22/05/23
non ho niente di quella sera.
non ho foto, non ho scontrini, non ho biglietti.
ho solo ricordi: nella mente, nel cuore, nella pancia, sulla pelle.
e scriverli su un pezzo di carta mi aiuterà a tenerli vivi.
20:27, viale d'Annunzio 48, fermata dell'autobus, sto aspettando il 23.
eccola, l'ansia, è arrivata.
21:09, ancora viale d'Annunzio 48, ancora alla fermata dell'autobus, ancora aspettando il 23.
l'ansia è ancora qui.
in più è arrivata la decisione di raggiungerla a piedi, 20 minuti, ce la posso fare, no? si.
la luna è così piccola.
21:30, arrivata, piazza Oberdan.
vedo una ragazza, no non è lei.
più avanti ce n'è un'altra, forse un po' le somiglia, ma non tanto.
forse non la riconosco.
21:32, "io attraverso adesso".
mi giro, eccola, la vedo, il cuore sta per scoppiarmi.
faccio pochi passi per andarle incontro.
ce l'ho davanti, la guardo negli occhi per la prima volta, sorrido.
"tu vai di là e io vado di qua"
e poi l'abbraccio.
e il cuore invece di esplodere si tranquillizza.
d'altronde erano 6 anni che aspettava questo momento, il cuore.
d'altronde è sempre stato questo l'effetto.
ci incamminiamo, andiamo a prendere il gelato.
Gelateria Zampolli, via Carlo Ghega.
la guardo negli occhi per la seconda volta.
"ma a me non piace il gelato"
"come non ti piace il gelato? giura"
"giuro"
"e allora perché mi hai detto di si?"
"sto scherzando, ovvio che mi piace il gelato"
e poi all'uscita
"me lo ricordavo che ti piaceva il gelato".
camminiamo mentre mangiamo il gelato e nel mentre parliamo di come mi sembra trieste, dell'università, del lavoro.
Canal grande, statua di James Joyce.
"aspetta aspetta"
"devi fare la foto, giusto, tu sei turista"
prendo la reflex, cade la mia scimmietta portafortuna.
volevo che la scattasse lei la foto.
avrei avuto un suo ricordo, avrei avuto una foto da riguardare nel tempo sapendo l'avesse fatta lei.
niente, non ha voluto.
"domani devi farmi tornare qui per scattarla?"
la guardo per la terza volta negli occhi.
si, la sera dopo sono tornata lì per scattarla.
continuiamo a camminare, mi sto sporcando tutta col gelato.
sapevo sarebbe successo.
succede sempre.
"ti passo un fazzoletto, aspetta"
"ce l'ho ce l'ho, eccoli, no non volevo questi, eccoli, si, questi"
"perché questi?"
"sono più profumati"
"mi piace questa cosa"
pulisco la coppetta del gelato.
"me la tieni un attimo? è pulita ora"
"avrei potuto tenertela anche prima"
mi pulisco anche le mani.
riprendo la mia coppetta.
riprendiamo a camminare.
"non ho un bel ricordo di roma"
"come non hai un bel ricordo di roma, me ne hai sempre parlato benissimo"
ho sbagliato.
non tutti i ricordi associati a roma sono belli.
poi lo esprimo meglio dopo, mentre siamo sedute al molo.
verso il Molo Audace.
"guarda c'è una fontana se vuoi sciacquarti"
apro.
mi sciacquo.
mi bagno.
"sono impedita nel fare determinate cose"
mi avvicino a lei con le mani bagnate come se volessi lanciarle l'acqua addosso.
"no no no, lo sapevo"
cerca di allontanarsi.
cammina dietro di me.
"dai suu che ormai sono asciutte"
molo Audace, ci sono delle scale.
"per me possiamo sederci qua"
scende uno scalino.
"ma perché l'acqua è così alta?"
si siede, mi siedo.
la guardo per la quarta volta negli occhi.
nave da crociera, abitanti di trieste, biglietti che loro studenti non comprano per davvero.
si è fatto tardi, andiamo via.
"mi aiuti ad alzarmi?"
le porgo la mano.
non mi piace chiedere aiuto.
ma mi è piaciuta la sua mano che mi ha tirato su.
mi accompagna fino a quasi metà strada, ci abbracciamo, ci salutiamo.
mi allontano.
"ora quando ci vedremo un'altra volta? tra altri sei anni?"
non risponde, consapevoli, entrambe, che probabilmente sarà stata la prima e l'ultima.
mi giro un'ultima volta.
la guardo negli occhi l'ultima volta.
"ciao"
"ciao"
sono nell'autobus e penso, in ordine:
mi è sembrato di conoscerla da una vita.
beh ovvio, è così, è come se fosse una vita.
sono riuscita a guardarla negli occhi solamente 5 volte.
è l'unica persona al mondo con cui mi è successo.
di solito guardo tanto le persone negli occhi, mi piace.
con lei non riuscivo.
incrociavo i suoi occhi.
troppo forti.
dovevo per forza distogliere lo sguardo.
il mio primo amore.
quel cerchio si è chiuso.
e si è chiuso lì davanti al mare.
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One frame and two halves
Photo scan of Efke film, masked with a page from The Guardian.
Srebrenica, 2004 / London, 2024
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“When I was contacted by the organisers and they informed me of the exhibition's theme, my mind immediately went to this image. I remember how struck I was at the time, walking through the streets of Srebrenica, still raw and covered in bullet holes on every single surface of every single building. A few months ago, I had a conversation with a fellow photographer. 'I am worried,' they told me. 'Photography no longer means anything. Everything can be simulated, faked, counterfeited. Even war reporters will have to go back to shooting on film. Otherwise, no one will believe them, no one will believe that what they are capturing is real, that they were there. Shooting on film is our last hope to prove we are still alive.”
The project BEYOND THE SCREEN - ART INVADES THE CITY is funded by the Friuli Venezia Giulia region. It is organised by ANAC (National Association of Cinematographic Authors) in collaboration with Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma, and Altreforme.
Policardo's work is displayed in Pordenone on Via Oberdan and in Trieste on the corner of Via dell'Istria and Via Baiamonti.
The billboard in Pordenone, Italy - July 2024
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“Quando sono stato contattato dagli organizzatori e mi hanno comunicato il tema della mostra, la mia mente è andata subito a questa immagine. Ricordo quanto fui colpito all’epoca, mentre giravo per le strade di Srebrenica, ancora grezze e coperte di fori di proiettile su ogni singola superficie di ogni singolo edificio. Qualche mese fa ho avuto una conversazione con un collega fotografx. ‘Sono preoccupatx’, mi ha detto. ‘La fotografia non significa più nulla. Tutto può essere simulato, falsificato, contraffatto. Anche i reporter di guerra dovranno tornare a scattare in pellicola. Altrimenti nessuno gli crederà, nessuno crederà che quello che stanno riprendendo è reale, che loro erano lì. Le riprese su pellicola sono la nostra ultima speranza per dimostrare che siamo ancora vivi.”
Il progetto OLTRE LO SCHERMO - L’ARTE INVADE LA CITTÀ è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. È organizzato da ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) in collaborazione con Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma e Altreforme.
L’opera di Policardo è esposta a Pordenone in via Oberdan e a Trieste all’angolo tra via dell’Istria e via Baiamonti.
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The billboard in Trieste, Italy - August 2024
photos courtesy of Piero Iuretig
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Press
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Verrà inaugurata venerdì 1° marzo 2024 alle ore 18.00, presso la Sala espositiva della ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia a Perugia - via Oberdan, 54 -, la mostra antologica di Stefano Paulon dal titolo Vuoti Solidi 1993-2023, patrocinata dal Comune di Perugia.
Nel corso della cerimonia di apertura la critica d'arte internazionale Marta Lock introdurrà al pubblico il percorso dell'artista milanese, che ha alle sue spalle un lungo percorso di sperimentazione sull'Arte Informale in sinergia con la materia e con un Astrattismo Geometrico che costituisce la sua linea distintiva.
Il titolo Vuoti Solidi è dovuto all'illusione ottica generata dall'utilizzo di una gamma cromatica in scala di grigi e dalla sovrapposizione di volumi differenti che infondono quasi un effetto di movimento grazie al gioco di luci e ombre che ne deriva. La mostra presenterà una serie di lavori e di disegni, parte essenziale del processo creativo e di analisi dell'artista, eseguiti fra il 1993 e il 2023 da cui si può evincere l'attenta ricerca compiuta e il forte legame con una geometricità che ha costituito da sempre la linea guida della sua necessità espressiva.
«Lo stile dell'artista milanese Stefano Paulon riprende l'essenzialità del De Stijl, introducendo tuttavia anche la forma circolare che da Piet Mondrian era stata invece completamente abolita perché considerata ambigua, ma assorbe l'esperienza architettonica del Razionalismo per spogliare le sue opere di qualsiasi decoratività, persino rinunciando al colore, e introduce la terza dimensione, quella in virtù della quale riesce ad arricchire i suoi lavori dell'alternanza di rilievi più o meno pronunciati che enfatizzano la simmetria dei suoi lavori. Eppure, proprio grazie alla presenza di quella tridimensionalità e dunque cambiando punto di osservazione, l'equilibrio schematicamente perfetto si modifica facendo fuoriuscire una nuova opzione, quella dell'asimmetria che corrisponde al possibilismo in grado di manifestarsi anche in presenza di un rigore apparente, anche laddove il determinismo sembra dominare la scena. Non solo, Stefano Paulon, scegliendo di eliminare il colore per catalizzare l'attenzione verso la perfezione della pura forma, lavora in scala di grigi che di fatto contribuiscono a puntare ancor più l'accento sulla costante ricerca di un bilanciamento tra luce e ombra, tra il desiderio di emergere e quello di rimanere in silenzio, tra la necessità di essere parte di un tutto e il coraggio di mantenere comunque una propria identità» (Marta Lock)
La mostra sarà visitabile da venerdì 1° a domenica 31 marzo 2024 e sarà un vero e proprio percorso di approfondimento sulla carriera artistica e sulla sperimentazione creativa che induce Stefano Paulon a fondere la leggerezza del legno con l'apparente - e solo apparente - pesantezza del cemento. Un'esposizione tutta da scoprire e da cui lasciarsi avvolgere.
Vuoti Solidi 1993-2023, mostra antologica di Stefano Paulon, a cura di Marta Lock, rimarrà aperta al pubblico presso la Sala espositiva ex Chiesa Santa Maria della Misericordia di Perugia fino a domenica 31 marzo 2024 (orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 16.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00).
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