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#Walter Veltroni
ideeperscrittori · 10 months
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WALTER VELTRONI
Veltroni ha scritto: «E se ci fermassimo tutti un momento? Se riponessimo il nostro terzo braccio, il cellulare, e ci guardassimo negli occhi per chiederci semplicemente "dove stiamo andando?"».
Quanta profondità!
Grazie per aver illuminato il mio percorso esistenziale!
Fino a poco tempo fa mi chiedevo: «Che senso ha la vita?».
Poi le parole di Veltroni mi hanno aperto gli occhi.
E ora mi chiedo: «Che senso ha la vità? E perché Veltroni continua a scrivere cose che fanno sanguinare gli occhi? Perché vuole farci questo? Perché tutto questo accanimento contro l'umanità?».
(Con gli occhi che sanguinano è un po' difficile guardarsi negli occhi, caro Walter.)
FINE
[L'Ideota]
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politicaldilfs · 2 years
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Walter Veltroni
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tuttocollage · 2 months
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“L’importante è non dimenticare l’incanto della scoperta, la magia dello stupore che, sempre, la vita ti regala. Un paesaggio, uno sguardo, un incontro, una frase, un’immagine, una notizia possono dar senso, fino all'ultimo giorno, alle ore che vivi.”
(Walter Veltroni)
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Veltroni, er millennium
Anna Lombroso per il Simplicissimus Me lo ricordo bene Cesare de Michelis in campo della Lana a Venezia, mentre mi mette a parte della sua“mattana”, quella che a Francoforte l’aveva spinto a aggiudicarsi, spericolatamente ma orgogliosamente, la trilogia di Millenium, i tre romanzi nerissimi dello scrittore e giornalista svedese Stieg Larsson che in Uomini che odiano le donne, La ragazza che…
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ranx · 1 year
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PD, vent’anni e nulla è cambiato
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statoprecario · 2 years
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Walter Veltroni presenta il suo film È STATO TUTTO BELLO - STORIA DI PAOLINO E PABLITO // 19/9 ore 20.30, Anteo Palazzo del Cinema
Walter Veltroni presenta il suo film È STATO TUTTO BELLO – STORIA DI PAOLINO E PABLITO // 19/9 ore 20.30, Anteo Palazzo del Cinema
Attraverso filmati privati, interviste a chi lo ha conosciuto nella sua intimità, il repertorio delle sue prove più straordinarie e testimonianze dei suoi momenti più difficili, il docu-film ripercorre la storia di Paolo Rossi (insieme Paolino e Pablito) che è sempre stata dolore, gioia, sacrificio, trionfo.     IL FILM Bambino gracile all’apparenza e di famiglia proletaria, Paolino gioca a…
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troncelliti · 5 months
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stilouniverse · 1 year
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Walter Veltroni "Buonvino tra amore e morte", presentazione
Quarto della serie con il commissario Buonvino, dopo Assassinio a Villa Borghese, Buonvino e il caso del bambino scomparso e C’è un cadavere al Bioparco, ritrovioamo il protagonista alle prese con un attentato che lo riguarda direttamente: nel momento di convolare a giuste nozze, nel momento del sorriso e della piena realizzazione di una decisione attesa, le note felici vengono spezzate da colpi…
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romarestyle · 2 years
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ORA TOCCA A NOI il DocFilm di Valter Veltroni
ORA TOCCA A NOI il DocFilm di Valter Veltroni La storia di Pio La Torre, a 40 anni dalla scomparsa, il ritratto di un eroe della lotta alla mafia
STORIA DI PIO LA TORRE A 40 anni dalla scomparsa, il ritratto di un eroe della lotta alla mafia, un film documentario di WALTER VELTRONI prodotto da SANTO VERSACE | GIANLUCA CURTI per MINERVA PICTURES una coproduzione MINERVA PICTURES  RAI DOCUMENTARI  CINECITTÀ LUCE Sono trascorsi 40 anni dal 30 aprile del 1982, giorno in cui il segretario regionale del PCI Pio La Torre perse la vita insieme…
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abr · 7 months
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Un fatto straordinario, ha detto Walter Veltroni commentando il Papa entrato e uscito dalla camera ardente di Napolitano senza nemmeno un segno della croce. Lo dico anch'io: è proprio un fatto straordinario. E però in senso opposto: a differenza del Veltroni gongolante su RaiTre lo giudico un fatto straordinariamente negativo. (...) Un tempo lo facevano tutti e adesso non lo fa nemmeno il Papa. Non mi piace fare la parte dell'apocalittico, è un ruolo ingrato, ma se quanto accaduto nella camera ardente del Senato non evidenzia lo stato agonico del cattolicesimo romano ditemi voi. Per Veltroni la fissità bergogliana testimonia il «grande rispetto del pontefice nei confronti delle istituzioni di questo Paese». L'ex capo del partito democratico sembra dunque confondere il segno della croce con la pernacchia. (...) Un Papa così inerte è sconfortante per tutti i fedeli. Starsene impalato davanti a una bara è un venir meno alla propria missione, assegnata da Gesù a Pietro (e dunque ai suoi successori) durante l'Ultima Cena: «Conferma i tuoi fratelli». Un Papa che davanti alla morte si mostra senza parole né gesti non conferma: smentisce. Forse è stato ultra rispettoso verso l'ateo morto, di sicuro è stato poco riguardoso verso i cristiani vivi (...). In ogni tempo i grandi pensatori cristiani hanno assegnato grande valore al segno della croce. Per Tertulliano bisognerebbe farselo «ad ogni passo, quando si entra e quando si esce, nell'indossare i vestiti, a tavola, nell'andare a letto...». Per Ratzinger è nientemeno che «la sintesi della nostra fede». Invece il video del Papa immoto e silenzioso al Senato mi è sembrato una sintesi dell'agnosticismo costituzionale. E mi ha fatto venire in mente una poesia poco allegra di Cesare Pavese, quella che finisce così: «Scenderemo nel gorgo muti». Vade retro! Gesù nel Vangelo di Matteo ci esorta a fare l'esatto contrario: «Gridatelo sui tetti!». Lui che da quindici secoli fa il segno della croce nel mosaico di Sant'Apollinare in Classe.
definitivo Langone si staglia a 20 mila metri di altezza sopra al pensiero poverissimo dei poveri Veltroni, via https://www.ilgiornale.it/news/politica/com-triste-vedere-francesco-inerte-davanti-morte-esultano-ex-2215492.html
ps.: sul papa mezzo buja nen mezzo arghentino e non solo su di lui, il severo ma giusto giudizio di sintesi lo offre il nostro Javier MILEI.
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hercorrupterofwords · 7 months
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tag someone you wanna know better :]
thank you so so much @girlvasari @girldante @larmegliamori for the tag <3
favourite color: purple
last song you listened to: take a chance on me
last movie: ugh it was quando by walter veltroni and it was bad
currently watching: nowadays nothing really, but lately i've been rewatching some gentleman jack episodes
shows you dropped this year: surprisingly none
currently reading: baudolino by umberto eco (<3)
currently working on: ancient greek exam... (sparateme)
current obsession: the usual methinks, but I feel like my shakesperean phase is coming back (i want to draw something from m*cb*th so bad)
tag:
@girlguidrigildo @headofmars @girlpetrarca
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ilblogdellestorie · 11 months
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Massimo Ammaniti è uno psicoanalista e medico neuropsichiatra infantile. Ha 82 anni, è considerato tra i massimi esperti di disagio giovanile. Intervistato sul Corriere della Sera da Walter Veltroni ha risposto così all’ultima domanda sui cambiamenti osservati in questi anni:
“Prima il disagio dei giovani era un’eccezione, ora è un’epidemia. Bisognerebbe rendersene conto, in tempo. C’è da fare, ma non si può aspettare”.
Il primo passo è parlarne, per aumentare la consapevolezza, per comprendere e aiutare, senza inutili e vane frasi di circostanza.
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chez-mimich · 1 year
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IL SOL DELL’AVVENIRE
Non sembra dare nessun segno di cedimento il filone del metacinema. Dopo “The Fabelmans”di Steve Spielberg, “Babylon” di Damien Chazelle, “Empire of Light” di Sam Mendes, dopo il documentario “Laggiù qualcuno mi ama” di Mario Martone, “Quando” di Walter Veltroni, “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores, e si badi, solo per citare film degli ultimi tre-quattro mesi, ecco l’ennesimo film che parla di cinema, “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti che, tra i film da me appena citati, si piazza sicuramente “secondo” dietro solo all’irraggiungibile “The Fabelmans”. Giovanni (Nanni Moretti), è un regista, anzi Giovanni è “il” regista Nanni Moretti che sta cercando di terminare un film, ambientato in una sezione del Partito Comunista Italiano situata in una periferia romana, quando la sezione e il partito stesso sono travolti dalla notizia dell’invasione sovietica di Budapest del 1956. In realtà Giovanni-Nanni, sta pensando anche ad altri due film, il primo tratto dal romanzo “Il nuotatore” di John Cheever (Moretti è sempre stato un amante del nuoto, sublimato, come metafora della vita, in “Palombella rossa”), e un altro film, non meglio definito, che contenga un nutrito repertorio di canzoni italiane. In questo travaglio di idee, interviene anche un fatto sconvolgente, la decisione della moglie Paola (Margherita Buy), produttrice dei suoi film, di porre termine al loro matrimonio. La crisi che Giovanni si trova ad attraversare, professionale oltre che umana, è causata da un mondo che non capisce più, non capisce più le persone, forse non capisce più i fatti, ma soprattutto non capisce più le “parole”. L’irresistibile sequenza dell’incontro con i rappresentanti di Netflix, esprime appieno il disagio del regista (Giovanni-Nanni), verso un mondo che ha operato una sostituzione linguistica attraverso un adattamento e una banalizzazione della lingua, schiava delle spietate logiche di mercato. Il cinema di Moretti è un cinema di parola (forse per questo tanto amato dai francesi): “Le parole sono importanti!” urlerà ad una giornalista Michele Apicella in “Palombella rossa”. E anche in questo film la “memoria della sinistra”, gioca un ruolo sostanzioso, ma a differenza della trovata miserrima del film di Walter Veltroni, tutto è evocato con la feroce autoironia della ineguagliabile “allure” della narrazione cinematografica morettiana. Ed è proprio con questa autoironia del linguaggio che Moretti prova ad ipotizzare una “storia altra” della sinistra proprio a partire dalle parole, scompaginando quelle del titolo dell’Unità proprio durante i fatti del 1956. Gran bel film, chissà però che non sia arrivata l’ora di rompere la lunga teoria di film automeditativi e si possa tornare a raccontare “con” il cinema, visto che a raccontare “il” cinema si sono ormai cimentati un po’ tutti…
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Veltroni, er millennium
Anna Lombroso per il Simplicissimus Me lo ricordo bene Cesare de Michelis in campo della Lana a Venezia, mentre mi mette a parte della sua“mattana”, quella che a Francoforte l’aveva spinto a aggiudicarsi, spericolatamente ma orgogliosamente, la trilogia di Millenium, i tre romanzi nerissimi dello scrittore e giornalista svedese Stieg Larsson che in Uomini che odiano le donne, La ragazza che…
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bicheco · 1 year
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Hater anche io
Ho appena scoperto che presto uscirà il nuovo "film" di Veltroni.
Io considero Walter Veltroni il più grave e dannoso sfacelo culturale, politico e sociale capitato al nostro povero paese; molto peggio di Berlusconi e del berlusconismo.
Io detesto Walter Veltroni e vorrei... vabbè lasciamo perdere. Buon sabato.
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vecchiodimerda · 1 year
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Christian Raimo
Ho fondato una piccola società, la ReichRaimo, che si occuperà soprattutto di consulenza editoriale e di formazione.
E dal primo dicembre parte il primo corso intitolato Come odiare i giovani.
Sarà rivolto a tutti, e sarà articolato in quattordici incontri, con orari che cambiano dall'uno all'altro. Si svolgerà sia in presenza che online e costerà 129 euro.
Per l'iscrizione si può scrivere a [email protected]
Questi i temi degli incontri.
1. Il 1868 è più importante del 1968, con Ernesto Galli della Loggia. Riscoprire la fondazione dell’Azione cattolica da parte di Papa Pio IX con il breve pontificio Dum filii Belial. Per un nuovo nazionalismo nella scuola improntato sulla restaurazione della dinastia Meiji in Giappone. Analisi dei testi del cancelliere Bismarck sul cambiamento climatico.
2. Dove va il potere: capirlo un attimo prima. Dibattito con Gianni Riotta e Bruno Vespa, sul futuro dei media e del mercato immobiliare.
3. Vale la pena di fare la punta al cazzo anche se si parla di un massacro, a cura del Novum Consortium Italianae Stampae. Imparare a usare i social come farebbero i monaci cluniacensi, usando il tempo libero della pensione o della disoccupazione per emendare articoli politici sui temi chiave solo sulla base di alcune concordanze grammaticali ambigue o per i font senza grazie usati (si dice la font!)
4. Il capitalismo buono è proprio buono buono buono, con Francesco Giubilei e Fabio Roscani. Riproposizione della conferenza che non si è potuta tenere alla facoltà di Scienze politiche a Roma per il boicottaggio dei centri sociali organizzati. Storytelling dell’accumulo originario. Nuove liturgie preconciliari per il feticcio delle merci.
5. Camerati che sbaglicchiano, con Walter Veltroni. Come rinarrare la violenza dei terroristi neofascisti in chiave pop, con dei bei fumetti anche. Laboratorio artistico in classe sull’utopia Nar.
6. Il colonialismo che non ci è stato insegnato, con Marco Minniti. Per un nuovo turismo consapevole, permanente, fondativo. Alla scoperta virtuale delle strade che gli abbiamo fatto senza pretendere nemmeno un grazie.
7. L’omicidio stradale dei manifestanti ecologisti va completamente depenalizzato, con Matteo Piantedosi. A seguire pillole comiche sui pestaggi di Genova 2001 a cura di Pino Insegno.
8. L’istruzione tecnico militare per un paese che cambia. Tavola Rotonda con Patrizio Bianchi, Luciano Leonardo Violante, Guido Crosetto e Giuseppe Valditara. Presentazione del progetto sperimentale di alternanza scuola lavoro come guardie per i campi di detenzione in Libia.
9. Arbasino generator. Laboratorio dal vivo con la redazione del Foglio per imparare a passare pezzi su qualunque argomento riempendoli di aggettivi eterodossi, locuzioni ammiccanti, sigle in inglese, battute sui vestiti e i capelli, diminuitivi in -elli.
10. Vendicarsi del senso di morte imminente, con Angelo Panebianco. Come scrivere gli editoriali per il Corriere mi ha sollevato dai momenti di solitudine e smarrimento di fronte alla vecchiaia, anche poi mi sono dimenticato delle analisi da fare e di portare fuori il cane che mi ha pisciato in salotto.
11. Il femminismo me lo attacco al cazzo, a cura della Libreria di tutti. Per un femminismo politically uncorrect che possa essere libero di dire la propria su aborto, orientamento sessuale, identità di genere e frocette della minchia, con la possibilità di cambiare idea anche da un giorno all’altro e di prendersi tre mesi di vacanza se si è stanche che sono almeno due anni che non mi faccio una vacanza come si deve.
12. Ridere forte dello schwa, con Massimo Arcangeli. Imparare lo gné gné nell’autoscoscienza collettiva, condividere le pratiche del darsi di gomito dal vivo e in rete.
13. La competenza, il liberalsocialismo di Carlo Rosselli e il fatto che mio figlio mi fa sempre più sclerare e quindi vanno cambiate e subito alcune leggi dello Stato perché non può tornare sempre alle due e lasciare la camera una merda: ted talk con Carlo Calenda.
14. Il fascismo è stato brutto, con Antonio Scurati. Lettura integrale dei tre volumi di M, a seguire esegesi passo passo da parte dell’autore.
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