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#Joe Carica
diceriadelluntore · 2 months
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Storia di Musica #335 - The Clash, Sandinista!, 1980
Il punto esclamativo finale di questa piccola carrellata tra i dischi che lo hanno nel titolo arriva ad uno dei più famosi dischi degli anni ’80. Protagonista una band che nasce dal calderone del punk britannico della seconda metà degli anni ’70, ma che grazie ad un percorso per molti versi unico e virtuoso, è arrivata ad essere, giustamente, considerata come una delle più importanti rock band d tutti i tempi. Joe Strummer è figlio di un alto funzionario del Ministero degli Esteri Britannico, tanto che nasce in Turchia nel 1952. Quando ha 20 anni, fonda un gruppo, i 101’ers con Clive Tiperlee e Richard Dudanski. Suonano con discreto successo nei pub londinesi e registrano persino qualche canzone. Nel loro giro c’era un altro gruppo, I London SS, che erano noti poiché non suonavano quasi mai con la stessa formazione, in una sorta di gruppo aperto: tra coloro che più spesso ne facevano parte c’erano Mick Jones, Paul Simonon, Tory Crimes e Nicky “Topper” Headon. I primi tre si uniscono a Strummer e per qualche mese al chitarrista Keith Levine (che suonerà pochi anno dopo nei PIL di Johnny Rotten) e fondano un proprio gruppo, che prima si chiama Heartdrops, e poi The Clash. La prima, storica, esibizione è allo Screen On The Green di Islington, il 26 Agosto 1976. Inizia qui la loro storia: agli esordi sono una delle punte di diamante del punk di quegli anni, espressione più matura e politicamente sensibile del periodo storico economico di quei tempi. Ne è esempio il primo grande successo, White Riot, uscito nel Marzo 1977, ispirato agli scontri tra polizia e giovani neri al carnevale di Notting Hill nel 1976. Sono il punto di incontro della visione politica più matura e curiosa, lontano dall’anarchismo furbetto dei Sex Pistols o dall’apatia politica disinteressata dei Damned. Il loro esordio discografico è fragoroso: The Clash esce nell’anno Uno del Punk Britannico, il 1977, e piazza canzoni mito come I Fought The Law e (White Man) In Hammersmith Palais, unendo i ruvidi stilemi del punk a ritmi giamaicani del dub e del reggae. Il successo li carica, e il successo lavoro è leggenda: London Calling (1979) è il primo disco in studio cui Topper Headon prende posto dietro i piatti della batteria (dopo aver suonato già nel tour post primo disco), ma soprattutto è il racconto del rapporto odio-amore con gli Stati Uniti, fonte delle musiche vitali per loro stessi ma anche dell’ipocrisia, dei complotti. È un doppio disco che mostra la personale e infinita voglia di contaminare la musica di suoni e colori differenti: album pietra miliare per le musiche (l’incandescente title track), i temi (la violenza urbana di Guns Of Brixton, il terrorismo basco di Spanish Bombs), la copertina (che riprende la grafica dei primi dischi di Elvis con la foto di Simenon che distrugge il basso sul palco).
L’idea successiva, dopo un tour che li portò in mezzo mondo a suonare e una ormai consolidata fama di band impegnata, era piuttosto bizzarra: dopo aver imposto alla CBS il prezzo politico per London Calling di disco singolo pur essendo doppio, la band progettò la pubblicazione di 12 singolo uno per mese. Negata l’idea, ottenne di poter registrare per una settimana i mitici Electric Ladyland Studios di New York. Registrano di tutto, e tornano con una montagna di materiale a Londra. Inclusi vari remix dub di idee e canzoni. Mettono un po’ a posto tutto, e decidono di pubblicare tutto quello che avevano registrato, 36 canzoni, un triplo disco. La CBS non vorrebbe pubblicarlo, poi si accorda con la band: se volete anche stavolta il prezzo “politico imposto” dovete rinunciare ai diritti per le prime 200 mila copie. La band accettò.
Sandinista! è un omaggio al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, un movimento rivoluzionario e partito politico nicaraguense protagonista nel 1979 del crollo del regime dittatoriale di Anastasio Somoza Debayle: deve il suo nome all’ispirarsi alle teorie di Augusto César Sandino, rivoluzionario nicaraguense, nonché uno dei conduttori della resistenza rivoluzionaria alla presenza militare statunitense in Nicaragua tra il 1927 e il 1933. Tra l’altro leggenda vuole che Margareth Thatcher odiasse profondamente il termine e avesse avuto l’idea di proibirlo in Gran Bretagna. Il disco allarga a dismisura l’osservazione del mondo, proprio perché, e le interviste dopo la pubblicazione lo confermeranno, i concerti li avevano portati dove non erano mai stati, potendo così vedere quello che non avevano mai visto. La musica non è mai stata così piena di influenze, di idee, tanto che i fan della prima ora lo criticarono aspramente, accusandolo di aver perso tutta la spontanea violenza del punk. Ma a ben vedere, i nostri non hanno affatto perso lo sguardo critico e potente sulle cose, lo hanno solo voluto esprimere in modi diversi. Bastano i 6 monumentali, e storici, minuti di The Magnificent Seven per spiegare tutto: primo brano di rap bianco, Mick Jones a New York rimase ipnotizzato dai primi lavori della Sugarhill Gang e dei Grandmaster Flash & The Furious Five, è il viaggio nella testa di un operaio che si alza alle sette di mattina per andare al lavoro, che lavora per comprare regali alla sua fidanzata, ma che è anche un grande affondo alla realta del consumismo contemporaneo. Hitsville Uk è un brano che sa di gospel e di soul (il titolo è un omaggio alla Motown). C’è il Blues di Junco Partner e la sua versione dub in Version Pardner. Ivan Meets G.I. Joe è la cronaca surreale dell'incontro-scontro a ritmo di disco music tra un soldato americano e uno sovietico su una pista da ballo, in un tripudio di suoni da videogioco. The Call Up si apre con i cori dei Marines statunitensi, perché la chiamata del titolo è proprio un riferimento al servizio militare, dato che nel 1980 il Congresso ripristinò l'obbligo per gli uomini di età compresa tra 18 e 25 anni di registrarsi al Selective Service System. C’è persino un valzer, Rebel Waltz, Charlie Don't Surf è tratto da una celebre battuta del film Apocalypse Now, Police On My Back, divenuta famosissima, è una cover di un vecchio brano di Eddy Grant contro il regime dell'apartheid in Sudafrica. Il tutto con remix, versioni dub, riferimenti alle rivoluzioni in America Latina, perfino la voce di una bimba, Maria, figlia di Mick Gallagher che dà una bella mano a suonare nel disco, che canta in modo stentato alcune strofe di Guns of Brixton accompagnata al pianoforte dal padre.
Ridondante, eccessivo, imperfetto, eppure spargerà fertilità ovunque e per decenni. Ricordo un ultima curiosità: non si sa se per caso o perché i Clash lo imposero, ma il numero di catalogo del triplo era 'FSLN1', stesso acronimo di Frente Sandinista de Liberación Nacional. Un ultimo riferimento magico ad un disco leggendario.
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gdsradio7 · 2 months
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Biden agli americani dopo il ritiro: "Amo la Casa Bianca ma ancora di più il mio Paese"
Undici minuti dallo Studio Ovale della Casa Bianca a Washington, per spiegare alla nazione le motivazioni della sua decisione di abbandonare la corsa alla rielezione. Joe Biden. “Adoro questo incarico, è stato l’onore della mia vita servire il Paese come vostro Presidente. Ma è in gioco la difesa della democrazia, ed è più importante di qualsiasi titolo”. Il Presidente in carica ha poi aggiunto:…
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ginogirolimoni · 2 months
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Dev’essere stato messo proprio con le spalle al muro Joe Biden, perché la prima funzione che ti toglie la demenza è proprio l’autocritica, la reale valutazione di ciò che sei e di cosa sei capace.
I segni di demenza in Biden erano conclamati: incespicamenti, cadute, amnesie, la deambulazione rigida come se avesse inghiottito un manico di scopa e degli obnubilamenti mentali, difficile credere che i suoi più stretti collaboratori non se ne siano accorti.
Ma allora perché l’hanno ricandidato alle primarie e perché in generale nel 2020 a 78 anni (il presidente più anziano a ricoprre questa carica) lo candidarono per contrastare Trump? Non c’era qualcuno più giovane nel partito e anche più “fresco” perché Biden in questi quattro anni è sembrato un’anatra laccata e nient’altro.
Se volevi davvero allontanare il pericolo del populismo e la deriva nazistoide che Trump rappresenta c’era bisogno di un candidato nuovo e, appunto più “fresco”, uno che fosse portatore di idee nuove e che sapesse conservare quanto di buono, almeno a livello ideale, rappresenta la democrazia americana.
Ora, a fatica, tirano furi dal cilindro Kamala Harris; non so negli USA quanto sia nota e quanto sia emerso il suo operato, nel resto del mondo è stata una figura silente e acquiscente, anche quando Biden ha mantenuto il cosiddetto Titolo 42, voluto da Trump, per favorire la deportazione forzata degli immigrati e per rimpatriare i minori non accompagnati, proprio lei che in campagna elettorale si era battuta per salvaguardare i diritti delle minoranze e di chi chiede asilo.
Questa candidatura è tutta da costruire e il tempo stringe: potrebbe essere la carta vincente se i demo se la sanno giocare bene, ma potrebbe anche essere la fine della potenza americana e del mondo così come lo conosciamo se Trump dovesse riconquistare il potere.
Auguri Kamala.
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m2024a · 2 months
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Joe Biden lascia la corsa alla Casa Bianca e appoggia Kamala Harris. Lei: “Batterò Trump” Joe Biden si ritira dalla corsa alla Casa Bianca. Il presidente in carica ha deciso di rinunciare alla nuova candidatura e di appoggiare la sua vice, Kamala Harris. Lei è sicura: “Batterò Donald Trump” - foto | video L’attentato a Donald Trump: dettagli, retroscena, complotti… Ecco cos’è successo davvero – guarda IL RITIRO – Il ritiro era nell’aria da tempo. Soprattutto dopo il disastroso confronto con il tycoon, nel corso del quale Biden era apparso più volte confuso. Per diversi giorni il presidente ha provato a resistere, anche quando era stato prospettato un dietrofront delle donazioni per la sua campagna elettorale. Ma infine, stremato anche dal Covid, ha ceduto alle pressioni, soprattutto dei dem. E con una lettera su X ha annunciato il suo passo indietro e il contemporaneo appoggio alla sua vice: “È stato il più grande onore della mia vita servire come presidente. E anche se era mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese di ritirarmi e concentrarmi solamente sui miei compiti come presidente per il resto del mandato”. Quindi, ha provato a spronare i suoi: “Democratici, è ora di unirsi e battere Trump. Facciamolo”. Donald Trump, archiviato il caso delle carte segrete a Mar-a-Lago. E presenta il suo vice: è il 39enne JD Vance – guarda LA REPLICA DI TRUMP - Il tycoon ne approfitta per affondare il colpo: “Joe Biden è stato il peggiore della storia e tutti sapevano che non era idoneo, Kamala ancora più facile da battere”. Nella notte interviene anche Harris: “Mi guadagnerò la nomination e batterò Trump”. Su di lei l’endorsement immediato dei Clinton, degli Obama e dell’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. Ma Trump gongola perché Harris non ha brillato nei panni di vice di Biden: in Senato dal 2016, 59 anni, in precedenza è stata procuratrice di San Francisco, quindi della California. Per lei, ora, un’occasione storica. Kamala Harris e la risata sguaiata delle polemiche – guarda e.m.
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what-u-com · 4 months
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lamilanomagazine · 4 months
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Usa, possesso illegale di armi: Hunter Biden giudicato colpevole
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Usa, possesso illegale di armi: Hunter Biden giudicato colpevole. Possesso illegale di armi. Questa l’accusa con cui Hunter Biden è stato giudicato colpevole. Il figlio del presidente americano è stato condannato da una giuria del tribunale di Wilmington, in Delaware. Hunter Biden ora rischia 25 anni di carcere, ma non sarà incarcerato in attesa della sentenza di condanna. È la prima volta che il figlio di un presidente in carica viene processato e che viene giudicato colpevole. Il figlio del presidente è stato ritenuto colpevole per i tre reati contestategli: ha mentito sull'uso di droghe mentre compilava i moduli per l'acquisto dell'arma, ha ottenuto la pistola nel 2018 quando gli era proibito per il suo stato, e ha inoltre posseduto illegalmente l'arma per 11 giorni. Joe Biden si è tenuto lontano dal processo federale a carico del figlio e ha rilasciato in questi mesi pochi commenti sul caso, per non dare l'impressione di interferire nei guai giudiziari di Hunter. Nei giorni scorsi, il presidente aveva affermato che avrebbe accettato il verdetto e non avrebbe esercitato il suo potere di grazia a favore del figlio. "Continueò a rispettare il processo giudiziario mentre mio figlio Hunter considera l'appello", ha scritto in una nota. "Jill e io saremo sempre presenti per Hunter e il resto della nostra famiglia con il nostro amore e sostegno. Niente potrà mai cambiare questo", ha aggiunto. In una dichiarazione scritta Hunter Biden si è detto deluso dal verdetto di colpevolezza pronunciato nei suoi confronti e grato per il sostegno della famiglia e degli amici: ��Sono più grato per l'amore ricevuto dalla mia famiglia che deluso per l'esito del processo». Il suo avvocato ha espresso la volontà di «continuare a perseguire vigorosamente tutte le strade legali disponibili», preannunciando così il ricorso in appello.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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londranotizie24 · 6 months
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Biden e Trump conquistano la nomination per la Casa Bianca
Joe Biden e Donald Trump hanno conquistato entrambi il quorum per la nomination alle prossime elezioni degli Stati Uniti. Con il mini Super Tuesday di oggi, il presidente in carica e il tycoon si sono assicurati i  delegati che consentono loro di correre per la Casa Bianca. Entrambi sono sono ‘presumptive nominee’, candidati in pectore, in attesa della consacrazione ufficiale alle convention…
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scienza-magia · 7 months
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Profitti miliardari per l'industria Americana del gas e petrolio
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I profitti del petrolio e del gas triplicano sotto Joe Biden anche se l’industria lo denigra. Bonanza mostra un ruolo presidenziale limitato nel guidare i rendimenti nonostante l’avvertimento di un secondo mandato “disastroso”. I profitti dei maggiori produttori statunitensi di petrolio e gas sono quasi triplicati sotto la presidenza di Joe Biden, anche se l’industria rimprovera le politiche “ostili” della sua amministrazione e avverte che un secondo mandato sarebbe “disastroso” per il settore. I primi 10 operatori quotati del paese per valore, che finiranno di pubblicare i loro utili del 2023 questa settimana, sono sulla buona strada per aver accumulato un utile netto combinato di 313 miliardi di dollari nei primi tre anni dell'amministrazione Biden, rispetto ai 112 miliardi di dollari dello stesso periodo. sotto Donald Trump. La capitalizzazione di mercato collettiva del gruppo – che comprende ExxonMobil, Chevron, ConocoPhillips, EOG, Pioneer Natural Resources, Occidental Petroleum, Hess, Devon Energy, Diamondback Energy e Coterra Energy – è aumentata del 132% nel periodo a oltre 1,1 trilioni di dollari, rispetto a un calo del 12% nei primi tre anni di Trump. I dati sui profitti del 2023 si basano sui rapporti sugli utili, ad eccezione di Devon, che dovrebbe pubblicare martedì i risultati del quarto trimestre, i cui ultimi dati sui profitti trimestrali sono stime di consenso. La produzione statunitense ha infranto record negli ultimi anni: a novembre, la produzione di petrolio ha raggiunto la cifra senza precedenti di 13,3 milioni di barili al giorno, mentre il gas naturale ha superato per la prima volta i 105 miliardi di piedi cubi al giorno. Lo scorso anno la nazione ha superato il Qatar diventando il più grande esportatore di gas naturale liquefatto al mondo. La sovraperformance sotto Biden sottolinea il ruolo limitato della Casa Bianca nel dettare le fortune del settore. La recente fortuna dei profitti è stata in parte determinata dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, che ha fatto salire i prezzi del petrolio e del gas. Anche la forte ripresa della domanda globale di energia, reduce dallo shock del Covid-19 nel 2020, ha sostenuto i prezzi. Il West Texas Intermediate, il benchmark del greggio statunitense, ha registrato una media di circa 80 dollari al barile durante i primi tre anni di Biden rispetto ai 58 dollari al barile di Trump.
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Le grandi compagnie americane di gas e petrolio sono fiorite con Joe Biden Ciò si scontra anche con le argomentazioni repubblicane secondo cui l’amministrazione Biden ha soffocato l’industria e con i terribili avvertimenti secondo cui una vittoria democratica nelle elezioni presidenziali di novembre metterebbe a rischio la sicurezza energetica americana. “Fin dal suo primo giorno in carica, il presidente Biden ha preso di mira i nostri produttori di energia nazionali e ha indebolito attivamente gli sforzi dell’America per essere indipendenti dal punto di vista energetico”, ha affermato questo mese il presidente repubblicano della Camera Mike Johnson. Biden ha condotto una campagna sulla piattaforma climatica più ambiziosa di qualsiasi presidente americano nella storia, promettendo di guidare una “transizione dal petrolio”. Appena entrato in carica, ha implementato una serie di politiche che hanno fatto infuriare l’industria: dalla sospensione temporanea di nuovi contratti di locazione per lo sviluppo di combustibili fossili su terreni pubblici al fallimento dell’oleodotto Keystone XL. Durante il suo mandato, tuttavia, ha ridimensionato parte di quella retorica iniziale, esortando l’industria a trivellare di più per contrastare i prezzi elevati alla pompa e incoraggiando le esportazioni di gas naturale liquefatto per arginare una crisi energetica in Europa. “Per reprimere l’inflazione, Biden ha sostenuto una produzione record per mantenere bassi i prezzi del petrolio e del gas, pur favorendo maggiori esportazioni di gas per aiutare l’UE”, ha affermato Paul Bledsoe, docente presso l’American University ed ex consigliere sul clima dell’amministrazione Bill Clinton. “Non puoi fare di meglio da un presidente democratico”. Eppure la campagna di Biden è stata riluttante a pubblicizzare il successo del settore per paura di contraccolpi da parte dell’ala progressista del Partito Democratico e si è affrettata a criticare gli operatori. Con l’impennata dei prezzi del petrolio nel 2022, il presidente ha criticato Exxon per aver guadagnato “più soldi di Dio”. L’anno scorso l’amministrazione ha imposto severe restrizioni sul leasing offshore e a gennaio ha sospeso le autorizzazioni per nuovi terminali GNL, facendo arrabbiare i leader del settore.
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L’industria del petrolio e del gas contribuisce con decine di milioni di dollari ai repubblicani ad ogni ciclo elettorale Mike Sommers, amministratore delegato dell’American Petroleum Institute, ha affermato che il successo dei produttori di petrolio e gas negli ultimi tre anni è avvenuto nonostante l’agenda politica “ostile” del presidente, che minerebbe la sicurezza energetica della nazione se lasciata senza controllo. “Anche se non si vede un impatto in questo momento, penso che stiano gettando i semi per una diminuzione della produzione in futuro. Ogni settimana vediamo un altro regolamento sotto questa amministrazione che penso potrebbe essere molto dannoso”, ha detto Sommers. Questo mese l’API ha citato in giudizio l’amministrazione Biden per la sua decisione di limitare il leasing offshore, evidenziando una crescente reazione del settore contro le sue politiche climatiche ed energetiche. Trump e i suoi delegati hanno fatto del sostegno all’industria del petrolio e del gas una parte fondamentale della sua campagna di rielezione, sostenendo che il recente successo del settore è incastonato nell’agenda di deregolamentazione della precedente amministrazione. “Conosciamo la politica del percorso dei profitti. L’industria energetica sta raccogliendo i benefici dell’amministrazione Trump”, ha affermato Carla Sands, importante donatrice di Trump ed ex ambasciatrice in Danimarca. In realtà, dicono gli analisti, i presidenti in carica hanno un impatto minimo sulla performance a breve termine del settore. “In generale, i rendimenti di una data presidenza hanno ben poco a che fare con chi è in carica. Si tratta più dei fondamentali”, ha affermato Bob McNally, presidente della società di consulenza Rapidan Energy ed ex consigliere energetico di George W. Bush. “Penso che le conseguenze di un’elezione negli Stati Uniti per la politica energetica e climatica saranno probabilmente sopravvalutate ed esagerate”.
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La produzione statunitense di petrolio e gas naturale ha raggiunto nuovi record sotto la presidenza di Joe Biden © FT montage/Bloomberg Trump ha promesso di stracciare gran parte della legislazione sul clima di Biden se vincesse a novembre, cosa che secondo alcuni analisti potrebbe danneggiare la posizione degli Stati Uniti all’estero e danneggiare le esportazioni energetiche del paese. “Una vittoria di Trump si tradurrebbe in una massiccia rottura con il mondo sulla politica climatica globale, ironicamente aumentando la pressione pubblica contro le esportazioni statunitensi, soprattutto in Europa”, ha affermato Bledsoe. Nonostante alcuni dubbi nell’industria nei confronti di Trump e del suo programma anti-libero commercio, i grandi donatori di petrolio e gas continuano a schierarsi in grande maggioranza dalla parte del suo partito. Secondo una ricerca di OpenSecrets, i repubblicani hanno ricevuto 126,4 milioni di dollari in donazioni elettorali dal ciclo elettorale del 2020 dall’industria, rispetto ai soli 23,6 milioni di dollari ricevuti dai democratici. Harold Hamm, magnate americano dello shale e miliardario donatore repubblicano, ha dichiarato al Financial Times che una vittoria di Biden sarebbe “disastrosa” per il settore. Ha detto che il presidente sta implementando politiche che porterebbero alla “morte per mille tagli” per l’industria, citando le sue restrizioni alle trivellazioni sui terreni federali, una pausa sulle approvazioni del GNL e regolamenti più severi. “Se Trump sarà il candidato prescelto dal processo delle primarie, lo seguiremo sicuramente . . . sarebbe disastrosa”, ha detto Hamm, che ha anche fatto una donazione ai candidati repubblicani Nikki Haley e Ron DeSantis. Reporting aggiuntivo di Eva Xiao a New York     Read the full article
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harusphotos · 7 months
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PILLOLE DI ATTUALITÀ by Matryoshka
•Dibattito alla Camera in merito ai fatti della scorsa settimana riguardanti la carica delle forze dell'ordine sui giovani manifestanti dei cortei pro #Palestina di Pisa e Firenze. Il Ministro #Piantedosi: "Niente processi sommari alla #Polizia". Sostituita dirigente reparto squadra mobile di Firenze e Pisa. A #Torino antagonisti assaltano volante nel tentativo di liberare un migrante destinato ad un centro di rimpatrio, colpevole di alcuni reati tra i quali stupro. Solidarietà del Presidente Mattarella all'agente ferito nell'assalto.
• "Combattere la #Russia avrà conseguenze pessime", sono queste le parole del Presidente della Federazione Russa Vladimir #Putin rivolto all'Occidente in risposta alle provocazioni di #Macron. "Anche noi abbiamo armi capaci di raggiungere i vostri territori. La Russia -continua Putin- è pronta al dialogo con tutti i Paesi ma non permetterà a nessuno di interferire nei suoi affari interni". Il cancelliere austriaco #Nehammer si dice pronto a dialogare con la Russia.
•Joe #Biden è in grado di svolgere le sue funzioni, è il suo medico a diffondere i risultati del check up durato circa due ore e trenta. Le condizioni del Presidente degli #StatiUniti sono dunque consone al ruolo che svolge,nonostante ciò le sue "gaffes" sono sotto gli occhi di tutti al punto che l'imitazione di Biden del comico #Crozza è diventata virale negli States, condivisa da #TuckerCarlson e rilanciata da #DonaldTrump.
Foto e video tratti da #telegram
#pillolediattualitá #pilloledimatryoshka #matryoshka #newsitalia #newsmondo
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News freschissime dall'Italia e dal Mondo.
Stay tuned, go to Matryoshka!
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e-o-t-w · 8 months
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Eyes on the world #177
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Siamo già nel cuore del primo mese del 2024 e il mondo non accenna a rallentare.
Questa settimana parliamo delle ultime nello scontro tra Israele e Hamas (con un outsider che sta scombinando le carte), delle primarie del Partito Repubblicano in USA (ma non solo), per poi fare un salto in Oriente e parlare di un paio di questioni politiche e non degne di nota.
Cominciamo 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: CONTINUA LO SCONTRO TRA USA E HOUTHI, MENTRE L’IRAN PROVA A IMPORSI DI FORZA
(1) Ripartiamo dalle novità riguardanti il conflitto tra #Hamas e #Israele, perché mai come questa settimana è forte l’impressione che possa presto allargarsi a più nazioni sparse per il mondo. Gli #StatiUniti, tanto per cambiare, sono in prima linea, dal momento che hanno continuato ad attaccare i ribelli #Houthi. Questo gruppo armato – come più volte ribadito – controlla gran parte dello #Yemen ed è alleato di Hamas; nelle ultime settimane gli Houthi sono saliti in cima alle cronache per gli attacchi con i quali hanno reso pressoché impercorribile il Mar Rosso per le navi commerciali, al fine di vendicarsi degli attacchi di Israele a Gaza, finendo però per penalizzare il commercio mondiale. Gli USA, che mercoledì hanno comunicato l’intenzione di volerli reinserire nella lista delle organizzazioni terroristiche, dalla scorsa settimana stanno rispondendo sul campo bombardando – insieme ad altre nazioni – numerose postazioni militari direttamente in Yemen. In questa settimana soltanto sono stati ben 5 gli attacchi di questo genere condotti dagli statunitensi in territorio straniero. Ma non è stato l’unico scossone della settimana, anzi. L’#Iran – anch’egli alleato di Houthi e Hamas – martedì ha lanciato diversi missili contro il #Pakistan, con l’obiettivo di colpire le basi del gruppo sunnita Jaish al Adl, considerato di stampo terroristico sia dagli USA che dall’Iran stesso e che opera nel cosiddetto #Belucistan (regione contesa al confine proprio tra Pakistan e Iran). Non è chiaro perché l’attacco sia stato eseguito proprio martedì, soprattutto appena dopo averne condotti di simili in Iraq (contro basi spionistiche di Israele, a quanto pare) e Siria (contro altri gruppi sunniti, tra cui l’ISIS). Alcuni analisti collegano tali attacchi alle due bombe esplose in concomitanza della commemorazione del generale Sulemaini avvenuta a Kerman (Iran) di cui avevamo parlato a inizio anno, e del quale proprio l’ISIS era stato il mittente. L’obiettivo dell’Iran è far capire di poter rispondere direttamente sul campo a chiunque metta in crisi la sua leadership, dando avvertimenti tali da non scatenare risposte eccessivamente violente. Una di queste è arrivata dal Pakistan, il giorno dopo l’attacco iraniano, diretta verso gruppi “anti-pakistani” che operano in Iran. Tornando al conflitto reale tra Israele e Hamas, il governo #Netanyahu (seppur con qualche critica) continua a indicare la via all’esercito, che non dà tregua nella Striscia di #Gaza. Combattimenti e bombardamenti proseguono senza sosta, specialmente nel sud della Striscia, con il premier che ha escluso categoricamente la creazione di uno stato palestinese autonomo (con o senza accordo tra le parti).
🇺🇸 USA: DONALD TRUMP DOMINA I CAUCUS IN IOWA, SCONFITTE PESANTI PER RON DESANTIS E NIKKY HALEY
(2) Le primarie negli Stati Uniti hanno preso il via il 15 gennaio, segnando l'inizio del lungo processo elettorale che culminerà nella nomina dei candidati presidenziali per le elezioni del 5 novembre. Il presidente in carica Joe #Biden è il grande favorito per i Democratici, mentre tra i Repubblicani l'ex presidente Donald Trump mantiene una forte posizione, con oltre il 60% di consensi secondo gli ultimi sondaggi nazionali. Nel Partito Democratico, Biden è in netto vantaggio rispetto agli altri candidati, tra cui Marianne Williamson e Dean Phillips. La competizione principale sembra concentrarsi sulle primarie Repubblicane, dove #Trump rimane favorito, ma emergono anche altri nomi come l'ex governatore della Florida, Ron DeSantis, e l'ex governatrice della South Carolina, Nikki Haley, che si presenta come un'alternativa credibile a Trump. L'organizzazione delle primarie avviene principalmente attraverso elezioni "tradizionali" o #caucus in alcuni stati. In quest’ultimo caso si tratta di un metodo di selezione dei candidati politici in cui gli elettori si riuniscono in luoghi pubblici e partecipano a discussioni aperte per sostenere i loro candidati preferiti. A differenza delle elezioni primarie, il caucus coinvolge un processo di scelta più interattivo e aperto, con i partecipanti che si riuniscono fisicamente e si esprimono attraverso dibattiti e votazioni. In #Iowa ad esempio si sono tenuti i caucus lunedì sera. Tuttavia, le avverse condizioni meteorologiche, con temperature estremamente basse e tempeste di neve, hanno influito parzialmente sulla partecipazione degli elettori. I #Democratici, invece, hanno optato per dei comizi in Iowa, con i risultati delle primarie che saranno annunciati il 5 marzo tramite voto per posta. Tornando ai caucus Repubblicani in Iowa, è stato l'ex presidente Donald Trump a vincere con ampio margine (51%), superando i principali sfidanti Ron DeSantis e Nikki Haley. Il primo si è classificato al secondo posto con il 21,2%, mentre la seconda ha ottenuto il 19,1%. Sebbene abbiano coinvolto solo circa 110.000 persone su 750.000 elettori Repubblicani, i caucus in Iowa hanno mostrato la grande motivazione della base di Trump. Nonostante le incognite meteorologiche, l’ex presidente ha ottenuto il miglior risultato possibile. DeSantis, nonostante abbia investito pesantemente nella campagna elettorale in Iowa, non è riuscito a competere efficacemente con Trump. Questa vittoria predice un cammino verso le elezioni presidenziali che vedrà Trump come il candidato principale per il Partito Repubblicano il 5 novembre, salvo sorprese eclatanti. Dal canto suo, l'Iowa, stato rurale del Midwest, tradizionalmente Democratico fino al 2010, ha mostrato un forte spostamento a destra negli ultimi anni. L'elettorato sensibile ai candidati populisti e i gruppi religiosi evangelici hanno sostenuto Trump. Nonostante la campagna si sia focalizzata su temi nazionali, l'inflazione, l'immigrazione e le questioni legali di Trump hanno dominato la discussione. Tornando infine all’agenda politica quotidiana, giovedì è stato evitato nuovamente lo #shutdown, ovvero la chiusura parziale delle attività del governo federale, grazie all’accordo trovato dal Congresso. Senato e Camera si riuniranno adesso a inizio marzo per accordarsi sui dettagli relativi al finanziamento dell’anno fiscale (vero nocciolo della questione), oppure si incontreranno per concordare un’ulteriore proroga.
🇹🇼 TAIWAN: VINCE IL DPP, PARTITO OSTILE ALLA “REUNION” CON LA CINA. COSA SIGNIFICA? INTANTO LA COREA…
(3) Le elezioni presidenziali e parlamentari a #Taiwan dello scorso sabato hanno visto la vittoria di Lai Ching-te del Partito Progressista Democratico (#DPP), noto per la sua posizione critica verso le ingerenze politiche cinesi. Questo risultato ha sollevato interrogativi sul futuro dei rapporti tra Taiwan e la #Cina, specialmente considerando l'atteggiamento aggressivo di quest'ultima negli ultimi anni. Nonostante la Cina avesse minacciato che votare per il DPP significava votare per la guerra, la popolazione taiwanese ha ribadito il suo sostegno all'autonomia. La situazione di Taiwan è complessa, poiché la Cina considera l'isola una provincia ribelle destinata a "riunificarsi" con il paese, mentre Taiwan gode di fatto di una sovranità completa. Gli Stati Uniti, tradizionali sostenitori di Taiwan, cercano di mantenere un equilibrio tra la vicinanza a Taiwan e i buoni rapporti con la Cina, ma la situazione è delicata. Dopo la vittoria di Lai, la Cina ha dichiarato che nulla fermerà il processo verso la "riunificazione" con Taiwan. Gli analisti prevedono che la Cina utilizzerà diverse tattiche, tra cui esercitazioni militari, disinformazione e pressioni commerciali, per influenzare Taiwan. Il futuro appare instabile, con possibili tensioni nello Stretto di Taiwan e nei rapporti tra Cina e Stati Uniti, poiché la Cina potrebbe cercare di ridurre il sostegno militare statunitense a Taiwan. A qualche km di distanza, in un discorso alla nazione, il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha annunciato una significativa revisione dei rapporti con la Corea del Sud. Tale revisione comporta l'eliminazione di ogni riferimento alla possibilità di "riunificazione" tra i due paesi, dichiarando le due Coree come nazioni separate e nemiche. Kim ha designato la Corea del Sud come "il principale avversario e il più grande nemico" della Corea del Nord, annunciando l'abolizione di agenzie statali nordcoreane che gestiscono le comunicazioni e i rapporti tra Nord e Sud. Queste modifiche seguono un periodo di forte deterioramento dei rapporti tra le due Coree, già anticipato da Kim in un discorso a dicembre. Kim ha indicato che la Corea del Sud, con politiche aggressive, ha reso necessario "porre fine a quasi 80 anni di relazioni inter-coreane." Il discorso è stato caratterizzato da una retorica bellicosa, indicando che, sebbene la Corea del Nord non voglia la guerra, non intende evitarla. Kim ha annunciato l'eliminazione di legami simbolici e amministrativi che avvicinavano le due Coree, come i riferimenti alla riunificazione nella costituzione nordcoreana e la distruzione di ferrovie verso il Sud. Gli esperti ritengono che, sebbene questi cambiamenti riflettano lo stato attuale dei rapporti, la retorica bellicosa di Kim possa portare a una maggiore tensione nella regione.
🇨🇳 CINA E COVID, DUBBI SULLA TRASPARENZA DI PECHINO: IL VIRUS PARE FOSSE NOTO GIÀ ALLA FINE DEL 2019
(4) Alla fine del 2019, una ricercatrice cinese, la virologa Lili Ren, anticipò l'annuncio ufficiale del governo cinese sul #coronavirus di due settimane, sollevando interrogativi sulla consapevolezza precoce di #Pechino riguardo al SARS-CoV-2. Ren inviò il sequenziamento del virus a #GenBank, una banca dati gestita dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, ma il suo lavoro fu rimosso il 16 gennaio 2020 per mancanza di informazioni. La commissione del #Congresso, incaricata di indagare sulle origini del virus, ha evidenziato il ritardo nella segnalazione, ma non ha apportato dettagli significativi sull'origine del virus. L'incidente ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza cinese e sull'efficacia dei sistemi di identificazione dei patogeni, in quanto sembra che diversi gruppi di ricerca in Cina stavano sequenziando il coronavirus già alla fine del 2019. Il governo cinese potrebbe aver limitato quindi la diffusione di informazioni. Nel contesto della #pandemia, la Cina era stata accusata di mancanza di trasparenza su #Wuhan e altre zone. Il fatto che il sequenziamento fosse disponibile su GenBank pone interrogativi sulla rapidità dell'identificazione di nuovi patogeni e sottolinea la necessità di migliorare la condivisione di informazioni a livello internazionale. Le future discussioni globali potrebbero focalizzarsi su soluzioni per migliorare la condivisione di dati su malattie emergenti, prevenendo così nuove pandemie. La 77esima Assemblea mondiale della salute a maggio vedrà i 194 paesi membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (#OMS) discutere un nuovo trattato sulle pandemie, mirato a stabilire linee guida comuni per prevenire e gestire tali situazioni, basandosi sulle esperienze accumulate negli anni.
Alla prossima 👋
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diceriadelluntore · 11 months
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Storia Di Musica #300 - Miles Davis, Live-Evil, 1971
Quando si ascoltò questo disco per la prima volta, i critici ebbero un profondo senso di smarrimento: Come bisogna definirlo? Cosa è? È jazz? È rock? È qualcosa di altro? In parte era lo scopo del suo creatore, in parte perfino a lui, genio incontrastato delle rivoluzioni musicali, qualcosa "sfuggì di mano", divenendo addirittura qualcosa di altro dalla sua idea primigenia. Questo è un disco che parte da un percorso iniziato qualche anno prima, quando Miles Davis e il suo storico secondo quintetto iniziano ad esplorare le possibilità che gli strumenti elettrici e le strutture della musica rock possono dare al jazz. I primi esperimenti con Miles In The Sky (1968), poi con quel capolavoro magnetico che è In A Silent Way (1969), il primo con la nuova formazione elettrica, la quale sviluppa a pieno quella rivoluzione che va sotto il nome di jazz fusion con il fragoroso, e irripetibile, carisma musicale rivoluzionario che fu Bitches Brew (1970, ma registrato qualche giorno dopo il Festival di Woodstock, nell'Agosto del 1969). Davis è sempre stato curioso e non ha mai avuto paura di guardarsi intorno dal punto di vista musicale, ne è testimone la sua discografia. E nell'idea che il jazz stesse morendo, era sua intenzione innestarlo di nuova vitalità contaminandolo con altri generi, non solo il rock, ma anche il funk, il soul, la musica sperimentale europea. A tutto ciò, per la prima volta nel jazz (e questa fu l'accusa più viva di eresia), il ruolo del produttore, del suo fido e sodale Teo Macero, è proprio quello di cercare tra le sessioni di prove le parti migliori, o come amava dire Davis "le più significative", e metterle insieme in un lavoro sorprendente e meticoloso di collage musicale, che in teoria elimina la componente espositiva solista del musicista jazz, ma che allo stesso tempo regala una nuova filosofia musicale ai brani, del tutto inaspettata. Decisivo fu, nel 1970, il compito che fu affidato a Davis di curare la colonna sonora del film documentario A Tribute To Jack Johnson, di Bill Cayton, sulla vita del pugile che nel 1908 divenne il primo pugile di colore e il primo texano a vincere il titolo del mondo di boxe dei pesi massimi, quando sconfisse il campione in carica Tommy Burns. Per questa ragione fu considerato una sorta di simbolo dell'orgoglio razziale della gente di colore all'inizio del ventesimo secolo, soprattutto poiché nel periodo erano ancora in vigore le leggi Jim Crow, leggi che di fatto perpetuarono la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di "separati ma uguali" per i neri americani e per gli appartenenti a gruppi razziali diversi dai bianchi, attive dal 1875 al 1965.
Il disco di oggi somma tutte queste istanze, in maniera unica e per certi versi selvaggia, divenendo di fatto una sorta di manifesto che Il Signore Delle Tenebre ostenta alla sua maniera, cioè nel modo più sfavillante possibile. Live-Evil esce nel Novembre del 1971, ma è frutto di storiche serate live al The Cellar Dome di Washington DC, dove la band di Davis si esibì per diverse serate nel Dicembre del 1970, e una parte di registrazioni in studio sotto lo sguardo attento di Teo Macero, presso gli studi della Columbia di New York. Con Davis, nelle esibizioni al Cellar Dome, che come prima pietra dello scandalo usa la tromba elettrica, infarcita di pedali di effetti e di wah wah (amore trasmessogli da Jimi Hendrix) c'erano Gary Bartz (sassofono), John McLaughlin (chitarra elettrica), Keith Jarrett (piano elettrico), Michael Henderson (basso elettrico), Jack DeJohnette (batteria) e Airto Moreira (percussioni) e in un brano solo, come voce narrante, l'attore Conrad Roberts. Nelle sessioni in studio di aggiungono altre leggende, tra cui Herbie Hancock e Chick Corea (con lui nei precedenti dischi citati), Billy Cobham, Joe Zawinul e il fenomenale musicista brasiliano Hermeto Pascoal, la cui musica e i cui brani saranno centrali in questo lavoro. Tutto il magma creativo di queste idee sfocia in un doppio disco dalla forza musicale devastante, tanto che oggi alcuni critici lo definiscono un heavy metal jazz, che parte dalle origini più profonde ma sfocia in una musica caotica e sfacciatamente meravigliosa, trascinante e indefinibile, che gioca tutto sulle dissonanze, sugli ossimori, sui palindromi simbolici e musicali. E manifestazione più chiara ne è la copertina, bellissima, di Mati Klarwein, artista francese autore di alcune delle più belle copertine musicali, tra cui quella di Bitches Brew: lasciato libero di creare da Davis, pensò alla copertina con la donna africana incinta, come simbolo di creazione "primordiale", ma fu lo stesso Davis, a pochi giorni dalla pubblicazione, una volta deciso il titolo, che gli chiese un nuovo disegno, che accostasse il "bene" al "male" attraverso una rana. Klarwein in quel momento aveva una copertina della rivista Time che raffigurava il presidente Hoover, che fu presa come spunto per la rana del male, che campeggiò sul retro della copertina, e che vi faccio vedere:
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Musicalmente il disco si divide in brani autografi di Davis, che diventano lunghissime jam session di sperimentazione, di assoli di chitarra, sfoghi di batteria, con la sua tromba elettrica che giganteggia qua e la, che raccolgono quel senso di rivoluzione, anche giocata sulla sua storica abilità di comunicazione (Sivad e Selim, che sono il contrario di Davis e Miles, la seconda scritta per lui da Pascoal, languida e dolcissima), il medley Gemini/Double Image, scritta con Zawinul, e le lunghissime e potentissime What I Say, quasi una dichiarazione di intenti, Funky Tonk, rivoluzionaria e la chiusura con Inamorata And Narration by Conrad Roberts, che è quasi teatro sperimentale, e le altre composizioni di Pascoal, Little Church e Nem Um Talvez, musica che stupì tantissimo lo stesso Davis, che considerava Pascoal uno dei più grandi musicisti del mondo: il brasiliano, polistrumentista, arrangiatore, produttore, è una delle figure centrali della musica sudamericana, e essendo albino è da sempre soprannominato o bruxo, lo stregone. Tutti brani vennero "perfezionati" da Macero, e addirittura nelle ristampe recenti è possibile leggere nelle note del libretto l'esatta costruzione dei brani, ripresi dalle sessioni live e dalle registrazioni in studio. Di quelle leggendarie serate al The Cellar Dome, nel 2005 la Columbia pubblicò un inestimabile cofanetto, di 5 cd, The Cellar Door Sessions 1970 con le intere esibizioni del Dicembre 1970: le parti usate in Live-Evil sono nel quinto e sesto disco, nei precedenti ulteriori esplorazioni musicali da brividi, per una delle serie di concerti storicamente più importanti del jazz.
Il disco verrà considerato il capolavoro che è solo dopo anni, in un periodo, quello degli anni '70, dove Davis accettò apertamente di sfidare la critica con la sua musica. Da allora però, per quanto in parte ancora enigmatico e "difficile", è considerato l'ennesimo pilastro della leggenda Davis, in uno dei suoi capitoli musicali che ebbe più fortuna, poichè buona parte dei fenomenali musicisti che contribuirono a questo disco erano in procinto, o già alle prese, con esperienze musicali che partendo dalla lezione del Maestro, ne approfondiranno i contenuti, e ne esploreranno i limiti: sarà quest'ambito che legherà le altre scelte di Novembre e questo omaggio, che come i precedenti numeri miliari (1,50,100,150,200,250) è dedicato al formidabile uomo con la tromba.
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Alla scoperta dei Break Me Down
Torna anche oggi e senza eccezioni l'appuntamento quotidiano con Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine. Protagonisti di oggi sono i Break Me Down con il loro ultimo brano dal titolo "The Other Life". Ascolta il podcast Il brano Nel brano The Other Life, la protagonista è Grimilde, regina cattiva di Biancaneve che, nella canzone, si interroga guardandosi allo specchio su come sarebbe stata la sua vita se al posto di essere un personaggio malvagio fosse stata una persona normale nonostante i dubbi però realizza che essere cattiva è l’unico modo per essere se stessa. Nel video Grimilde è una donna narcisista, sadica e che vive nell’oscurità. Dopo il risveglio iniziale, si confronta col suo specchio e consapevole della propria natura malvagia decide di divertirsi imprigionando le sue vittime in questo limbo sospeso tra la vita e la morte. La regina gioca, indebolendo le sue prede con la paura più grande dell’uomo: il buio, ciò che non si conosce, ciò che temiamo di più. E proprio nel buio, lei trascina le vittime designate, in un oblio fatto di oscurità, proprio il mondo da cui lei proviene. https://www.youtube.com/watch?v=nqgM0oVjPEQ&feature=youtu.be Gli ospiti di oggi, i Break Me Down I Break Me Down sono un band Alternative Metal fondata a Milano nel 2017. sono una band Alternative Metal fondata a Milano nel 2017.I loro live concentrano in un’unica e potente emozione tutta la carica e l’energia da cui nascono le loro canzoni. Tra le numerose date fatte in giro per la penisola ricordiamo le aperture ad artisti internazionali quali Crazy Town, Joe Stump's Tower of Babel, Vinnie Moore e Lacuna Coil. Nel gennaio del 2018 pubblicano il loro primo Ep dal titolo Resilience contenente 3 brani inediti, scritti e prodotti dalla band. Ad Ottobre 2019 il gruppo pubblica il primo disco The Pond prodotto dalla band, registrato e mixato al Magnitude Studio di Seregno. Read the full article
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kneedeepincynade · 2 years
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Is the Ukrainian proxy war getting old already? Because Washington seems ready to start a new one in the Taiwan Strait
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⚠️ GLI STATI UNITI FORNIRANNO FINO A 12 MILIARDI DI DOLLARI IN SOVVENZIONI, AIUTI E PRESTITI AL REGIME-FANTOCCIO DI TAIWAN PER L'ACQUISTO DI ARMI STATUNITENSI ⚠️
🇺🇸 Ieri, 6 dicembre, il Congresso degli Stati Uniti d'America ha rilasciato la versione finale del National Defense Authorization Act (NDAA) per il 2023, che autorizzerà - tra le varie misure - fino a 12 miliardi di dollari (❗️) in sovvenzioni, aiuti e prestiti al regime-fantoccio di Taiwan nei prossimi cinque anni per l'acquisto di armi statunitensi.
📊 Fino a 2 miliardi di dollari in sovvenzioni annuali dal 2023 al 2027 (❗️) e altri 2 miliardi di prestiti per il regime di Tsai Ing-wen da utilizzare per rafforzare le sue capacità militari nell'ottica di uno scontro - voluto da Washington - con l'Esercito Popolare di Liberazione.
💵 Inoltre, autorizza una Scorta di Emergenza Regionale per il regime-fantoccio di Taiwan fino a 100 milioni di dollari (❗️) in munizioni all'anno da utilizzare in caso di conflitto 💥
🇺🇸|🇹🇼 Nell'NDAA vi è anche una raccomandazione di invitare il fasullo regime di Tsai Ing-wen a partecipare alla prossima esercitazione militare RIMPAC, organizzata dagli USA nel 2024 quando si terranno le elezioni presidenziali a Taiwan, ed è estremamente probabile che il candidato del KMT - favorevole a buone relazioni con la Cina - possa ottenere una grande vittoria ☀️
🇺🇸 L'Amministrazione di Joe Biden sta tentando di legare a sé il regime-fantoccio di Taiwan finché alla carica di Presidente c'è Tsai Ing-wen, già famosa per le folli spese militari, che hanno portato ad una enorme crescita del Debito.
Nel 2022, il Budget per la Difesa del regime-fantoccio ha raggiunto i 471,7 Miliardi di NT$, ovvero 17,05 Miliardi di Dollari USA, con un aumento anno su anno del 5,2% - inoltre, avendo utilizzato "Budget Speciali" per garantire la continuità della "Diplomazia del Dollaro" e della "Difesa", il Debito è aumentato a dismisura, e i cittadini di Taiwan saranno responsabili di centinaia di migliaia di NT$ in più rispetto agli anni precedenti (❗️)
📄 Come si può leggere in questo documento, il Budget che il Governo Statunitense ha allocato al Settore della Difesa è pari a 857,9 miliardi di dollari, di cui 816,7 miliardi per il solo Dipartimento della Difesa 💸
🏦 6,1 miliardi di dollari sono stati investiti per la "Pacific Deterrence Initiative" in funzione anti-cinese, e che permetterà l'aggiunta di 1 ulteriore miliardo di dollari per il Comando Indo-Pacifico Statunitense, che è il più attivo contro la Cina.
🧾 Fonte |🧾 TPA |🧾 FY23-NDAA
🌸 Nei mesi precedenti, il Collettivo Shaoshan ha dato enorme importanza all'informazione sul Taiwan Relations Act, Taiwan Policy Act e l'NDAA per il 2023. Per chi volesse recuperare i post, può trovarli sul telegram
🔺Taiwan Policy Act: I, II, III.
(Disponibili sul telegram)
🔺Taiwan Relations Act, la base dell'interferenza statunitense negli affari interni della Cina: I, II, III.
(Disponibili sul telegram)
🔺NDAA: I, II.
(Disponibili sul telegram)
🔺Gli USA hanno riempito di armi il regime-fantoccio di Taiwan: I, II, III, IV.
(Disponibili sul telegram)
🔺Rapporti tra USA e il regime-fantoccio di Taiwan, cenni storici: I, II, III.
(Disponibili su telegram)
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan
⚠️ US TO PROVIDE UP TO $12 BILLION IN GRANTS, AID AND LOANS TO TAIWAN PUPPET REGIME TO PURCHASE US WEAPONS ⚠️
🇺🇸 Yesterday, December 6, the United States Congress released the final version of the National Defense Authorization Act (NDAA) for 2023, which will authorize - among other measures - up to 12 billion dollars (❗️) in grants, aid and loans to the Taiwan puppet regime over the next five years for the purchase of US weapons.
📊 Up to 2 billion dollars in annual grants from 2023 to 2027 (❗️) and another 2 billion in loans for the Tsai Ing-wen regime to be used to strengthen its military capabilities in view of a confrontation - wanted by Washington - with the People's Liberation Army.
💵Also authorizes a Regional Emergency Stockpile for Taiwan's puppet regime of up to US$100 million (❗️) in ammunition per year to be used in case of conflict 💥
🇺🇸|🇹🇼 There is also a recommendation in the NDAA to invite the bogus regime of Tsai Ing-wen to participate in the next RIMPAC military exercise, organized by the US in 2024 when the presidential elections are held in Taiwan, and it is extremely likely that the KMT candidate - in favor of good relations with China - can achieve a great victory ☀️
🇺🇸 Joe Biden's administration is trying to bind Taiwan's puppet regime to itself as long as Tsai Ing-wen is the president, already famous for her crazy military spending, which led to a huge growth in debt .
In 2022, the puppet regime's Defense Budget reached NT$471.7 Billion, or US$17.05 Billion, with a year-on-year increase of 5.2% - moreover, having used "Budget Special" to ensure the continuity of "Dollar Diplomacy" and "Defense", the Debt has skyrocketed, and Taiwan citizens will be responsible for hundreds of thousands of NT$ more than in previous years (❗️)
📄 As can be read in this document, the Budget that the US Government has allocated to the Defense Sector is equal to 857.9 billion dollars, of which 816.7 billion for the Department of Defense alone 💸
🏦 6.1 billion dollars have been invested for the "Pacific Deterrence Initiative" in an anti-China function, and which will allow the addition of an additional 1 billion dollars for the US Indo-Pacific Command, which is the most active against China.
🧾 Source |🧾 TPA |🧾 FY23-NDAA
🌸 In the previous months, the Shaoshan Collective has placed great importance on informing the Taiwan Relations Act, the Taiwan Policy Act and the NDAA for 2023. For those who want to retrieve the posts, they can be found on telegram
🔺Taiwan Policy Act: I, II, III.
(Available on telegram)
🔺Taiwan Relations Act, the basis of US interference in China's internal affairs: I, II, III.
(Available on telegram)
🔺NDAA: I, II.
(Available on telegram)
🔺 The USA has filled the Taiwan puppet regime with weapons: I, II, III, IV.
(Available on telegram)
🔺 Relations between the USA and the puppet regime of Taiwan, historical notes: I, II, III.
(Available on telegram)
🌸 Subscribe 👉 @collettivoshaoshan
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telodogratis · 2 years
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Il tasso di gradimento di Biden scivola al 39%
AGI – È Election Day in America mentre il tasso approvazione di Joe Biden scivola al 39%, un punto in meno rispetto al mese scorso. Lo rileva l’ultimo sondaggio Reuters-Ipsos mentre gli elettori votano per il Midterm. In gioco c’è il controllo del Congresso. Tradizionalmente il partito del presidente in carica viene penalizzato al voto di metà mandato e l’entità della sconfitta è inversamente…
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enkeynetwork · 2 years
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