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#Tobbio
bigarella · 1 month
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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adrianomaini · 1 month
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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bagnabraghe · 1 month
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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collasgarba · 1 month
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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shoyoist · 2 years
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as a shoyo simp you remind me of tobbio ^_^
you're right you're right hehe
anonymously tell me what character I have the same energy as.
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paoloxl · 4 years
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Il 6 Aprile 1944 Iniziò nella zona della brigata autonoma Alessandria e della terza brigata Liguria una delle più grandi operazioni militari di rastrellamento effettuato sino a quel periodo dai comandi germanici della regione.
Le conseguenze di questa operazione furono gravissime per il numero elevato dei prigionieri catturati dalle truppe germaniche e dei partigiani caduti (tra i quali vi erano alcuni tra gli elementi migliori del movimento genovese e alessandrino) per il completo disfacimento delle due formazioni in zona e per le relative ripercussioni in montagna e in città.
Mentre venivano eseguite queste operazioni i tedeschi bloccavano in tutta la zona la popolazione maschile delle classi compresa tra il 1914 e il 1925 e la internavano in campi di concentramento disposti a Novi e Masone o la adibivano a lavori di trasporto e servizi ausiliari.
Le colonne nemiche cominciarono a muoversi nella notte tra il 5 e il 6 Aprile seguendo tre direttrici fondamentali:
   a) una prima colonna proveniente da Pontedecimo e da Busalla, ( attraverso il passo della Bocchetta) si diresse verso Voltaggio ,ove giunse alle tre del mattino.  b) la seconda colonna proveniente da Masone, Campo ligure e Pontedecimo si diresse verso le Capanne di Marcarolo.  c) la terza colonna, infine, dalla zona di Mornese e di Lerma si portò in un secondo tempo, verso i laghi della Lavagnina.    
Il coprifuoco in tutti i paesi venne intimato dalle 5 alle 18. Alle quattro risultavano bloccate tutte le rotabili mentre due colonne si mettevano in marcia Partendo una da Voltaggio e l’altra dai Piani di Praglia, dirigendosi ambedue verso il centro del settore occupato dalla terza brigata Liguria e cioè la zona attorno alla Benedicta e ai laghi del Gorzente, verso le otto del mattino la colonna proveniente da Voltaggio fu avvistata da alcune sentinelle della brigata autonoma Alessandria che si trovava dislocata lungo il torrente Roverno sulla costa che fronteggia Mornese e Bosio.
il comandante Odino, non essendo a conoscenza dei propositi tedeschi e ritenendo si trattasse di un’azione isolata, diede ordine ai suoi uomini di ripiegare verso la Benedicta.
Frattanto la colonna proveniente dai piani di Praglia attaccava con decisione verso le Capanne di Marcarolo, trovandosi senza collegamenti parte dei distaccamenti si frazionò subito per tentare lo sganciamento col calare della notte, mentre altri tentavano di opporsi alla marcia dei tedeschi, ma con forze e armi insufficienti, quasi tutti i distaccamenti vengono così circondati e investiti da un fuoco violentissimo.
Il primo distaccamento e il terzo resistono per tutto il giorno all’offensiva germanica; il secondo, il quarto e il quinto attestati nella zona dei laghi della Lavagnina, Mte Tobbio, Mte Lanzone sostengono scontri a fuoco e mantengono le posizioni per tutta la mattinata.
il quinto distaccamento gap avanza incontro al nemico verso i laghi della Lavagnina ma qui giunto trovando le cascine sedi dei distaccamenti abbandonate in fiamme, si ritira sul Mte Tugello.
Per stanare i partigiani vennero incendiate anche alcune zone boschive della montagna. varie perdite ai tedeschi furono procurate da mine predisposte dai partigiani nei passi obbligati.
Vari partigiani si avviarono verso il passo del Turchino, mentre i tedeschi già scendevano verso la Benedicta, il grosso della brigata Alessandria era ancora in marcia verso il cascinale, ignaro dell’occupazione.
Arrivato in prossimità dell’intendenza, il gruppo comandato da Odino manda una pattuglia al cascinale mentre il grosso si occulta va in una grotta vicino al Gorzente, la pattuglia venne fatta prigioniera e il gruppo scoperto e portato dai tedeschi al cascinale, dove nel frattempo venivano concentrati anche gli altri prigionieri delle unità garibaldine
il gruppo di Merlo e Repetto, rimasto indietro si portò alla cascina Carrrosina e di lì verso i mulini di voltaggio dove riuscì ad aprirsi un varco nel l’accerchiamento e a porsi in salvo al di là del Lemme.
All’ Alba del 7 Aprile 1944, alla Benedicta, 75 prigionieri vennero fatti uscire a gruppi di 5, portati lungo il sentiero verso il Gorzente e passati per le armi, le fucilazioni durano tutta la giornata e a sera gli ultimi condannati furono costretti a scavare una fossa ove vennero gettati in tutto 95 cadaveri: 75 dei fucilati e il resto dei partigiani caduti e prigionieri uccisi all’atto della cattura, altri partigiani catturati vennero portati a fondovalle, tra questi il comandante Cini, Catturato con alcuni superstiti vicino al Mte delle Figne e capitano Odino che venne portato alla casa dello studente di Genova con il figlio.
Nella notte tra il 7 e l’8 Aprile approfittando della pioggia e della nebbia, molti partigiani riuscirono a mettersi in salvo; ma i tedeschi non davano tregua, un gruppo di 14 uomini disarmati venne catturato a passo Mezzano,vicino ai laghi del Gorzente è immediatamente passato per le armi, altri 7 partigiani che da Cravasco attraverso la costa della Caffarella, tentavano di salire verso i piani di Praglia, caddero in un’imboscata. Portati a Isoverde vennero fucilati.
Altri, catturati fra Rossiglione e Campoligure, Vennero concentrati a Masone. il giorno 8 la Benedicta fu fatta saltare in aria dai genieri tedeschi, mentre il rastrellamento vero e proprio, contro i reparti partigiani si stava avviando alla conclusione, i nazifascisti condussero una vasta azione punitiva verso le popolazioni della zona, accusati di aver sostenuto le formazioni ribelli, furono prelevati numerosi ostaggi, devastati i campi, incendiate le Cascine diversi contadini uccisi.
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medusa-malvada · 4 years
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Abandoned church. Monte Tobbio, Italy. made by reddit user Thereaper29 
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hardsadness · 5 years
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Monte Tobbio, Italy Photo by Lorenzo Colombo on Unsplash
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diegorispoli · 4 years
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📣 Un escursionista si sente male e muore sul Tobbio
https://www.ilsecoloxix.it/basso-piemonte/2020/12/13/news/un-escursionista-si-sente-male-e-muore-sul-tobbio-1.39655697
➤ https://www.diegorispoli.com/news/
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luke97 · 4 years
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Che min**ia guaddi? 🤨☠ (A volte ritornano) (presso Monte Tobbio) https://www.instagram.com/p/CFzPqtLgo9w/?igshid=16n7gashfhcjq
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italianiinguerra · 4 years
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7 aprile 1944, il rastrellamento e l’eccidio dell’abbazia della Benedicta Tra il 3 e 6 aprile 1944, reparti tedeschi forti di 3.000 unità appoggiati da quattro compagnie della Guardia Nazionale Repubblicana provenienti da Alessandria e da Genova e da un reparto del reggimento di Granatieri della divisione Littorio dell'Esercito nazionale Repubblicano di stanza a Bolzaneto, accerchiarono la zona del Tobbio;
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fallefra · 4 years
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Monte Tobbio
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beppeva · 7 years
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Monte Tobbio mt1092
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paoloxl · 5 years
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7 Aprile 1944- La strage della Benedicta
Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo.
Alla Benedicta le notizie di un imminente rastrellamento erano arrivate per tempo grazie alle staffette del fondovalle, ma non vennero prese abbastanza sul serio. Vi era la convinzione che i nazifascisti non si sarebbero mai avventurati su per quelle zone. Solo il 29 marzo 1944 i comandi partigiani organizzarono un tutti i rappresentanti di distaccamento per studiare un piano in caso di attacco.All’alba del 6 aprile i reparti nazifascisti si misero in moto verso il centro del territorio occupato dalle bande partigiane. Le truppe, composte da circa 5.000/6.000 unità, erano dotate di armi automatiche, mortai, lanciafiamme, autoblindo, carri armati e di un gruppo di artiglieria da montagna con pezzi da 149, un aereo da ricognizione “cicogna” e squadre cinofile.
Il primo teatro di scontro si ebbe dalla strada che da Campo Ligure sale in quota, dove le truppe tedesche e della RSI incontrarono il primo e il terzo distaccamento della 3° Liguria. I garibaldini tennero in scacco le truppe nazifasciste per tutta la mattina, prima di sganciarsi definitivamente, sopraffatti dalla superiorità bellica dei nemici. Solo tra le 13 e le 15 la Benedicta cadde in mano nemica.
Mentre i comandanti della 3° Liguria diedero l’ordine di sganciamento immediato per tutti, non altrettanto fecero il comandante della Brigata Autonoma, che, rispettando il patto sancito con i garibaldini, decisero di mettersi in marcia verso la Benedicta.
La rappresaglia
All’alba del 7 Aprile i 75 prigionieri per la maggior parte ragazzi non ancora ventenni, vennero condotti nel cortile del convento, privati di ogni effetto personale che servisse a identificarli, quindi, a gruppi di cinque, spinti lungo il sentiero che porta al Gorzente e ivi fucilati. I cadaveri vennero gettati in una fossa comune, che alcuni di loro erano stati costretti a scavare. Insieme a loro anche i corpi di 22 giovani catturati e trucidati nei boschi lì vicino. Nei giorni successivi vi furono altre fucilazioni e la Benedicta venne fatta saltare in aria.
Il rastrellamento della zona continuò il 7 e l’8 aprile, con altre vittime. Nello stesso tempo, diversi gruppi di partigiani riuscirono ad insinuarsi attraverso il blocco nemico: alcuni, portandosi sulla sponda destra dello Scrivia, in direzione della val Borbera; altri, al comando di Fillak, dirigendosi verso Pian Castagna; altri ancora, in direzione di Novi e di Serravalle. Ma numerosi caddero ugualmente in mano al nemico e alcuni di questi furono immediatamente fucilati. Trenta partigiani, raccolti dal tenente Casalini sul monte Orditano e sorpresi dai tedeschi nei pressi di passo Mezzano, il 6 aprile si batterono valorosamente fino all’ultimo: quattordici di essi caddero nei combattimento. Il tenente Casalini, che tenne un contegno fierissimo, venne fucilato a Voltaggio dove, a due riprese, altri sedici partigiani subirono la stessa sorte. Altri quaranta, sorpresi tra Rossiglione e Campoligure, furono tradotti a Masone: tredici di essi vennero fucilati a Villa Bagnara.
Il massiccio concentramento partigiano del Tobbio era praticamente dissolto. Mentre venivano inflitte indiscriminate rappresaglie a tutta la popolazione della zona, il Comando tedesco che dirigeva le operazioni fece sapere che sarebbe stata usata clemenza nei confronti dei giovani di leva che si fossero presentati spontaneamente alle autorità germaniche. Nell’atmosfera di confusione e di panico seguita alle notizie dei massacri già avvenuti alla Benedicta e nelle località vicine, molti furono coloro che cedettero all’ingannevole lusinga, presentandosi ai Comandi tedeschi. A conclusione dell’operazione, circa trecento giovani, tra partigiani catturati durante il rastrellamento e ragazzi presentatisi spontaneamente, furono concentrati a Novi Ligure e fatti partire, tra i 10 e il 12 aprile, alla volta dei campi di deportazione tedeschi, da cui centoquarantanove non sarebbero più ritornati.
Il contributo di sangue pagato da tutte le località della zona può essere espresso dai piccoli comuni di Ceranesi e Voltaggio, che ebbero rispettivamente trentasette e trentatre morti tra i giovani deportati. Altri diciannove membri delle due brigate partigiane, tra i quali il capitano Odino, Walter Ulanovski ed Isidoro Maria Pestarino, vennero condotti alla Casa dello studente a Genova. Dopo essere stati torturati, furono fucilati il 19 maggio al Colle del Turchino, insieme a una quarantina di altri detenuti politici genovesi.Nel complesso vennero uccisi nel rastrellamento tra fucilati e caduti in combattimento 178 partigiani, altri 368 furono fatti prigionieri. Di questi 207 furono trasportati nei campi di sterminio in Germania (Gusen Mhatausen)
Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione “Mingo”, attiva nell’ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell’appennino alessandrino.Gli elenchi pubblicati qui di seguito sono tratti dal volume, commissionato dall’Associazione Memoria della Bendicta e intitolato “I Ribelli della Bendicta”. Percorsi, profili, e biografie dei caduti e dei deportati (Bologna, Archetipo Libri, 2011) curato dai proff. Brunello Mantelli, Giovanna D’Amico, Giovanni Villari dell’Università di Torino, Dipartimento dio Storia.
Qui potete trovare la lung lista dei nomi
http://www.benedicta.org/sito/pages/eccidio/caduti_tabella.pdf
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hardsadness · 6 years
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Monte Tobbio, Italy Photo by Lorenzo Colombo on Unsplash
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Sentiero 403: sul Monte Tobbio partendo da Voltaggio
Sentiero 403: sul Monte Tobbio partendo da Voltaggio
Alessandria News Quinta puntata della rubrica “In cammino”, una selezione di percorsi del nostro territorio che il Cai ha censito, mappato e segnalato sul campo. La rassegna prevede sentieri per ogni tipo di preparazione, dalle passeggiate alle escursioni più lunghe e difficili, fino alle mete per i più esperti
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