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#Scuola di Barbiana
gregor-samsung · 1 year
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“ La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapete di dover giudicare con leggi che ancora non son tutte giuste. Son vivi in Italia dei magistrati che in passato han dovuto perfino sentenziare condanne a morte. Se tutti oggi inorridiamo a questo pensiero dobbiamo ringraziare quei maestri che ci aiutarono a progredire, insegnandoci a criticare la legge che allora vigeva. Ecco perché, in un certo senso, la scuola è fuori del vostro ordinamento giuridico. Il ragazzo non è ancora penalmente imputabile e non esercita ancora diritti sovrani, deve solo prepararsi a esercitarli domani ed è perciò da un lato nostro inferiore perché deve obbedirci e noi rispondiamo di lui, dall’altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre. E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. Anche il maestro è dunque in qualche modo fuori del vostro ordinamento e pure al suo servizio. Se lo condannate attenterete al progresso legislativo. In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate. La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l’esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l’ora non c’è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. “
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Brano tratto dalla lettera del 18 ottobre 1965 rivolta ai magistrati incaricati di giudicare il priore di Barbiana per una sua lettera aperta a favore dell’obiezione di coscienza militare. Il testo è raccolto in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 214-215.
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luigidelia · 1 year
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Eccolo. Questo post è una piccola festa. Per Mondadori - Libri per Ragazzi è uscito il nostro libro LA SCUOLA PIU' BELLA CHE C'E' - DON MILANI, BARBIANA E I SUOI RAGAZZI. E' il mio quarto libro collettivo. Questa volta c'è anche Sandra Gesualdi oltre a Francesco Niccolini. Esce per Mondadori e i motivi per esserne fieri sono tanti. Nasce dallo spettacolo CAMMELLI A BARBIANA. E' una scrittura che attraversa le notti, le solitudini, le gioie e qualcuno dei "tesori" più segreti di quella scuola. Lo fa con pudore. Senza perdere il fuoco e la tenerezza direbbe qualcuno. Arriva, per quanto mi riguarda, dopo quasi dieci anni di ricerca personale intorno alla figura di Lorenzo e dell'esperienza irripetibile di quella scuola. Prima come educatore, poi come autore, poi come narratore. Ho avuto la fortuna di condividerne alcuni dei passaggi più importanti con questi amici cari. Il libro è bello. Molto. Più bello di quanto ci siamo resi conto noi stessi probabilmente. Oltre che per gli spettacoli quindi, da domani, energie permettendo, ci vedremo in giro anche per questo. Oggi in un sala piena e attenta lo abbiamo presentato per la prima volta per Leggenda Festival Empoli. Grazie a Mondadori per la fiducia. A Vania Pucci e Giallo Mare Minimal Teatro per i passaggi sempre importanti da Empoli. Ora speriamo che viaggi il più possibile e che possa dare un contributo importante in quest'anno così "illustre" del centenario del caro Lorenzo. La dedica dice: "A Beppe Dunghi, che non ha mai smesso di suonare la campana della chiesa vicino casa. Alle maestre appassionate. Ai ragazzi e alle ragazze. Tutti. Ai padri ribelli." Ecco. Buon viaggio! https://www.mondadoristore.it/scuola-piu-bella-che-c-e-Don-Francesco-Niccolini-Luigi-D-Elia-Sandra-Gesualdi/eai978880476605/?/&gclid=CjwKCAjwjYKjBhB5EiwAiFdSfl6Xzo4uFvNkeDBbKYYT65qqrhf_f313r9LXxk6b8GtihnLYO3zkihoC_s8QAvD_BwE&gclid=CjwKCAjwjYKjBhB5EiwAiFdSfl6Xzo4uFvNkeDBbKYYT65qqrhf_f313r9LXxk6b8GtihnLYO3zkihoC_s8QAvD_BwE&utm_source=tradedoubler&utm_medium=affiliation&utm_campaign=cpa&affId=2412710&tduid=db077d396e0d502055ba074cfb3bfd7f
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klimt7 · 1 year
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I CARE
Una dichiarazione d'intenti. Un modo di essere.
Don Milani è morto ma i semi delle sue idee sono di un'attualità sorprendente...
Aveva visto lontano. Aveva visto giusto, con la sua rivoluzionaria "SCUOLA DI BARBIANA".
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susieporta · 2 years
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Tra le due accezioni del termine cura, io penso però che prevalga quella passiva, nel senso che la vita è anzitutto inquietudine, affanno, preoccupazione, paura, fame, freddo. «L’essere vivente è sempre in travaglio», scriveva Aristotele: noi lo vediamo dal fatto che ogni vivente chiede cura, come gli uccellini nel nido con il loro ininterrotto pigolare. Anche tra gli esseri umani io penso che non esista nessuno che non sia bisognoso di cura in senso attivo a causa del suo essere cura in senso passivo. Anche coloro che vogliono dimostrare di non aver bisogno di nulla, ne sono bisognosi, forse in misura maggiore.
In inglese il significato attivo di cura viene espresso mediante il termine care, e se lo dico è per ricordare la grandiosa intuizione di don Lorenzo Milani che, in contrapposizione al motto del fascismo «Me ne frego», sulla porta della scuola di Barbiana da lui fondata per l’istruzione dei bambini più poveri scrisse: I care, «Io mi prendo cura».
Vito Mancuso
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lamilanomagazine · 3 months
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Nuovi modenesi, 212 bambini diventano cittadini onorari
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Nuovi modenesi, 212 bambini diventano cittadini onorari. Sono Alak, Francisca, Leonard, John, Asmin, Esther, Atakwrah, Nyah, Julia, Andrea, Djeneba e tanti altri bambini i nuovi cittadini onorari di Modena. A consegnare loro la pergamena che lo attesta, durante la cerimonia di Bambin@=Cittadin@ promossa da Comune e Unicef, in Galleria Europa, è stato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Nello stesso momento in 54 classi quinte delle scuole primarie di tutti gli Istituti comprensivi cittadini altre decine di bambini, nati in Italia da famiglie migranti residenti a Modena dove hanno terminato un ciclo di studi, ricevevano dalle mani delle loro insegnanti lo stesso attestato: un riconoscimento simbolico ma molto importante, in quanto afferma che tutti i bambini cresciuti insieme in Italia frequentando le stesse scuole hanno uguali diritti di cittadinanza e riconosce alla scuola un ruolo centrale nel processo di costruzione di una comunità interculturale inclusiva. La stessa festa, lo stesso battimani e vociare felice dei bambini delle classi 5 A e B della scuola Cittadella dalla Galleria Europa, dove campeggia un frammento originale del muro di Berlino a testimonianza dei valori a fondamento dell'Unione europea, ha abbracciato, sulle note dell'Inno di Mameli e dell'Inno alla gioia, tutte le classi collegate in diretta streaming. Complessivamente 212 i bambini che sono diventati cittadini onorari nella città dove vivono, giocano e studiano. Il conferimento simbolico della cittadinanza onoraria, iniziativa nata su volontà del Consiglio comunale nel 2015 che, ad oggi, ha interessato in tutto oltre 1800 bambini, è stato il momento culminante di una bella festa con cui i cittadini di domani hanno dialogato con gli amministratori di oggi. A rispondere a domande e curiosità dei bambini, oltre al sindaco Muzzarelli, sono stati il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, il presidente di Unicef Modena Lorenzo Iughetti e l'assessora a Istruzione, Sport e Pari opportunità Grazia Baracchi. La regia della festa, come del percorso alla cittadinanza che grazie al lavoro dei docenti e al sostegno di Unicef, durante l'anno scolastico accompagna i bambini (quelli che ricevono la cittadinanza come i loro compagni) a questo momento, è infatti del Settore Istruzione con il Centro educativo Memo. "Cittadini si diventa ogni giorno attraverso gli impegni che vi prendete, attraverso l'assunzione di diritti e doveri. In questo percorso per diventare persone responsabili, un percorso che valorizza le differenze per non farle diventare diseguaglianze e che fate innanzitutto a scuola, ci aiutano anche le vostre insegnanti", ha detto l'assessora Baracchi ai bambini. E "da sindaca a sindaco" al primo cittadino Gian Carlo Muzzarelli dalla 5A della primaria S. Giovanni Bosco, collegata on line, è arrivata anche la prima domanda sul ruolo di sindaco. A porla è Omaima appena eletta sindaca della sua classe al termine di una campagna elettorale che ha conosciuto anche qualche ombra ma che alla fine ha premiato colei di cui "ci si può fidare", commentano i compagni. "Ti faccio i miei complimenti perché maturare il senso dell'impegno e il valore di mantenere gli impegni presi è importantissimo per un sindaco come per ciascuno di noi; mettiti sempre in ascolto e a disposizione degli altri perché se maturerai questa sensibilità sociale sarai sicuramente una sindaca migliore", le ha detto il sindaco Muzzarelli portando a bambini e insegnanti anche il saluto e gli auguri del vescovo Don Erio Castellucci. Da un progetto sulla Costituzione che li ha portati alla scoperta di don Lorenzo Milani e della sua scuola di Barbiana, la V B delle Cittadella attraverso la voce di Cecile ha posto l'accento sull'importanza dello sport e di avere spazi e occasioni per muoversi, sollecitando sul tema l'assessora Baracchi. Mentre la V A, dopo un percorso incentrato sulla parola "condivisione", ha affidato a Muslima il compito di sondare le paure dei grandi, così come l'importanza del gioco anche per gli adulti. "Ho tante piccole paure – ha ammesso il presidente del Consiglio Poggi - ma la principale è di smettere di avere paura; bisogna avere il coraggio di avere paura, perché è avendo paura che si superano le difficolta e si cresce, così come attraverso il gioco ci si confronta con gli altri e con le regole, e con gli altri ci si diverte anche, cosa importantissima per noi tutti". Altre classi si sono interrogate sulle differenze e sul sentirsi diversi, grazie al progetto di Unicef dedicato alla storia di un quadrato nel paese dei cerchi. Non solo tutti i bambini si sono sentiti almeno una volta quadrato tra cerchi, capita anche agli adulti e "non sempre è sbagliato essere quadrati in mezzo a rotondi, se significa pensarla diversamente e cercare la condivisione attraverso il confronto per realizzare una comunità inclusiva", hanno sottolineato il sindaco e  Poggi, "perché si può essere rotondi o quadrati ma l'importante è condividere i valori fondanti e per far conoscere a tutti i vostri diritti - ha aggiunto Iughetti rispondendo a Giacomo della 5B delle De Amicis - dovete innanzitutto conoscerli e parlarne tra voi, in famiglia e con gli amici, riconoscendo e rispettando i diritti degli altri ed esigendo che anche i vostri siano rispettati: questo significa fare politica".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Intervista a Sandra Passerotti: "Per don Milani l'emancipazione delle donne passa dal lavoro"
Durante il Festival internazionale dell’educazione Sandra Passerotti racconta di come nasce il libro che rivela la presenza di ragazze bambine nella scuola di Barbiana. Una scuola sperimentale avviata da don Milani tra il 1954 e 1967,  dove l’educazione era la stessa per tutti. Don Milani cercò di mandare anche le ragazze all’estero per imparare le lingue e attivò un corso di taglio e cucito per…
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anticattocomunismo · 1 year
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"L'equivoco don Milani" e gli effetti del donmilanismo
Una recente opera di sintesi di Adolfo Scotto di Luzio rilegge criticamente la figura e la pedagogia del priore di Barbiana il cui mito ha contribuito non poco alla decadenza della scuola italiana. Pauperismo, anti-intellettualismo, l’odio per le attività ricreative e l’idea che conti solo il sapere pratico sono tra gli ingredienti di una visione riduttiva dell’uomo che mina la stessa idea di…
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personal-reporter · 1 year
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Mare di Libri 2023 a Rimini
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Mare di Libri, il Festival dei Ragazzi che leggono, torna nel centro storico di Rimini dal  16 al 18 giugno, con partecipanti, volontari e ospiti da tutta Italia e dall’estero.  I giovani saranno come sempre i protagonisti della manifestazione, giunta alla sua sedicesima edizione e con circa 40 appuntamenti, divisi in 30 eventi a cui si aggiungono 11 laboratori e discussioni aperte intergenerazionali su temi contemporanei, dialoghi tra generi e generazioni, tra ragazzi e ragazze e gli autori e le autrici che interverranno in questa edizione. Il format classico è l'incontro con l'autore, e in molti casi l'intervista è affidata a giovani lettori e lettrici di gruppi di lettura provenienti da tutta Italia, con nomi come Manlio Castagna, Davide Morosinotto, Pierdomenico Baccalario, Igor De Amicis, Antonio Ferrara, Cecilia Randall, ma non mancheranno gli ospiti stranieri, che saranno Anne Fine, Guus Kuijer e Dark Visser. Tra le novità c'è quella relativa al Premio Mare di Libri, che giunto alla decima  edizione, per la prima volta si apre alla categoria della Graphic Novel. Saranno tre gli eventi durante i quali si rifletterà su grandi temi della contemporaneità con il format 1 parola 2 generazioni, dove la parità  sarà al centro di un incontro con Vera Gheno e Giulia Blasi; attorno a scuola dialogheranno Enrico Galliano e Gaja Cenciarellii; su lavoro interverranno i Maura Gancitano e Andrea Colamedici (Tlon). Il format dei generi narrativi tratterà di fantasy, criminalità, narrazioni giovanili e riscritture mitologiche e ogni appuntamento si svilupperà come una conversazione a due voci tra due autori e il pubblico. Quest'anno gli anniversari da celebrare saranno tre, venerdì 16 giugno lo spettacolo Cammelli a Barbiana racconterà la figura di Don Milani, sabato sera sarà la volta di Alessia Canducci e Alfonso Cuccurullo che interverranno su Italo Calvino e domenica sera chiuderà il festival una serata dedicata al mondo Disney, con letture di Nadia Terranova, Giusi Marchetta e la conduzione di Manlio Castagna al Teatro Galli. Sono tanti i laboratori in questa edizione, dove si esplorerà la mindfulness con Elisa Castiglioni, la poesia con Antonio Ferrara e Marianna Cappelli e si parlerà di ambiente con Andrea Vico, e di fumetti con Gud, il fumettista che ha curato l'immagine del poster del festival di quest'anno. Non mancheranno gli speed-date con gli editor, con protagonisti i professionisti di diverse case editrici che hanno il compito di raccontare i libri pubblicati in pochissimi minuti, cercando di incuriosire i lettori. Read the full article
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Don Lorenzo Milani, 100 anni fa nasceva il sacerdote della Scuola di Barbiana
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ultimaedizione · 1 year
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Don Milani e la scelta dei poveri - di Carlo Parenti
A Firenze il 27 maggio 1923 nasceva -in una colta famiglia borghese, da Albano Milani Comparetti e Alice Weiss, ebrea triestina- Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti. Ricorre dunque in questo mese di maggio 2023 il centenario della nascita del “priore di Barbiana”, sede di quella omonima scuola che, con “Lettera a una professoressa” (maggio 1967), tese a garantire l’eguaglianza con la…
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COMUNICATO STAMPA 24 MAGGIO 2023
Dalla Fiera del libro di Vietri sul mare solidarietà a Faenza, il ricordo di don Lorenzo Milani e della “cultura distrutta “ di Via dei Georgofili
La Fiera del libro "Un Libro d'a...Mare" 2023, che si terrà a Marina Vietri sul mare nei giorni 26 - 27 e 28 maggio, sarà una fiera all’insegna del ricordo di Don Lorenzo Milani, scrittore, docente ed educatore cattolico, dell’attentato all'Accademia dei Georgofili a Firenze e di solidarietà a Faenza.
In concomitanza con i festeggiamenti per il centenario della nascita di don Milani la Regione Toscana il 27 maggio ospiterà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in visita a Barbiana ricorderà il grande prete scrittore.
Gli scritti di don Milani innescarono al tempo aspre polemiche, coinvolgendo la Chiesa cattolica, gli intellettuali e politici dell'epoca.
Nel dicembre del 1954 venne mandato a Barbiana, una minuscola e sperduta frazione di montagna nel comune di Vicchio, in Mugello, dove entrò in contatto con una realtà di povertà ed emarginazione ben lontana rispetto a quella in cui aveva vissuto gli anni della sua giovinezza.
La sua figura di prete è legata all'esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata e isolata scuola di Barbiana, nella canonica della chiesa di Sant'Andrea.
Gli ideali della scuola di Barbiana erano quelli di costituire un'istituzione inclusiva, democratica, con il fine non di selezionare ma piuttosto di far arrivare, tramite un insegnamento personalizzato, tutti gli alunni a un livello minimo d'istruzione garantendo l'eguaglianza con la rimozione di quelle differenze che derivano da censo e condizione sociale.
La scuola suscitò immediatamente molte critiche e ad essa furono rivolti attacchi, sia dal mondo della chiesa sia da quello laico.
Fu don Milani ad adottare il motto inglese "I care", letteralmente ”mi importa”, ”mi interessa”, ”ho a cuore”, in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista, che sarà in seguito fatto proprio da numerose organizzazioni religiose e politiche, tra cui ultima la presidente del Parlamento dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, la quale intervenuta allo State of the Union in collegamento con l’Università europea di Firenze ebbe a dichiarare :
"Negli anni Sessanta, un giovane maestro, don Lorenzo Milani, scrisse su un muro di una scuola a Barbania, due semplici parole in inglese: ”I care”, spiegando ai suoi studenti che quelle due parole sarebbero dovute diventare le più importanti da apprendere.
Don Milani ci ha trasmesso l’etimologia di educare, che non è immettere, ma educere, tirare fuori il meglio dalle menti ben predisposte.
Il motto di Don Milani “ I CARE” è l’esempio europeo, significa prendersi responsabilità.
Dal febbraio 2022 milioni di europei hanno detto
'I care' con le loro azioni” di “volontariato “.
Durante al Fiera del Libro si ricorderà, inoltre il trentesimo anniversario della strage di via dei Georgofili, l'attentato terroristico compiuto da Cosa nostra nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 tramite l'esplosione di un'autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi.
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L'esplosione dell'autobomba imbottita con 277 chilogrammi di esplosivo provocò l'uccisione di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni) con le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (appena 50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di una quarantina di persone.
Ma la cultura oltraggiata è oggi a Faenza, una Città di antica tradizione ceramica, devastata dagli alluvioni dei gironi scorsi.
Anche il Museo Carlo Zauli, che nasce a Faenza nel 2002, all'interno degli spazi che dal 1949 furono luoghi di lavoro dello scultore faentino e punto di riferimento nella produzione e divulgazione dell'arte contemporanea, è completamente distrutto. Chiunque voglia contribuire alla sua ricostruzione potrà effettuarla attraverso questa raccolta fondi GoFundMe.
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*Alluvione Faenza Museo Carlo Zauli* https://gofund.me/289ac87d o effettuare una donazione attraverso il link https://gofund.me/51e5a625
La Fiera del libro di Vietri sul mare vuole essere un ulteriore momento di stimolo per incrementare la lettura, che da sempre contribuisce a tirar fuori il meglio delle persone ben predisposte.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande «I care». È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. «Me ne importa, mi sta a cuore». È il contrario esatto del motto fascista «Me ne frego». Quando quel comunicato* era arrivato a noi era già vecchio di una settimana. Si seppe che né le autorità civili, né quelle religiose avevano reagito. Allora abbiamo reagito noi. Una scuola austera come la nostra, che non conosce ricreazione né vacanze, ha tanto tempo a disposizione per pensare e studiare. Ha perciò il diritto e il dovere di dire le cose che altri non dice. È l’unica ricreazione che concedo ai miei ragazzi. Abbiamo dunque preso i nostri libri di storia (umili testi di scuola media, non monografie da specialisti) e siamo riandati cento anni di storia italiana in cerca d’una «guerra giusta». D’una guerra cioè che fosse in regola con l’articolo 11 della Costituzione. Non è colpa nostra se non l’abbiamo trovata. Da quel giorno a oggi abbiamo avuto molti dispiaceri. Ci sono arrivate decine di lettere anonime di ingiurie e di minacce firmate solo con la svastica o col fascio. Siamo stati feriti da alcuni giornalisti con «interviste» piene di falsità. Da altri con incredibili illazioni tratte da quelle «interviste» senza curarsi di controllarne la serietà. Siamo stati poco compresi dal nostro stesso Arcivescovo (Lettera al Clero 14.4.1965). La nostra lettera è stata incriminata. Ci è stato però di conforto tenere sempre dinanzi agli occhi quei 31 ragazzi italiani che sono attualmente in carcere per un ideale. Cosi diversi dai milioni di giovani che affollano gli stadi, i bar, le piste da ballo, che vivono per comprarsi la macchina, che seguono le mode, che leggono giornali sportivi, che si disinteressano di politica e di religione. Un mio figliolo ha per professore di religione all’Istituto Tecnico il capo di quei militari cappellani che han scritto il comunicato. Mi dice di lui che in classe parla spesso di sport. Che racconta di essere appassionato di caccia e di judo. Che ha l’automobile. Non toccava a lui chiamare «vili e estranei al comandamento cristiano dell’amore» quei 31 giovani. I miei figlioli voglio che somiglino più a loro che a lui. “
* L'11 febbraio 1965 un gruppo di cappellani militari in congedo della Toscana, riunitisi in assemblea a Firenze nell’anniversario della conciliazione tra Stato e Chiesa, votarono un ordine del giorno in cui dichiaravano, fra l’altro, di considerare «un insulto alla Patria e ai suoi Caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza”, che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà». L’ordine del giorno, pubblicato dal quotidiano «La Nazione» di Firenze, fu fatto conoscere a don Lorenzo da alcuni giovani di San Donato e da un amico professore di Prato saliti a Barbiana la domenica successiva. Il Priore stava facendo scuola. Lesse il ritaglio del giornale insieme ai ragazzi. Se ne discusse un’intera serata, e maturò così la «Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell'11 febbraio 1965». La Lettera, firmata da don Lorenzo, venne diffusa a stampa in forma di volantino e fu riprodotta parzialmente da vari giornali e per intero dal settimanale del P.C.I. «Rinascita» [ Nota del curatore ].
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Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976; pp. 213-214.
[1ª Edizione: 1970]
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luigidelia · 11 months
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Ho avuto l'onore nei giorni scorsi di essere intervistato da Pamela Giorgi di Indire, l'Istituto Nazionale per la Documentazione e la Ricerca Educativa. L'incontro era dedicato a quello che la figura di Don Milani ha rappresentato per me, prima come educatore, mestiere che ho praticato per molti anni, e poi come narratore. Eccola pubblicata per Rai Scuola. Se vi fa piacere buona visione e condividete pure. Grazie Pamela per gli stimoli sempre vivi.
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Il primo obiettore di coscienza in Italia per motivi politici
Il primo obiettore di coscienza in Italia per motivi politici è stato Pietro Pinna. Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale lo avevano profondamente segnato e, quando, fu richiamato alle armi, si rifiutò di indossare la divisa. Prima di lui, durante la Prima Guerra Mondiale, diversi uomini si distinsero per la scelta della non violenza, subendo processi e condanne. Chi è stato il primo obiettore di coscienza in Italia per motivi politici? Pietro Pinna è uno dei simboli del movimento non violento in Italia. Il suo antimilitarismo maturato durante la Seconda Guerra Mondiale, lo portò, nel 1948, a rifiutare di prestare il servizio militare di leva. Le sue non erano motivazioni religiose com'era accaduto, per esempio, per Remigio Cuminetti durante la Prima Guerra Mondiale. Le sue convinzioni avevano una matrice laica e politica alimentata anche dalla frequentazione con il filosofo Aldo Capitini. Politico, poeta e antifascista, Capitini fu uno dei primi a diffondere in Italia il pensiero pacifista di stampo gandhiano. Pietro Pinna ebbe due condanne: la prima a dieci anni di reclusione, la seconda a otto. Tuttavia, la sua vicenda si concluse con un provvedimento di riforma per "nevrosi cardiaca". La sua difesa fu assunta dall'avvocato Bruno Segre che divenne uno degli avvocati più famosi in Italia in materia di obiezione di coscienza. L'obiezione di coscienza nel secondo dopoguerra Prima che fosse approvata la legge sull'obiezione di coscienza, in Italia, gli obiettori erano considerati alla stregua dei disertori e venivano perseguitati con dure sanzioni penali. In alcuni casi erano puniti con la prigione, il confino o la deportazione in campi di lavoro forzato. In altri, furono anche sottoposti a un processo militare e condannati a morte. La società italiana dell'epoca era fortemente militarizzata e nazionalista, quindi gli obiettori di coscienza erano spesso considerati traditori della patria e subivano ostracismo sociale e discriminazione. Ciò nonostante, non mancarono casi di solidarietà e sostegno verso gli obiettori di coscienza in Italia, soprattutto tra i circoli religiosi e pacifisti. Il sacerdote don Lorenzo Milani, fondatore della scuola di Barbiana, durante la Seconda Guerra Mondiale incoraggiò i giovani a non iniziare alla guerra e a disertare, offrendo loro un rifugio sicuro nella sua scuola. Quando è stata riconosciuta l'obiezione di coscienza in Italia? Il riconoscimento dell'obiezione di coscienza in Italia ha seguito un percorso lungo iniziato negli anni Settanta. La prima legge in materia risale al 1972 (Legge n. 772 detta anche Legge Marcora) e prevedeva la possibilità di scegliere il servizio civile sostitutivo di quello militare. Il servizio civile, però, durava otto mesi in più rispetto a quello militare. In più agli obiettori era negata la possibilità di impiegarsi presso la pubblica amministrazione. Nel 1989, una sentenza della Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la diversa durata tra servizio civile e servizio militare per cui le due opzioni furono equiparate. In seguito, la legge n. 130 del 2007 ha dato la possibilità di rinunciare allo stato giuridico di obiettore. Con questa rinuncia i soggetti possono impiegarsi nella difesa, nelle forze armate, avere il porto d'armi. In copertina foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 5 months
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Festa della Toscana: Pietro Ichino, la lezione sul messaggio teologico-evangelico di Don Milani
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Festa della Toscana: Pietro Ichino, la lezione sul messaggio teologico-evangelico di Don Milani. Firenze – "L'intendimento originario di tutta l'opera di don Milani è di natura essenzialmente teologico-evangelica, l'amore per il prossimo come manifestazione di Dio su questa terra, ed etica: non c'è una sola parola di argomento politico, detta o scritta da lui, che non si collochi nell'ambito di un discorso eminentemente etico e di fede cristiana". È questo uno dei passaggi più importanti della lezione, aperta anche agli studenti – erano presenti in sala studenti del Liceo Machiavelli di Firenze e del Liceo artistico Petrocchi di Pistoia – che Pietro Ichino, docente di Diritto del lavoro ed ex senatore, ha tenuto oggi pomeriggio su Don Lorenzo Milani nell'auditorium del Consiglio regionale della Toscana. La lezione, intitolata 'Il miracolo sconosciuto di Don Lorenzo Milani. La parola e la scuola', è stata il cuore dell'evento organizzato dal Premio internazionale Ceppo nel quadro delle iniziative della Festa della Toscana 2023 ("I Care", la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze a 100 anni dalla nascita di don Milani"), che il Consiglio regionale ha voluto dedicare al sacerdote di Barbiana nel centenario della nascita per ricordare il suo insegnamento. "Don Lorenzo Milani è stato un grande educatore – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo –. Per raccontarlo abbiamo scelto tante personalità con altrettanti punti di vista differenti. Ho avuto la possibilità di leggere in questi giorni in libro di Pietro Ichino, che contiene un messaggio forte di don Lorenzo Milani: l'educazione, la formazione, la scuola sono il modo per superare le disuguaglianze. Sono contento che siano presenti le ragazze e i ragazzi di due scuole, perché questo messaggio dobbiamo farlo arrivare prima di tutto a loro". Mazzeo ha voluto ringraziare Ichino per essersi fatto portatore di messaggi di speranza. La Toscana è sempre stata terra di grandi ideali e di progresso, vhe ha lavorato per costruire una società più giusta. Per riuscirci serve che alcuni valori fondamentali siano condivisi da tutti. Nella sua lezione, Ichino ha messo in evidenza l'attualità del messaggio di don Lorenzo Milani attraverso il ricordo diretto dei suoi incontri di ragazzino con il sacerdote. Nel 1959 il Priore di Barbiana e i suoi primi sei allievi, di età intorno ai dieci anni, vennero ospitati per una settimana a Milano dalla famiglia di un altro ragazzo della stessa età, Pietro Ichino, che con loro partecipò alla visita della città e di due grandi sue fabbriche, sotto la guida e con il commento dello stesso don Lorenzo. Ne seguì un legame profondo e una frequentazione assidua tra di loro, fino alla morte del sacerdote ma anche in seguito, con i ragazzi di Barbiana che ne hanno custodito l'eredità, di cui restano numerosi documenti: dai temi scritti dai sei primi allievi sulla loro esperienza milanese subito dopo il ritorno a Barbiana, alla corrispondenza tra don Lorenzo e con i genitori di quel ragazzo. Il quale nel corso di quell'esperienza rimase colpito nel vedere prodigiosamente avverarsi sotto i propri occhi una massima paradossale appartenente alla cultura ebraica che accomunava la sua famiglia a quella dei Milani, proprio nella testimonianza sconvolgente del sacerdote esiliato nella sperduta pieve di montagna, che sull'esilio stesso fondava il senso della propria vita. Ichino aveva 18 anni quando don Lorenzo Milani morì, nel 1967. Ha parlato del rapporto fra Don Milani e la sua famiglia nel libro "La casa nella pineta" (Giunti 2018), nel quale in appendice sono riprodotte le lettere dei ragazzi di Barbiana che raccontano questa esperienza. Don Milani, ha detto ancora Ichino a margine del colloquio, "viveva molto profondamente la scelta di parità sociale, era un vero comunista, più di tanti altri, ma il suo era un comunismo etico, non fondato su dottrine politiche, ma su una spinta fondamentalmente evangelica". Il presidente del Premio Ceppo Paolo Fabrizio Iacuzzi, che ha preso parte all'incontro anche in rappresentanza di Giunti editore, insieme al giurato del Premio Ceppo, Filiberto Segatto, ha ricordato che "Il premio Ceppo ha cominciato a lavorare con i ragazzi delle scuole di Firenze e Pistoia su un progetto educativo, per il quale il professor Ichino è un testimone importante: aveva l'età di questi ragazzi quando conobbe don Milani nella sua gita a Milano. Anche la radice etica della scelta personale di Ichino, influenzata da don Milani, è molto importante da trasmettere".  L'evento si è svolto con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana – Festa della Toscana 2023 e del Comune di Pistoia, con il sostegno della Fondazione Caript e il contributo di Giunti Editore. Prima dell'evento in Auditorium, il presidente Antonio Mazzeo, ha ricevuto Pietro Ichino nel suo studio per un breve incontro privato, al termine del quale Ichino ha firmato il Libro degli ospiti del Consiglio regionale. -------------- Pietro Ichino (Milano, 1949) è professore di Diritto del lavoro e avvocato. È stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil (1969-73), responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano (1973-79), deputato nel Parlamento italiano nell'ottava legislatura (1979-83) e senatore dal 2008 al 2018. Nel 2009 gli è stato assegnato l'Oscar del Riformista per il miglior parlamentare dell'anno. Ha scritto numerosi libri in materia di lavoro e di diritto, tra i quali, per Mondadori, Il lavoro e il mercato (1996), A che cosa serve il sindacato? (2005), I nullafacenti (2006), Inchiesta sul lavoro (2011), Il lavoro ritrovato (2015). Collabora con il Corriere della Sera. Nel 2018 ha pubblicato per Giunti Editore La casa nella pineta. Storia di una famiglia borghese del Novecento... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ANSA/100 anni Don Milani in nome della scuola e contro la guerra
(di Paolo Petroni) (ANSA) – ROMA, 26 MAG – “La scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde. La scuola dell’obbligo ne perde per strada 462mila l’anno”, si leggeva nel 1967 (un anno prima del fatidico ’68) in ‘Lettera a una professoressa’ firmata dai ragazzi della Scuola di Barbiana di cui era promotore e anima Don Lorenzo Milani, che proseguiva: “A questo punto gli unici incompetenti di…
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