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#Rick Marotta
mychameleondays · 7 months
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Yoko Ono: Feeling The Space
Gatefold Sleeve, Coloured Vinyl
Secretly Canadian/Chimera SC284/SC284, 2017
Originally released: November 16, 1973
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sonicziggy · 2 years
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"YUME O MOTO" by Yoko Ono & Plastic Ono Super Band, Yoko Ono, Steve Khan, Andy Muson, Rick Marotta, Steve Gadd, Don Grolnick, Randy Brecker, Michael Brecker https://ift.tt/H3Dxg4K
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jpopstreaming · 2 years
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🆕 「 YUME O MOTO」 by Yoko Ono & Plastic Ono Super Band, Yoko Ono, Steve Khan, Andy Muson, Rick Marotta, Steve Gadd, Don Grolnick, Randy Brecker, Michael Brecker Available for streaming worldwide!🌐 Added to our weekly playlist 🎧 https://spoti.fi/3lgjH73
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projazznet · 4 days
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Tropea ‎– Short Trip To Space (1977)
Bass – Richard Davis , Will Lee Drums – Rick Marotta , Steve Gadd Guitar – David Spinozza , John Tropea Keyboards – Don Grolnick Organ – Leon Pendarvis Percussion – Ralph MacDonald, Rubens Bassini Reeds – George Young , Lew Delgatto, Lou Marini, Michael Brecker Trombone – Dave Taylor , Sam Burtis Trumpet – Alan Rubin, Jon Faddis, Randy Brecker Tuba – Tony Price Vibraphone – Mike Mainieri
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diceriadelluntore · 10 months
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Storia Di Musica #290 - Steely Dan, Gaucho, 1980
Devo ammettere che la fine di questo percorso sulle storie musicali alla ricerca del suono perfetto non poteva che fermarsi a questi due. Che in un decennio dove nella musica sono successe infinite cose, gli anni ’70, sono passati tranquilli e inscalfibili a diffondere qualcosa di completamente diverso. E per molti versi inclassificabile. Walter Becker e Donald Fagen sono probabilmente i musicisti più maniacali, quasi in senso patologico, che io conosca nella storia della musica pop occidentale. Siamo davvero ad una sorta di mania di perfezionismo che nasce in un momento preciso. Infatti i loro Steely Dan (dal nome di un dildo meccanico a vapore citato da William Burroughs ne Il Pasto Nudo) all’inizio erano un gruppo, formato dal duo (che sanno fare tutto, ma si dividono tra voci e chitarra) con Denny Dias insieme a Jim Holder alla batteria, Jeff Baxter alla seconda chitarra, e David Palmer. Il loro esordio è già fenomenale: Can’t Buy A Thrill (1972) vola subito nella Top 20 e frutta due canzone mito degli anni ’70 come Do It Again e Reeling The Wheel. Già è presente il mix, a tratti soprannaturale, di stili, un pop venato di jazz, rock, soul, fatto di sovrapposizioni di strumenti, intrecci vocali, perfezione esecutiva a cui sia accompagna una ironia sfacciata nei testi. Con Pretzel Logic, del 1974, un capolavoro, hanno addirittura una hit single, nella perfetta Rikki Don’t Lose That Number (omaggio a Horace Silver, grande jazzista), ma durante il tour che segue Fagen ha un attacco di panico sul palco e decide di non esibirsi più. La decisione successiva è di sciogliere il gruppo, di diventare un duo e per compensare il mancato contatto con il pubblico, quello di scrivere canzoni perfette. Una perfezione esecutiva, compositiva e di registrazione, diventando in questi tre rispettivi campi dei punti di riferimento assoluti. Decidono quindi di chiedere servizi ai più bravi e famosi sessionisti in tutto il mondo, di usare il meglio della tecnologia e di cercare la perfezione sonora. Già con Aja, del 1977, toccano vette assolute, ma i due attraversano un periodaccio. Quando iniziano a pensare al nuovo disco Becker viene investito sotto casa, nell’Upper East Side, e si frattura diverse ossa e passa settimane in ospedale, ma ha voglia di non perdere tempo, tanto che sviluppano le idee del disco e della sua evoluzione via telefono con Fagen (tuttavia non suona in molti brani dell'album). Tra l’altro, la sua fidanzata, Karen Roberta Stanley morirà per complicazioni dell’abuso di stupefacenti, appena finite le registrazioni del nuovo disco. La famiglia della ragazza, accusando Becker di esserne stato l’iniziatore, chiese un risarcimento da milioni di dollari, ma una sentenza di qualche anno più tardi scagionò il musicista. Tutto questo non impedì che per Gaucho, che esce nei negozi di dischi il 21 Novembre del 1980, abbiano fatto ruotare nei soli 7 brani 62 musicisti, tra i più famosi del mondo, tra batteristi, chitarristi, percussionisti, sassofonisti, coristi e ben 11 ingegneri del suono.
Basta dire che fecero provare per ore Bernard Purdie, leggenda vivente del jazz e inventore del Purdie Shuffle (terzine nel tempo tagliato) le sue parti nei brani. Tutti i batteristi, tra i più grandi di sempre (ricordo Steve Gadd, Jeff Porcaro dei Toto, Rick Marotta e altri ancora) passarono ore a provare il tocco che volevano quei due, che non contenti chiesero a Roger Nichols, uno dei più grandi ingegneri del suono americani, di creare una drum machine particolare che li aiutasse: con un investimento di 150 mila dollari (una follia per l’epoca) Nichols portò loro Wendel, che per quanto fosse il massimo di sofisticatezza del tempo, per difficoltà nella programmazione fu usata pochissimo. Ma c’è un particolare simpatico: quando l’album divenne disco di platino, un disco celebrativo fu regalato persino a Wendel in quanto “artefice” del successo. Chi altro poteva chiedere a Mark Knofler, in quei mesi il chitarrista più famoso del mondo per quel pezzo leggendario che fu Sultans Of Swing, di provare ore intere un assolo da 40 secondi per Time Out Of MInd? O chi poteva pensare di passare per 55 tentativi prima di centrare la voluta dissolvenza finale di Babylon Sisters?
Tutte le canzoni sono dei gioielli in un disco che racconta di hipster un po’ in là con gli anni in cerca di divertimento: Babylon Sisters ne è l’essenza, quasi a disegnare un sogno californiano che finisce a bere un kirschwasser from a shell; oppure la famosissima Hey Nineteen (che si dice fosse piaciuta tantissimo a John Belushi che ne voleva fare un soggetto per un film) dove un attempato conquistatore rimane basito che la sua nuova conquista diciannovenne non conosca Aretha Frankiln (Hey Nineteen/ That’s ‘Retha Franklin/ She don’t remember the Queen of Soul/ It’s hard times befallen/ The sole survivors/ She thinks I’m crazy/ But I’m just growing old), in una sorta di incomunicabilità generazionale (No, we got nothin’ common/ No, we can’t dance together/ No, we can’t talk at all) e che finisce in una probabile ritiro tra Cuervo Gold (una famosa marca di tequila), Fine Colombian (che non è cioccolato bianco) e Make tonight a wonderful thing tra il sibillino e una solitaria sconfitta sentimentale. Glamour Profession racconta la vita scintillante di uno spacciatore, raccontata con dovizia di particolari; Gaucho, altro classico, una storia d’amore gay mandata in frantumi da un gigolò che veste i panni bizzarri di un gaucho, un uomo in spangled leather poncho che riesce a distruggere la quiete domestica della coppia entrando dentro la loro preziosa dimora, la leggendaria custerdome (uno dei luoghi steelydaniani per eccellenza, che non ha una traduzione letterale soddisfacente) e fu scritta pensando a Long As You Know You're Living Yours di Keith Jarrett, dal suo disco del 1974, Belonging. Jarrett ottenne il riconoscimento come autore e il relativo pagamento di diritti d’autore (nelle moderne ristampe compare come autore del brano). Time Out Of Mind è probabilmente il racconto di un primo racconto con l’eroina, a inseguire “dragoni” fino a Lhasa. My Rival è la storia intrigante di un tradimento, ma visto attraverso gli occhi di un investigatore privato con l’apparecchio acustico (He’s got a scar across his face/ He wears a hearing aid) sulle tracce di qualcuno da smascherare (Sure, he’s a jolly roger/ Until he answers for his crimes/ Yes, I’ll match him whim for whim now). E l’ultima canzone è un altro colpo da KO: Third World Man è un'accusa niente affatto sottintesa al falso interesse per le questioni sociali dei paesi in via di sviluppo, che ha perfino un verso cantato in italiano da Fagen (è l’era del terzo mondo, scritto con Victor di Suvero, poeta italiano naturalizzato americano) e ha l’ultima pazzia: l’assolo, meraviglioso, di Larry Carlton fu ripescato dalle registrazione di The Royal Scam (del 1976) e ricostruito per quella canzone, tanto che Carlton nemmeno sapeva fosse presente nei crediti del disco. Sulla musica di questi brani, lascio a voi scoprire tutte le meraviglie sonore, di ricercatezza, gli effetti da sentire e risentire, ma molti se ne accorsero presto, perché vinse il Grammy Award del 1981 per la migliore registrazione non classica. Dopo tutto questo, gli Steely Dan si sciolgono. Fanno in tempo a scrivere, a nome solo di Fagen, quell’altro capolavoro che è The Nightfly (1982, con la copertina più bella di tutti i tempi – andatela a vedere) e a ritornare, dopo 21 anni, con Two Against Nature che, come potrebbe raccontare un testo delle loro canzoni perfette, li fa conoscere ad una nuova e giovane generazione, ammaliata da quel tocco incredibile che la leggendaria rivista jazz Downbeat una volta descrisse così: Non c’è nulla che suona così bene come un disco degli Steely Dan.
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Great music endures
“I could hear every single nuance that I had played, as well as what everyone else had played. What amazed me was how they could mix those records like that. You could hear everything perfectly.” — Rick Marotta,drummer on Steely Dan’s Peg.
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peterstanslizzie · 5 years
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* Previous video got blocked. Here is the reupload at a faster speed. Check out Matt, Lanny and Rick's cover performance 🎤 of 'Long Tall Sally' by Little Richard. Rick Marotta, the drummer in this video is actually a professional drummer who has worked with big names in the music industry like @johnlennonofficial, The Jackson 5, @arethasings and James Taylor (as mentioned in the show). ☆ Clip is taken from #lizziemcguire episode 1.25, 'Facts of Life'. No copyright infringement intended. ☆ #disney #disneyplus #disneychannel #jakethomas #rickmarotta #christiancopelin #hallietodd #robertcarradine #longtallsally #littlerichard #bandperformance #rockandroll #backyardperformance #oldschoolmusic #rhythmandblues https://www.instagram.com/p/B5hBGZFHY7S/?igshid=9cknbqjpw9rj
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junkdrawerbrain · 5 years
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Linda Ronstadt in concert, illustration by Dærick Gröss Sr., via 1977 article by Robert Hilburn from the Los Angeles Times | Linda Ronstadt Fans Discussion
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mychameleondays · 8 months
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John Lennon: Mind Games
Music For Pleasure 1A022-58136, 1980
Originally released: 29 October 1973
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mitjalovse · 7 years
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To be honest, Donald Fagen does not fit the pattern of yacht rock, even though he is considered to be a part of it. Actually, he's his own idiosyncratic brand of it, just like the band he was in, called Steely Dan, that is also mentioned in the same breath as Christopher Cross and Toto. I am not really sure why that is, the group is more off than the usual yacht rock, Fagen, Becker and a myriad of session musicians make a distorted version of that idiom. Yes, there are huge amounts of smoothness in it, the music aspires to be highbrow, but there is a sense that the outfit is detached from it all, yet not in the Mamouna way, it's more like For Your Pleasure. You see, Steely Dan's records  resembles a gathering of bar musicians who are really upset over everything, although they do not want to show, since they are professionals. Still, their true emotions trickle through their work.
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innervoiceart · 3 years
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"My Old School" - Reelin' in the Years | Jerry & Rick Marotta
This performance was recorded live at Daryl's House Club in Pawling, NY on July 22, 2018. 
Jerry Marotta - drums Rick Marotta - drums Pete Levin - keyboards Jesse Gress - guitar Jennifer Maidman - bass Lindsey Skeye - vocals Joey Eppard - vocals Matt Finck - guitar Chris Eminzer - sax Chris Pasin - Trumpet 
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tammyfeabakker · 4 years
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Watch ""Peg" Steely Dan Cover Live at Daryl's House | Reelin' in the Years | Jerry & Rick Marotta" on YouTube
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tothemaxxx · 4 years
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My Favorite Films and Performances of 2019
As per, I did’t get to watch everything. But these are the films that did the most for me in 2019. If it’s not on here, I either didn’t have the opportunity to see it or I just plain didn’t dig it.
TOP 5, loosely ranked. I love these deeply.
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1. ONCE UPON A TIME IN HOLLYWOOD, Quentin Tarantino
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2. PARASITE, Bong Joon-ho
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3. UNCUT GEMS, Josh and Benny Safdie
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4. PORTRAIT OF A LADY ON FIRE, Céline Sciamma
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5. MONOS, Alejandro Landes
The rest of the Top 20, in alphabetical order. I loved these.
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THE AMAZING JOHNATHAN DOCUMENTARY, Ben Berman
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BEANPOLE, Kantemir Balagov
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THE FAREWELL, Lulu Wang
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A HIDDEN LIFE, Terrence Malick
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IN FABRIC, Peter Strickland
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THE IRISHMAN, Martin Scorsese
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KNIFE + HEART, Yann Gonzalez
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KNIVES OUT, Rian Johnson
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THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO, Joe Talbot
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THE LIGHTHOUSE, Robert Eggers
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LORDS OF CHAOS, Jonas Åkerlund
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MARRIAGE STORY, Noah Baumbach
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MIDNIGHT FAMILY, Luke Lorentzen
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THE SOUVENIR, Joanna Hogg
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TRANSIT, Christian Petzold
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I also enjoyed, some with reservations:
A Beautiful Day In The Neighborhood, Ad Astra, Arctic, The Art of Self-Defense, Ash Is Purest White, Atlantics, Birds of Passage, Climax, Dark Waters, The Dead Don’t Die, Diamantino, Diane, Dolemite is My Name, Downton Abbey, El Camino: A Breaking Bad Movie, Ford v Ferrari, Gloria Bell, Greta, Her Smell, High Flying Bird, High Life, Hotel By The River, Hustlers, I Lost My Body, Les Misérables, Little Women, Midsommar, The Mustang, Non-Fiction, Pain & Glory, Peterloo, Ready or Not, The Report, The Standoff at Sparrow Creek, Us, Waves, Wild Rose
And these documentaries:
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Amazing Grace, Apollo 11, David Crosby: Remember My Name, The Great Hack, Hail Satan?, Honeyland, The Kingmaker, Knock Down The House, Linda Ronstadt: The Sound of My Voice, One Child Nation, Well Groomed
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Did anyone ask for my favorite movies of the decade? No. Will I list them now, allowing only one title per director? Yes.
Carlos, Dogtooth, Force Majeure, Green Room, Inherent Vice, Mad Max: Fury Road, Mandy, Once Upon A Time In Hollywood, Parasite, Shoplifters, The Social Network, Toni Erdmann, Under The Skin, We Need to Talk About Kevin, Wild Tales
                                                         —————
My favorite performance of the year:
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Adam Sandler as Howard Ratner in Uncut Gems
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Dynamic Duos:
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Leonardo DiCaprio as Rick Dalton & Brad Pitt as Cliff Booth in Once Upon A Time In Hollywood
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Valerie Pachner as Franziska Schwaringer & August Diehl as Franz Jägerstätter in A Hidden Life
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Robert Pattinson as Ephraim Winslow & Willem Dafoe as Thomas Wake in The Lighthouse
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Vasilisa Perelygina as Masha & Viktoria Mironshnichenko as Iya in Beanpole
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Favorite Ensembles:
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Climax, The Dead Don’t Die, Dolemite Is My Name, The Irishman, Knives Out, Les Misérables, Marriage Story, Monos, Once Upon A Time In Hollywood, Parasite, Peterloo, Uncut Gems, Us
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So many memorable performances:
Alan Alda as Bert Spitz in Marriage Story
Christian Bale as Ken Miles in Ford v Ferrari
Antonio Banderas as Salvador Mallo in Pain and Glory
Paula Beer as Marie in Transit
Annette Benning as Senator Dianne Feinstein in The Report
Juliette Binoche as Selena in Non-Fiction
Damien Bonnard as Ruiz in Les Misérables
Jessie Buckley as Rose-Lynn in Wild Rose
Sofia Buenaventura as Rambo in Monos
Tom Burke as Anthony in The Souvenir
Julie Butters as Trudi Fraser in Once Upon A Time In Hollywood
Honor Swinton Byrne as Julie in The Souvenir
Louis Cancelmi as Sally Bugs in The Irishman
Chang Hyae-jin as Chung-sook in Parasite
Cho Yeo Jeong as Park Yeon-kyo in Parasite
Ana de Armas as Marta Cabrera in Knives Out
Laura Dern as Nora Fanshaw in Marriage Story
Wayne Diamond as High Roller in Uncut Gems
Julia Fox as Julia in Uncut Gems
Kevin Garnett as Kevin Garnett in Uncut Gems
Rebecca Gayheart as Billie Booth in Once Upon A Time In Hollywood
Jon Glaser as Mark in Hustlers
Adèle Haenel as Héloïse in Portrait of a Lady on Fire
Julie Hagerty as Sandra in Marriage Story
Tim Heidecker as Josh Tyler / Tex in Us
André Holland as Ray Burke in High Flying Bird
Isabelle Huppert as Greta Hideg in Greta
Marianne Jean-Baptiste as Sheila in In Fabric
Karl Johnson as Lord Sidmouth in Peterloo
Lee Jung-eun as Gook Moon-gwang in Parasite
Martha Kelly as the Evaluator in Marriage Story
Ted Levine as John Brennan in The Report
Ray Liotta as Jay Marotta in Marriage Story
Jennifer Lopez as Ramona in Hustlers
Jonathan Majors as Montgomery Allen in The Last Black Man in San Francisco
Idina Menzel as Dinah Ratner in Uncut Gems
Noémie Merlant as Marianne in Portrait of a Lady on Fire
Fatma Mohamed as Miss Luckmoore in In Fabric
Julianne Moore as Gloria in Gloria Bell
Elisabeth Moss as Becky Something in Her Smell
Eddie Murphy as Rudy Ray Moore in Dolemite Is My Name
Julianne Nicholson as Doctora Sara Watson in Monos
Alessandro Nivola as Sensei in The Art of Self-Defense
Lupita Nyong'o as Adelaide Wilson / Red in Us
Al Pacino as Jimmy Hoffa in The Irishman and as Marvin Schwarz in Once Upon A Time In Hollywood
Joe Pesci as Russell Bufalino in The Irishman
Mary Kay Place as Diane in Diane
Florence Pugh as Dani in Midommar
Keanu Reeves as Keanu Reeves in Always Be My Maybe
Margot Robbie as Sharon Tate in Once Upon A Time In Hollywood
Franz Rogowski as Georg in Transit
Taylor Russell as Emily in Waves
Andy Serkis as Parker Wembley in Long Shot
Wesley Snipes as D'Urville Martin in Dolemite Is My Name
Song Kang-ho as Kim Ki-taek in Parasite
Tilda Swinton as Zelda Winston in The Dead Don’t Die
John Turturro as Arnold in Gloria Bell
Zhao Shuzhen as Nai Nai in The Farewell
          ... and Sayuri the pit bull as Brandy in Once Upon A Time In Hollywood
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Favorite older film I saw for the first time in 2019:
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War and Peace, Sergei Bondarchuk, 1965
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THE END!
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diceriadelluntore · 3 years
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Storia Di Musica #162 - Steely Dan, Aja, 1977
Il tema delle Storie di Musica di marzo me l’hanno dato i Daft Punk (che si sono sciolti dopo quasi trent’anni). Quindi per queste domeniche marzoline storie di duo musicali. Il primo di cui scriverò oggi nasce a fine anni ’60, quando due ragazzi innamorati del Jazz, Walter Becker e Donald Fagen si incontrano al Bard College, a nord di New York. Tra i primi a unirsi agli esperimenti musicali dei due c’è Chevy Chase, poi futuro grande comico. Dopo qualche serata nei locali, vanno in tour con il gruppo di Jay & The Americans, che erano prodotti da Gary Katz, fondatore dell’etichetta ABC Records. Katz è affascinato dai due, dalle idee che hanno in mente, e li spinge a formare un gruppo per dar sviluppo alle loro composizioni. Fagen e Becker come nome scelgono quello del “rivoluzionario” dildo a vapore che William Burroughs descrive ne Il Pasto Nudo: Steely Dan. Inizia qui la storia di una delle più geniali e eccezionali coppie della musica degli anni ’70, immeritatamente oggi poco conosciuti, ma capaci di cose mirabolanti. Il debutto è già fenomenale: Can’t Buy A Thrill esce nel 1972, con in formazione Jim Holder (batteria), Jeff Baxter (chitarra) e David Palmer, con Becker e Fagen a suonare basso, chitarre, sintetizzatori, con Fagen anche cantante. Il disco ha subito due canzoni hit come Do It Again e Reeling in The Years. Inizia da qui una pubblicazione di un disco all’anno: con la stessa formazione nel 1973 esce Countdown To Ecstasy, nel 1974 Pretzel Logic, che contiene la straordinaria Rikki Don’t Lose That Number (dedicata a Horace Silver, l’immenso pianista jazz, che arriva in top five). Qui accade una cosa particolare: Fagen inizia ad avere fobia delle esibizioni dal vivo e il 1974 è in pratica l’ultimo anno in cui suoneranno in concerto, con il duo che apre la sigla Steely Dan ad un mondo variegato e favoloso di musicisti e sessionisti, il meglio che c’è sulla piazza. Katy Lied (1975) ne delinea lo stile, già unico e riconoscibile, che mixa con una magia speciale (e probabilmente inarrivabile) jazz, rock, blues, pop ad una perfezione esecutiva che diventerà proverbiale, il tutto accompagnato da testi criptici, ironici, colti che diventeranno iconici al pari della musica. Dopo The Royal Scam (1976) firmano con la Warner Bros. come compositori, ma continuavo a essere fedeli come Steely Dan alla ABC di Katz. Con cui nel 1976 progettano un disco che ha un unico obiettivo: la perfezione del suono. Ingaggiano quindi il meglio dei sessionisti, un dream team in cui si ricordano tra gli altri Victor Feldman (Fender Rhodes e vibrafono), Michael Omartian (al piano, poi produttore di Christopher Cross, vincitore di 3 Grammy) Larry Carlton e Steve Khan (alla chitarra), Rick Marotta e Steve Gadd (due giganti della batteria) Pete Christlieb e Tom Scott (sassofono del Tonight Show il primo, colui che curerà gli arrangiamenti de fiati nel disco il secondo) e proprio per non farsi mancare niente, Wayne Shorter in un assolo leggendario di un brano e una sezione cori da far invidia: Michael McDonald (futuro The Doobie Brothers), Timothy B. Schmit (che proprio quell’anno si unirà agli Eagles, con cui canterà la mitica I Can’t Tell You Why) e il meglio tra coristi femminili e maschili, in tutto una quarantina di musicisti campioni. Che verranno osservati e scelti in base alle loro caratteristiche per ogni brano in ben 4 studi di registrazione, sotto le cure maniacali non solo di Fagen&Becker, ma di Gary Katz e da una squadra di ingegneri del suono da sogno, tra i più grandi di sempre: Roger Nichols, Elliot Scheiner, Al Schmitt, Bill Schnee, con alla masterizzazione un altro colosso, Bernie Grundman (che messi insieme fanno una valigia di Grammy Awards vinti ad oggi per l’ingegneria sonora). Le leggende sulle sessioni di registrazioni su Aja, questo il titolo che verrà scelto dagli Steely Dan, pubblicato nel settembre 1977 (si pronuncia in inglese come Asia e si dice fosse un omaggio alla bellissima moglie coreana di un amico di Fagen) diventeranno proverbiali: ore di ricerca della rullata perfetta, serie di assoli ripetuti alla ricerca della take giusta, in un clima che però non divenne mai isterico, quanto piuttosto figlio della idea comune di scrivere la perfezione. E con la perfezione si parte dalla copertina, tra le più belle di sempre: uno scatto del fotografo giapponese Hideki Fujii che ritrae la modella e attrice giapponese Sayoko Yamaguchi. I 7 brani del disco sono 7 perle che spiegano al meglio il suono Steely Dan: Black Cow (dal nome di un cocktail) è magnetica e perfetta, con gli intrecci meravigliosi tra sassofoni, piano elettrico, i cori; Aja è ancora oltre, 8 minuti di sensazioni che delicatamente viaggiano per l’oriente, con la batteria di Gadd a troneggiare, prima dell’assolo leggendario di Wayne Shorter (che fu provato più volte per trovare le sonorità volute da quei due pazzi), con gli intrecci del doppio piano, voicing jazzisti, tre chitarre elettriche. La terza traccia è probabilmente la loro canzone simbolo: Deacon Blues è la storia di un “perdente”, che però non ha ancora perso la voglia di mettersi in gioco; il leggendario ritornello infatti dice “Learn to work the saxophone\I play just what I feel\Drink Scotch whiskey all night long\And die behind the wheel\They got a name for the winners in the world\I want a name when I lose\They call Alabama the Crimson Tide\Call me Deacon Blues”, dove il Crimson Tide (la marea cremisi) è un riferimento colto ad una squadra di Football dell’Università dell’Alabama che non perse una partita per anni di seguito (da quel momento sinonimo di vincente), mentre il verso di apertura (This is the day of the expanding man) è un riferimento ad un libro di fantascienza molto famoso, L'Uomo Disintegrato di Alfred Bester. E poi Peg, canzone su una sessione fotografica (geniale, nel testo dice “This is your big debut\It's like a dream come true\So won't you smile for the camera?\I know they're gonna love it)  il cui assolo fu provato e suonato da 6-7 chitarristi prima di scegliere quello giusto (di Jay Gradon) dalle fenomenali armonie vocali di McDonald, che diventerà una hit (saccheggiata nei campionamenti negli anni futuri persino dai De-La Soul in Eye Know), le delizie di Home At Last e I Got The News. E che dire del funky rock di Josie, dal mitico riff suonato da Becker, che racconta di una bellissima ragazza, dal passato torbido, che torna nel quartiere, con successivo scombussolamento dei vari pretendenti.  Definire la loro musica significa immaginare una linea che unisce soul, jazz, rock, pop in un modo magico, in questo disco ogni assolo, ogni intervento, ogni ascolto regala un particolare che prima era sfuggito e che sembra invece perfetto. Tutta questa perfezione non passò certo inosservata: il disco vinse a mani basse il Grammy come Miglior Ingegneria Sonora nel 1978, e a distanza di decenni ancora oggi è considerato dai maniaci della audiofilia il disco per provare la bontà di ogni impianto hi-fi. Venderà milioni di copie (uno dei primi dischi ad ottenere la certificazione di Platino per un milione di copie vendute negli USA) spargendo nel mondo la voce che “niente suona bene come un disco degli Steely Dan” (dal titolo di un articolo di Downbeat, la rivista bibbia del jazz americano). Due ultime curiosità: Deacon Blues fu una freccia che arriverà fino in Scozia, a Glasgow, dove colpì al cuore Rick Ross che chiamerà così il suo gruppo (i Deacon Blue, che debuttano con un grande disco nel 1987, Raintown) e in un film di poco tempo fa, Sing Street (pellicola deliziosa del 2016), che racconta la storia di un giovane dublinese che agli inizi degli anni ’80 crea un gruppo musicale per sfuggire al bullismo e per impressionare una ragazza, c’è questa clamorosa battuta: In un gruppo non conta saper suonare. Chi vi credete di essere, gli Steely Dan?
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rainingmusic · 4 years
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Jackson Browne-  That Girl Could Sing 
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Becker and Fagen
Every time I went in with them I knew it was going to be something really historic. Drummer Rick Marotta
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