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#Michele Gesualdi
gregor-samsung · 1 year
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“ La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapete di dover giudicare con leggi che ancora non son tutte giuste. Son vivi in Italia dei magistrati che in passato han dovuto perfino sentenziare condanne a morte. Se tutti oggi inorridiamo a questo pensiero dobbiamo ringraziare quei maestri che ci aiutarono a progredire, insegnandoci a criticare la legge che allora vigeva. Ecco perché, in un certo senso, la scuola è fuori del vostro ordinamento giuridico. Il ragazzo non è ancora penalmente imputabile e non esercita ancora diritti sovrani, deve solo prepararsi a esercitarli domani ed è perciò da un lato nostro inferiore perché deve obbedirci e noi rispondiamo di lui, dall’altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre. E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. Anche il maestro è dunque in qualche modo fuori del vostro ordinamento e pure al suo servizio. Se lo condannate attenterete al progresso legislativo. In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l’esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l’ora non c’è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. “
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Brano tratto dalla lettera del 18 ottobre 1965 rivolta ai magistrati incaricati di giudicare il priore di Barbiana per una sua lettera aperta a favore dell’obiezione di coscienza militare. Il testo è raccolto in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 214-215.
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lamilanomagazine · 6 months
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Festa della Toscana: davanti a centinaia di studenti il racconto teatrale 'Cammelli a Barbiana' dedicato a Don Milani
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Festa della Toscana: davanti a centinaia di studenti il racconto teatrale 'Cammelli a Barbiana' dedicato a Don Milani Lo spettacolo teatrale 'Cammelli a Barbiana' di Francesco Niccolini e Luigi D'Elia tratto dal libro 'La scuola più bella che c'è. Don Milani, Barbiana e i suoi ragazzi' ha chiuso il programma delle iniziative del Consiglio regionale per la Festa della Toscana dedicata quest'anno a Don Lorenzo Milani nel centenario dalla nascita. I CARE, la Toscana dei valori umani e della lotta alle diseguaglianze è stato il tema dell'edizione 2023. Il racconto teatrale, prodotto da Inti, con Luigi D'Elia e la regia di Fabrizio Saccomanno, è andato in scena sul palco del Teatro Aurora di Scandicci, con il direttore artistico Alessandro Calonaci a fare gli onori di casa, con un doppio appuntamento, martedì 12 dicembre, con la presenza del consigliere regionale Fausto Merlotti, mentre la replica, dedicata alle scuole, è andata in scena il 13 dicembre, e ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che ha parlato dal palco agli oltre 300 ragazzi intervenuti: "La Festa della Toscana è stata dedicata quest'anno a un grande toscano, Don Lorenzo Milani. I suoi erano messaggi di speranza e di uguaglianza, e siamo felici che questo spettacolo parli proprio alle ragazze e ai ragazzi che tanto Don Milani amava". "Il suo è stato un messaggio universale sulla scuola come fattore di crescita – ha proseguito il presidente Mazzeo -, la scuola come luogo dell'uguaglianza. Quella scuola di Barbiana al cui ingresso è appeso quel messaggio 'I CARE' che noi abbiamo voluto anche all'entrata della nostra Aula consiliare per dire a tutti di prenderci carico dell'altro nelle relazioni umane e di non voltarci dall'altra parte. Oggi voglio mandare questo messaggio alle ragazze e ai ragazzi non votatevi mai dall'altra parte, prendetevi cura l'uno dell'altro e impegnatevi nella scuola. Vorrei anche ringraziare le docenti e i docenti perché svolgono una funzione unica nella crescita di ciascuno di noi". "Abbiamo costruito questo spettacolo un poco alla volta – racconta Luigi D'Elia – visitando Barbiana più volte, leggendo tutto quello che ha scritto Don Milani, e stando molto con le ragazze e i ragazzi. Siamo stati con tutte le persone che sono state importanti nella sua vita, Michele Gesualdi ci ha corretto il copione. Si tratta di un lavoro nato con la fondazione Don Milani". Erano presenti allo spettacolo del 13 dicembre studentesse, studenti e insegnanti dell'Istituto Statale di Istruzione Superiore Galileo Galilei, degli Istituti di Istruzione Superiore Salvemini e Russell Newton, del Liceo Artistico di Porta Romana e degli Istituti di Istruzione Superiore Sassetti Peruzzi, Buontalenti e Saffi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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luigidelia · 2 years
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"Cammelli a Barbiana" ha 6 anni. Questa sera è andato in scena a Cassano d'Adda. Una delle ipotesi di titolo era COME LE MAESTRE E LE PUTTANE. Lo scrisse Lorenzo a Francuccio, uno dei due ragazzini che s'era preso a casa. Michele e Francuccio. Loro padre era morto e lui li aveva adottati. Sandra (Gesualdi), la figlia di Michele, mi ha mostrato una volta una pellicola di Barbiana. C'era Don Milani con un ragazzino sulle gambe. Erano nel piazzale di Barbiana. Intorno gli altri correvano. C'era il sole. Lorenzo si stritolava quel bambino con una vicinanza che oggi sarebbe oggetto di denuncia a scuola. Altri tempi? Altro contesto? Altra scuola? Amare come le maestre e le puttane. Sembra un verso di Fabrizio De André. Amare a scuola. Senza paura. Si può? Questa sera quando l'ho detto per l'ennesima volta mi sono venute meno le gambe per il mondo storto che siamo stati capaci di tirarci addosso. Ho chiesto aiuto alle ginocchia. Avanti, mi sono detto. Forza, andiamo avanti.
#TeCa #teatrocassanese
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shopsui · 2 years
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Sunday afternoon : Launch of @eugenie_kawabata’s Second Life #2 at the fabulous @mondopiero part of #melbournedesignweek 2022. Such a vibrant exhibition of vessels using upholstery waste. Great to see doyennes of design Kirsten @kozminsky, Barbara @barbarahermon and of course the hosts of the event Michelle and Piero Gesualdi of @mondopiero #design #melbournedesigners (at MONDOPIERO) https://www.instagram.com/p/CbVrWGkhB5j/?utm_medium=tumblr
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giuliocavalli · 7 years
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Biotestamento, la figlia dell’allievo di don Milani: “Il suo urlo di dolore aspetta una risposta da politici. Per lo Stato è dovere”
Biotestamento, la figlia dell’allievo di don Milani: “Il suo urlo di dolore aspetta una risposta da politici. Per lo Stato è dovere” (da Il Fatto Quotidiano, fonte) “L’urlo di dolore di mio padre, che è lo stesso di molti altri che non sanno emetterlo, aspetta una risposta dalla politica e dallo Stato”. Chi parla è Sandra, la figlia di Michele Gesualdi, l’ex allievo di don Lorenzo Milani, ad una settimana dalla pubblicazione della lettera che il babbo, il 13 marzo scorso, ha inviato ai presidenti della Camera e del Senato e ai capigruppo parlamentari per affrettare l’approvazione della legge sul testamento biologico. Sandra Gesualdi, giornalista, da mesi dà voce al padre che l’ha persa a causa della terribile malattia che l’ha colpito da tre anni, la Sla, girando per tutta la penisola a presentare il libro del padre, Don Lorenzo Milani. L’esilio di Barbiana, edito da San Paolo. Lei è diventata la voce del padre, presenta i suoi libri: perché? Perché sono sua figlia, semplice. Non conosco altri modi per aiutarlo e stargli vicino se non quello di farmi tramite di idee e pensieri suoi. Credo in questo di essere privilegiata, gli assisto la sua parte raziocinante e questo permette di ampliare e irrobustire la mia. Giorno dopo giorno le nostre radici si intrecciano. Veniamo alla lettera. Che cosa ha spinto suo padre a scrivere la lettera sul testamento biologico? Quella lettera è un grido di dolore che non ammette strumentalizzazioni o fraintendimenti. Intimo e acuto, di una persona lucida, consapevole e profondamente cattolica che mette a disposizione una situazione privata per cambiare la situazione a favore di molti. Michele vorrebbe una legge che renda pacifico il rispetto della sua volontà di malato terminale e della sua dignità che è anche quella di tanti malati come lui. La legge offre a tutti pari opportunità e fa sentire i suoi cittadini e le loro famiglie meno soli di fronte a decisioni difficilissime che creano turbamento, dubbio e lacerazione. Questo è un dovere dello Stato, sostenere e dar certezza, in ugual misura, a ogni suo cittadino. Soprattutto a quelli più fragili. Le reazioni dei parlamentari a cui è indirizzata? Al momento hanno risposto, tramite twitter, solo Grasso e Boldrini. Poi molti messaggi privati dalla società civile e da sacerdoti amici. La sensazione è che l’appello abbia ridato impulso a un dibattito che tocca molti, moltissimi. Un impulso a pensare. Perché la Chiesa tace? La Chiesa è una realtà composita. Non prese posizione neppure nel 1965 per la vicenda dei cappellani militari. Non condannò quel gruppo di cappellani che avevano dichiarato l’obiezione di coscienza espressione di viltà ed estranea al comandamento cristiano dell’amore. Non prese posizione a favore di don Milani quando scrisse le due bellissime lettere ai cappellani e ai giudici, tutte concentrate sul primato della coscienza e che hanno contribuito a far approvare la legge sull’obiezione. Veri e propri documenti sociali e civili. Il silenzio della Chiesa preoccupa suo padre? Nel suo ultimo libro Michele lo dice chiaramente e mette “due Chiese a confronto”: una in linea con gli interessi costituiti, l’altra quella schierata con gli ultimi e gli emarginati che lotta contro le ingiustizie sociali. E conclude che la Chiesa cammina lentamente ma prima o poi arriva. Nel frattempo, aggiungo io, dovrebbe dare conforto alle sue creature sofferenti. Suo padre ha parlato con il Papa della malattia quando, il 20 giugno, ha fatto visita a Barbiana? E’ stato un incontro privato e in quanto tale vorrei rimanesse. Francesco nella cucina povera di Barbiana era atteso come un padre che conforta, accoglie e protegge. E  non era atteso solo da mio padre.. Profonda tenerezza, commozione e naturalezza hanno fatto da cornice a quei minuti. Il tempo si è fermato e riavvolto. Di cosa ha più paura suo padre in questo suo calvario? Le rispondo direttamente con le sue parole (intervista a Radio Radicale del 29/10/17) e anche in questa occasione adempio al mio compito.. “Oggi mi fa un po’ paura non sapere cosa si trova nel mondo sconosciuto, ma ho anche molta speranza. Mi fa poi paura sapere la sofferenza che questo mio stato dà alle persone che amo. Per quanto riguarda  il mondo conosciuto ho  paura  che si costruiscano muri per chiudersi nel proprio egoismo anziché  ponti che aprono le braccia e i cuori alla umanità sofferente”. Don Milani avrebbe apprezzato  la lettera di Michele? Credo che don Lorenzo gli abbia insegnato a trattenere il respiro quando gli ha insegnato a guardare e riconoscere il cielo le notti d’estate a Barbiana. Lo ha corredato di saggezza, rabbia, giustizia e tenera ruvidezza. Mi risponda lei. Se suo figlio mettesse a disposizione la sua sofferenza per migliorare il mondo in cui viviamo, lei sarebbe contento?
(da Il Fatto Quotidiano, fonte)   “L’urlo di dolore di mio padre, che è lo stesso di molti altri che non sanno emetterlo, aspetta una risposta dalla politica e dallo Stato”. Chi parla è Sandra, la figlia di Michele Gesualdi, l’ex allievo di don Lorenzo Milani, ad una settimana dalla pubblicazione della lettera che il babbo, il 13 marzo scorso, ha inviato ai presidenti della Camera e del Senato e…
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tmnotizie · 5 years
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ANCONA – Ultimissimi biglietti disponibili nei circuiti TicketOne per il nuovo one man show del “Biglietto d’Oro” Enrico Brignano, “Innamorato Perso”, previsto al Palaprometeo di Ancona domani sabato 23 marzo. Lo spettacolo, prodotto  da  Max Produzioni  in  collaborazione con Vivo Concerti ed  organizzato da Alhena Entertainment, ha riscosso uno straordinario successo in prevendita ed è vicinissimo al sold out.
C’è qualcosa di più bello di essere innamorato? Di sentire quell’emozione crescere dentro di sé, con le mani che sudano, le ginocchia che tremano, la salivazione azzerata e la lingua felpata … tutti sintomi che indicano l’innamoramento. O la malaria. Dal momento che il medico ha escluso qualsiasi malattia, è apparso evidente che Brignano fosse in preda a un folle innamoramento. Che è totale, a 360 gradi: innamorato della sua bambina, dell’esistenza, del suo lavoro, della sua donna, del mondo, di tutto e di più.
E oggi parlare d’amore in tempi di haters, di odio social, di polemiche, di baruffe politiche e di disastri ambientali, è davvero rivoluzionario. Enrico è un innamorato perso con la testa tra le nuvole, ma i piedi per terra; trascorre oltre due ore insieme al suo pubblico, con un corpo di ballo scatenato, al ritmo di musiche originali, circondato da scene fatte di schermi su cui luci e immagini prendono forma. Più che uno spettacolo, un’esperienza indimenticabile. Ridere non è mai stato così emozionante.
“Innamorato Perso” è uno spettacolo scritto da Enrico Brignano, Mario Scaletta, Riccardo Cassini, Manuela D’Angelo e Luciano Federico. Sul palco anche Flora Canto, Pasquale Bertucci, Michele Marra. Musiche di Andrea Perrozzi, coreografie di Marco Bebbu, scene di Marco Calzavara, costumi di Valentina Davoli, fotografia di Marco Lucarelli, solisti Manuel Bartolotto, Ilaria Ercolani, Davide Fortin, Camilla Gesualdi, Giacomo Giaccapaglia, Gianluca Grimaldi, Ilaria Leone, Federica Rigoli, Federica Scaramella, Michelle Vitrano, audio di Federico Farina, luci di Christian Andreazzoli, contributi video e regia live Telemauri, Salvatore Billeci, Marino Cecada, Marianna Maggiore, Maurizio Maggi. Direzione tecnica di Marco Pupin, produzione esecutiva di Francesco Del Maro, assistenti di produzione Elisa Sebastianelli e Maurizio Franco, segretaria di produzione Tatiana Colonna.
RDS 100% Grandi Successi è radio partner dello spettacolo.
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okmugello · 6 years
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Barbiana e le periferie del mondo. Convegno sabato a Firenze
Barbiana e le periferie del mondo. Convegno sabato a Firenze
Il 28 aprile una riflessione con le scuole, con Mons. Matteo Zuppi e Beniamino Deidda nell’auditorium della parrocchia San Pio X al Sodo. Il programma della giornata – A conclusione del cinquantesimo anniversario della morte del priore di Barbiana e nel ricordo di Michele Gesualdi recentemente scomparso, la Fondazione Don Lorenzo Milani in collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la…
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allnews24 · 6 years
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Ultimo saluto a Michele Gesualdi: domani il funerale
Al cimitero di Barbiana nel giugno scorso è venuto Papa Francesco a pregare sulla tomba di Don Lorenzo Milani. Domani Michele Gesualdi sarà seppellito accanto al priore che arrivò nella sperduta frazione di Vicchio, in provincia di Firenze, a fine anni Cinquanta. Gesualdi assieme al fratello Francuccio fu uno dei primi allievi di Don Milani che per lui fu anche un padre, i Gesualdi erano…
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gregor-samsung · 1 year
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“ Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande «I care». È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. «Me ne importa, mi sta a cuore». È il contrario esatto del motto fascista «Me ne frego». Quando quel comunicato* era arrivato a noi era già vecchio di una settimana. Si seppe che né le autorità civili, né quelle religiose avevano reagito. Allora abbiamo reagito noi. Una scuola austera come la nostra, che non conosce ricreazione né vacanze, ha tanto tempo a disposizione per pensare e studiare. Ha perciò il diritto e il dovere di dire le cose che altri non dice. È l’unica ricreazione che concedo ai miei ragazzi. Abbiamo dunque preso i nostri libri di storia (umili testi di scuola media, non monografie da specialisti) e siamo riandati cento anni di storia italiana in cerca d’una «guerra giusta». D’una guerra cioè che fosse in regola con l’articolo 11 della Costituzione. Non è colpa nostra se non l’abbiamo trovata. Da quel giorno a oggi abbiamo avuto molti dispiaceri. Ci sono arrivate decine di lettere anonime di ingiurie e di minacce firmate solo con la svastica o col fascio. Siamo stati feriti da alcuni giornalisti con «interviste» piene di falsità. Da altri con incredibili illazioni tratte da quelle «interviste» senza curarsi di controllarne la serietà. Siamo stati poco compresi dal nostro stesso Arcivescovo (Lettera al Clero 14.4.1965). La nostra lettera è stata incriminata. Ci è stato però di conforto tenere sempre dinanzi agli occhi quei 31 ragazzi italiani che sono attualmente in carcere per un ideale. Cosi diversi dai milioni di giovani che affollano gli stadi, i bar, le piste da ballo, che vivono per comprarsi la macchina, che seguono le mode, che leggono giornali sportivi, che si disinteressano di politica e di religione. Un mio figliolo ha per professore di religione all’Istituto Tecnico il capo di quei militari cappellani che han scritto il comunicato. Mi dice di lui che in classe parla spesso di sport. Che racconta di essere appassionato di caccia e di judo. Che ha l’automobile. Non toccava a lui chiamare «vili e estranei al comandamento cristiano dell’amore» quei 31 giovani. I miei figlioli voglio che somiglino più a loro che a lui. “
* L'11 febbraio 1965 un gruppo di cappellani militari in congedo della Toscana, riunitisi in assemblea a Firenze nell’anniversario della conciliazione tra Stato e Chiesa, votarono un ordine del giorno in cui dichiaravano, fra l’altro, di considerare «un insulto alla Patria e ai suoi Caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza”, che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà». L’ordine del giorno, pubblicato dal quotidiano «La Nazione» di Firenze, fu fatto conoscere a don Lorenzo da alcuni giovani di San Donato e da un amico professore di Prato saliti a Barbiana la domenica successiva. Il Priore stava facendo scuola. Lesse il ritaglio del giornale insieme ai ragazzi. Se ne discusse un’intera serata, e maturò così la «Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell'11 febbraio 1965». La Lettera, firmata da don Lorenzo, venne diffusa a stampa in forma di volantino e fu riprodotta parzialmente da vari giornali e per intero dal settimanale del P.C.I. «Rinascita» [ Nota del curatore ].
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Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976; pp. 213-214.
[1ª Edizione: 1970]
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lamilanomagazine · 7 months
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Festa della Toscana: solidarietà e dialogo, nel segno di don Milani.
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Festa della Toscana: solidarietà e dialogo, nel segno di don Milani. "Abbiamo voluto celebrare la Festa della Toscana 2023 nel segno di un grande toscano, don Lorenzo Milani, nel centenario della nascita. Solidarietà e dialogo si tengono insieme. In quel motto, 'I care', che abbiamo voluto all'ingresso della nostra Aula consiliare c'è tutto e lo dedichiamo a tutti coloro i quali si prendono cura degli altri". Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, presenta la ventiquattresima edizione della Festa della Toscana, "I CARE, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze". Le iniziative promosse dal Consiglio regionale sono state presentate questa mattina, venerdì 24 novembre, a palazzo del Pegaso. Hanno preso parte all'iniziativa il presidente dell'Assemblea legislativa Antonio Mazzeo, il consigliere segretario questore dell'Ufficio di presidenza Francesco Gazzetti, "in rappresentanza degli altri membri dell'Ufficio di presidenza che oggi non possono essere presenti". "La nostra regione – aggiunge Mazzeo –, dal 1786, è sempre stata avanguardia sul tema dei diritti e della libertà. In questa legislatura abbiamo deciso di fare un passo in più: unire al ricordo della scelta rivoluzionaria operata da Pietro Leopoldo, l'attenzione su aspetti del nostro presente e del nostro futuro. Don Milani – spiega il presidente dell'Assemblea legislativa –, per me, è sempre stato un punto di riferimento, dove lui fu non solo un sacerdote, ma per tante ragazze e tanti ragazzi un maestro, un esempio di vita, sempre attento agli altri". La sua idea "era creare una scuola inclusiva a tempo pieno per tutti, anche coloro che, per mancanza di mezzi, non avrebbero mai raggiunto un livello d'istruzione dignitoso. 'Sortirne tutti insieme è l'unica strada, perché quella è la politica', diceva don Milani". Il presidente ha quindi illustrato le iniziative che caratterizzeranno questa edizione della Festa della Toscana. "Momento centrale sarà la seduta solenne", che si terrà giovedì 30 novembre alle 10, al Teatro della Compagnia di Firenze, "insieme ai sindaci della nostra regione, ai tanti labari dei nostri Comuni, a ragazzi e ragazze, studenti e studentesse, avremo un momento di altissimo livello istituzionale, una giornata di dialogo che vedrà gli interventi della presidente emerita della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, dell'onorevole Rosy Bindi, presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani. Non è ancora accaduto, dall'inizio di questa terribile guerra che sconvolge i territori della Palestina e di Israele, che riuscissimo a mettere insieme, l'Arcivescovo di Firenze, sua eminenza il cardinale Giuseppe Betori, il rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, Gad Piperno, e l'imam di Firenze, Izzedin Elzir, in rappresentanza della comunità islamica fiorentina e Toscana. Abbiamo chiesto loro un saluto. Penso che la Toscana è sempre stata una terra molto più avanti delle altre sul dialogo interreligioso e che in questo momento ci sia bisogno del dialogo interreligioso". Il 1° dicembre invece presenteremo in Consiglio regionale il libro di Francesco Niccolini "La scuola più bella che c'è. Don Milani, Barbiana e i suoi ragazzi", con Luigi d'Elia e Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, allievo di don Milani a Barbiana. Accanto a questo, ma la data è ancora da definire, presenteremo poi anche il libro di Mario Lancisi, "Don Milani, vita di un profeta disobbediente". Il 12 e 13 dicembre, al teatro Aurora di Scandicci, andrà infine in scena il racconto teatrale "Cammelli a Barbiana", il 12 sera aperto al pubblico e gratuito, mentre il 13 mattina sarà riservato alle scuole. "Anche in questo caso, l'attenzione alle ragazze e i ragazzi più giovani, alle scuole come luogo di formazione e di dialogo", spiega il presidente. "Abbiamo fatto un bando anche quest'anno, le domande di partecipazione dei Comuni della Toscana sono più di centocinquanta e questo ci dice la vitalità dei nostri Comuni e delle nostre associazioni. Ovunque c'è voglia di confrontarsi su questi temi. Illumineremo di nuovo di rosso e di bianco, i colori della nostra Regione, i principali monumenti, una cartolina della bellezza della Toscana". L'Ufficio di presidenza ha inoltre "deciso di fare una scelta – dice Mazzeo –: non svolgere un concerto per i ragazzi, ma di utilizzare quelle risorse per sostenere l'iniziativa di raccolta fondi 'Toscana & Friends ripartiamo', promossa da Stefano Massini, Piero Pelù e Fiorella Mannoia che si terrà il 3 gennaio 2024 al Tuscany Hall, alla presenza di tanti tra i principali nomi del panorama musicale e artistico del nostro Paese: pagheremo i costi dell'iniziativa, così tutto il ricavato andrà alle popolazioni che proprio all'inizio del mese di novembre sono state devastate dal maltempo e dalle alluvioni. E realizzeremo, sempre come Consiglio regionale, una campagna di sensibilizzazione volta a non dimenticare e a proseguire negli aiuti e nella raccolta di fondi destinati alle popolazioni colpite dall'alluvione". La Festa della Toscana ricorda anche Sergio Staino, "che ci ha lasciato poche settimane fa Sergio ci regalò una vignetta bellissima, un regalo alla Toscana: lì c'è tutto il simbolo della nostra Festa". Il consigliere Francesco Gazzetti rivolge un ringraziamento al "presidente Mazzeo, perché la proposta di dedicare questa edizione alla figura di don Milani, avanzata all'Ufficio di presidenza e da tutti condivisa, ha permesso di mettere insieme le varie sensibilità" e sottolinea il rilievo della seduta solenne del 30 novembre: "Sarà un passeggio davvero molto significativo. Grazie anche alla riflessione del collega Diego Petrucci (consigliere segretario dell'Ufficio di presidenza, ndr), siamo arrivati alla proposta di questo incontro che sarà il momento istituzionalmente più rilevante, con presenze che danno il senso della volontà di costruire opportunità di dialogo, reciproca conoscenza e di pace. Possiamo dire che c'è bisogno di ancora più Toscana. La nostra regione, grazie ai lasciti di donne e uomini che ci hanno preceduto rappresenta un valore di pace e di fratellanza per l'umanità intera".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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luigidelia · 3 years
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Empoli, 13 aprile 2021 Come se non fosse successo niente. Scena smontata e caricata. Il palco è vuoto. Da Empoli è tutto. Domani si torna in Puglia. La prossima tappa di lavoro del nuovo spettacolo sarà a Bari, Kismet, i compagni di questa avventura. Oggi pomeriggio Firenze era bellissima e splendente. Ci passo al volo per registrare un frammento di un audiolibro su Don Milani. Era impossibile camminarci senza guardare la luce d'oro e netta che la tagliava. Per la registrazione ritrovo una lettera scritta da Lorenzo a Michele Gesualdi. Poco più di una pagina così densa e potente che ti scava dentro. Don Milani, era verso la fine della sua via, confida a Michele tutta la gioia nuda e inerme di essere bastonato da un suo alunno e che la scuola, quella vera, raggiunge il suo fine quando il suo migliore studente la deride come una vecchia che non ha più nulla da insegnare. Una bella legnata, dallo studente alla scuola. Quanto è duro e affilato Lorenzo. Penso alla ragazza bendata in dad di cui si parla questi giorni. Non è solo l'episodio in sé, ma che la preoccupazione sia di non far copiare in questo momento mi terrorizza. E mi da rabbia. Che non si pensi a ribaltare la scuola in questo momento storico, completamente, con il coraggio di fottersene di programmi, interrogazioni, voti, per guardarsi invece, parlarsi, umanamente di come STIAMO TUTTI NELLA STESSA MERDA GLOBALE. Questo mi inorridisce. Com'è possibile? Siamo in guerra si dice. Non ci credo. Ma se lo dite voi, lassù, allora serve anche una scuola "da guerra". Altrimenti state solo giocando con le nostre vite. E davvero, davvero, trascurare, dimenticare, non considerare oggi vale come un crimine. Non ci sono alibi. La lettera di Don Milani a Michele si conclude così: "... e la scuola risponde, felice soltanto che il suo figliolo sia vivo e ribelle." 
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theadrianobusolin · 6 years
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Morto Michele Gesualdi, simbolo della battaglia per il biotestamento È morto a 74 anni Michele Gesualdi, ex allievo di don Lorenzo Milani alla Scuola di Barbiana ed ex presidente della Provincia di Firenze dal 1995 al 2004, ma ricordato soprattutto per essere stato il simbolo della battaglia per il testamento biologico.
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carlo-visconti · 7 years
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VITA, MORTE O FANATISMO?
Michele Gesualdi, ex Presidente della provincia di Firenze, è malato di SLA.
Le conseguenze di questa malattia sono descritte come  la perdita progressiva e irreversibile della normale capacità di deglutizione dell’articolazione della parola e del controllo dei musscoli scheletrici, con  paralisi che può giungere fino alla compromissione dei muscoli respiratori.
Gesualdi  ha scritto una lettera ai Presidenti di Camera e Senato. Ha invocato in maniera commovente, una rapida approvazione della legge sul trattamento biologico.
Ha scritto testualmente:” Oggi vi scrivo per implorarvi di accelerare l’approvazione della legge sul testamento biologico, con la dichiarazione anticipata di volontà del malato, perché da tre anni sono stato colpito dalla malattia degenerativa SLA e alcuni sintomi mi dicono che il passaggio al mondo sconosciuto potrebbe non essere lontano”.
Risale alla proposta di legge 1142  intitolata “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l’accanimento terapeutico”, l’iter parlamentare del testamento biologico.
In sostanza la proposta di legge in questione, in caso di approvazione, consentirebbe a tutti i maggiorenni di poter rinunciare a trattamenti di accanimento terapeutico ed in particolare l’idratazione artificiale e la nutrizione artificiale.
L’articolo 3 della legge, prevede che “ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso le Dat (dichiarazione anticipata di trattamento), esprimere le proprie convinzioni  nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali“.
La legge è ferma al Senato ingolfata da emendamenti e resistenze varie, sono stati presentati circa 3000 emendamenti. In un paese come il nostro non c’è dubbio che fortissima è l’influenza della religione cattolica. Siamo la Sede del Vaticano,la tradizione cristiana è fortissima. La sofferenza, come si sa è  esaltata dalla religione cattolica. Eppure Michele Gesualdi è un cattolico convinto,è stato allievo di Don Milani, ha nella sua lettera, in sostanza sostenuto che il concetto della sopravvivenza a tutti i costi rappresenta un accanimento contro Dio.  La Camera ha approvato il testo con 326 voti favorevoli, 37 contrari e solo 4 astenuti. Segno di una cospicua maggioranza.
C’è però da riflettere sul fatto che la Camera è composta da 630 Deputati, dov’erano tutti gli altri? La normativa approvata alla Camera  "tutela il diritto alla vita, alla salute, ma anche il diritto alla dignità e all'autodeterminazione" e dispone che "nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata".
In un’intervista il Sig. De Carli, del Popolo della Famiglia, ha  illustrato  il senso degli  gli emendamenti scritti insieme dai Giuristi per la Vita e presentati alla Camera per sbarrare la strada al testamento biologico ed ha affermato tra l’altro che la legge sul testamento biologico “è una legge che farà danni enormi al Paese: basta vedere l’effetto di leggi simili nel Nord Europa”.
Non ha però spiegato quali siano questi danni enormi. Per fortuna sono riusciti, gli emendamenti, solo a rallentare l’iter di approvazione alla Camera.
Ma come già detto, altri 3000 emendamenti sono stati presentati al Senato. Il martirio di Piergiorgio Welby ,di  Eluana Englaro,  di Dj Fabo, di Fabiano Antoniano costretto a recarsi in Svizzera per il suicidio assistito, non sono serviti a nulla se la legge è bloccata da sette mesi al Senato. “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso diceva Gesù Cristo”. Ho visto negli occhi della mia amata madre, malata gravemente per dieci anni, l’implorazione di non voler più soffrire. Tanti fanatici religiosi o politici, si passino una mano sulla coscienza, mettano da parte i biechi interessi di parte ed i fanatismi pseudoreligiosi, facciano la loro parte di rappresentanti del popolo e non di loro stessi  e facciano approvare la legge . Gran parte dell’opinione pubblica li ringrazierà.
Carlo Visconti
articolo originale su http://www.carlovisconti.it/mc/472/1/vita-morte-o-fanatismo
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labuonascuola · 7 years
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Don Milani 2
“Povero Pierino mi fai quasi compassione, il privilegio lo hai pagato caro. Deformato dalla specializzazione, dai libri, dal contatto con gente tutta eguale. Perchè non vieni via? Lascia l’Università, le cariche, i partiti, mettiti soltanto a insegnare lingua solo e null’altro. Fai strada ai poveri senza farti strada. Smetti di leggere, sparisci. È l’ultima missione della tua classe”. (Lettera a una professoressa). Nella carica di disprezzo anti-borghese riversata sui figli di papà di queste poche righe è racchiuso tutto il senso del pamphlet, al di là della motivazione occasionale - la ripetuta bocciatura degli allievi agli esami delle magistrali- da cui ebbe origine. Vi è infatti un abbastanza chiaro riflesso autobiografico del Lorenzino futuro priore (lo dice Sandra Gesualdi, figlia di Michele, allievo), il senso della missione sociale di un prete, la lotta di classe per il riscatto, non per il potere, la conquista della lingua, l'anticulturalismo, l'anti individualismo, e insomma la spada del Vangelo che spada non è. Qui è anche la risposta al fango, agli schizzi recenti del ricercato battage editoriale, dacché tutta la missione educativa, come sa chiunque la abbracci, soprattutto evangelicamente, consiste nel gettare al mondo dei profeti disarmati.
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nyekreditterna · 7 years
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- Valget av Macron er positivt for markedene
Kairos investeringsdirektør, Michele Gesualdi, diskuterer hvilken innvirkning valget av Emmanuel Macron foran Marine Le Pen, i det franske presidenvalget søndag, vil påvirke markedene.
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gregor-samsung · 1 year
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A GIORGIO PECORINI - MILANO.
Barbiana, 7.4.1967.
Caro Giorgio, stiamo ora correggendo le bozze della Lettera a una professoressa. L’autore è Scuola di Barbiana. L’editore Libreria Editrice Fiorentina. Il prezzo circa 500 lire. Te ne mando una copia dattiloscritta perché tu la legga se puoi e tu la faccia leggere a chiunque ti possa parere utile per il lancio pubblicitario. La destinataria è all’apparenza una professoressa, ma il libro è inteso per i genitori dei ragazzi bocciati e vuol essere un invito a organizzarsi. […] Mi ero fatto fare una prefazione dall’architetto Michelucci (stazione di Firenze, chiesa dell’Autostrada ecc.) che è come me un maniaco dell’arte anonima e del lavoro d’équipe. Parlava per es. dei maestri comacini, dei mosaicisti cristiani, delle cattedrali gotiche, delle ferrovie e dell’Autostrada (ponti ecc.), tutte opere di scuola e non di autore. E poi del cinema in cui tutti sono abituati a vedere decine e decine di nomi di cui nessuno riesce esattamente a scindere cosa ha fatto ognuno (registi, soggettisti, dialogo, fotografia, musica, costumi, attori…): in conclusione si ricorda forse il nome del regista, ma è per esempio pacifico che il soggetto cioè il contenuto cioè talvolta il più non è suo. Ora la prefazione di Michelucci è risultata troppo difficile per i lettori che noi vogliamo e così ho chiesto a quel sant’uomo se potevo non metterla. Resta però il problema che per me è fondamentale. Io sono in pessime condizioni. Non solo sono a letto da un anno, ma da mesi sono disteso orizzontale e dormicchiante. Stamani colgo un raro momento in cui riesco a star su per scriverti. Se i lettori maliziosi potessero vedermi capirebbero subito che anche in letteratura si può lavorare in équipe come in cinema e in architettura. Ma non possiamo insistere sul patetico. Mi occorre dunque che un giornale o due diano per scontato che questo è un lavoro dei ragazzi. Che è un modo nuovo di scrivere e che è l’unico vero e serio. Quello che sembra lo stile personalissimo di don Milani è solo lo stare per mesi su una frase sola togliendo via via tutto quello che si può togliere. Tutti sanno scrivere così purché lo vogliano. È solo un problema di non pigrizia. Su questo libro potevamo stare ancora dei mesi e farlo diventare opera d’arte fino in fondo, ma son cose che invecchiano troppo presto e così abbiamo deciso di buttarlo fuori così. Se vuoi maggiori chiarimenti sulle tecniche del lavoro d’équipe dimmelo. Ma devi far qualcosa per me. Prima di tutto perché è vero quello che ti dico cioè che il lavoro è tutto dei ragazzi salvo la mia regia (ma regia da povero vecchio moribondo). Poi perché non voglio morire signore cioè autore di libro, ma con la gioia che qualcuno ha capito che per scrivere non occorre né genio né personalità perché ci sono regole oggettive che valgono per tutti e per sempre e l’opera è tanto più arte quanto più le segue e s’avvicina al vero. Così la classe operaia saprà scrivere meglio di quella borghese. È per questo che io ho speso la mia vita e non per farmi incensare dai borghesi come uno di loro. O peggio per far dire ai maliziosi che ho fatto firmare ai ragazzi per evitare le complicazioni dell‘imprimatur. Insomma io non so se son riuscito a spiegarti cosa voglio perché come ti dicevo sono addormentato dalla mattina alla mattina, ma se puoi fare qualcosa per me in questo senso te ne sarò grato. Se non hai capito bene vieni per piacere a rifartelo spiegare a voce. Ci tengo sopra a ogni cosa. È un dovere che ho verso i ragazzi. Un abbraccio, tuo
Lorenzo
[Il libro esce i primi di maggio o poco dopo.]
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Testo tratto da:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 273-275. (Corsivi dell’Autore)
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