poche, un robot che strizza l’occhio a tutti i Gundam dal ‘91 in poi, per tacer dello spadone à la Final Fantasy con tanto di kanji... due dei quali sono presenti anche sulle portiere del veicolo, tra l’altro! Di questo bestione sono susseguite altre ristampe e recolor: due Takara United (un Drift e un Blurr simili ai rispettivi Generations ma con una colorazione più fedele alle controparti cartacee), lo Shattered Glass Timeline in esclusiva per il Club dei Collezionisti, il Blurr dell’Hasbro Platinum Edition... e infine Deadlock, uscito per la linea Takara Legends.
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Per il Drift bayformer, dobbiamo aspettare il 2014 per l’inedita linea del quarto film di Bay – linea che, ripetiamo, non è mai arrivata in Italia. Il Deluxe è squisitamente pregevole e ben articolato, nonostante la colorazione prevalentemente sul blu che con la controparte CG quasi non centra nulla; tuttavia, il Takara Movie Advance e l’Hasbro Platinum Edition compensano con una show accuracy migliore, mentre il modellino per la successiva linea The Last Knight è solo leggermente riscolpito e ricolorato per assomigliare al “nuovo” Drift vestito da Mercedes. Per la successiva linea celebrativa Studio Series (2019/20), viene ripresentato il modellino di cui sopra ma con una livrea molto più somigliante alla controparte cinematografica. Inoltre, abbiamo già detto che Drift è il primo effettivo Triple Changer, ma purtroppo gli addetti ai lavori non sono riusciti a replicare la cosa tra i modellini, nonostante ne esista uno a parte per la modalità di elicottero... che però è il remold di Dark of the Moon Skyhammer. Stesso discorso per il Drift elicottero della Studio Series, anch’esso remold pesante di Bumblebee (2018) Dropkick.
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Anche nella linea Robots in Disguise (2015) Drift ha ricevuto millemila trattamenti. Dall’One-Step al Legion, fino al 3-Step Changers, passando poi a un Warrior da applausi e un interessante ma mediocre Deployer... sì, perché questa versione di Drift è accompagnata da Minicon, anch’essi con un look tra il samurai e il ninja: Jetstorm è quello in nero e armato di nunchuck, omonimo tanto del Generale dei Vehicon jet di Beast Machines quanto del gemello blu di Animated Jetfire. Slipstream è invece quello in rosso e armato di naginata, un omonimo questa volta del clone femminile di Animated Starscream (che solo nelle reincarnazioni più recenti è diventato un personaggio autonomo). Inoltre, il solo Warrior Drift ha ben quattro versioni (escludendo la canonica Hasbro), tra cui un Origins Drift della Takarae un Alpine Strike della Hasbro che raffigurano il personaggio con un look reminiscente alla controparte IDW G1.
Di tutt’altro stampo, invece, sono i Warrior della linea Cyberverse, che rappresentano rispettivamente l’incarnazione Decepticon e Autobot del personaggio. Nonostante i due modelli si somiglino per colore e scultura dell’altmode, i robot hanno una diversa morfologia e gimmik d’attacco, oltre al fatto che Drift è dotato di articolazioni ai polsi. Non saranno i modellini più belli della linea, ma di sicuro rendono giustizia a un Bot pesantemente sottovalutato dalla maggior parte delle masse!
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CONCLUSIONE
Drift passerà sicuramente alla storia non solo per il fascino del suo look ispirato al paese del Sol Levante tanto amato da noi occidentali, ma anche per il carisma del personaggio raffigurato che sfocia fra l’anonimo e il conosciuto. Certo, le incarnazioni avute con gli anni sono diversissime ma tutte sono state coerenti e rispettose nei confronti del capostipite IDW. Un caso più unico che raro, detto francamente, e mi fa piacere vederlo in uno dei miei (ennesimi!) Bot preferiti. 😅
Arrivederci alla prossima puntata! 😘
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abatelunare · 5 months
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Ecco lì un mio compagno d'infanzia, che al vedermi scappa; ed io, com'è mio dovere, lascio che scappi (Guido Da Verona, Il Cavaliere dello Spirito Santo, Milano, Baldini & Castoldi, 1919).
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lamilanomagazine · 1 year
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Montagnano (Monte San Savino) : 32° edizione del premio al teatro popolare "il Giogo"
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Montagnano (Monte San Savino) : 32° edizione del premio al teatro popolare "il Giogo". C’è anche il baritono di fama internazionale Mario Cassi tra gli ospiti d’onore della serata di chiusura della XXXIIª edizione del Premio di Teatro popolare “Il Giogo”, in programma sabato 8 luglio in Piazza della Chiesa. Mario Cassi riceverà il prestigioso premio “Giogo d’Argento” e durante la serata regalerà a tutti gli ospiti alcuni momenti di musica e bel canto. Cassi, aretino classe 1973, è ospite regolare dei più importanti Teatri internazionali, dalla Scala di Milano all’Opera National de Paris, dall’Arena di Verona al Sidney Opera House, dal San Carlo di Napoli alla Tokyo National Opera. Ha collaborato con direttori del calibro di Roberto Abbado, Yves Abel, Giovanni Antonini, Rinaldo Alessandrini, Marco Armiliato, Paolo Arrivabeni, Bruno Campanella, e molti altri. Mario Cassi è ormai uno degli interpreti di riferimento del Figaro rossiniano che ha interpretato con grande successo nei maggiori teatri nazionali e internazionali. Nel giugno 2017 il presidente Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica all’Ordine del Merito. Nel 2023 è stato nominato vicepresidente della Fondazione Guido d’Arezzo. “È un grande onore ricevere il premio “Giogo d’Argento”, e una responsabilità viste le persone che sono state premiate nelle precedenti edizioni del Giogo – dichiara il baritono Mario Cassi - Per questo ringrazio l’organizzazione del Premio “Il Giogo” per avermi inserito in questo gotha della cultura italiana e internazionale. Il mio legame con la Valdichiana è molto forte, ho passato tutta la mia giovinezza girando gli splendidi paesaggi e splendide cucine, e a Montagnano ne sanno qualcosa”... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmineaceto · 5 years
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Agli Hammers i complimenti del CONI Molise e del suo presidente
Agli Hammers i complimenti del CONI Molise e del suo presidente
Cavaliere: “Grazie Hammers per quello che avete fatto e per quello che farete.”
A una settimana dalla notizia ufficiale della promozione in serie C1 continuano ad arrivare per gli Hammers nuovi attestati di stima e i complimenti del presidente regionale del CONI Molise Guido Cavaliere, sono tra i più importanti ricevuti dalla dirigenza rossoblu.
“La promozione degli Hammers in C1 – recita…
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proxykiwi · 6 years
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Mystery Michael
Ok prof. Langdon, get ready for some real iconography. I stumbled on this problem a while ago in the church of St. Bavo in Ghent and I need to put my thoughts on paper - so why not use Tumblr? Maybe someone comes along and solves the mystery.
In St. Bavo’s crypt, there is this painting: 
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(excuse the horrible angle & quality)
I’m 99% sure I have seen this exact picture - albeit in vastly better quality - before. It’s famous. Known. Except not by Google, it seems.
Below is my frustrating journey to find Mystery Michael’s hidden origins; what was supposed to be 10 minutes of Googling turned into a rabbit hole full of archangels.
Being certain this was a direct copy of a famous painting, I very cleverly DID NOT take a picture of the little information card. (pro-tip for any aspiring art historians: always take pictures of informations cards. always.) I think I remember it being described as either 16th-century. On reviewing the photo, I’m not entirely sure of that anymore, but let’s operate on the assumption for now that this picture is Flemish 16th-century.
As you may guess, it turned out the ‘very famous painting’ I was 99% sure this was copied after is unfindable. What I thought it looks like most is the following:
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Luca Giordano’s Archangel Michael Hurls the Rebellious Angels into the Abyss painted circa 1666 (nice number), now in Vienna. Same legs, same outfit, same colors, same swirly rope. Totally different upper body and head position. However, this painting dates a wee bit late to be considered any kind of ‘origin’ for the mystery picture (still assuming a 16th-century date). Luca helpfully painted another St. Michael though:
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Giordano’s St Michael of circa 1663, now in the Gemäldegalerie in Berlin. The upper body is slightly closer, but the outfit is different. Again those feet, though.
Those feet...
Turns out, a whole lot of St. Michaels are depicted with those feet because my dear friend Rafael (the painter, not the ninja turtle) painted a Michael with those feet.
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There we go. Raphael’s Saint Michael Vanquishing Satan of 1518, currently in the Louvre. It’s pretty big too, measuring almost 3 meters. Definitely the origin of the general pose of these other Michael’s and especially the feet - but not the outfit or the exact upper body of our mystery painting.
Now Luca Giordano is kind of a known copy-cat who cherry-picked bits and pieces from other pictures to compose his own. Not a unique strategy at all, but he was really kinda obvious about it. So if Luca’s pictures are really close, maybe he copied bits of the picture I believe my mystery picture is directly copied after. Or so I supposed...
Pieces of the outfit return on another painting which seemd to have passed into common catholic visual memory as it’s on an astounding amount of post-cards and bible websites:
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Guido Reni’s c. 1636 Archangel Michael from the Santa Maria della Concezione, Rome - also measuring nearly 3 metres. Could this be the template for Michael’s blue and gold armor?
Maybe not, as I unearthed an even earlier picture (c. 1610) by Giuseppe Cesari, aka the Cavaliere d’Arpino, which shows the same outfit, but with helmet.
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(also in Vienna btw.)
At this point though, Google images stopped being helpful as catholics (or algorithms) are really keen on selling the same 5 St. Michael pictures on anything you can remotely stick an image on - tote bags, phone cases, you know the drill - and any ‘St. Michael painting’ query quickly devolves into a collection that would put AliExpress to shame.
There are two further lucky finds though that I would like to call your attention to (kudos to those who are still reading at this point!)
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A statue of Michael outside Sankt Michael in Vienna. Again. Based on what Wikipedia has to offer, the figures were sculpted in 1725 by Lorenzo Matielli. The general feel is much older though, as the pose, design and details approach the paintings cited above. And of course, there are the Rafael feet again. Interestingly though, Michael has he (almost) exact same pose as the mystery painting. Since the sculptor seems to have looked pretty closely at 16th- and 17th-century painted examples - is this another clue that the original mystery painting really exists?
And then Google threw me this last bone, somewhere deep in its dregs of images:
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A “Spanish colonial work” from New Mexico, dated late 19th or early 20th century. Google “San Miguel arte” and a whole world of Spanish/Mexican images of the angel Michael in roughly this pose pop up. All of them are very like each other and not like the paintings above. The chain seen here is often exchanged for scales:
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So weird as it is, these modern South American paintings (this one hails from Cuzco if Ebay is to be believed) are the closest relatives to the Mystery Michael.
But neither chain nor scales occur in some earlier Spanish paintings I found,  which introduce the head-tilt and the helmet, but faithfully copy Rafael’s spear. 
So - are these South-American painters, the artist behind the mystery michael, and I suffering from a very long-lasting case of Mandela Effect? Or is there indeed an original painting, perhaps Flemish or Spanish in origin, that all these works have copied?
To be continued... (hopefully)
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carmenvicinanza · 2 years
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Laura Maltini Lepetit, l’editrice delle donne
https://www.unadonnalgiorno.it/laura-maltini-lepetit/
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Laura Maltini Lepetit è stata una scrittrice e editrice italiana, autrice di Autobiografia di una femminista distratta.
Nata a Roma il 3 agosto 1932, a dodici anni si è trasferita a Milano con la famiglia.
Si è laureata in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano. A ventiquattro anni ha iniziato a insegnare e ha sposato Guido Lepetit.
Nel 1962 ha rilevato, con Anna Maria Gregorietti e Vanna Vettori, la Libreria Milano Libri.
Tre anni dopo, ha creato, insieme a Giovanni e Anna Maria Gandini, Linus una rivista a fumetti con le strisce dei Peanuts.
Negli anni settanta si è avvicinata e iniziato a militare nel movimento femminista.
Nel 1975, ha fondato la casa editrice La Tartaruga per pubblicare il libro, Le tre ghinee di Virginia Woolf, che non era mai stato tradotto in italiano.
Pubblicando solo scritti di donne, ha costruito e conservato un patrimonio di saggi, romanzi e scritti autobiografici.
Ha pubblicato oltre 400 libri di più di 181 autrici di tutto il mondo, famose e in via di affermazione. Ha usato scelte coraggiose e soprattutto generose, ha fatto conoscere al pubblico italiano, scrittrici inedite o mai tradotte.
Per prima, ha pubblicato i testi della comunità filosofica Diotima di Luisa Muraro, oltre a collane di letteratura nera, di fantascienza e di saggistica.
La piccola e prestigiosa casa editrice milanese La Tartaruga è stata il marchio più importante dell’editoria femminile e femminista italiana.
Nel 1998, ha venduto il marchio e il catalogo alla Baldini Castoldi Dalai Editore.
Tra i tanti riconoscimenti per il suo lavoro e diffusione culturale, nel 1987 è stata insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro «per meriti morali e professionali».
Laura Maltini Lepetit è stata una donna colta e coraggiosa, da attivista e imprenditrice illuminata, ha propagato cultura e pensiero femminile per quasi mezzo secolo.
È morta a Poggio Murella, il 6 agosto 2021.
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londranotizie24 · 2 years
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Consolato generale a Londra, chi è il console Domenico Bellantone
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Consolato generale a Londra, chi è il console Domenico Bellantone Di Redazione In24 Il profilo completo di Domenico Bellantone, il nuovo Console da settembre alla guida del Consolato generale d'Italia a Londra. Domenico Bellantone al lavoro come Console generale d'Italia a Londra Si è insediato ed è ormai attivamente al lavoro Domenico Bellantone, il nuovo Console generale d'Italia a Londra che nei giorni scorsi si è avicendato con il predecessore Marco Villani. “Nell’assumere con orgoglio ed entusiasmo l’incarico di Console Generale d’Italia a Londra rivolgo a tutti voi il mio più caloroso saluto. Sono profondamente onorato di poter rappresentare una delle più ampie e dinamiche collettività italiane all’estero -  ha scritto il Console Bellantone in un messaggio alla comunità italiana - Assolverò questo impegno nella piena consapevolezza che dietro l’erogazione ogni servizio consolare ci sono le esigenze di vita, i bisogni e le priorità di ciascuno di voi. Non verrà quindi lesinato alcuno sforzo per rendere il più possibile efficienti ed accessibili i nostri servizi e per individuare soluzioni – anche digitali – attente alle necessità di una comunità di cui andiamo fieri: un’inestimabile risorsa per l’Italia e un patrimonio umano unico anche nel quadro del consolidamento delle già eccellenti relazioni bilaterali tra Italia e Regno Unito”. Il nuovo responsbile del Consolato generale d'Italia a Londra è nato a Reggio Calabria il 20 settembre 1972 e si è laureato con lode in Relazioni Internazionali presso l’Università “LUISS Guido Carli” di Roma nel 1996. Ha prestato servizio militare come Ufficiale di Complemento della Guardia di Finanza (1997-1998) e ha conseguito un diploma di specializzazione in Studi Diplomatici ed uno in Commercio Estero presso l’ICE di Roma. Nel 2000 entra in diplomazia e fino al 2004 presta servizio presso l’Ufficio Affari Giuridici ed Istituzionali della Direzione Generale per l’Integrazione Europea del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In quel contesto si occupa di contenzioso comunitario e del processo di riforma dei Trattati UE. Dal 2004 al 2008 è assegnato all’Ambasciata d’Italia in Libia con funzioni di Responsabile dell’Ufficio Culturale, per poi assumere quelle di Capo dell’Ufficio Economico-Commerciale. Successivamente, dal 2008 al 2011 è in Egitto dove ricopre l’incarico di Responsabile dell’Ufficio Politica Estera presso l’Ambasciata d’Italia. Dal 2011 al 2013 torna a prestare servizio presso l’Ambasciata d’Italia in Libia con funzioni di Consigliere e Vice Capo Missione. Gli anni trascorsi in Egitto e Libia tra il 2010 e il 2013 lo vedono testimone diretto dei sommovimenti innescati dalle “primavere arabe” ed in particolare della caduta dei regimi di Gheddafi e Mubarak. Nel 2013 rientra a Roma e presta servizio al Gabinetto del Ministro degli Esteri con funzioni di “speech writer” e gli viene assegnato il titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, poi nel 2016 assume l’incarico di Capo delle Segreteria del Segretario di Stato agli Affari Esteri, Vincenzo Amendola. Nel 2018 Bellantone è assegnato all’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti con funzioni di Primo Consigliere dove ricopre l’incarico di Capo dell’Ufficio Affari Consolari e Sociali. In quel contesto è responsabile del coordinamento della più ampia rete consolare italiana all’estero composta da 8 Consolati Generali, un Consolato di Prima Classe, una Cancelleria consolare, 31 Consolati Onorari e 35 Corrispondenti Consolari. Dal 23 agosto, infine, l'incarico alla guida del Consolato Generale d’Italia a Londra, dove è coadiuvato dai Consoli Francesco De Angelis e Diego Solinas e da uno staff di 60 persone a tempo indeterminato a cui si aggiungono contrattisti temporanei ed interinali. ... @ItalyinLDN Continua a leggere su Read the full article
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