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#Yahima Torres
filsducris · 11 months
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🎤🇨🇮🎶
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genevieveetguy · 2 years
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Black Venus (Vénus noire), Abdellatif Kechiche (2010)
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cinetropisme · 7 years
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La Vénus Noire (2010)
Abdellatif Kéchiche, film français
9/10 : grande claque cinématographique, un film coup de poing qui n’a pas besoin des artifices du discours militant pour faire son effet sur les consciences. On y découvre la descente aux enfers d’une femme noire du Cap Vert, Saartje Bartman, emmenée en Europe pour servir de bête de foire dans un cirque. Tout passe par les corps, son corps monolithique, puissance inexprimée, encaissant jusqu’à la folie et la mort les désirs, pulsions, fantasmes scientifiques de ses oppresseurs.
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kalafudra · 7 years
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Venus Noire
Starring Yahima Torres
26/52 Films with POC in the Lead
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Felicitaciones a jóvenes graduados de la Licenciatura en Educación Primaria que en significativa ceremonia en el Aula Magna "Lic. Benito Juárez" del Instituto Campechano tomaron protesta ante el rector Fernando Sandoval Castellanos y recibieron sus actas de exámenes profesionales. En el emotivo acto el rector del Instituto Campechano, acompañado del director de la escuela, Samuel Suárez Suárez, el padrino de la generación, Nelson Olivera Pérez, y la Mtra. Susana Arredondo Ortiz, destacó el reconocimiento a los egresados de la escuela pionera de la educación en Campeche y los exhortó a continuar preparándose en sus estudios de posgrado. Profesionales comprometidos con la calidad de la educación con el plus de ciudadanos ejemplares.Generación 2013-2017 de Licenciados en Educación Primaria de la Escuela Normal de Educación Primaria "Profra. Pilar Elena Flores Acuña". Mireya Guadalupe Avila Guerrero. Mayra Azucena Ayil Uc. Veronica del Carmen Cabrera Cruz. Javier Hortencio Cob Cob. Yesica Guadalupe Domínguez Pérez. Angélica María Echeverría Concha. Mónica Iridiana García Zetina. Rosalinda Gómez Reyna. Manuel Iván Luna Magaña. Esmeralda de los Ángeles Marín Pech. Samuel Mis Rodríguez. María José Muñoz Palma. Keyla Paola Naal Mut. Alejandro del Jesus Pacheco Aguilar. Maricruz del Rosario Paul Decena. Merari Ramos Alejandro. María José Ruíz Hernández. Yahima Danaydé Sarmiento Avilés. Neifi Betzabé Torres Chan. Homar Martín Tzab Pacheco. Janethe Aurora Uc Cardós. Zully Aimeé Alejandra Villegas Villegas.
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ilcinematografo · 13 years
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VENERE NERA
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Venus Noire
France, 2010
Regia: Abdellatif Kechiche
Interpreti: Yahima Torres, Olivier Gourmet, Jean-Christophe Bouvet, Jonathan Pienaar
"Venere Nera" narra la vita di Saartjie Baartman, una ragazza ottentotta (termine derivante dall’olandese "balbuziente", che definisce la peculiare parlantina di un’etnia Sudafricana, altrimenti conosciuta come Khoi - grazie Wikipedia) che nei primi anni dell’Ottocento veniva esibita come fenomeno da baraccone per intrattenere il pubblico pagante, che ammira le sue forme e la particolare anatomia che la rendeva aliena agli occhi degli europei del tempo. Dietro la promessa di facili guadagni e con una triste storia alle spalle (convivente e figlio deceduti), Saartjie non ha molta scelta ed è costretta a seguire un impresario che divide con lei la metà del ricavato degli spettacoli. La svolta arriva quando un nugolo di professoroni francesi desidera studiarla per avere conferma delle sue origini e certificare il suo status (attraverso pratiche che devono essere sembrate barbare pure ai tempi); A quel punto Saartjie, o Sara come viene a volte chiamata, non riesce a sopportare più il peso delle umiliazioni alle quali é sottoposta e il teatrino che s’è costruita per far fronte alle angherie inizia a crollare.
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La storia ricorda da vicino Elephant Man; anche lì le forme che la natura ha dato ad una persona vengono esibite e diventano oggetto di scherno e pubblico ludibrio, ma se John Merrick voleva disperatamente integrarsi e fare parte della società, qui Saartje sembra rifuggere qualsiasi contatto non strettamente necessario e fare il minimo indispensabile per tirare avanti e fare abbastanza soldi per poter tornare a casa. Sogna di diventare madre e di avere un’esistenza normale; le continue angherie dei suoi impresari prima e del pubblico poi fanno sì che si ricreda subito. Yahima Torres è bravissima nel dare vita ad una persona sconfitta, che si difende come può ma che non è fatta per quel tempo e quel luogo. Nel frattempo i benpensanti contemporanei si scandalizzano per il modo in cui viene trattata e denunciano l’impresario, portandolo in tribunale.
Una parte dello spettacolino prevede che Saartjie agiti il generoso deretano di fronte al pubblico, invitato poi a toccare; lei chiaramente non vuole, implora l’impresario di fermarli ma lui non sente ragioni, così si sottopone a questa ulteriore umiliazione, e con le lacrime agli occhi spera che tutto finisca presto. Un’altra parte prevede che tenti di scimmiottare gli artisti europei e canti, armata di chitarrina; l’impresario la fa volutamente stonare per l’ilarità generale. Un giorno però lei non lo fa e il pubblico rimane impressionato dalla voce e dalle movenze, mettendo in dubbio l’essenza stessa del suo ruolo nello spettacolo, che la vorrebbe un quasi animale selvaggio catturato dal coraggioso impresario. Così quest’ultimo s’arrabbia e la vende ad un francese ancor più ombroso, attraverso il quale la situazione si fa per Saartje sempre più drammatica e le umiliazioni raggiungono (e superano) il punto di non ritorno.
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Il viscido nuovo impresario Réaux (un ottimamente detestabile Olivier Gourmet) la fa scendere in una spirale sempre più oscura di depravazione e umiliazione. Saartje non può nulla; può solo chiudere gli occhi e sopportare. Quando anche il pubblico francese nota il trattamento al quale viene sottoposta (bassissimo pure per gli standard dell’epoca) e inizia a disertare le sue performance, a Saartje non rimane altro che operare in un bordello.
La storia di Saartjie sarà ancora costellata di umiliazioni che sembrano non finire nemmeno dopo la sua morte. Il film é lontano dalle produzioni rassicuranti hollywoodiane; non ci sono cattivoni che si redimono offrendo un barlume di speranza ed il regista tunisino (conosciuto per l’ottimo Cous Cous (il film)) non fa sconti. Sei lì e ti becchi le umiliazioni in primissimo piano, con Saartje. 
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Forse non c’era altro modo di raccontare questa storia; rimane il fatto che, con un cast quasi perfetto e una direzione sicura e senza sbavature, le due ore e mezza abbondanti del film, pur senza essere adatte ai più sensibili, sono un’importante testimonianza di quanto l’ignoranza nei confronti del diverso sia pericolosa.
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Vénus noire (Abdellatif Kechiche, 2010)
http://los35milimetros.com/2013/05/30/abdellatif-kechiche-la-vida-en-las-fronteras/
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filsducris · 3 years
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Benefits at Zouglou Inter Forum &... ..👇https://youtu.be/L2oE2fiQiEk
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filmlinc · 12 years
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NYFF '10: BLACK VENUS The most provocative and polarizing film of the 2010 NYFF, French-Tunisian director Abdellatif Kechiche’s Black Venus takes us on an unsparing journey through the brief life of Saartjie “Sarah” Baartman, the indigenous South African woman infamously exhibited as the exotic “Hottentot Venus” in the traveling carnivals and bourgeois salons of 19th-century Europe. In a torrential performance, screen newcomer Yahima Torres (a native of Cuba who was working as a Spanish teacher when Kechiche cast her) brings Baartman to life in all her complexities and contradictions, particularly her relationships with the two men who alternately serve as her captors, enablers and impresarios—the Afrikaaner farmer Caezar and the larger-than-life bear tamer Réaux (the excellent Olivier Gourmet, star of the Dardenne brothers’ La Promesse and The Son). Shooting in long, brilliant handheld camera takes, Kechiche (The Secret of the Grain) puts the audience in the position of Baartman’s 19th-century voyeurs, making for a movie that is sometimes uncomfortable to watch and always impossible to forget as it puts an agonizingly human face on one of history’s senselessly exploited victims.
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thefloralcoat · 13 years
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The beautiful Yahima Torres
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ilcinematografo · 13 years
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VENERE NERA
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Venus Noire
France, 2010
Regia: Abdellatif Kechiche
Interpreti: Yahima Torres, Olivier Gourmet, Jean-Christophe Bouvet, Jonathan Pienaar
"Venere Nera" narra la vita di Saartjie Baartman, una ragazza ottentotta (termine derivante dall'olandese "balbuziente", che definisce la peculiare parlantina di un'etnia Sudafricana, altrimenti conosciuta come Khoi - grazie Wikipedia) che nei primi anni dell'Ottocento veniva esibita come fenomeno da baraccone per intrattenere il pubblico pagante, che ammira le sue forme e la particolare anatomia che la rendeva aliena agli occhi degli europei del tempo. Dietro la promessa di facili guadagni e con una triste storia alle spalle (convivente e figlio deceduti), Saartjie non ha molta scelta ed è costretta a seguire un impresario che divide con lei la metà del ricavato degli spettacoli. La svolta arriva quando un nugolo di professoroni francesi desidera studiarla per avere conferma delle sue origini e certificare il suo status (attraverso pratiche che devono essere sembrate barbare pure ai tempi); A quel punto Saartjie, o Sara come viene a volte chiamata, non riesce a sopportare più il peso delle umiliazioni alle quali é sottoposta e il teatrino che s'è costruita per far fronte alle angherie inizia a crollare.
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La storia ricorda da vicino Elephant Man; anche lì le forme che la natura ha dato ad una persona vengono esibite e diventano oggetto di scherno e pubblico ludibrio, ma se John Merrick voleva disperatamente integrarsi e fare parte della società, qui Saartje sembra rifuggere qualsiasi contatto non strettamente necessario e fare il minimo indispensabile per tirare avanti e fare abbastanza soldi per poter tornare a casa. Sogna di diventare madre e di avere un'esistenza normale; le continue angherie dei suoi impresari prima e del pubblico poi fanno sì che si ricreda subito. Yahima Torres è bravissima nel dare vita ad una persona sconfitta, che si difende come può ma che non è fatta per quel tempo e quel luogo. Nel frattempo i benpensanti contemporanei si scandalizzano per il modo in cui viene trattata e denunciano l'impresario, portandolo in tribunale.
Una parte dello spettacolino prevede che Saartjie agiti il generoso deretano di fronte al pubblico, invitato poi a toccare; lei chiaramente non vuole, implora l'impresario di fermarli ma lui non sente ragioni, così si sottopone a questa ulteriore umiliazione, e con le lacrime agli occhi spera che tutto finisca presto. Un'altra parte prevede che tenti di scimmiottare gli artisti europei e canti, armata di chitarrina; l'impresario la fa volutamente stonare per l'ilarità generale. Un giorno però lei non lo fa e il pubblico rimane impressionato dalla voce e dalle movenze, mettendo in dubbio l'essenza stessa del suo ruolo nello spettacolo, che la vorrebbe un quasi animale selvaggio catturato dal coraggioso impresario. Così quest'ultimo s'arrabbia e la vende ad un francese ancor più ombroso, attraverso il quale la situazione si fa per Saartje sempre più drammatica e le umiliazioni raggiungono (e superano) il punto di non ritorno.
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Il viscido nuovo impresario Réaux (un ottimamente detestabile Olivier Gourmet) la fa scendere in una spirale sempre più oscura di depravazione e umiliazione. Saartje non può nulla; può solo chiudere gli occhi e sopportare. Quando anche il pubblico francese nota il trattamento al quale viene sottoposta (bassissimo pure per gli standard dell'epoca) e inizia a disertare le sue performance, a Saartje non rimane altro che operare in un bordello.
La storia di Saartjie sarà ancora costellata di umiliazioni che sembrano non finire nemmeno dopo la sua morte. Il film é lontano dalle produzioni rassicuranti hollywoodiane; non ci sono cattivoni che si redimono offrendo un barlume di speranza ed il regista tunisino (conosciuto per l'ottimo Cous Cous (il film)) non fa sconti. Sei lì e ti becchi le umiliazioni in primissimo piano, con Saartje. 
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Forse non c'era altro modo di raccontare questa storia; rimane il fatto che, con un cast quasi perfetto e una direzione sicura e senza sbavature, le due ore e mezza abbondanti del film, pur senza essere adatte ai più sensibili, sono un'importante testimonianza di quanto l'ignoranza nei confronti del diverso sia pericolosa.
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