Tumgik
#Le cinque terre
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"the beaches were very small and crowded and didn't feel like beach to be honest because they were all rocky anyway :("
my brother in christ why are you coming to the region famous for its pebble & rock coastline and then crying about it. vai in romagna e non rompere il belino
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lefemmerougewriter · 2 years
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My first El Topo / Le Chevre and Carmivy fic, a slice-of-life set in Manarola, Italy, part of the Cinque Terre, in the Italian Riviera.
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coovieilledentelle · 5 months
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Vernazza - Italie
Vernazza est une commune de la province de La Spezia dans la région Ligurie en Italie. Il s'agit de l'une des localités qui constituent les Cinque Terre. Poursuivant vers l'est, après Monterosso, on atteint Vernazza. Le site est perché sur un petit promontoire rocheux, et autrefois le plus prospère des Cinque Terre
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filorunsultra · 6 months
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SciaccheTrail TRC Expedition 2024
Ogni anno c'è il weekend di Sciacche, e ogni anno c'è un pezzo su questo blog intitolato così (qui il primo, qui il secondo). Ah, avvertenza: ho scritto di getto e senza rileggere. Lo faccio quasi sempre su questo blog (mai altrove, beninteso). Poi ci ritorno sopra nei giorni successivi. Cosa imperdonabile, lo so, ma qui mi permetto sciatterie altrove vietate. Facile insomma che se rileggete un articolo dopo qualche tempo, cambi qualcosa.
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Io, la Chri, Pass, Marta e Amanda Basham, durante un'intervista per Coltellate all'Alba, la domenica mattina, al negozio del Nic e la Chri di Manarola.
Dunque, partiamo dall'inizio. L'anno scorso, il giorno dopo la gara, io e il Pass ci recammo a Riomaggiore per la conferenza stampa di presentazione di una nuova distanza, la 100k, che si sarebbe aggiunta alla classica 47k. Andammo alla presentazione e c'era già un'idea di percorso, l'idea: unire il mare all'entroterra, da cui, parrebbe, provengano le vere origini dei popoli delle Cinque Terre. Qualche mese fa il Nic mi invitò a correrla e io intelligentemente rifiutai (perché continuo a essere convinto che non riuscirei a preparare una 100k dura per fine marzo). Il Pass invece ci credeva e si è iscritto, e io sono andato a fargli da pacer, un po' per lui, un po' per la gara, a cui, comunque, in qualche modo avrei voluto partecipare. Un anno dopo sono a Cognola, dopo una corsa in Argentario e una pastasciutta a Povo (che in primavera suscita ancora più nostalgia), con il Metti e la Marta, ad aspettare la Leti che esca di casa tutta trafelata dopo aver "smontato" il turno in comunità. Comunque la strada per Monterosso è lunga e brutta e la Cisa fa davvero schifo. Alla fine arriviamo all'imbrunire, trovando il Pass nel suo furgone, parcheggiato nel carissimo parcheggio sul mare a Monterosso, cercando di dormire in vista dell'imminente parenza. Andrea è qui dal giorno prima e ha già ritirato il pettorale, così accompagniamo Marta a ritirare il suo, trovando il Nic già completamente andato (lo dice lui) ma galvanizzato dal weekend che sta per iniziare. Poi andiamo a mangiarci una pizza in paese, dove ci sono seduti anche Kathrin Goetz e suo marito, e dove soprattutto incontriamo il grande Jacopo Bozzoli che avevo visto l'ultima volta al Morenic e sono super contento di rivedere. Dopo la pizza torniamo in macchina ad aiutare il Pass a prepararsi lo zaino.
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I letti per la prima notte: la Leti sopra, nel tendalino, io sotto, nel furgone, Marta e Metti nella macchina del Metti. Il Pass non c'è perché è in gara e la sua partenza è a Riomaggiore a mezzanotte. Dopo aver fatto lo zaino, la Marta va a letto, visto che il giorno dopo deve correre la sua prima ultra e ha programmato di svegliarsi esageratamente presto per fare colazione. Prima che parta, io, il Pass e la Leti ci chiudiamo in furgone per ammazzare il tempo guardando il documentario di Jeff Browning a Moab 240 (Jeff è il mito del Pass). Poi lo accompagniamo alla stazione di Monterosso per prendere il treno che lo porterà alla partenza a Riomaggiore, ad appena 13 minuti di treno più in là. Non glielo dico, ma ho programmato di svegliarmi verso l'una e mezza di notte per vederlo passare al suo 17esimo chilometro a Monterosso, così io e la Leti andiamo a letto per provare a dormire. Due ore dopo la sveglia suona ed è orribile. Mi metto le Birkenstock e vado al ristoro, dove i primi devono ancora passare. In generale i tempi stimati sono tutti più lenti e così passa un'ora prima che Andrea arrivi. Poi alla fine distinguo la sua corsa sbucare dall'oscurità e gli chiedo come va. Ha scavigliato un paio di chilometri prima, si fa una fasciatura ma per il resto sta bene; è contento di vedermi e faccio con lui un chilometro fino al parcheggio. Torno a dormire. La seconda sveglia è dannatamente presto, appena quattro ore dopo. Facciamo la prima colazione e poi accompagniamo Marta alla partenza. Ci sono Kuba, Mau e la Raffaella Ressico, sono contento di vederli. Nel frattempo mi arriva un messaggio dal Pass che dice di aver scavigliato di nuovo, ha perso una ventina di posizioni ed è rimasto solo, percepisco che sia vicinissimo a ritirarsi ma non glielo chiedo: se sta male sarà lui stesso a dirmelo, ma non sarò io a dargli l'idea. Intanto la 47k parte e io, il Metti e la Leti andiamo a fare una seconda colazione. Poi loro partono di corsa verso Manarola, io resto in macchina e poi prendo un treno, per raggiungerli, prezzo di 5 euro (per fare circa 8 minuti di treno). A Manarola la Marta passa in sesta posizione e sta benissimo, siamo contenti di vederla e le facciamo un po' di tifo, forse troppo perché affronta le scalette dopo il paese con eccessivo entusiasmo. Mangiamo un panino vegetariano di rara bontà e riprendiamo il treno per Monterosso.
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Qui iniziano i casini: il primo treno che prendiamo non ferma in paese e così ci ritroviamo a Levanto. Il controllore non ci fa la multa e per pura casualità non mi controlla il biglietto che non ho, perché non avevo fatto a tempo a farlo in stazione. A Levanto dobbiamo aspettare venti minuti e iniziamo a pensare di non riuscire ad arrivare in tempo alla aid station di Riccò del Golfo, dove dovrei iniziare a fare da pacer al Pass. Quando arriviamo finalmente a Monterosso spostiamo tutte le cose della Marta nel furgone del Pass, con l'idea di prendere la macchina del Metti con cui la Leti dovrebbe accompagnarmi a Riccò, mentre Metti resterebbe in paese per aspettare l'arrivo della Marta. Saliamo finalmente in macchina, la Leti gira la chiave ma la macchina non si accende. Proviamo un paio di volte ma la batteria è chiaramente andata. Nel frattempo il Metti si è aperto una gamba contro un pezzo di ferro arrugginito che spunta da terra nel parcheggio, ma non ha tempo per preoccuparsene e non gli fa nemmeno tanto male. Andiamo in cerca di un paio di cavi e dopo dieci minuti finalmente li troviamo in un bar vicino, ma non funzionano. L'unica è andare col furgone del Pass, che però la Leti non si sente di guidare. Così chiudiamo tutto, rispostiamo le borse, abbassiamo il tendalino, e io e il Metti partiamo. Il furgone del Pass non ha benzina e i freni sono andati, ma in qualche modo, tra incidenti e tornanti, arriviamo a Riccò. Scendo al volo e il Metti riparte. Da qui le nostre strade si dividono. Una volta tornato indietro, mi racconteranno, il Metti avrebbe chiesto una medicazione ai medici della gara, poi sarebbe andato al pronto soccorso di Levanto, pagando altri 5 euro di biglietto del treno (nelle Cinque Terre il biglietto costa sempre 5 euro, che tu faccia una o cinque fermate, sempre 5 euro). In ospedale gli avrebbero fatto la profilassi antitetanica chiedendogli consenso soltanto dopo avergliela iniettata. Nel frattempo avrebbero trovato altri cavi con cui far partire l'auto. Il buon Tommi Maggiolo, un nostro amico ligure che abbiamo conosciuto alle Group Runs del mercoledì, aveva deciso di raggiungerci da Chiavari per vederci arrivare. Non aveva calcolato gli scioperi dei treni e così sarebbe rimasto bloccato a Monterosso e costretto a dormire con noi in furgone la notte successiva.
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Nel frattempo alla aid station di Riccò del Golfo aveva iniziato a piovere. La Chri era arrivata ma del Pass ancora nessuna traccia. Resto ad aspettarlo lì per delle mezz'ore quando finalmente lo vedo comparire nel tracking della gara e decido di andargli in contro. Riesce a correre in salita ma gli fa male la caviglia. Si cambia, mangia qualcosa, e ripatiamo. I primi chilometri dopo la aidstation sono i migliori che avremmo trovato nei successivi 40. Il tempo fa schifo e, ammettiamolo, anche il paesaggio. Comunque proseguiamo, inseguendo il fantasma della Chri 10 minuti avanti a noi (solo poi sarebbero diventate mezz'ore, e infine ore). La prima discesa sembra il Vietnam, è piena di fango e il sentiero non è davvero un sentiero. Raggiungiamo finalmente il ristoro di Biassa e poi affrontiamo il Telegrafo, che non tarda ad arrivare. Superata quell'ultima cima e il relativo ristoro, ritorniamo sul versante del mare, da cui risbucano dalle nuvole gli ultimi raggi di sole della giornata. Il tramonto arriva definitivamente a Riomaggiore: il Pass è carico e sente profumo di arrivo, ma è ancora lunga, 8 chilometri più lunga di quello che avremmo immaginato. Addenta comunque le salite di Riomaggiore e di Manarola, ma le discese sono un'interminabile agonia. La caviglia gli fa male e le rocce bagnate dall'umidità del giorno sono diventate delle saponette. La discesa da Volastra è forse il pezzo peggiore della 47k, quando lo si affronta con appena 40 chilometri sulle gambe, figurarsi con 80 e una caviglia malmessa. Ciononostante, arriviamo a Corniglia. Da qui a Vernazza dovrebbe essere veloce ma non lo è. Inizio a guardare l'ora poco prima di arrivare in paese, conto di fargli tirare dritto il ristoro per chiudere sotto le 24 ore, ma quando scorgo un'altra ansa della costa da dover superare mi convinco che non ce la possiamo fare. Ogni chilometro è interminabile e Andrea non si capacita di come possano esserlo: è normale amigo, gli dico. Le gare lunghe sono così. Ci sono due tipi di ultra, quelle in cui, grossomodo, la media è di 10km/h, e cioè quelle in cui tendenzialmente corri, chilometro più chilometro meno, e ci sono quelle da 5km/h, in cui cammini. Puoi andare più lento o più veloce ma grossomodo la media è quella. Ne mancano più di 6, e al nostro passo significa due ore. Così affrontiamo l'ultima discesa a Vernazza e poi quella fino a Monterosso. Terribile resta terribile, ma è l'ultima. Sul sentiero a picco sul mare, illuminato solo dalla luna e dalla sua frontale semiscarica (di quattro che ne avevamo, solo quella che mi aveva prestato il Metti era rimasta accesa, e io mi ero ritrovato a correre gli ultimi 20km senza frontale) — sul sentiero a picco sul mare, dicevo, illuminato dalla luna, fermo il Pass e gli faccio notare la bellezza del momento: siamo solo io e lui, di notte, con la luna piena, a guardare la scogliera sotto di noi. Lui è sbudellato e non sono certo che se ne accorga, ma ci tengo a farglielo notare perché spesso quando soffriamo non riusciamo del tutto a assaporare le cose belle. E in alcuni momenti anche io avrei voluto avere qualcuno accanto che mi distogliesse dalla gara e dalla sofferenza e mi facesse guardare quel pezzo di mondo coi suoi occhi. Sussurra qualcosa di sconfortato, si ripete che è ancora eterna: gli dico che lo è, che soffrirà ancora, ma che domani mattina sarà la persona più felice del mondo.
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Nel frattempo i nostri cellulari si sono scaricati e siamo completamente isolati dal mondo. L'ultimo chilometro è lunghissimo e talmente lungo che nemmeno l'adrenalina riesce ad accorciarlo. Così tratteniamo il respiro, poi prendiamo le scalette sul mare, e infine arriviamo in paese. Il gonfiabile d'arrivo è stato smontato e c'è solo un bellissimo archetto di rami di vite e pampini. L'arrivo è intimo: ci sono Metti, Leti, Marta, Tommi, Nic e la Chri, che dopo essere arrivata è rimasta ad aspettare gli ultimi, da buona americana. Mangiamo un sacco al luculliano terzo tempo della gara, in cui siamo rimasti solo noi. L'orologio segna mezzanotte e mezza, il paese è deserto. Ci raccontiamo le storie della giornata, di quanto sia stata bellissima e orribile. Di quanto il Pass sia stato un duro a chiuderla, mosso da un solo sentimento: il desiderio. Ha chiuso SciaccheTrail 100 perché ci teneva da morire, per il Nic, per la Chri, per chi si è sbattuto a organizzarla. Voleva farlo e lo ha fatto, scavando nel profondo. Dio se ha scavato, posso garantirlo. Così raccattiamo le nostre cose e ci incamminiamo per quell'ultimo chilometro tra l'arrivo e il parcheggio. Ci facciamo la doccia e andiamo a letto: io e la Leti nel tendalino, e il Pass e Tommi di sotto.
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La mattina è dolce e il Pass è la persona più felice del mondo, come avevo detto. Salutiamo quattro volte il Tommi che per quattro volte ci saluta per andare a prendere il treno, per poi tornare indietro ogni volta constatando che anche quello è stato annullato. Facciamo colazione e poi Tommi se ne va davvero. Raccattiamo le cose e andiamo a Manarola dove abbiamo un appuntamento con Amanda Basham e sua sorella, il Nic e la Chri per cercare di registrare un podcast che non abbiamo preparato. Non sono mai entrato nel negozio del Nic perché di solito la domenica è chiuso e l'unico momento in cui avrei il tempo è dopo la gara: di per sé è molto carino e accogliente anche se ora è invaso dagli scatoloni. Facciamo l'intervista e parliamo di cose che non ricordo, poi andiamo a mangiare nello stesso posto in cui abbiamo mangiato il giorno prima. Spendiamo in modo irragionevole e mangiamo in modo irragionevole. Poi ripartiamo: Riomaggiore, Spezia, Cisa, Parma, Modena-Brennero. Io e il Pass ci stiamo addormentando e siamo rimasti solo io e lui, ancora una volta. Sono contento perché questo pellegrinaggio ormai per tradizione è nostro. Parliamo di tante cose, animatamente, felici, concordi. Sono contento, anche lui e adesso lo sa. Ci vediamo l'anno prossimo.
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gregor-samsung · 1 year
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"Nel 1996, nel bel mezzo del processo di pace di Oslo, Israele promise all’amministrazione USA che avrebbe smesso di costruire nuove colonie nei Territori Occupati. Ma mentre il governo israeliano stava conducendo i negoziati con i palestinesi, stava anche incoraggiando 50.000 cittadini ebrei a trasferirsi da Israele in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente, il governo israeliano stava aiutando concretamente il movimento dei coloni a creare una molteplicità di “avamposti illegali” – fuori dai confini delle colonie esistenti – fornendo a questi insediamenti energia elettrica e acqua e costruendo la rete stradale per raggiungerli.* Entro il 2001, cinque anni dopo il divieto da parte degli Stati Uniti di costruire nuovi insediamenti, i coloni avevano creato piú di sessanta nuovi “avamposti illegali” su terreni espropriati ai palestinesi. Il governo israeliano dipingeva spesso i coloni ebrei come dei cittadini sprezzanti e indisciplinati, nonostante avesse stanziato milioni di dollari a favore della loro “insubordinazione”, principalmente perché ciò permetteva allo Stato – quando criticato – di rivendicare il fatto di essere una democrazia con una società civile vitale e pluralista. Durante l’impennata dell’edificazione dei cosiddetti avamposti, la polizia e l’esercito israeliani intrapresero solo sporadicamente azioni simboliche per far rispettare la legge, evacuando coloni dai nuovi avamposti. In parallelo a questo processo di espansione degli insediamenti e di rara applicazione della legge – spesso coincidente con periodi in cui aumentavano le pressioni internazionali a riprendere il processo di pace –, l’esercito israeliano eseguiva invece demolizioni di case palestinesi su larga scala, una pratica sulla quale le ONG israeliane e palestinesi concentrarono la loro attività. È stato in questo scenario legale e politico di espropriazione di terre palestinesi da parte dei coloni e di demolizioni di case palestinesi da parte del governo che Yesha for Human Rights ha iniziato la propria attività. Era la prima volta che i coloni creavano una ONG per difendere i propri diritti umani – il diritto umano di non essere evacuati dagli insediamenti e di continuare a colonizzare la terra palestinese."
  * In realtà, gli avamposti sono nuovi insediamenti. Oggi ci sono piú di cento avamposti in Cisgiordania. Circa cinquanta sono stati creati dopo il marzo del 2001. Analogamente ad altri insediamenti, questi avamposti sono stati costruiti con l’obiettivo di dare una continuità territoriale alla presenza israeliana occupando piú terra palestinese possibile e creando una barriera tra i vari centri abitati palestinesi. Cfr. Peace Now, “Settlements and Outposts”, http://peacenow.org.il/eng/content/settlements-and-outposts (consultato il 01/05/2014); vedi anche Talia Sasson, Report on Unauthorized Outposts: Submitted to the Prime Minister, Prime Minister’s Office, Jerusalem 2005.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
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alibnabitalib · 1 year
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I suoi primi anni di vita e l'accettazione dell'Islam:
Quando Ali (R.A.) aveva cinque anni, Quraish fu colpito da una siccità che influenzò lo stato economico della Mecca. Quindi, il Profeta (S.A.W.) ha fatto appello a suo zio Al-Abbas per aiutare Abu Talib durante la crisi. Hanno offerto ad Abu Talib di prendersi cura dei suoi figli, poiché Al-Abbas ha scelto di prendersi cura di Jafar e il Profeta (S.A.W.) ha preso Ali (R.A.) e gli ha dato ogni gentilezza e affetto nella sua prima infanzia, che lo hanno influenzato per il resto della sua vita. È cresciuto nella casa del Profeta (S.A.W.) e quando il Profeta ha ricevuto la sua missione, Ali (R.A.) è stato il primo a diventare musulmano fin dalla prima infanzia.
Una volta Ali ibn Abu Talib (R.A.) tornò a casa mentre il Profeta (S.A.W.) e la sua nobile moglie Khadijah (R.A.) stavano pregando. Ali (R.A.) ha chiesto della preghiera, poi il Profeta (S.A.W.) gli ha detto che è la religione giusta da Allah, che richiede di adorare nessun dio all'infuori di Allah. Ali (R.A.) ha detto di non averne mai sentito parlare prima, e deve dirlo a suo padre Abu Talib, ma il Profeta (S.A.W.) gli ha chiesto di mantenere la questione segreta. La mattina dopo Ali (R.A.) andò dal Profeta (S.A.W.) e dichiarò il suo Islam. All'inizio mantenne segreto il suo Islam, temendo da suo padre, ma quando Abu Talib lo riconobbe, approvò il suo e gli chiese di mantenerlo mentre Abu Talib si rifiutò di abbandonare la religione dei suoi defunti padri fino alla sua morte.
Il suo matrimonio con Fatimah (RA):
Ali (R.A.) sposò la figlia più amata del Profeta (S.A.W.), Fatimah (R.A.), una delle migliori donne di tutto il mondo, sua madre era Khadijah Bint Kuwailid (R.A.). Il matrimonio benedetto ebbe luogo a Medina dopo la battaglia di Ohud, poiché Fatimah (R.A.) aveva quindici anni. Pertanto, Ali (RA) ha avuto l'ulteriore onore di essere il padre della progenie del Profeta (SAW) attraverso i suoi figli di Fatimah (RA), Al-Hasan (RA), Al-Husayn (RA), Zainab (RA) e Umm Kulthoom (RA).
Il suo coraggio e la sua lotta per sostenere l'Islam:
Ali (R.A.) era ben noto per il suo coraggio. Ha partecipato a quasi tutte le battaglie contro i miscredenti durante il periodo del Profeta Muhammad (S.A.W.), ad eccezione della battaglia di Tabuk nell'anno 9 dell'Egira, poiché il Profeta (S.A.W.) aveva posto Ali (R.A.) a capo della città.
Oltre ad essere il portabandiera in quelle battaglie, Ali (RA) guidava gruppi di guerrieri in incursioni nelle terre nemiche. Nella battaglia di Badr, sconfisse il campione omayyade Walid Ibn Utba e altri venti soldati politeisti. Ali (RA) era prominente nella battaglia di Uhud, quando il portatore dello stendardo islamico fu martirizzato, fu Ali (RA) che lo sollevò, ma sfidato dal miscredente Talha Ibn Uthman, prontamente Ali (RA) Lo attaccò e cadde a terra. Fu anche Ali (R.A.) che attirò intorno al Profeta (S.A.W.) con altri Compagni, nella battaglia di Uhud, quando gli arcieri abbandonarono i loro posti in cerca di bottino, e nel caos che seguì quando quasi tutti fuggirono, Ali (R.A.) che Allah aveva protetto, rimase fermo accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.).
Nella battaglia della trincea, Ali (R.A.) sconfisse coraggiosamente un leader di spicco dei miscredenti chiamato Amr Ibn Wudd. Nella battaglia di Khaybar, Ali (R.A.) sconfisse il grande comandante ebreo Marhab. Quando l'esercito musulmano non riuscì a conquistare la fortezza ebraica per due volte, il Profeta (S.A.W.), offrì il comando e lo stendardo ad Ali (R.A.). La fortezza si riempì dell'assalto dei musulmani e ottenne la vittoria. Inoltre, Ali (R.A.) fu uno dei Compagni che rimasero incrollabili accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.) nella battaglia di Hunain.
Ali (RA) Durante il Califfato di Abu Bakr (RA):
Dopo la morte del Profeta (S.A.W.), tutti i Compagni (R.A.) giurarono fedeltà ad Abu Bakr (R.A.), eccetto Ali (R.A.), che lo fece in seguito perché era impegnato nell'organizzazione del funerale del Profeta (S.A.W.). Inoltre, aveva giurato sulla morte del Profeta (S.A.W.) che non si sarebbe impegnato in nulla tranne la preghiera fino a quando non avesse completato la compilazione del Corano. Ali (RA) ha dato la sua promessa di lealtà ad Abu Bakr (RA) e lo ha assistito durante tutto il suo Califfato.
Dopo aver terminato la spedizione di Usamah, Abu Bakr (RA) ha inviato Ali (RA) con un gruppo di Compagni per proteggere i confini della città in quel momento critico. Inoltre, Abu Bakr (R.A.) consultò Ali (R.A.) prima di combattere l'apostasia e i romani. Le narrazioni hanno rivelato che il giudice era delegato ad Ali (RA) durante il periodo di Abu Bakr (RA).
Ali (RA) Durante il Califfato di Umar ibn Al-Khattab (RA):
Umar Ibn Al-Khattab (RA) è stato eletto secondo califfo dopo la morte di Abu Bakr (RA). Ali (R.A.) ha promesso la sua fedeltà a Umar (R.A.) e lo ha aiutato come fidato consigliere. Durante il califfato di Umar (RA), l'esercito islamico conquistò l'imperatore romano in Siria, Egitto e Nord Africa. Inoltre, l'esercito islamico conquistò l'imperatore persiano in Iraq, Persia, Khurasan, estendendosi fino ai confini della Turchia e dell'India. Durante tutto il percorso, Umar (R.A.) consultava i saggi Compagni del Profeta (S.A.W.) come Ali (R.A.) e cercava i loro suggerimenti in questioni politiche.
È stato narrato che Ali (RA) è stato colui che ha consigliato a Umar (RA) di impostare Hijra come l'inizio del calendario islamico. Fu Ali (R.A.) a dare consiglio a Umar (R.A.) di andare a Gerusalemme per ricevere la Sacra Moschea dai Romani, mentre Umar (R.A.) mise Ali (R.A.) a capo di Medina. Ali (RA) è stato uno dei consigli elettorali a scegliere il terzo califfo nominato da Umar (RA). Uthman (RA) e Ali (RA) erano i due principali candidati.
Ali (RA) Durante il Califfato di Uthman ibn Affan (RA):
Uthman Ibn Affan (RA) è stato eletto terzo califfo. Ali (RA) ha promesso la sua fedeltà a Uthman (RA) ed è rimasto a Madinah sostenendolo. Ali (R.A.) ha rappresentato un ruolo considerevole durante l'incitamento alla ribellione contro Uthman (R.A.). Ali ha sostenuto Uthman (RA) e lo ha difeso offrendo consigli e affrontando l'opposizione provinciale proveniente dall'Egitto e dall'Iraq. Miravano a sostituire Uthman (RA) con Ali (RA), ma quest'ultimo respinse risolutamente le loro richieste. Così, hanno finto di ritirarsi, ma dopo tre giorni sono tornati a Medina per assediare Uthman (RA) e la sua famiglia. Ali (R.A.) ei suoi figli difesero Uthman (R.A.) ardentemente e avevano lo scopo di combattere i ribelli, ma Uthman (R.A.) rifiutò di uccidere le persone per il suo bene. Fu un'intricata tribolazione nella storia islamica, segnata dall'assassinio di Uthman (R.A.).
Ali Ibn Abi Talib (RA): Il quarto califfo:
Dopo l'uccisione del terzo Califfo Uthman (R.A.), i Compagni del Profeta si sono avvicinati ad Ali (R.A.) chiedendogli di essere Califfo, ha prima declinato la responsabilità di questo grande ufficio, suggerendo di essere un consigliere invece che un capo. Ma alla fine, ha deciso di sottoporre la questione al pubblico musulmano nella Moschea del Profeta, di conseguenza, la stragrande maggioranza dei Compagni a Medina considerava Ali (R.A.) la persona più adatta per essere Califfo dopo Uthman (R.A.). Pertanto, ha accettato di assumersi la responsabilità. Il 25 di Dhul-Hijjah 35H (24 giugno 656 d.C.), le promesse di lealtà furono giurate ad Ali (R.A.).
Diversi problemi dovettero affrontare il nuovo Califfo quando prese il potere. In primo luogo, deve stabilire la pace nello stato e migliorare la situazione politica in deterioramento. In secondo luogo, doveva agire contro gli assassini di Uthman (R.A.).
Lo stato politico di Medina è stato turbato dalla presenza di Abdullah ibn Saba e del suo partito illegale, sostenuto da schiavi – fuggiti dai loro capi – e abitanti dei villaggi. Ali (RA) ha chiesto a tutti i seguaci di Ibn Saba di lasciare Medina e tornare nelle loro regioni. Il partito illegale guidato da Abdullah ibn Saba non ha obbedito all'ordine del Califfo e ha finto di restare lì come suoi amici. Il loro scopo nel restare era creare guai e problemi tra i musulmani. Quando gli ordini del Califfo furono disobbediti, Ali (RA) offrì piena libertà ai Compagni, inclusi Talha e Al-Zubair, che chiedevano di vendicare la morte di Uthman (RA). Presto hanno creduto che fosse impossibile rilevare gli assassini in circostanze così critiche.
Il regno di Ali (RA) è stato notevolmente segnato dal verificarsi di prove e problemi tra i musulmani. Un'attenta lettura della storia islamica ha rivelato che la causa principale di quei disordini era il partito dei Sabiti, sostenuto da schiavi fuggiti e abitanti dei villaggi. Il loro leader Abdullah ibn Saba era ebreo ma finse di convertirsi all'Islam durante il regno di Uthman ibn Affan (RA). L'obiettivo principale di Ibn Saba era dividere i musulmani e diffondere l'anarchia nella società islamica. Ha provocato i musulmani a uccidere Uthman (RA) poiché pensava che Uthman (RA) avesse occupato il seggio di Ali (RA). Era la principale fonte di malizia e rivoluzione durante il regno di Ali (RA).
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il suo martirio:
La notte in cui Ali (R.A.), Ibn Al-Tiyah venne da lui per chiamarlo per la preghiera quando apparve l'alba. In questo momento, Ali (R.A.) era molto reclinato. Quindi è tornato la seconda volta mentre Ali (R.A.) era ancora nella stessa posizione e di nuovo è tornato la terza volta. Dopo la terza volta, Ali (R.A.) si alzò e andò alla moschea. Quando arrivò alla piccola porta, Ibn Muljam balzò fuori e lo colpì.
Ali (R.A.) morì il 17 di Ramadan, 40H (25 gennaio 661 d.C.). Il suo Califfato continuò per cinque anni.
Un anziano dei Quraishi ha riferito che quando Ali (R.A.) è stato colpito da Ibn Muljam, Ali (R.A.) ha detto:
"Sono succeduto dal Signore della Kabah."
Quando Ali (R.A.) è stato colpito, ha avvisato i suoi figli e poi non ha mai detto altre parole se non:
"Non Dio ma Allah"
finché la sua anima non fu presa. È stato lavato dai suoi figli Hasan (RA) e Hussain (RA) e Abdullah Ibn Jafar (RA). Al-Hasan (RA) ha guidato la preghiera funebre per lui.
Rapporti con lo sciismo:
Ali Ibn Abi Talib fondò lo sciismo dopo che gli altri califfi precedenti morirono e collaborò con l'ebreo convertito all'Islam, Abdullah Ibn Saba nonostante esagerava dicendo che era un Dio poi lo maledisse insieme a suoi figli e lo fece uccidere.
Dopo la morte Alì Ibn Abi Talib accettò lo sciismo soltanto perché è molto adorato per i musulmani sciiti e fa miracoli nonostante questo tuttavia Alì Ibn Abi Talib rimane molto legato alle tradizioni del profeta.
Miracoli di Alì Ibn Abi Talib:
L'Imam ali (as) anche
-controlla il vento
-controlla la crescita di ogni pianta
-controlla la pioggia
-brucia gli shiakhan all'inferno
-Controlla il tempo
L'Imam (as) è essenzialmente il guardiano di questo mondo. Lo protegge, se ne prende cura, lo custodisce, gli fornisce la pioggia, la luce, il cibo, ecc.
"Durante la battaglia di Sifeen, l'esercito al comando di Ali non riusciva a trovare acqua. Nelle vicinanze c'era una chiesa e Ali vi si recò per chiedere alle persone che vi si trovavano dove si potesse trovare l'acqua. Gli risposero che l'acqua si poteva trovare solo a diverse miglia di distanza. L'esercito chiese allora ad Ali se potevano andare a bere, Ali disse loro di non preoccuparsi. L'esercito iniziò a viaggiare verso ovest, ma a un tratto si fermò, indicò il terreno e disse all'esercito di iniziare a scavare lì. Cominciarono a scavare e trovarono una grossa pietra; Ali (as) disse loro di sollevare la pietra, ma non ci riuscirono. Ali, allora, estrasse la pietra con la mano e l'acqua fresca cominciò a sgorgare dal terreno. Un sacerdote cristiano stava assistendo all'episodio, si avvicinò ad Ali e gli chiese: "Sei un Profeta?", al che Ali rispose "No", il sacerdote allora chiese "Sei un Angelo?", Ali rispose "No". Il sacerdote allora disse: "Non sei un Profeta o un Angelo, allora cosa sei?". Ali rispose: "Sono un wasi del Sigillo di tutti i Profeti, Muhummud al Mustapha". Il sacerdote allora disse: "Tira fuori la mano, così posso abbracciare l'Islam". Ali gli disse cosa dire (cioè la Shahada) e il sacerdote disse quanto segue: "Testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah. Attesto che Muhummud è il Profeta di Allah e attesto che Ali è il wasi del Profeta Muhummud".
Muhammad dichiarò che nella notte dell'Ascensione, l'Altissimo mi ordinò di chiedere ai profeti del passato per quale motivo erano stati elevati a quel rango, ed essi testimoniarono tutti: "Siamo stati innalzati a causa del tuo Ufficio profetico, dell'Imamato di Ali Ibn Abu Talib e degli Imam della tua posterità". Una voce divina ordinò allora: "Guarda sul lato destro dell'Empireo". Guardai e vidi la somiglianza di Ali, Hasan, Husain, Ali ibn al-Husain, Muhammad Bakir, Jafar as-Sadiq, Musa Kazim, Ali ibn Musa-ar-Reza, Muhammad Taki, Ali Naqi, Hasan Askhari e Mahdi che pregavano in un mare di luce. Questi", disse l'Altissimo, "sono le mie prove, i miei vicegerenti e i miei amici, e l'ultimo di loro si vendicherà dei miei nemici".
Il Profeta dichiarò che quando compì l'Ascensione, gli angeli si informarono in modo particolare su Ali. Quando arrivai", continuò, "al quarto cielo, vidi l'angelo della morte, che disse che era suo compito prendere l'anima di ogni creatura per ordine di Dio; ma nel caso di te e di Ali, dovrò prendere il vostro consenso". Quando arrivai sotto l'Empireo, vidi Ali ibn Abu Talib in piedi e gli dissi: "O Ali, sei arrivato prima di me?" "A chi ti rivolgi", chiese Gabriele. "Mio fratello", risposi. 'Questo non è Ali', disse, 'ma un angelo del Dio Misericordioso, che Egli ha creato a somiglianza di Ali e quando quelli di noi che hanno il privilegio di avvicinarsi alla Divinità desiderano vedere Ali, si recano da questo angelo".
Così Gesù, Mosè e Abramo si informarono su Ali e si congratularono con Maometto per aver lasciato al suo posto un califfo così valido. L'Apostolo raccontò inoltre: "Nella notte di MERAJ, su tutte le tende di luce e su tutti i pilastri dell'Empireo in cui sono giunto, ho visto scritto: "Non c'è altro Dio all'infuori di Allah, Muhammad è l'Apostolo di Dio e Ali ibn Abu Talib è il comandante dei Fedeli".
Aspetto fisico:
Ali era di media altezza. Aveva una testa superba e un viso nobile come l'uomo stesso. Il suo naso era dritto e la sua bocca era splendidamente formata. I suoi occhi erano molto imponenti, pieni di luce e di lucentezza. Nella sua voce c'era una nota di musica. C'era un'aura di spiritualità e un forte magnetismo personale su di lui. In gioventù era bello e pieno di vigore. In età avanzata, divenne corpulento e ingombrante. I capelli grigi della testa lasciarono il posto alla calvizie. La barba, tuttavia, rimase folta e rigogliosa e spesso la tinse di rosso. Era robusto, geniale, caritatevole, meditativo, riservato: un uomo che svettava sulle persone che lo circondavano per le sue capacità intellettuali e spirituali.
Prestavolto per la trama:
-Chethiya Weerakoon
-Bryan Salvadore (pv attuale)
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abr · 2 years
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Quelli di Electrek han solo tagliato il titolo subito prima della frase: La Grecia s'è alimentata solo con energie rinnovabili .... PER CINQUE ORE, un giorno solo, ai primi di ottobre. E i boccaloni ci cascano e, una volta scoperti, pigolano: "è un primo passo ... ". Ok, continua a camminare.
Altre tremila torri ammazza uccelli e centomila km quadrati di specchi su terre e mare e ci siamo! Fin che c'è vento ed è giorno non nuvoloso e tutto gira; per il resto mettiamo un po' (tante) batterie ma per averle cariche quando serve, bisognerebbe raddoppiar numero di torri e consumo di suolo ... e senza mai scordarci che "rinnovabili" vuol dire che ogni cinque-dieci anni c'è da RINNOVARE parte dell'impianto ...
All in all, c'è gente che davvero ci crede e ci vorrebbe COME LA GRECIA (le famose industrie manifatturiere del Peloponneso). Questo è l'aspetto più inquietante.
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neant-blanc · 6 months
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Cinque Terre (Italie) - 14.10.23
Les Cinq Terres : Une côte coincée entre les montagnes liguriennes et la mer tyrrhénienne, encore bien arrosée de soleil en ce mois d'octobre. L'itinéraire dépasse à peine les trois kilomètres ; une simple balade me direz-vous. Mais c'est sans compter le relief accidenté qui ne fait que monter et descendre, tout en marches inégales de pierres polies par l'usure du tourisme intensif qui sévit ici. Beaucoup de monde sur le chemin mais le site, en cette fin de saison estivale, n'est pas envahi, on respire. J'y chemine gaiement, refoulant les souvenirs des immeubles et des parcs bien rangés de Milan qui m'ont laissé une impression de talc sale, de chic en toc. La fraîcheur et la simplicité de la nature rejaillissent à l'image de l'écume éclaboussant les rochers en contrebas à chaque reflux. En plus des falaises sauvages plongeant dans les eaux d'un bleu clair, de petits villages sont nichés sur les promontoires rocheux, si croquignolets qu'on les croirait plantés là pour un photoshoot de carte postale. A Portorosso, on se permet un bain dans l'anse du port aux eaux turquoise, avec ses petites barques et ses maisonnettes colorées empilées à flanc de falaise. Notre parcours se finit avec le soleil couchant à la terrasse d'un bar. Demain, Pise nous accueille.
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mucillo · 2 years
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Dis.di Dario Fo - 2010.
"Il Profugo" Marco Cinque
Ho venduto la mia storia
a uno scafista vestito di buio
lasciandomi dietro
una terra senza pace
Sono qui
inghiottito dentro un’oscurità sconosciuta
mentre percepisco il mare
venirmi incontro agli occhi
Sono qui, stordito
dall’assordare del motore
dagli spruzzi salati
dai pensieri che schizzano via come scintille
Sono qui, intirizzito
indifeso mentre accarezzo un sogno
col terrore
che si trasformi in incubo
Sono qui
in questa notte interminabile
lunga
più lunga di tutti i giorni della mia vita
Sono qui
dove tutto è riposto
in un orizzonte che non arriva mai
assieme a un ammasso di carne e speranza
Chissà, forse l’acqua che stiamo solcando
è fatta di lacrime piante da quelli come me
e forse è il nostro dolore
la sorgente che alimenta il mare che stiamo attraversando
Questi momenti stanno accadendo
dentro un tempo senza più tempo
dove le nostre vite sfrecciano via silenziose
conficcandosi nella più sordida assenza
Sono ancora qui
nonostante tutto, inseguito
dal riverbero del primo barlume
che mi chiama, mi chiama
come una madre chiama i suoi figli
Ma è troppo tardi, ormai
la mia strada
l’ha comprata uno scafista vestito di buio
che se ne sta lì, a poppa
tra me e il mio passato
Col primo bagliore
arriva anche un frammento di conforto
ma la luce vigliacca si accompagna di vento
e l’acqua adesso è veleno in tempesta
I corpi gridano, si aggrappano, scivolano
terrore e gorgoglii
inabissati tra flutti gelidi
infranti, su lingue taglienti di roccia
Questa terra che abbiamo sognato
sembra avere organizzato una festa
accogliendoci così
nel suo devastante abbraccio
E sono qui, superstite
in un luogo che puzza di civiltà
chiuso in questo campo di prigionia
che chiamano “centro di accoglienza”
L’esistenza di un profugo
è come una scatola cinese
esci da un inferno
per entrare in un altro
e in un altro, e in un altro ancora…
Sono fuggito dalla miseria
ho attraversato terre
mari, continenti
ho passato tutto questo
ma sono sempre qui
sempre qui, sempre qui…
convinto di non essermi mai mosso
Sì, sono sempre qui, accovacciato
con la testa stretta tra le mani
dondolandomi nella canzone degli addii:
“…ascolta le voci… ascolta le voci dal fondo del mare
non sono sirene cantare…”
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Volevo scrivere Epico
L’Epico è il genere che preferisco: è un incontro e uno scontro di personalità titaniche, di grandi imprese, di avventure strepitose, di un senso cupo e fatale del destino, dell ineluttabilità’ della vendetta e della morte. Delle guerre di qualsiasi tipo. Di sentimenti estremi. Amavo l’Iliade, l’Eneide, Il Conte di Montecristo, I Miserabili, Guerra e Pace, Faulkner, Steinbeck, amo i grandi americani di praterie e conflitti, i russi delle distese steppose e siberiane. Un raccontare arioso e drammatico che arriva e coinvolge il mondo, perché dell’anima del mondo parla. Senonché il mondo è sempre stato degli uomini: sono loro che cacciavano, difendevano il territorio, attaccavano il nemico, marciavano verso la vendetta, avevano odi e amori al limite del crimine, sostenevano le sorti del mondo, comandavano fuori e dentro casa. Si chiama patriarcato. Le donne stavano a casa, a esercitare le virtù dell’accudimento e della pazienza, a curare la prole, a cucinare, ricamare, curare l’habitat interno. a custodire la vita. Nel ristretto ambiente familiare, a contatto con altre donne e marginali al mondo straordinario degli uomini, non potevano che concentrarsi sulle emozioni e sui sentimenti, sulle dinamiche dei rapporti di condivisione casalinga, sull’attenzione alle piccole cose quotidiane mentre gli uomini costruivano l’eterno. Nei grandi romanzi epici ci sono grandi figure di donne quasi sempre in veste di mogli, madri, amanti, curatrici e consolatrici di feriti e moribondi. Quando si ribellano esplodono verso il loro nemico diretto che è la famiglia, come Medea, Clitennestra, Antigone. Il mondo separato in cui si sono sempre mosse donne e uomini non poteva non produrre, tranne che in pochi casi spesso maturati in ambienti evoluti, una letteratura separata che ancora persiste. È un prodotto culturale più che naturale: i libri degli uomini grondano muscoli di forza e coraggio, quelli delle donne di sentimenti intimi e introspettivi. Le donne raccontano il piccolo, i luoghi, l’ambiente, i sentimenti nel particolare, che gli uomini neppure vedono. Anche in tempi di rivendicazioni femministe? Anche. Perché nonostante che la parità tra uomo e donna sia assicurata, dove è assicurata, sulla carta, persiste una cultura del potere maschile che pregna le società e condiziona le donne stesse, secondo a quella “violenza simbolica” di cui parla il sociologo Bourdieu. Ci vorranno anni per scalzarla. Attenti uomini però: navigate mari e terre, vi attestate l’epica del mondo, ma non riuscite ancora a conoscere il femminile, che liquidate come cose da donne. Perché non entrate nei loro mondi neppure attraverso la lettura. Noi invece che i libri degli uomini li leggiamo, e ci riflettiamo, gli uomini li conosciamo più di quanto si conoscano loro stessi. E l’incontro e non il conflitto tra i sessi passerà proprio da noi, quando vi deciderete ad ascoltarci, a leggerci, a capirci. Foto generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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Mappa Cinque Terre les 5 terres
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Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. Le Cinque Terre sono antichi villaggi di pescatori situati lungo la frastagliata costa italiana. Ciascuno di questi borghi è caratterizzato da case colorate e da vigneti.
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lefemmerougewriter · 20 days
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Glad to see I got kudos on one of my favorite fics I've ever written! Le Chevre and Topo go on a hike near Manarola, Italy, habe a tough time, and meet Carmen and Ivy, who happen to be there too. This fic is based on my personal experience of being on that very trail some years ago.
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mezzopieno-news · 2 years
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LE FORESTE INCENDIATE RINASCONO RIPIANTATE DAI DRONI
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Le foreste canadesi stanno rinascendo dopo i devastanti incendi che le hanno colpite negli ultimi anni.
A permettere questa ripartenza sono i droni di una startup che dal 2021 ha avviato un progetto per automatizzare la semina di nuovi alberi su grande scala. Nella scorsa primavera il team Flash Forest ha piantato oltre 300.000 baccelli di semi di 19 specie diverse in 13 siti in tutto il Canada, completando il più grande progetto di riforestazione di droni nella storia del Paese. I droni coprono vaste aree facendo cadere cinque baccelli di semi al secondo in terre segnate da incendi e permettendo la rapida crescita di alberi. La semina automatizzata permette di sparare baccelli a una velocità sufficientemente forte da incorporarsi nel terreno. “I semi dei nostri alberi sono avvolti in un baccello che li aiuta a germogliare e sopravvivere ai primi critici mesi di vita” spiega Bryce Jones che insieme al fratello Cameron ha creato la startup con l’obiettivo di piantare un miliardo di alberi in Canada e in tutto il mondo entro il 2028.
Con questo metodo si può piantare rapidamente dopo un incendio, dove in molti casi è pericoloso o impervio farlo a mano ed in aree dove è meno probabile che si verifichi la rigenerazione naturale. “Il 2021 è stato uno degli anni peggiori per gli incendi boschivi dall’inizio del secolo. La semina manuale non può tenere il passo” raccontano i fratelli Jones. “Occorre riforestare la biodiversità, non solo monocolture”
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Fonte: Flash Forest
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coovieilledentelle · 2 months
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Avec les villages voisins des Cinque Terre, Portovenere est inscrite au patrimoine mondial de l'UNESCO depuis 1997. Ce joyau de la Riviera italienne surplombe le golfe de La Spezia, plus romantiquement connu sous le nom de Golfo dei Poeti pour tous les écrivains venus s'évanouir devant la beauté naturelle époustouflante de la région.
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wandering-steps · 11 months
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Le Cinque Terre, Italia
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filorunsultra · 1 year
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SciaccheTrail: il ritorno
Avrei voluto scrivere questo articolo un anno fa, invece le cose non sempre vanno come le immaginiamo e forse è stato meglio così (l'articolo dell'anno scorso è qui).
Quest'anno Roby e Raffa non ci sono, ma c'è Dani, con un suo amico di Trento. Giulio non corre, ma è venuto a trovarci con la Cate e Ciorven prima di continuare verso Loano, dove domenica correrà la Maremontana. Ci sono anche Enrico Serena e suo figlio, ma nemmeno Enrico corre a causa di una caduta a Ultrabericus. Manu e Oscar sempre presenti, assieme al loro socio Paolo e a Giuseppe, il babbo del Manu e leggendario presidente del Ciuk Running Team.
Io e Andrea arriviamo a Monterosso il venerdì. Ci sono nuvole e vento ad aspettarci. Ritiriamo il pettorale e andiamo a mangiare una pizza con gli altri, poi ci nascondiamo in furgone.
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Una bellissima foto del Trento Running Club a colazione col Ciuk Running Team qualche minuto prima della partenza.
La notte piove e sono indeciso su come partire, ma alla fine mi decido per maglietta, borraccia e fascia: sempre evitare lo zaino a meno che non sia strettamente necessario. Anche il Pass giunge alla stessa conclusione, onorando gli dèi dell'ultrarunning.
L'aria della mattina è fresca ma si pregusta una giornata torrida. Sono sulla linea di partenza e sono calmo e mi sento bene. Ci scambiamo gli ultimi sguardi, poi partiamo. Corro a un ritmo sostenibile, sui 4:30', ma mi viene subito il fiatone e realizzo di essere sveglio da mezz'ora. In salita cerco il mio passo e dopo un quarto d'ora inizio a carburare. Guadagniamo dislivello e penetriamo le nuvole che avvolgono l'alta via con un'atmosfera particolare. L'ultima volta che ci sono stato fioccava e c'erano quindici centimetri di neve per terra: è un luogo che dà sempre grandi emozioni. Ora è umido e caldo, e io grondo di sudore e il sentiero è dritto e corro facile e siamo in tre. Loro usano i bastoncini e lo zaino gli balla dietro la schiena, e tallonano. Capisco che tipi sono e so che nella seconda parte potrebbero giocarsi qualche carta, ma la mia economia di corsa è migliore e so che è qua, dove si corre, che posso tirarli un po'. Così mi metto davanti e accelero leggermente, corro a bocca chiusa e perdono qualche metro, poi si lanciano a tuono in discesa. In salita sbacchettano e sul falsopiano perdono terreno: correte come dei cazzo di uomini. I chilometri passano e uno dei due inizia a lamentarsi di quelle forestali, ma per sua fortuna durano troppo poco. Cinquecento metri a picco sotto di noi il Mediterraneo.
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Le fottute scalette di Manarola, Cinque Terre
Arriviamo a Riomaggiore in un lampo e da qui in poi conosco il percorso. Dopo il paese c'è la prima rampa di scale, è verticale e durissima ma riprendo due o tre cadaveri. Solo una volta in cima mi accorgo di essermi imballato le gambe. Patisco il chilometro successivo ma poi mi riprendo. Passo a Manarola (35° km) in 3h45' ed è quanto basta per finire sotto le 5 ore e 15 come mi ero prefissato, ma qui inizia la sezione più dura e io lo so. Poco più avanti trovo Giulio, la Cate ed Enrico che ci aspettano e sono felice di vederli: sono sesto ma non lo so, penso di essere attorno alla quindicesima posizione così decido di non rallentare. Poi black out.
Volastra è il paese più odiato al mondo e la salita che vi conduce è micidiale. Nei 6 chilometri successivi calo il ritmo e vengo superato da quattro persone finendo in decima posizione, mangio l'ultimo gel e bevo e così dopo un po' mi riprendo, ma ormai ho perso tempo. A Corniglia riprendo a spingere e risale il morale. Ancora su e ancora giù, via un'altra, picchiata a Vernazza.
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Ancora scale: mani sulle ginocchia e su, i bastoncini andrebbero vietati sotto gli 80km
Inizio l'ultima, infame, scalinata. Sono riuscito a riprendere una posizione, ma non mi interessa granché in quel momento, così mi assesto su un ritmo sostenibile. Soffro ancora per qualche decina di minuti, poi il sentiero piega a sinistra e rientra seguendo il seno della costa, da cui vedo finalmente il paese e l'arrivo. Ancora qualche gradino, poi l'asfalto, entro in paese e svolto verso la spiaggia. Arrivo sul lungomare e vedo che tutti guardano nella direzione opposta alla mia: ho sbagliato strada, taglio il traguardo, mi butto per terra.
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Nudismo e ultrarunning a Monterosso. Marzo 2023
Una ragazza mi prende una birra: non voglio alzarmi e lei è la persona più vicina. Poi arriva Giulio. Mi racconta come ero messo a Manarola e facendo due conti capisco che potrei essere nei dieci, ma non so se sbagliando strada ho tagliato o ho perso posizioni. Ovviamente la seconda: in 300 metri ne ho perse quattro. Sarebbe stata la prima top-10 e invece anche sto giro ne resto fuori. Non che significhi molto, il livello era basso e il mio tempo è mediocre. Ho fatto una buona gara ma non ottima, ma i se e i ma che non contano un cazzo in questo sport.
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Restiamo a chillare al sole e a bere birre e a sparare stronzate e aspettiamo i nostri amici. Manu finisce con un gran tempo, soprattutto considerando che ha corso Ultrabericus la settimana prima; anche Andrea va alla grande e sono contento di vederlo soddisfatto. Poi arrivano Oscar, Dani e il suo socio, tutti insieme: il Dani ha avuto una giornata difficile ma sono felice di vederlo. Passiamo dei bei momenti insieme e mi godo questa bella comunità. Sciacche è diventato un bell'appuntamento e mi sono affezionato a queste terre ostili e inospitali.
Restiamo lì fino al tramonto, poi io e Andrea andiamo a mangiare una pizza e crolliamo a letto. Sognavo questo weekend qui da un anno e mezzo, ed eccoci qua.
Questa mattina ci siamo alzati e siamo andati a Riomaggiore a sentire la conferenza stampa per la 100km che vogliono organizzare l'anno prossimo. Nic e i suoi amici sono dei fumìni e ogni occasione è buona per lamentarsi di quelli del Parco e dei sindaci e della ndrangheta e delle navi da crociera e dei grandi bus. Ci fa sempre ridere e io e Andrea ci divertiamo ad ascoltarli. Andiamo a farci una focaccia e poi via verso Trento, pronti a macinare nuovi chilometri.
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Io e il Pass beviamo una radler in spiaggia a Monterosso e chiudiamo il weekend. Thanks bro.
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