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#Giuseppe Merlo
bigarella · 4 months
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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adrianomaini · 4 months
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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bagnabraghe · 4 months
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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collasgarba · 4 months
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L’altro scenario fondamentale per il partigianato alessandrino era quello appenninico
In teoria nei giorni immediatamente successivi all’armistizio nell’alessandrino si sarebbe dovuto assistere allo sbocciare naturale di un movimento antifascista che gettasse «l’abito del conformismo» <112 per mostrare invece come l’orientamento politico «rosso» della provincia fosse rimasto immutato nonostante i venti anni di regime. Tuttavia nei primi mesi i Comitati interpartitici si trovarono…
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lamilanomagazine · 2 years
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Roma, nuova street art al quartiere Settecamini
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Roma, nuova street art al quartiere Settecamini. Roma è pronta ad accogliere un nuovo capolavoro dell’urban art internazionale grazie a Street Art For Rights, il festival che dal 2020 vuole raccontare e diffondere la cultura della sostenibilità attraverso la street art. Al centro del progetto i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’agenda 2030 ONU: l’idea è quella di filtrare i 17 Goals con l’occhio dell’arte contemporanea promuovendo la realizzazione di 17 opere murarie da parte di diversi street artist nell’ottica di portare questioni sociali, economiche e culturali sui muri dei quartieri periferici della capitale, in zone conosciute per situazioni di forte difficoltà.   Rispetto per l’ambiente e arte si fondono quindi nella street art, vale a dire il linguaggio figurativo nato in strada. Scopo principe di questa espressione artistica è, infatti, la riqualificazione delle periferie tramite l’abbellimento di edifici e strutture civiche già esistenti. Combattere il grigiore del cemento con la vivacità dei colori, rendendo le città più belle e vivibili e allo stesso tempo trasmettere messaggi in maniera diretta, senza filtri o censure. Anche le strade e i muri possono diventare un mezzo per denunciare le cause del cambiamento climatico. Così writer e artisti di tutto il mondo grazie a Street Art For Rights regalano alla Capitale momenti di riflessione con opere che sensibilizzano le persone al rispetto dell'ambiente.   Dopo le opere di Attorep, Natalia Rak, Barbara Oizmud, Manuela Merlo in arte HUMAN, NSN997, Davide Toffolo e Marqus, scopriamo in anteprima il muro finito di Etnik realizzato nel quartiere Settecamini.   Obiettivo 12 - Consumo sostenibile Etnik – Quartiere Settecamini L’urban artist di fama internazionale Etnik, attivo da oltre 30 anni nella scena dell’arte urbana, per il suo murales si è ispirato al goal numero 12 con "La Casa nella Casa", il titolo del suo lavoro che oltre ad essere una visione sulla vera e propria architettura abitativa dedicata ai temi ecologici e di riciclo è allo stesso tempo uno spunto a lavorare su se stessi, sulle nostre abitudini quotidiane. Con le sue illustrazioni geometriche fatto di forme, volumi e cromatiche che talvolta portano a figure astratte, Etnik vuole rappresentare l’equilibrio precario dell’essere umano e l’incessante velocità del mondo contemporaneo. Etnik anche con questo muro porta avanti una personale ricerca artistica capace di veicolare un forte messaggio, il punto di vista dell’artista sulla città e le parti di cui si compone, e con esso sviluppare la sua peculiare poetica.   Chi è Etnik? Artista di origine svedese attualmente di stanza a Torino, è attivo nella scena graffiti writing sin dai primi anni '90. È attualmente uno degli street artist più affermati al mondo grazie al suo inconfondibile stile. Durante la sua carriera ha ricercato sempre una nuova strada per superare i limiti classici della disciplina portando la pittura murale ad alti livelli, ideando e organizzando anche eventi che hanno messo in contatto i migliori artisti del panorama europeo. Dal 2001 il suo modo di dipingere comincia ad evolversi verso forme geometriche e architettoniche, partendo dal lettering che diviene la base su cui Etnik imposta l’intero impianto concettuale e compositivo della sua ricerca artistica. Oggi lavora nel suo studio a Torino, viaggiando molto per realizzare wall painting di grandi dimensioni e partecipare ad esposizioni in galleria in tutto il mondo.     Il progetto, ideato e diretto da Giuseppe Casa e curato da Oriana Rizzuto, è organizzato dall’associazione culturale Taste & Travel in collaborazione con MArteSocial e MArteGallery e prevede un programma triennale di attività volte alla futura creazione di un museo a cielo aperto, pubblico e gratuito, al di fuori dei percorsi più battuti della Capitale.   Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, è vincitore dell'Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.   Street Art for RIGHTS è organizzato dall’Ass. cult. Taste & Travel, e fa parte delle attività sviluppate da MArteSocial, un incubatore   incentrato sulla sensibilizzazione di problematiche sociali attraverso progetti artistico-culturali che possano generare un impatto positivo sugli abitanti dei quartieri meno serviti che chiedono a gran voce servizi, cultura e integrazione. Street art for Rights è prodotto da MArtegallery e e fa parte dei progetti speciali all’interno della #BiennaleMArteLive, appuntamento biennale multiartistico e a carattere internazionale.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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soylazaro · 7 months
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CREDEM - Wellbanking People from Alessandro De Leo on Vimeo.
Directed by Alessandro De Leo
Production Company - Wildframe EP - Ivan Merlo Line Producer - Claudia Ammassari
DP - Karim Andreotti Set Designer - Amos Caparrotta Stylist - Julia Beo Editor - Federica Intelisano Music & Sound Design - Matteo De Marinis Grading - Daniel Pallucca Animation - Robotina VFX - eXchanges
Agency - Leo Burnett Creative Director - Giuseppe Pavone Art director - Paolo Palazzo
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Il Merlo Di Como - Giuseppe Negroni
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SESTO SAN GIOVANNI. INTER 1 JUVENTUS WOMEN 3. Il DERBY D'ITALIA FEMMINILE E' BIANCONERO.
Servizio di Giuseppe Amato/Quotidiano On Line – Fotoservizio Andrea Amato/PhotoAgency http://www.photoagency-quotidianoonline.com Exultation Juventus W La gara valida per la poule scudetto tra Inter e Juventus women si gioca sul campo dello stadio Breda di Sesto S.Giovanni con calcio di inizio alle 14,30. Le formazioni in campo Inter: Durante, Van Der Gragt S., Karcouni, Chawinga, Merlo,…
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viv-milano · 2 years
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MILANO. INTER 1 JUVENTUS WOMEN 1. LA SFIDA FINALE A VINOVO-SODDISFAZIONE PERSONALE PER GROSSO E MERLO. (PHOTOGALLERY).
Servizio Giuseppe Amato/Quotidiano On Line fotoservizio Andrea Amato/PhotoAgency http://www.photoagency-quotidianoonline.com La gara di andata della semifinale di coppa Italia si è disputata presso il centro sportivo KYDC di Milano il 04 marzo 2023 con fischio inizio alle ore 14,30. Le formazioni in campo INTER: Piazza, Van Der Gragt S. Polli, Merlo, Firdos, Pandino, Alborghetti, Simonetti,…
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raucci · 5 years
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Si ricordi, presidente, che Radio Radicale ha saputo reagire con la vita alla morte di Marco Pannella, fondatore e protettore. Non rinnovare la convenzione graverebbe come un peso sullo spirito collettivo del suo governo
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milla984 · 3 years
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HalloWeek, Italian mysteries: day 5, the bone church of San Bernardino alle Ossa
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(image source: Guilhem Vellut, Flickr)
The ossuary of San Bernardino alle Ossa is a 17th century square chapel whose interior walls are almost entirely covered with the bones of the Milanese dead - mostly prisoners, monks and hospital patients.
In 1145, a hospital (and soon afterwards a cemetery) was built adjacent to the Basilica di Santo Stefano Maggiore. In 1210, once the cemetery became full, the first ossuary was built to accommodate the growing pile of bones and in 1268 a small chapel was added to the ossuary. In 1642 the church tower of the Basilica di Santo Stefano Maggiore collapsed, causing extensive damage to the thirteenth-century complex. The hospital closed in 1652.
The current ossuary, finished in 1695, was designed in the rococo style by Giovanni Andrea Biffi. Its interior walls were decorated with five hundred years’ worth of human bones, including fresh victims of the Great Plague of Milan (1629-1633), respecting the tradition of memento mori (remember you must die), the belief that the contemplation of human remains helped in reflecting on the sense of existence, providing an inspiration to focus on the prospect of the afterlife. The ceiling fresco is the work of Sebastiano Ricci. The larger complex, including the main sanctuary, was designed and expanded by Carlo Giuseppe Merlo in 1754.
According to legend, every 2nd November, All Souls’ Day, a young girl - whose bones rest in the ossuary near the altar - comes back to life and attracts other skeletons in a sort of dance of the dead.
(original source: Milan’s Backyard Bone House: The Ossuary Chapel at San Bernardino alle Ossa)
day 1 day 2 day 3 day 4 day 6 day 7 bonus
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neglathag · 2 years
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San Bernardino alle Ossa (Milán) Italy
The church's origins date to 1145, when a hospital and a cemetery were built in front of the basilica of Santo Stefano Maggiore. In 1210 a chamber was built to house bones from the cemetery, next to which a church was built in 1269. It was restored for the first time in 1679 by Giovanni Andrea Biffi, who modified the façade and decorated the walls of the ossuary with human skulls and tibiae.
The church was destroyed in 1712; it was replaced by a new edifice designed by Carlo Giuseppe Merlo, featuring a central plan and larger size reflecting the increasing popularity of the ossuary. The new church, connected to the former one by an ambulatory, was dedicated to St. Bernardino of Siena.
The façade was completed in 1776.
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abr · 4 years
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Gianrico Carofiglio, scrittore in procinto di vincere il premio Strega, siccome gli allori non bastano mai, si è candidato al premio Stalin. L' ex senatore del Partito democratico ed ex pubblico ministero barese è apparso (...) ieri su Rai Tre  (...) e con chi se l' è presa? Chi è la causa del nostro sprofondamento morale ed economico? (...) ha detto: «Siamo di fronte a una politica complessivamente squilibrata e con un' opposizione che mostra la responsabilità che abbiamo visto qualche giorno fa in piazza con un manipolo di gente sudata, accalcata, senza mascherine».(...) Carofiglio ammette, dinanzi al fatto che persino la sinistra qualche volta suda, che però esiste «Una differenza di piazze». Siamo passati a una fase nuova della dialettica marxista: il differente odore del sudore di piazza. C' è sudore di sinistra e sudore di destra. E quello di destra è antidemocratico. Spiega Carofiglio: «Al di là del merito e del rischio di contagio che può essere maggiore o minore in quella situazione, il problema è il messaggio che si lancia al Paese da parte di leader di forze nelle quali io non mi riconosco. Mi piacerebbe una destra di un Paese democratico, avanzato che mostrasse civiltà, responsabilità, decoro e questo manca».  (...)   ah come vorrei una destra azzimata, che non si spettina mai. A noi tutto questo (...) pare razzismo antropologico della specie più infame (...) Almeno Pierluigi Bersani (...) aveva lasciato stare il popolo «sudato» di centrodestra, e aveva tirato letame ai suoi leader, quando ha spiegato che se avessero governato loro col Corona sarebbero pieni i cimiteri. Roba pessima, ma sincera, una cazzata a viso aperto. (...) Già ci aveva provato Ezio Mauro il 2 giugno a spiegarci sul quotidiano che vuole educare la destra (molte grazie) che cosa deve fare per entrare «nel perimetro repubblicano»: non essere sovranista e non mescolarsi a quella piazza. Ora abbiamo nuovi particolari grazie a Carofiglio: «Gente sudata» non appartiene al consesso civile, frequentato solo da gente che si spruzza acqua di «colonia al limone», si mette «lacca nera sui capelli», come scrisse Francesco Merlo in un immortale marchettone a Giuseppe Conte sempre sul medesimo quotidiano.
via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-belle-manifestazioni-basta-che-non-ci-siano-quei-238696.htm
La prosa di Renato Farina batte quattro a zero quella del giallista di provincia Carofiglio. 
Come se non bastasse l’autoinculata radical chic, ‘sto Burosauro piddino (il divide nel Mondo e in Italì non è più tra borghesia e  proletariato, ma tra ceti produttivi e statali) straparla alla vigilia della “sudata” di poche migliaia di sinistri ansiosi di inginocchiarsi ai negri, stessa piazza stesa città ma molto più assembrati e sudati per fare “colpo” in fotografia. 
A proposito poi di gente che suda: 
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giancarlonicoli · 4 years
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7 gen 2021 18:36
IL BALLO DEL MASSONE - NELLE LISTE DELLA P2 C’È UN ALDO ARCURI, OPERATIVO A BENEVENTO. A BENEVENTO C’ERA UN QUESTORE DI NOME ALDO ARCURI, OGGETTO DELL’INTERPELLANZA DI MASSIMO TEODORI COME APPARTENENTE ALLA LOGGIA - DOMENICO ARCURI RACCONTA CHE SUO PADRE ERA QUESTORE E SI CHIAMAVA ALDO E HA LAVORATO NEL MERIDIONE. UNENDO I PUNTINI C’È SOLO UNA DOMANDA POSSIBILE: IL PADRE DEL SUPERCOMMISSARIO DOMENICO ARCURI ERA ISCRITTO ALLA LOGGIA P2? AH, SAPERLO…
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Chi è il padre di Domenico Arcuri detto Mimmo, commissario straordinario per l’emergenza Covid. Non ci sono molte tracce dell’albero genealogico di famiglia ma un indizio lo fornisce un passaggio dell’intervista concessa dall’ad di Invitalia a “il Venerdì di Repubblica” il 3 settembre 2020 (https://rep.repubblica.it/pwa/venerdi/2020/10/04/news/re_arcuri-265974647/): “[…]
Arcuri ha una sorella, Francesca, che è psicologa, ed è figlio di Aldo, poliziotto, e di Caterina, casalinga. "Mio padre era uno di quelli operativi, quelli che arrestano i criminali". Il suo ultimo incarico? "Questore di Bari, ma io non abitavo più con lui. Sono cresciuto spostandomi per tutto il Meridione. Elementari e medie le ho fatte a Palermo, a Napoli, poi a Roma e quindi di nuovo a Napoli […]".
Era questore a Bari, dunque. La geografia sarà utile per provare a ricostruire la nostra storia. Sul sito “Assopolizia” (http://www.assopolizia.it/scheda_defunto.php?id=347) c’è una scheda di un tale Aldo Arcuri che recita: “Prefetto di 1^ classe in quiescenza. Presidente Onorario della sezione A.N.P.S. di Salerno e Questore della provincia di Salerno dal 20 marzo 1980 al 5 giugno 1983. Nato a Palizzi (RC) il 28/08/1923, deceduto a Roma il 02/07/2016”. Basta chiedere e Google maps risponde: Palizzi è in Calabria, a soli 24 chilometri da Melito di Porto Salvo dove il 10 luglio 1963 è nato Domenico Arcuri, supercommissario.
Nell’intervista a “Il Venerdì di Repubblica”, Domenico Arcuri racconta di essere cresciuto spostandosi “per tutto il Meridione”. E cita Palermo, Napoli, Roma e poi ancora Napoli. E cita anche Bari, dove il padre ha rivestito l’ultimo incarico di questore.
Nella mappa però manca una città: Benevento. E che c’azzecca nel nostro racconto? C’azzecca parecchio, perché nella lista degli iscritti alla loggia massonica P2, c’è anche un Aldo Arcuri, operativo a Benevento, con tessera numero 4. Un caso di omonimia? In rete si può recuperare un interpellanza del deputato radicale Massimo Teodori, datata 24 settembre 1981, in cui si chiedevano - all’allora presidente del Consiglio Spadolini - chiarimenti sui funzionari dello Stato pizzicati nelle liste di Licio Gelli. Tra quelli citati c’è anche Aldo Arcuri, allora questore di Benevento.
Ricomponiamo il puzzle: nelle liste della P2 c’è un Aldo Arcuri, operativo a Benevento. A Benevento c’era un questore di nome Aldo Arcuri, tra l’altro oggetto dell’interpellanza di Massimo Teodori come appartenente alla loggia. Domenico Arcuri racconta che suo padre era questore e si chiamava Aldo e ha lavorato nel meridione. Unendo i puntini c’è solo una domanda possibile: il padre del supercommissario Domenico Arcuri era iscritto alla loggia P2?
Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per https://rep.repubblica.it/pwa/venerdi/2020/10/04/news/re_arcuri-265974647/
[…] Arcuri ha una sorella, Francesca, che è psicologa, ed è figlio di Aldo, poliziotto, e di Caterina, casalinga. "Mio padre era uno di quelli operativi, quelli che arrestano i criminali". Il suo ultimo incarico? "Questore di Bari, ma io non abitavo più con lui. Sono cresciuto spostandomi per tutto il Meridione. Elementari e medie le ho fatte a Palermo, a Napoli, poi a Roma e quindi di nuovo a Napoli".
 INTERVISTA DI MAURIZIO COSTANZO A LICIO GELLI
INTERPELLANZA PRESENTATA DA TEODORI 24 SETTEMBRE 1981 IN CUI FIGURA IL NOME DI ALDO ARCURI
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic2_01292_8
ELENCO DEGLI ISCRITTI ALLA LOGGIA P2
http://www.strano.net/stragi/stragi/p2/elep2.htm#A
SOPRAGGIUNTA LA MORTE GLI CHIUSI GLI OCCHI E PORGENDO A LUI UNA CAREZZA PER L'ULTIMA VOLTA GLI SUSSURRAI: DON EMILIO, LA CITTA' LE RENDERA' GIUSTIZIA
Estratto dell’articolo http://www.gazzettabenevento.it/Sito2009/dettagliocomunicato2.php?Id=120909
[…] Sopraggiunta la morte gli chiusi gli occhi e porgendo a lui una carezza per l'ultima volta gli sussurrai: Don Emilio, la citta' le rendera' giustizia. Tutte presenti le autorita' alla cerimonia del realizzando Centro "La Pace" tranne l'arcivescovo Raffaele Calabria che, sin dal primo momento, non gradi' l'iniziativa ostacolandola con ogni mezzo. Lettera aperta di De Lorenzo a mons. Accrocca
Don Emilio spirò tra le mie braccia, in ospedale ed io ebbi la ventura di accogliere il suo ultimo anelito di vita. Bene. "Non c'è fede senza carità e vera carità senza servizio", con queste parole, don Emilio Matarazzo aprì i lavori di un incontro con la comunità sannita, da lui voluto il 23 giugno 1978, inteso, quest'ultimo, ad illustrare gli scopi precipui dell'allora realizzando centro di spiritualità e cultura "La Pace", in località Monte delle Guardie, alla Pacevecchia.
In quella occasione, lui, con tanta passione, intese illustrare la finalità umana di quella complessa iniziativa alla folta platea, in una esposizione chiara e precisa, infondendo nelle sue parole umanità ed entusiasmo, dote insite nel suo carattere passionale.
Le autorità cittadine furono tutte presenti. Il sindaco, Ernesto Mazzoni, il procuratore della Repubblica, Giuseppe Faraone, il questore, Aldo Arcuri, il prefetto, Filippo Mastroiacovo, il comandante dei Carabinieri e tante altre figure istituzionali della città. […]
SCHEDA DI ALDO ARCURI
Da http://www.assopolizia.it/scheda_defunto.php?id=347
Luogo ed anno di nascita: Palizzi (RC) il 28/08/1923
Luogo ed anno del decesso: Roma il 02/07/2016
Note: Socio benemerito. Prefetto di 1^ classe in quiescenza. Presidente Onorario della sezione A.N.P.S. DI Salerno e Questore della provincia di Salerno dal 20 marzo 1980 al 5 giugno 1983.
Sezione: Salerno
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: La Milanesiana presenta quattro appuntamenti dedicati al diritto
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Milano: La Milanesiana presenta quattro appuntamenti dedicati al diritto.  Martedì 13 giugno l’incontro dal titolo “LA VERITÀ DELLA STAMPA, LA VERITÀ DEL DIRITTO: FAKE NEWS, PUBBLICITÀ INGANNEVOLE, DIRITTO DI CRONACA” (in collaborazione con Intesa Sanpaolo) si tiene al Santuario di San Giuseppe e comincia alle ore 12.00 con un’introduzione di Piergaetano Marchetti a cui segue il dibattito, moderato dallo stesso Marchetti, tra il giornalista d’inchiesta Fabrizio Gatti, l’avvocato specializzato in Diritto penale dell’Economia Umberto Ambrosoli, e il magistrato, ex Procuratore della Repubblica di Milano ed ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Edmondo Bruti Liberati. Segue la discussione un concerto del pianista e direttore d’orchestra Antonio Ballista. Mercoledì 14 giugno l’evento intitolato “LEGGI BUONE E LEGGI CATTIVE. LE LEGGI RAZZIALI” (in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Fondazione Aem), sempre presso il Santuario di San Giuseppe, inizia alle ore 12.00 con un’introduzione di Piergaetano Marchetti. Segue un dialogo tra la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiana (UCEI) Noemi Di Segni, la scrittrice e traduttrice Elena Loewenthal e il professore emerito di Sociologia e Scienza Politica all’Università degli Studi di Milano Alberto Martinelli. Conclude l’incontro un concerto del pianista Antonio Ballista. Giovedì 15 giugno l’appuntamento dal titolo “LE LEGGI E LE GRIDE. ALESSANDRO MANZONI” (in collaborazione con Intesa Sanpaolo) si tiene dalle ore 11.00 al Santuario di San Giuseppe ed è organizzato in occasione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni (1785-1873). Dopo un’introduzione di Piergaetano Marchetti si prosegue con il prologo dell’avvocato e autore di numerosi articoli e pubblicazioni nell’area del diritto del lavoro Franco Toffoletto e il dialogo tra il giornalista e scrittore Francesco Merlo e lo scrittore, giornalista e drammaturgo Luca Doninelli. Alle ore 12.00 il linguista e filologo Angelo Stella modera il dialogo tra Piergaetano Marchetti e il critico cinematografico, giornalista e scrittore Pino Farinotti per introdurre la proiezione di “Alessandro Manzoni Milanese d’Europa. L’immagine della parola” (2016, 55’). Il documentario di Andrea Bellati è scritto da Stella e Farinotti e prodotto dal Centro Nazionale Studi Manzoniani con il contributo di Fondazione Cariplo. Venerdì 16 giugno l’evento “DIRITTO ALLA SALUTE” (in collaborazione con Intesa Fondazione Aem) si tiene presso la Fondazione AEM inizia alle ore 12.00 con l’introduzione di Piergaetano Marchetti a cui segue il prologo letterario della scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Antonella Boralevi. Marchetti modera il dialogo tra il cardiochirurgo Senior consultant presso l’Ospedale San Raffaele di Milano Ottavio Alfieri, il Professore emerito di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano Massimo Clementi, il medico e ricercatore nel campo dell’epatologia e della gastroenterologia Massimo Colombo, l’avvocato Franco Toffoletto e il professore emerito Alberto Martinelli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giallofever2 · 6 years
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Born in this Day ...
(In Loving Memory to..) (in 🇮🇹 & 🇬🇧)
Laura Antonelli (as Laura Antonaz)
(28 November 1941 – 22 June 2015) was an film actress, who appeared in 45 films between 1965 and 1991)
🇮🇹 Laura Antonelli, pseudonimo di Laura Antonaz (Pola, 28 novembre 1941 – Ladispoli, 22 giugno 2015)
... Raggiunse l'apice del successo negli anni 1970 e 1980 percorrendo diversi generi cinematografici, dalla commedia leggera erotica al dramma, al cinema d'evasione e al film d'autore. Ottenne notorietà e successo come protagonista sensuale nel film cult Malizia di Salvatore Samperi.
Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.
La prima parte recitativa importante le venne offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia, film ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, ma l'occasione sfumò per via dell'applicazione di una severa censura che bloccò l'uscita del film, che verrà riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.
La vera notorietà e il successo vennero nel 1971 quando la Antonelli recitò la parte della moglie del violoncellista ne Il merlo maschio, il primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.
Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando nell'immaginario erotico degli spettatori e innalzando l'attrice a "icona sexy" italiana: con la sua partecipazione al film la Antonelli ottenne il Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.
Per Laura Antonelli si spalancarono quindi le porte della notorietà e della ricchezza con un cachet che passò da 4 a 100 milioni di lire per film[4].
In seguito la Antonelli alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale ebbe una travagliata relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vinse un secondo Globo d'oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un vero record per l'epoca.
Dal 1976 lavorò con registi che disvelarono il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità: si ricordino L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d'amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.
In seguito la Antonelli lavorò principalmente in commedie come Il Malato immaginario e L'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.
Per tutti gli anni 1980 lavorò in pellicole comiche o erotiche: fu insieme ad altri attori famosi nel cast di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell'attore scozzese Sean Connery, Jason. Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due miniserie televisive che riscossero un discreto gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.
🇬🇧 Antonelli's earliest engagements included Italian advertisements for Coca-Cola. In 1965, she made her first feature-film appearance in Le sedicenni, although her performance went uncredited.
Her American debut came in 1966 in Dr. Goldfoot and the Girl Bombs. Other roles followed; her breakthrough came in 1973's Malizia. She appeared in a number of sex farces such as Till Marriage Do Us Part/Mio Dio come sono caduta in basso!.
She worked in more serious films, as well, including Luchino Visconti's last film, The Innocent (1976). In Wifemistress, a romance film of 1977, she played a repressed wife experiencing a sexual awakening. Later, she appeared in Passione d'Amore (1981). Antonelli's most recent role was in the sequel Malizia 2000 (1991). She won the Italian National Syndicate of Film Journalists Award, Nastro d'Argento, in 1974 for Malizia.
From 1972 to 1980, Antonelli was the companion of actor Jean-Paul Belmondo. Before her relationship with Belmondo, Enrico Piacentini, a publisher, and she were divorced.
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