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#Problemi e processi sociali
cinquecolonnemagazine · 2 months
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Estetica dentale: quali sono le tendenze del momento?
In un'era dove l'immagine personale e la prima impressione ricoprono un ruolo sempre più importante, l'estetica dentale assume un'importanza cruciale nell'ambito del benessere e della cura di sé. La ricerca di un sorriso perfetto non è mai stata così diffusa, con individui di ogni età che cercano soluzioni innovative per migliorare l'aspetto dei propri denti. Il settore dell'estetica dentale, grazie agli avanzamenti tecnologici e alle nuove tecniche di trattamento, offre oggi un'ampia gamma di possibilità per soddisfare le esigenze e i desideri di chi desidera un sorriso più bianco, allineato e brillante. Dall'impiego di materiali sempre più performanti e naturali fino all'adozione di tecniche poco invasive, le tendenze del momento nell'estetica dentale mettono in luce un desiderio crescente di risultati estetici di qualità, uniti a un impegno per la salute e la funzionalità orale. Innovazioni nell'estetica dentale grazie a tecnologia e digitalizzazione Il campo dell'estetica dentale è in continua evoluzione, grazie all'introduzione di tecnologie avanzate e trattamenti innovativi che promettono di trasformare il sorriso in modo sempre più efficace e meno invasivo. Tra le innovazioni più significative troviamo l'uso della stampante 3D per la creazione di faccette dentali su misura e l'impiego del laser per trattamenti di sbiancamento che riducono il disagio e il tempo di recupero. I materiali utilizzati per corone e faccette sono diventati più resistenti e naturali, offrendo ottimi risultati a livello estetico e duraturi nel tempo. Inoltre, la digitalizzazione dei processi diagnostici e di pianificazione del trattamento consente una precisione senza precedenti, permettendo ai professionisti del settore di progettare sorrisi che si adattano perfettamente alle caratteristiche del paziente. Questa evoluzione è guidata dal desiderio dei pazienti di ottenere risultati che siano belli da vedere ma allo stesso tempo funzionali per la salute della propria bocca. La personalizzazione del trattamento è diventata una priorità, con piani di cura che tengono conto delle specifiche esigenze e aspettative di ogni individuo. Allineatori invisibili: un trend in crescita Negli ultimi anni, il desiderio di correggere la propria dentatura in maniera discreta ha portato a un notevole interesse verso gli allineatori dentali invisibili. Gli allineatori sono progettati su misura per adattarsi perfettamente alla bocca del paziente, garantendo un ottimo comfort e risultati efficaci in tempi spesso inferiori rispetto agli apparecchi ortodontici classici. Il punto di forza più amato degli allineatori invisibili è la loro capacità di integrarsi senza problemi nella vita quotidiana degli utenti, consentendo loro di sorridere, parlare e mangiare senza disagi. Cercando sul web "allineatori dentali recensioni" è possibile trovare una serie di risorse utili, tra cui il portale DR SMILE, dove è possibile consultare numerose testimonianze sull’apprezzamento di questa tecnologia. DR SMILE si distingue nel panorama dell'estetica dentale per il suo impegno nell'offrire allineatori all’avanguardia accompagnando i pazienti nel loro percorso verso un sorriso migliore. La scelta di optare per allineatori invisibili rappresenta il desiderio di vivere il trattamento ortodontico con maggiore serenità e discrezione. I professionisti del settore, attraverso una consulenza personalizzata, possono guidare i pazienti nella scelta del trattamento più adatto, considerando le specifiche necessità ortodontiche e le aspettative personali. L’importanza del sorriso nella società moderna Il sorriso riveste un ruolo fondamentale nella società contemporanea, influenzando la percezione che gli altri hanno di noi e condizionando il nostro benessere psicologico. Un sorriso esteticamente gradevole può migliorare significativamente la fiducia in sé stessi, facilitando le interazioni sociali e professionali. Questo aspetto, unito alla crescente attenzione verso l'immagine personale alimentata dai social media e dalla cultura popolare, ha reso l'estetica dentale più rilevante che mai. La ricerca di un sorriso perfetto, tuttavia, va oltre la mera estetica. E' anche una questione di salute e qualità della vita. Denti allineati e un'adeguata igiene orale contribuiscono al benessere generale dell'organismo, prevenendo problemi di salute a lungo termine legati a cattive abitudini di cura dentale. In questo contesto, i trattamenti di estetica dentale non si limitano a offrire soluzioni temporanee o puramente superficiali, ma mirano a instaurare un approccio mirato al benessere orale. In quest’ottica, la spesa nella ricerca di un sorriso splendente è visto sempre di più come un investimento nel proprio futuro, nella propria salute e nelle proprie relazioni sociali. Grazie alle innovazioni tecnologiche e alla crescente sensibilizzazione sull'importanza dell'igiene orale, mai come oggi è possibile raggiungere il sorriso dei propri sogni, migliorando contemporaneamente la qualità della propria vita. Read the full article
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decadentdjentleman · 7 months
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Cause naturali e cause artificiali delle malattie [pt.2]
Le malattie da cause artificiali sono invece tipiche, specifiche, talora esclusive degli uomini. Nessun altro animale conosce l'infarto cardiaco, e molte popolazioni primitive, che vivono più vicine allo stato naturale, ignorano questa malattia. L'arteriosclerosi non si trova negli altri mammiferi. Uno studioso di medicina psicosomatica, Jores, ha scritto che << le malattie più frequenti della nostra epoca, come l'ulcera gastrica e duodenale, le malattie allergiche, l'asma, l'ipertensione, l'adiposità ed altre, non si riscontrano come malattie spontanee negli animali selvatici se non in circostanze del tutto particolari >>. Queste differenze non sono dovute a diversità della struttura anatomica o della fisiologia, in quanto gli altri mammiferi sono per questi aspetti molto simili all'uomo, e posti in gabbia diventano anch'essi adiposi o ipertesi, ulcerosi o apoplettici. Dipendono invece dalle condizioni di esistenza che la << civilizzazione >> ha creato per l'uomo, liberandolo dalle malattie comuni agli altri animali ma comprimendo i suoi istinti, le sue passioni, le sue aspirazioni, i suoi rapporti con l'ambiente naturale, in modo tale da favorire la comparsa di nuove malattie specifiche della specie umana.
Una terza differenza è questa. mentre all'origine delle malattie infettive (le più importanti, fra quelle da cause naturali) si trova un solo agente morbigeno, invece per le malattie degenerative, per gli infortuni, per le altre << malattie del progresso >> esiste una molteplicità di fattori, spesso associati fra loro. Mentre quelle infettive sono malattie specifiche da cause specifiche (la spirocheta provoca la sifilide, il pneumococco la polmonite, ecc.), diverso è il quadro, per esempio, nel caso di intossicazioni croniche da nuove sostanze chimiche introdotte nell'ambiente di lavoro. Intanto, non tutti gli individui esposti vengono colpiti dalla malattia, entrano in gioco le predisposizioni individuali, il tipo di alimentazione può favorire oppure ostacolare il danno; ma soprattutto i sintomi possono manifestarsi a carico di organi diversi, ed accelerare processi morbosi latenti in differenti apparati (digerente, cutaneo, cardiocircolatorio, nervoso, ecc.): si tratta spesso di malattie aspecifiche da cause specifiche. A volte si hanno anche malattie aspecifiche, disturbi generici (mal di testa, affaticamento, irritabilità, perdita dell'appetito, vertigini, dolori addominali, oscillazioni della pressione) che solo dopo lungo tempo si localizzano e si manifestano a carico di un dato organo. In tutti questi casi, non è facile risalire dagli effetti alle cause, individuare chiaramente (seppure esiste) il motivo scatenante della malattia, combatterlo alle origini. Di solito, per attuare un'efficace prevenzione occorre mutare non un solo fattore ma un complesso di condizioni favorenti.
A questo si collega la quarta differenza. Bastano mille medici per vaccinare un'intera collettività contro il vaiolo, o contro la poliomielite, e per vincere la battaglia. Mille psichiatri, invece, non possono arrestare il dilagare delle malattie mentali, riescono solo a creare qualche argine malfermo, perché in molti casi l'epidemia non ha cause naturali ma sociali, e la prevenzione, per essere efficace, non può essere condotta solo dagli specialisti, ma deve coinvolgere l'intera collettività, mutare le relazioni tra gli uomini. Bastano gli antibiotici, opportunamente somministrati, per ridurre drasticamente la mortalità per tifo, per polmonite, per sifilide. Non abbiamo invece farmaci risolutivi contro l'arteriosclerosi, contro i tumori, contro altre malattie a carattere degenerativo: l'intervento medico, in questi casi, è necessario ma spesso non sufficiente, la scienza deve progredire nelle sue ricerche ma la società può già intervenire per ridurre le cause di queste malattie.
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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personal-reporter · 7 months
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L'uomo del futuro: come sarà la moda maschile del 2024?
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La moda maschile è in continua evoluzione, e le tendenze cambiano rapidamente. Ma come sarà la moda maschile del 2024? Quali saranno i capi e gli stili che domineranno le passerelle e le strade? Ecco alcuni trend che potrebbero emergere nei prossimi anni: Un ritorno alla sartorialità: dopo anni di minimalismo e casualità, la moda maschile sta tornando a guardare al passato, riscoprendo la bellezza e l'eleganza della sartorialità. Capi sartoriali come il completo, il blazer e la camicia saranno sempre più popolari, anche tra i giovani. Un mix di stili: la moda maschile del futuro sarà caratterizzata da un mix di stili, che si combineranno tra loro in modo armonioso. Sarà possibile vedere uomini che indossano capi classici insieme a capi più casual, o che mixano diversi stili regionali o culturali. Un'attenzione alla sostenibilità: la sostenibilità è sempre più importante per i consumatori, e anche la moda maschile sta iniziando a rispondere a questa tendenza. I marchi di moda stanno investendo in materiali e processi di produzione sostenibili, e i consumatori stanno diventando sempre più attenti a scegliere prodotti realizzati nel rispetto dell'ambiente. Un ritorno alla sartorialità Dopo anni di minimalismo e casualità, la moda maschile sta tornando a guardare al passato, riscoprendo la bellezza e l'eleganza della sartorialità. Capi sartoriali come il completo, il blazer e la camicia saranno sempre più popolari, anche tra i giovani. Questo trend è in parte dovuto alla crescente consapevolezza della qualità e della durabilità dei capi sartoriali. I completi sartoriali, ad esempio, possono durare per decenni se curati correttamente. Inoltre, i capi sartoriali possono essere personalizzati per adattarsi perfettamente alla figura dell'uomo, creando un look unico e raffinato. Un altro fattore che sta contribuendo al ritorno alla sartorialità è la crescente popolarità dei look formali. I completi e le giacche sono sempre più richiesti per occasioni come matrimoni, feste e colloqui di lavoro. Un mix di stili La moda maschile del futuro sarà caratterizzata da un mix di stili, che si combineranno tra loro in modo armonioso. Sarà possibile vedere uomini che indossano capi classici insieme a capi più casual, o che mixano diversi stili regionali o culturali. Questa tendenza è in parte dovuta alla crescente individualità degli uomini. Gli uomini di oggi sono più liberi di esprimere il proprio stile personale, senza essere vincolati da rigide regole sociali. Inoltre, il mix di stili è un modo per creare look unici e originali. Combinando capi diversi, è possibile creare un look che sia sia elegante che casual, o che rispecchi la propria cultura o origine. Un'attenzione alla sostenibilità La sostenibilità è sempre più importante per i consumatori, e anche la moda maschile sta iniziando a rispondere a questa tendenza. I marchi di moda stanno investendo in materiali e processi di produzione sostenibili, e i consumatori stanno diventando sempre più attenti a scegliere prodotti realizzati nel rispetto dell'ambiente. Questa tendenza è in parte dovuta alla crescente consapevolezza dei problemi ambientali. Gli uomini di oggi sono più sensibili ai temi della sostenibilità e vogliono scegliere prodotti che siano rispettosi dell'ambiente. Inoltre, la sostenibilità è un modo per creare un futuro migliore per tutti. I marchi di moda che investono nella sostenibilità stanno contribuendo a ridurre l'impatto ambientale dell'industria della moda. Foto di Prince Media Read the full article
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notiziariofinanziario · 8 months
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Come implementare un piano di sicurezza informatica
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E' più facile per un criminale informatico colpire la catena di fornitura dell’organizzazione attraverso protocolli di sicurezza deboli o programmi non aggiornati. Fornitori di apparecchiature, fornitori di servizi IT/OT gestiti, e i siti Web per l’hosting di aggiornamenti software possono tutti essere un target di attacco. Tutti i tipi di sistemi OT comuni, tra cui controllo di supervisione e acquisizione dati (SCADA), sistemi di controllo distribuito (DCS), controllori logici programmabili (PLC), sistemi di automazione degli edifici (BAS), sistemi di controllo degli accessi fisici (PACS) e Internet industriale delle cose (IIoT), necessitano di controlli di cyber security. Ad esempio: - controlli su Asset Inventory; - controlli sulle vulnerabilità; - controlli sui software open source; - controlli sui processi di update; - controlli sulla supply chain; - controlli anche sulla documentazione esistente. Le organizzazioni dovrebbero valutare il rischio che devono affrontare e misurare la loro capacità di identificare gli attacchi dall’esterno ma anche all’interno delle loro reti, separando le reti critiche dal tradizionale ambiente IT e assicurarsi che non ci siano connessioni o punti deboli tra questi sistemi. La sicurezza del mondo OT (e anche IT) si è infatti sempre concentrata sulle difese perimetrali, ma molte organizzazioni non dispongono più di un perimetro chiaramente definito. Per proteggere un’impresa digitale moderna, le organizzazioni hanno bisogno di una strategia completa per un accesso sicuro “sempre e ovunque” alle proprie risorse aziendali (ad es. applicazioni, sistemi legacy, dati e dispositivi) indipendentemente da dove si trovino (es. smart working) e in quali condizioni. Cerchiamo di riassumere nel seguito i punti principali sottolineati nel documento NIST che, come recita il titolo, si vuole porre come una linea guida generale. Convergenza tra OT e IT cyber security Poiché i sistemi OT adottano sempre più soluzioni derivate dal settore IT per abilitare la connettività dei sistemi aziendali e le funzionalità di accesso remoto utilizzando computer, sistemi operativi (OS) e protocolli di rete standard del settore, essi hanno iniziato ad assomigliare ai sistemi IT. Sebbene le soluzioni di sicurezza siano state progettate per affrontare questi problemi nei tipici sistemi IT, è necessario adottare precauzioni speciali quando si introducono queste stesse soluzioni negli ambienti OT. Molte di queste differenze derivano dal fatto che i possibili incidenti in OT hanno un effetto diretto sul mondo reale. Alcune di queste caratteristiche includono rischi significativi per la salute e la sicurezza delle vite umane (Safety), gravi danni all’ambiente e gravi impatti finanziari, come perdite di produzione e la compromissione di informazioni riservate. Gli attacchi informatici possono avere anche altri impatti significativi, quali ad esempio quelli sociali: in questo caso, un effetto di secondo ordine è la perdita di fiducia e danno di immagine in un’organizzazione. In sintesi, le differenze operative e di rischio tra i sistemi IT e OT creano la necessità di una ben precisa specificità di intervento, a partire dalla costruzione del team e delle risorse che si devono occupare di questo tema. Un team interfunzionale di ingegneri di progettazione, operatori di sistemi di controllo, ma anche tecnici di customer care e installazione e professionisti della sicurezza IT deve lavorare a stretto contatto per comprendere le possibili implicazioni dell’installazione, del funzionamento e della manutenzione delle soluzioni di sicurezza insieme al funzionamento del sistema stesso. I professionisti IT che lavorano con OT devono comprendere a loro volta gli impatti sull’affidabilità delle tecnologie di sicurezza delle informazioni prima dell’implementazione. Ulteriori obiettivi, che scaturiscono da questa integrazione di cyber security OT e IT, sono: - migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la disponibilità del sistema; - migliorare l’efficienza del sistema; - soddisfare i requisiti normativi. Per questo è necessario dotarsi di un programma di cyber security che, attraverso l’adozione di un opportuno framework di sicurezza, possa mettere in campo risorse e attività progettuali per valutare correttamente i livelli di rischio dell’organizzazione. Dettagli di un programma di OT cyber security Per il settore OT il documento NIST SP800-83r3 richiama un manuale sulla sicurezza delle informazioni (NIST SP800-100) come guida per i manager che devono applicare la cyber security in tanti punti del programma. Tra le indicazioni utili che emergono da questo documento c’è sicuramente lo sviluppo di una strategia di sicurezza informatica OT. Ulteriori indicazioni per stabilire linee guida sulla sicurezza informatica OT sono: - per la creazione di un team interfunzionale; - per lo sviluppo di politiche e procedure specifiche per OT; - per la formazione sulla consapevolezza della sicurezza informatica OT; - per il monitoraggio della manutenzione OT; - per la risposta agli incidenti OT; - per il recupero e il ripristino dell’OT; - per la gestione delle vulnerabilità. Le organizzazioni dovrebbero prendere in considerazione l’idea di incorporare risorse come il National Vulnerability Database (NVD) del NIST e il framework MITRE ATT&CK per Industrial Control Systems (ICS) nei loro processi per la valutazione dei rischi dei sistemi OT. Inoltre, la natura dei sistemi OT richiede che le organizzazioni considerino fattori aggiuntivi che potrebbero non esistere quando si effettua la valutazione del rischio per un sistema IT tradizionale. Ad esempio, l’OT avrà fonti di minaccia, vulnerabilità e controlli compensativi diversi rispetto all’IT. Ad esempio, alcuni componenti OT (PLC, controller, HMI) potrebbero non supportare le tecnologie o i protocolli necessari per la piena integrazione con un’implementazione ZTA. Di conseguenza, un’implementazione ZTA potrebbe non essere pratica per alcuni dispositivi OT. Le organizzazioni dovrebbero invece prendere in considerazione l’applicazione di una ZTA ai dispositivi compatibili, come quelli tipicamente presenti ai livelli funzionalmente più alti dell’architettura OT. Molte organizzazioni del settore pubblico e privato hanno adottato invece il NIST Cybersecurity Framework (CSF) per guidare le attività di sicurezza informatica tramite un approccio basato sul rischio. Il Framework è costituito da cinque funzioni simultanee e continue – Identificazione, Protezione, Rilevamento, Risposta e Recupero – che si mappano su standard, linee guida e pratiche di vari settori in modo da consentire la comunicazione delle attività e dei risultati della sicurezza informatica all’interno dell’organizzazione. Se considerate insieme, queste Funzioni forniscono una visione strategica di alto livello per la gestione del rischio di sicurezza informatica. Il Framework identifica inoltre le Categorie e Sottocategorie chiave sottostanti per ciascuna Funzione e le abbina a Riferimenti normativi per ciascuna Sottocategoria. Le Funzioni guidano le seguenti azioni: - Identify, è legata alla comprensione del contesto aziendale, degli asset che supportano i processi critici di business e dei relativi rischi associati. Le category all’interno di questa funzione sono: asset management, business environment; governance, risk assessment, risk management strategy, supply chain risk management e data management. - Protect, è associata all’implementazione di quelle misure volte alla protezione dei processi di business e degli asset aziendali, indipendentemente dalla loro natura informatica. Le category all’interno di questa funzione sono: identity management, authentication and access control, awareness and training, data security, information protection processes and procedures, maintenance, protective technology. - Detect, è associata alla definizione e attuazione di attività appropriate per identificare tempestivamente incidenti di sicurezza informatica. Le category all’interno di questa funzione sono: anomalies and events, security continuous monitoring, detection processes. - Respond, è associata alla definizione e attuazione delle opportune attività per intervenire quando un incidente di sicurezza informatica sia stato rilevato. Le category all’interno di questa funzione sono: response planning, communications, analysis, mitigation, improvements. - Recover, è associata alla definizione e attuazione delle attività per la gestione dei piani e delle attività per il ripristino dei processi e dei servizi impattati da un incidente. Le category all’interno di questa funzione sono: recovery planning, improvements, communications Conclusioni Considerando le recenti statistiche di metà 2023 sulle minacce e attacchi al settore OT, è evidente che la cyber security deve fronteggiare una serie sempre più ampia di eventi dannosi: - Eventi di tipo Adversarial: da Stuxnet del 2010 ai più recenti BlackEnergy, Industroyer (con tutte le sua varianti), NoTPetya, CosmicEnergy, solo per citare i più famosi malware. - Eventi di tipo Strutturale: attacchi ai sistemi di oledotti (pipelines), reti ferroviare, sistemi di trattamento dell’acqua. - Eventi di tipo Ambientale: ad esempio incidenti alle centrali nucleari. Una linea guida come quella del NIST evidenzia gli obiettivi fondamentali per proteggersi da simili eventi: - limitare l’accesso logico alla rete OT, all’attività di rete e ai sistemi; - limitare l’accesso fisico alla rete e ai dispositivi OT; - proteggere i singoli componenti OT dallo sfruttamento di vulnerabilità nascoste; - limitare la modifica non autorizzata dei dati; - rilevare eventi e incidenti di sicurezza; - mantenere la funzionalità in condizioni critiche; - ripristinare e recuperare il sistema dopo un incidente. Questa guida del NIST è anche fonte preziosa di tanti riferimenti aggiuntivi opportunamente suddivisi tra enti di ricerca, enti normativi, standard dei settori specifici e anche riferimenti a fonti esterne per tools e training. Read the full article
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siciliatv · 10 months
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Favara. Il Vicesindaco Liotta: Buon anno scolastico e... a breve Due mense scolastiche e una Palestra
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Nella vigilia dell'inizio delle lezioni per l'anno scolastico 2023/24, il Vicesindaco di Favara, Antonio Liotta, che ricopre anche la carica di Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, ha scritto una Lettera Aperta indirizzata a Dirigenti, Insegnanti, Personale Amministrativo ed Ausiliario, Rappresentanti d'Istituto e Alunni delle Scuole di Favara. Nella sua lettera, Liotta ha espresso l'importanza dell'attenzione che la Pubblica Amministrazione riserva all'Istituzione Scolastica, riconoscendo le sfide che essa affronta. Ha rivelato che molte delle criticità sono state oggetto di analisi approfondite durante gli incontri con i Dirigenti scolastici e che sono già state parzialmente risolte, con piani per risolvere ulteriori problemi nei prossimi mesi per garantire un corretto svolgimento dell'attività didattica. Tra le sfide più pressanti, il Vicesindaco ha evidenziato il prossimo inizio dei lavori per la costruzione di due mense scolastiche e una palestra, che porterà inevitabilmente alcuni disagi. Tuttavia, Liotta ha sottolineato l'impegno della comunità locale a collaborare responsabilmente per ridurre al minimo questi disagi. Un altro tema critico affrontato nella lettera è la recrudescenza della pandemia da COVID-19, che potrebbe influenzare l'organizzazione dell'attività didattica e le relazioni umane all'interno delle scuole. Il Vicesindaco ha chiesto una grande vigilanza e un alto senso di responsabilità da parte di tutti i membri della comunità scolastica al fine di evitare chiusure delle scuole e garantire il pieno diritto allo studio in presenza, sottolineando l'importanza dello "stare insieme" come base formativa. Liotta ha anche sottolineato che le sfide attuali, come la situazione sanitaria, le crisi globali, l'emergenza ambientale, la dispersione scolastica e molte altre, dovrebbero essere affrontate nelle programmazioni didattiche delle scuole. Questo, ha affermato, permetterà di innescare processi di democrazia sana, rispetto dello Stato e consapevolezza delle emergenze che minacciano l'umanità. Infine, il Vicesindaco ha sottolineato l'importanza della cultura e della lettura come mezzi per superare le sfide attuali, incoraggiando lo sviluppo di una cultura condivisa che possa essere trasmessa alle generazioni future. Nella conclusione della sua lettera, Antonio Liotta ha espresso la sua fiducia nelle scuole di Favara, augurando a tutti un buon lavoro e un felice anno scolastico 2023-2024, con la speranza che si raggiungano risultati tendenti all'eccellenza.   Ecco la lettera integrale: In questo inizio di anno scolastico 2023-2024, mi rivolgo a tutti Voi, a titolo personale e a nome dell'intera Amministrazione comunale, per dare il segno evidente dell'attenzione che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti dell'Istituzione Scolastica. Siamo consapevoli delle criticità che presentano tutti i plessi e che sono state oggetto di approfondite analisi negli incontri avuti con le Dirigenti. Criticità che in parte sono risolte, altre lo saranno nei prossimi mesi per garantire un corretto svolgimento dell'attività didattica. Una criticità emergente è causata dal vicino inizio dei lavori per la costruzione di due mense scolastiche e di una palestra che - inevitabilmente - porterà disagi che, con grande senso di responsabilità e di collaborazione, saranno ridotti al minimo. Altro serio problema è la recrudescenza della pandemia da COVID-19 che potrà sconvolgere l'intero sistema organizzativo dell'attività didattica e alterare ogni rapporto umano creando isolamento, disgregazione, tensioni sociali e comportamentali. Vi chiedo una grande vigilanza e alto senso di responsabilità affinché si evitino chiusure e si concretizzi la piena realizzazione del diritto allo studio - in presenza - con la consapevolezza che "lo stare insieme è la base formativa che permette il confronto e l'attivazione di tutte le dinamiche associative". La questione sanitaria, le guerre combattute, la crisi economica e sociale, l'emergenza energetica e ambientale, il grave fenomeno della dispersione scolastica, la crescente mobilità umana, i cambiamenti climatici, l'emarginazione e le nuove povertà, l'analfabetismo dilagante, la lotta al bullismo e alle illegalità sono tematiche che, per la loro evidente attualità, dovranno essere - e ne sono sicuro lo saranno - oggetto di trattamento all'interno delle programmazioni didattiche. In tal modo potranno innescarsi processi di sana democrazia, di senso e rispetto dello Stato e di consapevolezza delle emergenze che minacciano l'intera Umanità con ricadute che, in un'ottica di globalizzazione, hanno pesanti conseguenze sul nostro territorio. Si superano tutte le criticità qui evidenziate con la "cultura", cioè quel "complesso di conoscenze (tradizioni e sapere) che ogni popolo considera fondamentali e degne di essere trasmesse alle generazioni successive". Alla base della "cultura" sta la '1ettura" che va stimolata, promossa, sviluppata in fotte le forme possibili e per tutte le fasce d'età. Sono sicuro che le Scuole di Favara, si distingueranno nel panorama provinciale, regionale e nazionale per qualità organizzativa e didattica e che si raggiungeranno risultati tendenti all'eccellenza. Buon lavoro ad ognuno di Voi. Buon anno scolastico 2023-2024. Auguri. Read the full article
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scienza-magia · 10 months
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Effetti Devastanti dell’Abuso di Alcol sul Cervello
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Abuso di Alcol e Danneggiamento Cerebrale: Gli Effetti Devastanti sulla Mente Umana. Nella società odierna, l’abuso di alcol è diventato un problema serio e diffuso che colpisce persone di tutte le età e fasce sociali. Sebbene bere alcolici possa essere un modo per rilassarsi o socializzare, l’uso eccessivo e incontrollato può portare a gravi conseguenze sulla salute, soprattutto per il cervello. Il nostro cervello è il centro nevralgico del corpo umano, responsabile del controllo e del coordinamento delle funzioni vitali. Pertanto, qualsiasi danno cerebrale causato dall’abuso di alcol può avere ripercussioni devastanti sulla nostra salute mentale e fisica. Cos’è l’abuso di alcol? L’abuso di alcol si verifica quando una persona assume quantità di alcol superiori a quelle considerate sicure e raccomandate. L’alcol è una sostanza psicoattiva depressiva che agisce sul sistema nervoso centrale, rallentando le funzioni cerebrali e motorie. Chi abusa di alcol, di solito, lo fa per raggiungere uno stato di euforia, disinibizione o evasione dalla realtà. Tuttavia, l’effetto a breve termine dell’alcol può nascondere gravi danni a lungo termine. Effetti del consumo di alcol sul cervello L’alcol agisce direttamente sul cervello, modificando la chimica e l’equilibrio degli neurotrasmettitori, i quali sono responsabili della comunicazione tra le cellule nervose. Questo altera i normali processi cognitivi e può causare un’ampia gamma di effetti, a seconda della quantità e della frequenza di consumo. Gli effetti a breve termine includono euforia, disinibizione, riduzione dell’attenzione e dell’autocontrollo. Questi effetti possono sembrare allettanti, ma possono facilmente sfociare in una dipendenza da alcol. Danni cerebrali Il cervello è un organo estremamente complesso, e l’abuso di alcol può portare a danni cerebrali permanenti e irreversibili. Alcuni dei danni cerebrali più comuni causati dall’abuso di alcol includono: -
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Atrofia cerebrale: L’abuso cronico di alcol può portare alla perdita di massa cerebrale, con conseguente atrofia o riduzione delle dimensioni del cervello. Questo può influenzare le funzioni cognitive e il controllo motorio, portando a problemi di memoria, concentrazione e coordinazione. - Demenza alcolica: L’abuso di alcol può danneggiare le aree del cervello coinvolte nella memoria e nell’apprendimento, portando a una condizione nota come demenza alcolica. Questa condizione è caratterizzata da perdita di memoria a breve termine, difficoltà di concentrazione e problemi di linguaggio. - Neuropatie periferiche: L’abuso di alcol può danneggiare i nervi periferici del corpo, noti come neuropatie periferiche. Questo può causare formicolio, debolezza muscolare e perdita di sensibilità nelle estremità. - Encefalopatia di Wernicke-Korsakoff: Questa è una complicazione grave dell’abuso di alcol che coinvolge carenze nutrizionali, in particolare di tiamina (vitamina B1). Può causare confusione mentale, difficoltà nella coordinazione dei movimenti e perdita della memoria a breve termine. La sindrome di Wernicke colpisce le aree del cervello coinvolte nel controllo dei movimenti oculari e nella coordinazione motoria, mentre la sindrome di Korsakoff è caratterizzata da una grave perdita di memoria a breve termine e difficoltà nel formare nuovi ricordi. - Sindrome di Marchiafava-Bignami: Questa è una rara ma grave complicazione dell’abuso cronico di alcol che colpisce il corpo calloso, una struttura che connette i due emisferi cerebrali. Può causare disturbi motori, cambiamenti della personalità e perdita della memoria. Conclusione L’abuso di alcol può danneggiare seriamente il cervello, portando a una serie di problemi neurologici e cognitivi. È essenziale comprendere i rischi associati al consumo eccessivo di alcol e agire tempestivamente per prevenire danni cerebrali a lungo termine. L’educazione sulla prevenzione dell’abuso di alcol e l’accesso a programmi di trattamento e supporto sono fondamentali per ridurre il rischio di danni cerebrali e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte. Con una maggiore consapevolezza e un atteggiamento responsabile verso il consumo di alcol, possiamo proteggere la salute del nostro cervello e preservare il suo potenziale inestimabile. Fonti: National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism -  I Benefici degli Alcolici: Un’Analisi Approfondita sull’Impatto sulla Salute Read the full article
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corpuscolo · 1 year
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In La télécratie contre la démocratie, Stiegler evidenzia come, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, la televisione si sia dimostrata il più forte processo di individuazione psichica e collettiva di referenza, gettando le basi per quella forma di potere che, in Italia, si è conclamata appunto come “telecrazia”. Il problema sul quale Stiegler ci invita a riflettere riguarda il fatto che, «precisamente nel momento in cui la televisione è diventata il referente di tutti i processi di individuazione, si è rivelata costituire un fattore di dis-individuazione: un sistema per produrre delle identificazioni regressive, corto-circuitando i circuiti lunghi della trans-individuazione, e in particolare i circuiti politici che fondano la democrazia rappresentativa».
(...)
Prima ancora di essere mediatico, come è stato battezzato qui in Italia, il populismo, in quanto corto-circuitamento della democrazia e veicolazione di pulsioni, poggerebbe su di una logica industriale tipicamente novecentesca. Nell’ottica stiegleriana, infatti, il senso politico di ciò che è industriale – sia esso la società nel suo insieme, oppure i dispositivi tecnologici o le industrie di servizi – va ritrovato, in ultima analisi, nel modello della divisione sociale di separazione della produzione dalla consumazione. Ed è questa separazione, che ritaglia ogni esistenza, la radice della proletarizzazione del XXI secolo, quella che colpisce, sul piano dei saperi – teorici, pratici ed etici – tanto i produttori quanto i consumatori. In questo senso, la perdita di individuazione, causata in larga misura dalla telecrazia, incrocia il fenomeno di de-politicizzazione, inteso come venir meno dei legami sociali che spingono alla partecipazione ai problemi della polis, e quello dell’ignoranza, se con essa ci riferiamo innanzitutto a un insieme di povertà – espressive, simboliche, culturali – che limitano l’accesso dei soggetti alla condivisione dei saperi. Tali povertà, socialmente prodotte attraverso l’ipertrofia delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sarebbero l’esito di quello che Stiegler ha definito il capitalismo pulsionale (lato oscuro del capitalismo di servizi), che «consiste prima di tutto nel deviare verso la televisione il processo d’identificazione primaria attraverso il quale i bambini ereditano dai loro genitori le capacità di diventare ciò che sono, ossia di regolare le loro identificazioni secondarie», in vista della costruzione della propria soggettività e della rete di relazioni che possono determinare la loro esistenza all’interno di una collettività.
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lamilanomagazine · 1 year
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Governo: oggi il Cdm per varare le misure per fronteggiare l'emergenza in Emilia-Romagna
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Governo: oggi il Cdm per varare le misure per fronteggiare l'emergenza in Emilia-Romagna Alle 11, si terrà il Consiglio dei ministri, che si concentrerà soprattutto sui primi urgenti provvedimenti per contrastare le conseguenze della grave alluvione che ha colpito le popolazioni dell'Emilia-Romagna, e di alcune zone delle Marche e della Toscana. È ancora difficile fare una stima precisa dei danni dell’alluvione in Emilia-Romagna, ma parliamo di miliardi andati in fumo tra raccolti andati distrutti, infrastrutture da ripristinare e aziende andate sott’acqua. «Fare una conta è complicatissimo perché non dobbiamo fare solo quella dei danni diretti ma anche di quelli indiretti - ha spiegato la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessora alla Protezione Civile, Irene Priolo, intervenendo a Sky Tg24. - Abbiamo avuto problemi che vanno da Bologna fino a Rimini e quindi la situazione è veramente estesa. Sicuramente saranno più di 5-6 miliardi ma fare una stima adesso non è facile». Solo per la rete viaria e ferroviaria si superano i 620 milioni di danni alle infrastrutture, secondo una prima stima della Regione. Ma manca ancora gran parte della viabilità comunale. Oltre alla rimodulazione dell'ordinanza della Protezione civile, che aveva già dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza, con l'estensione del perimetro dell'aera interessata, all'ordine del giorno ci sarà un decreto con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo. Il governo ha già anticipato che intende rinviare i termini per gli obblighi di natura contributiva, fiscale, previdenziale e processuale nei territori più investiti dalla crisi maltempo, sia per le famiglie che per le imprese. La sospensione potrebbe essere in vigore fino a ottobre oppure fino alla fine del 2023. Prima però sarà necessario fare una mappatura dei Comuni colpiti, individuando quelli investiti da eventi calamitosi. Per il momento i maggiori danni si concentrano nelle province di Forlì, Cesena e Ravenna, e si valuta se oltre all'Emilia-Romagna possano essere coinvolte anche zone di Marche e Toscana. Il decreto-legge con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi e giudiziari è atteso oggi in Consiglio dei ministri. «Saranno sospesi i termini per i versamenti e per gli adempimenti tributari tanto per le persone fisiche quanto per strutture più articolate come le società», aveva anticipato nei giorni scorsi il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. La sospensione non riguarderà solo i pagamenti in scadenza ma anche i termini per l’adesione e i versamenti previsti per la rottamazione delle cartelle e gli altri istituti della tregua fiscale. Congelati anche i termini dei processi tributari e i mutui. «Con il ministro Calderone valuteremo anche gli adempimenti che saranno messi a carico dei sostituti di imposta». «Sarà necessario verificare con attenzione le realtà interessate dai fenomeni atmosferici e predisporre gli strumenti per accompagnare il percorso nei prossimi mesi, con attenzione agli adempimenti di carattere contributivo. Guarderemo alle esigenze della manodopera agricola che ha bisogno di essere sostenuta. Diamo la possibilità di differire gli adempimenti fiscali e il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, questo però necessita di un’attenta ricognizione delle aziende e tipologie delle realtà interessate», ha spiegato nei giorni scorsi la ministra del Lavoro Marina Calderone. «Ragioniamo in più - ha aggiunto - su ammortizzatori sociali per le particolari situazioni e categorie, ad esempio gli operai a tempo determinato nel comparto agricolo» Tra gli interventi allo studio del governo anche l’esonero dal lavoro per i dipendenti pubblici che a causa dell’alluvione siano impossibilitati a svolgere la prestazione lavorativa, anche ricorrendo allo smart working. Il periodo di esenzione costituirà servizio prestato a tutti gli effetti di legge (senza corresponsione del buono pasto) e il periodo non rientrerà nel compito massimo di 45 giorni annui per i quali si può chiedere il congedo straordinario. L’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha deciso di sospendere il pagamento di bollette e avvisi di pagamento di acqua, rifiuti luce e gas, compresi il gpl e altri gas distribuiti per mezzo di reti canalizzate, a favore delle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. « Tra le fatturazioni sospese rientrano tutte quelle emesse o da emettere con scadenza a partire dal 1° maggio 2023, comprese le eventuali fatture relative ai corrispettivi previsti dai venditori o dai gestori del Servizio Idrico Integrato per allacciamento, attivazione, disattivazione, voltura o subentro», spiega Arera. Inoltre, per garantire la fruizione dei servizi essenziali nelle aree colpite, non si applicherà la disciplina delle sospensioni per morosità, anche nel caso di morosità verificatesi precedentemente alla medesima data del 1° maggio 2023. Confindustria e Cgil Cisl Uil hanno deciso di attivare un «Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia Romagna» in cui confluiranno contributi volontari dai lavoratori pari ad un’ora di lavoro e un contributo equivalente dalle imprese per sostenere i territori e il sistema produttivo colpiti dal maltempo. Da Intesa Sanpaolo a Unicredit, ma anche Bper, Bnl, Crédit Agricole e Bcc Emilia Romagna, sono sempre di più i gruppi bancari che hanno deciso di prevedere stanziamenti a sostegno delle popolazioni colpite dall’alluvione e hanno varato una serie di misure finanziarie, straordinarie ed agevolate. A Forlì catena umana per liberare le case dal fango tra la devastazione: "Mai vista una cosa così". Possibile anche l'esenzione dal servizio per il personale della Pa che non può andare a lavorare perché sfollato (sul modello già sperimentato durante la pandemia). Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci aveva annunciato nei giorni scorsi che l'esecutivo ha in programma di stanziare subito altri 20 milioni per l'Emilia-Romagna, cifra che si aggiungerebbe ai 10 milioni deliberati il 4 maggio, "per far fronte alle prime necessarie spese per urgenze, per il ripristino della viabilità". Ma il decreto di oggi in realtà impegnerà in tutto circa 100 milioni, che comunque non basteranno. Meloni ha spiegato che queste risorse non saranno attinte dai fondi del Pnrr, ma dal Fondo europeo di solidarietà. La fase successiva riguarderà invece la ricostruzione: "Per questo saranno prima necessarie una stima completa e una semplificazione per quanto riguarda le procedure" ha spiegato ieri la premier. Per le Marche l'anno scorso sono stati messi a disposizione 400 milioni. Per l'Emilia-Romagna, secondo le prime stime del governo, ne serviranno di più: si parla di 5-6 miliardi di euro. Le tabelle della Commissione Ue sull'utilizzo del Fondo europeo di solidarietà per le emergenze dicono che per il terremoto in Emilia-Romagna nel 2012 l'Italia ebbe un contributo di circa 600 milioni, per danni pari a 12 miliardi. Considerato che la stima dei danni si aggira intorno ai 6 miliardi questa volta potrebbero essere sbloccati circa 300 milioni, fa notare la Stampa, che ricorda che negli ultimi 20 anni l'Italia ha fatto ricorso a quel fondo ben 12 volte, per un ammontare di 3 miliardi. La prima volta nel 2002, per il sisma in Molise, poi per il terremoto in Abruzzo del 2008. Dalla tabella della Commissione risulta che l'Italia è il Paese che più ha beneficiato del fondo, seguita da Germania (1,6 miliardi) e Croazia (1 miliardo circa). Per mettere in sicurezza le strade subito 1,5 milioni. In attesa di decisioni complessive da parte del governo, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato che sbloccherà e al più presto almeno 1,5 milioni di euro per interventi di rapida realizzazione sul territorio come pulizia, ripristino e messa in sicurezza di alcune strade, con un'attenzione particolari per i prossimi Comuni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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samdelpapa · 2 years
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"Comprendere e padroneggiare fenomeni e problemi complessi permette di cavarsela agilmente in fenomeni e problemi semplici. Non è possibile l'inverso. Chi concentra la sua attenzione e i suoi pensieri su fenomeni e problemi semplici, per esempio chi segue la TV ed i media oligarchici in generale, difficilmente padroneggia argomenti complessi e sa risolvere situazioni commesse. Questo è uno dei motivi per cui i media oligarchici propongono versioni semplicistiche che rendono quasi impossibile, anche a chi avrebbe l'ambizione di cambiare la società che è un problema molto complesso, il padroneggiare argomenti e fenomeni complessi. Un tempo le persone di sinistra erano impegnate, erano partecipi alla vita politica e sociale in cui vivevano e perció avevano la tendenza ad impegnarsi anche dal punto di vista della pratica sociale, dello studio, dell'approfondinento dei fenomeni sociali del mondo. Da quando hanno estinto il PCI e si è estinto l'eco delle sue lotte contro il fascismo e per il lavoro, si è estinta anche la sinistra ed i militanti di sinistra. Sostituiti dall'ideologia liberale. E l'impegno di quella parte di popolazione che in vita decide di impegnarsi politicamente e socialmente é diventato sterile ed innocuo proprio come il semplicismo dell'ideologia liberale. Visioni semplicistiche, che rendono le persone facile preda dei media oligarchici che riescono a portare chi si ritiene progressista a supportare i processi reazionari, come: Ci sono le democrazie e le dittature. Ci sono i paesi liberi e quelli dove arrestano i dissidenti. C'è chi condanna le dittature e chi è un criminale. Tutto si risolve in Buoni contro Cattivi. Le visioni semplicistiche sono il miglior alleato dell'oligarchia e della reazione, ed il bipolarismo politico il mezzo più efficiente per generalizzarle fra le masse. Un tempo la sinistra aveva un bagaglio culturale, conoscenze, competenze, strumenti teorici, molto più raffinati ed efficienti." Marco Meloni https://www.instagram.com/p/Cl5rPQSNXch/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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bongianimuseum · 2 years
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Mostra Personale di Coco Gordon “Arte, natura e sensibilità ecologica”
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SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Mostra Personale di Coco Gordon
“Arte, natura e sensibilità ecologica” La ricerca tra natura e sensibilità ecologica
a cura di Sandro Bongiani
 "I empower myself to make visible deep cultural inquiries, impact thought/behavioral ethics, carry out visionary eco-Permaculture structure and systems design, integrate mind /body/ spirit/ etheric energy, and synthesize SuperSkyWoman’s ability to see objectively from the beginnings of the earth’s timeline". Coco Gordon / SuperSkyWoman
In occasione di AMACI 18a Giornata del Contemporaneo 2022 viene presentata  a Salerno la mostra personale di Coco Gordon dal titolo “Arte, natura e sensibilità ecologica” a cura di Sandro Bongiani con diverse opere inedite facenti parte dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA).
Coco Gordon /SuperSkyWoman di origini italiane, è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus". Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. Oltre alla ricerca della performance e dei Exploding Books, tagliati e aperti, in questi ultimi anni si è dedicata a lavorare con una certa assiduità anche in digitale producendo particolari opere visionarie. Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca sempre l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro pianeta. Con la pratica della performance, e della ricerca onirica digitale l’artista dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e esprime il desiderio di creare un cambiamento radicale dal consumismo e dalla quotidiana economia di sfruttamento affinché il fare arte e la pratica nella natura siano due attività compatibili, che legate assieme, possano operare a modificare la consapevolezza collettiva e ritrovare un'esperienza primaria comune legata al nostro creato.
Il filo conduttore che lega le opere presenti in questa personale è appunto il tema della sfida ambientale, un’urgenza globale sotto il segno della sensibilità e della sostenibilità. Una ricerca, svolta per lungo tempo con opere, interventi ambientali e performances fino alle opere recenti dei paesaggi e delle visioni sdoppiate e ibride di esseri nati da insolite metamorfosi suggerite da una tensione visionaria che condiziona e trasforma di colpo il visibile in una essenza oscura.
L’artista americana ha  sempre indagato l’intreccio oscuro tra pensiero e memoria, tra visione e contraddizione dell’esistenza  in un concedere momentaneo dell’immagine per poi subito negarla e relegarla ai margini del visibile. Una precaria condizione in cui l’indagine si trasforma in sospensione e incertezza, in cui tutto può sempre accadere. Di certo è un continuo e insolito procedere a indagare  la parte nascosta del visibile in cui far affiorare relazioni e frammenti di senso che possano definirsi “in forma” d’immagine.
Coco Gordon / SuperSkyWoman / Breve biografia
Coco Gordon (Genova, 1938) vive e lavora a  Lyons, nel Colorado. Anche conosciuta come SuperSkyWoman è artista, poeta, performer, editrice. Dopo avere affiancato gli esponenti del gruppo Fluxus negli anni della sua maggiore attività, da tempo impegnata  a capo di un gruppo di aggregazione sulle tematiche del territorio, della natura, del biologico, dei sistemi di vita (Permacultura). Conta la pubblicazione di 46 libri tra cui Radical Food, Hip Hop Solarplexus, SuperSkyWoman, TIKYSK, e Life Systems, un montaggio di 41 artisti che lavorano per creare un pianeta sano. Coco Gordon dal 1982 è attiva e parte integrante del movimento Fluxus. L’artista, dedita soprattutto alla produzione di libri d’artista con opere esposte a Vienna da  Kunst Kanzlei e alla EMILY Harvey a NY e Venezia. È molto attiva ed ha partecipato a diverse Biennali Internazionali d’arte di Venezia.  In tanti anni di lavoro ha realizzato numerose performance, come per esempio, quella tenuta nel 1983 a Reggio Emilia  presso il ridotto del Teatro Municipale, l’installazione newyorkese con chitarra datata 1984. Nel giugno del 1984 Coco Gordon  partecipa all’evento Il fascino della carta organizzato da Pari & Dispari. Nel 1993 con altri artisti presenta  a Casa Malaparte a Capri  un’ installazione diurna a e una notturna chiamate LUN’AQUA. Nel 1999 è invitata a fare  una performance alla 48. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2003 Coco Gordon partecipa alla collettiva con 130 artisti, ideata da Pari&Dispari Un cuscino per sognare. Nel 2020 viene invitata a fare una performance dal titolo “EXPLODING RED PIANO KEYBOARD installazione in progress”  presso lo Spazio Visioni Altre a Venezia. Da alcuni anni  realizza libri tagliati. I Libri Tagliati/Condivisi, sono l’ultima produzione artistica di Coco Gordon. L’artista ritaglia, appunta, disegna, dando una nuova forma e una diversa interpretazione al libro. Nel 2020  un grande evento, viene presentato  dalla Collezione Bongiani Art Museum presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno una retrospettiva esaustiva e completa con 72 opere, dal 1958 al 2020, che definiscono l’intero percorso artistico svolto da questa originale e importante artista americana.  
Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA),  per aver permesso la realizzazione di questo importante evento.
  SALERNO / Spazio Ophen Virtual Art Gallery
Opening  8 ottobre 2022  h. 18:00
8 ottobre al 30 novembre 2022
TITOLO: Mostra Personale di Coco Gordon
“Arte, natura e sensibilità ecologica”
La ricerca tra natura e sensibilità ecologica
LUOGO: Spazio Ophen Virtual Art Gallery
CURATORI:  Sandro  Bongiani
INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D
ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: [email protected]
SITO UFFICIALE:  http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
#GiornataDelContemporaneo.
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iannozzigiuseppe · 3 years
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Andrea Nicastro - Gli Altri siamo noi. Perché tradire la democrazia scatena il Jihad - Rubbettino editore
Andrea Nicastro – Gli Altri siamo noi. Perché tradire la democrazia scatena il Jihad – Rubbettino editore
Andrea Nicastro – Gli Altri siamo noi Perché tradire la democrazia scatena il Jihad Rubbettino editore In tre secoli il mondo musulmano è passato dalla fierezza di un impero mondiale all’orrore del terrorismo suicida. La risposta al declino non è arrivata dalla politica o dall’economia, ma dalle moschee: l’Islamismo è diventato la miglior “banca dell’ira” sul mercato. Il suo successo è il…
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nonesistesperanza · 3 years
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Il 4 maggio 1983 l’Italia ha aperto le braccia.
A quasi 40 anni da quel giorno il via vai dei piccoli alla ricerca della serenità è troppo spesso fermo o lento.
Quella serenità è nell’affidamento familiare, in una risposta attuale, accurata e impegnativa ǝ problemi delle famiglie in difficoltà, ma soprattutto dei bambini.
Quella serenità è un nuovo luogo della normalità delle relazioni parentali, familiari e sociali; un luogo di “familiarità”, di affettività e di relazioni personali, dove poter crescere, svilupparsi e costruire la propria identità.
Quella serenità è una delle possibili risposte al diritto di ogni bambino di crescere in famiglia; ed al tempo stesso un’occasione per esprimere la competenza e la solidarietà della collettività verso chi fa più fatica.
Quella serenità è un’esperienza forte di ‘genitorialità sociale’, generativa di cambiamento per i singoli e per la collettività perché apre processi di confronto con la comunità locale; una comunità che accoglie riscopre il valore della reciprocità quale “bene comune” per tutti, non solo per il bambino in affido.
E’ il mio auspicio per oggi e per ogni comunità, per la comunità in cui lavoro, per ogni persona e soprattutto per ogni bambino.
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falcemartello · 5 years
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Le palle (rosse) di Natale
Il Natale, quando arriva, arriva e noi addobbiamo l’albero con tante belle palle rossofuoco. Esce il videoclip promozionale del nuovo film di Checco Zalone e subito una Alessandra Mammì (se stamo a divertì, mammì, mammì) lo fulmina come sessista e razzista: la parodia celentanesca del Checco che si ritrova cornuto e mazziato dall’immigrato non le va giù, le fa contorcere il sorriso caramellato, puro radicalismo chic. Sarebbe da chiederle se anche l’attrice che si presta nel ruolo di moglie sia sessista, e se perfino l’immigrato del video, africano, africano nero, sia razzista.
Poi ci sono quelli che chiamano alla Festa dell’Unità Bello Figo, farsa in fama di risorsa, che “rappa” le stesse cose di Zalone ma in modo penoso (“Hey hey, non pago affito, dai cazzo siamo negri noi, hey hey, non faccio opraio”) e se fa un video sessista all’Università di Pisa pieno di donne bianche “da trombare” lo difendono come novello Duchamp, siccome l’Università è notoriamente cosa loro.
Poi c’è il critico Tomaso, con una emme, che fa tanto intellettuale engage, Montanari che trova una insormontabile “banalità del razzismo” nella favola dolce del Presepe – e sono in quella, le altre confessioni sono salve. Con sgradevole assonanza con la famosa banalità del male che evoca il male assoluto del nazismo e dell’Olocausto, praticamente il Bambinello sarebbe… che schifo, già solo a scriverlo, lasciamolo a Tomaso.
Poi ci sono i facciamorete restiamoumani antifà che su Twitter postano foto dell’albero di Natale a testa in giù, perché il Natale, come suggerisce l’esperto Tomaso, è fascista come Mussolini (e Salvini): e deve fare la stessa fine.
Poi c’è il profeta delle “classi subalterne”, come le ha definite, Gad Lerner, in lotta continua per i poveracci che non sfoggiano Rolex o vacanze a bordo di panfili di potere, ma a debita distanza; ha da stilare continue liste di proscrizione, è un lavoro di testa, non va disturbato.
Poi c’è Michela Murgia che è ossessionata dai fascisti e ha inventato il fascistometro che sarebbe: fascista è chi dico io. Naturalmente si scaglia contro il sessismo, la società patriarcale, preferisce la “matria” alla patria, ma non rinuncia ad apparire languidamente distesa, il piedino ammiccante, sulla dormeuse come una Paolona Bonaparte.
Poi c’è Saviano che di palle rossofuoco ne spara tante e poi tante che sembra “Jack Bidone coi fratelli Bolivar”.
Poi c’è il professore liceale, che sfiga, Christian Raimo, che tanto democraticamente si era speso per impedire la partecipazione al Salone del Libro di Torino dell’editore Giubilei Rignani (mai Lagioia).
Poi c’è Lilli Gruber che ce l’ha anche lei con la società dei maschi fonte di tutte le nequizie ma nel suo salottino di rosse parole siliconate invita quasi solo maschi (forse perciò si spiegano le nequizie).
Poi ci sono gli ex LC (Lotta Continua) che un tempo sprangavano i CL (Comunione & Liberazione) ma adesso se sentono la deprimenta discorsa d’insediamenta della neopresidenta della Corta Costituzionala, Marta Cartabia, che parla solo di potere alle donne, si rotolano in terra per l’orgasmo.
Poi ci sono i giornalisti compagneros della Rai che vogliono “il nemico” Salvini eliminato e i suoi figli piccoli deportati in manicomio.
Poi ci sono quelli che, a proposito della povera Desirée Mariottini, giovane sbandata annientata atrocemente in un rudere, ostaggio di immigrati spietati, arrivano a dire che la colpa era sua, che era una tossica e comunque il problema sta nel fatto che non si educa al “consumo responsabile” di sostanze; lo stesso per Pamela Mastropietro, fatta letteralmente a pezzi a Macerata da alcuni pusher cannibali nigeriani gratificati dalla mostruosa difesa d’ufficio degli integrazionisti ultrà.
Poi ci sono le groupie di Mimmo Lucano, portato in fama di santo, del tutto indifferenti al suo famoso modello, che, al di là delle pronunce giudiziarie a venire, si è comunque confermato, cifre alla mano e senza possibilità di smentita, in una effervescente dissipazione pubblica, per non aggiungere altro. Del resto, se non avessero una tale idea dell’economia non sarebbero veterocompagni…
Poi ci sono quelli che… Bibbiano è un raffreddore, un modo di dire, una strumentalizzazione, e anche qui i processi, le sentenze, faranno il loro corso, se mai lo faranno ma una cosa è certissima, sono gli orrori patiti da troppe, troppe e ancora troppe famiglie (basti la terribile e bella inchiesta di Francesco Borgonovo e Antonio Rossitto autori del libro Bibbiano, i fabbricanti di mostri). Un vortice abissale, oltre le parole, ma riescono ancora a buttarla in ridicolo, a smorzarla, a negarla.
Poi c’è la regista Francesca Archibugi, ma nella sua cerchia pariolina hard fa fino chiamarla “Franciasca Archibbuggi”, che sta “col sistema di Bibbiano perché i figli non appartengono alle famiglie ma allo stato”.
Poi ci sono quelli che vogliono sostituire la famiglia alla rete formale e informale.
Poi ci sono le erinni alla Monica Cirinnà che vogliono rieducare, in senso gender, tutti perché “Dio patria e famiglia è una vita di merda”.
Poi ci sono i genderisti estasiati dalla prima ministra della Finlandia che è “figlia di due mamme”, che fa curriculum anche in politica.
Poi ci sono quelli convinti che la satira non deve avere colori, tranne il rosso; non è censura, precisano, è solo che la satira o è rossa o non è e quindi, in questo caso, va censurata.
Poi ci sono quelli, da Corrado Augias a Michele Serra, che insistono sulla superiorità genetica e culturale dell’homo sinitratus; che a uno basterebbe guardare loro per avere dei dubbi.
Poi ci sono le brigate Greta, gente che pur di non rinunciare a una curiosa idea di autoannientamento planetario, si mette in mano a questa sedicenne (ma sempre 16 anni ha Greta?) dagli evidenti problemi, di non poche incoerenze, di imbarazzante latitanza culturale, una che “vede l’anidride carbonica” prodotta dai capitalisti.
Poi ci sono le brigate Carola che difendono una che, dopo aver rischiato di colare a picco una motovedetta piena di militari della Guardia di Finanza, dopo avere infranto mezzo codice di navigazione tenendo in sequestro circa centoquaranta migranti, ha fatto un libro dove inneggia alla rivolta con toni che quasi quasi riecheggiano gli anni di piombo, in base alla solita strampalata idea della legalità: la legalità sono me, legalità è quello che io intendo per umanità, del resto menefotto.
Poi ci sono le brigate Asia, in arte Argento, che però non sanno bene come difendere una che s’è arrampicata sui vetri insaponati del metoo fino a che non si è scoperto che, oltre a portare una benevola pazienza col pigmalione porcone Weinstein, avrebbe ceduto lei stessa a qualche disinvoltura sessuale di troppo col giovane cacciatore di dote di turno: shetoo.
Poi ci sono i sapienti che per anni hanno rotto le palle con Aung San Suu Hyi, la martire col nome che sembra una birra, e adesso che è imputata per genocidio dei Rohinga al Tribunale Internazionale de l’Aja, fingono di non averla mai conosciuta, sono già passati ad altre icone del buonismo selvaggio (casomai il Tribunale dovesse assolverla, torneranno, uniti nel fatidico grido: contrordine, compagni!).
Poi ci sono i preti di strada, di frontiera, di trincea, dal Ciotti allo Zanotelli, fino al Bergoglio, uniti a pugno chiuso nella stralunata difesa di Ong, centri sociali, balordi assortiti, con ragioni che più strampalate non si può.
Poi ci sono i sardinari a strascico di una signora novantenne, salvatasi dalla deportazione, che, messa a capo di una preoccupante Commissione del Pensiero, trova modo di dire che l’uomo forte le rievoca antiche ferite, il che tradotto significa che Salvini fa rima come Mussolini (o magari con Hitler; con Stalin, no).
Poi ci sono appunto le madonne novantenni che se la godono un mondo nel farsi portare in processione da 600 sindaci amorevoli e antifascisti, benedicono le sardine come “sentinelle della memoria” ma la prima smemorata è lei, visto che sta sul palco con alcuni sindaci di estrema sinistra che hanno concesso la cittadinanza onoraria a notori terroristi e apologeti dello sterminio degli ebrei.
Poi, salate in fundo, arrivano le sardine, questo branco di fannulloni di cartapesta il cui capintesta, ogni ricciolo un capricciolo di vanità, a domanda sugli orientamenti politici risponde: ah, non lo so, non ho un’idea su niente però vengo bene in televisione e le cinquantenni mi si vogliono fare. Riciclati dell’estremismo di sinistra duro, che in rete diffamano, minacciano, insultano, impediscono accessi a luoghi considerati loro. Le “sentinelle della memoria” assumono un significato assai sinistro, e non solo in senso ideologico, con buona pace della loro benedicente Madonna in tour.
Vi bastano, come addobbi natalizi, queste cascate di palline rossefuoco, di palloncini già gonfiati, di pupazzetti di neve rossa? Poi vengono a dirti: ah, però, non sapevo della tua svolta destrorsa. No. Se è lecita una trascurabilissima parentesi personale, chi scrive non si sente particolarmente di destra, anzi non si sente proprio niente; non gliene può fregare di meno dei sovranisti, non perde le notti a pensare al destino di Salvini e (io sono) Giorgia, si ispira se mai a Frank Zappa, convinto che “l’elemento più diffuso in natura non è l’idrogeno, è la stupidità”.
Ora, non è colpa nostra se in questa disgraziata epoca di politicamente corretto manicomiale, la stupidità più stentorea, più possente fluisce copiosa da una certa casta, spelacchiata, ringhiosa, rifatta, caramellata di tromboni che sparano le loro grandi palle di fuoco e non si accorgono di quanto sono arroganti, patetici, imbarazzanti. E ridicoli. E, soprattutto, sempre meno ascoltati.
Max Del Papa
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radheidiloveme · 4 years
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Un new deal per la scuola
Covid-19 ha malinconicamente ribadito, come se non fosse già chiaro ed evidente, che in Italia la scuola pubblica statale non rientra nelle priorità politiche di nessun Governo. A parte le retoriche dichiarazioni di rito, come sempre lastricate di buone intenzioni e di frasi altisonanti del tipo «la scuola è il futuro» (io mi accontenterei più modestamente di pensare al presente), il sistema scolastico continua, infatti, a ricoprire il triste ruolo di Cenerentola degli investimenti.
Questi mesi di pandemia hanno messo a nudo e accentuato le tante problematiche di un mondo dell’istruzione impoverito e umiliato da decenni di riforme finalizzate a tagliare e contenere le spese, il tutto nel nome di una modernizzazione ideologica, che ha assunto il modello aziendale come paradigma di riferimento di uno sviluppo fondato non sulla emancipazione della persona e della collettività, ma sulla competizione, sul mercato e sull’individualismo. In questo drammatico contesto il Ministro dell’Istruzione Azzolina ha gestito la crisi in modo inadeguato, approssimativo e ondivago, all’interno di un esecutivo che complessivamente ha relegato l’istruzione ai margini degli interventi per sbloccare e rilanciare il Paese. Durante il lockdown la scuola, che coinvolge direttamente la vita di circa otto milioni di studenti e di oltre ottocentomila docenti e indirettamente quella di milioni di famiglie italiane, è caduta in un buco nero di tentennamenti e rinvii, illuminato solo dalla fioca luce della didattica a distanza, inizialmente assunta a comoda panacea di ogni difficoltà, dimenticando che i processi di apprendimento e di formazione avvengono innanzitutto in presenza, soprattutto nell’età dell’infanzia e della adolescenza.
In molti, troppo ingenuamente, hanno pensato che la pandemia potesse essere l’occasione per rivedere le priorità del nostro modello di sviluppo, mettendo finalmente al centro la sanità, l’istruzione e l’ambiente, come orizzonte per migliorare le condizioni materiali di vita. Per far ciò purtroppo però non basta una pandemia, la quale nell’immediato sembra anzi aver accresciuto gli interessi particolari di categoria, bensì serve una vera e propria rivoluzione copernicana politica, economica e culturale; sino a quando al centro dell’esistenza non vi saranno il benessere comune e l’armonia uomo-natura, ma la costante ricerca del profitto privato, la scuola, la salute e l’ecologia rimarranno le variabili dipendenti del mercato capitalistico e del suo processo globale di mercificazione e sfruttamento. E alla secolare favola dell’interesse privato che si armonizza con quello collettivo non ci credono neanche più i bambini, nonostante ci venga ancora raccontata ogni sera prima di andare a dormire.
Nonostante i mesi di silenzi e di improvvisazioni, molti cittadini si sarebbero aspettati, al temine del periodo di crisi più buio e duro, un segnale politico forte da parte del ministro dell’Istruzione e del premier Conte, invece ancora una volta la montagna ha partorito il topolino: le prime linee guide emanate, dopo alcune imbarazzanti idiozie come il plexiglass per separare gli studenti, di fatto demandavano ai dirigenti scolastici la risoluzione dei problemi organizzativi per la riapertura della scuola il 14 settembre 2020. Per fortune le proteste di piazza, dei sindacati e degli enti locali hanno portato, in questi giorni, il governo a stanziare un ulteriore miliardo per affrontare l’emergenza. Segnale importante, ma del tutto insufficiente, perché di fronte a una situazione così complessa non basta annunciare un po’ di assunzioni o il distanziamento di un metro da bocca a bocca, bensì serve un vero e proprio new deal scolastico di medio periodo, finanziato dalla riduzione delle spese militari e dalla lotta all’evasione fiscale e fondato su alcuni punti programmatici irrinunciabili.
In primo luogo, dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, le classi devono essere composto da non più di 20 alunni, 15 nel caso vi siano degli studenti con disabilità fisiche e psichiche. Una didattica di qualità, autenticamente inclusiva e laboratoriale, non si può realizzare con 27, 30 o 33 studenti. Senza questa riforma tutte le analisi pedagogiche valgono meno delle chiacchiere da bar sul calciomercato. L’apprendimento passa per il rapporto diretto che gli insegnanti riescono nel tempo ad instaurare con i propri studenti.
In secondo luogo, è necessario un piano straordinario di assunzioni di almeno 150.000 insegnanti (a partire dai precari con tre anni di servizio) e di 50.000 lavoratori amministrativi, tecnici e ausiliari al fine di garantire la didattica in presenza per tutti gli studenti e una riapertura delle scuole in piena sicurezza.
Infine, urge mettere mano, in modo profondo, all’edilizia scolastica, attraverso ingenti investimenti che permettano lavori di manutenzione e ammodernamento delle strutture esistenti, di ristrutturazione di edifici pubblici dismessi e inutilizzati e di costruzione di nuove infrastrutture realizzate secondo innovativi criteri ecologici. Un ambiente sano è oggi più che mai fondamentale per favorire l’apprendimento, il benessere e la crescita degli alunni.
Queste richieste, però, non devono sorgere solo da una sparuta parte di docenti e studenti. La necessità di dare vita a un new deal scolastico deve diventare egemone nella società, poiché la scuola in una democrazia o è di tutti o non è di nessuno. La scuola che nella sostanza lascia indietro i più fragili è una scuola democratica solo a parole. La scuola o è un luogo orizzontale per crescere insieme verticalmente o è un ingiusto arcipelago di poche isole beate in un mare di sofferenza e impoverimento. La cultura individualista del pensare solo a se stessi è il cuore malato di un liberalismo che ha rinnegato ogni istanza progressista, diventando un avido mostriciattolo che quotidianamente divora quei principi di solidarietà e di uguaglianza, indispensabili per fondare una società aspiri ad edificare una democrazia reale, fatta di inclusione ed emancipazione, in cui ogni individuo sia messo nelle condizioni di provare a realizzare le proprie potenzialità e i propri sogni.
Senza ingenti investimenti nel sistema scolastico nazionale, non ci resterà che assistere al progressivo trionfo della libertà dei pochi (ricchi, fortunati, benestanti o geniali che siano) e alla marginalizzazione dei molti, per i quali la scuola diventerà un parcheggio o un luogo in cui ribadire e reiterare le ingiustizie sociali.
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danielscrepanti · 4 years
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Lentamente inizia ad emergere il problema dell’assenza di proposte specifiche da parte degli architetti. Tranquilli, queste proposte non arriveranno mai per almeno quattro ordini di problemi che caratterizzano il mondo italiano dell’architettura:
1) la critica della realtà alla base delle proposte è generica, stereotipata, mainstream, fideistica, stigmatica. Il modo in cui vediamo lo spazio in cui viviamo condiziona ciò che vediamo dello spazio e conseguentemente ciò che siamo in grado di intravedere e prospettare;
2) non è pervenuta la critica alle proposte precedenti la crisi perché il tentativo dei proponenti è quello del Gattopardo. I gattopardi dell’architettura italiana vogliono che tutto rimanga come è. Per questo motivo annunciano urbi et orbi che è necessario che tutto cambi. Il vero obiettivo è la continuità tra ciò che dicevano/facevano prima e ciò che diranno/faranno dopo. Chi non lo vuole capire o accettare, dimostri il contrario e citi le autocritiche di chi parla di futuro pur avendo un certo passato;
3) il massimalismo delle proposte racchiuso nello slogan “cambiamo il modello di sviluppo” (e facciamo la rivoluzione stasera, domani e pure dopodomani) è il lastricato della via che ci condurrà all’inferno (della nullafacenza). Cambiare il modello di sviluppo non significa niente e serve solo ad avviare processi di beatificazione mediatica. Non esiste più un modello di sviluppo (lo hanno capito persino in Cina ed è il problema degli Stati sociali che non riescono più a regolare neanche il dress code in Parlamento). Esistono infiniti modelli di sviluppo che si attorcigliano l’un l’altro nello stesso spazio-tempo e ognuno di essi ha mille problemi (inclusi quelli di remunerabilità degli investimenti o di offerta di effettivi posti di lavoro) e altrettante potenzialità;
4) il giornalismo architettonico confonde, un po’ come tutto il giornalismo ultimamente, l’informazione con la pubblicità. Ci sono interi articoli in cui viene messo insieme tutto ciò che è stato detto finora sul post pandemia senza una minima tensione critica a trovare differenze, evanescenze, promiscuità, opacità ecc. È tutto bellissimo, fantastico e chi ha detto qualsiasi cosa è sicuramente un eroe dei nostri (miseri miseri) tempi.
C’è speranza? Molta. Ce ne sarebbe se i giovani architetti (e io non lo sono più) smettessero di parlare come i grandi maestri contemporanei e iniziassero ad usare pubblicamente la parola magica che inizia per f e finisce con o, almeno quando il cinismo di pochi influisce sulla credibilità di tutti. Questo sarebbe un nuovo modello di sviluppo per l’architettura italiana!
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Tesi sulla ribellione di George Floyd
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Di Shemon e Arturo da https://illwilleditions.com/theses-on-the-george-floyd-rebellion/
1. La rivolta di George Floyd è stata una ribellione multirazziale guidata dai neri. Essa non può essere categorizzata sociologicamente come una ribellione esclusivamente nera. Ribelli provenienti da gruppi di tutte le discendenze hanno combattuto la polizia, espropriato e bruciato proprietà. Inclusi nativi, ispanici, asiatici, e bianchi.
2. Questa sollevazione non è stata fatta da provocatori venuti da fuori. I dati dei primi arresti mostrano che si trattava di gente proveniente dalle zone limitrofe alla ribellione. Se c'era chi si era messo in viaggio dalle periferie, ciò non fa altro che rivelare la geografia scomposta della metropoli americana.
3. Sebbene vi abbiano partecipato molti attivisti ed organizzatori, questa ribellione non è stata organizzata dalla sinistra rivoluzionaria minoritaria e neanche dalle cosiddette ONG progressiste. È stata una ribellione informale ed organica, originata direttamente dall'esasperazione della classe lavoratrice nera nei confronti della società borghese e in particolare della polizia.
4. Lo stato di polizia non solo è stato colto alla sprovvista dalla portata e dall'intensità della ribellione, ma la società civile ha anche esitato e vacillato di fronte a questa rivolta popolare che si è diffusa in ogni angolo del paese e ha creato paura e scompiglio nella polizia.
5. La polizia ha mostrato molte debolezze durante la ribellione. Di fronte ad appena qualche centinaio di manifestanti, i dipartimenti sono stati facilmente sopraffatti e costretti a concentrare le loro forze in alcune zone nevralgiche. Appena la polizia arrivava in una zona di conflitto la gente si ritirava e si muoveva verso un altro posto per fare più danno. L'assetto di guerra tradizionale, con enfasi sulla superiorità di equipaggiamento e di tecnologie, ha fallito nel contrastare una serie di manovre flessibili, decentralizzate e rapide, focalizzate sulla distruzione di proprietà.
6. Dal 26 maggio al primo giugno c'è stata la fase militante della ribellione. Dopo il primo giugno la ribellione è stata non solo repressa militarmente, ma anche politicamente. Oltre alla repressione di polizia, militari e vigilantes, la sollevazione è stata attaccata da elementi della sinistra che hanno reagito ai riot condannandoli a causa dei provocatori venuti da fuori. In alcuni posti, i “buoni manifestanti” sono arrivati a bloccare i “cattivi manifestanti” e a consegnarli alla polizia.
7. Le ONG nere, compresa la fondazione Black Lives Matter, non hanno avuto alcuna relazione con la fase militante della ribellione. Queste organizzazioni, infatti, tendono a recitare un ruolo reazionario, spesso impedendo che riot, espropri ed attacchi alla polizia si diffondano. Le ONG nere sono state la punta di diamante delle forze che dividevano il movimento in buoni e cattivi manifestanti. La base sociale delle ONG nere non è il proletariato nero ma la classe media nera e, soprattutto segmenti della classe media bianca in via di radicalizzazione.
8. Questa ribellione ha riguardato la violenza razzista della polizia e l'ineguaglianza razziale, ma anche l'ineguaglianza di classe, il capitalismo, il COVID-19, Trump e altro ancora.
9. Questa ribellione apre una nuova fase nella storia dell'Isola Tartaruga [termine che designa Il Nord America nella cosmogonìa geografica dei nativi e in particolare dei Lenape, NdT] . Una nuova generazione ha fatto esperienza di un movimento potente e di fronte al perpetuarsi delle ineguaglianze e della crisi ha trovato improbabile starsene
seduti e accettare tutto ciò. La ribellione ha prodotto una nuova soggettività politica - il ribelle George Floyd - dando inizio a una serie di processi dagli esiti molteplici che saranno determinati dalla lotta di classe nel presente. Il proletariato americano è finalmente emerso ed è entrato nella storia.
10. Questa ribellione è la punta dell'iceberg della lotta alla pandemia. La ribellione mostra al mondo che la lotta rivoluzionaria può avvenire anche durante una pandemia. La pandemia peggiorerà solamente le condizioni di vita in tutto il mondo; come risultato possiamo aspettarci altre ribellioni in giro per il globo.
11. Ad oggi la ribellione di George Floyd è stata soppressa. In molti delle ONG e della classe media racimoleranno le briciole degli sforzi coraggiosi dei ribelli che hanno combattuto in quella settimana. Ma queste ribellioni torneranno. Sono parte della lotta di classe in corso negli Stati Uniti e a livello globale dall'ultima recessione mondiale (2008-2013). Ora l'economia mondiale è di nuovo in recessione.
12. Le attuali proteste diurne sono un prodotto contraddittorio della ribellione, caratterizzate da grandi folle, più classe media e più bianca. Questa composizione sicuramente aiuta a creare una atmosfera di tipo non violento e del “manifestante buono”, ma ciò è imprescindibile dai leader neri che sostengono questo tipo di politica. Allo stesso tempo, l'espansione delle proteste diurne consente una partecipazione più ampia, che è importante.
13. Gli scontri notturni hanno un limite nel senso che non trascinano larghi settori della società. Scontri, saccheggi, e attacchi alla polizia sono forme di azione di giovani e poveri. Molti lavoratori provano simpatia, ma stanno a casa. Questo mostra che gli scontri da soli non bastano.
14. Molte lotti importanti si sono mescolate con questo movimento, compresi i lavoratori dei trasporti che si sono rifiutati di collaborare con la polizia. Tuttavia, non è chiaro come questa ribellione si connette con le lotte che ribollono nei posti di lavori, con le lotte nelle carceri, e con le lotte per la casa che sono emerse nel contesto della pandemia. Qui sembra ci siano storiche e future connessioni da stabilire. In quale misura sono stati coinvolti negli scontri coloro che erano stati coinvolti nelle precedenti lotte nei posti di lavoro? E in quale misura i ruoterà torneranno al lavoro e sul lavoro continueranno la lotta?
15. I sindacati spesso considerano la polizia e le guardie penitenziarie come lavoratori bisognosi di protezione, invece di vederli come i mazzieri armati della borghesia che sono. A dispetto di una lunga storia di poliziotti repressori di scioperi, resta ancora molto da fare sul fronte del lavoro quando approccia alla questione dell’abolizione della polizia e del carcere. Senza lavoratori dei trasporti, lavoratori della logistica, lavoratori delle pulizia, lavoratori della sanità e altri, la lotta abolizionista è bloccata.
16. Considerando i bassi tassi di sindacalizzazione, molte lotte nei posti di lavoro saranno caotiche, esplosive, e senza mediazione dei sindacati o di qualsiasi altra organizzazione ufficiale. I sindacati cercheranno di stabilire un controllo su di esse e di cooptarle. Possono le lotte nei posti di lavoro corrispondere alle lotte nelle strade? Se sì, entreremo in una nuova fase di conflitto.
17. Nel tentativo di riconsolidare il suo potere e prevenire la rivoluzione, la borghesia corre a garantire riforme e concessioni. Alcuni poliziotti vengono licenziati e incriminati; i fondi di qualche dipartimento di polizia vengono tagliati; varie scuole e università cancellano i loro contratti con la polizia; diverse statute di razzisti sono rimosse; Trump firma un ordine esecutivo che stanzia maggiori risorse per la responsabilità penale della polizia; il Consiglio comunale di Minneapolis vota lo smantellamento del suo dipartimento di polizia. Questa sequenza segue un canovaccio comune nella storia capitalista - la classe dominante risponde alle crisi rivoluzionarie riorganizzandosi e ristrutturandosi in una forma che le garantisca di restare al potere.
18. Ciò che deve essere conseguito attraverso l’azione autonoma del proletariato, altri elementi della società cercano di agirlo con petizioni, leggi e cambiamenti nella polizia. Le riforme sono un obiettivo lodevole in un sistema capitalista razziale che dà in modo chiaro priorità alla polizia piuttosto che alla vita. Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che la società borghese vuole mantenere questa ribellione più circoscritta possibile: perimetrandola solo su George Floyd, sulla diminuzione dei fondi della polizia e sulla redistribuzione delle risorse su altri settori sociali. Ma questa ribellione ha a che fare con molto di più. Ha a che fare con la profonda ingiustizia che un popolo percepisce e che nessun grado di riforma può estinguere.
19. L’abolizione comporta la distruzione materiale della gamma di infrastrutture costruite nell’era del capitalismo razziale. L’abolizione è avvenuta dal 26 maggio al primo giugno. Come conseguenza della rivolta dilagante, in una settimane è avvenuto molto di più in termini di discredito e limitazione della polizia che in tanti decenni di attivismo. Qui vediamo il potenziale dell’abolizione nel suo senso pieno, nell’apertura di un veloce momento di solidarietà tra differenti settori razzializzati del proletariato, nella genesi di una crisi nazionale, e nello spalancare la porta a un nuovo mondo, in un istante.
20. Non tutto quello che ha avuto luogo durante l’insurrezione ha rafforzato e liberato. Gli stessi problemi che esistevano prima hanno continuato ad esistere durante la ribellione - razzismo, transfobia, omofobia, competizione per procacciarsi risorse. Tutto questo non scompare improvvisamente in una ribellione. Il cruciale lavoro di costruzione di un mondo nuovo resta da fare.
21. Dobbiamo chiederci quale sia il significato ultimo di questa rivolta. Il tema è Black Lives Matter solo riguardo a coloro che sono razzializzati come neri o la lotta dei neri assume un contenuto più esteso?
22. I paragoni tra questa rivolta e il 1968 sono errati. Questa rivolta è differente su molti piani. Ci sono sindaci neri e dirigenti neri della polizia che governano in molte città. A ribellarsi è stato un proletariato multirazziale.
23. Può il proletariato nero guidare gli altri settori razzializzati del proletariato negli anni a venire’ Questa è una domanda vecchia di un secolo, con Du Bois, Haywood, James, Jones e Hampton che hanno tutti cercato di individuare differenti coalizioni con gli altri settori in questo paese e fuori nel tentativo di battere il capitalismo razziale e l’impero. Tutti loro sapevano che il proletariato nero può far esplodere una vasta ribellione, ma non può battere i suoi nemici da solo.
24. L’unificazione del proletariato in una lotta comune per eliminare il capitalismo è la sola speranza che ha l’umanità di salvare sé stessa e il pianeta. Il suo contropotere è fondato su tutte le persone che concorrono a combattere contro il razzismo, il patriarcato e tutto ciò che il capitalismo porta con sé.
25. Il desiderio di una solidarietà multirazziale è sempre pregno, come le storie del razzismo hanno mostrato. Lo sviluppo della solidarietà sarà teso difficile e dipenderà dalle circostanze oggettive e dalle scelte strategiche. Tra le maggiori preoccupazioni ci deve essere che di questa solidarietà non finisca per fare le spese la liberazione dei neri. Per prevenire ciò, ogni sforzo deve essere fatto per rispettare e sostenere l’autonomia della lotta rivoluzionaria dei neri.
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