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#Miguel Benasayag
gregor-samsung · 1 year
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“ Alcuni anni fa Marc, un bambino di dieci anni, è venuto in ospedale per un colloquio. Come accade spesso in questi casi, il bambino preoccupava molto le persone che lo circondavano. La famiglia si era decisa a chiedere un colloquio in seguito a un’esperienza negativa in una colonia di vacanze dove un certo comportamento, che fino a quel momento era passato più o meno inosservato, era “esploso”. Un lunedì mattina accolgo quindi questo bambino con i suoi genitori, visibilmente agitati (come la maggioranza dei genitori che accompagnano il figlio in un servizio di psichiatria, la loro angoscia è raddoppiata dalla paura implicita di essere giudicati: “Siamo dei bravi genitori? O saremo considerati delle persone che non hanno saputo educare i loro figli al punto che adesso, per il loro bene, la società dovrà occuparsi di loro?”). Mi raccontano che tutto è cominciato nella colonia di vacanze in cui Marc rifiutava di lavarsi nudo di fronte agli altri bambini. Poi Marc stesso mi spiega che, anche a casa, si fa la doccia vestito con una specie di camicione e che si insapona attraverso il sottile tessuto. Mi spiega poi che gli istruttori della colonia erano molto turbati per quello che raccontava. Marc aveva infatti spiegato, riprende la madre, di essere l’imperatore di un pianeta chiamato Orbuania e che, come imperatore di questo pianeta, veniva ogni giorno sulla terra in osservazione. Ma ogni notte lasciava il suo corpo e tornava nel suo pianeta dove riprendeva la sua normale vita di imperatore. A quel punto chiedo ai genitori se Marc avesse già parlato loro di tutto questo e rispondono che sì, naturalmente gliene aveva parlato. Marc aveva inoltre scritto una serie di quaderni in cui descriveva la vita di Orbuania, che aveva fatto leggere ai suoi insegnanti, i quali trovavano, come del resto i genitori, che sebbene il bambino fosse un po’ ossessionato dalla sua storia, rivelasse in fondo solo di possedere un’immaginazione un po’ troppo fervida. È necessario precisare che Marc aveva rivelato, nei vari test a cui era stato sottoposto in ospedale, un’intelligenza superiore alla media. E agli psicologi che gli avevano sottoposto i test aveva dichiarato di voler parlare del suo impero con qualcuno, ma che non voleva essere trattato “psicologicamente”. Gli ho chiesto perché. Dall’alto dei suoi dieci anni, mi ha risposto che gli psicologi sono persone che non capiscono nulla delle cose, che interpretano tutto e che lui invece desiderava parlare, ma in modo più complesso e profondo, con un adulto che non lo catalogasse. Non credevo alle mie orecchie: quel bambino mi stava dicendo che non voleva essere trattato come un sintomo. Mi diceva molto chiaramente che desiderava parlare, ma che quella conversazione non doveva cadere in un riduzionismo tecnico. Gli dissi immediatamente che io ero uno psicologo, ma che ero anche un filosofo, che la sua storia mi interessava molto e che desideravo parlare con lui anche se non capivo bene perché volesse parlare con qualcuno.
Penso che all’inizio il desiderio di comunicare la sua visione delle cose nascesse da due ragioni ben distinte: da una parte, le persone reagivano male quando lui parlava del suo impero; e dall’altra, siccome in questa storia non tutto gli era completamente chiaro, l’opinione di qualcuno che non lo giudicasse gli era preziosa. Tale fu il nostro primo patto, che restò intatto per oltre dieci anni di lavoro comune e di amicizia reciproca. “Signor imperatore”, è così che ho cominciato molto presto a chiamarlo. Quell’appellativo è diventato il suo nome, o meglio il suo soprannome, che accettava con un certo piacere. E non ero il solo a chiamarlo così: le segretarie, vedendolo arrivare per la sua ora di discussione (non è mai stata una seduta), lo salutavano, senza alcun tono di scherno, dicendogli: “Buongiorno signor imperatore! Un po’ alla volta, Marc mi descriveva il suo pianeta. Parlavamo anche della difficoltà di vivere sulla Terra, una difficoltà che sotto molti aspetti ci accomunava — con lo svantaggio per me che io, contrariamente a lui, non sono imperatore neanche per qualche ora al giorno. Fin dai primi incontri ho chiesto a Marc cosa pensasse della realtà di Orbuania. Sviluppò a questo proposito una teoria che non è mai cambiata nel corso degli anni, anche se con il tempo si è affinata. Orbuania e le sue costellazioni, i pianeti che dipendevano dal suo impero e i suoi nemici esistevano davvero, ma non poteva dimostrarlo. Mi proponeva quindi di adottare, a proposito dell’esistenza del suo impero, la “scommessa di Pascal” riguardo all’esistenza di Dio. Si può immaginare il mio stupore (e non sarebbe stato l’ultimo!) quando udii una tale proposta uscire dalla bocca di un bambino di quell’età! La realtà di Orbuania non dipendeva da una credenza personale, ma dal grado di esistenza determinato dalla necessità che un tale oggetto esistesse... Qualche anno dopo, quando Marc cominciava ad avere il profilo del matematico che è oggi, ha partecipato come uditore ad alcune riunioni, da me coordinate, con due ricercatori (un matematico e un fisico), in vista della stesura di un libro di logica matematica. Tra i soggetti che affrontavamo c’era il problema ontologico dello statuto di esistenza dell’oggetto della scienza. L’imperatore offriva il suo parere sui teoremi fondamentali di Gödel e di Cohen, tra gli altri. E appena poteva ci dava notizie di Orbuania, cosa che incuriosiva al massimo, come si può immaginare, gli scienziati miei complici, assolutamente incapaci di definire ciò che “esiste” o meno, e perfino di saper dire più o meno cosa questa parola significhi. Un giorno ho vissuto un episodio piuttosto comico con l’imperatore. Era un pomeriggio d’estate e faceva molto caldo al Centro; quando Marc arrivò gli proposi di andare a bere qualcosa al bar, come facevamo abbastanza spesso. Al bar quando il cameriere viene a prendere l’ordinazione, chiedo a Marc: “E lei, cosa desidera, signor imperatore?”. Marc risponde e, quando il cameriere si allontana, mi dice in tono protettivo: “Vede, Benasayag, a me non dà nessun fastidio, ma se continua a chiamarmi ‘signor imperatore’ in pubblico, finiranno per pensare che lei è un po’ matto” — e accompagna l’affermazione con un gesto esplicito, puntando l’indice sulla tempia e facendolo ruotare su se stesso. Poco per volta imparavo a capire quando potevo chiamarlo signor imperatore. E lui da parte sua imparava, probabilmente insegnandolo a me, che non tutti sono in grado di capire le interessanti informazioni sul suo pianeta, per la semplice ragione che poche persone sono in grado di comprendere d’acchito i Pensieri di Pascal. Questa storia non deve farci dimenticare ciò che non è ancora stato detto, cioè che Marc non è mai stato medicalizzato, che non è mai stato ospedalizzato in un reparto di psichiatria, né etichettato e non è nemmeno mai rientrato in un programma di integrazione... Solo quando è entrato all’École normale supérieure, dopo aver fatto Matematica superiore e Matematica speciale, gli ho suggerito di dedicarsi alla ricerca anziché all’insegnamento e lui, condividendo il mio parere, ha seguito il mio consiglio. A un certo punto di questa storia con Marc, gli ho proposto di realizzare un breve filmato in cui lui avrebbe descritto il suo impero e spiegato i delicati meccanismi di quel mondo in cui i due sessi non si distinguevano per alcun segno esteriore, essendo entrambi identicamente “piatti”, in cui il partito maggioritario era misogino, in cui le donne (che lui era il solo a poter identificare) erano geneticamente inferiori agli uomini e in cui i membri di un partito anarchico venivano sovvenzionati come clown ufficiali dell’impero. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, i racconti di Orbuania non assomigliavano affatto a un romanzo di fantascienza. L’imperatore mi informò piuttosto dettagliatamente, nel corso degli anni, sulla circolazione delle auto, sulle tasse, sull’educazione eccetera. E mi teneva informato sulle interminabili guerre e conflitti che il suo impero intratteneva con le colonie, perché il signor imperatore non era propriamente di sinistra... Marc era molto interessato a realizzare un documentario audiovisivo, a patto che fosse rispettata una condizione preliminare, ovvero che il film non fosse utilizzato come “materiale psichiatrico”. Il documentario poteva essere mostrato a filosofi, ad antropologi o ad altri intellettuali, ma in nessun caso a dei tecnici che non vi avrebbero riconosciuto altro che sintomi, cioè che non vi avrebbero visto, per usare le parole di Marc, “niente”. “
Miguel Benasayag, Gérard Schmit, L'epoca delle passioni tristi, Feltrinelli, 2004 [Libro elettronico]
[ Edizione originale: Les Passions tristes. Souffrance psychique et crise sociale, La Découverte, 2003 ]
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(via https://vimeo.com/725950306?ref=tu-v-share)
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lamilanomagazine · 3 months
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Modena: "Una città che si fa comunità. Le nuove sfide del welfare"
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Modena: "Una città che si fa comunità. Le nuove sfide del welfare". Come creare il senso di comunità? Come fare in modo che le persone non si sentano sole? Come costruire legami di comunità in grado di offrire a ciascun cittadino riconoscimento e sostegno? Sono queste le nuove sfide di un welfare di comunità su cui Modena vuole riflettere, crescere e progettare. "Una città che si fa comunità. Le nuove sfide del welfare" è l'evento in programma a Modena il 5 e 6 aprile con cui l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Modena, aprendosi al contributo di esperti di diverse discipline, intende mettere a fuoco i percorsi sociali, professionali e organizzativi necessari per costruire il benessere della comunità. Assemblee plenarie e workshop si svolgeranno presso la Camera di Commercio di Modena, in via Ganaceto 134 e saranno aperti al contributo di cittadini e soggetti del Terzo settore. Per l'organizzazione dell'evento l'assessorato si avvale della collaborazione dello Studio APS di Milano. "Immaginare quale welfare vogliamo – afferma l'assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli - è importante per capire come costruire il benessere di ciascuno e dell'intera comunità. La città che si fa comunità è quella città che sa esprimere prossimità e sostegno ai suoi cittadini. In questa prospettiva le politiche di welfare sono chiamate a concepire l'aiuto non più solo come processo unidirezionale, ma come scambio reciproco che restituisce valore a tutte e tutti. Nella reciprocità di diritti e doveri si radica il welfare di comunità, la scommessa più bella che attende Modena e una sfida per tutte le sue componenti, perché una città si fa comunità se le diverse anime ed energie che la vivono cooperano e cooprogettano". La riflessione in programma a Modena intende infatti coinvolgere Enti pubblici, realtà del Terzo settore, cittadini e reti informali del territorio, anche con l'obiettivo di esplorare nuove piste di lavoro per immaginare il welfare comunitario di domani. I lavori saranno aperti dall'intervento del sindaco Gian Carlo Muzzarelli dedicato a "Città che tutelano i diritti" e vedranno la partecipazione di esperti di welfare e di politiche sociali, ma anche di sociologi, psicoanalisti e pedagogisti "come Miguel Benasayag, fondatore del collettivo Malgré Tout di Parigi che dialogando con il pedagogista Francesco Cappa - spiega l'assessora Pinelli - ci indicherà la rotta per rafforzare i legami sociali in città. Mentre un urbanista, l'architetto Gabriele Rabaiotti, ci aiuterà a capire come costruire città inclusive; senza sottovalutare l'importanza del sentimento di gratitudine che nasce reciprocamente nell'occuparsi l'uno dell'altro, un sentimento che esploreremo insieme al poeta Franco Arminio". Tanti altri ancora - dal sociologo Luca Fazzi all'esperta di politiche di welfare Chiara Saraceno - sono i contributi su cui potranno contare le due plenarie in programma nelle mattinate di venerdì 5 e sabato 6 aprile intitolate rispettivamente a "Vivere la prospettiva del costruire comunità" e "Declinare il welfare nell'orizzonte della comunità". Nel pomeriggio di venerdì, partendo da esperienze concrete, si svolgeranno invece tre workshop dedicati a "Come si fa a tessere trame di comunità": attraverso il confronto tra operatori che hanno partecipato a esperimenti di comunità, si metteranno in luce i processi e i metodi per lavorare con una logica comunitaria su determinate tematiche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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louderfade · 8 months
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Miguel Benasayag
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kaizenin21stcentury · 9 months
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In the term “artificial intelligence” (AI), the word “intelligence” is just a metaphor. While an AI may surpass humans in terms of calculating capacity, it is unable to ascribe any meaning to these calculations. For the Argentinian philosopher and psychoanalyst Miguel Benasayag, reducing the complexity of a living being to computer code is a mistake – just as the idea that machines can substitute humans is absurd.
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voracita · 10 months
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"Tristezza e debolezza sono diventati veri e propri difetti, ‘segni’ del fatto che amministriamo male la nostra ‘impresa’ (leggi: la nostra povera persona). Il mondo si divide in winners (responsabili, performanti) e in losers, la cui incapacità di gestione determina il fallimento della loro impresa personale." Miguel Benasayag, "Funzionare o esistere".
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Piacenza ospita il primo Festival del Pensare contemporaneo
Piacenza ospiterà dal 21 al 24 settembre la prima edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, rassegna curata da Alessandro Fusacchia e Andrea Colamedici che vuole essere un momento di riflessione sul presente e sul futuro, con ospiti internazionali e italiani. Tra gli stranieri ci saranno i filosofi Miguel Benasayag, Costica Bradatan e Laurent de Sutter, la sociologa e femminista Bel Olid.…
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giovithunder · 11 months
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Recensione di "L'epoca delle passioni tristi" di Miguel Benasayag e Gerard Schmit
Viviamo nell’epoca delle passioni tristi, abbiamo bisogno d’aiuto e il supporto psicologico è diventato un’emergenza “In una società in cui i legami sono vissuti come costrizioni o come contratti, l’essere autonomi è percepito come una qualità sociale altamente desiderabile.” Il saggio di Miguel Benasayag e Gerard Schmit scava nella profondità di un inquietante interrogativo: perché c’è così…
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paoloferrario · 11 months
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Animazione sociale n. 359, 2022. Indice
Indice del numero 359, 2022: https://www.animazionesociale.it/it-magazine-241-as359_134008 editorialeProfessioni educative: la dignità ferita #vignettaIl cielo stellato. E la legge morale?by Mauro Biani educare oggi A scuola nessuno è un errorePer una scuola «atelier» che riconosca le singolarità e coltivi il «comune»intervista a Miguel Benasayag a cura di Franco Floris perché mancano…
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letteratitudine · 1 year
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C'è Vita oltre il Lavoro. Dialoghi, Musica e Incontri
25 giugno | Monk Roma
Condotto da Andrea Colamedici e Maura Gancitano.
Con Miguel Benasayag, Vito Mancuso, Viola Carofalo,
Francesca Coin, Ultima Generazione, Giovanni Truppi, Sarah Barberis,
Jennifer Guerra, Lorenzo Gasparrini, Antonio Casilli, N.A.I.P..
L'evento
PROGRAMMA
18.30 – 23.30
Maura Gancitano e Andrea Colamedici – Intro C’è Vita oltre il Lavoro
Viola Carofalo – Speech Ma quale Lavoro?
Miguel Benasayag – Lectio Resistenza. Istruzioni per l’uso
Antonio Casilli – Speech Il lavoro allontanato: dallo smart working alla IA generativa
Francesca Coin – Speech Le Grandi Dimissioni
Vito Mancuso – Lectio Per una nuova filosofia del lavoro
Giovanni Truppi – Parole e Musica Infinite possibilità per essere finiti
Ultima Generazione, Jennifer Guerra, Lorenzo Gasparrini, Sarah Barberis – Talk Attivismo e Lavoro
Andrea Colamedici e N.A.I.P. – Concerto Messa laica
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alternativassi · 2 years
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Revista ALTERNATIVAS ✮ N° 737
Revista ALTERNATIVAS ✮ N° 737
✮  ¿por qué Estados Unidos quiere ocupar militarmente Haití?   ✮  Raúl Zibechi y Miguel Benasayag: ¿Qué podemos ante la topadora?   ✮  Rusia en decadencia     ✮✮✮✮✮✮✮✮✮✮ Radiografía de la intervención: ¿por qué Estados Unidos quiere ocupar militarmente Haití? Lautaro Rivara ¿Cuáles son las características de la crisis haitiana? ¿Cuáles los motivos que impulsan a Estados Unidos a una nueva…
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rassegnaflp · 2 years
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Miguel Benasayag, partecipare alla vita e alla sua complessità
Miguel Benasayag, partecipare alla vita e alla sua complessità
Parla il filosofo e psicoanalista argentino, oggi ospite di «Pensieri in piazza». Il titolo dell’incontro di Pinerolo a cui parteciperà è «Dal biologico al digitale: traducibilità del vivente?». «Non esistono individui separati, questa illusione è una malattia del pensiero che va a produrre chimere. Il progetto reazionario è credere a una razionalità assoluta in cui esiste un chimerico…
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gregor-samsung · 5 years
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Una volta, raccontai a degli psicoanalisti che avevo ricevuto per un anno gratuitamente un paziente in stato di disoccupazione. Quando la sua situazione economica si mise a posto e lui evocò il pagamento del “debito”, gli annunciai che lo cancellavo e che avrebbe semplicemente ripreso il pagamento delle sedute da quel momento. I quattro psicoanalisti a cui raccontai l’aneddoto si misero a gridare allo scandalo: avevano appena udito il racconto di un’eresia e di una trasgressione fondamentale! Uno di loro ritrovò la calma sufficiente per spiegarmi che avevo creato in quel paziente un “debito eterno” nei miei confronti… Quel medesimo gruppo di illustri clinici, triplicato di numero, non reagì quando, in un’altra occasione, raccontai l’aneddoto di quello psicoanalista parigino molto mondano che affittò una brasserie chic per festeggiare il giorno in cui aveva ricevuto cento pazienti in una sola giornata. La risposta indifferente e un po’ altezzosa del mio “gruppo test” fu che in quel caso non ci fosse “nulla da ridire”: solo il mio gauchisme o un Edipo mal risolto potevano spiegare il fatto che fossi io lo scandalizzato questa volta!
Miguel Benasayag, Oltre le passioni tristi: Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa, (con la collaborazione di Angélique del Rey; traduzione di Eleonora Missana), Feltrinelli (collana Campi del sapere), 2016 [Libro elettronico]
[ Edizione originale: Clinique du mal être. La “psy” face aux nouvelles souffrances psychiques, avec Angélique del Rey, Paris, La Découverte, février 2015 ]
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lamilanomagazine · 2 years
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Pesaro, ”RI-Pensare insieme ai bambini": in 1000 al convegno
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Pesaro, ”RI-Pensare insieme ai bambini": in 1000 al convegno. Più di 700 maestri e docenti presenti, quasi 300 partecipanti collegati, 14 appuntamenti dedicati svolti durante una tre giorni che ha previsto anche una mostra tematica e visite ai luoghi della formazione, delle esperienze e della quotidianità dei servizi educativi 0-6 anni del Comune. I numeri del Convegno nazionale nazionale "RI-PENSARE insieme ai bambini e alle bambine nell'incertezza della nostra epoca - Educare alla complessità" raccontano la riuscita della XXII edizione dell'appuntamento organizzato dall'assessorato alla Crescita in collaborazione con il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia che si è concluso ieri. «Un'occasione di scambio di buone pratiche per il corpo insegnanti del territorio e non solo, che siamo riusciti a riportare a Pesaro dopo più di 14 anni - sottolinea Camilla Murgia, assessora alla Crescita e alla Gentilezza -. Per tre giorni la città è diventata la capitale dell'educazione e della formazione italiana e ha ospitato professionisti da tutto il mondo, esperti e interventi utili per analizzare la complessità dell'attuale situazione di incertezza a cui sono esposti le bambine e i bambini». Tra i relatori, Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista, Jan Peeters Senior, dell'Università di Ghent, Raffaele Mantegazza, professore di pedagogia interculturale, Elisa Dal Molin, di Famiglie Arcobaleno Emilia Romagna che ha posto l'attenzione sulla necessità di sbloccare la burocrazia che ostacola l'inclusione delle famiglie arcobaleno, uno dei temi del tavolo di lavoro dedicato agli stereotipi di genere, tra i 4 che si sono svolti il sabato mattina tra la chiesa dell'Annunziata, il Salone Metaurense, palazzo Gradari e il Teatro Sperimentale. E dai quali è emersa: «Una grande voglia di ripartire, e di farlo dalla scuola seguendo la via tracciata dalle nuove linee di indirizzo emanate dal Governo per il mondo dei servizi educativi 0-6 anni». Per Murgia, il Convegno è stata: «Un'insostituibile occasione di confronto sia per nostri docenti (400 quelli presenti per il territorio comunale), sia per i visitatori e i convegnisti chiamati a dialogare sulle sfide che interesserà l'attività educativa nei nostri prossimi anni». Tra gli appuntamenti di "Educare alla complessità", anche la visita alle strutture comunali pesaresi: «Le maestre hanno accompagnato i visitatori in 3 scuole dell'infanzia e in 2 nidi comunali per comprendere metodi, strumenti e modalità adottati nel territorio. Un momento di crescita importante e di gratificazione per il personale educativo della città». A concludere l'iniziativa è stato il voto dell'assemblea al documento "Per i prossimi 40 anni: le sfide per il prossimo futuro" proposto dal GruppoNazionale Nidi e Infanzia. Prosegue intanto fino al 9 ottobre, tutti i giorni dalle 10 alle 20, nella corte di palazzo Mazzolari Mosca, Arcipelaghi, «uno splendido "viaggio" alla scoperta delle esperienze vissute dai piccoli della città; una mostra che testimonia il ruolo fondamentale che la cultura della prima infanzia riveste nell'identità di Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024».... Read the full article
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aloiserichel · 3 years
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Éloge du conflit - Miguel Benasayag ( philosophe, psychanalyste, chercheur en épistémologie) - TEDxConcorde 2012
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redazionecultura · 5 years
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Bergamo Festival Fare la Pace 2019
Bergamo Festival Fare la Pace 2019
“In nome del popolo sovrano. Inquietudini, sogni e realtà” è il tema della nuova edizione di Bergamo Festival Fare la Pace che si svolgerà dal 15 al 19 maggio 2019.
Il Festival propone ogni anno una riflessione ispirata alle questioni più attuali e scottanti del dibattito civile. Filo conduttore dell’edizione 2019 è il concetto di “popolo sovrano“: in un periodo storico caratterizzato da…
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